Academic literature on the topic 'Scrittura del testo'

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Journal articles on the topic "Scrittura del testo"

1

Garosi, Linda. "I Taccuini di Pirandello, ovvero l’immaginario fantastico nella stanza segreta dello scrittore." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 3 (June 20, 2018): 745–62. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818781865.

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Abstract:
Il saggio propone una lettura dei taccuini pirandelliani editi ( Taccuino di Coazze, Taccuino di Harvard e Taccuino segreto) in quanto testi autonomi. Nella prima parte si tracciano le coordinate concettuali su cui poggia la definizione dello statuto finzionale ibrido del corpus oggetto di studio. Sebbene si tratti di una scrittura periferica rispetto all’opera pirandelliana, i taccuini racchiudono tuttavia i fondamentali segmenti del percorso di ricerca compiuto dallo scrittore. Proiettano l’immaginario fantastico dell’artista ed è possibile quindi inquadrarli nel territorio irregolare delle scritture dell’io. Da questa angolatura, rappresentano la soglia della stanza più “segreta” e intima di Pirandello. Su tali presupposti, nella seconda parte, si prendono in esame i testi sul tema fondamentale del personaggio. Seguendo questo filo rosso, vengono messi in evidenza la genesi e i tratti distintivi delle figure che abitano la produzione artistica pirandelliana. Nel contempo viene riscontrata, inscritta nella finzione, la presenza dello scrittore. Tale gioco di specchi culmina, e si fa scoperto, nel Taccuino segreto. Il materiale raccolto in questo testo è attraversato, infatti, da una metaletterarietà che getta luce, retrospettivamente, anche sugli altri testi meno espliciti in tale senso.
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Haręzga, Stanisław. "Rola Pisma Świętego w Kościele według 2 Tm 3,14-17." Verbum Vitae 13 (January 14, 2008): 169–77. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1462.

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Abstract:
Nella Seconda Lettera a Timoteo si legge il passo piu rilevante di tutto il Nuovo Testamento circa il rapporto tra Sacra Scrittura e azione pastorale (2 Tm 3,14-17). In questo testo l'accento e posto, piu che sulla ispirazione, sulla efficacia della Parola di Dio scritta nella vita del credente e sulla sua utilita nel ministero pastorale. L'analisi da noi realizzata ci lascia di rivisitarlo sotto questo profilo.II brano si articola in due frasi nelia struttura chiastica: A(v. 14a), B (v. 14b-15), B1 (v. 16), A1 (v. 17). Dopo questa l' analisi la riffiesione si eoncentra sui molo delie Scritture, sulla loro efficacia formativa in ordine alla vita cristiana e sulla missione dei pastori delia Chiesa.
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Dell’Agnola, Daniele. "Connessioni. Intrecci di testi, parole e storie, per ascoltare l’altro e sé stessi." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): 87–100. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.04.

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Abstract:
Nel contributo si descrive un lavoro svolto con allievi tredicenni che hanno cercato di esplorare, ricreare e ricercare i significati del proprio vissuto attraverso il testo letterario e attraverso la scrittura. La relazione tra i giovani lettori e ciò che era loro familiare ha rappresentato il motore di un percorso didattico mosso da una continua conversazione tra l’insegnante, le allieve e gli allievi e i testi. L’itinerario si è rivelato essere un’occasione per riflettere sulle connessioni possibili tra il testo letterario e chi, adolescente, svolge dei compiti di lettura e scrittura.
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Petrilli, Susan, and Augusto Ponzio. "L’accentuazione e la ri-accentuazione nella lingua, nella scrittura letteraria e nella traduzione." Letrônica 14, sup. (December 31, 2021): e42510. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42510.

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Abstract:
Intonacija, akcentuacija sono termini ricorrenti nei testi di Michail Bachtin e Valentin N. Vološinov. Ogni enunciazione, ogni testo, ha la sua intonazione e la sua specifica accentuazione. La comprensione non è solo comprensione del contenuto, del significato, ma anche e soprattutto comprensione del testo comprensione del senso, e il senso è dato proprio dalla particolare, specifica intonazione, dalla singolare accentuazione. Ciò non vale soltanto nel parlato, ma anche nella scrittura, dunque nella lettura e anche nella traduzione interlinguistica. È compito del traduttore saper riaccentuare il testo nella lingua d’arrivo così come “risuona” nella lingua di partenza
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Barbetta, Pietro. "Note preliminari per una "fiction" sul caso Lucia Joyce." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 16 (September 2011): 61–73. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016004.

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Abstract:
Il testo indaga il caso clinico di Lucia Joyce alla luce della scrittura del padre e in relazione alle interpretazioni psicoanalitiche di Jung e Lacan. L'ipotesi piů accreditata č che la scrittura di Joyce o la condizione nomadica e precaria della famiglia Joyce abbia avuto conseguenze riguardo al disordine psichico di Lucia. In questo testo cercherň di discutere quest'idea proponendo un'ipotesi clinica differente, legata alla iatrogenicitŕ degli interventi e degli internamenti psichiatrici subiti dalla figlia di Joyce contro la volontŕ propria e del padre, che leggeva invece nelle condotte della figlia ammirevoli e sconvolgenti capacitŕ telepatiche.
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6

Pelillo-Hestermeyer, Giulia. "Il racconto della quotidianità nella genesi del tempo." Mnemosyne, no. 1 (September 1, 2008): 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i1.11493.

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Abstract:
Nel diario al centro del saggio la registrazione del quotidiano si estende per un arco di tempo di trenta anni, dal 1959 al 1989. La scrittura registra in modo particolare la “normalità” della quotidianità, piuttosto che gli eventi eccezionali, introducendo il lettore in un lungo spaccato di vita dello scrivente. Nel descrivere ed analizzare questo testo il saggio parte dal dato linguistico, mostrando come il linguaggio, insieme ai contenuti espressi, si faccia testimone di un periodo storico e di un programma (oltre che di una storia) di vita allo stesso tempo. La tesi di fondo è che in un diario giornaliero la scrittura non sia soltanto uno strumento di registrazione, ma anche di ri-costruzione dell’esperienza.
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Menghi, Céline. "Un analista puň essere anche uno scrittore?" ATTUALITŔ LACANIANA, no. 9 (April 2009): 123–27. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009010.

