Academic literature on the topic 'Scultura napoletana'

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Journal articles on the topic "Scultura napoletana"

1

Curzi, Gaetano. "Stefano D’Ovidio, Scultura lignea del Medioevo a Napoli e in Campania, Napoli: Società Napoletana di Storia Patria 2013." Convivium 3, no. 2 (July 2016): 180–82. http://dx.doi.org/10.1484/j.convi.4.000025.

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2

Coiro, Luigi. "Fortune spagnole della scultura napoletana in legno, il caso del «San Miguel» di Nicola Fumo ella collezione Güell a Barcellona." Locus Amoenus 15 (December 22, 2017): 105. http://dx.doi.org/10.5565/rev/locus.293.

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3

Vitolo, Paola. "Reimpiego e rilavorazione di due sculture del Medioevo napoletano tra Tino di Camaino e i fratelli Pacio e Giovanni Bertini." Mélanges de l'École française de Rome. Moyen Âge, no. 133-1 (June 1, 2021): 105–20. http://dx.doi.org/10.4000/mefrm.8730.

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4

Gambino, Giuseppe. "Antonio De Bellis." Revista Eviterna, no. 8 (September 22, 2020): 51–70. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi8.9781.

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Abstract:
Il Seicento napoletano fu caratterizzato da un così grande fermento culturale e artistico da meritarsi l’appellativo di Secolo d’Oro. Una miriade di architetti, scultori, pittori e artigiani diedero vita a opere di grande pregio che cambiarono per sempre il volto della capitale del Viceregno. Tra i pittori ai tempi più apprezzati, come dimostrano le tante opere che oramai fanno parte del suo catalogo, ma per tanto tempo caduti nell’oblio, anche per la quasi totale assenza di dati documentari, c’è sicuramente Antonio De Bellis: un artista che dagli anni ’70 del Novecento ha stuzzicato l’interesse degli studiosi entrando anche a far parte della rosa di pittori coinvolti nella vexata quaestio sull’identità del Maestro degli Annunci ai pastori. Spesso confuso con il Cavallino, a riprova della qualità di molte sue opere, dal quale si discosta per un certo arcaismo persistente in tutta la sua opera, il suo percorso artistico affonda le radici nel Naturalismo di matrice caravaggesca, ‘napoletanizzato’ da Battistello, Filippo Vitale e dal deus ex machina della pittura di quel periodo nella città partenopea, Jusepe de Ribera. E seguendo le orme di quest’ultimo, come tanti altri partecipa a quella rivoluzione coloristica che arriva da un lato da Roma, tramite la riscoperta dei Maestri veneti del ‘500 da parte di un gruppo di pittori francesi, primo fra tutti Poussin, e dall’altro dalle tele piene di luce ‘mediterranea’ del Van Dyck. Il tentativo di Antonio di mantenere il legame con i modi della sua formazione, pur aderendo a queste nuove istanze, non regge però a lungo e quelle che al momento sono ritenute le sue ultime due tele, non hanno quel mordente che aveva caratterizzato invece la sua produzione precedente.
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Dissertations / Theses on the topic "Scultura napoletana"

1

D'Angelo, Manuela. "La produzione scultorea di Matteo Bottigliero (1680-1757) tra fonti e documenti inediti." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2356.

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Abstract:
2014 - 2015
Principal aim of the present study was to revise the action of the sculptor Matteo Bottigliero, who played a main role in the Neapolitan artistic scene of the eighteenth century, establishing relations with the most important protagonists of the Neapolitan scene, including Lorenzo Vaccaro, Francesco Solimena, Ferdinando Sanfelice and Domenico Antonio Vaccaro. The review of sources together with a new analysis of documents made possible to integrate knowledge related to his artistic production and to expand the catalogue of his artworks along the period of activity between the first and the sixth decade of the eighteenth century. Our objective was also to verify findings of previous studies conducted over the years, in order to catalogue the artirst’s works as completely as possible, and to describe the artist's career in a monographic key. We aimed to reconsider the entire sculptural production of Bottigliero, in order to increase the knowledge of his artistic career. In this way, we could antedate the early stages of his career and increase the number of his known artworks, including also complex artworks made in collaboration with different skilled workforces. We discovered therefore that the Neapolitan sculptor was deeply embedded in the cultural context of his time and had frequent and personal relationships with key coordinators and supervisors of scenary and architectural projects, such as Solimena and Sanfelice. Firstly this work offered us the opportunity to draw the biography of the artist, who was born in Castiglione del Genovesi (SA), and to retrieve the parental relationship between the Bottigliero’s and Vaccaro’s families, together with the reasons for his admission in Neapolitan area and specifically in the workshop of Lorenzo Vaccaro. This work was carried out through targeted research at the most important Campania’s Archives (such as Salerno, Naples, Caserta, Benevento) and offered us the opportunity to enrich the documents about the artist's production, thanks to recovery of unpublished material, which has been placed also in relation to what has emerged from the previous studies. It was possible also to consider how the artist had the opportunity to collaborate with leading Neapolitan marble workers (Raguzzino, Gentile, Picci, Bastelli), actively involved in the transformation of artistic style from late Baroque to Rococò, often increasing his artworks from the main cities to peripheral areas. This happened for example in Abruzzo, Basilicata, Calabria and Puglia. Concerning the artworks not included in the documentary sources, they were catalogued in two different areas, one related to the artworks attributed to the sculptor from the ancient “Guide di Napoli” and the second including those assigned to him by recent art critics. In the first section there are artworks such as the “Addolorata di Capua” or the sculptural group of “Cristo e la Samaritana del Monastero di San Gregorio Armeno”, which in subsequent critical studies have fully confirmed. In the second section, instead, new proposals of attribution or reconsidered but already known artworks are included on the basis of further stylistic comparisons. The final section is reserved to interventions excluded from the artist's catalogue assigned to other contemporary artists, according to new emerged documents. Finally, an update of bibliography was performed, with the aim of adding the copious number of marble and sculptural artworks made in Naples in the eighteenth century and it was able to witness the growing expansion of studies in the artistic panorama of the South of Italy. [edited by Author]
XIV n.s.
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2

