Academic literature on the topic 'Scelta dei casi'

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Journal articles on the topic "Scelta dei casi"

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Calbucci, F., A. Fioravanti, A. Consales, L. Simonetti, and M. Leonardi. "La chirurgia delle malformazioni artero-venose cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 109–18. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500110.

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Abstract:
La scelta del trattamento chirurgico delle MAV cerebrali rappresenta oggi uno degli argomenti più dibattuti ed attuali in ambito neurochirurgico, in considerazione dell'avvento di tecniche alternative o complementari che possono dare un contributo essenziale e spesso risolutivo al trattamento di queste lesioni. Sulla base dell'esperienza di 47 casi operati consecutivamente presso l'Ospedale Bellaria negli ultimi anni, si è cercato di vedere quali fossero i criteri che hanno ispirato la scelta chirurgica e di valutare i risultati della stessa per una revisione critica di queste scelte. Da un'analisi completa dei casi le conclusioni possono essere che, se si escludono le situazioni in cui è necessario intervenire in emergenza, in tutti gli altri casi, il criterio della scelta chirurgica adottato si è rivelato nel complesso utile per avere un risultato definitivo buono (asportazione completa della MAV), con rischi contenuti. In particolare si è potuto desumere che l'indicazione chirurgica può essere ancora oggi la scelta preferibile nelle malformazioni di grado I-II-III (secondo Spetzler e Martin), se si escludono casi particolari in sedi cerebrali critiche. Nelle malformazioni di grado IV invece la chirurgia deve essere riservata a situazioni molto particolari, in cui la MAV risulta non trattabile in via alternativa e vi sia stato un evento emorragico di presentazione. In queste circostanze, l'embolizzazione pre-operatoria può essere un contributo molto importante per la soluzione chirurgica.
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Copelli, C., K. Tewfik, L. Cassano, N. Pederneschi, S. Catanzaro, A. Manfuso, and R. Cocchi. "Management of free flap failure in head and neck surgery." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 5 (October 2017): 387–92. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1376.

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Abstract:
L’utilizzo dei lembi liberi è oggi considerata l’opzione di prima scelta nella ricostruzione dei difetti testa-collo, con una percentuale di successo di circa il 95%. La gestione del fallimento di un lembo libero e quale soluzione, tra un secondo lembo libero e un lembo peduncolato, sia più sicura è ancora controversa. L’obiettivo del presente lavoro è descrivere le opzioni adottate dagli Autori e confrontare le scelte e i risultati ottenuti con quelli riportati in letteratura. Dal Gennaio 2012 al Gennaio 2016, presso l’UO di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, sono stati allestiti 149 lembi liberi per la ricostruzione di difetti interessanti il distretto testacollo. Di questi, 6 lembi sono stati persi a causa della comparsa di una necrosi totale nel post-operatorio. In 5 casi si è scelto di allestire un secondo lembo libero, nel restante paziente invece è stato utilizzato un lembo di muscolo temporale. Tutti i lembi liberi di salvataggio allestiti hanno avuto successo, senza complicanze e con un buon recupero estetico e funzionale dei pazienti. Analizzando i dati ottenuti e confrontandoli con quanto riportato in letteratura, è possibile concludere come l’allestimento di un secondo lembo libero costituisca una procedura sicura e ideale come salvataggio dopo necrosi totale di un precedente lembo.
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Perini, S., F. Causin, and L. Castellan. "L'embolizzazione come unica scelta terapeutica." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 69–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500107.

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Abstract:
Il trattamento endovascolare con colla acrilica o altri agenti embolizzanti viene utilizzato con vantaggio nella terapia delle MAV encefaliche da oltre vent'anni. Oggi rappresenta, per lo più, la fase preliminare alla micro-chirurgia o alla radio-chirurgia stereotassica con soddisfacente risultato terapeutico anche nelle malformazioni localizzate in sede eloquente o critica. L'embolizzazione praticata come unico atto terapeutico volto alla guarigione della MAV è sensibilmente meno efficace della terapia combinata. Le percentuali di occlusione completa e definitiva del “nidus” riportate in letteratura non sono omogenee ed oscillano per lo più tra il 10% e il 20% dei casi. Dal 1993 ad oggi sono stati sottoposti a trattamento endovascolare 138 pazienti: di questi, 37 (27%) sono stati sottoposti ad embolizzazione come unico gesto terapeutico. L'occlusione completa e definitiva del nido angiomatoso con la sola iniezione di colla acrilica è stata ottenuta in 16 su 138 casi (11.5%). L'incidenza delle complicanze riscontrate nella nostra serie è stata del 23%, quasi completamente riferibile al trattamento delle malformazioni situate in area eloquente o critica. Non sono state riscontrate complicanze mortali. Sulla base dei nostri risultati sembrano importanti le seguenti considerazioni riguardanti l'efficacia, le complicanze e le indicazioni della metodica. L'occlusione completa e definitiva del “nidus” di una MAV dopo embolizzazione rappresenta tutt'ora, dopo oltre vent'anni dalla introduzione della tecnica, un'evenienza piuttosto rara legata a circostanze non completamente prevedibili. L'emorragia rappresenta l'evenienza più grave conseguente alla embolizzazione e rappresenta la causa principale della maggior parte dei deficit neurologici gravi riscontrati sia durante il trattamento sia nei giorni successivi. Sulla base dei dati della letteratura e da quelli emersi dalla nostra casistica non è stato possibile stabilire indicazioni certe al trattamento con la sola embolizzazione. Esistono, invece, condizioni cliniche e morfologiche che sconsigliano la chirurgia o la radio-chirurgia e quindi anche il trattamento combinato.
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Gligorov, Vladimir. "A Sure Loss: Dutch Books, Money Pumps, Logrolling, and Vote-Trading*." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 159–69. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539941.

