Journal articles on the topic 'Salute Fisica'

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Sansone, Andrea, Anna Schiavo, Francesco Romanelli, and Emmanuele A. Jannini. "Esercizio fisico e doping: ricadute in medicina della sessualità." L'Endocrinologo 22, no. 4 (August 2021): 311–17. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00930-4.

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Abstract:
SommarioL’attività fisica rappresenta uno strumento essenziale per la prevenzione e la tutela della salute individuale. Ciononostante, solo una minoranza degli adulti raggiunge i livelli raccomandati di esercizio fisico. Nell’ambito della sessuologia medica, intervenire sulla sedentarietà può migliorare la salute sessuale e riproduttiva; tuttavia, è necessario che l’attività fisica sia adeguata, onde evitare lo sviluppo di quadri patologici come la triade dell’atleta o l’ipogonadismo indotto da esercizio fisico. Inoltre, l’eventuale uso di “sostanze atte a migliorare l’apparenza e la performance” ha trasceso i confini dello sport agonistico, trovando largo utilizzo fra gli atleti amatoriali al fine di massimizzare la resa dell’esercizio, sebbene siano noti gli effetti avversi sulla salute sessuale e riproduttiva in entrambi i sessi.
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Waddington, Ivan. "Attivitŕ fisica, movimento, sport e salute. Qual č il messaggio corretto per la salute pubblica?" SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, no. 2 (May 2010): 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/sp2010-002002.

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3

Zambianchi, Manuela. "Promuovere l'invecchiamento attivo attraverso il modello life skills education. Un progetto di ricerca-intervento per potenziare il pensiero critico ed il decision making." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 651–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002009.

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Abstract:
L'invecchiamento positivo è definito dal modello sistemico di Rowe & Khan (1997) come la presenza di elevate risorse a livello fisico e cognitivo, le quali consentono di mantenere una partecipazione attiva alla società. Il modello Life Skills Education, proposto dall'OMS (1994) come insieme di competenze tra-sversali utili allo sviluppo positivo dei giovani, è stato qui ipotizzato poter contri-buire anche in età anziana alla salute bio-psico-sociale, con adattamenti nei contenuti e nella metodologia di approccio, per il quale è stato adottato il modello della ricercaazione partecipata di ispirazione lewiniana (Lewin, 1946; Kagan, 2012). Un progetto di ricerca-azione partecipata che ha avuto come riferimento teorico-metodologico i programmi Life Skills Education in età anziana (Zam-bianchi, 2015) centrato su due Life Skills, il pensiero critico ed il decision making si è svolto a Bagnacavallo (RA) con il supporto delle Istituzioni politiche e sanitarie territoriali. Hanno partecipato 16 iscritti (età media = 71.13 a. 13 femmine e 3 maschi) che hanno compilato in ingresso ed in uscita il questionario sulle rappresentazioni sociali della salute, due item sulle credenze della dieta mediterranea e dell'attività fisica per la salute ed il questionario sugli stili decisionali. Dopo il per-corso formativo, i modelli Manova a misure ripetute hanno mostrato modificazioni positive sulle credenze sui comportamenti salutari, sulla rappresentazione della salute e sullo stile decisionale di pianificazione razionale.
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4

Saraceno, Benedetto. "Un Programma per la salute mentale nelle popolazioni meno favorite." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 9–11. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000447.

