Journal articles on the topic 'Scelta del mercato'

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1

Colombo, Sabrina, and Silvia Gilardi. "Modelli decisionali nella selezione del personale. I criteri di scelta dei giovani in ingresso nel mercato del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 115–31. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126008.

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Abstract:
L'articolo prende in considerazione i criteri di selezione utilizzati per l'ingresso nel mercato del lavoro dei giovani neo-laureati. Attraverso un esperimento di simulazione del processo di selezione si č osservato quali aspetti determinano la scelta dei candidati in base alle loro caratteristiche ascritte e acquisite.
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2

Mennella, Antonella. "La criminalitŕ organizzata quale intermediario nel mercato del lavoro." ARGOMENTI, no. 31 (June 2011): 65–105. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-031003.

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Abstract:
Attribuendo una interpretazione alternativa, rispetto a quella offerta dalla letteratura economica, dei reticoli sociali nel mercato del lavoro, si intende mettere in luce il ruolo che la criminalitŕ organizzata gioca su questo mercato. In tal caso il ricorso alla rete per fini occupazionali non č frutto di una libera scelta ma diventa condizione necessaria per poter accedere al mercato del lavoro: un mercato che diventa cosě il campo sul quale vengono giocate le politiche clientelari e quelle del consenso sociale ed elettorale.
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3

Francioni, Barbara. "Il processo di selezione dei mercati esteri per le piccole e medie imprese." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (November 2010): 21–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004003.

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Abstract:
Questo articolo prende in esame il tema dell'internazionalizzazione commerciale delle piccole e medie imprese (PMI), e in particolare il processo di selezione dei mercati esteri, su cui vi č ancora carenza di contributi di ricerca. L'obiettivo del lavoro č quello di analizzare il comportamento delle PMI cercando di capire se la selezione dei mercati esteri precede o segue la scelta della modalitÀ di entrata e quanto i due processi risultano fra loro collegati. L'analisi č stata realizzata attraverso una ricerca empirica condotta su un campione di duecentoventidue PMI. I risultati hanno evidenziato delle discrepanze fra i contribu- ti teorici finora prodotti e il comportamento riscontrato, mostrando un approccio prevalentemente passivo e non strategico e una prevalente contestualitÀ fra selezione del mercato e scelta della modalitÀ di entrata.
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4

Giannotti, Claudio, and Gianluca Mattarocci. "La scelta della misura di rischio nella classificazione dei fondi immobiliari italiani." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 549–69. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003008.

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Abstract:
Il mercato immobiliare europeo č cresciuto significativamente negli ultimi anni e la realtŕ italiana ha dimostrato una crescita dei prodotti disponibili sia per la clientela retail che istituzionale. La grande diffusione presso il pubblico ha evidenziato l'opportunitŕ di definire delle semplici misure di rendimento/rischio di facile comprensione anche per gli investitori con scarse competenze finanziarie. La soluzione solitamente adottata nell'industria del risparmio gestito č rappresentata dalle misure. La letteratura in materia ha evidenziato la capacitŕ di tali strumenti di selezionare le migliori opportunitŕ di investimento nell'ipotesi semplificatrice di distribuzione normale dei rendimenti. Considerando il mercato italiano, l'articolo esamina la performance dei fondi immobiliari italiani nel periodo 2001-2009 e sottopone a verifica l'ipotesi di normalitŕ dei rendimenti conseguiti. Evidenziati i limiti di tale ipotesi semplificatrice, il contributo confronta i ranking basati sull'indice di Sharpe con quelli ottenuti utilizzando misure Rap che adottano approcci di misurazione del rischio differenti. I risultati ottenuti evidenziano che i diversi ranking portano a risultati non strettamente comparabili e quelli piů stabili nel tempo sono quelli costruiti utilizzando misure di rischio che non assumono l'ipotesi semplificatrice della normalitŕ dei rendimenti. L'esigenza di utilizzare tali misure corrette č piů chiara quando i fondi immobiliari fanno maggiore ricorso al debito e/o sono scarsamente negoziati nel mercato.
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5

Barberis, Fabio, and Roberto Cafferata. "La scelta del modello strategico ed organizzativo: il caso Carige A.M. SGR." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 613–32. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003011.

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Abstract:
La definizione ottimale del modello strategico ed organizzativo di una Societŕ di Gestione del Risparmio č oggetto di ampio dibattito. Obiettivo del presente contributo č quello di percorrere le differenti opzioni che si presentano in termini di assetti proprietari, governance, definizione del business, struttura organizzativa e dei controlli, mediante la presentazione delle scelte operate da una SGR italiana di medie dimensioni, la Carige Asset Management SGR, costituita nel 2003 in un contesto di mercato giŕ caratterizzato da vincoli ed opportunitŕ che hanno trovato significativa accentuazione negli anni piů recenti.
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6

Annunziata, Azzurra, and Rosa Misso. "Alimentazione, salute e benessere del consumatore: da determinanti di scelta ad opportunitŕ di mercato." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 1 (October 2010): 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2010-001007.

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7

Gardina, Massimo, and Francesca Romana Saule. "La tariffazione dei servizi di trasporto e di distribuzione del gas naturale: un'ipotesi di regolamentazione per il mercato italiano." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (June 2010): 523–49. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003006.

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Abstract:
Questo lavoro intende analizzare gli elementi del processo di regolamentazione del settore del gas naturale, partendo dalle basi teoriche del processo regolatorio presenti nella letteratura economica, per arrivare ad un'osservazione analitica dei metodi di determinazione delle tariffe applicate. Perché regolare un mercato? Quale modello tra rate of return regulation e price cap? La quantificazione delle tariffe segue le finalitŕ primarie della regolamentazione, ovvero il raggiungimento dell'efficienza nei servizi di monopolio naturale, come il trasporto, attraverso un'equa determinazione delle tariffe e l'avvio alla concorrenza nei settori di monopolio di fatto, come la distribuzione, per poter offrire condizioni vantaggiose a tutti i consumatori. I piů importanti strumenti regolatori e di controllo tariffario che sono stati adottati sono il ROR e il price cap. Dall'esplicazione di questi due strumenti, mettendone in luce elementi di qualitŕ e di criticitŕ, č possibile intuire in quale campo operino gli elementi di contabilitŕ e di finanza che costituiscono le ragioni della scelta.
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8

Mauri, Aurelio G. "Varietŕ di prodotto e strategie di marca nel settore alberghiero. Recenti evidenze e una proposta di modello interpretativo." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 21–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001002.

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Abstract:
Negli ultimi anni, i principali gruppi alberghieri operanti a livello mondiale hanno introdotto nel mercato una gamma di nuove soluzioni di ospitalitŕ proponendosi l'obiettivo di soddisfare differenti segmenti di clientela. La scelta di una strategia volta all'accrescimento della varietŕ di prodotto ha implicato lo sviluppo di nuovi brand; conseguentemente, ciascuno dei principali gruppi alberghieri dispone oggi di un articolato portafoglio marche. A livello settoriale, questo mutamento in termini di varietŕ dell'offerta č stato accompagnato dal verificarsi di profonde trasformazioni della struttura del business alberghiero. Si č modificata anche la gamma di relazioni competitive dei gruppi alberghieri con i concorrenti (multimarket competition). Il presente articolo si pone dunque l'obiettivo di analizzare i processi di sviluppo dei brand portfolio dei principali competitor a livello internazionale. L'analisi č stata svolta partendo da alcuni modelli teorici utilizzati dagli studiosi di marketing per classificare le scelte di marca in relazione all'introduzione nel mercato di nuovi prodotti e, successivamente, avanzando la proposta di un nuovo modello interpretativo. Inoltre particolare attenzione č stata rivolta allo studio delle architetture di marca prescelte, evidenziando similitudini e divergenze fra i vari gruppi alberghieri nonché i cambiamenti di approccio operati da parte degli stessi soggetti nel tempo. In conclusione vengono formulate alcune riflessioni critiche in merito ai rischi connessi al fenomeno della proliferazione di brand alberghieri a livello dei principali gruppi dell'ospitalitŕ e sull'appropriato utilizzo di architetture di marca fondate sul binomio marca garantita-marca garante.
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Maio, Valerio. "Diritto del lavoro e potenziamento umano. I dilemmi del lavoratore aumentato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 513–42. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167003.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema del potenziamento umano nel diritto del lavoro. Dopo avere distinto il potenziamento terapeutico da quello meramente performativo ed il potenziamento fisico da quello cognitivo, l'Autore cerca di individuare i limiti al potenziamento nella normativa vigen-te, limiti che individua nella nocività, nella irreversibilità e nella incommerciabilità. In particola-re, l'Autore sostiene che, a causa della debolezza del prestatore di lavoro nel mercato del lavo-ro, rimettere soltanto all'autodeterminazione del singolo la scelta in merito all'adozione di fatto-ri potenzianti si traduce, nei fatti, in una spinta generalizzata all'incremento ed alla diffusione di potenzianti tecnologici e farmacologici. Allo stesso tempo, distingue anche tra potenziamento richiesto dal datore di lavoro e potenziamento occulto, deciso autonomamente dal lavoratore per acquisire un vantaggio rispetto agli altri lavoratori. Al riguardo, l'Autore rileva come il po-tenziamento occulto sia in grado di incidere negativamente sul rapporto di lavoro pubblico e privato in ogni sua fase, dall'assunzione al licenziamento. Il saggio si conclude con alcune ri-flessioni circa la necessità di una regolazione legale del potenziamento in ambito lavorativo che, senza vietare ogni forma e tipologia, selezioni i fattori e le tecniche potenzianti lecite in maniera inderogabile per lavoratori ed aziende.
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Di Pierro, Alberto. "Product Dififerentiation and Competitive Structures*." Journal of Public Finance and Public Choice 4, no. 1 (April 1, 1986): 109–14. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117363.

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Abstract:
Abstract Negli anni recenti è divenuto sempre più evidente che il modello di concorrenza monopolistica è essenziale per l’interpretazione delle economie di mercato contemporanee. Il progresso negli studi a questo riguardo è dovuto soprattutto alle analisi svolte sul comportamento del consumatore con un’impostazione in cui (come nel noto modello di Lancaster) le caratteristiche qualitative dei beni sono incorporate in un modello di scelta teoricamente coerente.Sviluppando queste teorizzazioni, nel presente scritto se ne valuta la rilevanza per quanto riguarda la diversificazione dei prodotti, giungendo alla conclusione che i consumatori, in un sistema in cui i produttori sono incerti circa le reazioni della domanda, svolgono un ruolo importante in questo processo.
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Lorandi, Giacomo. "Immobili e traiettorie sociali. La famiglia Pernate nella Novara spagnola." STORIA URBANA, no. 168 (November 2021): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168002.