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Abstract:
Abstract Sia nel campo della teoria della scelta razionale che in quello delle scelte pubbliche si verificano casi di impossibilità generale di soddisfare un numero di condizioni di coerenza che di solito sono collegate con la razionalità.Questo scritto dimostra che lo stesso problema si verifica sia nell’ambito delle scelte private che in quello delle scelte collettive. Esiste infatti tra queste scelte un rapporto di complementarità e ciò ha conseguenze rilevanti per la valutazione dei guadagni attesi su cui si fonda la filosofia politica contrattualista. Gli individui possono avere preferenze perfettamente logiche e coerenti, ma che nell’aggregazione danno luogo a configurazioni irrazionali.Paradossalmente, non è sull’aspettativa di guadagni, ma sulla certezza di perdite che si basa la filosofia contrattualista.
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Capaccio, P., S. Torretta, L. Pignataro, and M. Koch. "Salivary lithotripsy in the era of sialendoscopy." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 2 (April 2017): 113–21. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1600.

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Abstract:
Negli ultimi decenni i tradizionali approcci terapeutici alla patologia ostruttiva salivare sono stati gradualmente sostituiti da trattamenti conservativi e mini-invasivi tra cui la litotrissia salivare, la scialoendoscopia, le tecniche di radiologia interventistica e la rimozione vidoendoscopica di calcoli per via trans-orale o trans-cervicale. Tra queste tecniche la scialoendoscopia è attualmente considerata il trattamento di scelta, tuttavia la sola scialoendoscopia interventistica non preceduta da tecniche di frammentazione garantisce una completa rimozione dei calcoli salivari all’incirca nel 15-20% dei casi. Inoltre il 10-20% dei calcoli non è raggiungibile endoscopicamente o con altri approcci chirurgici. In questi casi la litotrissia salivare extracorporea rappresenta il trattamento di scelta. Nonostante ciò negli ultimi anni la litotrissia salivare extracorporea è stata gradualmente sostituita dalle tecniche di frammentazione intracorporee eseguite sotto controllo endoscopico tra cui la litotrissia salivare intracorporea laser e pneumatica video-assistita. In questo articolo verranno descritte le tecniche e le indicazioni residue alla litotrissia salivare, comprendente la litotrissia extracorporea e la litotrissia salivare intracorporea laser, elettroidraulica, elettrocinetica e pneumatica video-assistite. Verranno inoltre fornite le indicazioni residue di tali trattamenti.
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Floris, R., G. L. Sergiacomi, E. Squillaci, D. Lupoi, M. Crecco, E. Fanucci, M. Guazzaroni, and G. Simonetti. "Il ruolo della risonanza magnetica nella diagnosi delle neurofibromatosi." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 101–4. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s120.

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Abstract:
Gli autori prendono in considerazione il ruolo diagnostico della risonanza magnetica nella diagnostica delle neurofibromatosi, su una casistica di 13 osservazioni, di cui 9 casi di NF1 e 4 NF2. Lo studio è stato eseguito mediante sistemi RM superconduttivi da 0,5 e 1,5 Tesla, osservando un pattern di aspetti polimorfo comprendente nelle NF1 lesioni multiple insieme in T1 (6 casi), iperintense in T1 (2 casi), sempre iperintense in T2; inoltre si sono riscontrati gliomi delle vie ottiche (3 casi), xantogranulomatosi dei plessi corioidei e neurinomi multipli cervicodorsali. Nelle NF2 si sono invece reperiti schwannomi bilaterali dei nervi acustici (3 casi) e monolaterali (1 caso), meningiomi (4 casi), uno schwannoma del nervo facciale e neurofibromi spinali multipli (2 casi). Secondo la esperienza degli autori, la RM si è rivelata il metodo di scelta nella diagnostica e nel controllo dei pazienti con NF, grazie alla elevata accuratezza e sensibilità della metodica. I risultati ottenuti dimostrano l'elevata accuratezza della metodica e la sua preminenza nella diagnosi e nel controllo di tali forme neoplastiche.
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Mattei, Franco. "OPINIONE PUBBLICA E COMPETIZIONE PRESIDENZIALE NEGLI STATI UNITI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 105–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008960.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso degli ultimi vent'anni, il processo di selezione dei candidati alla presidenza americana ha prodotto frequenti sorprese politiche ed alcuni vincitori inattesi. Il rapido declino di Muskie e la nomina di McGovern nel 1972, la scelta di Jimmy«Who?»Carter nel 1976, i successi di piò breve periodo di Bush e di Anderson nel 1980, la meteorica ascesa di Hart e le impreviste difficoltá di Mondale nel 1984 sono i casi piò noti offerti dalle recenti campagne elettorali pre-congressuali del partito democratico e repubblicano. L'analisi dei modi e dei tempi con i quali diversi candidati alla Casa Bianca hanno visto mutare radicalmente la propria posizione nella competizione intrapartitica é centrata sulla nozione dimomentum; in essa sono state condensate l'instabilitá e l'incertezza ricorrenti nell'attuale sistema di nomina dei candidati alla presidenza.
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Beltramello, A., E. Piovan, P. G. Zampieri, F. Alessandrini, L. Rosta, and A. Maschio. "Traumatologia della base cranica." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 421–25. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300311.