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Abstract:
- n questo testo si evidenzia un cambiamento di statuto della scrittura. La scrittura, da modalitŕ del soggetto per farsi La sua Storia e per dire l'indicibile dell'essere, presa nel dispositivo analitico e nella logica del fantasma e dell'al-di-lŕ del fantasma, si fa marchio, lettera a partire dalla sgrammaticatura del linguaggio, a partire dalla parola presa nel corpo. Uno snodo importante dell'esperienza analitica mette in luce un punto chiave di non ritorno per il soggetto sulla via della sua riduzione a oggetto. Parole chiave: terminal - lingua-sul-reale - corpo estraneo - lalangue - Piů-Nessuno
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8

Zavaglini, Claudia. "Dialegesthai. Il dialogo come pratica in Michelstaedter." Estudios Románicos 27 (October 19, 2018): 253–64. http://dx.doi.org/10.6018/er/346681.

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Abstract:
Il contributo si sofferma sulle declinazioni della dialogicità in Michelstaedter e ne descrive l’importanza a livello sia biografico che testuale, evidenziando come la pratica del dialogo si profili in tutti e due i casi come scelta consapevole. La scrittura risulta contaminata dall’intenzionalità dialogica, che si esprime talvolta nell’onnipresenza del tu nel testo, talvolta nell’utilizzo del dialogismo a supporto dell’argomentazione, fino all’uso del dialogo puro. Nella parte conclusiva vengono ipotizzate le motivazioni della scelta dialogica e, attraverso Il dialogo della salute, la correlazione tra forma e finalità della scrittura.
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Ponzio, Luciano. "Enunciazione non iterabile e interrelazione tra scrittura e immagini del mondo." Letrônica 14, sup. (December 31, 2021): e42539. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42539.

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Abstract:
Produrre e comprendere segni significa partecipare ai processi comunicativi. Il segnico è il campo dell’ambivalenza, della somiglianza, della deviazione, della creatività, in cui tutto si decide per relazioni e pratiche sociali (io-per-me, l’altro-per-me e io-per-l’altro, come dice Bachtin). Il testo artistico fornisce la possibilità di cogliere al meglio la struttura dialogica dell’enunciazione. Bachtin mostra come il senso del testo non dipenda dagli elementi ripetibili del sistema di segni con cui è composto (interpretanti di identificazione) ma nella sua stessa costituzione, e non solo nella sua manifestazione; esso è situato nei rapporti di rinvio, di differimento (interpretanti di comprensione rispondente) che danno luogo ad una catena di testi ad esso antecedenti e ad esso successivi. Nel dispiegarne la trama, pur rispettandone regole, forme e strutture, l’enunciazione letteraria del discorso indiretto libero è capace di trasgredirle in un fitto dialogo intertestuale e, diacronicamente, tra autori differenti.
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Lazzaretti, Letizia. "Efficacia di un progetto di educazione linguistica inclusivo su auto-percezioni e struttura di testi narrativi." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 11–41. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.01.

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Abstract:
Lo studio ha confrontato gli alunni con DSA di 4 classi sperimentali (tot. 8) e 3 di controllo (tot. 7) su abilità di scrittura e auto-percezioni su atteggiamenti di scrittura e benessere di classe. Le classi sperimentali hanno seguito un progetto di educazione linguistica che, tra i suoi obiettivi, annovera la promozione di atteggiamenti motivati e strategici verso la scrittura e la costruzione di un clima di classe sereno e inclusivo; le classi di controllo hanno seguito la normale programmazione prevista per l’anno scolastico in corso. Gli alunni hanno scritto un testo narrativo, valutato con procedure olistiche e analitiche, e completato tre questionari di auto-percezione inerenti a autoefficacia, strategie di scrittura e benessere di classe. I risultati evidenziano che le abilità di scrittura e le percezioni sono migliori per il gruppo sperimentale, soprattutto per gli alunni con DSA. Da qui emerge l’efficacia del Progetto nel garantire una didattica inclusiva e un miglioramento di abilità e percezioni di scrittura per tutti gli studenti con difficoltà, anche quelli con DSA.
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Dissertations / Theses on the topic "Scrittura del testo"

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Fantin, Silvia <1987&gt. "Il testo digitale. Scrittura e filologia nell'era del Web." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3329.

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Abstract:
La tesi offre una riflessione sulle modificazioni subite nei secoli dalla scrittura e dalla filologia. In particolare l’attenzione è rivolta alla situazione contemporanea e allo studio dei testi digitali, poiché portatori di un sistema di valori differente e di una rinnovata organizzazione della conoscenza. La ricerca si interessa soprattutto dei cambiamenti subiti dal testo negli ultimi decenni; sono quindi analizzate le influenze che su di esso hanno agito, la nascita dei libri digitali, l’uso dei media da parte degli scrittori e la riconfigurazione delle figure dell’autore, del lettore, del critico e della stessa disciplina filologica. L’elaborato termina con alcune proposte per il futuro riguardanti la formazione di umanisti digitali in grado di operare efficacemente nella trasmissione e nella conservazione dello scibile umano.
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Lupia, Nicoletta <1985&gt. "1967-1987: l'altra civiltà del testo. Impulsi storici e scrittura nel teatro d'innovazione francese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6411/1/lupia_nicoletta_tesi.pdf.

