Academic literature on the topic 'Scenari di pericolosità sismica'

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Journal articles on the topic "Scenari di pericolosità sismica"

1

Visini, Francesco, Carlo Meletti, Andrea Rovida, Vera D'Amico, Bruno Pace, and Silvia Pondrelli. "An updated area-source seismogenic model (MA4) for seismic hazard of Italy." Natural Hazards and Earth System Sciences 22, no. 8 (August 26, 2022): 2807–27. http://dx.doi.org/10.5194/nhess-22-2807-2022.

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Abstract:
Abstract. A new probabilistic seismic hazard model, called Modello di Pericolosità Sismica 2019 (MPS19), has been recently proposed for the Italian territory, as a result of the efforts of a large national scientific community. This model is based on 11 groups of earthquake rupture forecast inputs and, particularly, on 5 area-source seismogenic models, including the so-called MA4 model. Data-driven procedures were followed in MA4 to evaluate seismogenic parameters of each area source, such as upper and lower seismogenic depths, hypocentral-depth distributions, and nodal planes. In a few cases, expert judgement or ad hoc assumptions were necessary due to the scarcity of data. MA4 consists of 20 seismicity models that consider epistemic uncertainty in the estimations of the completeness periods of the earthquake catalogue, of maximum magnitude values and of seismicity rates. In particular, five approaches were adopted to calculate the rates, in the form of the truncated Gutenberg–Richter frequency–magnitude distribution. The first approach estimated seismicity rates using earthquakes located in each area source, while the other approaches firstly calculated the seismicity rates for groups of areas considered tectonically homogeneous and successively partitioned in different ways the values to the area forming each group. The results obtained in terms of seismic hazard estimates highlight that the uncertainty explored by the 20 seismicity models of MA4 is at least of the same order of magnitude as the uncertainty due to alternative ground motion models.
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Dissertations / Theses on the topic "Scenari di pericolosità sismica"

1

Laprocina, Enrica. "Strong ground motion estimations related to sesmic events in the southern - eastern Alps." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4494.

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Abstract:
2009/2010
Questa tesi di dottorato va a descrivere un lavoro che comprende due diverse parti: scenari di pericolosità sismica e stima degli effetti di sito e magnitudo di coda. La prima parte tratta di scenari di pericolosità sismica in un’area che copre la regione Friuli Venezia Giulia, la parte occidentale della Slovenia e la parte orientale del Veneto. Poichè parte della tesi è stata svolta nell’ambito del progetto Interreg Italia-Austria, Hareia, "Historical and recent earthquakes in Italy and Austria", è stato trattato anche un evento localizzato nella regione Trentino Alto Adige. La pericolosità sismica, espressa in termini di accelerazione o velocità massima attesa sul territorio, è stata dedotta in base al calcolo di molteplici scenari realistici di scuotimento del suolo con eventi connessi a faglie segnalate in letteratura come le più significative dell’area in esame. Questo approccio permette di ottenere una buona stima sull’eventuale pericolosità dell’area, importante per mitigare gli effetti di potenziali terremoti futuri. Le sorgenti sismogenetiche prese in esame sono state tredici. Tutti i calcoli sono stati eseguiti usando un modello di faglia estesa, applicando un modello di velocita’ di propagazione della rottura costante e variando la posizione dell’epicentro lungo la superficie di faglia. La distribuzione del momento sismico è stata considerata sia omogenea che, applicando il modello k², non uniforme. In questo modo, per ogni modello di faglia, possono essere calcolati diversi scenari. I sismogrammi sintetici sono stati calcolati con una frequenza massima di 1 Hz e per ogni punto di una densa griglia di ricevitori posizionati in modo equidistante dal centro della sorgente. Quindi, da ognuno di questi ricevitori, e’ stato possibile ottenere il valore massimo dell’accelerazione e delle velocità del sismogramma, poi plottato sulla mappa finale. Nella seconda parte della tesi, proprio perchè nella metodologia adottata gli scenari di scuotimento del suolo non tengono conto degli effetti di sito, si è applicata la metodologia di Mayeda et al. (2003), per poter ottenere, a diverse strette bande di frequenza, la risposta delle varie stazioni sismiche prese in esame. Il risultato potrà essere usato in futuro per “correggere” le stime di pericolosità calcolate su roccia. Come input a questa metodologia, è stato scelto un database costituito da 200 eventi avvenuti fra il 2006 ed il 2009, con magnitudo locale da 2.5 a 4, registrati da 25 stazioni slovene, austriache ed italiane. Di questi terremoti è stata infine calcolata anche la magnitudo da momento di coda. I valori di magnitudo così ottenuti sono risultati coerenti con le stime ottenute da altri Autori usando metodologie diverse.
XXII Ciclo
1981
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2