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Abstract:
Solo nel 6% dei casi le fratture del basicranio sono isolate mentre nella grande maggioranza (94% dei casi) rappresentano estensione di fratture della volta cranica. Un impatto frontale od occipitale determina una frattura decorrente lungo il piano sagittale mentre un traumatismo applicato al vertice è causa di frattura decorrente sul piano coronale. La sintomatologia delle fratture del basicranio è in relazione alla sede del traumatismo: quelle della base anteriore possono determinare anosmia, ecchimosi peri-orbitaria e rinoliquorrea, mentre le fratture del basicranio posteriore sono causa di emotimpano, ipoacusia, disfunzione vestibolare, paralisi periferica del nervo facciale ed infine otoliquorrea. È fuor di dubbio che l'evenienza di fistola liquorale è nettamente più frequente nei pazienti con fratture della base (11%) rispetto ai pazienti con trauma cranico generale (3%). L'incidenza di liquorrea risulta molto più elevata per le fratture del basicranio anteriore mediano: la TC ad alta risoluzione con scansioni coronali dello spessore di 1–3 mm. costituisce l'indagine di scelta, riuscendo a dimostrare la presenza di breccia ossea nel 70% dei casi: nei rimanenti, potranno utilmente essere eseguite la cisternografia MR, la cisterno-TC o la cisternografia con radionuclidi. Fistole carotido-cavernose o pseudo-aneurismi della arteria carotide interna possono essere la conseguenza di fratture del basicranio che interessino l'arteria nel segmento intra-petroso o intra-cavernoso: il trattamento endo-vascolare costituisce la modalità terapeutica di scelta per entrambe le evenienze. Infine, il coinvolgimento del basicranio posteriore può determinare fratture dell'osso temporale: più frequenti quelle longitudinali (70%–90%) decorrenti lungo il maggior asse della rocca petrosa, con decorso laterale alla capsula otica, spesso causa di ipoacusia trasmissiva (per interessamento del timpano o del complesso ossiculare) e talora di paralisi periferica del nervo facciale (20% dei casi). Meno frequenti (10%–30%), ma più gravi, le fratture trasversali decorrenti ortogonalmente al maggior asse della rocca petrosa, causa di ipoacusia neuro-sensoriale (per interessamento della coclea), vertigine, nistagmo od otoliquorrea (per interessamento dei canali semi-circolari) ed infine di paralisi del nervo facciale (50% dei casi).
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ΚΩΝΣΤΑΝΤΙΝΙΔΟΥ, ΚΑΤΕΡΙΝΑ. "ΤΑ ΛΗΞΙΑΡΧΙΚΑ ΒΙΒΛΙΑ ΤΟΥ ΒΕΝΕΤΟΚΡΑΤΟΥΜΕΝΟΥ ΧΑΝΔΑΚΑ (1632-1642). ΣΤΕΓΑΝΑ ΚΑΙ ΔΙΚΤΥΑ ΕΠΙΚΟΙΝΩΝΙΑΣ ΜΕΤΑΞΥ ΤΩΝ ΑΝΩΤΕΡΩΝ ΚΟΙΝΩΝΙΚΩΝ ΣΤΡΩΜΑΤΩΝ." Eoa kai Esperia 7 (January 1, 2007): 173. http://dx.doi.org/10.12681/eoaesperia.87.

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Abstract:
Lo sviluppo di una base elettronica di dati per la registrazione di testimonianzed'archivio derivanti dai registri di matrimonio, nascita e battesimodei nobili veneti di Handaka durante il dominio veneziano, nel quadro dellostudio del funzionamento dei consigli comunali e della mobiità degli stratisociali superiori a Creta (XVI-XVII secolo), costituiscono la prima parte delpresente studio. La seconda parte si propone come obbiettivo l'indagine delleforti chiusure e delle reti di comunicazione fra i membri di questo stratosociale, tramite il materiale d'archivio schedato. Come periodo indicativodello studio si è scelto il decennio 1632-1642: gli ultimi anni pacifici per Cretaprima dell'inizio della guerra tra Venezia e Impero Ottomano e, parallelamente,periodo di cristallizzazione delle formazioni sociali. Nel quadro diqueste circostanze si esaminano i rapporti tra i nobili veneti e i nobili cretesidell'isola, compiendo un'indagine meticolosa su centoventotto atti di matrimonio,nascita e battesimo. In linea generale, si accerta che i nobili veneti e inobili cretesi, a prescindere dalle particolari differenze ο anche dagli scontri,agiscono come una casta sociale chiusa. Il clima dell'introversione sociale, inalcuni casi perfino dell'introversione all'interno del nucleo familiare, vienesostenuta dalla fitta rete di rapporti che si sviluppa sui fulcri dei matrimoni,delle nascite e dei battesimi. Più specificatamente, l'estrazione sociale dei dueconiugi, così come la scelta dei testimoni ο dei padrini, denota la tendenza alrafforzamento dei legami tra gli strati superiori di Creta, nell'ambito dei quali,intesi come unità, si manifestano forti chiusure.
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Valbonesi, Cecilia. "Scienza e rischio fra prevedibilità dell’evento e predittività della decisione giudiziaria." Revista Estudios Jurídicos. Segunda Época, no. 20 (December 10, 2020): 379–423. http://dx.doi.org/10.17561/rej.n20.a16.

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Abstract:
Il lavoro vuole affrontare il rapporto fra prova scientifica, diritto e processo penale, sottolineando come in Italia la mancanza di cultura scientifica dei giudici e, parimenti, la carenza di regole riferite ai criteri di scelta dei periti e dei consulenti tecnici, porti spesso a decisioni giudiziarie molto lontane dal rispetto dell’ortodossia del rimprovero penale. Dopo aver illustrato alcuni casi giurisprudenziali, la riflessione si sofferma sulle possibili soluzioni di questa annosa questione, muovendo dalla disciplina introdotta dalla legge Gelli Bianco e dal DDL sul Testo Unico Amianto.
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Dissertations / Theses on the topic "Scelta dei casi"

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Faidutti, Marco <1993&gt. "Scelte sulla lunghezza della linea di prodotto in risposta all’intensità competitiva: il caso del settore dei telefoni cellulari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15829.

