Academic literature on the topic 'Scritture di resistenza'

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Journal articles on the topic "Scritture di resistenza"

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Ward, David. "Scritture di Resistenza. Sguardi politici dalla narativa italiana contemporanea." Journal of Modern Italian Studies 20, no. 4 (August 8, 2015): 590–92. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2015.1066169.

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Liberti, Giuseppe Andrea. "Oltre Marechiare." Polisemie 3 (April 13, 2022): 1–22. http://dx.doi.org/10.31273/polisemie.v3.914.

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Abstract:
This paper describes some of the routes taken by Neapolitan poetry during the 21st century, paying particular attention to the most recognizable literary experiences and to authors whose works have been relevant for the evolution of the local poetic language. The paper traces a linguistic and formal path of the main tendencies of Neapolitan poetry: starting from the persistence of dialect, it continues by addressing experimentalism in Italian poetry written in Naples. Then, it focuses on the junction of performance and spoken strategies with long poems and narrative compositions, which I compare to the current directions of contemporary lyric poetry. The purpose of this paper is to offer a preliminary recognition of what happened in Neapolitan poetry from 2000 to 2020, overcoming the critical boycott of an area which has always expressed an outstanding literary and cultural vivacity. Pur senza pretendere di restituirne un quadro completo, il contributo intende descrivere alcuni percorsi della poesia del Duemila prodotta a Napoli. L’attenzione è rivolta alle scritture maggiormente riconoscibili e ad alcuni casi singoli di autrici e autori significativi per l’evoluzione della lingua poetica (non solo) locale. In particolare, l’articolo traccia un itinerario formale e linguistico delle tendenze più marcate della poesia partenopea: partendo dalla resistenza della linea dialettale, si passa allo sperimentalismo nella poesia in lingua italiana; la performatività e le possibilità esecutive del testo poetico si intrecciano poi con la forma-poemetto e le non poche narrazioni in versi, alle quali si contrappone un esame degli orientamenti della produzione lirica contemporanea. L’obiettivo è quello di offrire una prima ricognizione di quanto si è mosso nel primo XXI secolo in area napoletana, superando in questo modo un certo ostracismo critico nei confronti di una zona più che mai in fermento sul fronte poetico e letterario. English title Beyond Marechiare. First notes on Neapolitan poetry of the 21st century
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Bonelli, Caterina. "La scuola “resistente”: pratiche autobiografiche per la valorizzazione delle storie di scuola." Revista Brasileira de Pesquisa (Auto)biográfica 6, no. 19 (December 24, 2021): 992–98. http://dx.doi.org/10.31892/rbpab2525-426x.2021.v6.n19.p992-998.

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Abstract:
Le testimonianze scritte dalle maestre ci permettono di entrare “in punta di piedi” nelle pagine della storia, delle loro storie per meglio conoscere e comprendere una professione ancora nell’ombra. Le storie di vita delle e degli insegnanti sono dei veri e propri “giacimenti di storie” e l’obiettivo del contributo è di far emergere e valorizzare tali narrazioni. Attraverso le testimonianze autobiografiche dei professionisti dell’educazione e, al contempo degli studenti, emergono storie inconsuete, di “resistenza”, preziose microstorie che raccontano un tempo, un gruppo sociale, l’intera comunità. Il contributo si avvale di esperienze autobiografiche a scuola in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari - LUA.
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Masi, Maurizio. "Albino, la scrittura, la nevrosi. Ipotesi in margine all’eziologia nevrotica in Memoriale di Paolo Volponi." Quaderni d'italianistica 40, no. 1 (May 4, 2020): 99–116. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i1.34154.