Borghetti, Michela. "Analisi di pericolosità vulcanica e risposta sismica dell’Isola di Stromboli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17954/.

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Abstract:
Nel presente lavoro di tesi viene affrontata l'analisi della pericolosità vulcanica con metodi probabilistici dell'isola di Stromboli. Un approccio probabilistico offre i vantaggi di richiedere meno parametri in entrata, di essere versatile per diversi tipi di analisi di pericolosità ed è computazionalmente meno complesso rispetto a un approccio deterministico. Il secondo oggetto di questo elaborato prevede la determinazione della risposta sismica di Stromboli. Allo scopo sono state definite le caratteristiche di sito in termini di geometrie, proprietà fisico-meccaniche dei terreni e degli ammassi rocciosi e del moto sismico atteso su bedrock in superficie. La stratigrafia sismica è stata ricostruita attraverso prove sismiche passive ed attive, a stazione singola e multicanale. Queste vengono usate per fornire una classificazione sismica dei terreni e per suddividerli in zone omogenee in prospettiva sismica.
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3

Gulia, Laura <1976&gt. "Metodologie per il miglioramento delle stime di pericolosità sismica in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1491/1/tesi_dottorato_Laura_Gulia.pdf.

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Abstract:
In questo lavoro di dottorato sono stati analizzati differenti strumenti impiegati per le stime di pericolosità sismica. Facendo riferimento alla Mappa di Pericolosità Sismica Italiana MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004), redatta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e adottata come mappa di riferimento per il territorio nazionale ai sensi dell’Ordinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006, All. 1b, è stato approfondito il calcolo dei tassi di sismicità attraverso la relazione di Gutenberg e Richter (1944). In particolare, si è proceduto attraverso un confronto tra i valori ottenuti dagli autori della Mappa (Gruppo di Lavoro MPS, 2004) e i valori ottenuti imponendo un valore costante e unico al parametro b della relazione (Gutenberg e Richter, 1944). Il secondo tema affrontato è stato l’analisi della presenza di eventi di origine non tettonica in un catalogo. Nel 2000 Wiemer e Baer hanno proposto un algoritmo che identifica e rimuove gli eventi di origine antropica. Alla metodologia di Wiemer e Baer (2000) sono state apportate delle modifiche al fine di limitare la rimozione di eventi naturali. Tale analisi è stata condotta sul Catalogo Strumentale della Sismicità Italiana (CSI 1.1; Castello et al., 2006) e sui cataloghi Europei disponibili online: Spagna e Portogallo, Francia, Nord Europa, Repubblica Ceca, Romania, Grecia. L’ultimo argomento trattato ha riguardato la presunta correlazione tra i meccanismi di fagliazione e il parametro b della relazione di Gutenberg e Richter (1944). Nel lavoro di Schorlemmer et al. (2005), tale correlazione è dimostrata calcolando il b-value su una griglia a scala mondiale raggruppando i terremoti in funzione dell’angolo di rake: i valori maggiori del parametro sono misurati per i terremoti che si originano in un regime distensivo, seguono quelli in un regime trascorrente mentre i valori minori si registrano nelle aree a regime compressivo. Il principale ostacolo per una applicazione del metodo al territorio italiano è rappresentato dal numero ridotto di terremoti per i quali è possibile avere indicazioni circa il meccanismo focale della sorgente: la correlazione è stata così valutata calcolando il b-value all’interno delle zone sismogenetiche definite per la realizzazione di MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004), alle quali è stato nuovamente assegnato un meccanismo di fagliazione prevalente attraverso la somma del tensore momento. Sono inoltre allegati lavori altri lavori prodotti nell’ambito della pericolosità sismica.
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Gulia, Laura <1976&gt. "Metodologie per il miglioramento delle stime di pericolosità sismica in Italia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1491/.