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Abstract:
Lo studio analizza le svolte nel teatro di innovazione francese prodotte dalla rivolta sociale e dalla sua rivoluzione culturale del 1968. La ricerca si è concentrata su tre livelli di analisi: un'analisi – storica, politica, sociale, culturale – dell'anno-tournant; un'analisi delle reazioni nel mondo del teatro contemporanee alla rivolta; un'analisi delle prassi spettacolari di lunga durata originate dall'evento. Sono stati, quindi, esaminati criticamente i testi cardine degli intellettuali ispiratori, protagonisti e interpreti della breccia culturale, per poi rintracciare i valori emersi all'interno del mondo dello spettacolo. La contestazione sociale ha agito sul mondo del teatro producendo delle ripercussioni immediate – l'occupazione dell'Odéon, la contestazione al XXII Festival d'Avignon, la produzione della Déclaration de Villeurbanne – e delle prassi di lunga durata che hanno agito sui processi formativi e creativi delle compagnie francesi che, dalla fine degli anni Sessanta, hanno prodotto creazioni collettive (in particolare il Théâtre du Soleil e il Théâtre de l'Aquarium, ma anche la Nouvelle Compagnie d'Avignon, il Grand Magic Circus e il Théâtre Populaire di Lorraine) e sul corpus drammaturgico e teorico di Michel Vinaver. Sono state, quindi, analizzate le relazioni che si sono instaurate tra i protagonisti appena nominati e i differenziati contesti, sociali e teatrali, facendo emergere nuove istanze creative. Tali istanze hanno saputo rispondere alle spinte etiche ed estetiche del momento storico, le hanno declinate sul piano delle prassi teatrali e rilanciate verso modalità nuove che hanno favorito l'emersione di una nuova civiltà del testuale.
The study analyses the changes in French theatre of innovation caused by the social riot and its cultural revolution in 1968. The research focuses on three levels of examination: a historical, political, social and cultural analysis – of the turning year; an analysis of the reactions in the world of theatre contemporary to the riot; an analysis of the long spectacular practices originated by the event. The main writings by inspiring intellectuals, chief protagonists and spokesmen of the cultural breach, have been critically examined, in order to find the values emerged in the show business. The social contestation acted onto the world of theatre producing immediate repercussions – the Odéon Theatre occupation, the contestation at the 22nd Festival d’Avignon, the production of the Déclaration de Villeurbanne – and of the usual long-term procedures which acted on the formative and creative processes of French acting companies who have produced collective creations since the end of the Sixties (especially the Théâtre du Soleil and the Théâtre de l'Aquarium but also the Nouvelle Compagnie d'Avignon, the Grand Magic Circus and the Théâtre Populaire di Lorraine). Morover, they acted also on the dramaturgical and theoretical writings by Michel Vinaver. Therefore, the connections amongst the newly named chief protagonists and the different social and theatric contexts have been analyzed making emerge the new creative needs. Such needs were able to answer to the ethical and esthetical of the historical moment. They decreased them from the theatric praxis point of view and raised them toward new modalities which have favored the raising of a new textual civilization.
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Lupia, Nicoletta <1985&gt. "1967-1987: l'altra civiltà del testo. Impulsi storici e scrittura nel teatro d'innovazione francese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6411/.

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Abstract:
Lo studio analizza le svolte nel teatro di innovazione francese prodotte dalla rivolta sociale e dalla sua rivoluzione culturale del 1968. La ricerca si è concentrata su tre livelli di analisi: un'analisi – storica, politica, sociale, culturale – dell'anno-tournant; un'analisi delle reazioni nel mondo del teatro contemporanee alla rivolta; un'analisi delle prassi spettacolari di lunga durata originate dall'evento. Sono stati, quindi, esaminati criticamente i testi cardine degli intellettuali ispiratori, protagonisti e interpreti della breccia culturale, per poi rintracciare i valori emersi all'interno del mondo dello spettacolo. La contestazione sociale ha agito sul mondo del teatro producendo delle ripercussioni immediate – l'occupazione dell'Odéon, la contestazione al XXII Festival d'Avignon, la produzione della Déclaration de Villeurbanne – e delle prassi di lunga durata che hanno agito sui processi formativi e creativi delle compagnie francesi che, dalla fine degli anni Sessanta, hanno prodotto creazioni collettive (in particolare il Théâtre du Soleil e il Théâtre de l'Aquarium, ma anche la Nouvelle Compagnie d'Avignon, il Grand Magic Circus e il Théâtre Populaire di Lorraine) e sul corpus drammaturgico e teorico di Michel Vinaver. Sono state, quindi, analizzate le relazioni che si sono instaurate tra i protagonisti appena nominati e i differenziati contesti, sociali e teatrali, facendo emergere nuove istanze creative. Tali istanze hanno saputo rispondere alle spinte etiche ed estetiche del momento storico, le hanno declinate sul piano delle prassi teatrali e rilanciate verso modalità nuove che hanno favorito l'emersione di una nuova civiltà del testuale.
The study analyses the changes in French theatre of innovation caused by the social riot and its cultural revolution in 1968. The research focuses on three levels of examination: a historical, political, social and cultural analysis – of the turning year; an analysis of the reactions in the world of theatre contemporary to the riot; an analysis of the long spectacular practices originated by the event. The main writings by inspiring intellectuals, chief protagonists and spokesmen of the cultural breach, have been critically examined, in order to find the values emerged in the show business. The social contestation acted onto the world of theatre producing immediate repercussions – the Odéon Theatre occupation, the contestation at the 22nd Festival d’Avignon, the production of the Déclaration de Villeurbanne – and of the usual long-term procedures which acted on the formative and creative processes of French acting companies who have produced collective creations since the end of the Sixties (especially the Théâtre du Soleil and the Théâtre de l'Aquarium but also the Nouvelle Compagnie d'Avignon, the Grand Magic Circus and the Théâtre Populaire di Lorraine). Morover, they acted also on the dramaturgical and theoretical writings by Michel Vinaver. Therefore, the connections amongst the newly named chief protagonists and the different social and theatric contexts have been analyzed making emerge the new creative needs. Such needs were able to answer to the ethical and esthetical of the historical moment. They decreased them from the theatric praxis point of view and raised them toward new modalities which have favored the raising of a new textual civilization.
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Schreiber, Paula Rebecca. "Sprachliche Rekontextualisierung in globalen und lokalen Popkulturen. Hip Hop Linguistics und „Resistance Vernacular” im italienischsprachigen Rap. Ricontestualizzazione linguistica di “Popular Culture”. Hip Hop Linguistics e “Resistance Vernacular”. Il caso del rap italiano tra globalizzazione e localizzazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. http://hdl.handle.net/11572/245432.