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Abstract:
I più recenti studi sul mercato immobiliare e sulle pratiche abitative nelle città di antico regime hanno messo in luce il carattere polisemico della casa, il cui scambio risponde a logiche frastagliate, che abbracciano la dimensione sociale, politica e simbolica, oltre che economica stricto sensu. La casa, oltre a rispondere a un'esigenza primaria, è un bene capace di generare status e diritti. Questo articolo intende soprattutto segnalare piste interpretative delle fonti finora poco consuete. Si vuole in particolare osservare alcuni specifici aspetti dello scambio immobiliare, con l'obiettivo di mostrare come avviene l'allocazione dei capitali economici, sociali e relazionali all'interno di un gioco asimmetrico, nonché largamente per meato dal credito e dalle dinamiche sociali. Dal testo emerge l'importanza della scelta della tipologia abitativa e la connotazione sociale che questa conferiva al suo proprietario o locatario. Il caso della famiglia novarese dei Pernate è emblematico, poiché sono chiari e ben rintracciabili i passaggi che, dal contado, la portarono ai vertici del l'amministrazione di Novara
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Aversano, Francesco. "Regole sul cibo e sviluppo turistico dell'impresa agricola. Il caso dei food events." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 19 (February 2018): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-019001.

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Abstract:
La crescita del business nel settore alimentare non è solo legata alle tradizionali attività di distribuzione commerciale, ma anche al settore dell'ospitalità e del tempo libero. La frequente organizzazione di eventi gastronomici è, infatti, un fenomeno che è sicuramente in evoluzione, attraverso la vendita diretta dei prodotti, degustazioni o banchetti. Inoltre, anche le attività produttive e amministrative legate a determinati luoghi sono fattori che guidano lo sviluppo turistico. In questo contributo verranno analizzate tali opportunità, per aziende e territori, attraverso la legislazione del settore alimentare che è un modello di riferimento unitario, perché ha lo scopo di tutelare la sicurezza degli alimenti e salvaguardare il consumatore. In proposito, la legislazione del settore alimentare prevede norme volte a tutelare il consumatore sotto il profilo informativo e a promuovere i prodotti con un valore particolare. Inoltre, la genuinità dei prodotti e la loro origine hanno assunto un'importanza crescente non solo nella scelta del prodotto, ma anche riguardo l'origine del prodotto stesso. Analizzare la legislazione europea del settore alimentare significa, quindi, verificare anche la possibile afferenza alle attuali regole del mercato turistico, il clamore inevitabile sull'assenza di rischio alimentare, quale fattore importante per l'affidabilità della somministrazione del cibo.
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Barbera, Marzia. "Trasformazioni della figura del datore di lavoro e flessibilizzazione delle regole del diritto." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 126 (July 2010): 203–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126001.

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Abstract:
Il saggio analizza le trasformazioni subite dalla figura del datore di lavoro a seguito dei grandi mutamenti economici e sociali che hanno interessato l'ultima parte del secolo scorso, nonché le risposte che il diritto del lavoro ha dato a questi mutamenti. Viene, dapprima, descritta la disarticolazione dello spazio interno dell'impresa, con i processi di frammentazione ed esternalizzazione del ciclo produttivo, che hanno dato nuova centralitŕ alla questione di chi sia il datore di lavoro; e, successivamente, la disarticolazione spaziale esterna, dovuta all'allargarsi dei confini del mercato su scala transnazionale, che ha determinato un'accresciuta scelta da parte del datore del diritto che governa il rapporto di lavoro. Il saggio descrive poi come il diritto del lavoro ha affrontato le conseguenze di tali processi, ed in particolare la disarticolazione delle responsabilitŕ datoriali e la creazione per il datore di nuovi ambiti di immunitŕ nell'esercizio dei propri poteri. Le nuove tecniche di tutela impiegate sono prevalentemente di tipo relazionale, intervengono, cioč, in relazioni nelle quali diritti e doveri delle parti non sono interamente determinati a priori, e lo fanno attraverso strumenti quali l'adozione di criteri di attribuzione funzionale delle responsabilitŕ datoriali fra diverse entitŕ economiche e attraverso varie forme di bilanciamento di interessi, mediate dalle clausole generali e dai principi di eguaglianza e ragionevolezza. Ne risultano un'accentuata flessibilizzazione delle regole giuridiche e un tasso piů elevato di incertezza e imprevedibilitŕ del diritto, ma anche la scoperta di nuove funzioni dei principi e dei diritti fondamentali.
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Rebellato, Elisa. "Vincenzo Errante, Fernando Palazzi e "La Scala d'Oro": due letterati-editori all'origine di una collana per ragazzi negli anni trenta." SOCIETÀ E STORIA, no. 135 (July 2012): 89–118. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135005.

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Abstract:
Tra il 1932 e il 1936 la casa editrice Utet pubblicň "La Scala d'Oro", una collana graduata per l'infanzia che riscosse fin da subito un enorme successo. Ideatori e direttori della collana furono Vincenzo Errante e Fernando Palazzi, un germanista e un magistrato prestati al mondo dell'editoria. Collaboratori di numerose case editrici, concepirono il loro progetto durante la loro attivitÀ presso Mondadori, come tentativo di risposta ai mutamenti che stavano investendo il mercato del libro scolastico, a seguito dell'imposizione del Testo Unico per la scuola elementare. Tuttavia, le incomprensioni tra i direttori e Arnoldo finirono per favorire la casa editrice torinese. Numerosi corrispondenti scrissero a Palazzi in merito alla pubblicazione della collana. Da tali lettere emerge che punti di forza della serie furono la sapiente scelta dei testi, che mescolavano antico e moderno per fornire al giovane lettore un vasto panorama di conoscenze, e la ricchezza dell'apparato illustrativo, realizzato dai migliori artisti.
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Biorcio, Roberto, and Paolo Natale. "LA MOBILITÀ ELETTORALE DEGLI ANNI OTTANTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 385–430. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008649.

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Abstract:
IntroduzioneLo studio della mobilità elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alla problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che può assumere la mobilità elettorale costituisce però, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificità. Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un'altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalità secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, più in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni.Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse componenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si può cogliere anzitutto unalogica dell'identificazione,secondo cui l'elettore esprime adesione e solidarietà rispetto a qualche tipo di identità collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competizione. Le identità collettive che costituiscono il referente necessario per questo tipo di logica motivazionale possono essere già presenti nella società — e semplicemente trascritte o trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto — oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilità. Si può poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di unalogica dell'utilità(o della razionalità strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si può considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale — definibile comelogica della protesta— che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto o rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, né a rappresentarne le domande sociali. La logica della protesta si può esprimere non solo con l'astensionismo (attivo o passivo), ma anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica o sociale.È evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che può variare in base alle caratteristiche dell'elettore, alla congiuntura politico-sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio è la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di mobilità elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazionali può fare variare siale probabilitàdi mutamento delle precedenti scelte di voto, siale formeed ilsensoche questo mutamento può assumere.La logica della identificazione — declinata nelle forme più diverse — costituisce ovviamente la base della fedeltà elettorale di partito o, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabilità di mutamenti è ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si può leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. Il passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un'altra è un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare più per un partito in cui si erano identificati sperimentano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta o quelle del calcolo delle utilità.La logica della utilità si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si può riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo o di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi più generali (voto di opinione). Il calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto è funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali. Ci si può aspettare che quanto più pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilità, tanto più sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto.Anche la logica della protesta, se non è accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante significativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilità elettorale: in questo caso è l'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo più importante per l'espressione del risentimento dell'elettore.Si è rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel comportamento elettorale, analizzando in particolare:1)i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti — nel dopoguerra — nelle competizioni elettorali: la mobilità in questo caso può essere interpretata come l'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell'opzione elettorale sul quadro politico, o su una serie di politiche specifiche;2)i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilità di espressione elettorale — nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, o per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specificheissues(pensioni, ecologia, identità regionali, ecc.);3)il cambiamento dal voto al non voto, che può essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell'elettore) o nella capacità di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica;4)il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione o non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che può dipendere dalla accresciuta capacità di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevanza soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale.Lo studio empirico delle forme di mobilità elettorale presenta — come è noto — particolari difficoltà, sia perché ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, più in generale, per l'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni — a livello individuale — delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l'altra. A causa di tali difficoltà e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilità elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramitesurvey,analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune città e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni-campione. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti può convalidare o, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse è rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, più che alla discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi.
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Corigliano, Alessandra. "Web scraping e diritti di proprietà intellettuale nell'intermediazione di biglietti aerei low cost." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 22 (November 2018): 120–64. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-022005.

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Abstract:
Nella sentenza di seguito commentata, la Corte d'Appello di Milano, in merito alla decisione di Ryanair di escludere qualsiasi intermediazione commerciale nella vendita dei propri biglietti aerei, si è pronunciata nella vertenza tra la compagnia aerea irlandese e l'agenzia di viaggi italiana Viaggiare che, in primo grado, ha denunciato il comportamento di Ryanair in quanto avrebbe ostacolato con il proprio comportamento l'agenzia di viaggio nella vendita dei biglietti aerei di Ryanair direttamente ai consumatori, costringendo l'agenzia stessa a riutilizzare i dati forniti dal database di Ryanair al fine di vendere indirettamente i biglietti sul suo sito web. La Corte (in parziale riforma della sentenza del Tribunale di primo grado) ha ritenuto che la decisione della compagnia aerea di riservarsi la vendita di biglietti aerei non costituisse un abuso di posizione dominante come previsto dall'articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, in quanto Ryanair deteneva nel mercato dei voli europei solo il 10%, quota questa molto bassa, che varrebbe a escludere una posizione dominante della compagnia su detto mercato. Nell'ottica della normativa antitrust, è stata accolta la mozione di Ryanair volta ad escludere una posizione dominante sul mercato dei voli europei, mentre nell'ottica dei diritti di proprietà intellettuale la domanda di Ryanair è stata respinta. A questo proposito, la Corte non ha accolto la mozione di Ryanair in base alla quale l'uso dei suoi marchi da parte di Viaggiare violasse i diritti privativi di Ryanair; la Corte ha inoltre stabilito che il database di Ryanair non potesse essere considerato di proprietà di quest'ultima, in quanto lo stesso, essendo del tutto svincolato da specifiche tecniche e funzionali che ne dettano la scelta e l'organizzazione dei dati, non può essere considerato alla stregua di una manifestazione creativa e, quindi, proprietà intellettuale ai sensi dell'art. 2, 64-quinques e 64-sexies della Legge sul Copyright. La Corte ha quindi ritenuto che non vi fosse nemmeno protezione ai sensi della cosiddetta dottrina "sui generis" del database Rynair poiché la protezione di tale database era finalizzata ad escludere la commercializzazione dei biglietti aerei e non a proteggere gli sforzi di investimento di Ryanair. La condotta di Viagiare di "screen scraping" dei dati Ryanair relativi all'offerta di biglietti aerei è stata considerata legittima in quanto Ryanair - nei Termini di Utilizzo del suo sito web - ha fornito l'accesso (concessione di licenza) a terzi dei suoi dati
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Bertolini, Sonia. "Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 148–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124008.