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Abstract:
Nations for Mental Health è un Programma dell'Organizzazione Mondiale della Sanità istituito di recente, dopo la pubblicazione, nel maggio 1995, di un rapporto sulla salute mentale nel mondo da parte di un gruppo di studio della Harvard Medical School.Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha accolto con entusiasmo la pubblicazione, riconoscendo che l'obiettivo globale delle Nazioni Unite “*è quello di promuovere la salute mentale e il benessere di tutti gli abitanti del pianeta”.Il Programma delle Nazioni per la Salute Mentale si fa carico di questa missione.Il suo scopo principale consiste nel migliorare la salute mentale e il benessere psicosociale delle popolazioni meno favorite del mondo.Il Programma mira ad aumentare la consapevolezza delle conseguenze dei problemi di salute mentale e di abuso di sostanze sul benessere sociale e sulla salute fisica, a coordinare gli sforzi internazionali per combattere le malattie mentali e ad attuare i progetti di salute mentale a livello nazionale. Avviare un certo numero di progetti pilota in ognuna delle sei regioni OMS del mondo.Tali progetti sono intesi a illustrare il potenziale degli sforzi collaborativi a livello nazionale, con l'intenzione di sviluppare poi progetti su più vasta scala.Intende anche sviluppare a livello internazionale un processo di sensibilizzazione tale da ottenere una forte volontà politica e un forte impegno da parte dei policy makers e dei leader nei confronti delle questioni di salute mentale, riconoscendola come un importante problema di sanità pubblica e affrontando il problema della stigmatizzazione e della discriminazione.
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Maccaferri, Alessandra, and Ada Cozza. "Il caregiving nelle patologie dementigene. Dalla fatica della cura agli interventi integrati." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2020): 55–64. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2020-002006.

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Abstract:
L'allungarsi dell'aspettativa di vita e il conseguente invecchiamento della popolazione ha comportato una crescita esponenziale di soggetti affetti da malattie neurodegenerative in condizioni di cronicità e disabilità permanente. Sono molti i familiari che decidono di prendersi cura dei loro cari a casa, ma spesso nel decorso della malattia si assiste ad un carico della cura che implica un aumento dello stress con un notevole impatto sulla loro salute. Il caregiver diviene così il secondo paziente di cui gli operatori della salute dovrebbero prendersi cura, considerandolo nella sua interezza, complessità e storicità, e basandosi su una visione della persona in un'ottica integrata e multidisciplinare; ciò consentirebbe una presa in carico con risultati positivi non solo sul piano della salute fisica e psicologica, ma anche su quello economico e sociale. Al fine di raggiungere questo risultato, si propongono una serie di interventi multidisciplinari, la cui integrazione permetterebbe una presa in carico totale della persona che presta cure.
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Donizzetti, Anna Rosa, and Giovanna Petrillo. "Health Locus of control Scale per adolescenti: validazione di un originale strumento di rilevazione." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002006.

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Abstract:
La(HLCS) per adolescenti, di cui si presenta uno studio di validazione, č un originale strumento volto a rilevare l'orientamento diriferito alla salute negli adolescenti. Sono stati coinvolti 1469 partecipanti, quasi equamente distribuiti per sesso (44.0% maschi e 56.0% femmine) e con un'etŕ media di 16.6 anni (DS = 1.43). Analisi fattoriali esplorative e confermative hanno evidenziato una struttura tridimensionale della HLCS, che nella versione finale consta di 15 item e presenta soddisfacenti proprietŕ psicometriche sia nel campione generale sia nei sub-campioni. Inoltre, analisi correlazionali ne hanno dimostrato la validitŕ convergente e discriminante. I risultati mostrano l'utilitŕ dello strumento per la rilevazione delle credenze degli adolescenti circa il controllo della propria salute fisica anche in popolazioni diversificate per sesso, etŕ e formazione.
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Lombardi, Domenico. "Considerazioni sulla professione medica." Medicina e Morale 47, no. 6 (December 31, 1998): 1175–209. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.816.