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Abstract:
Hiphop è il nome di un movimento giovanile che nasce negli anni settanta nei quartieri del Bronx, del Queens e di Harlem a New York City. Negli anni ottanta la musica e la cultura hiphop si diffondono in Italia e si sviluppano in tre diverse generazioni: la prima negli anni 1987-1999, la seconda negli anni 2000-2007, la terza negli anni 2008-2017. Queste generazioni condividono caratteristiche identitarie e valori come il rispetto, la pace, l'uguaglianza. Il lavoro presenta un’analisi linguistica dei testi italiani delle canzoni rap prodotte nel terzo periodo. A tale scopo la tesi è organizzata in sei capitoli. Il primo (La cultura hiphop) inquadra la nascita della cultura hiphop, le sue invenzioni artistiche, la sua globalizzazione e la sua ricezione in Italia. Sono presentati in particolare i/le pionieri/e della scena hiphop italiana e le tendenze che emergono nelle diverse scene locali. Il secondo capitolo (Ricerche sull’hiphop) presenta un quadro generale relativo alle ricerche sull’hiphop compiute negli ultimi trent’anni nell'ambito di più discipline tra cui la filosofia, la pedagogia, la storia dell’arte, l’economia e la sociologia. Uno spazio particolare è dedicato agli studi linguistici sul rap italiano, distinti in tre filoni caratterizzati da una diversa prospettiva di analisi: il rap come varietà linguistica e il rap come discorso. Gli studi sul rap come varietà si concentrano sulle influenze linguistiche di varietà globali, locali, scritte, orali e diafasiche, quelli focalizzati sul rap come codice analizzano invece le scelte linguistiche dei testi come espressioni di identità. Infine gli studi sul rap come genere mettono a confronto tipologie testuali e tipologie discorsive. Il terzo capitolo (Progettazione del corpus) illustra il metodo impiegato per la raccolta e la selezione dei testi, che si basa sui network e sulle piattaforme digitali con riconoscimento nella cultura hiphop italiana. Il riferimento presente negli articoli, nei commenti, nelle interviste e nelle recensioni di network e piattaforme digitali a “artisti riconosciuti nella scena”, “recensioni positive di album o canzoni singole”, “stile stimolante” e “influenza sulla scena rap italiana” ha portato a una selezione di 1000 canzoni rap, datate tra il 2008 e il 2017. Il quarto capitolo (Caratteristiche lessicali e stilistiche) presenta l'analisi di caratteristiche lessicali, di strutture ritmiche e metriche, di figure retoriche e di aspetti testuali che hanno particolare rilievo nel corpus. Dopo una prima riflessione sulla “Frequenza lessicale” nel primo paragrafo viene analizzata la ricorrenza di determinate parole e singoli fenomeni lessicali. Il secondo paragrafo “Struttura ritmica e metrica” affronta poi il tema del cosiddetto flow, che consiste nell'elaborazione delle rime verso schemi complessi e nella loro accentuazione/non-accentuazione a tempo (on-beat vs. off-beat) come mezzo stilistico. Nel paragrafo “Aspetti retorici” viene evidenziato, tramite diversi esempi, l'uso di alcune tendenze stilistiche (addizione, omissione, trasposizione, sostituzione) e forme retoriche tramandante oralmente come il Signifyin(g), caratteristica cruciale dell’African American Vernacular English. Nel paragrafo “Tipologia dei testi” si illustrano alcune modalità discorsive dei testi rap (self-referential speech, listener-directed speech, boasting, dissing, localizing e representing), presenti nelle canzoni del corpus. Nel quinto capitolo viene affrontata la relazione tra aspetti linguistici globali e locali (Un linguaggio “glocale”? – «Quello che siamo è solo spazio, parole»), in cui è adottata la prospettiva del rap e delle varietà linguistiche nei paragrafi “HipHop Speech Community”, “Artistic Code-Mixing – Repertorio di una comunità linguistica hip hop italiano?” e “Oralità e scrittura”. Il mistilinguismo e il code-switching tra dialetti, altri sistemi linguistici e diverse varietà dell’italiano sono degli strumenti fondamentali e distintivi per la struttura dei testi rap italiani e possiedono sia caratteristiche espressive, sia identitarie. Partendo dalla composizione scritta dei testi vengono aggiunti appositamente tipici elementi dell’oralità per dare un’impostazione spontanea, discorsiva e dialogica alla canzone. Questa relazione tra scrittura e oralità si può trovare anche nella tradizione della canzone popolare italiana. Nel sesto e ultimo capitolo del lavoro (Resistance Vernacular – «Ma io penso diverso, ostinato e contrario») vengono esaminati i ricorrenti elementi linguistici che nei testi svolgono una funzione di critica e autocritica, provocazione, espressione identitaria e che permettono di riconoscere i testi delle canzoni rap come parte del genere comunicativo della resistance vernacular. Inoltre vengono analizzati tratti discorsivi e dialogici dei testi studiati e il coinvolgimento del destinatario, variabile a seconda dell’uso e della frequenza di questi tratti. Il primo paragrafo, “Formazione del contesto”, prende in esame sia forme deittiche sia riferimenti intra-testuali e extra-testuali, i quali sono elementi chiave per la comprensione del contesto da parte del destinatario. Nel paragrafo “Dialogicità” sono analizzati gli elementi che marcano un carattere interazionale, come allocuzioni ai destinatari e segnali discorsivi con funzioni interazionali. Nell'ultimo paragrafo, infine, viene descritta il Resistance Vernacular come genere comunicativo del rap italiano. Vengono analizzate quindi le strategie verbali usate per contrastare e contraddire, attraverso la presa di distanza da riflessioni ironiche, esempi provocatori di confronto verbale, suggerimenti di circostanza e per mezzo anche dell’ esplicitazione di possibili identificazioni. Il lavoro fornisce dunque un ampio panorama della produzione di testi rap in Italia nell'ultimo decennio che si inseriscono nell'ambito di due note tradizioni narrative, una locale (la canzone popolare italiana) e l'altra non locale (l'Afro American Vernacular English). L’analisi condotta su un corpus testuale selezionato ed esaminato secondo criteri quantitativi e qualitativi si concentra su aspetti semantici, pragmatici, testuali e infine sull'impiego di diverse varietà linguistiche, che diventano veicolo fondamentale per l'espressione identitaria sia di autori sia di destinatari. Vengono analizzati perciò i principali tratti distintivi che caratterizzano il neo-plurilinguismo, che è forma performativa e comunicativa di un Resistance Vernacular.
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Delli, Flavia. "Dalla gestione cartacea dei testi a quella digitale: lo stato dell'arte e possibili miglioramenti." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8954/.