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Abstract:
Il saggio evidenzia le connessioni tra due fenomeni: la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine da parte dei giovani in Italia. Si intende analizzare, se in un contesto come quello italiano caratterizzato da un sistema di welfare state non universalistico, essere occupati con un contrat to a termine diminuisca la probabilitŕ di uscita dalla famiglia di origine. Il saggio si concentra, inoltre, su un altro aspetto della questione ancora poco esplorato: se l'effetto della precarietŕ lavorativa sulla transizione alla vita adulta e la formazione della famiglia puň variare in funzione della classe sociale e del livello di istruzione, che in Italia sono fortemente correlati. Le due questioni saranno esplorate attraverso un'indagine quantitativa basata sui dati Istat delle Forze di Lavoro italiane (2008) che permettono di evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece permettono di "spiegare" le correlazioni, evidenziando i meccanismi sociali presenti.
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Barbarossa, Diamante. "La disciplina delle macellazioni rituali nell'Europa del benessere animale: tre decisioni della Corte di giustizia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (November 2021): 31–69. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001002.

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Abstract:
La sentenza della Corte di giustizia del 17 dicembre 2020 nella causa Centraal Israëlitisch Consistorie van België e a. ha stabilito che gli Stati membri possono imporre tecniche di stordimento reversibile in caso di macellazioni rituali, sostenendo che tale scelta realizzi un giusto bilanciamento tra benessere animale e libertà religiosa. Questa sentenza rappresenta la terza pronuncia in tre anni consecutivi in materia di macellazioni rituali, a riprova della complessità della questione. Il presente lavoro permette di ricostruire la disciplina dei mercati alimentari religiosi di carni halal e kosher, attraverso l'interpretazione delle principali disposizioni del reg. (CE) n. 1099/2009 in fatto di macellazioni rituali offerta dalle tre sentenze della Corte di giustizia, al fi ne di comprendere l'impatto di quest'ultime sulla disciplina. In seguito, si rifl etterà sulle maggiori problematiche che ancora oggi caratterizzano i mercati alimentari religiosi, soprattutto in fatto di informazioni, anche alla luce dell'auspicata etichettatura europea del benessere animale, promossa dalla Strategia From farm to fork a garanzia di scelte alimentari sostenibili.
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Calvosa, Paolo. "La capacitÀ di innovazione strategica nei settori della convergenza digitale: il caso Apple Inc." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 2 (June 2011): 125–48. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-002008.

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Abstract:
Negli ultimi anni, il processo di convergenza sta modificando radicalmente le logiche competitive nei mercati digitali. Alcuni studi hanno dimostrato che nei settori caratterizzati da elevata dinamicitÀ, come quelli creati da tale processo, la leadership di mercato č detenuta da imprese che assumono il ruolo di ‘innovatori strategici'. In questi mercati la Apple Inc. ha raggiunto un vantaggio competitivo durevole avendo sviluppato una capacitÀ di innovazione strategica continua che le ha consentito, nei diversi business in cui ha diversificato, di deviare sistematicamente dalle regole tradizionali del ‘gioco concorrenziale' e di creare un valore superiore per i clienti. Obiettivo del lavoro č quello di fornire, sulla base dell'analisi del modello di business adottato dalla Apple, alcune indicazioni circa le scelte da adottare per agevolare lo sviluppo di una serie di innovazioni strategiche di successo nei settori della convergenza digitale.
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Bianco, Adele. "La riforma del mercato del lavoro e il concetto di disoccupazione." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (November 2010): 123–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003012.

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Abstract:
Argomento del contributo č ricostruire come sia cambiata la concezione della disoccupazione. A seguito delle riforme del mercato del lavoro introdotte in Italia nel corso all'incirca degli ultimi quindici anni, si č scelto di legare lo stato di disoccupazione al reddito percepito. Innanzi tutto si osserverŕ che la disoccupazione si č fatta piů intricata da definire e da gestire. Relativamente all'attuale modalitŕ di accertamento e di mantenimento dello stato di disoccupazione, il lavoratore puň piů facilmente perdere una serie di benefici derivanti dal risultare disoccupato. La regolazione e gestione dello stato di disoccupazione non č riuscita a far calare il numero dei "veri" disoccupati e contraddice lo spirito delle politiche attive del lavoro, tendendo ad escludere quanti hanno una occupazione malsicura e conseguentemente legittimando il lavoro precario. Proveremo infine a interpretare, sotto il profilo sociale, culturale e valoriale, le ragioni del legame posto tra stato di disoccupazione e reddito percepito.
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Bragantini, Salvatore. "Il controllo dei mercati finanziari." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 53–59. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003006.

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Abstract:
Si propongono qui alcune riflessioni sull'adeguatezza delle scelte operate dal legislatore italiano (e prima ancora, spesso, da quello europeo) in tema di controllo dei mercati finanziari a tutela dei risparmiatori. La sintesi č che la lezione della crisi impone di non cedere sul ruolo delle Autoritŕ indipendenti, pur oggi non particolarmente amate forse perché ree di prendere sul serio non solo il sostantivo, ma anche l'aggettivo che le connota.
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Stagnaro, Carlo, and Federico Testa. "Nucleare, "modello finlandese" e mercato: una strada percorribile per l'Italia?" ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 2 (April 2011): 39–55. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-002002.

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Abstract:
Con la legge n. 99 del 2009, l'Italia ha fatto il primo passo verso il ritorno alla produzione di energia nucleare sul proprio territorio. Questo articolo intende valutare la compatibilità del nucleare con un mercato elettrico liberalizzato facendo riferimento al caso della Finlandia e alle soluzioni ivi adottate. In secondo luogo confronta le indicazioni che emergono da questo esame con le scelte compiute e da compiere da parte del governo italiano. Infine formula alcune proposte di policy per rendere compatibile gli investimenti in centrali nucleari con l'attuale organizzazione del mercato elettrico soggetta alle direttive europee.
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Zullo, Francesco, and Simone Rusci. "Lo shock sismico al servizio della speculazione: dinamiche immobiliari e rendita urbana nella città dell'Aquila." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 137–59. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1007.

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Abstract:
La teoria dello shock insegna come alcune scelte, seppur controverse in condizioni normali, possono sembrare una necessità per affrontare situazioni di emergenza come nel caso del terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito la città dell'Aquila. La necessità di edilizia "provvisoria" ha generato un forte stress urbanistico favorito dalle discutibili politiche terri-toriali adottate. Il lavoro presentato analizza gli effetti di queste scelte sul mercato immobiliare e sulla rendita urbana.
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Reviglio, Franco. "Globalizzazione ed equitŕ distributiva: il ruolo del mercato e delle scelte politiche." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (May 2009): 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/ep2008-003001.

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Abstract:
- Is globalisation the main determinant of the world's increasing inequity? Globalisation raises world welfare through increases in trade pushing economic growth and reducing poverty, but it worsens income discrepancies between skilled and unskilled workers in developed countries and between industrial workers and peasants in developing countries. Moreover, it does not benefit the poor living in countries that stay outside of the positive impact of globalisation on economic growth. As shown by the economic literature, the market is not responsible for income inequities, because it is neutral from the distributive side. The answer to the challenging equity issue is not protectionism built on barriers to trade and to the liberalisation process, but the adoption of political choices aimed at correcting income inequities both in developed and developing countries. JEL A1, D3, E6, F0, O1
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Spoto, Giuseppe. "Luci e ombre del sistema multilaterale degli accordi internazionali sul commercio dei prodotti agricoli." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(29) (December 30, 2021): 423–60. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.22.

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Abstract:
Anche se le regolazioni sul commercio dei prodotti agricoli si sono evoluti dagli obiettivi di piena liberalizzazione perseguiti per il commercio dei prodotti industriali, le regole del GATT sono state applicate fin dall’inizio. L’autore dell’articolo ricostruisce il quadro normativo delle fonti internazionali, con particolare attenzione all’Accordo SPS (sulle misure sanitarie e fitosanitarie), all’Accordo TBT (sulle barriere tecniche al commercio), e all’Accordo TRIPs (Trade Related Intellectual Property Rights; Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale). La seconda parte dello studio approfondisce il tema del commercio e dell’informazione a garanzia del diritto internazionale umanitario, partendo da un esame del caso del vino israeliano e dalla motivazione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (C-368/18). Da quando l’OMC è stata istituita sono avvenuti molti cambiamenti, ma soprattutto c’è stata un’inversione di rotta da parte dei Paesi industrializzati che hanno scelto di stimolare accordi commerciali bilaterali rispetto al sistema multilaterale, minando così l’importanza delle regole dell’OMC. La novità più significativa di questa evoluzione è che tali accordi bilaterali non sono più da considerare come ulteriori sviluppi nella costruzione del sistema multilaterale, ma sono spesso diventati dei veri e propri ostacoli alla ricostruzione. Per l’autore, sono proprio le regole del commercio internazionale stabilite con l’OMC a offrire le migliori garanzie di fronte alla crescita degli scambi e alla conquista sempre più crescente di quote significative del mercato mondiale da parte dei Paesi più aggressivi. Le crisi economiche degli ultimi anni e, soprattutto, i recenti sconvolgimenti dei mercati internazionali a seguito della pandemia hanno mostrato la necessità di rinnovare l’agenda globale, legando indissolubilmente la circolazione delle merci (soprattutto agricole) ad ulteriori obiettivi che non possono prescindere dal cambiamento climatico, dalla lotta all’inquinamento e dalla soluzione dei problemi ambientali che sono diventati temi da considerare come tasselli di un unico grande mosaico. Questi obiettivi richiederebbero un rilancio del multilateralismo e confermerebbero l’importanza di trovare un anello comune all’interno dell’OMC.
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Pugliese, Enrico. "Le migrazioni interne nella scena migratoria italiana: novitŕ, persistenze, luoghi comuni." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 121 (February 2011): 19–29. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121002.