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Abstract:
Questo elaborato ha come obiettivo quello di analizzare le strategie utilizzate dalle aziende in merito alla gestione delle proprie linee di prodotto, con particolare riferimento alla lunghezza della gamma, per rispondere all’ambiente competitivo nel quale sono inserite. Il settore sul quale si focalizza la tesi è quello della telefonia. Si vuole inoltre andare ad analizzare l’impatto che può avere l’intensità competitiva, rappresentata da diversi indicatori come per esempio il numero di aziende operanti nel settore, sulla lunghezza della linea di prodotto delle aziende. Tramite la creazione di un esteso database, comprendente tutti i brand di telefonia (dalla A alla I) che hanno immesso sul mercato prodotti dall’anno 2012 al 2018, si è voluto analizzare le differenti scelte strategiche ed economiche effettuate dalle imprese, in un settore (quello dei dispositivi telefonici) che ha subito notevoli cambiamenti e innovazioni tecnologiche negli ultimi anni. Con la successiva analisi statistica si è voluto comprendere il tipo di relazione che lega la variabile indipendente (ovvero l’intensità competitiva), con quella dipendente (la lunghezza della linea di prodotti) per verificare, per esempio, se all'aumentare dell'intensità competitiva, le imprese scelgano di introdurre più o meno prodotti all’interno della loro gamma. L’elaborazione di un database che includa i dati storici comprendenti più anni, ha permesso di indagare su come le aziende decidano di reagire, in termini di estensione della linea, ad un mercato che anno dopo anno evolve e si innova con prodotti sempre più performanti e completi. I risultati ottenuti mostrano come ci sia una relazione causale non lineare tra le differenti variabili proposte nell’analisi, che dimostra come inizialmente le aziende, all’aumentare dell’intensità competitiva, scelgano di rispondere con l’inserimento di nuovi prodotti nella gamma; questo però avviene solo fino ad un certo livello, superato il quale le strategie cambiano e i dispositivi introdotti diminuiscono, diventando più performanti.
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Rudoni, Gaia <1987&gt. "Strategie e scelte distributive dei beni di lusso in Cina. Il caso Gucci." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4138.

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Abstract:
Il mercato di beni di lusso in Cina, nonostante l’indebolimento dell’economia globale e il conseguente impatto che questo ha avuto su questa tipologia di prodotti, continua comunque a dimostrare un grande potenziale di crescita in Cina. La sua domanda di prodotti di lusso, infatti, continua a salire, grazie anche alla spinta esercitata da numerosi fattori positivi: sorpassando il Giappone, la Cina è diventata il secondo più grande consumatore di beni di lusso, ed insieme agli Stati Uniti, il più grande acquirente al mondo di prodotti di alta gamma, con una crescita della domanda annua pari a circa il 7% per il 2012 (inferiore al 30% del 2011 e al 27% del 2010). Si partirà così da un’analisi di ciò che viene considerato lusso, dell'importanza che hanno tali beni nella nuova cultura consumistica cinese (soprattutto per l'uso che ne viene fatto per i regali e il mantenimento dei buoni rapporti fra cinesi) e quindi del tipico consumatore cinese e dei suoi valori. Si passerà a una descrizione delle classiche strategie distributive dei beni di lusso e dei vari format utilizzati in territorio cinese. In ultimo si passerà a studiare il caso Gucci in Cina.
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Bonato, Francesca <1992&gt. "Sopravvivenza delle startup e scelte finanziarie: il caso del Veneto durante la crisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10126.

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Abstract:
La tesi illustra in principio quali siano i problemi finanziari tradizionalmente incontrati dalle imprese nei primi anni di vita. Segue un'analisi empirica che indaga come le diverse scelte di struttura finanziaria abbiano condizionato la sopravvivenza delle imprese stesse, cercando di individuare altri fattori eventualmente capaci di esercitare un'influenza sul successo dell'attività da esse svolta. L'elaborato si conclude con una presentazione di alcuni interventi promossi per incentivare e facilitare la crescita delle startup in Italia.
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Pasqualetto, Giulia <1988&gt. "I canali distributivi nel mercato della cosmetica: la scelta del franchising : il caso “The Merchant of Venice”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5135.

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Abstract:
La tesi è incentrata sullo studio degli elementi/strumenti che caratterizzano la scelta del canale distributivo del settore cosmetico, con particolare attenzione al sistema franchising. format distributivo selezionato perché parte della strategia distributiva in via di sviluppo dell'azienda in studio, The Merchant of Venice srl
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Barisione, Mauro. "L'immagine dei leader : come la percezione dei candidati influenza le scelte degli elettori : i casi di Italia e Francia a partire dagli anni '90." Paris, Institut d'études politiques, 2003. http://www.theses.fr/2003IEPP0006.

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BERGAMO, SONIA. "La scena aperta del consumo di Milano Rogoredo: contesto e pratiche in dialogo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/306490.