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Abstract:
In questo articolo l’Autore propone alcuni argomenti pertinenti la professione medica al fine di individuare i valori dell’etica, a cui deve fare riferimento ogni operatore sanitario per mantenere un alto livello di professionalità. La medicina, oggi più di ieri, necessita, infatti, di conoscenze non solamente tecnico-scientifiche, ma anche e soprattutto etiche e culturali. I valori etici influiscono sulla qualità professionale che l’Autore distingue in fisica, psichica, conoscitiva e volitiva. Il secondo punto affrontato riguarda l’arte medica il cui approccio metodologico al malato deve essere orientato a tutta la persona anche se è sofferente un solo organo (concezione olistica). Il terzo punto affrontato riguarda il rapporto fiduciario che si concretizza nel diritto del malato alla verità sulla sua salute, nel rispetto della sua libertà e del suo diritto all’informazione (consenso informato). In quarto luogo la decisione clinica da cui può dipendere la salute del malato; infine, la qualità della professione e le sue finalità. L’Autore analizza inoltre il concetto di salute facendo attenzione soprattutto agli aspetti sociali e al concetto di qualità della vita.
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Antico, Leonardo. "Pastorale della salute ed alcune responsabilità sociali della medicina." Medicina e Morale 39, no. 3 (June 30, 1990): 515–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1177.

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Abstract:
Di fronte al diffondersi di un concetto di qualità della vita ristretto alle capacità economiche, alla efficienza fisica e alla godibilità della vita, è necessario che la scienza medica si assuma il compito di proporre una visione globale della persona nella sua unità di mente e di corpo. Da ciò deriva, secondo l'Autore, una "responabilità sociale" della medicina, chiamata a farsi carico del recupero di un equilibrio dinamico tra corpo, psiche e spirito della persona. ln ciò un ruolo determinante possono svolgere le Università, curando una più specifica preparazione dei medici di medicina generale e di veri specialisti, e disponendo lo studio e l'insegnamento circa le cause di morte prematura e inabilità (stupefacenti, fumo, incidenti sul lavoro, ecc.) e circa l'invecchiamento della popolazione, le affezioni croniche, l'assistenza domiciliare.
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Bardelli, Patrizia, and Vincenza Briscioli. "Covid-19: il ruolo dei pediatri di famiglia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 62–68. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004006.

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Abstract:
L'articolo discute le importanti difficoltà e le sfide che i pediatri di famiglia si trovano ad affrontare in questo periodo di pandemia. I bambini e i giovani rappresentano le fasce più deboli della popolazione, spesso dimenticate dalle politiche pubbliche, che stanno pagando un prezzo molto alto in termini di salute non solo fisica ma anche psicologica. Il punto di vista dei pediatri costituisce un osservatorio privilegiato per l'indicazione alle politiche pubbliche circa gli interventi prioritari a tutela delle generazioni più giovani.
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Fida, Roberta, Elena Natali, Claudio Barbaranelli, and Francesco Avallone. "La relazione tra il bullismo al lavoro e il benessere organizzativo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001004.

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Abstract:
Il bullismo al lavoro viene riconosciuto come un importante fattore di rischio psicosociale che ha un effetto sia sulla salute psico-fisica che sulla soddisfazione eorganizzativo. In linea con queste ricerche, l'obiettivo del presente studio č quello di indagare gli effetti del bullismo al lavoro sul, soddisfazione, burnout e salute del lavoratore. Ad un campione di circa 500 lavoratori italiani (70% donne) di etŕ compresa tra i 21 e i 68 anni (Media = 40.6 anni; DS = 10.05) č stato somministrato un questionario self-report. Al fine di indagare se l'essere vittima di atti negativi abbia un effetto sulla soddisfazione,, burnout e sintomi psicosomatici č stato testato un modello di equazioni strutturali. I risultati confermano che il bullismo al lavoro ha un effetto sulle dimensioni indagate e che le vittime di bullismo al lavoro sono meno soddisfatte, meno attaccate all'organizzazione, e soffrono maggiormente di burnout e disturbi psicosomatici.
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Gelmi, Giusi, Giulia Parisi, Lia Calloni, Aurora Torri, Anna Paola Capriulo, and Corrado Celata. "Promuovere salute e prevenire cronicità nella popolazione over 65: il programma Gruppi di Cammino in Regione Lombardia." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2022): 40–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003006.

