Academic literature on the topic 'SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE'

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Journal articles on the topic "SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE"

1

Galli, Pier Francesco, and Alberto Merini. "Logica dell'interpretazione in psicoterapia (1964)." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (August 2022): 477–90. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-003006.

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Abstract:
Dopo una introduzione che inquadra storicamente questa relazione che fu tenuta nel 1964, vengono fatte alcune riflessioni sulla logica dell'interpretazione in psicoanalisi e più in generale nell'attività clinica. Tra gli aspetti che vengono discussi vi è il ruolo dell'intuizione nella clinica e quello della capacità di previsione in termini di probabilità. Viene anche accennato al rapporto tra attività clinica e ricerca in psicoterapia. (Questo testo è la trascrizione della registrazione di una relazione tenuta a braccio al Quarto corso di aggiornamento del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia - che dagli anni 1970 si chiamerà Psicoterapia e Scienze Umane - dal titolo "Problemi teorici e casi clinici", Milano, 1-4 maggio 1964; dopo la relazione è riportato il dibattito con gli interventi di Silvano Arieti, Enzo Codignola, Franco Fornari, Luigi Frighi, Pier Francesco Galli, Mario Moreno, Diego Napolitani ed Enzo Spaltro).
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2

Nuessel, Frank, and Enrico Borello. "Teorie della traduzione. Glottodidattica e scienze della comunicazione." Italica 77, no. 4 (2000): 563. http://dx.doi.org/10.2307/480290.

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3

Sárközy, Péter. "Fortuna e traduzione delle opere letterarie italiane in Ungheria." Italianistica Debreceniensis 25 (March 29, 2020): 20–35. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5552.

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Abstract:
La critica letteraria, sia in Ungheria che in Italia, ha prestato grande attenzione alla fortuna e all'irradiazione della letteratura italiana in Ungheria, basti pensare ai tredici volumi, frutto della collaborazione scientifica della Fondazione Giorgi Cini di Venezia e dell'Accademia ungherese delle scienze. L'articolo mira a offrire un'ampia panoramica del successo della letteratura italiana in Ungheria, soprattutto attraverso le traduzioni. L'articolo esamina i vari periodi storici e i movimenti letterari che hanno caratterizzato i contatti letterari tra i due paesi. Fino alla seconda metà del XVIII secolo, l'irradiazione della letteratura italiana si manifestava innanzitutto nell'adozione dei suoi modelli letterari e delle sue formule poetiche nelle opere dei maggiori autori della letteratura ungherese. Il diciannovesimo secolo vide invece la stagione della traduzione dei grandi classici della prima letteratura italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) tradotti di nuovo nel ventesimo secolo, grazie anche all'impegno degli italiani magiari. Infine, l'articolo si concentra sulla situazione attuale, descrivendo le traduzioni di autori contemporanei.
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4

Migone, Paolo. "Risposta all'intervento di Gherardo Amadei." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2010): 531–32. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-004007.

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Abstract:
L'autore risponde a un intervento di Gherardo Amadei (Psicoterapia e Scienze Umane, 2010, XLIV, 4: 526-530) a proposito dell'articolo, scritto dallo stesso Migone, "Il problema della ‘traduzione' di aspetti delle filosofie orientali nella psicoterapia occidentale" (Psicoterapia e Scienze Umane, XLIV, 1: 35-52). Alcuni degli aspetti discussi sono i seguenti: la supposta origine "orientale" di pratiche terapeutiche quali la mindfulness, la trasversalitŕ di determinati fenomeni clinici e la loro comprensione, il ruolo di "esercizi" terapeutici ripetuti, la differenza teorica e clinica tra approccio "psicodinamico" e "cognitivo-comportamentale", e cosě via.
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5

Costanza, Salvatore. "Il trattato sul sacrificio di Psellos: ieroscopia e influssi astrologici." MHNH. Revista Internacional de Investigación sobre Magia y Astrología Antiguas, no. 19 (December 22, 2019): 167–92. http://dx.doi.org/10.24310/mhnh.vi19.15412.

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Abstract:
Il trattato bizantino attribuito a Michele Psellos e pubblicato da O’ Meara (1989) è una testimonianza di notevole rilievo per il sacrificio e la ieroscopia, data la proibizione della tecnica fondata sull’esame delle viscere a partire dall’età costantiniana e la presumibile scomparsa in età bizantina. Tuttavia, l’indagine de extis è descritta nella Chronographia e nell’Historia Syntomos pselliane, in riferimento a Barda Foca e Costantino V Copronimo. Pare, quindi, opportuna un’attenta riconsiderazione e traduzione dell’opera che mostra notevoli connessioni con altre pseudo-scienze divinatorie del periodo bizantino, con l’astrologia in primo luogo, ma anche con l’omoplatomanzia, le cui predizioni tratte dall’osso della scapola di un animale rappresentano la rielaborazione medievale della splancnomanzia antica.
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6

BLANCKAERT, CLAUDE. "LA THOLOGIE NATURELLE DE LOUIS-FRANOIS JHAN (1803-1871)." Nuncius 5, no. 2 (1990): 167–204. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x00057.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Louis-Franois Jhan (1803-1871), l'editore principale dei dizionari scientifici dell'Encyclopdie thologique dell'abate Migne, divulg presso un pubblico ecclesiastico la tradizionale prova dell'esistenza di Dio tratta dallo scopo della Natura. Nel Dictionnaire d'Anthropologie (1853) egli plagi abbondantemente la traduzione francese della Natural Theology di William Paley al fine di meglio dimostrare la forza, la saggezza e la bont del Creatore . Come presentazione di un testo scientifico, egli divulg quindi l'argomento del disegno dei fisico-teologi inglesi offrendo strumenti teoretici e educativi agli apologeti cristiani. Egli attribuiva in questo modo alla rivelazione di Dio in natura una sorta di evidenza logica suscettibile di riconciliare scienza e cause finali. Nella sua lotta contro le dottrine atee , materialistiche e evoluzionistiche, egli cerc nello stesso tempo di ottenere, per un clero tradizionale e spesso riluttante, un quadro delle conoscenze contemporanee. Il presente articolo esamina le funzioni sociali e mediatrici della teologia naturale in seno alle scienze francesi negli anni 1850.
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Cellauro, Louis. "Daniele Barbaro and Vitruvius: the architectural theory of a Renaissance humanist and patron." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 293–329. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002749.