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Abstract:
Il seguente articolo intende valutare più approfonditamente alcune ipotesi sull’eziologia della nevrosi in Memoriale di Paolo Volponi, partendo proprio dall’originaria definizione di questa fornitaci da Freud. Spesso l’interpretazione del testo è rimasta troppo confinata ad un’esclusiva lettura in chiave di “romanzo familiare”, usando una dicitura strettamente analitica del contesto di riferimento, presentato quale unico fattore da cui scaturirebbe il disturbo nevrotico, ben più complesso e subdolo del previsto o di quanto, superficialmente, emerge dal vissuto di Albino, protagonista in primis ed io narrante della storia ed autore del memoriale. L’articolo, dopo una prima attenta e circostanziata descrizione della realtà interiore del nostro, delle sue attitudini ed aspettative, delle sue incertezze e, soprattutto, dei suoi “mali” fisici e morali che tornano quasi come un refrain nelle pagine e nelle note autobiografiche del romanzo, indaga il nesso molto stretto tra nevrosi, sindrome paranoide ed infezione tubercolotica, sulla base di quanto afferma in maniera profonda e precisa lo psichiatra francese Henri Baruk. La tesi si avvale, inoltre, di una confessione importante ad opera del protagonista che chiarisce bene le scaturigini della sua malattia fisica. Egli afferma, infatti, che la mancanza di una resistenza, di un pensiero “forte” fondato su progetti concreti e meno utopici ed astratti, aveva permesso alla tubercolosi d’insinuarsi inconsciamente e lentamente sotto la sua pelle.
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Fornari Čuković, Maria. "“LA NAZIONE GIOVINETTA RESISTEVA AL COLOSSO”: FRACCAROLI E L’IMMAGINE DELLA SERBIA NEL LIBRO LA SERBIA NELLA SUA TERZA GUERRA: LETTERE DAL CAMPO SERBO (1915)." Филолог – часопис за језик књижевност и културу 13, no. 25 (June 30, 2022): 389–405. http://dx.doi.org/10.21618/fil2225389f.

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Abstract:
Questo contributo ha come intento quello di presentare il rapporto tra uno dei giornalisti italiani più importanti di inizio Novecento, Arnaldo Fraccaroli, e la Serbia nei primi mesi della Grande Guerra. Fraccaroli viene annoverato dagli studiosi tra quei giornalisti quali Barzini, Civinini, Ojetti e altri che, con il loro lavoro e il loro stile di scrittura, hanno rappresentato un punto di svolta nella storia della carta stampata italiana. Piuttosto noto al grande pubblico durante la lunga carriera, il giornalista veronese, in parte fnito nel dimenticatoio dopo la sua morte, è stato riportato di recente all’attenzione dei lettori da un’accurata biografa scritta nel 2019 da Gian Pietro Olivetto. “La dolce vita di Fraka, cronista del Corriere della Sera” è il titolo dell’opera, da cui questo lavoro attinge parte delle informazioni sull’autore. La riscoperta di Fraccaroli, però, non si limita soltanto al libro di Olivetto, poiché nel 2017 la casa editrice Prometej di Novi Sad ha pubblicato la traduzione del libro “La Serbia nella sua terza guerra: lettere dal campo serbo”, scritto dal cronista italiano nel 1915. Questo testo, una raccolta di osservazioni e impressioni di viaggio annotate dal giornalista durante un viaggio da Salonicco a Belgrado nell’inverno del 1915, offre la possibilità, fnora poco approfondita, di considerare il lavoro di Fraccaroli nella prospettiva di un tramite tra i lettori italiani e la difcile realtà serba in quei primi mesi di guerra.
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Dissertations / Theses on the topic "Scritture di resistenza"