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Abstract:
Questa tesi tratta la gestione dei formati digitali dei testi, parziale argomento del progetto Biblio dell'università di Bologna. L'analisi proposta in questa tesi prevede la proposta di un'architettura che sfrutta in parte tecnologie già esistenti come linguaggi di markup, gestione di frammenti di testo con XPointer e epubcfi, tools per NLP, TEI, DocBook. Questa architettura ha il compito di modificare i formati digitali dei documenti in modo tale che la struttura sia indipendente dall'impaginazione. Ciò avviene attraverso l'introduzione delle unità informative, ossia nuovi elementi nella struttura del testo. Le unità informative sono di vari tipi, quelle più rilevanti ed innovative riguardano parti di testo e periodi; esse, infatti, permettono di identificare un preciso periodo dall'opera senza che esso dipenda dal tipo di impaginazione. Per ottenere questo risultato sono state sollevate tre problematiche principali: la gestione delle opere già esistenti, la gestione delle traduzioni, la gestione di opere inedite; esse vengono rispettivamente risolte nelle proposte dei postprocessor, del translationSystem e dell'authorSystem. Tutte e tre si basano sulla produzione di un'enumerazione delle unità informative, con una particolare attenzione per i periodi. Per riuscire a reperire i periodi si sfruttano le tecnologie di riconoscimento NLP. Il translationSystem e l'authorSystem presentano inoltre funzioni per la gestione della numerazione. Inoltre si prende in considerazione un repository e un sistema di autenticazione certificato per combattere furti d'identità, plagi e simili. Comprende accenni al recupero di unità informative sulla base di FRBR e una proposta per un sistema multiautore.
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Cecchinato, Giovanna <1983&gt. "Il ruolo della semplificazione nella comprensione scritta per studenti con Bisogni Linguistici Specifici. Studio di caso su alunna con disturbo specifico della comprensione del testo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15036.

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Abstract:
L’elaborato tratta il processo di comprensione e la conseguente semplificazione di testi in favore di alunni con bisogni linguistici specifici. Partendo dai processi coinvolti nella comprensione, si arriva a delineare le strategie per rendere accessibile un testo, passando attraverso la descrizione dei bisogni educativi speciali (BES). Nello specifico verrà preso in esame il disturbo specifico della comprensione del testo (DCT), inserito in un contesto di bisogni linguistici specifici (BiLS). Per capire quali strategie possano favorire la comprensione di un testo in alunni con BiLS, nell’elaborato viene proposto uno studio di caso su alunna con DCT, alla quale, dopo averne delineato il profilo glottomatetico funzionale, sono state somministrate tre comprensioni: standard, semplificata, semplificata con mediazione dell’insegnante. In questo modo è stata verificata l’importanza del lavoro di progettazione precedente alla somministrazione del testo e le conseguenti strategie scelte per la semplificazione testuale e la mediazione da parte dell’insegnante.
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SPIGNOLI, TERESA. "La lettera e il testo." Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/2158/628707.

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Abstract:
La tesi si compone di due volumi: Epistolari in Italia e in Europa e Il carteggio Bigongiari-Ungaretti, nel primo dei quali viene proposto uno studio teorico e storico delle forme della scrittura epistolare tra diversi ambiti geografici (Italia, Francia e Spagna), mentre nel secondo è proposta la pubblicazione del carteggio intercorso tra Piero Bigongiari e Giuseppe Ungaretti.
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PERIA, LIANA. "Apprendere con l'iPad. Una ricerca sulle applicazioni didattiche del tablet nella scuola primaria." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/982200.

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Abstract:
La tesi presenta e discute i risultati di una ricerca educativa centrata sul tablet-based learning che ha previsto il coinvolgimento diretto degli allievi di una classe della scuola primaria nello sviluppo di un’applicazione web per supportare il processo di scrittura del testo. Lo studio, a partire dai trend di penetrazione delle ICT che nella società di oggi si esplicano in un largo uso di tecnologia mobile e di applicazioni, ha inteso problematizzare le spinte tecnocentriche che tendono a risolvere l’innovazione della scuola tramite la semplice introduzione di tecnologia all’avanguardia, e ha esplorato le potenzialità di una progettazione partecipata condotta secondo le linee metodologiche della Design-Based Research attraverso tre ampie fasi di lavoro: Analisi-Esplorazione, Progettazione-Costruzione e Valutazione-Riflessione. *This thesis presents and discusses the results of an educational design research centered on tablet-based learning, which involved the students of one class of primary school in the development of a web application for writing texts. This study - starting from the trend of ICT penetration which in today’s society are expressed in a wide use of mobile technology and applications - problematizes the pressures of techno-centrism, which tends to trivially solve the challenge of school innovation through the massive introduction of cutting-edge technologies. In particular, this study investigates the potentiality of a participatory design conducted according to the methodological approach of Design-Based Research during three large phases of work: Analysis-Exploration, Design-Construction and Evaluation-Reflection.
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VALENTE, LAURA. "GREGORIO NAZIANZENO Eij" ejpiskovpou" [carm. II,1,13. II,1,10] Introduzione, testo critico, commento e appendici." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251619.