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Abstract:
DANIELE BARBARO E VITRUVIO: LA TEORIA ARCHITETTONICA DI UN UMANISTA E PATRONO DEL RINASCIMENTOL'aristocratico veneziano Daniele Barbaro (1514–70), collezionista d'arte, di libri e di strumenti matematici, fu un importante patrono delle artie delle scienze della Venezia del XVI secolo. La sua pubblicazione più imponente e significativa fu la traduzione commentata del De Architectura Libri Decem di Vitruvio. Lo scopo di questo articolo è quello di fornire un'analisi della teoria architettonica di Daniele Barbaro, cosi come emerge dai suoi commentari e di stabilire il suo rapporto con Vitruvio nel contesto del Rinascimento. Mi focalizzo sui principi teoretici rilevanti per la pratica architettonica, inclusi l'atteggiamento di Barbaro verso Vitruvio, la sua teoria del progresso dell'architettura classica, i rapporti nella sua teoria tra le retorica e l'architettura, le sue opinioni sul ruolo delle proporzioni armoniche nel disegno architettonico e sui sei concetti vitruviani del disegno architettonico. Ilprincipale contributo di Barbaro alla comprensione di Vitruvio nel Rinascimento consiste nell'enfasi posta sulla flessibilità con cui egli credeva che le regole di Vitruvio dovessero essere comprese e sull'importanza delle correzioni ottiche per il disegno architettonico nella teoria dell'autore antico.
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Cornacchia, Matteo, Gina Chianese, and Elisabetta Madriz. "Il piano di sviluppo personale: strumento-processo di orientamento e prefigurazione professionale." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (April 2021): 37–48. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11491.

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Abstract:
Nell'ambito del progetto SUPER, l'Unità di Trieste, in linea con l'obiettivo generale di "strutturare un sistema di orientamento al lavoro e tutorato", ha sviluppato e realizzato un Personal Development Plan – Piano di Sviluppo Individuale (PDP), uno strumento-processo di accompagnamento rivolto agli studenti del corso di studio in Scienze dell'educazione (L-19) per la progettazione, il monitoraggio e la valutazione dei propri percorsi di sviluppo professionale attraverso l'utilizzo in contesto di pratiche narrativo-riflessive. Il PDP si configura quale misura di accompagnamento e orientamento narrativo per gli studenti in un momento di definizione della propria identità personale e professionale secondo il paradigma dell'Emerging Adulthood; risponde altresì alla necessità di promuovere il loro successo universitario e professionale e di sostenerli nel processo di prefigurazione e costruzione di una professionalità "riflessiva".Dal punto di vista tecnico, il PDP è sostenuto dal software Mahara per consentire la realizzazione di uno strumento-processo paperless, condivisibile (con tutor di tirocinio, tutor aziendali e altri studenti), capace di supportare diverse forme di prove autentiche (filmati, foto, progetti, …) relative alla traduzione in contesto dello sviluppo di abilità e competenze chiave che caratterizzano il profilo professionale dell'educatore socio-pedagogico e che funga – altresì – anche da repository delle proprie buone pratiche professionali.
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9

Leaman, Oliver. "La "Classificazione delle scienze" di Al-Fārābī nella tradizione ebraica: Edizione critica e traduzione annotata della versione ebraica di Qalonymos ben Qalonymos ben Meʾir.Mauro Zonta." Speculum 69, no. 3 (July 1994): 925–26. http://dx.doi.org/10.2307/3040965.

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Benasso, Sebastiano, Mauro Palumbo, and Stefano Poli. "Gli indicatori tra costruzione teorica e spendibilitŕ empirica: un caso di studio." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049002.

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Abstract:
Il paper rende conto di un lavoro affidato al Dipartimento di Scienze Antropologiche dalla Regione Liguria, finalizzato alla definizione di un set di indicatori da utilizzare per la ripartizione del Fondo Sociale Regionale, che alimenta una parte consistente delle politiche sociali liguri, governate dal Piano Sociale Regionale e dai Piani di Zona. L'intervento dei ricercatori si colloca dunque all'interno di indicazioni normative e programmatorie abbastanza stringenti, anche se, come si vedrŕ, nel corso del lavoro si sono sviluppate interessante retroazioni tra esiti del lavoro tecnico scientifico e ripensamento da parte del decisore dei criteri adottati (o della loro traduzione pratica), alla luce dei risultati ottenuti operativizzando dei criteri predefiniti. Si tratta di casi posti anche di recente sotto osservazione dalla letteratura italiana sugli indicatori (Parra Saiani, 2009; Bezzi, Cannavň e Palumbo, a cura di, 2010), che peraltro sono stati sempre caratterizzati da una feconda commistione tra impiego descrittivo-interpretativo e funzione pratica. In casi come questo č abituale per il sociologo l'applicazione dell'approccio lazarsfeldiano (Lazarsfeld, 1965), quindi l'individuazione delle dimensioni principali di un concetto e la successiva costruzione di variabili (indicatori) che permettano di rilevare tali dimensioni. Il lavoro presentato ha mantenuto un certo grado di continuitŕ con il paradigma lazarsfeldiano, pur aprendo ad una serie di riflessioni critiche al riguardo. Emerge in particolare la continua retroazione tra indicatori, dimensioni e concetti indicati, che nel caso del loro impiego valutativo produce anche una maggiore consapevolezza delle implicazioni pratiche delle scelte adottate, sia sul piano metodologico che su quello politico. In questo modo si ottiene un risultato che produce innovazioni ed empowerment sia sulle modalitŕ classiche di lavoro del ricercatore sociale, sia sui processi decisionali interessati.
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Dissertations / Theses on the topic "SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE"

1

Peruzzo, Katia. "Terminological Equivalence and Variation in the EU Multi-level Jurisdiction: A Case Study on Victims of Crime." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8592.

