Academic literature on the topic 'Scuole popolari'

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Journal articles on the topic "Scuole popolari"

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De Domizio, Anna, and Darja Mertelj. "I giochi didattici nell’insegnamento/apprendimento d’italiano come lingua straniera." Journal for Foreign Languages 7, no. 1 (December 30, 2015): 191–215. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.7.191-215.

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Abstract:
Nonostante le numerose e diverse definizioni del gioco, in generale, si considera che il gioco stimoli e sostenga lo sviluppo cognitivo, sociale, emozionale e motorio degli individui. Nell’ambiente scolastico si usano i cosiddetti giochi didattici che sono organizzati in base agli obiettivi formativi. La differenza tra questi e i ‘giochi popolari’ consiste nel fatto che questi non sono frutto della tradizione popolare o dell’invenzione spontanea dei bambini, ma sono creati e adattati dagli insegnanti stessi, secondo criteri organizzativi e contenutistici che coincidono con gli obiettivi specifici dell’unità didattica. In conseguenza sono sempre più numerosi gli insegnanti e gli autori di libri di testo che decidono di includere questo tipo di tecnica didattica nel processo d’insegnamento. I giochi didattici nelle lezioni di lingue straniere hanno un’importanza notevole perché possono essere usati sia per sviluppare le abilità ricettive che per quelle produttive. Un’ulteriore caratteristica potenzialmente positiva dei giochi didattici è che non sono adatti solo per bambini ma anche per adolescenti e adulti, quindi adatti anche per l’insegnamento delle lingue straniere in vari contesti d’apprendimento. Nella parte empirica di quest’articolo si cerca di chiarire in quale misura si usino i giochi didattici durante le lezioni d’italiano come lingua straniera nelle scuole secondarie superiori e come questa tecnica d’insegnamento/apprendimento sia accolta tra gli studenti.
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Martinelli, Chiara. "Lo sguardo ambivalente sulla tradizione nei quaderni di scuola durante il periodo fascista: Pistoia 1929." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 599–626. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137004.

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Abstract:
Attraverso l'analisi dei quaderni e dei diari esposti durante la Mostra della Scuola tenutasi a Pistoia nel 1929, l'articolo esamina le relazioni tra scuola e tradizioni popolari quali si erano configurate con la riforma Gentile e l'avvento del Fascismo: l'attenzione che queste ultime riversarono sul folklore, infatti, si riflette nel cospicuo numero di poesie e tradizioni popolari trascritte nei quaderni. Le modalitÀ con cui le tradizioni popolari vennero presentate, secondo l'Autore, delinea i contorni di una musealizzazione della tradizione che, definita a grandi linee giÀ dal Fascismo stesso, selezionava tutte quelle abitudini che potevano giovare al regime e rigettava quelle che, al contrario, potevano minarne i tentativi di influenzare la mentalitÀ contadina. Tale comportamento, secondo l'Autore, indusse il Regime a cercare di acquisire la preminenza giÀ propria della famiglia: il contrasto tra le autoritÀ, tuttavia, creň una sorta di "terra di nessuno" dove i bambini poterono cominciare ad approcciarsi alla modernitÀ in maniera autonoma.
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Simone, Sara. "Paola Lombroso e Zia Mariù: l’ispirazione socialista negli scritti sull’infanzia e per l’infanzia." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 2, 2020): 331–53. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820908693.

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Abstract:
Paola Lombroso, psicologa, pedagogista, antropologa e scrittrice, dedicò la sua creatività letteraria, la sua riflessione scientifica e il suo impegno politico ai più indifesi, per età e per condizioni materiali. Cresciuta alla scuola scientifica del padre criminologo e antropologo Cesare Lombroso, affascinata dalle idee socialiste e solidaristiche che apprendeva anche dagli amici di famiglia, fra i quali Filippo Turati e Anna Kuliscioff, si impegnò per realizzare opere di sostegno ai bambini delle classi popolari, alla diffusione della lettura e della cultura nelle aree più disagiate e povere dell’Italia. Con i suoi saggi scientifici analizzò la psicologia dell’infanzia e la formazione della personalità nel processo di crescita, affrontando anche la questione dell’emancipazione femminile attraverso l’istruzione delle bambine. L’attività letteraria spaziò dalla novellistica alla raccolta di bozzetti descrittivi, alle fiabe per ragazzi; collaborò a numerose riviste letterarie, politiche, per l’infanzia. Da una sua idea nacque il Corriere dei Piccoli e, sulle pagine di questo, la rubrica di corrispondenza sotto lo pseudonimo di Zia Mariù. Fu promotrice anche della nascita e diffusione delle “Bibliotechine”, per sostenere l’acculturazione dei bambini delle classi popolari e rurali attraverso la lettura.
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Emma Abbate. "Promuovere l'innovazione nell'educazione STEM utilizzando i giochi come catalizzatore : Un caso di studio di educazione al cambiamento climatico attraverso Minecraft." IUL Research 1, no. 2 (December 1, 2020): 225–35. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.73.