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Abstract:
Invitato a Costantinopoli da una delegazione nicena, che ne chiedeva l’intervento a sostegno della comunità ortodossa locale, Gregorio di Nazianzo accantonò il desiderio di dedicarsi alla vita contemplativa e si recò nella Neja ÔRwvmh: non poteva certo immaginare che negli anni trascorsi nella capitale (dagli inizi del 379 al luglio del 381) avrebbe conosciuto, a distanza di breve tempo, l’apice e il fallimento della sua attività politico-ecclestiastica. Alla guida di un piccolo gruppo di fedeli, radunati in una sala udienze privata ribattezzata Anastasia, Gregorio esercitò con impegno i suoi doveri pastorali, spendendosi soprattutto nella lotta dottrinale contro l’eresia ariana. L’elezione come vescovo della città, avvenuta per volere dell’imperatore Teodosio, rappresentò il riconoscimento dei meriti del Cappadoce nella restaurazione e nel consolidamento dell’ortodossia nicena, ma, allo stesso tempo, aprì la strada a una stagione tutt’altro che scevra di asprezze, destinata a lasciare amari ricordi nel cuore dell’autore. Chiamato a presiedere il concilio episcopale del 381, indetto con l’obiettivo di risolvere lo scisma antiocheno e condannare le eresie del tempo, il Nazianzeno sperimentò sulla propria i conflitti interni ed i giochi di potere cui si era ridotto l’episcopato. Alla malattia, che debilitò il fisico dell’autore e ne ostacolò la partecipazione a svariate attività pubbliche, si aggiunse l’ostilità dei colleghi, in particolare di alcuni vescovi egiziani, che contestarono la legittimità della sua elezione sul seggio di Costantinopoli, in quanto già vescovo nella sede di Sasima. Stanco e malato, amareggiato dai continui scontri e dall’ennesimo attacco subito dagli avversari, Gregorio decise di farsi da parte e, rassegnate le dimissioni dalla cattedra episcopale, lasciò Costantinopoli, senza neppure aspettare la conclusione del sinodo. Nella natia Cappadocia, lontano fisicamente dal clima tumultuoso e dai dispiaceri della capitale, ma turbato dalle calunnie e dalle ingiustizie subite da coloro che riteneva amici, il Nazianzeno sfogò le proprie delusioni nella scrittura poetica. All’esperienza costantinopolitana e in particolare al contesto delle dimissioni dalla cattedra vescovile fanno riferimento i carmi oggetto di questa tesi di dottorato: II,1,10 (Ai sacerdoti di Costantinopoli e alla città stessa) e II,1,13 (Ai vescovi), rispettivamente di 18 distici elegiaci e 217 esametri. In essi si intrecciano più suggestioni: la meditazione e il riecheggiamento interiore degli eventi che hanno coinvolto l’autore, la difesa del suo operato, ma soprattutto la violenta invettiva contro i vescovi, scaturita non solo dal risentimento per le vicende personali, ma dallo sdegno dell’autore per la corruzione morale e l’impreparazione della gerarchia ecclesiastica. La tesi di dottorato si apre con una bibliografia ricca e aggiornata degli studi concernenti il Cappadoce; in essa sono indicati i diversi contributi, cui si fa riferimento nel mio lavoro. Segue un’ampia introduzione che presenta i carmi sotto molteplici aspetti. Dal momento che l’invettiva contro i vescovi costituisce l’argomento principale di entrambi i componimenti, ho approfondito innanzitutto questo aspetto, ripercorrendone le testimonianze nell’esperienza biografica e nell’opera letteraria dell’autore: da quanto emerso, la polemica contro la gerarchia ecclesiastica raggiunge certamente il suo apice negli eventi costantinopolitani, ma non va ad essi circoscritta, dal momento che se ne ha traccia anche negli scritti gregoriani riconducibili ai primi anni del sacerdozio e al periodo successivo al ritorno a Nazianzo. Si è cercato poi di stabilire la data di composizione dei carmi in analisi, che, dati i contenuti, furono sicuramente scritti dall’autore nel periodo di ritorno in patria, fase in cui gli studiosi collocano buona parte della produzione poetica del Cappadoce. Più precisamente ho individuato il terminus post quem nel luglio del 381, mese in cui la cattedra costantinopolitana lasciata vacante dal Nazianzeno fu affidata a Nettario: in entrambi i testi, infatti, si fa riferimento a questo personaggio, sebbene non sia menzionato esplicitamente. Segue un’analisi dettagliata della struttura compositiva e delle tematiche dei carmi, nella quale si mostra come, pur nella loro diversità, le due poesie presentino moltissime consonanze e parallelismi a livello strutturale, in particolare nella parte incipitaria, in cui si registra la condivisione dello stesso verso iniziale, e nella sezione conclusiva. Sempre nell’introduzione è affrontato lo studio della tradizione manoscritta e dei rapporti tra i codici: i carmi in oggetto risultano attestati in 34 manoscritti (di cui 17 fondamentali per la costituzione del testo) databili dall’XI al XVI secolo e riconducibili alle raccolte antiche Σ e Δ, nei quali sono traditi sempre uno di seguito all’altro: nello specifico II,1,13 precede immediatamente II,1,10. La parte centrale della tesi è costituita dal testo critico di ciascun carme, seguito da traduzione e commento. La tesi costituisce il primo lavoro di questo tipo per il carme II,1,13; II,1,10 è stato invece oggetto di studio di due recenti edizioni: quella dei primi undici poemata de seipso del Nazianzeno curata da Tuilier - Bady - Bernardi per LesBL ed edita nel 2004 e un’edizione commentata di Simelidis, pubblicata nel 2009. Suddetti lavori non hanno rappresentato un ostacolo al progetto. Nessuno di essi infatti ha previsto lo studio simultaneo dei due testi poetici, che, a mio giudizio, non possono essere compresi a fondo se svincolati l’uno dall’altro; non sono risultati immuni da pecche sotto il profilo della critica testuale; il commento è assente nell’edizione francese, scarno e non sempre condivisibile in quella del Simelidis. La tesi è infine corredata da tre appendici che permettono di seguire la fortuna dei componimenti poetici. La prima di esse è dedicata al Commentario di Cosma di Gerusalemme ai Carmi del Nazianzeno, collocato tra la fine del VII e inizio l’VIII secolo. Il commentario, tradito da un unico manoscritto, il Vaticanus graecus 1260 del XII secolo, ha visto la sua editio princeps nel 1839 a cura del cardinale Angelo Mai nel secondo volume del suo Spicilegium Romanum, ristampata con lievi modifiche nel volume 38 della Patrologia Graeca. Una più recente edizione è stata curata da Lozza nel 2000. Nell’opera di Cosma vengono analizzati trentaquattro versi di carme II,1,13 e due di carme II,1,10; l’ampiezza delle citazioni va da un minimo di un verso a un massimo di 5. Segue un’appendice dedicata alle parafrasi bizantine, che in alcuni manoscritti contenenti i carmi, accompagnano il testo poetico. Tali spiegazioni in prosa, composte in un momento non precisabile della trasmissione dell’opera gregoriana, sono anonime, di diverso livello letterario e da intendere come un testo in continua evoluzione, oggetto di modifiche da parte di ciascun copista. Nel caso dei testi in oggetto le parafrasi trasmesse sono tre, chiamate, sulla scia di studi precedenti, Paraphr. 1, Paraphr. 2, Paraphr. 3 e delle quali la tesi fornisce l’editio princeps. L’ultima appendice è costituita dalla traduzione latina dei carmi di Giacomo Oliva da Cremona, redatta nella seconda metà del XVI secolo per incarico del Cardinal Guglielmo Sirleto e testimonianza del grande interesse per il Cappadoce in questo periodo storico. Il lavoro dell’Oliva, rimasta inedito per la morte del committente e probabilmente anche per il suo scarso valore letterario, è trasmesso da due manoscritti autografi, il Vaticanus Barberinianus lat. 636 (B) e il Vaticanus lat. 6170 (V) e trova nella tesi la sua editio princeps.
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Brunetti, Umberto. "LO SPLENDIDO VIOLINO VERDE DI A. M. RIPELLINO Saggio di commento." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251617.