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Abstract:
2011/2012
Il progetto di ricerca ha lo scopo di analizzare la terminologia giuridica in lingua inglese e italiana relativa alla figura della vittima di reato e radicata nello spazio giuridico europeo, caratterizzato dalla coesistenza dell’ordinamento giuridico sovranazionale dell’Unione europea (UE) e degli ordinamenti giuridici nazionali del Regno Unito e dell’Italia. Secondo l’ipotesi principale alla base del progetto, il linguaggio giuridico è intrinsecamente caratterizzato da un certo grado di dinamismo terminologico, che si esprime sia a livello linguistico, con una serie di termini utilizzati per riferirsi a uno stesso concetto, sia a livello concettuale, dove si riflettono le diverse concettualizzazioni della stessa area del diritto. Poiché la terminologia giuridica analizzata nella presente tesi si colloca in uno spazio giuridico che vede il sovrapporsi di vari ordinamenti, si presume che detto dinamismo si manifesti in due diversi contesti linguistici. Nel primo contesto, che è di tipo intralinguistico, viene presa in considerazione la terminologia utilizzata nelle varianti nazionale e sovranazionale della stessa lingua, mentre nel secondo contesto, di tipo interlinguistico, la terminologia è esaminata da una prospettiva multilingue. Al fine di verificare la veridicità di tale ipotesi, è stata sviluppata una metodologia per l’analisi della terminologia giuridica in cui la distinzione tra genotipi e fenotipi introdotta da Sacco (1991) si unisce ai principi metodologici proposti da Cabré (1999a) per il lavoro terminografico. Per poter applicare detta metodologia è stato necessario costruire un corpus bilingue di testi dell’Unione europea e una collezione di testi di origine nazionale, entrambi incentrati sulla figura della vittima di reato. L’analisi della terminologia estratta ha rivelato che, nel primo contesto linguistico, il dinamismo intralinguistico si riflette nella variazione terminologica, che può interessare sia la sfera linguistica della terminologia (variazione denominativa) sia la sfera concettuale (variazione concettuale). La variazione denominativa consiste nell’esistenza di più unità terminologiche per designare uno stesso concetto, che però non comporta modifiche sostanziali nei relativi fenotipi. Nel caso della variazione concettuale, invece, è possibile riscontrare un certo anisomorfismo nei fenotipi. In entrambi i casi, tuttavia, tutti i termini interessati dal fenomeno della variazione terminologica mantengono la relazione con uno stesso genotipo. Si è proposta una classificazione della variazione denominativa prendendo in considerazione quattro variabili, ossia il livello di specializzazione, il periodo temporale, l’ordinamento giuridico e la valenza giuridica. Visto l’approccio metodologico adottato nel presente progetto di ricerca, in cui la terminologia giuridica dell’Unione europea è presa come punto di partenza ai fini dell’analisi terminologica e della strutturazione preliminare del sistema concettuale relativo al dominio, la variazione concettuale è stata riscontrata con minor frequenza rispetto alla variazione denominativa. Nell’analisi del secondo tipo di variazione terminologica, ossia della variazione concettuale, è stata presa in considerazione un’unica variabile, ovvero l’ordinamento giuridico. In base a tale variabile, la variazione concettuale è stata classificata come intra-sistemica, qualora sia riscontrata nell’ambito dello stesso ordinamento giuridico, ed inter-sistemica, qualora l’ordinamento sovranazionale e quello nazionale elaborino due fenotipi concettualmente diversi che, a prescindere dalle divergenze concettuali, possono essere ricondotti allo stesso genotipo. Nel secondo contesto linguistico, ovvero quello multilingue, la terminologia giuridica si è dimostrata caratterizzata da diversi gradi di equivalenza interlinguistica. Essendo la terminologia esaminata radicata in tre sistemi giuridici diversi, sono stati individuati due diversi tipi di equivalenza terminologica, ossia l’equivalenza intra- e inter-sistemica, e tre diversi gradi di equivalenza terminologica, ovvero l’equivalenza assoluta, l’equivalenza relativa e la non equivalenza. Altro scopo della presente tesi era quello di registrare le informazioni terminologiche raccolte in una base di conoscenza terminologica orientata alla traduzione giuridica. Giacché la terminologia esaminata è caratterizzata da un alto tasso di dipendenza dall’ordinamento giuridico a cui fa riferimento, la base di conoscenza terminologica MuLex è stata concepita specificamente come ausilio alla traduzione giuridica. MuLex ha quindi lo scopo di esplicitare le differenze riscontrate tra i sistemi giuridici esaminati e spiegare le peculiarità dell’uso di tale terminologia giuridica agli utenti finali. Al fine di ottimizzare la rappresentazione della conoscenza soggiacente la terminologia giuridica, le schede terminografiche in MuLex sono dotate di uno strumento di visualizzazione che consente la rappresentazione grafica delle strutture relazionali concettuali che raffigurano i concetti analizzati registrati nella base di conoscenza stessa.
The research project aims at studying the English and Italian legal terminology related to the area of law of victims of crime and embedded in the multi-level jurisdiction provided by the supranational legal system of the European Union (EU), on the one hand, and the British and Italian national legal systems, on the other. The main hypothesis is that legal language is inherently characterised by terminological dynamism, which emerges both at the linguistic level – with different terms used to refer to individual legal concepts – and at the conceptual level, where different conceptualisations of the same legal domain are reflected. Since the bilingual legal terminology that has been examined occurs within a judicial space in which several legal systems are interconnected, such dynamism is expected to manifest itself in two different linguistic settings. In the first, the terminology in a national and an EU variety of the same language is taken into consideration, while in the second setting, terminology is studied from a multilingual perspective. In order to verify the main hypothesis, a methodological framework has been set out, on the basis of both the methodological premises for terminological analysis proposed by Cabré (1999a) and the distinction between genotypes and phenotypes introduced by Sacco (1991). Such a methodology required the compilation of a bilingual corpus of EU legal texts and a collection of national legal texts focusing on the figure of the victim of crime. The examination of the terminology extracted has shown that in the first linguistic setting envisaged, intralingual dynamism is reflected in terminological variation, which can affect either the linguistic layer (denominative variation) or the conceptual layer (conceptual variation) of terminology, with denominative variation consisting in the co-existence of several terminological units in which no substantial difference in the phenotypes involved is produced, while in conceptual variation anisomorphism among the phenotypes can be observed. In both cases, all the terms affected by the phenomenon of terminological variation are related to the same genotype. A classification of denominative variation has been proposed based on four variables, i.e. degree of specialisation, time span, legal system, and legal force. Due to the methodology adopted in this research project, in which the EU legal terminology has been taken as the starting point for both the terminological analysis and the preliminary conceptual structuring of the legal area of the study, conceptual variation has emerged to be less frequent than denominative variation. By taking the legal system as a variable in the analysis of conceptual variation, such variation has been subdivided into intra-systemic variation, occurring within a single legal system, and inter-systemic variation, when the supranational and the national legal systems elaborate two conceptually different phenotypes which, in spite of their conceptual anisomorphism, can be linked to the same genotype. In the second linguistic setting, where terminology is studied from a multilingual perspective, legal terminology has turned out to be characterised by different degrees of interlingual equivalence. On account of the embeddedness of the legal terminology examined in three different legal systems, different types and degrees of terminological equivalence have been identified and discussed: the types of terminological equivalence are intra-systemic and inter-systemic equivalence, while the degrees of equivalence are absolute equivalence, relative equivalence and non-equivalence. Another aim of this thesis was to record the collected terminological data in a legal translation-oriented terminological knowledge base (TKB). The terminology under discussion is characterised by a high degree of dependency on the legal system it refers to and the MuLex terminological knowledge base was specifically designed for helping the work of legal translators. This TKB aims at capturing the differences among the legal systems involved in the study and showing the peculiarities in the usage of legal terminology in such legal systems to its end users. For optimising the representation of the domain-specific knowledge implied by legal terminology, in MuLex terminographic entries integrate a tool enabling the graphic representation of the conceptual relational structures among the concepts analysed and recorded in the TKB.
XXV Ciclo
1982
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2

Valli, Paola. "Concordancing Software in Practice: An investigation of searches and translation problems across EU official languages." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8591.