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Abstract:
In questo lavoro di dottorato sono stati analizzati differenti strumenti impiegati per le stime di pericolosità sismica. Facendo riferimento alla Mappa di Pericolosità Sismica Italiana MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004), redatta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e adottata come mappa di riferimento per il territorio nazionale ai sensi dell’Ordinanza PCM 3519 del 28 aprile 2006, All. 1b, è stato approfondito il calcolo dei tassi di sismicità attraverso la relazione di Gutenberg e Richter (1944). In particolare, si è proceduto attraverso un confronto tra i valori ottenuti dagli autori della Mappa (Gruppo di Lavoro MPS, 2004) e i valori ottenuti imponendo un valore costante e unico al parametro b della relazione (Gutenberg e Richter, 1944). Il secondo tema affrontato è stato l’analisi della presenza di eventi di origine non tettonica in un catalogo. Nel 2000 Wiemer e Baer hanno proposto un algoritmo che identifica e rimuove gli eventi di origine antropica. Alla metodologia di Wiemer e Baer (2000) sono state apportate delle modifiche al fine di limitare la rimozione di eventi naturali. Tale analisi è stata condotta sul Catalogo Strumentale della Sismicità Italiana (CSI 1.1; Castello et al., 2006) e sui cataloghi Europei disponibili online: Spagna e Portogallo, Francia, Nord Europa, Repubblica Ceca, Romania, Grecia. L’ultimo argomento trattato ha riguardato la presunta correlazione tra i meccanismi di fagliazione e il parametro b della relazione di Gutenberg e Richter (1944). Nel lavoro di Schorlemmer et al. (2005), tale correlazione è dimostrata calcolando il b-value su una griglia a scala mondiale raggruppando i terremoti in funzione dell’angolo di rake: i valori maggiori del parametro sono misurati per i terremoti che si originano in un regime distensivo, seguono quelli in un regime trascorrente mentre i valori minori si registrano nelle aree a regime compressivo. Il principale ostacolo per una applicazione del metodo al territorio italiano è rappresentato dal numero ridotto di terremoti per i quali è possibile avere indicazioni circa il meccanismo focale della sorgente: la correlazione è stata così valutata calcolando il b-value all’interno delle zone sismogenetiche definite per la realizzazione di MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004), alle quali è stato nuovamente assegnato un meccanismo di fagliazione prevalente attraverso la somma del tensore momento. Sono inoltre allegati lavori altri lavori prodotti nell’ambito della pericolosità sismica.
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Vecchi, Francesca. "Metodi di valutazione della pericolosità sismica e considerazioni sulle prescrizioni normative: valutazione di vulnerabilità sismica di un caso studio reale, prime ipotesi di miglioramento e stima dei costi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si sviluppa nell’ambito della valutazione del rischio sismico nel territorio italiano. In una prima fase si studiano i differenti approcci per la valutazione della pericolosità sismica disponibili in letteratura (probabilistico, deterministico, neo deterministico), con particolare riferimento al territorio nazionale e all’applicazione degli studi sulla pericolosità alla stesura delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2008, per comprendere quali siano le basi su cui si fonda l’attuale regolamentazione della pratica costruttiva in ambito sismico. La seconda parte del lavoro prevede l’applicazione delle considerazioni precedenti ad un caso studio reale. Mediante l’utilizzo di spettri ricavati conformemente alle NTC e spettri calcolati su registrazioni accelerometriche reali, relative agli eventi sismici del maggio 2012 nella provincia modenese, vengono svolte analisi sismiche in campo lineare di un telaio pluripiano in c.c.a esistente, per il quale si costruiscono modelli agli elementi finiti a partire dai dati geometrici e dalla caratterizzazione meccanica dei materiali impiegati. In seguito si esegue una valutazione di vulnerabilità conformemente alla normativa vigente, a partire dalla quale si propone per l'edificio un intervento per il miglioramento al 60% della sicurezza richiesta ad una nuova costruzione. Tale progetto viene studiato e approfondito sia da un punto di vista tecnico, attraverso calcoli ed elaborati grafici, sia da un punto di vista economico, mediante stime dei costi dell’intervento sull’edificio comparate a stime dei costi di demolizione e ricostruzione dello stesso, al fine di verificare la fattibilità dell’intervento proposto. Si conclude con il calcolo delle Classi di rischio ante e post opera, per la valutazione delle possibili detrazioni fiscali attraverso la procedura del Sismabonus e la proposta di un sistema di monitoraggio dinamico per valutare in tempo reale lo stato di salute della struttura.
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Fabbri, Riccardo. "Sequenza Sismica del terremoto del 2012 in Pianura Padana." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Nel seguente elaborato di tesi è analizzata la sequenza sismica che ha colpito la Pianura Emiliana nel maggio del 2012. Il lavoro è stato suddiviso in tre parti principali: la prima riguarda l’inquadramento geologico dell’area epicentrale, con relativo assetto tettonico-strutturale e stratigrafico, la seconda descrive la pericolosità sismica della zona, con un riferimento al terremoto di Ferrara del 1570 per quanto riguarda la sismicità storica; la terza parte invece è focalizzata su un inquadramento della sequenza dal punto di vista sismologico, descrivendo della stessa l’andamento nel tempo delle repliche, i meccanismi focali delle scosse principali facenti parte della sequenza e le sorgenti sismogenetiche responsabili.
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Delise, Riccardo. "Caratterizzazione sismica di tre siti della rete accelerometrica nazionale (ran) mediante elaborazione di terremoti e rumore ambientale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8249/.