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Abstract:
Il lavoro di tesi consiste nel primo commento scientifico a 44 liriche scelte dello Splendido violino verde, la quinta raccolta poetica di Angelo Maria Ripellino (1923-1978), pubblicata nel 1976. L’apparato esegetico di ciascuna poesia è suddiviso in un cappello introduttivo, in cui, accanto all’analisi tematica, sono sciolti i riferimenti eruditi, storici e biografici ed è fornito il prospetto metrico, e nelle note esplicative in calce al testo, riservate all’analisi puntale degli aspetti retorici e linguistici e alla creazione di un tessuto di rimandi intertestuali ed extratestuali. Di particolare interesse ai fini del lavoro è stata l’analisi, mai effettuata prima, della agende manoscritte dell’autore, conservate nel fondo ripelliniano dell’Archivio del Novecento dell’Università La Sapienza di Roma. Queste hanno permesso di indirizzare lo studio sul versante della critica genetica, poiché contengono appunti di liriche e stralci di versi che costituiscono gli unici avantesti superstiti della raccolta. La loro consultazione ha, inoltre, svelato in molti casi l’origine e la natura di alcuni riferimenti culti celati nelle poesie, confermando il profondo legame tra la scrittura poetica e quella saggistica e critica dell’autore. Ampio spazio è stato quindi dedicato all’intertestualità e alla ricerca delle numerose e variegate fonti, che spaziano dalla letteratura italiana medievale, moderna e contemporanea alle letterature straniere. Spicca inoltre la presenza di fonti relative ad altre arti (teatro, cinema, pittura e musica) che rendono particolarmente densa la scrittura lirica ripelliniana. Nel saggio introduttivo si è tentato di raccogliere i risultati dell’analisi puntuale dei testi, facendo emergere le costanti tematiche e stilistiche, con particolare riguardo per la facies linguistica della raccolta, caratterizzata da molteplici prestiti lessicali dalla tradizione letteraria, fusi insieme a lessico tecnico, termini quotidiani e numerosi vocaboli stranieri col raggiungimento di uno stridente espressionismo.
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Books on the topic "Scrittura del testo"

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Alla ricerca del testo perduto: Il libro, la lettura e la scrittura in Italo Calvino : Se una notte d'inverno un viaggiatore. Milano: Mimesis, 2012.

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Doni, Manuela, ed. Strumenti e strategie della comunicazione scritta in Europa fra Medioevo ed Età Moderna. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-612-5.

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Abstract:
Il tema della comunicazione scritta che attraversa i saggi storici qui raccolti, non riguarda lo studio del mezzo e della sua storia, bensì i metodi applicati alla realizzazione di scritture o iniziative editoriali per il conseguimento di obiettivi specifici sotto tale profilo. Scrittura ed editoria sono i due poli intorno ai quali ruotano i vari contributi, il cui taglio risponde alle linee di un progetto teso a sondare l’intenzione sottesa all’operato di autori ed editori impegnati nel trasmettere non tanto o non soltanto notizie, ma soprattutto contenuti: dal campo religioso a quello culturale, letterario, scientifico, politico, oppure della propaganda. Si tratta qui di provare a leggere la Storia europea attraverso una lente che assecondi le tendenze del mondo contemporaneo nel riflettere opinioni, strategie e modalità comunicative maturate in epoche diverse, in modo da suscitare interesse intorno ad aspetti di passate realtà, rivelatori di nuovi processi storici.
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Rugginini, Daniela. Dal testo al testo: Guida alla scrittura nel biennio. Firenze: La Nuova Italia, 1994.

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Giannone, A. Lucio. Le scritture del testo: Salentini e non. Lecce: Milella, 2003.

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Scavetta, Domenico. Le metamorfosi della scrittura: Dal testo all'ipertesto. Scandicci, Firenze: La Nuova Italia, 1992.

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Ciaravolo, Massimo, Sara Caleddu, Andrea Meregalli, and Camilla Storskog, eds. Forme di narrazione autobiografica nelle letterature scandinave. Forms of Autobiographical Narration in Scandinavian Literature. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-804-0.

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Abstract:
Le istanze autobiografiche sono un tratto caratteristico delle letterature scandinave a partire dai grandi autori del passato. Oggi, dopo le sperimentazioni moderniste della costruzione dell’io, si affermano opere narrative e poetiche che mettono in discussione il confine tra verità autobiografica e finzione, stimolando ulteriormente il dibattito sull’autobiografia che nel Nord Europa si sviluppa dagli anni Ottanta del Novecento ed è vivace, innovativo e articolato. I 24 autori del volume – studiosi italiani e scandinavi attivi in Italia o all’estero, ricercatori e scrittori scandinavi interessati all’Italia – illustrano la pluralità e gli usi delle scritture autobiografiche dal Cinquecento a oggi, illuminano zone di un territorio vasto, indagano testi poco studiati o tornano a interrogare i classici.
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Legoprint, ed. Dal testo alla storia dalla storia al testo: Letteratura italiana con pagine di scrittori stranieri : analisi dei testi, critica. Torino: Paravia, 1993.

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Dessì, Giuseppe. Per le riviste di Vecchietti negli anni ’30-’40. Edited by Francesca Bartolini. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-398-8.