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Abstract:
La Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di over 65enni: oltre 2 milioni, pari al 22,9% della popolazione (Istat, 2020). Molti soffrono di una o più patologie croniche, incidendo per il 70% sulla spesa sanitaria regionale (Dgr 4662/2015). Le evidenze di letteratu-ra indicano la sedentarietà tra le cause che concorrono allo sviluppo di patologie croniche e sottolineano la necessità di politiche e programmi per promuovere l'attività fisica per favorire l'invecchiamento attivo e in buona salute (Active and Healthy Ageing). In tal senso, dal 2009 Regione Lombardia ha individuato i Gruppi di Cammino come programma principe per pro-muovere e mantenere la salute della popolazione over 65, inserendolo nei propri Piani Regio-nali Prevenzione. Il programma consiste in un'attività organizzata dove un gruppo di persone si ritrova per camminare insieme, almeno due volte a settimana, seguendo un percorso urbano o extra-urbano, sotto la guida di un conduttore (Walking leader). Rappresentano una strategia capace di promuovere il movimento di adulti e anziani in sicurezza, la conoscenza di temi di salute, la partecipazione dei cittadini e le loro abilità sociali, rispondendo ai principi chiave delle politiche di promozione della salute e di Active Ageing (Oms, 2002). L'articolo, attraverso la descrizione dei differenti passaggi adottati per l'implementazione del programma secondo la lente dell'Interactive System Framework, darà evidenza di come il programma Gruppi di Cammino sia una strategia che ad oggi promuove il movimento di oltre 18600 over 65.
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Lonardi, Giulia, Giovanni Bertin, Stefano Campostrini, Alberto Arlotti, Pirous Fateh Moghadam, and Francesca Russo. "La valutazione nella promozione dell'attivitŕ motoria." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 73–107. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050006.

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Abstract:
L'inattivitŕ fisica č associata ad una serie di malattie croniche, che interessano la popolazione. I dati sono allarmanti e numerosi Stati hanno attivato politiche di promozione alla salute concernenti l'attivitŕ motoria, usufruendo di un approccio di tipo interdisciplinare. La ricerca valutativa, a questo proposito, sta sviluppando metodologie per intervenire in situazioni di complessitŕ e multi-settorialitŕ. Il presente contributo descrive un progetto di valutazione di programmi di promozione dell'attivitŕ motoria attivi in tre realtŕ regionali italiane: Veneto, Emilia-Romagna e Provincia Autonoma di Trento. Il processo valutativo attivato in ciascun caso regionale, rappresenta una particolare strategia valutativa che ha tenuto in considerazione gli obiettivi e il contesto territoriale di ogni programma di promozione, coinvolgendo gli stakeholders e impostando un lavoro nell'ottica della sostenibilitŕ futura. Il progetto valutativo proposto si presenta come un contributo allo sviluppo di modalitŕ e strumenti operativi efficienti e sostenibili nel campo della valutazione di programmi di promozione della salute.
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Zambianchi, Manuela, and Bitti Pio Enrico Ricci. "Benessere soggettivo, stili di coping, salute fisica e mentale percepite nella terza e nella quarta etŕ." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (April 2010): 135–50. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002007.