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Abstract:
Obiettivo: Nelle ricerche sui consumi di sostanze psicotrope, solitamente il contesto viene trattato come un prodotto di processi strutturali più ampi, riducendo le possibilità di una comprensione più accurata delle specificità locali. Durante il lavoro sul campo (2017-2018), Milano Rogoredo veniva considerata la più grande scena aperta del consumo osservabile nel nord Italia. L’obiettivo della ricerca è quello di documentare come il contesto in esame viene influenzato dalle pratiche di consumo e viceversa. Metodologia: La ricerca si serve della metodologia del caso studio per raccogliere e mettere in dialogo diversi tipi di informazioni. L’approccio etnografico utilizzato include interviste in profondità e semi strutturate (42), osservazione partecipante (70 giorni), articoli di cronaca, mappe e fotografie. La cornice teorica post-strutturalista, si basa sugli elementi analitici proposti da Duff (2007): spazio, incorporamento e pratiche. Risultati: La scena aperta del consumo di Rogoredo si configura come un luogo di segregazione socio-spaziale. Le pratiche di consumo che la caratterizzano, creano uno spazio di resistenza nella città tossica. Il disordine droga-correlato percepito dai cittadini porta alla richiesta di purificazione sociale e spaziale. La zona di resistenza che si configura nella scena aperta del consumo fa emergere di legami di comunità e favorisce la diffusione di pratiche di consumo, che richiedono competenze specifiche. La tecnologia della siringa riproduce mondi e divisioni sociali, così come differenze generazionali. La violenza permea le routine e le pratiche quotidiane, che includono lavoro sessuale droga correlato e attività informali di sussistenza. La mancanza di interventi di riduzione del danno strutturati e duraturi riduce lo spazio per negoziare questa violenza. Limiti/implicazioni: I risultati sono specifici del contesto in cui lo studio è stato condotto. I contatti e le informazioni sono stati raccolti in buona parte attraverso gli interventi di riduzione del danno (gatekeeeper). Considerata la strategia di reclutamento adottata, i consumatori non possono essere considerati come rappresentativi della popolazione di riferimento. Valore aggiunto: Nonostante un’ampia letteratura internazionale, l’Italia mostra una mancanza di studi sociologici sulle scene aperte del consumo, in particolare per quanto riguarda l’impatto del contesto sulle pratiche locali di consumo. I risultati possono orientare strategie di riduzione del danno più efficaci e fornire delle evidenze iniziali sull’impatto delle misure istituzionali adottate per far fronte alle scene aperte. La ricerca si propone anche come riferimento per future indagini sulle pratiche di consumo di sostanze psicotrope in relazione al contesto.
Purpose: In most recent drug research, context is still treated as a product of broad structural processes, reducing the chances for a more finely-grained understanding of time and place of consumption. At the time of the field work, Milano Rogoredo was the biggest urban open drug scene in northern Italy. Starting form this case study, the goal of the present work is to document how the specific context is produced through the activity of drug use and how the so constructed context intervenes in the modulation of drug use itself. Methodology: In the research, the case study methodology is implied in order to collect and put into dialogue data of different nature. Analysis was conducted through an ethnographic approach which includes in-depth and semi-structured interviews (42), participant observation (70 days), news articles and use of maps and photos. Drawing on a post-structural theoretical framework, the methodology is based on the analytical elements proposed by Duff (2007): space, embodiment and practices. Findings: Drug use practices embedded in the Milano Rogoredo open drug scene impact on space representations creating a place of resistance in the narcotic city. The so-called drug related nuisance tends to result in a claim for social and spatial purification from citizens. The resistance zone that develops within the open drug scene allows the emergence of community bonds and fosters the spread of drug use practices that involve specific skills. The social object of the syringe reproduces social worlds, social divisions and generational differences. Violence permeates the every-day routines and practices which include drug related sex work and beggary. The lack of structured harm reduction interventions reduces the space to negotiate this violence. Research limitations/implications: The results are specific of the context in which the study was conducted. Contacts and data were mainly gained starting from harm reduction interventions, since these organisations provide the most accessible contact with drug users. Given the recruitment strategy adopted, individuals who are part of the study cannot be considered as representative of the drug using population as a whole. Value/practical implications: Despite a wide international literature, Italy shows a lack of sociological accounts of open drug scenes, particularly regarding the impact of context on local drug use practices. This research gives visibility to the effect of the local setting on drug use practices in a long-lasting ODS in Milan (Italy). In the effort to make interventions always more effective, results can orient harm reduction strategies and provide initial evidence on the impact of institutional measures to face ODS. Along with punctual aspects, outcomes can also orient future research on drug consumption practices and context relevance in drug use settings.
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Marzari, Marica. "Utilizzo della modellazione energetica per ottimizzare le scelte progettuali di involucro. Il caso studio del nuovo centro residenziale a Pieve di Cento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17554/.

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Abstract:
Nel seguente elaborato di tesi è stata eseguita una lottizzazione nel Comune di Pieve di Cento (BO), sono stati scelte le stratigrafie delle componenti opache, i componenti vetrati gli impianti e le fonti rinnovabili in modo tale che tutte le unità immobiliari risultassero nZeb. E' quindi stato mostrato il procedimento che ha portato le diverse scelte progettuali eseguito su un software di simulazione energetica in condizioni semi-stazionarie, necessario per attribuire la classe energetica alle unità immobiliare, le quali sono risultate tutte in classe A4. Successivamente con l'ausilio del software Design Builder è stato creato un modello dinamico, con lo scopo di valutare le condizioni delle u.i in relazione alle diverse temperature orarie; si sono così valutati i consumi durante la stagione invernale ed estiva per i tre edifici modellati, relazionandoli con l'energia prodotta dal fotovoltaico posto in copertura. Con lo scopo di diminuire ulteriormente i consumi sono state proposte due diverse stratigrafie di pareti. E' stato creato un nuovo modello in condizioni semi-stazionarie per le due casistiche e si è osservato come i consumi diminuissero ulteriormente. A partire dal modello semi-stazionario si è individuata la stratigrafia più performante e si è implementata su Design Builder ciò ha permesso di valutare le diminuzioni in termini di consumi orari per i tre edifici. Infine è stata definita la stratigrafia in grado di garantire un miglior comfort nella stagione estiva e si è dimostrato come essa riesca a far ridurre notevolmente il numero di giorni in cui è necessario che sia attivo l'impianto di raffrescamento.
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Catelani, Edoardo <1978&gt. "Il mutuo-casa quale protagonista sulla scena del family banking. La seconda giovinezza di un tradizionale prodotto finanziario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/594/1/catelani_tesi.pdf.

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Catelani, Edoardo <1978&gt. "Il mutuo-casa quale protagonista sulla scena del family banking. La seconda giovinezza di un tradizionale prodotto finanziario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/594/.

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De, Maio Andrea <1992&gt. "Il contributo del Geo Marketing nella scelta localizzativa di un punto vendita e lo sviluppo della rete attraverso il canale diretto e franchising nel Fashion Retail. Il caso Aw Lab (Bata Group)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12575.