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Abstract:
L'articolo fornisce un quadro teorico generale entro il quale si collocano i flussi migratori interni analizzati nel volume. Partendo dal carattere di crocevia migratorio dell'Italia, dalla storica compresenza di flussi in entrata e in uscita, sono passati in rassegna gli elementi di persistenza e di novitŕ del fenomeno delle migrazioni interne, sottolineando come il riemergere in forme nuove del fenomeno sia stato a lungo e diffusamente ignorato o considerato di minore rilevanza, spesso analizzato in modo superficiale e affidandosi a luoghi comuni. L'interpretazione dei flussi migratori va piuttosto riportata all'interno dell'analisi delle differenti articolazioni del mercato del lavoro.
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Trapè, Ilaria. "QualitĂ e competitivitĂ nelle produzioni agroalimentari. Le indicazioni geografiche tra esigenze di coerenza e di efficacia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 13–46. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003002.

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Abstract:
Il saggio - dopo aver descritto come nel percorso storico dell'alimentazione mondiale si stia configurando sempre di piĂą la ricerca di cibi di qualitĂ e, all'interno di questi, un "ritorno agli apprezzamenti antichi" - analizza la disciplina comunitaria delle indicazioni geografiche, valutandone, in particolare, la coerenza e l'efficacia. Le indicazioni geografiche devono perseguire anche fini di trasparenza del mercato, dovendo consentire ai consumatori di effettuare scelte consapevoli ma, nella prospettiva di un approccio piĂą flessibile all'origine, tale obiettivo risulta realizzato in via eventuale ed indiretta, non potendosi escludere il rischio di confusione o di errore del consumatore. Questo potrĂ essere evitato solo attraverso una lettura congiunta e coordinata delle discipline di settore. Il legislatore deve agire con regole coerenti ed efficaci che, qualificando l'intera filiera, realizzino non solo una compiuta e corretta comunicazione sul mercato, ma tutelino l'affidamento del consumatore in ordine alle qualitĂ del prodotto.
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Albisinni, Ferdinando. "Il diritto agrario europeo dopo Lisbona fra intervento e regolazione: i codici europei dell'agricoltura." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002003.

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Abstract:
Il lavoro indaga sugli esiti dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, quanto alla disciplina dell'agricoltura europea. L'esame di una serie di riforme, anteriori e successive al Trattato di Lisbona, induce a concludere che la ri-nazionalizzazione e ri-localizzazione di alcune scelte di governo dell'economia agricola si è accompagnata ad una rinnovata articolazione del rapporto fra economia e diritto nella politica agricola comune. Il diritto in senso proprio, il diritto regolatorio, in contrapposizione con il diritto incentivante, caratterizza in misura crescente la legislazione di fonte europea in materia agricola. Le riforme della Pac di fine ed inizio secolo si sono così tradotte nella posizione di codici europei dell'agricoltura, dal codice dei regimi di sostegno al reddito [con il reg. (CE) n. 1782/2003, e poi con il reg. (CE) n. 73/2009], al codice dello sviluppo rurale [con il reg. (CE) n. 1257/2009, e poi con il reg. (CE) n. 1698/2005], al codice del mercato e della commercializzazione dei prodotti agricoli [reg. (CE) n. 1234/2007, c.d. regolamento unico Ocm]. Queste discipline di fonte europea dialogano con le discipline di fonte nazionale e compongono, che non è unper i 27 Paesi che oggi compongono l'Unione Europea, ma piuttosto un, nel quale bisogni e soggetti, nazionali, regionali e locali, occupano un posto di rilievo accanto a quello proprio delle scelte disciplinari espresse centralmente.
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Michieli, Andrea. "Il "dialogo sociale" nella costruzione asimmetrica dell'Unione Europea, tra battute d'arresto e rilanci." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (August 2020): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-002004.

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Abstract:
Nel processo di integrazione europea l'avanzamento del "dialogo sociale" e la tutela dei diritti sociali sono sempre andati di pari passo. L'armonizzazione "nel progresso" sostenuta dalle parti sociali europee si è però arrestata con la gestione della crisi del 2008 e con le scelte comunitarie di governance economica. Il con-tributo, dopo aver ripercorso la genesi della concertazione sociale europea e il suo attuale stato di paralisi, mette in rilevo la necessità di un nuovo corso del "dialo-go sociale" che, con l'approvazione de Pilastro europeo dei diritti sociali, possa ridefinire l'equilibrio tra libertà e diritti nel mercato unico europeo
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Butera, Federico. "Innovazione e Ricerca e Sviluppo: la questione dell'organizzazione e del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 31–53. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122004.

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Abstract:
Quali caratteristiche hanno le imprese che brevettano? L'articolo affronta questo interrogativo a partire da una ricerca condotta su oltre 400 imprese italiane della meccanica e dell'alta tecnologia che hanno ottenuto brevetti europei nel decennio 1995-2004. Dall'indagine emerge un profilo chiaramente definito: sono imprese solide e innovative, che fronteggiano mercati altamente competitivi ottenendo delle buone performance economiche. Inoltre, le partnership innovative e l'attitudine a mescolare collaborazioni locali ed extralocali rappresentano dei tratti fortemente distintivi di queste aziende. Nel complesso, lo studio conferma la rilevanza del radicamento sociale e territoriale dell'innovazione, ma anche l'importanza delle scelte strategiche e organizzative compiute dalle imprese. Cruciale, per il loro successo, è la capacitŕ di bilanciareeprovenienti dall'esterno e dall'interno dell'organizzazione. Se da un lato le risorse esterne accrescono laper l'innovazione, dall'altro quelle interne ne potenziano la.
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Magni, Carlo, and Eleonora Renda. "Universitŕ e lavoro nel circolo vizioso della crisi." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 92 (October 2010): 83–122. http://dx.doi.org/10.3280/qua2010-092006.

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Abstract:
L'articolo intende affrontare il problema della difficile transizione dei giovani laureati dalla formazione universitaria al mercato del lavoro. Il tema della scarsa capacitŕ del sistema produttivo, specie in tempi di crisi, di valorizzare le competenze dei giovani laureati č di grande attualitŕ e ricco di implicazioni teoriche e di ricerca applicata sia in campo economico che sociale. Dopo una sommaria descrizione del contesto occupazionale generato dalla crisi, il lavoro illustra il quadro normativo di carattere prevalentemente nazionale che ha guidato la fase di attuazione delle politiche attive per il lavoro negli ultimi anni, con particolare riferimento a quelle che coinvolgono il sistema formativo universitario. Successivamente, sulla base dei dati raccolti, vengono esaminate e valutate le politiche nazionali di intermediazione universitaria divenute uno dei nuovi strumenti istituzionali per favorire l'incontro fra la domanda e l'offerta di lavoro. Inoltre č stato esaminato criticamente l'approccio tradizionalmente utilizzato per studiare il comportamento delle imprese e dei lavoratori nelle scelte di investimento in capitale umano e formazione per verificare se, tale approccio, č ancora in grado di interpretare adeguatamente la realtŕ emersa dalla crisi. Infine si giunge alla definizione di politiche desiderabili per favorire una buona occupazione e contrastare il consolidarsi degli effetti negativi della congiuntura sfavorevole sul mercato del lavoro, specie per le giovani generazioni di laureati.
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Arcuri, Maria Cristina, Elisa Bocchialini, and Monica Rossolini. "Crisi e proprietŕ delle Sgr: quali implicazioni sulla struttura delle commissioni?" ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 571–92. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003009.

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Abstract:
Recenti interventi di operatori del mercato hanno sottolineato l'importanza di indagare le conseguenze degli assetti proprietari dei soggetti gestori del risparmio, evidenziando un possibile legame tra crisi finanziaria e sistemi di corporate governance. Il presente lavoro intende approfondire tale ambito, cercando di definire i seguenti punti: la proprietŕ della Sgr č in grado di influenzare la struttura delle commissioni attive? La proprietŕ della Sgr č in grado di influenzare la struttura delle commissioni passive? Si evidenziano modifiche significative tra le commissioni del periodo precedente la crisi e successivo al manifestarsi della stessa? L'analisi č svolta su un campione di Sgr, distinte tra indipendenti e non indipendenti (ossia, in questo contesto, di proprietŕ di banche e assicurazioni). Di queste si analizzano commissioni attive e passive nel quadriennio 2005-2008. I risultati raggiunti consentono di formulare utili riflessioni sull'importanza delle caratteristiche di governance dei gestori del risparmio e sulle scelte dagli stessi operate al fine di superare la crisi finanziaria e recuperare margini di redditivitŕ.
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Benson, Bruce L. "Understanding Bureaucratic Behavior: Implications from the Public Choice Literature*." Journal of Public Finance and Public Choice 13, no. 2 (October 1, 1995): 89–117. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540101.

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Abstract:
Abstract L’analisi teorica del comportamento burocratico rivela che alcuni problemi tipici del fallimento del mercato non sono facilmente risolvibili attraverso la gestione pubblica. L’applicazione del modello utilizzato dalla scuola delle scelte pubbliche alle istituzioni burocratiche si fonda sull’individualismo metodologico, sull’individuo che massimizza la sua funzione d’utilità e sulle limitate possibility di controllo (scarsità e costo delle informazioni).Muovendo dai fondamentali contributi in materia prodotti da Niskanen, Tullock, Migué-Bélanger, Lindsay e Breton-Wintrobe, Benson esamina le relazioni tra politici, managers e burocrati all’interno dell’ambiente istituzionale che ne influenza i comportamenti. La discrezionalità burocratica può essere limitata da incentivi e vincoli opportunamente fissati, tenendo però presente che la razionalità dei burocrati risponde sempre agli incentivi e vincoli che si trova di fronte.L’inefficienza della burocrazia nasce sia dalla difficoltà o impossibilità di misurarne la performance e dagli alti costi di monitoraggio, sia dall’ambiente culturale nel quale è inserita. Attraverso l’esame di alcune politiche legislative statunitensi, l’Autore giunge alia conclusione che il solo modo di influenzae la performance della burocrazia è attraverso la rivolta fiscale.
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Pellegrino, Deborah. "“I buoni ammaestramenti che a ogni ora e sopra a ogni caso e’ riceverà da lui.” Un nuovo archetipo di padre mercante nei Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli." Quaderni d'italianistica 35, no. 1 (January 15, 2015): 27–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22350.