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Abstract:
2011/2012
The present work reports on an empirical study aimed at investigating translation problems across multiple language pairs. In particular, the analysis is aimed at developing a methodological approach to study concordance search logs taken as manifestations of translation problems and, in a wider perspective, information needs. As search logs are a relatively unexplored data type within translation process research, a controlled environment was needed in order to carry out this exploratory analysis without incurring in additional problems caused by an excessive amount of variables. The logs were collected at the European Commission and contain a large volume of searches from English into 20 EU languages that staff translators working for the EU translation services submitted to an internally available multilingual concordancer. The study attempts to (i) identify differences in the searches (i.e. problems) based on the language pairs; and (ii) group problems into types. Furthermore, the interactions between concordance users and the tool itself have been examined to provide a translation-oriented perspective on the domain of Human-Computer Interaction. The study draws on the literature on translation problems, Information Retrieval and Web search log analysis, moving from the assumption that in the perspective of concordance searching, translation problems are best interpreted as information needs for which the concordancer is chosen as a form of external support. The structure of a concordance search is examined in all its parts and is eventually broken down into two main components: the 'Search Strategy' component and the 'Problem Unit' component. The former was further analyzed using a mainly quantitative approach, whereas the latter was addressed from a more qualitative perspective. The analysis of the Problem Unit takes into account the length of the search strings as well as their content and linguistic form, each addressed with a different methodological approach. Based on the understanding of concordance searches as manifestations of translation problems, a user- centered classification of translation-oriented information needs is developed to account for as many "problem" scenarios as possible. According to the initial expectations, different languages should experience different problems. This assumption could not be verified: the 20 different language pairs considered in this study behaved consistently on many levels and, due to the specific research environment, no definite conclusions could be reached as regards the role of the language family criterion for problem identification. The analysis of the 'Problem Unit' component has highlighted automatized support for translating Named Entities as a possible area for further research in translation technology and the development of computer-based translation support tools. Finally, the study indicates (concordance) search logs as an additional data type to be used in experiments on the translation process and for triangulation purposes, while drawing attention on the concordancer as a type of translation aid to be further fine-tuned for the needs of professional translators. ***
Il presente lavoro consiste in uno studio empirico sui problemi di traduzione che emergono quando si considerano diverse coppie di lingue e in particolare sviluppa una metodologia per analizzare i log di ricerche effettuate dai traduttori in un software di concordanza (concordancer) quali manifestazioni di problemi di traduzione che, visti in una prospettiva più ampia, si possono anche considerare dei "bisogni d'informazione" (information needs). I log di ricerca costituiscono una tipologia di dato ancora relativamente nuova e inesplorata nell'ambito delle ricerche sul processo di traduzione e pertanto è emersa la necessità di svolgere un'analisi di tipo esplorativo in un contesto controllato onde evitare le problematiche aggiuntive derivanti da un numero eccessivo di variabili. I log di ricerca sono stati raccolti presso la Commissione europea e contengono quantitativi ingenti di ricerche effettuate dai traduttori impiegati presso i servizi di traduzione dell'Unione europea in un concordancer multilingue disponibile come risorsa interna. L'analisi si propone di individuare le differenze nelle ricerche (e quindi nei problemi) a seconda della coppia di lingue selezionata e di raggruppare tali problemi in tipologie. Lo studio fornisce inoltre informazioni sulle modalità di interazione tra gli utenti e il software nell'ambito di un contesto traduttivo, contribuendo alla ricerca nel campo dell'interazione uomo-macchina (Human-Computer Interaction). Il presente studio trae spunto dalla letteratura sui problemi di traduzione, sull'estrazione d'informazioni (Information Retrieval) e sulle ricerche nel Web e si propone di considerare i problemi di traduzione associati all'impiego di uno strumento per le concordanze quali bisogni di informazione per i quali lo strumento di concordanze è stato scelto come forma di supporto esterna. Ogni singola ricerca è stata esaminata e scomposta in due elementi principali: la "strategia di ricerca" (Search Strategy) e l'"unità problematica" (Problem Unit) che vengono studiati rispettivamente usando approcci prevalentemente di tipo quantitativo e qualitativo. L'analisi dell'unità problematica prende in considerazione la lunghezza, il contenuto e la forma linguistica delle stringhe, analizzando ciascuna con una metodologia di lavoro appositamente studiata. Avendo interpretato le ricerche di concordanze quali manifestazioni di bisogni d'informazione, l'analisi prosegue con la definizione di una serie di categorie di bisogni d'informazione (o problemi) legati alla traduzione e incentrati sul singolo utente al fine di includere quanti più scenari di ricerca possibile. L'assunto iniziale in base al quale lingue diverse manifesterebbero problemi diversi non è stato verificato empiricamente in quanto le 20 coppie di lingue esaminate hanno mostrato comportamenti alquanto similari nei diversi livelli di analisi. Vista la peculiarità dei dati utilizzati e la specificità dell'Unione europea come contesto di ricerca, non è stato possibile ottenere conclusioni definitive in merito al ruolo delle famiglie linguistiche quali indicatori di problemi, rispetto ad altri criteri di classificazione. L'analisi dell'unità problematica ha evidenziato le entità denominate (Named Entities) quale possibile oggetto di futuri progetti di ricerca nell'ambito delle tecnologie della traduzione. Oltre a offrire un contributo per i futuri sviluppi nell'ambito dei supporti informatici alla traduzione, con il presente studio si è voluto altresì presentare i log delle ricerche (di concordanze) quale tipologia aggiuntiva di dati per lo studio del processo di traduzione e per la triangolazione dei risultati empirico-sperimentali, cercando anche di suggerire possibili tratti migliorativi dei software di concordanza sulla base dei bisogni di informazione riscontrati nei traduttori.
XXV Ciclo
1984
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3

Pontrandolfo, Gianluca. "La fraseologìa en las sentencias penales: un estudio contrastivo español, italiano, inglés basado en corpus." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8590.