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FERRARI, SIMONE. "LOS DERROTEROS DEL PALABRANDAR. ESCRITURAS DE RESISTENCIA DESDE EL PUEBLO NASA EN COLOMBIA (1970-2020)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/818905.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi cinquant’anni (1970-2020), le comunità indigene nasa del Dipartimento del Cauca (Colombia) si sono confrontate con processi necropolitici di segregazione territoriale e di violenza sistemica (Mbembe, 2006; Rozental, 2017), alimentati dalla secolare problematica del mancato riconoscimento delle terre ancestrali, dal conflitto armato interno colombiano, dall’attività delle transnazionali estrattiviste che operano nella regione e dalla proliferazione della problematica del narcotraffico (Peñaranda Supelano, 2012; Navia Lame, 2013; Peñaranda Supelano, 2015; CRIC, 2020). Per fronteggiare questi radicati dispositivi di espropiazione, violenza e silenziamento etnico, la popolazione nasa ha progressivamente riconfigurato le strategie di difesa della propria autonomia culturale e politica (Wilches-Chaux, 2005; Valero Gutiérrez, 2016). Nel quadro continentale del consolidamento organizzato delle rivendicazioni indigene, culminato nell’ultimo decennio del XX secolo nella cosiddetta emergencia indígena (Bengoa, 2007; Bengoa, 2009), le comunità nasa hanno plasmato modalità di resistenza multidimensionali, dove la tradizionale difesa pacifica dei confini territoriali è stata accompagnata da impulsi alla tutela dei propri spazi del sapere. Nel corso degli ultimi due decenni si sono strutturate strategie di salvaguardia dell’identità culturale comunitaria fondate sull’idea della custodia del “territorio dell’immaginario” (Almendra, 2017) dai dispositivi di invasione discorsiva e simbolica propri del necropotere (López Barcenas, 2007; Walsh, 2010): un meccanismo di protezione di epistemologie, cosmovisioni, lingua e spiritualità nasa, attuato a partire dalla delineazione di una nuova concezione autonoma della parola, tanto nell’esperienza dell’oralità come nelle sue espressioni scritte (Escobar, 2016). In questo contesto di studio, la tesi investiga un corpus di scritture realizzate da membri delle comunità indigene nasa in epoca contemporanea (1970-2020). La ricerca propone un’interpretazione della nozione-pratica del palabrandar, elaborata nell’ambito delle epistemologie nasa, come strumento ermeneutico centrale per la comprensione delle scritture analizzate e degli attuali immaginari di resistenza della popolazione caucana. La proposta del palabrandar si configura nel testo Entre la Emancipación y la Captura (2017) della scrittrice di etnia nasa-misak Vilma Almendra Quiguanás come una modalità autonoma di riflessione sull’esercizio della parola, concepita in una relazione di interdipendenza ontologica con l’azione di beneficio per la comunità (Almendra, 2017). La ricerca è strutturata in due tappe. Nei primi due capitoli si propone uno sguardo di analisi diacronico del processo di costituzione del prisma epistemologico della nozione-pratica del palabrandar, a partire dallo studio della produzione scritta di due autori nasa: Álvaro Ulcué Chocué (1943-1984) e Vilma Almendra Quiguanás (1979). Gli scritti del sacerdote cattolico di etnia nasa Ulcué Chocué, parzialmente inediti, sono interpretati come antecedente fondamentale della concezione autonoma della parola configurata nel testo Entre la Emancipación y la Captura di Vilma Almendra Quiguanas. Nel corso dell’analisi, si suggerisce una collocazione delle connotazioni epistemiche del palabrandar all’interno di una cartografia gnoseologica dei saperi indigeni dell’Abiayala, intesa qui nella sua integralità di pluriverso di enunciazione ed espressione delle conoscenze ancestrali in una dimensione di futuralità (Escobar, 2016; Rocha Vivas, 2017; Escobar, 2018). Nella seconda parte della tesi si elabora un’analisi orientata a delineare le forme semantiche e simboliche attraverso cui la nozione del palabrandar si traduce in pratica di scrittura. Si propone uno studio delle produzione scritte di alcuni membri della comunità nasa, interpretate nella loro dimensione di testualità oralettegrafiche (Rocha Vivas, 2017), ovvero scritture conformate da codici multidimensionali che possono trovare la loro espressione finale in un libro o in altri spazi di trasmissione del sapere nasa, come le pietre o le pareti (Faust, 2001; Rappaport, 2004; Rappaport, 2008; Perdomo, 2013). In questa prospettiva, il corpus di analisi si compone di alcuni passaggi testuali del volume Entre la Emancipación y la Captura di Vilma Almendra Quiguanás e di una serie di scritture (graffiti) realizzate da membri della comunità nasa nello spazio pubblico del territorio di Toribío, decodificato attraverso la contestualizzazione alle epistemologie nasa degli strumenti teorico-metodologici forniti dagli studi sul Paesaggio linguistico in aree di tensione sociale (Shoamy y Gorter, 2008; Delgado, 2011; Rubdy, 2015; Woldemariam, 2016). La traiettoria esegetica elaborata si struttura metodologicamente a partire dall’inquadramento delle scritture contemporanee del popolo nasa in uno spazio ontologico del sapere autonomo, inserito in un processo di dialogo con alcune proposte delle scienze sociali e umane che riproduce la dimensione interculturale delle attuali dinamiche di negoziazione del sapere nelle comunità nasa (Rappaport, 2003; Bengoa, 2009). Categorie come ‘scrittura’, ‘resistenza’ e ‘territorio’ si interpretano quindi a partire dalle significazioni assunte nell’universo epistemologico nasa (Rappaport, 2004; Wilches-Chaux, 2005; Perdomo, 2013; G. Ulcué, 2015; Sanabria Monroy, 2016; Muñoz Atillo, 2018). Il percorso ermeneutico adottato è sostentato da un lavoro sul campo presso diverse comunità nasa del settore nordorientale del Cauca, realizzato attraverso cinque viaggi nel territorio tra il settembre del 2018 e il settembre del 2020. Oltre alla realizzazione di una ricerca di archivio presso la Biblioteca Parrocchiale di Toribío, il lavoro sul campo è consistito in conversazioni, interviste e intercambi con membri della comunità nasa, partecipazione in assemblee e rituali, nell’intento di dialogare con gli spazi del sapere indigeno caucano in ogni sua dimensione di espressione: l’oralità, la ritualità, l’incontro collettivo e la scrittura (Garzón Lopez, 2013; Rocha Vivas, 2017).
In the last fifty years (1970-2020), indigenous Nasa communities in the Cauca Department (Colombia) have faced necropolitical processes of territorial segregation and systemic violence (Mbembe, 2006; Rozental, 2017), fomented by the century-old problem of the failure to acknowledge their ancestral homelands, by the internal Colombian armed conflict, by the activity of the transnational extractive industries operating in the region, and by the proliferation of narcotraffic (Peñaranda Supelano, 2012; Navia Lame, 2013; Peñaranda Supelano, 2015; CRIC, 2020). To face these entrenched devices of expropriation, violence, and ethnic silencing, Nasa people have progressively reconfigured the strategies in defence of their cultural and political autonomy (Wilches-Chaux, 2005; Valero Gutiérrez, 2016). In the framework of the organised strengthening of indigenous claims in the continent, culminating in the so-called emergencia indígena in the last decade of the 20th century (Bengoa, 2007; Bengoa, 2009), Nasa communities have forged multidimensional modalities of resistance, in which the traditional pacific conservation of territorial boundaries combines with the need to safeguard their own knowledge space. In the last two decades, Nasa communities have developed strategies to safeguard their communal cultural identity. These strategies are based on the idea of the defence of the “territory of the imagination” (Almendra, 2017) from the devices of discursive and symbolic invasion typical of necropower (López Barcenas, 2007; Walsh, 2010): a protective mechanism of Nasa epistemologies, cosmovisions, language, and spirituality, whose starting point is represented by the outline of a new autonomous conception of the word, in both the oral experience and its written expressions (Escobar, 2016). In this context, the present thesis investigates a corpus of writings realized by members of the indigenous Nasa communities in contemporary times (1970-2020). The research proposes an