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Abstract:
Questo saggio propone una nuova lettura dei Ricordi di Giovanni Morelli, un’opera composita e funzionale in cui l’autore intesse un ritratto estremamente potente di sé, che diventa tanto più deciso quanto più contrasta con quello del padre Pagolo, e che si concretizza chiaramente negli ammaestramenti rivolti ai figli. Per riuscire dove il proprio genitore ha fallito, nella parte centrale del testo, Giovanni si consacra alla loro educazione e alla salvaguardia del patrimonio familiare, offrendo consigli pratici che sono saldamente legati alla propria conoscenza, esperienza ed eredità mercantile. È esattamente qui che riesce a creare un’immagine esemplare di sé, sia come padre onniscente, sia come abile mercante e a superare quella del genitore e della sua gente Morella. Operando una riscrittura attiva del passato e del presente, ed insegnando a guardare al futuro, lo scrittore realizza un lavoro affascinante, la cui genesi va ricercata in un’inconfessata e sottile condanna delle cattive scelte del padre e in un reale intento pedagogico, morale e autocelebrativo.
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Cerasoli, Mario, and Gianluca Mattarocci. "Rigenerazione urbana e finanza immobiliare: strategie di riuso intelligente delle città nell'era post-covid." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 45–60. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003004.

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Abstract:
La crisi pandemica ha stravolto il modo di vivere dei cittadini modificando l'ordine di priorità degli individui nelle loro scelte di investimento immobiliare e ha messo in evidenza i problemi dello sviluppo immobiliare degli ultimi decenni, che ha privilegiato la location rispetto alla qualità dell'immobile, spesso inseguendo modelli insediativi insostenibili, diffusi se non di-spersi. Il lockdown e lo smart working hanno evidenziato l'esigenza di ripensare l'abitare e di conseguenza il patrimonio immobiliare, privilegiando dimensione e qualità piuttosto che sol-tanto la location. In questo scenario, la rigenerazione urbana rappresenta uno strumento privi-legiato di intervento, anche se quasi sempre demandato all'iniziativa degli operatori privati. Sulla base di un'analisi combinata economico-urbanistica, l'articolo evidenzia le opportunità che la rigenerazione urbana può (e deve) avere sul mercato immobiliare e sulla società e quali devono essere allora i meccanismi di (buon) governo del territorio da parte delle istituzioni pubbliche per raggiungere un ragionevole equilibrio tra interesse collettivo e interesse privato (senza demonizzare la rendita).
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Forte, Fabiana, Claudia De Biase, and Pierfrancesco De Paola. "The multicultural territory of domitian coast: housing condition and real estate market [Il territorio multiculturale del litorale domizio: condizione abitativa e mercato immobiliare]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 81–92. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212808.

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Abstract:
In Italy, which has traditionally been a country of emigration since the unification of Italy, in the last thirty years there has been an intense increase in the flow of immigrants, resulting in economic, social and spatial problems. If the housing conditions represents one of the main indicators to measure the degree of social integration, in Italy a particularly weak segment in the housing demand is represented precisely by immigrants to whom the most degraded and inadequate sector of the housing stock is often destined. A phenomenon of particular note is represented by the settlement choices in the hinterland of large urban areas where there is a high percentage of foreign population (both official and unofficial). This is what happened in the Campania region, in the territory that starts from Caserta to get to Salerno, passing through the metropolitan city of Naples. In Italia, tradizionalmente paese d’emigrazione dall’unità in poi, negli ultimi trenta anni, si è assistito ad un intenso incremento del flusso di immigrati, con conseguenti impatti di carattere economico, sociale e spaziale. Se la condizione abitativa rappresenta uno dei principali indicatori per misurare il grado di integrazione sociale, un segmento particolarmente debole della domanda abitativa in Italia è rappresentato proprio dagli immigrati, cui spesso risulta destinato il settore più degradato e inadeguato del patrimonio abitativo. Un fenomeno di particolare rilievo è rappresentato dalle scelte insediative nell’hinterland delle grandi aree urbane, dove si registra un alta concentrazione di popolazione straniera (sia ufficiale che ufficiosa). Ed è quanto è successo in regione Campania, nell’area che parte da Caserta per arrivare a Salerno, passando per la città metropolitana di Napoli.
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Li Calzi, Giada. "Perché parlare di complessità e management della Sanità è attuale." MECOSAN, no. 118 (August 2021): 9–54. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-118002.

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Abstract:
La sociologia della complessita aiuta a guardare a fenomeni propri della post-modernita, in cui la dimensione planetaria dell'economia e dei mercati finanziari e una crescente interconnessione tramite il web trasformano la condizione dell'uomo "costretto" a confrontarsi con multicause dagli effetti non prevedibili deterministicamente, non lineari, emergenti da processi di auto-organizzazione, in un mondo sempre piu ampio e accelerato dai progressi nelle conoscenze scientifiche. Anche la sanita va verso un approccio sempre piu tecnologico e data-driven. L'Autrice evidenzia che se si tratta di tecnologie intensive, che incorporano il ruolo e le scelte dell'essere umano, per cui poter predire non coincide necessariamente con il poter controllare, il ruolo del manager in Sanita diventa quello di facilitatore di processi flessibili, capaci di adattarsi a un ambiente incerto e mutevole, anche dotandosi di nuovi profili di competenza capaci di collegare saperi esperti.
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Varaldo, Riccardo, Daniele Dalli, Riccardo Resciniti, and Annalisa Tunisini. "Marketing e intangibles per la competitivitŕ delle medie imprese italiane." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 207–25. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002001.

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Abstract:
Il paper analizza il ruolo del marketing soprattutto nelle sue componenti piů intangibili nelle strategie competitive delle medie imprese industriali italiane di successo. In particolare, si individuano le scelte di posizionamento di queste imprese e si esamina attraverso quali politiche di branding, pricing e comunicazione e quali relazioni di canale esse sono realizzate. Finalitŕ ultima del paper č l'identificazione dei modelli di successo nella gestione del marketing e l'analisi dei casi mira ad evidenziare come a) l'eccellenza di marketing segue a un generale recupero di competitivitŕ che si basa sul distacco dai modelli imprenditoriali tradizionali e sull'adesione a un modello d'impresa manageriale che gestisce direttamente il rapporto con i mercati, b) l'eccellenza di marketing esprime di rado una via italiana al marketing in senso stretto, quanto piuttosto una corretta applicazione dei principi del marketing tout court in grado di valorizzare il patrimonio di risorse cui sono applicati. Sul piano metodologico il paper si avvale dell'analisi dei risultati di 29 casi di studio di medie imprese con performance superiori alle medie dei rispettivi settori (alimentari, prodotti per la persona, prodotti per la casa, meccanica leggera, cantieristica). La ricerca č stata promossa dalla Societŕ Italiana di Marketing e ad essa hanno partecipato 29 gruppi di ricerca di 21 atenei diversi.
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Guido, Alpa. "Responsabilitŕ sociale dell'impresa, enti non profit, etica degli affari." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 199–227. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002001.

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Abstract:
Č variegato lo scenario nel quale sta evolvendo la "responsabilitŕ sociale dell' impresa", un'idea, poi trasformatasi in corrente intellettuale e in iniziative di natura culturale ed istituzionale, che vede protagonisti le imprese, le categorie professionali, le Amministrazioni pubbliche, larghi strati della societŕ civile nonché Governi e Parlamenti. La responsabilitŕ sociale impegna gli operatori economici a valutare - nell'ambito di uno "sviluppo sostenibile" - gli effetti dell'attivitŕ economica sui suoi destinatari e sull'ambiente, e a contribuire alla formazione di un'etica sociale: l'ente organizzato in forma collettiva - corporate, come suona la formula importata dal mondo anglo- americano - č chiamato a prender consapevolezza della dimensione sociale dello sviluppo in cui si confrontano e si contemperano esigenze economiche ed esigenze della collettivitŕ e a recare il proprio contributo alla tutela di diritti e interessi individuali e collettivi sui quali si ripercuotono le scelte, i comportamenti, le strategie dell'agire economico. Č una delle risposte - tra le molte che si potrebbero dare - al progressivo sgretolamento dello Stato sociale, alle aggressioni all'ambiente, alla creazione dei bisogni consumistici, alla precarietŕ del lavoro, alla opacitŕ dei rapporti negoziali, alla ingovernabilitŕ della globalizzazione dei mercati. Questa risposta riposa sul contributo volontario degli operatori e si colloca dunque in uno spazio che va al di lŕ di ciň che ad essi č richiesto dagli obblighi imposti dalla legge.
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Costato, Luigi. "Lo storico problema dell’alimentazione: la sicurezza degli approvvigionamenti, la food sovereignity e la nuova agricoltura." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(29) (December 30, 2021): 169–81. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.6.

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Abstract:
L’agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l’affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l’umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell’impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l’uomo incentiverà l’arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l’allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza.
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Colombetti, Elena. "Tecnologia, medicina e società: un gioco di alleanze e di tensioni." Medicina e Morale 50, no. 3 (June 30, 2001): 491–508. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.727.

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Abstract:
All’interno dell’orizzonte delineato dal rapido progresso medico accompagnato dalla massiccia presenza della tecnologia nasce la necessità di ripensare la collocazione della medicina in relazione al più ampio contesto della società in cui essa è inserita. Esistono tensioni tra il bisogno di una copertura universale della medicina di base e il crescente costo delle prestazioni, tra i risultati teoricamente raggiungibili e la limitazione delle risorse, tra l’aspettativa individuale e l’impossibilità di sconfiggere definitivamente ogni malattia. Callahan, uno dei padri della bioetica nordamericana, pone l’accento sulla necessità di promuovere una medicina socialmente ed economicamente sostenibile e per far questo indica come categoria principale il concetto di limite. Si tratta di ripensare le priorità della società nel suo complesso, tenendo presente che in un contesto di risorse limitate la maggior spesa nel settore medico va comunque a scapito degli investimenti in un altro, e che il divario tra le fasce ricche e quelle povere della popolazione (rinvenibile sia all’interno dei singoli Paesi che tra nord e sud del mondo) richiedono una concreta attenzione che si traduce anche in una maggior sforzo per ampliare la copertura di base più che ad ulteriori sforzi nella linea di costosi interventi specialistici per patologie acute. La proposta è quella di elaborare un diverso modello di progresso medico che valuti i passi non esclusivamente in termini di benefici individuali, ma anche di effetti sulla salute della popolazione, che riconosca in questo campo l’importanza delle condizioni sociali, economiche e culturali, che sappia anche accontentarsi dei livelli raggiunti nello sforzo di migliorare la salute di persone che hanno già la più alta aspettativa di vita mai raggiunta nella storia. Tutto questo deve poi fare i conti con una duplice dimensione: da una parte non può dimenticare l’intreccio esistente con le strategie e la logica di mercato che si presenta come il naturale alleato del progresso tecnologico e della sempre più esigente domanda di prestazioni, ma che non può essere assunto come unica guida delle scelte di ambito pubblico, dall’altra deve tener presente che la visione liberale o comunitaria da cui si parte per la pianificazione dell’organizzazione sociale e politica porta ad esiti molto diversi. In ultima analisi l’accettazione della finitezza, che la proposta di Callahan richiede, porta a strutturare una gerarchia di valori, ma questo comporta a sua volta una solida fondazione ontologica capace di sollevarsi al di sopra di una visione biologico-meccanicistica del problema in oggetto.
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Graziottin, Alessandra, Angela Cuccarollo, Massimo P. Franchi, and Stefano Uccella. "Patologie mestruali e contraccezione: principi di personalizzazione della scelta terapeutica." L'Endocrinologo, October 18, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01155-9.