Full text
Abstract:
2011/2012
La presente tesis doctoral abarca el complejo universo de la fraseología en su acepción más amplia, desde una perspectiva contrastiva (español-italiano-inglés), cuantitativa y cualitativa. El objetivo principal del trabajo ha sido realizar un estudio empírico sobre las unidades fraseológicas especializadas empleadas en un género judicial específico (la sentencia penal), con el propósito último de proporcionar a los traductores jurídicos que se ocupen de derecho procesal penal una herramienta multifuncional que tenga un impacto positivo sobre el proceso y el producto de traducción. En particular, esta herramienta se propone ayudar a los traductores jurídicos (o a los expertos en ese campo) a desarrollar su competencia fraseológica a través de la producción de textos “naturales”, exponiéndolos a (con)textos auténticos en los que dichas unidades fraseológicas se emplean. La compilación e interrogación de un corpus trilingüe comparable (Corpus de Sentencias Penales, COSPE) mediante programas de concordancias (sobre todo WordSmith Tools v. 5.0) ha permitido extraer y analizar las principales unidades fraseológicas. El estudio se centra en cuatro tipologías de fraseologismos que desempeñan un papel central en COSPE: locuciones prepositivas, dobletes y tripletes léxicos, colocaciones léxicas y fórmulas estereotipadas.
La presente tesi di dottorato si addentra nel complesso universo della fraseologia, nella sua accezione più ampia, da una prospettiva contrastiva (spagnolo-italiano-inglese), quantitativa e qualitativa. L’obiettivo principale del presente lavoro è stato condurre uno studio empirico sulle unità fraseologiche specializzate in uso in un tipo specifico di genere giudiziario (la sentenza penale), con lo scopo finale di offrire ai traduttori giuridici che si occupano di procedura penale uno strumento multifunzionale che abbia un impatto positivo sul processo e prodotto di traduzione. Nello specifico, tale strumento è concepito affinché possa assistere i traduttori giuridici (o esperti del settore) a sviluppare la loro competenza fraseologica finalizzata al raggiungimento di “naturalezza” nella redazione, attraverso l’esposizione a (con)testi autentici in cui tali unità fraseologiche vengono effettivamente utilizzate. Attraverso la compilazione e interrogazione di un corpus trilingue comparabile di sentenze penali (Corpus di Sentenze Penali, COSPE), si sono estratte e analizzate le principali unità fraseologiche mediante software progettati per il supporto all’analisi testuale digitalizzata (concordancers), soprattutto WordSmith Tools v 5.0. Lo studio si incentra su quattro unità fraseologiche ricorrenti in COSPE: locuzioni prepositive, coppie e triplette lessicali, collocazioni lessicali, formule standardizzate.
The present thesis deals with the complex universe of phraseology in its broader sense, from a contrastive (Spanish-Italian-English), quantitative and qualitative perspective. The main goal of the research has been performing an empirical study of specialised phraseological units in a specific type of judicial genre, i.e., criminal judgments, with the final aim of providing legal translators dealing with criminal procedure with a multifunctional tool having a positive impact on the translation process and product. More specifically, it aimed at assisting legal translators (as well as legal experts) to develop their phraseological competence, guiding them to achieve ‘naturalness’ in their texts through their exposure to real, authentic (con)texts in which these phraseological units are used. A trilingual, comparable corpus of judicial texts has been built, i.e. the Corpus of Criminal Judgments (COSPE), from which phraseologisms have been extracted and analysed by means of concordancers (mainly WordSmith Tools v 5.0). Emphasis has been placed on four key types of recurrent phraseological units in COSPE: complex prepositions, lexical doublets and triplets, lexical collocations and routine formulae.
XXV Ciclo
1984
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4

Quinci, Carla. "Translators in the Making: An Empirical Longitudinal Study on Translation Competence and its Development." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3353174.

Full text
Abstract:
A partire dalla seconda metà del XX secolo, la ricerca sulla competenza traduttiva ha conosciuto un forte sviluppo, che portato all’individuazione di abilità specifiche ai fini della traduzione. La competenza traduttiva viene generalmente concepita come un’abilità non innata (Shreve, 1997, p. 121) e distinta dalla competenza bilingue (PACTE 2002, p.44–45); quest’ultima, nella sua forma embrionale, rimane una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo di una competenza traduttiva di tipo professionale (Englund Dimitrova 2005, p. 12). Fatte salve queste premesse, la natura e la struttura della competenza traduttiva rimangono ancora da definire. Nel tentativo di individuarne le componenti, la ricerca ha prodotto un’ampia varietà di termini e concetti simili e spesso sovrapponibili. Dalla metà degli anni ’80, un significativo contributo allo studio della competenza traduttiva è giunto dalla ricerca empirica, grazie alla quale è stato possibile sviluppare e testare alcuni dei modelli e delle definizioni proposti (ad es., PACTE 2003; Göpferich 2009). Gli studi empirici sulla competenza traduttiva hanno generalmente adottato un approccio orientato al processo, ovvero volto a individuare le caratteristiche comportamentali e procedurali di traduttori più o meno esperti che potessero essere associate a determinati livelli di qualità del testo tradotto. Allo scopo di fornire un approccio complementare a quello appena citato, è stato progettato uno studio empirico volto ad indagare la traduzione principalmente come testo tradotto, ma anche, in seconda battuta, come processo. Obiettivo principale dell’analisi è osservare se traduttori con livelli di competenza ed esperienza simili producono traduzioni con caratteristiche simili e/o seguono gli stessi modelli procedurali, così da definire la competenza in base alle tendenze eventualmente emerse dall’analisi sia del testo, sia del processo traduttivo. A questo scopo, l’indagine ha monitorato per tre anni la performance traduttiva di un campione di traduttori professionisti e di studenti dei corsi di Laurea triennale e magistrale in traduzione presso l’Università di Trieste. Sono state svolte in tutto sei prove di traduzione (due per anno accademico), che consistevano nella traduzione di un testo non specialistico dall’inglese all’italiano (la lingua madre dei partecipanti), seguita dalla compilazione di un questionario sul processo traduttivo. Lo studio ha adottato un approccio sincronico e diacronico principalmente di tipo descrittivo e rivolto all’analisi lessicale e sintattica del testo tradotto e dei dati relativi ai tempi di consegna e agli aspetti procedurali analizzati attraverso le risposte al questionario. È stata inoltre svolta un’analisi qualitativa delle traduzioni basata sulla valutazione dell’accettabilità del testo tradotto e degli errori di traduzione, così da associare le tendenze individuate nell’analisi descrittiva a specifici livelli di qualità. I risultati dell’indagine hanno permesso di tracciare il profilo di tre stadi nel processo di sviluppo della competenza traduttiva (‘principiante’, ‘intermedio’ e ‘professionista’) e di sviluppare delle linee guida per docenti e studenti che possono aiutare a prevedere e prevenire errori procedurali e ad accelerare il processo di apprendimento.
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5

Quinci, Carla. "Translators in the Making: An Empirical Longitudinal Study on Translation Competence and its Development." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10986.