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Abstract:
Lo sviluppo e l’evoluzione del Fashion Retail nell’attuale contesto digitale e globale ha modificato il comportamento d’acquisto del consumatore e il suo rapporto con il retailer. L’accesso immediato a una grande quantità di informazioni, le innovative piattaforme di shopping online e il legame sempre più ristretto tra mondo digitale e negozio fisico, hanno permesso la realizzazione di una relazione multidimensionale tra brand e consumatore. Le aziende devono essere in grado di recepire questa trasformazione integrando i diversi canali e valorizzando ogni punto vendita in un’ottica omnichannel. Il negozio, nonostante le nuove tendenze, resta lo strumento fondamentale per entrare in contatto con il consumatore, ma per far fronte al contesto odierno è necessaria una riprogettazione basata su una customer-experience centrale e unica oltre ad un’offerta aggiornata e personalizzata in linea con le abitudini e con lo stile di vita del consumatore. Nello sviluppo della propria rete di vendita e nel processo di crescita del brand, la scelta della location o localizzazione del punto vendita sarà uno degli elementi che caratterizzerà la strategia futura del settore. Analizzando il caso Aw Lab, brand di proprietà del gruppo Bata e retailer italiano di riferimento nella vendita di sneakers, apparel e accessories con la tendenza all’urban sport style, l’obiettivo dell’elaborato è quello di raccogliere, processare e analizzare i parametri di scelta nella decisione di apertura di un nuovo punto vendita attraverso il canale diretto oppure franchising avvalendosi dell’importante contributo del Geo Marketing. L’analisi del caso aziendale è strutturata ripercorrendo le tematiche relative al compendio teorico esposto nella prima parte dell’elaborato, quali: la differente gestione d’impresa nei due canali di vendita, i metodi di impiego e le potenzialità dello strumento del Geo Marketing nella scelta localizzativa di apertura dei punti vendita.
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Books on the topic "Scelta dei casi"

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Scelte e percorsi dei giovani tra scuola, lavoro, famiglia e genere. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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Dolfi, Anna, ed. Non finito. Opera interrotta e modernità. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-729-6.

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Abstract:
Non finito, opera interrotta… difficile trovare una definizione, circoscrivere il tema, distinguere il caso dall’intenzionalità. Certo pochi ‘generi’ e/o declinazioni hanno come il non finito bisogno di ciò che è esterno all’opera e che in qualche modo la completa, collocandola in posizione privilegiata per la sintonia con la nostra inquieta modernità. Non stupisce che in letteratura siano naturaliter ‘sospesi’ – oltre a ciò che è stato brutalmente interrotto – gli epistolari, i diari, le cronache della malattia e della sofferenza; né che l’incompiutezza accompagni gli scritti che rinviano a grumi irrisolti, traumi nascosti, taciute malinconie. Dettata da scelta o da gradi distinti di incapacità, la tentazione del non finito, del non finire, insegue, incalza, illude… Ce ne parlano le scritture del privato, gli abbozzi, i progetti, le carte che testimoniano il cammino necessario all’opera per arrivare alla sua forma. Questo libro, ricco e suggestivo, ideato e curato da Anna Dolfi, inscritto – come il suo oggetto – all’insegna dell’incompiuto, del non finibile, si interroga su alcuni dei tanti esempi possibili, lungo un arco diacronico che va alla letteratura alle arti figurative, al teatro, al cinema: da Leonardo a Blake, da Ariosto a Stendhal, da Dossi a Gadda, da Kafka a Borges, dalla Sarraute alla Morante, dagli sconosciuti scriventi affetti da ‘cancroregina’ all’ultimo Pirandello messo in scena da Tiezzi, fino al Fellini dell’impossibile Mastorna ... Al centro del volume una sezione con le pagine del dattiloscritto ed i quaderni di appunti inediti di/per La scelta di Giuseppe Dessí conduce ai limiti dello spazio bianco, là dove la chambre claire fissa con pochi, rarefatti segni, quanto si cela oltre la scrittura.
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Caproni, Giorgio. Il mondo ha bisogno dei poeti. Edited by Melissa Rota. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-677-0.

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Abstract:
Intrigante e apparentemente facile, l’intervista può a volte essere generatrice di stress. In ogni caso è quello che pensava Caproni, che però era anche convinto che solo nel rapporto con il lettore la poesia potesse trovare il “suo reale valore” e la sua possibilità di esistenza. Per questo, piegandosi con garbo e ritrosia alle domande, accettò negli anni di guidare i suoi interlocutori nel mondo misterioso e inafferrabile dell’arte, là dove si producono idee e emozioni con la sola “musica delle parole”. Per aiutarci ad afferrarla, quella imprendibile musica, in questo libro struggente ed ironico, ci parla delle dimore vitali (Genova, Livorno), delle figure lariche, delle passioni giovanili, delle ferite immedicate (Olga, la guerra), del bisogno di scrivere, tradurre, conoscere, e della proustiana introiezione del passato sulla “carta velina della memoria”. Per oltre centoquaranta volte (tanti sono i pezzi ricostruiti e riuniti adesso per la prima volta grazie al prezioso e accurato lavoro di ricerca di Melissa Rota) le interviste restituiscono – come sottolinea Anna Dolfi nella bella introduzione – al di fuori di ogni retorica e gigantografia, le grain de la voix , le grain de la vie di un intellettuale ‘eretico’, libero nelle scelte e nella determinazione del proprio destino. Sì che una sottile malia ci guida nel seguire su queste pagine troppo a lungo dimenticate i segni di una vocazione, e il ‘tremore’ che, stroncando una carriera, lasciò gli scatti nervosi del violinista all’inconfondibile piglio dei versi a venire.
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Pasquale, Cascella, and Confederazione generale italiana del lavoro., eds. Cari compagni: Con una scelta delle lettere pervenute al Segretario generale della Cgil dal 1970 al 1986. Roma: Ediesse, 1986.

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Dallari, Filippo. Vincoli espropriativi e perequazione urbanistica. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg295.