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Abstract:
SommarioLe patologie mestruali sono un problema di salute che affligge dal 5 all’80% delle donne, a seconda della specifica patologia considerata e dei diversi studi. Sono rappresentate da alterazioni del ciclo mestruale (alterazioni del ritmo, della quantità e della durata e dismenorrea) e disturbi extra-uterini correlati alla mestruazione, fra i quali rientrano anche le patologie infiammatorie e autoimmunitarie con esacerbazione catameniale. La contraccezione ormonale offre alle donne non solo un importante strumento per evitare gravidanze indesiderate, ma anche un’efficace opzione terapeutica nel trattamento delle patologie mestruali. I contraccettivi ormonali si dividono in metodi a breve durata d’azione (SARCs), quali contraccettivo orale estroprogestinico (COC), contraccettivo orale progestinico (POP), anello vaginale estroprogestinico e cerotto transdermico estroprogestinico, e metodi a lunga durata d’azione (LARCs), quali dispositivi intrauterini medicati al progesterone e impianto sottocutaneo. La combinazione dell’estrogeno e del progestinico in essi contenuto, nonché i differenti dosaggi e le vie di somministrazione, devono essere tenuti in considerazione nella personalizzazione del trattamento, sia al fine di fornire a ogni donna la terapia più adeguata alle sue necessità e ai suoi disturbi, sia in funzione delle specifiche controindicazioni. In questa rassegna analizziamo brevemente le diverse patologie mestruali, proponiamo una panoramica dei diversi contraccettivi ormonali a oggi disponibili sul mercato e riassumiamo le controindicazioni al loro utilizzo.
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Dal Corso, Marco, and Humberto Araujo Quaglio de Souza. "La recezione dell’opera di Rubem Alves in Italia: contributo pedagogico e teologico." Numen 24, no. 2 (July 1, 2022). http://dx.doi.org/10.34019/2236-6296.2021.v24.36632.

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Abstract:
Se si tratta di provare a descrivere la recezione del pensiero di Rubem Alves attraverso le pubblicazioni apparse nel mercato editoriale italiano, la prima cosa da fare è provare a rendere conto delle stesse, in una per quanto rapida presentazione. Dopo le opere di carattere teologico tradotte in italiano ancora ad inizio anni ’70 (“Teologia della speranza umana” e “Il figlio del domani” entrambi per Queriniana), un certo successo editoriale lo gode il libro “Parole da mangiare” (edizioni Qiqjaon, 1998). Qualche anno dopo, per i tipi EMI viene pubblicato “La scuola che ho sempre sognato” (2003), mentre l’editore Qiqiaon propone un altro piccolo volume dal titolo “Il canto della vita” nel 2013. Se fin qui si tratta di traduzioni, nel 2014 l’editore Pazzini pubblica un volume che raccoglie e ordina i brevi racconti che Alves mensilmente pubblica, a partire dal 1999, nella rubrica “La pagina di Alves” sulla rivista interculturale “CEM-mondialità”. Così anche il volume dal titolo “Pedagogia del desiderio” dell’anno successivo, pubblicato da EDB, è una raccolta scelta tra i tanti racconti di carattere educativo e pedagogico di Alves apparsi nella rivista. Nel 2018, infine, ancora la comunità di Bose, responsabile delle edizioni Qiqajon, pubblica un nuovo libretto a firma di Alves sui temi della fragilità e della vecchiaia titolandolo “La bellezza del crepuscolo”.
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Salerni, Anna. "Il tirocinio universitario come strumento orientativo/formativo. Il modello dei Corsi di laurea pedagogici della Sapienza (Università di Roma)." Revista Practicum 1, no. 1 (August 8, 2016). http://dx.doi.org/10.24310/revpracticumrep.v1i1.8258.

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Abstract:
Scienze dell’educazione della “Sapienza”, Università di Roma. Il valore formativo dell’attività di tirocinio nello sviluppo della professionalità non risiede soltanto nella possibilità di favorire un generico raccordo tra formazione e lavoro. Esso è legato anche alle molteplici possibilità di facilitare la scelta professionale degli studenti, di poter realizzare un’esperienza pratico-professionale e, ancora, di acquisire competenze sociali nelle “comunità di pratica” lavorative. L’attività di tirocinio universitario, infatti, se ben progettata e organizzata, permette ai giovani di raggiungere una formazione utile ad affrontare il mondo sociale e produttivo consentendo loro di compiere suelte professionali consapevoli. Inoltre, grazie a un tirocinio ben programmato, le organizzazioni che ospitano gli studenti (imprese, enti pubblici e privati) possono avere una conoscenza diretta degli specifici profili professionali formati attraverso i percorsi universitari e delle possibili risorse umane da impiegare. I Corsi di laurea pedagogici della "Sapienza” hanno realizzato un modello circolare e integrato di tirocinio ovvero un modello che permette di pianificare un percorso formativo adeguato al raggiungimento degli obiettivi di studio e di lavoro, tenendo conto delle competenze, delle conoscenze e degli interessi degli studenti nonché dell’evoluzione del mercato del lavoro. Per rendere il tirocinio uno strumento realmente formativo e orientativo per le scelte anche lavorative, è fondamentale una sistematica attività di riflessione critica sull’intera attività da parte di tutti gli attori coinvolti: riflessione da condursi dalla fase di avvio fino a quella finale. Centrale in tale azione è il monitoraggio dell’attività, avviata fin dall’a.a. 2002-2003, nelle sue diverse fasi e per mezzo di differenti strumenti di rilevazione ora quasi tutti digitalizzati (da strumenti maggiormente strutturati come i questionari a strumenti semi strutturati e aperti, quale il colloquio e la relazione di tirocinio).
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Barros, Paulo Henrique Nunes De, and Josefa Sônia Pereira da Fonseca. "Come ottenere la riduzione dei costi attraverso lo stoccaggio e la distribuzione: un approccio logistico." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, April 22, 2021, 110–41. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/economia-aziendale/approccio-logistico.

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Abstract:
Il presente lavoro mira a rivelare la possibilità di ridurre i costi delle aziende con interferenze nella Gestione della Catena di fornitura, in particolare in Magazzino e Distribuzione, attraverso la presentazione dettagliata del tema riduzione dei costi e il argomento di studio dei risultati ottenuti dall’azienda UPS, scelta per essere la più grande azienda nel settore logistico. Lo studio cerca di rispondere alla domanda su come ottenere la riduzione dei costi attraverso lo stoccaggio e la distribuzione, dal punto di vista della logistica. Per questo verrà presentata la prospettiva della logistica nella business administration, chiarendo i concetti di gestione e visione della filiera, trasporto e stoccaggio, raccolta e distribuzione dei prodotti, combinando il case study proposto con i concetti di rilevanza nell’area della Gestione della Catena di fornitura (CS). Di conseguenza, abbiamo scoperto che è possibile ottenere una riduzione dei costi attraverso una gestione razionale di CS, evidenziando l’importanza della Logistica, dei suoi strumenti e della sua storia, mostrando i metodi utilizzati da UPS nella sua gestione di CS, per raggiungere livelli internazionali di eccellenza sul territorio, e risultati sopra le attese, prestando particolare attenzione a ciascuna delle fasi di gestione: Stoccaggio e Distribuzione dei prodotti. Il documento conclude che le aziende che intendono affermarsi nel complesso campo della logistica devono comprendere non solo tutti gli anelli della filiera, avendo come valore l’impegno per il risultato della qualità, ma anche un efficiente Magazzino e gestione della distribuzione, con l’utilizzo di moderni strumenti di integrazione come nel caso dei sistemi ERP, puntando al loro reale inserimento nel mercato internazionale che ha numerose attrattive. Per riuscire a ridurre i costi della Catena di fornitura, è essenziale un modello di business basato sulla risposta con la sofisticazione finanziaria richiesta dalle best practice, è essenziale la gestione totale e la visione del ciclo della Catena di fornitura, raggiungendo una maggiore agilità ed efficacia.
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Araújo, Gizelda Rodrigues de, Josiane Machado Fagundes Freitas, and Nayara Aryan Melo Souza. "Il ruolo storico dell’inserimento delle donne nel mercato del lavoro e il loro doppio turno." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, November 12, 2021, 76–97. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/storia/inserimento-delle-donne.

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Abstract:
Questo studio si propone di comprendere il ruolo storico della partecipazione femminile al mercato del lavoro, nonché l’articolazione tra lavoro domestico e lavoro retribuito. Il punto di partenza era la seguente domanda: come si stabiliscono le relazioni tra le disuguaglianze di genere e le difficoltà delle donne nell’articolazione tra lavoro domestico e lavoro retribuito? In tal modo, questa ricerca è giustificata dall’osservanza della realtà relativa al doppio, o anche al triplo turno, delle donne Uruaçu, in cui si verifica la concomitanza del lavoro retribuito con le faccende domestiche, e in molti casi, ancora, lo studio . L’articolo in questione è una ricerca sul campo e una ricerca bibliografica esplorativa, sviluppata con un campione di 50 donne, nell’area urbana di Uruaçu, scelte a caso, attraverso un questionario di 16 domande, oggettive e soggettive. , con lo scopo di indagare se anche le donne Uruaçu condividano questo doppio viaggio. Si conclude, quindi, che sono necessari maggiori investimenti nelle politiche pubbliche per garantire la valorizzazione del lavoro, anche in termini di diritti alla previdenza sociale, poiché questo numero di ore lavorate dalle donne non è contabilizzato ai fini pensionistici.
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Zuliani, Federico. "En samling politiske håndskrifter fra slutningen af det 16. århundrede : Giacomo Castelvetro og Christian Barnekows bibliotek." Fund og Forskning i Det Kongelige Biblioteks Samlinger 50 (April 29, 2015). http://dx.doi.org/10.7146/fof.v50i0.41248.