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Abstract:
2013/2014
ABSTRACT. In the last few decades, research on translation competence (TC) has been quite productive and fostered the conceptualisation and analysis of translation-specific skills. TC is generally assumed to be a non-innate ability (Shreve 1997, 121), which is “qualitatively different from bilingual competence” (PACTE 2002, 44–45) and, as a “basic translation ability[,] is a necessary condition, but no guarantee, for further development of a (professional) competence as a translator” (Englund Dimitrova 2005, 12). However, apart from these agreed-on assumptions, the definition and modelling of TC still remain open questions and have resulted in a wide variety of concurrent (near-synonymic) terms and conceptual frameworks aiming to identify the essential constitutive components of such competence. From the mid-1980s, empirical studies have considerably contributed to the investigation of TC and, in some cases, led to the development of empirically validated definitions and models (e.g. PACTE 2003; Göpferich 2009). However, most empirical analyses focus on the translation process, i.e. the behavioural and procedural features of (un)experienced translators, and aim to identify possible patterns which might be conductive to high (or poor) translation quality. To provide a complementary perspective to this approach, an empirical longitudinal study was designed which is mainly product-oriented but also encompasses process-related data. The aim of the study is to observe whether different levels of competence reflect on different linguistic patterns and common procedural practices, which might be used to define TC and the stages of its development. The study monitored the performances of a sample of professional translators and BA- and MA-level translation trainees, who carried out six translation tasks over a three-year period. Each translation task involved the translation of a non-specialist English source text into the participants’ L1 (i.e. Italian) as well as the compilation of a post-task questionnaire inquiring on their translation processes. The synchronic and diachronic analysis of data mainly adopted a descriptive perspective which considered both product-related data, i.e. mainly lexical and syntactical features, and the process-related data concerning delivery time and the participants’ responses to the post-task questionnaires. Moreover, the assessment of translation acceptability and errors allowed for the association of specific descriptive trends with the different levels of translation quality which have been identified. The findings led to the profiling of three different stages in the acquisition of TC (i.e. novice, intermediate, and professional translator) and to the development of training guidelines, for both translation trainers and trainees, which may help anticipating and preventing possible unsuccessful behaviours and speeding up the learning process.
RIASSUNTO. A partire dalla seconda metà del XX secolo, la ricerca sulla competenza traduttiva ha conosciuto un forte sviluppo, che portato all’individuazione di abilità specifiche ai fini della traduzione. La competenza traduttiva viene generalmente concepita come un’abilità non innata (Shreve, 1997, p. 121) e distinta dalla competenza bilingue (PACTE 2002, p.44–45); quest’ultima, nella sua forma embrionale, rimane una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo di una competenza traduttiva di tipo professionale (Englund Dimitrova 2005, p. 12). Fatte salve queste premesse, la natura e la struttura della competenza traduttiva rimangono ancora da definire. Nel tentativo di individuarne le componenti, la ricerca ha prodotto un’ampia varietà di termini e concetti simili e spesso sovrapponibili. Dalla metà degli anni ’80, un significativo contributo allo studio della competenza traduttiva è giunto dalla ricerca empirica, grazie alla quale è stato possibile sviluppare e testare alcuni dei modelli e delle definizioni proposti (ad es., PACTE 2003; Göpferich 2009). Gli studi empirici sulla competenza traduttiva hanno generalmente adottato un approccio orientato al processo, ovvero volto a individuare le caratteristiche comportamentali e procedurali di traduttori più o meno esperti che potessero essere associate a determinati livelli di qualità del testo tradotto. Allo scopo di fornire un approccio complementare a quello appena citato, è stato progettato uno studio empirico volto ad indagare la traduzione principalmente come testo tradotto, ma anche, in seconda battuta, come processo. Obiettivo principale dell’analisi è osservare se traduttori con livelli di competenza ed esperienza simili producono traduzioni con caratteristiche simili e/o seguono gli stessi modelli procedurali, così da definire la competenza in base alle tendenze eventualmente emerse dall’analisi sia del testo, sia del processo traduttivo. A questo scopo, l’indagine ha monitorato per tre anni la performance traduttiva di un campione di traduttori professionisti e di studenti dei corsi di Laurea triennale e magistrale in traduzione presso l’Università di Trieste. Sono state svolte in tutto sei prove di traduzione (due per anno accademico), che consistevano nella traduzione di un testo non specialistico dall’inglese all’italiano (la lingua madre dei partecipanti), seguita dalla compilazione di un questionario sul processo traduttivo. Lo studio ha adottato un approccio sincronico e diacronico principalmente di tipo descrittivo e rivolto all’analisi lessicale e sintattica del testo tradotto e dei dati relativi ai tempi di consegna e agli aspetti procedurali analizzati attraverso le risposte al questionario. È stata inoltre svolta un’analisi qualitativa delle traduzioni basata sulla valutazione dell’accettabilità del testo tradotto e degli errori di traduzione, così da associare le tendenze individuate nell’analisi descrittiva a specifici livelli di qualità. I risultati dell’indagine hanno permesso di tracciare il profilo di tre stadi nel processo di sviluppo della competenza traduttiva (‘principiante’, ‘intermedio’ e ‘professionista’) e di sviluppare delle linee guida per docenti e studenti che possono aiutare a prevedere e prevenire errori procedurali e ad accelerare il processo di apprendimento.
XXVII Ciclo
1985
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6

Dal, Fovo Eugenia. "SIMULTANEOUS INTERPRETATION ON TELEVISION: THE CASE OF THE QUESTION/ANSWER GROUP IN THE 2004 U.S. PRESIDENTIAL DEBATHON." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10078.