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Abstract:
Il volume ricostruisce in un’ottica evolutiva la teoria dei vincoli urbanistici, approfondendo l’analisi dei connessi istituti della perequazione e della compensazione urbanistica. Attraverso un’organica ricostruzione dell’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, si è rilevato che la questione posta dalla teoria dei vincoli urbanistici – l’eccessiva discrezionalità, discriminatorietà delle scelte urbanistiche – è tuttora irrisolta: le prescrizioni urbanistiche sono ancora oggi sottoposte ad un sindacato giurisdizionale debole, è vincolo espropriativo esclusivamente la prescrizione puntiforme e l’indennità di esproprio dipende da come l’Amministrazione ha previamente qualificato il bene da espropriare. A fronte del mancato intervento statale, le regioni hanno affrontato le problematiche imposte dalla teoria dei vincoli, disciplinando autonomamente la materia: è stato ridisegnato il sistema dei piani, è stato attribuito un ruolo primario alla cd. urbanistica negoziata e sono stati introdotti istituti nuovi (perequazione e compensazione) che tuttavia mancano di un idoneo substrato dogmatico ricostruttivo. Si è quindi cercato di individuare le condizioni e i limiti di tali innovazioni normative anche alla luce della teoria dei vincoli. Sotto altro profilo si è ricercato il punto di equilibrio tra la teoria dei vincoli e l’affermazione del nuovo principio del contenimento del consumo di suolo. In questo senso il fulcro del diritto di proprietà è stato rinvenuto non più nella facoltà di costruire, bensì nella facoltà di utilizzare in modo produttivo ed economico i beni anche modificandone la destinazione. In caso di superamento di tale limite, la sanzione dovrebbe consistere nell’illegittimità della prescrizione e non nell’imposizione dell’indennizzo
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Buchman, Andrew. “Growing Pains”. Edited by Robert Gordon. Oxford University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.1093/oxfordhb/9780195391374.013.0007.

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Abstract:
Revised drastically while in production in 1981, cast with actors aged sixteen to twenty-six, the tuneful, experimental musicalMerrily We Roll Along, adapted from an unsuccessful play by Kaufman and Hart from 1934, closed after fifty-two previews and sixteen performances. Major revisions and fine-tunings madeMerrilymore accessible, but less avant-garde. Early revisions to the Faustian central character in the original opening scene (here examined via archival scripts, scores, and video) were not sufficient to solve the show’s dramaturgical conundrums, and the scene was reworked into a choral prologue. The latest version examined here is a well-cast 2002 revival archived on video. The tour de force (and largely unaltered) scena “Opening Doors,” the only song Sondheim has acknowledged as autobiographical, illuminates the complex, yet often hummable songs and ensembles that constituteMerrily’s enduring glories.
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Book chapters on the topic "Scelta dei casi"

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Paratore, Carlotta. "2 • Questioni linguistiche e traduttive generali." In Tradurre l’umorismo, tradurre Jardiel Poncela Con traduzione integrale di Los ladrones somos gente honrada. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-679-4/002.

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Abstract:
Nella produzione di Jardiel Poncela, il dialogo teatrale rappresenta il banco di prova privilegiato per la creazione di espedienti umoristici e offre un ampio ventaglio di soluzioni comiche che si manifestano tramite qualsiasi tipo di alterazione del codice a diversi livelli della lingua. Naturalmente, nell’analisi linguistica e nelle riflessioni traduttologiche che seguono si terrà sempre conto del carattere peculiare del testo drammatico, della sua doppia dimensione, quella letteraria e quella relativa alla rappresentazione, e della necessità della «representabilidad de la traducción», giacché il destinatario del testo tradotto per il teatro «ha de comprender y reaccionar […] de modo inmediato a la recepción de la traducción» (Hurtado Albir 2016, 69), fattore che ovviamente condiziona le scelte traduttive. Infatti, sia che la traduzione sia destinata alla lettura sia che sia pensata per la messa in scena, il rispetto del genere a cui il testo appartiene (la commedia) e la finalità con cui è stato composto (suscitare l’ilarità dello spettatore) non possono in ogni caso essere traditi o distorti.
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"1 Alcuni casi di legittimazione linguistica del volgare in testi settoriali." In Galileo in Europa La scelta del volgare e la traduzione latina del Dialogo sopra i due massimi sistemi. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-450-9/001.

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Conference papers on the topic "Scelta dei casi"

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Burgio, Gianluca, and Giovanna Acampa. "Paradigmi relazionali nello spazio urbano: il caso-studio del centro storico di Palermo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8031.

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Abstract:
In questo scritto analizzeremo le modalità attraverso le quali vengono sovvertite, con piccole azioni dei cittadini, le regole che disciplinano gli spazi urbani. Partendo dal caso studio del centro storico di Palermo illustreremo come la “conquista” anche temporanea, di strade e piazze possa permettere una rivitalizzazione ed una rivalutazione dei luoghi. Il nostro interesse è rivolto a comprendere come si siano sviluppati processi di ri-conquista dello spazio urbano, che hanno permesso di “addomesticare” alcuni spazi della città, modificando usi e configurazioni comuni, che estrapolati dal contesto abituale sono stati inseriti in nuove relazioni. La scelta di prendere Palermo come caso studio deriva da alcune caratteristiche di questa città: la prima caratteristica può essere individuata nelle sue radici storico-culturali che in qualche modo favoriscono l’insediamento di nuove comunità; l’altra caratteristica è che le forme di scambio con abitanti di diverse culture avvengono, non in periferia, ma in centro. Questo rende la città siciliana un caso non unico ma atipico nel panorama europeo, dove si tende ad avere una spinta centrifuga e quindi una emarginazione delle popolazioni non locali e dei ceti meno abbienti. Da questo punto di vista il centro di Palermo può essere considerato come una sorta di spugna, che riesce non solo ad assorbire nuove comunità ma anche ad attrarre esponenti del ceto sociale medio. A differenza di altre città europee, dove si sono innescati processi di gentrification grazie agli interventi strutturali promossi dalla pubblica amministrazione, a Palermo il processo di riqualificazione è dovuto a piccole azioni promosse dai residenti. L’inversione della tendenza degenerativa che era in atto e l’inversione dell’andamento dei valori immobiliari non è dovuta quindi ad una politica integrata, quanto alla libera iniziativa delle fasce sociali più deboli. In this script we’ll describe the everyday,little actions of the citizens that break the rules of the urban areas’ organization. Starting from the Old Town of Palermo, that we used as the example in our analysis, we’ll show how the “conquest”, even just temporary, of streets and squares could achieve a revitalization and a revaluation of quarters. Our focus is on understanding how revitalization/ re-conquest of urban areas has taken place. By altering people preconcieved ideas of areas of the city, this process achived the “domestication” of some areas that, out of their usual context, are inserted in new relations. Our choice to take Palermo as example derives from some typical characteristics of this city: the first one is due to its historical-cultural origins which, in some way, favor the settlement of new comunities; the second is that the way of live among population of different cultures develops in the centre of the city, not in the suburbs. These features make Palermo not unique, but atipical compared to the rest of Europe where immigrants and lower-class people, are generally forced to the external areas of towns. From this point of view we can imagine Palermo’s Old town as a sponge which is able not just to absorb new comunities, but also to attract people from the middle classes. In European cities gentrification processes are started thanks to projects realized by the Public Administrations, On the contrary in Palermo this process generates from actions of the inhabitants themselves. The change of degenerative trend and the increasing value in the Real Estate Market is therefore not caused by a political action, but thanks to the initiative of the lower class.
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Ottaviani, Dorotea. "Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8017.