interpretation of the know-how of palabrandar, conceptualised in Nasa epistemologies, as the central hermeneutic tool for an understanding of the selected writings and of the actual images of resistance of the Cauca people. The proposal of palabrandar is defined in the text Entre la Emancipación y la Captura (2017) by the Nasa-Misak writer Vilma Almendra Quiguanás as an autonomous modality of reflection on the word, which is understood in a relationship of ontological interdependence with the action of benefit for the community (Almendra, 2017). The research is structured in two phases. The first two chapters propose a diachronic analysis of the founding process of the epistemological prism of the know-how of palabrandar, starting from an investigation of the written production of two Nasa authors: Álvaro Ulcué Chocué (1943-1984) and Vilma Almendra Quiguanás (1979). The writings, some of them unpublished, of the Catholic priest of Nasa ethnicity Ulcué Chocué are interpreted as a fundamental antecedent to the word’s autonomous conception as defined in the text Entre la Emancipación y la Captura by Vilma Almendra Quiguanas. The analysis seeks to discuss a positioning of the epistemic connotations of palabrandar within a gnosiological cartography of the indigenous knowledge of Abiayala, interpreted in its integrality of pluriverse of enunciation and expression of ancestral knowledge in a futural dimension (Escobar, 2016; Rocha Vivas, 2017; Escobar, 2018). The second part of the thesis aims to outline the semantic and symbolic forms through which the notion of palabrandar translates into written expressions. The writings of some members of the Nasa community are discussed taking into account their dimension of oralitegraphic textualities (Rocha Vivas, 2017), that is textual productions shaped by the confluence of multidimensional codes, which can be expressed through books or other spaces where Nasa knowledge is transmitted, such as stones or walls (Faust, 2001; Rappaport, 2004; Rappaport, 2008; Perdomo, 2013). In this perspective, the analysed corpus consists of some textual passages from the volume Entre la Emancipación y la Captura by Vilma Almendra Quiguanás and of a series of written productions (graffiti) realised by members of the Nasa community in the public space of the Toribío territory. The latter has been decoded by contextualising and applying to Nasa epistemologies the theoretical-methodological tools of linguistic landscape research in areas of social tension (Shoamy y Gorter, 2008; Delgado, 2011; Rubdy, 2015; Woldemariam, 2016). The exegetic trajectory developed in the thesis is structured methodologically by inserting the contemporary Nasa written productions in an ontological space of autonomous knowledge, which dialogues with proposals from the social and human sciences. This dialogical process reproduces the intercultural dimension of the actual dynamics of the negotiation of knowledge in Nasa communities (Rappaport, 2003; Bengoa, 2009). Consequently, categories such as ‘writing’, ‘resistance’, and ‘territory’ are interpreted according to the signification they possess in the epistemological Nasa universe (Rappaport, 2004; Wilches-Chaux, 2005; Perdomo, 2013; G. Ulcué, 2015; Sanabria Monroy, 2016; Muñoz Atillo, 2018). The adopted hermeneutic path is supported by fieldwork in different Nasa communities in the North-East Cauca region, and in particular by five research trips between September 2018 and September 2020. Fieldwork has consisted of archival research at the Parish Library in Toribío, conversations, interviews and interchanges with members of the Nasa community, the participation in meetings and rituals in the attempt to dialogue with the spaces of Cauca indigenous knowledge in every dimension of its expression: orality, rituality, collective gathering, and writing (Garzón Lopez, 2013; Rocha Vivas, 2017).
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DI, ALESSANDRO SARA. "DAS ANDERE DEUTSCHLAND ¿ SCRIVERE UN¿ALTRA GERMANIA. SOGLIE DI RESISTENZA AL NAZIONALSOCIALISMO IN JOHANNES ILMARI AUERBACH, FALK HARNACK, ADAM KUCKHOFF." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/570403.