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Abstract:
2011/2012
The doctoral thesis focuses on the output of interpreters translating the 2004 U.S. presidential debathon for Italian television (DEB.04 corpus). The contrastive qualitative analysis conducted on the corpus items aimed at identifying the infotainment elements characterising presidential debates as television genre and verifying their presence in the interpreted texts (ITs) broadcast on Italian television. More specifically, the analysis focused on discourse elements operationalising conflict (Contest-like dimension) in the question/answer group in terms of DEGREE OF CONFLICTUALITY – i.e., conflict elicitation, validation and mitigation, in both the original texts (OTs) and the ITs. The doctoral thesis was conducted within the CorIT (Italian Television Interpreting Corpus) project (Straniero Sergio & Falbo 2012) of the Department of Legal, Language, Interpreting and Translation Studies (University of Trieste). The compilation, elaboration and classification of the corpus of analysis (DEB.04) aims at providing a template for the elaboration and classification of CorIT items, using DEB.04 as a training corpus to test specific dedicated softwares.
Il presente progetto di ricerca si incentra sullo studio delle interpretazioni dei dibattiti presidenziali americani del 2004 trasmessi dalla televisione italiana (DEB.04 corpus). L’analisi contrastiva di tipo qualitativo ha avuto come obiettivo principale quello di individuare le caratteristiche del genere televisivo ‘dibattito presidenziale’ che maggiormente ne definiscono l’aspetto di ‘televisione di informazione e intrattenimento’ (infotainment television) e verificarne la presenza nel testo interpretato (TI). Nello specifico ci si è proposti di individuare gli elementi discorsuali tramite i quali l’elemento di intrattenimento (conflitto, competizione) viene operativizzato nel gruppo domanda/risposta quale cardine dell’evento comunicativo, in termini di iniziazione, mantenimento e mitigazione del grado di conflittualità dello stesso, sia a livello di testo originale (OT) che a livello di TI. La tesi dottorale si inserisce nel progetto CorIT – Corpus di Interpretazione Televisiva (Straniero Sergio & Falbo 2012) del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione, e si propone altresì di fornire una base metodologica per l’elaborazione e la catalogazione degli item di CorIT, utilizzando il corpus d’analisi, DEB.04, come training corpus per i software dedicati impiegati.
XXV Ciclo
1983
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7

Brambilla, Emanuele. "THE QUEST FOR ARGUMENTATIVE EQUIVALENCE.An Interpreting-oriented Argument Analysis of Political Source Texts on the Economic Crisis." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10985.

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Abstract:
2013/2014
L’interpretazione ha spesso luogo in situazioni argomentative, vale a dire eventi comunicativi miranti alla “soluzione” di una divergenza di opinioni in merito a una specifica questione. Nel tentativo di difendere o delegittimare determinate posizioni, gli oratori fanno solitamente ricorso a tecniche argomentative che determinano la forza pragmatica del discorso. In questo senso, l’argomentazione è essenzialmente relativa, poiché dipende da convenzioni culturali, vincoli contestuali e fattori soggettivi. La relatività delle tecniche argomentative complica il compito interpretativo, soprattutto considerando che, nelle situazioni argomentative, la qualità dell’interpretazione è determinata dall’abilità dell’interprete di trasmettere lo scopo argomentativo del testo di partenza. L’equivalenza passa, cioè, per il rispetto delle convinzioni dell’oratore, senza il quale l’interpretazione è destinata a produrre un testo non equivalente all’originale a livello pragmatico. Guidato anche dall’intenzione di sopperire, seppur in misura minima, alla scarsa considerazione che le teorie dell’argomentazione godono nella ricerca in interpretazione, il presente progetto di ricerca circoscrive lo studio delle situazioni argomentative all’analisi dell’argomentazione in ambito politico, perseguendo due obiettivi principali: la definizione di una metodologia appropriata per l’analisi descrittiva dell’argomentazione nei testi di partenza e la valutazione empirica della relatività delle tecniche argomentative, mirante alla formulazione di indicazioni per l’interpretazione di discorsi politici. Lo studio si basa su un corpus comparabile multilingue denominato ARGO. Il corpus contiene trecentotredici discorsi politici sull’attuale crisi economico-finanziaria, pronunciati da Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy e François Hollande. L’analisi di ARGO è mirata all’individuazione e alla descrizione di schemi argomentativi, “ragionamenti” stereotipati che vengono spesso usati in ambito politico per legittimare o screditare determinate posizioni. Alla luce della natura relativa dell’argomentazione, la presenza di schemi argomentativi estremamente eterogenei è stata ipotizzata sin dall’inizio del progetto. I risultati dell’analisi contrastiva confermano l’ipotesi iniziale, poiché Obama, Cameron, Sarkozy e Hollande fanno ricorso a diversi schemi argomentativi che richiedono l’utilizzo di diverse strategie interpretative a seconda dell’oratore in questione, del destinatario del discorso e del contesto in cui il discorso viene pronunciato. I risultati trovano pertanto utile applicazione in ambito didattico, poiché, insieme ad ARGO, forniscono materiale e indicazioni teoriche per sensibilizzare gli studenti a concetti argomentativi pertinenti all’interpretazione nella prospettiva di un graduale sviluppo della competenza argomentativa, intesa come l’abilità di anticipare le argomentazioni degli oratori. In maniera più generale, i risultati confermano la natura relativamente prevedibile dei discorsi politici; di conseguenza, avvalorano le implicazioni positive dell’analisi argomentativa dei testi di partenza in ambito interpretativo, il cui utilizzo sistematico è destinato a fornire risultati sempre più consistenti, affidabili e utili per promuovere la ricerca dell’equivalenza argomentativa nei testi interpretati.
Interpreting activity is frequently performed in argumentative situations, i.e. communicative events whose purpose is the discursive “solution” of a conflict between different standpoints regarding one specific question. In their attempts at defending and attacking standpoints, speakers generally resort to argumentative techniques which determine the pragmatic force of speeches. In this respect, argumentation is essentially relative, as it depends on cultural conventions, contextual constraints and subjective factors. The relativity of argumentation compounds the interpreting task, as the quality of the interpreter’s performance within argumentative situations is determined by his/her ability to convey the argumentative purpose of the source text by reproducing the speaker’s convictions. Failure to do so is bound to lead to the production of pragmatically inequivalent interpreted texts. Guided also by the intention partially to cater for the marked neglect of argumentation theories in interpreting research, the present research project focuses on political argumentation and pursues two main objectives: streamlining a suitable analytical methodology for the descriptive study of source-text argumentation in interpreting research and empirically assessing the relative nature of argumentation techniques with a view to providing suggestions for the interpretation of political speeches. The study is based on a multilingual comparable corpus named ARGO. It is composed of three hundred and thirteen political speeches on the current financial and economic crisis, delivered by Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy and François Hollande. The analysis focuses on the identification and description of content-related argumentation schemes, i.e. stereotypical patterns of reasoning recurrently exploited by politicians to legitimise or delegitimise given courses of action. In the light of the relative nature of argumentation, the presence in the corpus of significantly different argumentation schemes was hypothesised at the outset. The findings of the contrastive analysis corroborate the initial hypothesis, as Obama, Cameron, Sarkozy and Hollande generally resort to extremely different argument schemes, which call for the adoption of specific interpreting strategies according to the speaker in question, the communicative context of speech delivery and the relevant audience. The results, thus, find useful application in interpreter training, in that, together with ARGO, they provide material and theoretical indications to sensitise students to relevant argumentation concepts with a view gradually to enhance their argumentative competence, understood as the ability to anticipate speakers’ arguments. More broadly, the results shed light on the predictability of political speeches and, consequently, foster the systematic adoption of argumentation analysis as a source-text research methodology, which could yield increasingly substantial findings paving the way for argumentative equivalence in interpreted argumentative situations.
XXVII Ciclo
1985
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8

Cali', Paola Valeria. ""Premonitory Urges" in bambini e adolescenti affetti da Sindrome di Tourette: sette anni follow up e traduzione Italiana della Premonitory Urges for Tics Scale (PUTS)." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/3770.