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Abstract:
Ripercorrere la collaborazione di Dessí alle riviste «L’Orto», «Primato» e «Cronache» dirette da Giorgio Vecchietti, tra racconti, saggi e recensioni in gran parte inediti, significa approfondire il percorso di formazione dello scrittore scavando nella laboratorio creativo dei suoi esordi. I 36 testi raccolti e commentati da Francesca Bartolini permettono di analizzare predilezioni tematiche e stilistiche poi sviluppate e approfondite nella produzione successiva. Al tempo stesso consentono di indagare il costituirsi, durante gli anni della dittatura fascista, di una coscienza intellettuale impegnata in un antifascismo di fronda tipico di molti scrittori di quella generazione. Intessendo il discorso critico con la lettura dell’epistolario si dà nota dei complessi rapporti che legarono Dessí alle tre redazioni, a testimonianza della passione di un giovane artista desideroso di seguire la propria inclinazione, ma anche cosciente della difficoltà di preservare la propria libertà e identità nelle limitazioni del regime.
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Accorsi, Maria Grazia. Scena e lettura: Problemi di scrittura e recitazione dei testi teatrali. Modena: Mucchi, 2002.

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Scena e lettura: Problemi di scrittura e recitazione dei testi teatrali. Modena: Mucchi, 2002.

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Book chapters on the topic "Scrittura del testo"

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Gribaudo, Greta. "Il filo d’inchiostro della scrittura e della mappa. La stilizzazione riduttiva, il grafismo lineare e l’indagine planare della città nella scrittura ecfrastica di Italo Calvino." In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 415–39. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.23.

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Abstract:
Per Italo Calvino un testo è come un disegno, una mappa del reale: una rappresentazione mimetica ma sintetica del mondo in grado di ridurne la complessità e di fornirne una visione d’insieme per potervisi orientare. In un percorso attraverso le pagine ecfrastiche dello scrittore si analizzeranno le qualità condivise dalla scrittura e dalla mappa finalizzate a rendere le cose visibili: grafismo lineare e stilizzazione riduttiva.
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Mura, Maria Luisa. "Giuseppe Dessì, Villacidro e la Sardegna: coordinate, possibilità e prospettive di una cartografia letteraria." In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 183–206. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.11.

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Abstract:
Il presente contributo intende interrogare la cartografibilità e la carticità della letteratura di Giuseppe Dessì (1909-1977), in prospettiva geocritica e patrimoniale. Due sono i quesiti sostanziali entro cui la riflessione si orienta: quanto un approccio cartografico alla narrativa dessiana si avvera necessario alla comprensione dei suoi paesaggi letterari (una cartografia cognitiva); in che misura uno studio sul grado di carticità della sua scrittura appare rivelatorio nella messa in atto di percorsi di costruzione e riappropriazione memoriale dei territori entro cui il testo si struttura (una cartografia patrimoniale). Tali quesiti appaiono determinanti nella comprensione della sua Sardegna letteraria.
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Bardelli, Laura. "Geografia dello scontento vista mare: Landolfi e Bianciardi in Liguria." In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 163–81. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.10.

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Abstract:
Liguria, anni Sessanta: Landolfi e Bianciardi vivono entrambi in Riviera. Distanti per estrazione, formazione e temperamento, hanno allo stesso tempo molto in comune: sono traduttori, intrappolati nelle rispettive famiglie, dipendenti dal gioco o dall’alcool. L’intervento confronta alcuni testi dei due scrittori per rintracciare la via percorsa per dare voce al loro scontento.
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Roccati, Alessandro. "La Scrittura testuale nell’Egitto del II Millennio A.C. e la datazione dei testi." In "Parcourir l'éternité". Hommages à Jean Yoyotte, 939–46. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.behe-eb.4.00461.

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Gambacorti, Irene. "Il Dante degli scapigliati, tra ricerca stilistica e paradigma esistenziale." In L'illustre volgare, 111–29. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.07.

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Abstract:
Il saggio esamina la ricezione dell’opera di Dante da parte dagli scrittori dell’area scapigliata, analizzando in particolare testi, in versi e in prosa, di Emilio Praga, Carlo Dossi e Arrigo Boito, per mostrare in che modo la figura del Poeta divenga da un lato esempio e stimolo per la loro inquieta ricerca artistica, dall’altro figura di riferimento di valore etico ed esistenziale.
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Cavallo, Guglielmo. "I fondamenti materiali della trasmissione dei testi patristici nella tarda antichità: libri, scritture, contesti." In Instrumenta Patristica et Mediaevalia, 51–73. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.ipm-eb.1.101075.

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"Le vicissitudini del testo." In La conquista della scrittura, 19–32. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv19qmcfs.5.

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Oliva, Gaetano, and Serena Pilotto. "Analisi del testo teatrale." In La scrittura teatrale nel Novecento, 200–215. Editore XY.IT, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.xy.3790.

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Guccini, Gerardo. "Le poetiche del 'teatro narrazione' fra 'scrittura oralizzante' e oralità-che-si-fa-testo." In Orality and Literacy in Modern Italian Culture, 32–49. Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781351196031-4.

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Kobylska, Dominika. "Globalizacja okiem Alda Novego — o włoskości w postmodernistycznym świecie." In Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.05.

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Aldo Nove ha debuttato nel campo della narrativa italiana nel 1996 con la raccolta dei racconti Woobinda e con Il mondo dell’amore nell’antologia di Daniele Brolli intitolata Gioventu Cannibale. Grazie a questi testi č diventato conosciuto sulla penisola appenninica, insieme ad altri scrittori di quel periodo, che la critica annoverava tra i rappresentanti del nuovo genere letterario “pulp”. In questo lavoro sarŕ effettuata l’analisi delle due opere dello scrittore – Anteprima mondiale del 2016 e Amore mio infinito del 2000 relativa alla sua maniera con cui denunciava il processo della globalizzazione attraverso i nomi dei prodotti presenti nella sua narrativa. Con quel suo originale approccio, l’autore italiano riesce a dimostrare dei cambiamenti nel campo di comunicazione di massa in Italia ed enfatizzare la presenza dell’italianitŕ nel mondo sempre piů dominato dai media.
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