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Abstract:
Il lavoro di questa tesi ha previsto l'acquisizione e l'elaborazione di dati geofisici al fine di determinare la risposta sismica di tre siti della Rete Accelerometrica Nazionale (RAN), collocandosi all'interno del progetto sismologico S2-2014 Constraining Observations into Seismic Hazard gestito dal Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia. Tale necessità nasce dal fatto che il più delle volte le informazioni per la corretta caratterizzazione geofisica dei siti ospitanti le stazioni accelerometriche risultano essere insufficienti, rendendo così i dati acquisiti non idonei per l'utilizzo in sede di calcolo delle leggi di attenuazione dalle quali successivamente vengono derivate le mappe di pericolosità sismica a livello nazionale e locale. L'obbiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di determinare l'eventuale presenza di effetti di sito o effetti di interazione suolo-struttura, per tre stazioni ubicate in Friuli-Venezia Giulia (codici stazioni MAI, TLM1 e BRC), capaci di amplificare il moto del terreno nella parte di suolo compresa fra il bedrock sismico (inteso come strato che non amplifica) e il piano campagna. Le principali tecniche utilizzate sono le seguenti: HVSR ossia rapporto spettrale della componente orizzontale su quella verticale da misure di rumore ambientale acquisite e EHV ovvero rapporto spettrale della componente orizzontale su verticale da registrazione di terremoti scaricate dal database accelerometrico italiano ITACA. I risultati delle due tecniche sono stati poi confrontati al fine di verificare un'eventuale congruenza, portando alle seguenti conclusioni. La caratterizzazione della stazione TLM1 ha portato alla importante conclusione che il sito non è idoneo per l’acquisizione di dati accelerometrici da utilizzare per il calcolo di leggi predittive o di attenuazione. La stazione accelerometrica è ospitata all’interno di un box in lamiera su una collina nel comune di Verzegnis (UD). Il problema principale che riguarda questo sito è la vicinanza della diga Ambiesta e del relativo invaso. La stazione di BRC è collocata all’interno di una cabina di trasformazione dell’ENEL sul lato destro del torrente Cellina, al suo ingresso nel lago di Barcis (PN). Le condizioni topografiche della zona, molto impervie, non consentono la corretta acquisizione dei dati. Un ulteriore fattore di disturbo è dato dall’interazione suolo-struttura, causata dalla cabina ENEL in cui è alloggiata la strumentazione. La caratterizzazione della stazione MAI collocata all'interno di una cabina ENEL nel centro del comune di Majano (UD) ha portato alla conclusione che questa è l'unica delle tre stazioni considerate capace di acquisire dati utilizzabili per il processo di validazione per le stime di pericolosità sismica. Questo perché le condizioni topografiche dell’area, pianura con stratificazione 1D, hanno permesso di sfruttare a pieno le potenzialità delle metodologie utilizzate, consentendo anche la ricostruzione di profili di velocità delle onde di taglio S con i quali è stata assegnata la categoria C del suolo previsto dall'approccio semplificato presente nelle NTC08.
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Fava, Michele. "Sviluppo di metodologie per la valutazione della vulnerabilità sismica di edifici strategici e rilevanti ed applicazione al patrimonio edilizio dell'Università di Padova." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3426762.