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Abstract:
La presente ricerca si concentra su tre autori tedeschi che partecipano alla Resistenza contro il nazionalsocialismo: il pittore, scultore e autore di una novella Johannes Ilmari Auerbach (1899-1950), il regista, saggista e testimone Falk Erich Walter Harnack (1913-1991) e il drammaturgo Adam Kuckhoff (1887 -1943). Questi uomini aderiscono alla causa antifascista e antinazista unendosi alle organizzazioni clandestine di Amburgo (la cosiddetta Resistenza della prima ora), Berlino (L’Orchestra Rossa) e Monaco di Baviera (La Rosa Bianca). Essi manifestano in modo attivo la totale opposizione al Terzo Reich e la loro scrittura diviene un canale di espressione dell’istanza etica della Resistenza, il cui scopo è quello di ripristinare i valori fondamentali della società civile, come la Legge, la Giustizia, la Libertà, la Responsabilità, la Solidarietà e la Tolleranza. Il mio studio prende in esame alcuni scritti brevi di questi autori, inediti in Italia: una novella, alcune lettere private, due resoconti autobiografici, un saggio, un dramma e una lettera fittizia di anti-propaganda. L'analisi presenta un taglio storico-culturale letterario e si propone di indagare la scrittura antifascista e antinazista anche dal punto di vista linguistico e psicoanalitico, ponendola in relazione con la cosiddetta LTI-Lingua Tertii Imperii, la lingua tedesca alterata dalla propaganda. La novella Der Selbstmörderwettbewerb (1921, 1927) di Johannes Ilmari Auerbach anticipa il decadimento etico della Germania nazificata: dodici volontari devono uccidersi nel palazzo di giustizia di una città europea non specificata, giudicati da una giuria e incoraggiati dal sostegno che diventa apertamente tifo dei loro amici e familiari. Auerbach, che sperimenta la realtà cruda della Grande Guerra, ad Amburgo nel 1933 vive in prima persona il terrore della Gestapo allorché si ribella al regime hitleriano. Il giovane artista viene arrestato diverse volte fino alla fine del 1935, quando viene rilasciato per l’ultima volta prima dell’esilio. Le sue lettere dalla prigione, pubblicate nel volume postumo del 1989 Eine Autobiographie in Briefen, testimoniano la sua forte fiducia nell’ideale antifascista. Il regista e autore di scritture testimoniali Falk Harnack difende, tiene viva e diffonde la missione del fratello Arvid, condannato a morte in quanto attivista dell'Orchestra Rossa. Nei due resoconti autobiografici, intitolati Es war nicht umsonst (1947) e Vom anderen Deutschland (1945-1947), Falk Harnack ricorda le fasi della sua opposizione al nazionalsocialismo: nel 1942 entra in contatto con i membri della Rosa Bianca a Monaco con la speranza di creare una rete antifascista più ampia e diffusa in tutta la Germania. Egli viene presto arrestato, processato per alto tradimento e poi improvvisamente scagionato. Nel 1946 Harnack pubblica il saggio Die Aufgaben des deutschen Theaters in der Gegenwart, in cui sostiene l'inalienabile ruolo etico del teatro nella società tedesca del Dopoguerra. Nel 1974, a distanza di molti anni, nel dattiloscritto Gescheiterter Widerstand?, presentato a una conferenza presso la Evangelische Akademie di Berlino, il regista riflette sul senso della Resistenza tedesca e sul rapporto con il passato nazionalsocialista. Il drammaturgo Adam Kuckhoff è membro dell'Orchestra Rossa di Berlino, viene condannato a morte nel 1943 per alto tradimento. Il protagonista del suo dramma Till Eulenspiegel (1933, 1941) è simbolo di Resistenza e opposizione alla pressione della massa nazificata, la sua opera testimonia di una vita vissuta nel nome della libertà e della ricerca della felicità. Nella lettera fittizia Folge 8: An einen Polizeihauptmann, scritta da Kuckhoff nel 1941 insieme all’amico e combattente John Sieg, il richiamo rivolto alla popolazione tedesca per ribellarsi a Hitler diviene più intenso ed esplicito, così come l'invito a sostenere i partigiani sovietici impegnati sul fronte occidentale. I testi che i tre autori ci hanno lasciato dormienti negli archivi o dimenticati dall’editoria, costituiscono un'eredità vivente, un canale di trasmissione per l’istanza etica della Resistenza. Attraverso parole potenti essi tramandano valori morali di grande ispirazione e testimoniano come vi fosse in Germania, presso tedeschi di lignaggio e tradizione, la possibilità di rifiutare l'ideologia nazionalsocialista e di opporsi a Hitler. Gli scritti di Auerbach, Harnack e Kuckhoff rappresentano pertanto il contrappeso ai valori perversi del totalitarismo nazista e costituiscono un riferimento per la nostra Europa transculturale. Essi meritano di essere considerati parte della nostra letteratura e una risorsa valida per un confronto critico col passato.