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Abstract:
BACKGROUND:La Sindrome di Tourette è un disturbo neuropsichiatrico cronico, che colpisce circa l'1% di bambini e adolescenti, caratterizzato dalla presenza di tic motori e fonici, che molto frequentemente si associano ad altre comorbilità e psicopatologia associate. Le Premonitory Urges anch'esse una caratteristica molto frequente della Sindrome di Tourette. OBIETTIVI: 1)stabilire le proprietà psicometriche della traduzione italiana della Premonitory Urge for Tics Scale; 2) esaminare la correlazione tra la gravità dei tic, le comorbilità e le Premonitory Urges in pazienti affetti da Sindrome di Tourette; 3) rivalutare la stessa correlazione dopo 7 anni. RISULTATI:nel nostro studio abbiamo riportato le buone proprietà psicometriche della traduzione italiana della PUTS. Non abbiamo trovato alcuna correlazione tra il punteggio della PUTS e la gravità dei tic. Abbiamo inoltre trovato una correlazion positiva tra i punteggi delle PUTS e le ossessioni.Infine non abbiamo trovato correlazioni tra la PUTS e le psicopatologie associate (ansia, depressione, ADHD, problemi esternalizzanti)
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9

Marzi, Federica. "Letteratura estranea. Rappresentazioni e scritture dell'altro(ve) nella migrazione italiana in Germania." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4605.

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Abstract:
2009/2010
Al centro delle scritture letterarie, sorte fuori dall’Italia, che hanno elaborato l’esperienza delle emigrazioni italiane nella Germania Federale del secondo dopoguerra vi è la questione della rappresentazione dell’altro (Gastarbeiter, straniero, estraneo, diverso). Nei testi tutto ciò si traduce nel tentativo di abrogare e demistificare una serie di immagini codificate già disponibili e funzionali a incorporare l’alterità, e nella ricerca di modalità alternative della narrazione dell’altro. Questo produce uno spostamento delle linee di demarcazione fra l’identità e l’alterità, fra il maggiore e il minore, fra lingue e culture diverse ed è funzionale a una negoziazione di nuovi spazi culturali. Fra i risultati più sorprendenti di simili esperimenti letterari (in tedesco, in italiano o bilingui) vi è che, con le immagini e le rappresentazioni, divengono estranei e si alterano anche le lingue, i testi e le scritture. Tutto ciò ha delle conseguenze fondamentali per quanto concerne la riformulazione di identità e comunità, intese come frutto di contatti, passaggi, scambi e traduzioni, e per una diversa concezione di cultura, di lingua e di letteratura, ripensate come esposte all’altro e dunque non normative, non originali, non collegate in modo esclusivo a un territorio, a una provenienza, a una classe, a una località o a una minoranza, ma allargate e allargabili, già eterogenee e interrelate ad altri, ampie e condivise, aperte e processuali. Die Frage nach der Repräsentation des Anderen rückt ins Zentrum eines Korpus außerhalb Italiens veröffentlichter literarischer Schriften, die sich mit der Erfahrung der italienischen Auswanderungen in die Bundesrepublik Deutschland nach dem Zweiten Weltkrieg auseinandersetzen. In den auf Deutsch oder Italienisch verfassten oder zweisprachig angelegten Texten ist nicht nur die Demontage geläufiger Darstellungen des Anderen zu beobachten, der Leser wohnt auch der Suche nach alternativen Narrationsarten der Alterität bei, die sich in der Verschiebung der Grenzlinien zwischen Identität und Alterität, zwischen majeur und mineur, zwischen unterschiedlichen Sprachen und Kulturen manifestiert, und zur Entstehung neuer kultureller Zwischenräume führt. Eine der überraschendsten Auswirkungen solcher Überschreitungen besteht darin, dass sich mit den Bildern und Repräsentationen auch die Sprachen, Texte und Schreibweisen der Literatur verändern und somit gleichsam fremd werden. All diese Verfahren haben grundlegende Auswirkungen auf die Reformulierung von Identitäten und Gemeinschaften als Resultaten von Kontakten, Übergängen, Austauschbeziehungen und Übersetzungen. Die Basis dafür bildet zweifelsohne eine andere Konzeption von Kultur, Sprache und Literatur: Dem Anderen ausgesetzt sind sie nicht normativ, nicht echt oder exklusiv, an kein Territorium, keinen Ursprung, keine Klasse, keinen Ort und keine Minderheit gebunden, sondern erscheinen erweitert und erweiterbar, schon heterogen und mit anderen verflochten, breit und teilbar, offen und prozesshaft.
XXII Ciclo
1974
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Books on the topic "SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE"

1

Fārābī. La "Classificazione delle scienze" di Al-Fārābī nella tradizione ebraica: Edizione critica e traduzione annotata della versione ebraica di Qalonymos ben Qalonymos ben Meʼir. Turino: Silvio Zamorani, 1992.

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2

1947-, Cortese Giuseppina, and Università di Torino. Seminario di anglistica., eds. Tradurre i linguaggi settoriali: Atti del Seminario di anglistica nell'ambito del progetto strategico CNR "I problemi della traduzione nell'Italia dell'Europa" : Università degli studi di Torino, Facoltà di scienze politiche, 27-28 maggio 1993. Torino: Edizioni Libreria Cortina, 1996.

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Book chapters on the topic "SCIENZE DELL'INTERPRETAZIONE E DELLA TRADUZIONE"

1

"5 Il bilinguismo delle Nuove scienze." In Galileo in Europa La scelta del volgare e la traduzione latina del Dialogo sopra i due massimi sistemi. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-450-9/005.

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Abstract:
5.1 L’inizio della terza giornata: stupire il lettore? – 5.2 Motivo redazionale: la fretta. – 5.3 Un significato profondo? Fisica e matematica. – 5.4 Due pubblici? – 5.5 Due giornate diverse? – 5.6 Risposta a due obiezioni. – 5.7 Bilancio: ritorno al motivo redazionale.
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