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Abstract:
Come affrontare il tema globale del cambiamento climatico in classe approfondendo al contempo le discipline STEM? Come trasmettere il concetto di sostenibilità nelle scuole attraverso un modello pedagogico innovativo sostenuto dalla tecnologia informatica? La gamification, intesa come il processo di integrazione di procedure di gioco in attività del mondo reale al fine di aumentare la propensione ad assumere comportamenti virtuosi, risulta essere uno strumento educativo efficace in un ambiente immersivo e coinvolgente. L’articolo presenta un esempio pratico di approccio al cambiamento climatico basato sul gioco in una classe liceale attraverso l’uso di un popolare videogame, Minecraft, allo scopo di incrementare le competenze trasversali e digitali, il pensiero logico/critico degli alunni e l’apprendimento delle discipline STEM.
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Miletti, Marco Nicola. "Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 2 (August 29, 2021): 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Abstract:
Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Rabaglietti, Emanuela, Maria Fernanda Vacirca, and Silvia Ciairano. "Il tempo virtuale nello sviluppo degli adolescenti: opportunitŕ o rifugio?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001006.

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Abstract:
I giovani trascorrono parte del loro tempo quotidiano esplorando lo spazio virtuale offerto dalle nuove tecnologie, soprattutto il computer, utilizzato per studio o per svago. Attraverso questo studio condotto su 189 adolescenti di ambo i sessi, con un'etŕ media di 16 anni e frequentanti la scuola media di secondo grado, ci proponiamo di: 1) descrivere il tempo giornaliero da essi dedicato all'uso del computer per studio e per svago, le relazioni tra questi due comportamenti e le differenze di genere, fascia d'etŕ e tipo di scuola; 2) indagare nei due generi le relazioni fra tempo dedicato all'uso del computer per studio e per svago e: a) senso di alienazione e percezione positiva di sé; b) soddisfazione per l'esperienza scolastica e autoefficacia scolastica; c) autoefficacia sociale e regolatoria; d) popolaritŕ nel contesto scolastico. I risultati (frequenze, correlazioni, medie, analisi della varianza fattoriale, analisi di regressione gerarchica) evidenziano che per gli adolescenti, soprattutto maschi e studenti di istituti tecnici e professionali, il computer per studio e per svago č un compagno con cui trascorrere parte del tempo quotidiano. Inoltre, le due attivitŕ al computer, formativa e di svago, sono molto legate. Infine, nei maschi emergono relazioni tra bassa popolaritŕ e maggiore uso di computer per studio e tra bassa percezione di sé e maggiore uso di computer per svago; nelle ragazze la bassa soddisfazione per i risultati scolastici si associa ad un maggiore uso del computer per studio.
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Patuano, Chiara. "The development of life skills: between archive and teaching." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 252–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-13114.