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Abstract:
Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli “abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen, through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
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Andreassi, Fabio, and Ottavia Aristone. "Geografia e storia nei territori sensibili: rischio, emergenza e memoria: prove di dialogo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7934.

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Abstract:
Si vuole esplorare il significato nella pratica di alcune parole chiave quali cambiamento, collasso, emergenza, memoria, rischio e la loro eventuale capacità di esplicitare i nessi tra geografia e storia nei territori sensibili. Per i sapere non esperti, la nozione di rischio diventa cangiante: declinata al passato in forma di mitografia o respinta e scomoda declinazione del futuro, al presente tende a perdere un significato proprio per scivolare nel campo semantico dell'emergenza. Questa coniugazione produce azioni, nell'unità di spazio-temporale del disastro, che appartengono all'emergenza: depotenziata di un passato irripetibile e di un futuro incerto, si configura quale potente veicolo del potere, avendo liberato le decisioni dalle procedure necessarie per la verifica della opportunità tecnica e del consenso consapevole. Nei "casi di emergenza" si riduce la relazione decisionale con gli abitanti coinvolti; il coordinamento e la gestione assumono forme autoritative e astratte, inconsapevoli della soglia di sopportabilità del rischio da parte delle popolazioni. L'efficienza dell'intervento di prima istanza non corrisponde alla efficacia nella media durata laddove l'azione pubblica non orienta le possibili scelte e non ne supporta i processi attuativi e adattivi. Our intention is to explore the practical meaning of certain key-words such as change, collapse, emergency, memory and risk, and how they may explain the links between the geography and history of sensitive areas. For non-experts, the notion of risk is many-faceted: when declined in a past sense as a myth, or a rejected, inconvenient declination of the future, in the present, it loses its intrinsic meaning and comes to refer to an emergency. This conjugation produces actions, within the space and time of the disaster, which are proper to the emergency: its unrepeatable past weakened and with an uncertain future, it emerges as a forceful vehicle of power, which takes all the decisions and enforces the procedures necessary for assessing technical necessities and conscious consensus. In "cases of emergency", the inhabitants involved are deprived of their part in decision-making, while the management of the emergency takes on an abstract and authoritarian form and seems unable to sense the threshold of tolerance of risk of the population. The immediate intervention is seen to be effective, but not in the mid-term, where public action does not take into account the possible alternatives or sustain the local people in their attempt to adapt.
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Buda, Chiara. "Cittadinanze sospese e diritto alla cittá: suspended citizenship and the right to the city." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7905.

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Abstract:
La città globale ha generato una forte ipermobilità delle merci e degli uomini. Cambiano cioè gli attori e i gruppi sociali della scena urbana. Rilevante è la presenza degli immigrati che forniscono manodopera in numerosi ambiti. Le società ospitanti riconoscono, infatti, il ruolo determinante degli stranieri in quanto lavoratori, ma pongono forti resistenze nel riconoscerli in quanto cittadini. In altre parole, restano cittadini sospesi tra il paese d’origine e quello d’arrivo, perché godono di una cittadinanza con revoca. Gli immigrati possono al massimo godere di una cittadinanza sostanziale, nel senso che esiste un insieme di pratiche di cittadinanza, che fanno percepire lo straniero come se fosse a casa propria pur non essendolo. Si tratta delle c.d. pratiche di home making, cioè di addomesticamento dello spazio circostante. Tale riappropriazione del contesto urbano, esprime in realtà la rivendicazione dello straniero al diritto alla centralità e il desiderio di non essere periferizzati. Si tratta del diritto alla città elaborato da Henri Lefebvre nel 1978, inteso come diritto alla vita urbana. Non tutti però godono allo stesso modo di tale diritto: i soggetti più deboli e vulnerabili non hanno voce nei processi decisionali. Ma la vera essenza della cittadinanza contemporanea consiste nel prender parte ad una vita pienamente urbana, per tale motivo i migranti, in quanto attori urbani e portatori di una particolare domanda di città, dovrebbero essere ascoltati dagli amministratori locali. The central topic of this paper is the complex relationship between migrants and the global city, which has created a strong hypermobility of goods and people. There are new actors in the urbane scene: immigrants provide labor in many areas, but they are particularly invisible at the main decision-making levels, especially in those concerning the city design. They are subjected to discrimination: first of all as city users and also as proponents of urban and architectural projects. Our cities are not able to answer the "supply of city" of those who live in, that means they do not fully answer to the people needs and desires. Consequently, the weakest and most vulnerable citizens don’t fully enjoy their right to the city. This right has been presented by Henri Lefebvre around the 70s. According to the French sociologist everyone should enjoy the "right to urban life", that is the possibility to satisfy their aspirations in terms of political, social and environmental impacts in the city.
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