Ciarlo, Nicola. "La scultura monumentale in bronzo a Napoli (1596-1669): scultori, fonditori, opere." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1196185.

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Abstract:
La tesi si propone di indagare la produzione in bronzo a Napoli, in rapporto alla scultura di grande formato, in un arco cronologico che va dagli anni novanta del Cinquecento fino agli anni settanta del Seicento. Lo studio mira a dimostrare come nella capitale del Viceregno, a cavallo tra i due secoli, si assista alla nascita e sviluppo di una tradizione fusoria locale al pari di altri centri dell'industria del bronzo della Penisola come Firenze, Milano, Roma e il Veneto. Il primo capitolo circoscrive i ''contesti del bronzo'' a Napoli, nello specifico l'Arsenale e le corporazioni dedite alla lavorazione dei metalli. La macchina della committenza, oggetto del secondo capitolo, funge da osservatorio privilegiato per misurare il mutamento del gusto condizionato dai dettami tridentini. Gli Ordini degli Oratoriani, dei Gesuiti e dei Teatini furono i principali interpreti delle istanze postconciliari e veicolo per l'arrivo nel Viceregno di artisti e architetti provenienti da Roma. La seconda parte del lavoro intende tracciare una storia della scultura in bronzo napoletana, che tenga conto della collaborazione con i fusores quali co-autori delle opere in metallo. Il terzo capitolo si apre con Michelangelo Naccherino (1550-1622), la cui attività viene riletta alla luce di una nuova documentazione e di un possibile viaggio a Roma. L'analisi dell'attività di comprimari come Andrea Bolgi (1605-1656), Christophe Cochet (1606-1634), Camillo Mariani (1567-1611), Tommaso Montani (doc. 1593-1622), Cristoforo (doc. 1583-1622) e Giovan Domenico Monterosso (doc. 1603-1630) contribuisce a tracciare un quadro più articolato. L'avvio verso il barocco (1635-1669), il quarto e ultimo capitolo della tesi, è incentrato sulla decorazione del Tesoro di San Gennaro, dalla serie bronzea dei Santi Protettori di Giuliano Finelli (1601-1653) alla travagliata gestazione della Cancellata di ottone di Cosimo Fanzago (1591-1678). In parallelo, il caso del convento dei Santi Apostoli offre l'occasione per fare un bilancio sull'arrivo e diffusione a Napoli di modelli romani attraverso il legame con la Casa madre di Sant'Andrea della Valle. La tesi è corredata da un Repertorio degli scultori e fonditori attivi a Napoli dal 1596 al 1669, in cui sono raccolte le notizie edite e inedite su questi artefici, e da un apparato illustrativo, in gran parte inedito, condotto attraverso un'apposita campagna fotografica.
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Books on the topic "Scultura napoletana"

1

Abbate, Francesco. La scultura napoletana del Cinquecento. Roma: Donzelli, 1992.

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2

Costanzo, Salvatore. Onofrio Buccini: E la scultura napoletana dell'800. Napoli: CLEAN, 1993.

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3

Luisa, Fucito, ed. Il bello o il vero: La scultura napoletana del secondo Ottocento e primo Novecento : contesti. Castellammare di Stabia (Na): Nicola Longobardi editore, 2014.

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4

San Domenico maggiore (Basilica : Naples, Italy), ed. Il bello o il vero: La scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento. Castellammare di Stabia (Na): Nicola Longobardi editore, 2014.

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5

La fabbrica dei santi: Francesco Verzella e le botteghe di Picano Testa Citarelli : aspetti e firme della scultura in legno napoletana dell'Ottocento tra "capiscuola" comprimari, allievi, epigoni. Foggia: Claudio Grenzi editore, 2020.

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6

Giuseppe Picano nella scultura del Settecento napoletano. Minturno (LT): Caramanica editore, 2017.

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7

Fiorella, Sricchia Santoro, and Zezza Andrea, eds. Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani. Napoli: Paparo Edizioni, 2003.

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8

Naldi, Riccardo. Girolamo Santacroce: Orafo e scultore napoletano del Cinquecento. [Napoli]: Electa Napoli, 1997.

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9

Artisti della decorazione: Pittura e scultura dell'ecclettismo nei palazzi napoletani fin de siècle. [Naples, Italy]: Electa Napoli, 2006.

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10

Dominici, Bernardo de. Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani: Tomo 1. Adamant Media Corporation, 2001.

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Book chapters on the topic "Scultura napoletana"

1

"Bernardo de Dominici (1683–1759 Naples) and the Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani (1742–45)." In Life stories of women artists, 1550–1800, 220–59. Routledge, 2020. http://dx.doi.org/10.4324/9781315091815-21.

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