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Abstract:
Being a teacher is a complex and articulated task. The pandemic and the consequent introduction of distance learning in schools, has increased the difficulties of the Italian educational system. Students have lost the opportunity to learn through an involving sensorial, emotional and cognitive experience, while teaching has become even more transmissive, and in other words, mis-educational, mis-instructional and ineffective. This contribution seeks to highlight the importance of an historical reflection as the tool for understanding our own personal identity. A particular focus is given to the Ligurian Archive of People’s Writing (Archivio Ligure della Scrittura Popolare - ALSP), which, in collaboration with the University Museum System (Sistema Museale dell’Ateneo - SMA) of Genoa, aims at bringing the archive closer to the schools by creating and implementing educational paths. Lo sviluppo delle competenze per la vita: tra archivio e didattica. Essere insegnante è un compito complesso e articolato: la pandemia, con la conseguente attivazione della didattica a distanza, ha acuito le difficoltà del sistema scolastico italiano sottraendo agli studenti la possibilità di imparare attraverso l’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale, rendendo l’insegnamento ancor più trasmissivo e quindi de-formante, dis-educante e de-istruttivo. Questo contributo cerca di mettere in evidenza l’importanza della riflessione storica come strumento di comprensione dell’identità personale. Particolare attenzione verrà data all’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (ALSP), che, in collaborazione con il Sistema Museale dell’Ateneo (SMA) dell’Università degli Studi di Genova, si pone l’obiettivo di avvicinare l’archivio al mondo delle scuole attraverso la creazione e la sperimentazione di percorsi didattici.
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Calamai, Silvia, and Francesca Biliotti. "Archivi orali, memoria, migrazione." Mnemosyne, no. 10 (October 15, 2018): 18. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i10.14103.

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Abstract:
Il progetto Grammo-foni. Le soffitte della voce (Gra.fo, grafo.sns.it ; Scuola Normale Superiore & Università di Siena, Regione Toscana PAR-FAS 2007-13) ha scoperto, digitalizzato, catalogato e reso fruibili attraverso un portale online quasi 3000 ore di registrazioni orali provenienti da circa 30 archivi orali di area toscana raccolti da studiosi e appassionati di cultura e tradizioni popolari. Data la vastità e l’eterogeneità del materiale conservato (es. biografie, etnotesti, questionari linguistici, letteratura orale), Gra.fo costituisce un archivio preziosissimo della memoria toscana e restituisce una documentazione di prima mano delle varietà linguistiche toscane dai primi anni ‘60 in poi. L’articolo fa uso di questo materiale per un’analisi sociolinguistica incentrata sulla costruzione del racconto orale e su alcuni aspetti della morfologia verbale (l’uso del passato remoto e la variazione tra forme standard e dialettali di passato remoto e imperfetto). Lo studio di caso riguarda l’Archivio ‘Dina Dini’ (Pieve Santo Stefano, Arezzo), che contiene interviste su esperienze di emigrazione all’estero negli anni 1955-1987.
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Amoruso, Marcello. "UN NUOVO PROFILO DI APPRENDENTI. ANALFABETI PLURILINGUI." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 21, 2022): 19–27. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18150.

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Abstract:
In questa presentazione si introducono i risultati di una ricerca il cui obiettivo era valutare se il multilinguismo potesse essere visto come un elemento di miglioramento della capacità di memoria e di abilità metalinguistica anche in soggetti analfabeti. La ricerca si inserisce nel quadro delle azioni condotte all'interno della Scuola di Lingua Italiana per Stranieri (ItaStra) dell'Università degli Studi di Palermo, il cui obiettivo è costruire un profilo più completo dei tanti analfabeti che popolano le classi della scuola e una didattica più rispondente alle i bisogni educativi degli studenti. A new learner profile. Multilingual illiterates This paper introduces the results of a study whose goal was to evaluate whether multilingualism could be seen as element of improvement of memory and metalinguistic ability even in illiterate subjects. The study is part of the actions carried out within the School of Italian Language for Foreigners (ItaStra) of the University of Palermo, whose goal is to build a more complete profile of the many illiterate people who populate the classrooms of the school and didactics that are more responsive to the educational needs of students.
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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Abstract:
Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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Dissertations / Theses on the topic "Scuole popolari"

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COTZA, VALERIA. "Il paradosso dell'inclusione. Uno studio di caso nel campo delle scuole popolari e della seconda opportunità." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404415.