The present research focuses on three German authors who took part to the Resistance against Hitler’s regime: the painter and sculptor Johannes Ilmari Auerbach (1899-1950), the film director and author of autobiographical reports Falk Erich Walter Harnack (1913-1991) and the playwright Adam Kuckhoff (1887-1943). These men embraced the antifascist cause and joined undercover organizations in Hamburg (the so-called First-hour opponents), Berlin (The Red Orchestra) and Munich (The White Rose). They voiced their opposition to the Third Reich in an active way and by means of written words, giving expression to the ethical issue of Resistance, whose aim is to reinstate the fundamental values of the civilized society, as Law, Justice, Freedom, Responsibility, Solidarity and Tolerance. My study concentrates on their short writings, which are still unpublished in Italy: a short novel, some personal letters, two autobiographical reports, an essay, a play and an anti-propaganda fictitious letter. The analysis aims at exploring their writings from a historical-cultural literary point of view, which entails the linguistic and psychoanalytical investigation of their words in comparison with the so called LTI- Lingua Tertii Imperii, the German language altered and inflated by Nazis and their propaganda. The short novel Der Selbstmörderwettbewerb (1921, 1927) by Johannes Ilmari Auerbach anticipated the ethical decay of Nazi Germany: twelve volunteers have to kill themselves in the courthouse of an unspecified European city, they are judged by a jury and supported by their friends and families. Auerbach, who saw the deadly reality of the Great War, in 1933 experienced the terror of the Gestapo as he rebelled to the regime while he was in Hamburg. Auerbach was arrested several times until the last release at the end of 1935, before his exile. His letters from the prison, published posthumously in 1989 in the volume Eine Autobiographie in Briefen, testify his strong faith in the antifascist ideas. The film director Falk Harnack carried on the mission of his brother Arvid, who was sentenced to death for being an activist of the Red Orchestra. In his two autobiographical reports, entitled Es war nicht umsonst (1947) and Vom anderen Deutschland (1945-1947), Falk Harnack recalls the phases of his opposition: in 1942 he met the members of the White Rose in Munich, in hopes of establishing a wider antifascist net through Germany. He was soon arrested, processed for high treason and then unexpectedly set free. In 1946 he published the essay Die Aufgaben des deutschen Theaters in der Gegenwart, which argues the inalienable ethical role of theatre in the post war German society. In 1974, after many years, Harnack wrote the text Gescheiterter Widerstand?, which he presented at a conference at the Evangelische Akademie in Berlin. In this unpublished text he reflects upon the historical meaning of German Resistance and on the relationship with the National Socialist past. The playwright Adam Kuckhoff was a member of The Red Orchestra in Berlin, sentenced to death in 1943 for high treason. The main character of his drama Till Eulenspiegel (1933, 1941) is a symbol of Resistance and opposition to peer pressure, of a life committed to the cause of Freedom and to the pursuit of Happiness. In the fictitious letter Folge 8: An einen Polizeihauptmann, which he wrote in 1941 together with his friend John Sieg, the call to the German population to rebel to Hitler becomes stronger, as well the invitation to support the Soviet Partisans on the war front. These texts are a living legacy for the ethical issue of Resistance; through powerful words they transmit and inspire moral values; they testify that there was a possibility to refuse Nazi ideology and to oppose to Hitler. The writings of Auerbach, Harnack and Kuckhoff are counterweight to the perversion of language and values purported by Nazi totalitarianism and a genuine cornerstone of our transcultural Europe. Therefore, they deserve to be regarded as part of our Literature and as a fruitful source to confront the past critically.
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Books on the topic "Scritture di resistenza"

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Scritture minori: Letteratura, linguaggio politico e pratiche di resistenza. Verona: Ombre corte, 2021.

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1975-, Amici Marco, ed. Scritture di resistenza: Sguardi politici dalla narrativa italiana contemporanea. Roma: Carocci editore, 2014.

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Francesco, Omodeo Zorini, ed. Una scrittura morale: Antologia di giornali della Resistenza. [Borgosesia, Venezia]: Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli Cino Moscatelli, 1996.

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