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Abstract:
Given the high level of seismic vulnerability that determines the majority of existing buildings, the development of strategies for the reduction of seismic risk requires the adoption of appropriate instruments in order to assess seismic safety and structural behaviour. The assessments of seismic vulnerability for a vast historical heritage can be conducted according to different levels, methods of analysis and multi-scale methodologies: such approaches allow the identification of the common aspects of the buildings’ behaviour and the vulnerability on a territorial scale. The vulnerability assessment must therefore take into account all the aspects that contribute to a change in the seismic behaviour of the buildings, by considering both the buildings’ context and the historical buildings in general. The adoption of simplified methods is the reference approach for the evaluation of a vast building heritage: such methods allow the identification of the buildings’ fundamental characteristics by highlighting which aspects are to later prioritise through detailed analyses of the single structures and the representative building typologies. The vulnerability assessment requires the use of a rigorous instrumentation, however easily applicable on macro-scale (territorial scale). Only a thorough collection of information and the careful formulation of a preliminary judgment on the level of seismic risk allow the planning of priorities for the implementation of preventative seismic improvement intervention for the mitigation of seismic risk. It is therefore fundamental the classification of different buildings through the definition of physical and mechanical parameters that characterise the different structures and that are easily recognisable. Such parameters allow the grouping of the architectural heritage into typological classes: according to the main representative variables of the urban settlement, according to the geometric characteristics and according to the structural and construction typologies. The subject of the research is the historical buildings heritage of the University of Padova: it is composed of buildings with different structural characteristics and represents a significant sample of the constructive works within the urban context of Padova. The focus was mainly on historical masonry constructions, which are generally more vulnerable, having been built or later modified through structural interventions that did not follow anti-seismic regulations. The aim of the research envisages the adoption of a methodological approach, starting from a simplified evaluation of the buildings, which allows the definition of the levels of analyses and interventions by putting in order the different structures on the characterisation of the seismic risk factors (the seismic vulnerability, the structural safety and the personal safety of users). The defined criterion focuses on the identification of the buildings’ characteristics and on the definition of appropriate models in order to assess the damages on the occurrence of an earthquake of varying intensity. The adopted working procedure, after a general overview of the heritage analysed, defines the seismic vulnerability assessment for masonry building typologies through a behavioural analysis of local collapse mechanisms and a global analysis for the formulation of damage scenarios.
Lo sviluppo di strategie di riduzione del rischio sismico, vista l’elevata vulnerabilità che caratterizza gran parte dell’edilizia storica esistente, richiede l’adozione di opportuni strumenti utili alla valutazione della sicurezza e del comportamento strutturale. Le analisi di vulnerabilità sismica per un vasto patrimonio storico possono essere condotte investendo diversi livelli e metodologie di analisi, e adottando approcci multi scala che permettano di individuare gli aspetti comuni tra il comportamento del singolo edificio e la vulnerabilità su scala territoriale. La valutazione della vulnerabilità, pertanto, deve prendere in considerazione tutti quegli aspetti che contribuiscono alla variazione del comportamento sismico degli edifici coinvolgendo sia il contesto edificato sia il costruito storico in generale. L’adozione di approcci semplificati rappresenta il punto di riferimento nella valutazione di un vasto patrimonio: consentono di individuare i caratteri generali del costruito definendo una linea di indirizzo delle priorità da seguire, successivamente, attraverso analisi di dettaglio su singoli manufatti e su tipologie edilizie rappresentative. La valutazione della vulnerabilità richiede l'utilizzo di una strumentazione rigorosa, tuttavia facilmente applicabile su macro scala. Solo una scrupolosa raccolta di informazioni e l'attenta formulazione di un preliminare giudizio sul livello di rischio sismico consente di pianificare le priorità per l'esecuzione di interventi preventivi di miglioramento sismico per la mitigazione del rischio. Importante, quindi, la classificazione dei diversi edifici attraverso la definizione di parametri fisico-meccanici caratterizzanti le differenti strutture presenti ed identificabili in maniera speditiva. Tali parametri consentono di rappresentare l’intero patrimonio edilizio in classi tipologiche secondo le principali variabili rappresentative del contesto insediativo, delle caratteristiche geometriche, delle tipologie edilizie e strutturali. Oggetto del lavoro di ricerca è il patrimonio edilizio storico dell’Ateneo di Padova: composto da edifici di differenti caratteristiche strutturali rappresenta un significativo campione delle opere costruttive presenti nel contesto della città di Padova. L’attenzione è posta sui complessi storici in muratura: generalmente più vulnerabili essendo stati costruiti o hanno subito interventi successivi in assenza di normative antisismiche. L’obiettivo prevede l’adozione di un percorso metodologico che consenta, a partire da uno studio semplificato di tutti gli edifici, di definire i livelli di analisi e di intervento, ordinando le diverse strutture sulla caratterizzazione dei fattori di rischio sismico: in particolare per quanto riguarda la vulnerabilità, la sicurezza strutturale e le sicurezza degli utenti degli edifici stessi. Il criterio definito focalizza l’attenzione sull'identificazione delle caratteristiche dell’edificato e nella definizione di opportuni modelli che permettano di valutare il danno e il danneggiamento al manifestarsi di un evento sismico di varia intensità. La procedura di lavoro seguita prevede, dopo un inquadramento generale del patrimonio analizzato, la valutazione della vulnerabilità sismica per tipologie edilizie attraverso analisi del comportamento locale per meccanismi di collasso e globale nel piano per la formulazione di scenari di danno.
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Montali, Martina. "Caratterizzazione geologica e geofisica di 5 siti della rete accelerometrica nazionale (RAN) in Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8883/.