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Abstract:
La ricerca si inserisce nel framework teorico della Social Justice Education di declinazione più critica e radicale e si apre con un’analisi della letteratura sul fenomeno della dispersione scolastica e su quello delle scuole popolari e della seconda opportunità, considerate in virtù delle loro caratteristiche un baluardo nella lotta contro il disagio giovanile, l’emarginazione sociale e il rischio educativo. La parte empirica è dedicata a una ricerca di natura qualitativa imperniata su un intervento di contrasto alla dispersione scolastica nel campo delle scuole popolari e della seconda opportunità: nell’a.s. 2020/2021 è stato infatti portato avanti uno studio di caso avente per oggetto la Scuola Popolare “Antonia Vita” di Monza, una scuola che offre ai giovani d’età compresa tra i 13 e i 16 anni in condizione di svantaggio o rischio educativo un percorso educativo e didattico alternativo rispetto a quello del sistema-scuola tradizionale. Il principale obiettivo dello studio è quello di penetrare il modello pedagogico della Scuola Popolare, avviando una prima riflessione sul concetto stesso di “dispersione” e inoltre sul modello pedagogico del sistema d’istruzione nel suo complesso. A tal fine, lo studio di caso ha previsto due fasi distinte ma complementari: una prima fase prettamente conoscitiva, volta a esplorare le rappresentazioni e le percezioni di una pluralità di soggetti e stakeholder intorno ad alcune dimensioni della scuola e del lavoro educativo e didattico, facendo ricorso alla metodologia di ricerca e analisi della Grounded Theory costruttivista; e una seconda fase di Ricerca-Azione, volta a indagare le strategie di mediazione didattica che si attivano tra adulto esperto e studenti e nell’interazione tra pari. Nel primo caso sono state condotte 20 osservazioni partecipanti e 40 interviste non direttive e semi-strutturate; nel secondo caso è stato realizzato un Laboratorio di Robotica Educativa con gli studenti, che ha utilizzato come mediatore didattico Coderbot. I risultati arrivano innanzitutto a delineare il modello della Scuola Popolare, caratterizzato da un forte presidio educativo, da maggiore flessibilità, dinamicità e sostegno rispetto alla scuola tradizionale, dall’individualizzazione dei percorsi di apprendimento degli studenti e dal basso rapporto numerico che sussiste tra educatore/insegnante e alunni, che permette di seguire da vicino il singolo studente senza “lasciarlo perdere”. La Scuola presenta quindi molteplici diversità strutturali rispetto al sistema scolastico tradizionale, prima fra tutte la centralità accordata alla figura dell’educatore, che svolge un ruolo portante su più livelli. I risultati invitano allora a una riflessione sulle fragilità del sistema pubblico d’istruzione, da cui emergono specialmente alcuni bisogni formativi, in particolare per quanto riguarda la sfera socio-educativa. Inoltre, vengono discusse le strategie di mediazione didattica messe in pratica durante la fase di peer tutoring del Laboratorio e viene avanzata un’ipotesi circa l’efficacia di questa metodologia in contesti di forte deprivazione socio-linguistica. In linea con quanto esposto nella parte teorica e nelle domande di ricerca, i risultati delineano una prima decostruzione e ri-semantizzazione del concetto di “dispersione” alla luce di quello di “funzionamento”, proprio del modello bio-psico-sociale. La Scuola si configura inoltre quale esempio paradossale di inclusione: emerge infatti l’idea che per perseguire l’obiettivo di una maggiore equità e giustizia in ambito scolastico ci sia talvolta bisogno di prospettare percorsi alternativi e altamente individualizzati, che contrastino con un percorso canonico al quale sono legati vissuti di esclusione e difficoltà.
The research is part of the most critical and radical interpretation of the theoretical framework of Social Justice Education and starts with an analysis of the literature on the phenomenon of school drop-out and on that of the popular and second-chance schools, considered by virtue of their characteristics a bulwark in the fight against youth discomfort, social marginalisation and educational risk. The empirical part is dedicated to qualitative research centred on an intervention to combat school drop-out in the field of popular and second-chance schools: a case study was carried out in the school year 2020/2021 on the “Antonia Vita” Popular School in Monza, a school that offers young people aged between 13 and 16 in conditions of disadvantage or educational risk an alternative educational and didactic pathway to that of the traditional school system. The main objective of the study is to analyse the pedagogical model of the Popular School, initiating a first reflection on the concept of “drop-out” and also on the pedagogical model of the education system as a whole. To this end, the case study envisaged two distinct but complementary phases: a first, purely cognitive phase, aimed at exploring the representations and perceptions of a plurality of subjects and stakeholders regarding certain dimensions of the school and of educational and didactic work, resorting to the research and analytical methodology of the constructivist Grounded Theory; and a second phase of Research-Action, aimed at investigating the didactic mediation strategies that are activated between expert adults and students and in peer interaction. In the first case, 20 participant observations and 40 non-directive and semi-structured interviews were conducted; in the second case, an Educational Robotics Laboratory was carried out with the students, using Coderbot as a didactic mediator. First of all, the results show that the Popular School model is characterised by strong educational supervision, greater flexibility, dynamism and support than the traditional school, the individualisation of the students’ learning paths and the low numerical ratio between educator/teacher and pupils. This makes it possible to follow the individual student closely without “letting him or her get lost”. The school thus presents many structural differences with respect to the traditional school system, especially regarding the prominent position of the educator, who plays a supporting role on several levels. The results then invite reflection on the fragilities of the public education system, from which training needs emerge, particularly in the socio-educational sphere. Furthermore, the didactic mediation strategies put into practice during the peer tutoring phase of the Laboratory are discussed and a hypothesis is put forward regarding the effectiveness of this methodology in contexts of strong socio-linguistic deprivation. In line with the theoretical part and the research questions, the results outline an initial deconstruction and re-semantisation of the concept of “drop-out” in the light of that of “functioning”, proper to the bio-psycho-social model. The school is also configured as a paradoxical example of inclusion: in fact, the idea emerges that in order to pursue the objective of greater equity and justice in the school environment, there is sometimes a need to envisage alternative and highly individualised paths, which contrast with a canonical path to which experiences of exclusion and difficulty are linked.
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Martinato, Federica <1994&gt. "Dalla "scuola di classe" alle "scritture popolari". Attivismo politico e storiografia a Rovereto tra il '68 e l'89." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18675.