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Abstract:
Federico Zuliani: Una raccolta di scritture politiche della fine del sedicesimo secolo. Giacomo Castelvetro e la biblioteca di Christian Barnekow. Alla pagina 68 recto del manoscritto Vault Case Ms. 5086, 73/2, Newberry Library, Chicago, ha inizio il “Registro di tutte le scritture politiche del S[igno]r Christiano Bernicò”. Il testo è preceduto da un altro elenco simile, sebbene più breve, che va sotto il titolo di “Memoriale D’alcune scritture politiche, che furon donate alla Reina Maria Stuarda Prigioniera in Inghilterra l’anno di salute m.d.lxxxiii. Dal S[igno]re di Cherelles”. Il manoscritto 5086, 73/2 fa parte di una collezione di dieci volumi (originariamente undici) appartenuti a Giacomo Castelvetro e oggi conservati negli Stati Uniti. I codici, le cui vicende di trasmissione sono, in parte, ancora poco chiare, furono sicuramente compilati da Castelvetro durante il periodo che passò in Danimarca, tra l’estate del 1594 e l’autunno del 1595. Il soggiorno danese di Castelvetro ha ricevuto attenzioni decisamente minori di quelle che invece meriterebbe. Alla permanenza in Danimarca è riconducibile infatti l’opera più ambiziosa dell’intera carriera del letterato italiano: vi vennero assemblati, con l’idea di darli poi alle stampe, proprio i volumi oggi negli Stati Uniti. La provenienza è provata tanto dall’indicazione, nei frontespizi, di Copenaghen come luogo di composizione, quanto dalle annotazioni autografe apportate da Castelvetro, a conclusione dei testi, a ricordare quando e dove fossero stati trascritti; oltre a Copenaghen vi si citano altre due località, Birkholm e Tølløse, entrambe sull’isola danese di Sjællad, ed entrambe amministrate da membri dell’influente famiglia Barnekow. E’ a Giuseppe Migliorato che va il merito di aver identificato per primo in Christian Barnekow il “Christiano Bernicò” della lista oggi alla Newberry Library. Christian Barnekow, nobile danese dalla straordinaria cultura (acquisita in uno studierejse durato ben diciassette anni), a partire dal 1591 fu al servizio personale di Cristiano IV di Danimarca. Barnekow e Castelvetro si dovettero incontrare a Edimburgo, dove il primo era giunto quale ambasciatore del monarca danese e dove il secondo si trovava già dal 1592, come maestro di italiano di Giacomo Stuart e di Anna di Danimarca, sorella di Cristiano IV. Sebbene non si possa escludere un ruolo di Anna nell’introdurli, è più probabile che sia stata la comune amicizia con Johann Jacob Grynaeus a propiziarne la conoscenza. Il dotto svizzero aveva infatti dato ospitalità a Barnekow, quando questi era studente presso l’università di Basilea, ne era divenuto amico e aveva mantenuto i rapporti nel momento in cui il giovane aveva lasciato la città elvetica. Grynaeus era però anche il cognato di Castelvetro il quale aveva sposato Isotta de’ Canonici, vedova di Thomas Liebler, e sorella di Lavinia, moglie di Grynaeus sin dal 1569. Isotta era morta però nel marzo del 1594, in Scozia, ed è facile immaginare come Barnekow abbia desiderato esprimere le proprie condoglianze al marito, cognato di un suo caro amico, e vedovo di una persona che doveva aver conosciuto bene quando aveva alloggiato presso la casa della sorella. Castelvetro, inoltre, potrebbe essere risultato noto a Barnekow anche a causa di due edizioni di opere del primo marito della moglie curate postume dal letterato italiano, tra il 1589 e il 1590. Thomas Liebler, più famoso con il nome latinizzato di Erasto, era stato infatti uno dei più acerrimi oppositori di Pietro Severino, il celebre paracelsiano danese; Giacomo Castelvetro non doveva essere quindi completamente ignoto nei circoli dotti della Danimarca. La vasta cultura di Christian Barnekow ci è nota attraverso l’apprezzamento di diversi suoi contemporanei, quali Grynaeus, Jon Venusinus e, soprattutto, Hans Poulsen Resen, futuro vescovo di Sjælland e amico personale di Barnekow a cui dobbiamo molte delle informazioni in nostro possesso circa la vita del nobile danese, grazie all’orazione funebre che questi tenne nel 1612 e che venne data alle stampe l’anno successivo, a Copenaghen. Qui, ricordandone lo studierejse, il vescovo raccontò come Barnekow fosse ritornato in Danimarca “pieno di conoscenza e di storie” oltre che di “relazioni e discorsi” in diverse lingue. Con questi due termini l’ecclesiastico danese alludeva, con tutta probabilità, a quei documenti diplomatici, relazioni e discorsi di ambasciatori, per l’appunto, che rientravano tra le letture preferite degli studenti universitari padovani. La lista compilata da Castelvetro, dove figurano lettere e istrutioni ma, soprattutto, relationi e discorsi, era un catalogo di quella collezione di manoscritti, portata dall’Italia, a cui fece riferimento l’ecclesiastico danese commemorando Christian Barnekow. Tutti coloro i quali si sono occupati dei volumi oggi negli Stati Uniti si sono trovati concordi nel ritenerli pronti per la pubblicazione: oltre alle abbondanti correzioni (tra cui numerose alle spaziature e ai rientri) i volumi presentano infatti frontespizi provvisori, ma completi (con data di stampa, luogo, impaginazione dei titoli – a loro volta occasionalmente corretti – motto etc.), indici del contenuto e titolature laterali per agevolare lettura e consultazione. Anche Jakob Ulfeldt, amico e compagno di viaggi e di studi di Barnekow, riportò a casa una collezione di documenti (GKS 500–505 fol.) per molti aspetti analoga a quella di Barnekow e che si dimostra di grande importanza per comprendere peculiarità e specificità di quella di quest’ultimo. I testi di Ulfeldt risultano assemblati senza alcuna coerenza, si rivelano ricchi di errori di trascrizione e di grammatica, e non offrono alcuna divisione interna, rendendone l’impiego particolarmente arduo. Le annotazioni di un copista italiano suggeriscono inoltre come, già a Padova, potesse essere stato difficoltoso sapere con certezza quali documenti fossero effettivamente presenti nella collezione e quali si fossero smarriti (prestati, perduti, pagati ma mai ricevuti…). La raccolta di Barnekow, che aveva le stesse fonti semi-clandestine di quella dell’amico, doveva trovarsi in condizioni per molti versi simili e solo la mano di un esperto avrebbe potuto portarvi ordine. Giacomo Castelvetro – nipote di Ludovico Castelvetro, uno dei filologi più celebri della propria generazione, e un filologo egli stesso, fluente in italiano, latino e francese, oltre che collaboratore di lunga data di John Wolfe, editore londinese specializzato nella pubblicazione di opere italiane – possedeva esattamente quelle competenze di cui Barnekow aveva bisogno e ben si intuisce come mai quest’ultimo lo convinse a seguirlo in Danimarca. I compiti di Castelvetro presso Barnekow furono quelli di passarne in rassegna la collezione, accertarsi dell’effettivo contenuto, leggerne i testi, raggrupparli per tematica e area geografica, sceglierne i più significativi, emendarli, e prepararne quindi un’edizione. Sapendo che Castelvetro poté occuparsi della prima parte del compito nei, frenetici, mesi danesi, diviene pure comprensibile come mai egli portò con sé i volumi oggi negli Stati Uniti quando si diresse in Svezia: mancava ancora la parte forse più delicata del lavoro, un’ultima revisione dei testi prima che questi fossero passati a un tipografo perché li desse alle stampe. La ragione principale che sottostò all’idea di pubblicare un’edizione di “scritture politiche” italiane in Danimarca fu la presenza, in tutta l’Europa centro settentrionale del tempo, di una vera e propria moda italiana che i contatti tra corti, oltre che i viaggi d’istruzione della nobiltà, dovettero diffondere anche in Danimarca. Nel tardo Cinquecento gli autori italiani cominciarono ad essere sempre più abituali nelle biblioteche private danesi e la conoscenza dell’italiano, sebbene non completamente assente anche in altri settori della popolazione, divenne una parte fondamentale dell’educazione della futura classe dirigente del paese nordico, come prova l’istituzione di una cattedra di italiano presso l’appena fondata Accademia di Sorø, nel 1623. Anche in Danimarca, inoltre, si tentò di attrarre esperti e artisti italiani; tra questi, l’architetto Domenico Badiaz, Giovannimaria Borcht, che fu segretario personale di Frederik Leye, borgomastro di Helsingør, il maestro di scherma Salvator Fabris, l’organista Vincenzo Bertolusi, il violinista Giovanni Giacomo Merlis o, ancora, lo scultore Pietro Crevelli. A differenza dell’Inghilterra non si ebbero in Danimarca edizioni critiche di testi italiani; videro però la luce alcune traduzioni, anche se spesso dal tedesco, di autori italiani, quali Boccaccio e Petrarca, e, soprattutto, si arrivò a pubblicare anche in italiano, come dimostrano i due volumi di madrigali del Giardino Novo e il trattato De lo schermo overo scienza d’arme di Salvator Fabris, usciti tutti a Copenaghen tra il 1605 e il 1606. Un’ulteriore ragione che motivò la scelta di stampare una raccolta come quella curata da Castelvetro è da ricercarsi poi nello straordinario successo che la letteratura di “maneggio di stato” (relazioni diplomatiche, compendi di storia, analisi dell’erario) godette all’epoca, anche, se non specialmente, presso i giovani aristocratici centro e nord europei che studiavano in Italia. Non a caso, presso Det Kongelige Bibliotek, si trovano diverse collezioni di questo genere di testi (GKS 511–512 fol.; GKS 525 fol.; GKS 500–505 fol.; GKS 2164–2167 4º; GKS 523 fol.; GKS 598 fol.; GKS 507–510 fol.; Thott 576 fol.; Kall 333 4º e NKS 244 fol.). Tali scritti, considerati come particolarmente adatti per la formazione di coloro che si fossero voluti dedicare all’attività politica in senso lato, supplivano a una mancanza propria dei curricula universitari dell’epoca: quella della totale assenza di qualsivoglia materia che si occupasse di “attualità”. Le relazioni diplomatiche risultavano infatti utilissime agli studenti, futuri servitori dello Stato, per aggiornarsi circa i più recenti avvenimenti politici e religiosi europei oltre che per ottenere informazioni attorno a paesi lontani o da poco scoperti. Sebbene sia impossibile stabilire con assoluta certezza quali e quante delle collezioni di documenti oggi conservate presso Det Kongelige Bibliotek siano state riportate in Danimarca da studenti danesi, pare legittimo immaginare che almeno una buona parte di esse lo sia stata. L’interesse doveva essere alto e un’edizione avrebbe avuto mercato, con tutta probabilità, anche fuori dalla Danimarca: una pubblicazione curata filologicamente avrebbe offerto infatti testi di gran lunga superiori a quelli normalmente acquistati da giovani dalle possibilità economiche limitate e spesso sprovvisti di una padronanza adeguata delle lingue romanze. Non a caso, nei medesimi anni, si ebbero edizioni per molti versi equivalenti a quella pensata da Barnekow e da Castelvetro. Nel 1589, a Colonia, venne pubblicato il Tesoro politico, una scelta di materiale diplomatico italiano (ristampato anche nel 1592 e nel 1598), mentre tra il 1610 e il 1612, un altro testo di questo genere, la Praxis prudentiae politicae, vide la luce a Francoforte. La raccolta manoscritta di Barnekow ebbe però anche caratteristiche a sé stanti rispetto a quelle degli altri giovani danesi a lui contemporanei. Barnekow, anzitutto, continuò ad arricchire la propria collezione anche dopo il rientro in patria come dimostra, per esempio, una relazione d’area fiamminga datata 1594. La biblioteca manoscritta di Barnekow si distingue inoltre per l’ampiezza. Se conosciamo per Ulfeldt trentadue testi che questi portò con sé dall’Italia (uno dei suoi volumi è comunque andato perduto) la lista di “scritture politiche” di Barnekow ne conta ben duecentoottantaquattro. Un’altra peculiarità è quella di essere composta inoltre di testi sciolti, cioè a dirsi non ancora copiati o rilegati in volume. Presso Det Kongelige Bibliotek è possibile ritrovare infatti diversi degli scritti registrati nella lista stilata da Castelvetro: dodici riconducibili con sicurezza e sette per cui la provenienza parrebbe per lo meno probabile. A lungo il problema di chi sia stato Michele – una persona vicina a Barnekow a cui Castelvetro afferma di aver pagato parte degli originali dei manoscritti oggi in America – è parso, di fatto, irrisolvibile. Come ipotesi di lavoro, e basandosi sulle annotazioni apposte ai colophon, si è proposto che Michele potesse essere il proprietario di quei, pochi, testi che compaiono nei volumi oggi a Chicago e New York ma che non possono essere ricondotti all’elenco redatto da Castelvetro. Michele sarebbe stato quindi un privato, legato a Barnekow e a lui prossimo, da lui magari addirittura protetto, ma del quale non era al servizio, e che doveva avere presso di sé una biblioteca di cui Castelvetro provò ad avere visione al fine di integrare le scritture del nobile danese in vista della sua progettata edizione. Il fatto che nel 1596 Michele fosse in Italia spiegherebbe poi come potesse avere accesso a questo genere di opere. Che le possedesse per proprio diletto oppure che, magari, le commerciasse addirittura, non è invece dato dire. L’analisi del materiale oggi negli Stati Uniti si rivela ricca di spunti. Per quanto riguarda Castelvetro pare delinearsi, sempre di più, un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura italiana nell’Europa del secondo Cinquecento, mentre Barnekow emerge come una figura veramente centrale nella vita intellettuale della Danimarca a cavallo tra Cinque e Seicento. Sempre Barnekow si dimostra poi di grandissima utilità per iniziare a studiare un tema che sino ad oggi ha ricevuto, probabilmente, troppa poca attenzione: quello dell’importazione in Danimarca di modelli culturali italiani grazie all’azione di quei giovani aristocratici che si erano formati presso le università della penisola. A tale proposito l’influenza esercitata dalla letteratura italiana di “maneggio di stato” sul pensiero politico danese tra sedicesimo e diciassettesimo secolo è tra gli aspetti che meriterebbero studi più approfonditi. Tra i risultati meno esaurienti si collocano invece quelli legati all’indagine e alla ricostruzione della biblioteca di Barnekow e, in particolare, di quanto ne sia sopravvissuto. Solo un esame sistematico, non solo dei fondi manoscritti di Det Kongelige Bibliotek, ma, più in generale, di tutte le altre biblioteche e collezioni scandinave, potrebbe dare in futuro esiti soddisfacenti.
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Zanella, Angelo. "PROCEDIMENTI DI MISURAZIONE NELL'AMBITO DELLE DISCIPLINE ECONOMICO-SOCIALI." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, November 18, 2013, 113–37. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2008.53.