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Abstract:
Il lavoro di tesi si inquadra nel progetto nazionale di ricerca promosso dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia (INGV), denominato S2-2014/DPC-INGV Constraining observations into seismic hazard. Esso prevede la caratterizzazione geologica e geofisica di 77 stazioni della rete accelerometrica nazionale (RAN) al fine di correggere i dati osservati e le relazioni (leggi di attenuazione dell’accelerazione ecc.) che da essi derivano. Fino ad ora le stazioni sismiche erano state assunte come ubicate su roccia affiorante o su litotipi di altro tipo evinti da carta geologica, senza alcun tipo di verifica diretta. Le 77 stazioni sono state scelte tra quelle che presentavano una storia di operatività di almeno 25 anni. In questo lavoro è stata eseguita la caratterizzazione geologica e geofisica di 5 stazioni, collocate in Emilia-Romagna. Oltre alla caratterizzazione del sottosuolo, abbiamo prestato attenzione alla caratterizzazione dinamica delle strutture che ospitano le stazioni sismiche e alla ricerca di eventuali interazioni tra queste e i sensori accelerometrici, trasmesse attraverso il sottosuolo. Il rilevamento geologico e le prove geofisiche, sismica a stazione singola e array, eseguite nei siti hanno permesso di definire la categoria sismica di sottosuolo secondo l’approccio semplificato proposto dalle NTC (2008). Dallo studio è emerso che il segnale registrato dagli strumenti accelerometrici in quasi tutte le stazioni investigate risente in qualche modo della struttura in cui la stazione sismica è racchiusa (cabina ENEL in muratura, con sviluppo a torre di circa 7-8 m di altezza). Ne segue che i dati registrati da queste stazioni sismiche sopra 3-5 Hz (a seconda della specifica struttura) non sono immediatamente utilizzabili o interpretabili come legati all’effetto del solo sottosuolo o del solo segnale sismico. In essi si accoppia, e spesso come effetto del primo ordine, la vibrazione propria (nei modi fondamentale e superiori, flessionali e torsionali) della struttura.
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Rago, Valeria, Pietro Pantano, Pietro Gagliardo, and Francesco Muto. "Valutazione della scuscettibilità e degli scenari di pericolosità e di rischio da frana in aree di interesse socio-economico (Calabria Settentrionale)." Thesis, 2016. http://hdl.handle.net/10955/1418.