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Abstract:
La tesi ricostruisce le vicende individuali e collettive del gruppo di storici roveretani che, a fine anni Settanta, si riunì attorno alla rivista «Materiali di lavoro». Attraverso fonti orali e d’archivio, la ricerca segue le loro traiettorie di vita, dal Sessantotto all’Ottantanove: la formazione, l’esperienza del Sessantotto a Rovereto e nelle università di Milano, Padova, Firenze e Udine, l’attivismo politico e culturale; l’esperienza dell’insegnamento, in particolare nella scuola delle 150 ore di Rovereto, e le ricerche di storia orale; l’attività della rivista «Materiali di lavoro», la microstoria e la storia locale, la scoperta delle scritture popolari e il loro studio, fino allo scioglimento del gruppo, all’inizio degli anni Novanta.
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Books on the topic "Scuole popolari"

1

Spinelli, Mario. Giuseppe Calasanzio: Il pioniere della scuola popolare. Roma: Città nuova, 2001.

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2

Bencistà, Alessandro. L' ambulante scuola: Poesia popolare ed estemporanea in Toscana. Firenze: Semper, 2004.

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3

Montecchi, Luca. La Scuola rurale Faina: Un'esperienza di istruzione popolare e agraria nell'Italia rurale del Novecento. Macerata: EUM, 2012.

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4

Loi, Salvatore. Cultura popolare in Sardegna tra '500 e '600: Chiesa, famiglia, scuola. Cagliari: AM&D, 1998.

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5

Piseri, Maurizio. I lumi e "l'onesto cittadino": Scuola e istruzione popolare nella Lombardia teresiana. Brescia: La scuola, 2004.

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6

La scuola di Barbiana: Un'esperienza di pedagogia popolare fra teorie e prassi educative. Bari: M. Adda, 2012.

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7

Morandini, Maria Cristina. Scuola e nazione: Maestri e istruzione popolare nella costruzione dello Stato unitario (1848-1861). Milano: Vita e pensiero, 2003.

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8

Fiumara, Francesco. Mazzini tra le brume di Londra: Unione operai italiani, apostolato popolare, scuola elementare gratuita. Reggio Calabria: La Procellaria, 1987.

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9

Mencarelli, Antonio. Mente e cuore: Scuola elementare e istruzione popolare in Umbria tra Ottocento e Novecento. Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 1993.

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10

Scuola e nazione: Maestri e istruzione popolare nella costruzione dello Stato unitario (1848-1861). Milano: Vita e pensiero, 2003.

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Book chapters on the topic "Scuole popolari"

1

Mastropaolo, Michele. "Cinematografo e scuola popolare (1915)." In La scuola dove si vede, 290–309. Edizioni Kaplan, 2016. http://dx.doi.org/10.4000/books.edizionikaplan.1287.

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2

Monticelli, Carlo. "Il cinematografo come divertimento popolare (1912)." In La scuola dove si vede, 204–7. Edizioni Kaplan, 2016. http://dx.doi.org/10.4000/books.edizionikaplan.1203.

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