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Abstract:
Riassunto. – 1) Si considera, in primo luogo, il procedimento di misura di una grandezza in ambito tecnologico nel quale è possibile accertare il valore vero della grandezza a meno di un errore aleatorio trascurabile rispetto a detto valore e quindi acquisire, ad un certo istante, in modo sostanzialmente esatto, lo stato di funzionamento di un processo. Per le grandezze economiche, tipicamente di natura monetaria, si tratta di accertare, per un determinato periodo, l’ammontare totale o quello medio di una popolazione e si devono utilizzare, per la loro stima, il risultato di indagini campionarie. L’errore medio di misura risulta quindi incrementato a causa della variabilità dovuta al campionamento. L’utilizzazione di schemi di campionamento efficienti assicura, però, che l’errore di misura di un totale o di una media aritmetica, rimane in pratica trascurabile rispetto al valore vero che può localizzarsi con sufficiente accuratezza. Viene illustrato questo aspetto con riferimento alla spesa famigliare annua media.2) L’obiettivo diviene diverso se si è interessati non ad accertare una situazione in un determinato periodo di tempo, ma si vogliono delle previsioni per periodi futuri in base ad un modello economico e/o econometrico. In questo caso l’errore di misura e di campionamento può risultare incrementato in modo non direttamente valutabile a causa della non esatta conoscenza del modello interpretativo o anche per l’impossibilità di realizzare gli interventi correttivi sul sistema economico suggeriti dal modello. Un caso tipico viene ravvisato nella previsione della misura dell’inflazione.3) Si osserva che la condizione di equilibrio di una economia di mercato può collegarsi alle scelte dei soggetti economici, cioè, in definitiva, alle scelte di individui che operano in accordo ad un’entità difficilmente definibile in termini generali e pertanto difficilmente “misurabile” indicata, come Utilità. Sorge il quesito, suggerito ad esempio dalla teoria cinetica dei gas, che, come per un gas ha scarso interesse, ad esempio, la velocità di una singola molecola ma lo ha invece il valore medio dell’energia cinetica delle molecole, espresso dalla temperatura, così può avere scarso interesse generale la misura dell’utilità percepita da un singolo consumatore, e si può invece pensare che abbia interesse qualche indicatore globale, che, − argomento da approfondire−, si ritiene possa collegarsi ai prezzi di mercato.4) Di fronte ad una pluralità di alternative soggette ad incertezza, che è una situazione tipica del “decisore” in ambito finanziario e d’impresa, la teoria di von Neumann-Morgenstern-Savage − che è stata soggetta a valutazioni critiche, revisioni e complementi − può essere utile per orientare verso le scelte che massimizzano l’utilità media, rispetto alle distribuzioni di probabilità ipotizzate, per le possibili conseguenze delle decisioni.Nelle ricerche di mercato, poi, la formulazione della nozione di utilità diviene più concreta e le tecniche psicometriche spesso utilizzate, consentono di individuare il “prodotto” più utile. Si è infine ricordato come è disponibile una metodologia statistico-probabilistica per la quantizzazione dei concetti, della quale si deve ancora approfondire l’impiego per la valutazione dell’utilità.***Abstract. − 1) As starting point the measurement procedure of a given quantity – representing a typical problem in the technological area – is considered allowing one to ascertain the true value of the quantity except for a zero mean random error which in practice often may be assumed to have a unessential root mean squared error or repeatability standard deviation. As for the quantities used in economic and social sciences – e. g..the economic quantities are often of monetary nature – with regard to a given finite population of elements, in general of human beings, a typical problem is of establishing the total amount of a chosen quantitative characteristic and /or the arithmetic mean, which have to be estimated on the basis of a sample survey. It follows that, in general, the random component of a single observation has a standard deviation greater than the one caused by repeatability owing to the presence of sampling variability. The use of efficient sample designs and a large sample size, however, ensure that the random errors of the estimates of the total amount and of the corresponding arithmetic mean may become unimportant with respect to their true values located through pertinent confidence intervals. An illustration is presented regarding the yearly mean expenditure of an Italian family.2) The investigation purpose becomes more complex when we not only want to know the real situation in a given span of time but also when we want to forecast future trends according to an economic or an econometric model. In this case the global random error, due to measurement and sampling variability, may be affected by a systematic bias, which is not easy to be evaluated because of the lack of a complete and exact knowledge of the model. As an example the econometric models of inflation is quoted.3) One can note that the equilibrium of a market economic system is connected to people’s preferences and choices according to an abstract entity named Utility, which is difficult to be defined in general terms and thus to be measured. Correspondingly, as in the gas kinetic theory the velocity of a single molecule can have no direct interest while on the contrary it does the mean value of the molecular kinetic energy expressed by temperature, likewise we can say that, in general, the Utility perceived by a single individual has little theoretical interest while a global Utility indicator of goods − which seems naturally linked to the market prices and deserves further investigation − could have a certain interest, e.g. for the aim of comparison4) In the area of finance and enterprise management a decision maker is typically confronted with preference between decisions in the face of uncertainty. In this context the theory of von Neumann - Morgenstern - Savage − which has been the subject of some criticism, revision and completion − may at times appear to be useful. More precisely, assuming a set of possible monetary consequences and some alternative probability distributions on it, the theory directs a decision maker towards the choice which maximizes the expected value or mean Utility within the values corresponding to the alternative probability distributions.In marketing research the notion of Utility assumes a more concrete character and the psychometric techniques, which are often used, allow one to point out the more useful product.. Finally the available statistical – probabilistic theory is mentioned which permits the quantization of abstract notions or concepts and whose appropriateness and use, with respect to economic utility evaluation, have still to be examined attentively.
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