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Abstract:
Scuola di Dottorato" Archimede" in Scienze, Comunicazione e Tecnologie, Indirizzo: Scienze e Tecnologie dei Sistemi Complessi, Ciclo XXVIII, a.a. 2015-2016
Landslides are natural geologic processes that play a key role in landscape evolution, but represent also one of the most widespread natural hazard in Italian territory. In particular, many areas of the Calabria region (southern Italy) have been affected historically by mass movements, due to the combination of its peculiar geological, morphological, seismic and climatic features and frequently to regionally unsustainable land management. Landslides are responsible for direct and indirect damages, may cause loss of life and property, damages to natural resources and hamper infrastructure projects, by generating strong social and economic impacts. This resulting in millions of Euro per year in damages and restoration as well. Therefore, spatial identification of potentially unstable slopes and landslide risk evaluation are very important in order to get mitigation measures and for land planning. The aim of this study is landslide susceptibility and risk assessment in areas of socio-economic interest in Northern Calabria. Study areas were a section of the A3 highway and a part of Amendolara town. The identification and selection of study areas took into account topography, geology and urban development conditions for which the landsliding is potentially a problem. Landslide risk assessment in the section of A3 highway was performed in a qualitative way by overlapping the highway on the landslide susceptibility map; this had lead to the zonation of spatial risk which allowed an evaluation of the involvement of the highway in the different susceptibility areas. In the Amendolara territory risk assessment was carried out in a quantitative way according to the formula: Risk = Hazard × Vulnerability × Economic value of elements at risk (buildings and roads). Hazard was computed in a probabilistic way by means the product between spatial probability (probability that any given region will be affected by landslides), temporal probability (probability of occurrence of landslide events during time t) and probability of landslide size (probability that a landslide will have a certain size). Physical vulnerability was evaluated considering elements at risk features and landslide size. Finally, landslide risk was computed on the basis of economic value of elements at risk, pointing to the probability of money that can be lost at the occurrence of a landslide in a given area, in a certain interval of time and with a certain area. This study provides two case example for the qualitative and quantitative risk assessment which can be useful to planners and decision makers to identify areas where more damages are expected and that should receive priority in the use of limited resources directed to preventive plans to reduce the impact of the landslides.
Università della Calabria
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Books on the topic "Scenari di pericolosità sismica"

1

Mugnozza, Gabriele Scarascia. La pericolosità sismica nel Lazio: Pericolosità sismica di base, analisi di risposta sismica locale e studi per la microzonazione sismica. Roma: Casa editrice Università La Sapienza, 2011.

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