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Abstract:
In ambito gerontologico, le principali teorie sull'invecchiamento positivo evidenziano come tra i fattori che concorrono a determinarlo il benessere soggettivo rivesta un ruolo centrale (Rowe, Khan, 1987; Freund, Baltes, 2002; Gerstorf, Smith, Baltes, 2006). Secondo Ryff (1995), il benessere psicologico si definisce come un costrutto multidimensionale comprendente sei dimensioni: Autonomia, Controllo ambientale, Crescita personale, Relazioni positive con gli altri, Scopo di vita, Accettazione di sé. La ricerca ha investigato le caratteristiche ed il livello di benessere psicologico nell'anziano, l'influenza delle seguenti variabili sociodemografiche sul benessere psicologico: etŕ, sesso, titolo di studio, composizione del nucleo familiare, residenza in centro o area rurale, il rapporto tra il benessere psicologico e le seguenti variabili: stili di coping; valutazione soggettiva della salute fisica e mentale. Hanno partecipato 142 soggetti (etŕ media 73 anni, 55 maschi, 80 femmine, suddivisi poi in Terza Etŕ (65-79 anni, n° 107) e Quarta Etŕ (80 anni8 e oltre, n° 28). I fattori predittivi del benessere psicologico nell'anziano risultano essere il coping di controllo, la salute mentale percepita, la composizione del nucleo familiare, l'etŕ. Questi risultati pongono in evidenza la necessitŕ di considerare, nelle ricerche future, anche le dimensioni attive individuali e le loro interazioni con quelle sociali nella determinazione del benessere nella persona che invecchia.
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Casini, Marina. "La RU486 tra legge 194 e nuove linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con Mifepristone e prostaglandine." Medicina e Morale 70, no. 3 (November 8, 2021): 329–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.945.

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Abstract:
L’articolo prende spunto dalla recente relazione del Ministro della Salute “sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78). Dati definitivi 2019 e dati preliminari 2020”, pubblicata il 16 settembre 2021. Alla luce di questo documento, l’Autrice riporta i termini del dibattito riguardante le “linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine”, pubblicate dal Ministero della Salute il 12 agosto 2020, e con le quali sono cambiate le modalità di esecuzione dell’aborto farmacologico mediante RU486 in Italia. Esse sono conformi alla normativa sull’aborto o la violano? Una risposta adeguata richiede l’esame delle correnti ideologiche presenti nella legge 194: abortismo radicale, collettivizzante e umanitario. L’Autrice ritiene che se guardiamo la lettera della legge non vi è dubbio che le nuove linee di indirizzo contrastano con la legge 194 soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento dei consultori, ma nello stesso tempo non si può ignorare il fatto che nella legge 194 è già presente nascostamente la cultura radicale che si manifesta palesemente nelle linee di indirizzo ministeriali. In ogni caso il dibattito sollevato sulle modalità di somministrazione della RU486 introdotte nell’agosto del 2020 è un’occasione importante per ricordare che in gioco c’è il diritto alla vita dei bambini non nati e la tutela della salute, fisica e psichica, delle donne.
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Liparoti, Marianna. "Physical exercise and Alexithymia: risk or benefit?" Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 235–41. http://dx.doi.org/10.36253/form-13633.

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Abstract:
Physical activity is involved in increasing health potential. However, in sports practice a state of well-being may depend on the management of emotions. The purpose of the present study was to analyse the relationship between the type of exercise and alexithymia. Three groups of people were analyzed for the study: triathlon practitioners, people practicing Tai Chi, and sedentary people. All participants were assessed for both physical activity level and alexithymia. The results show that more athletes with alexithymia practice high-intensity exercise. Thus, there seems to be an association between alexithymia and exercise addiction. Through competitive exercise, athletes can overcome difficult challenges by employing cognitive resources on external factors, without focusing attention inward. A question emerges from this study: is alexithymia a determining factor in choosing a specific type of physical activity, or could alexithymia be triggered by overtraining? This aspect could be investigated in future studies, which could further investigate the relationship between the choice orientation of a specific sport and alexithymia. Esercizio fisico e Alessitimia: rischio o beneficio? L’attività fisica è coinvolta nell’aumento del potenziale di salute. Tuttavia, nella pratica sportiva uno stato di benessere può dipendere dalla gestione delle emozioni. Lo scopo del presente studio è stato quello di analizzare la relazione tra il tipo di esercizio fisico e l’alessitimia. Per lo studio sono stati analizzati tre gruppi di persone: praticanti di triathlon, persone che praticano il Tai Chi e persone sedentarie. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una valutazione sia del livello di attività fisica che dell’alessitimia. I risultati mostrano che un maggior numero di atleti con alessitimia pratica esercizi ad alta intensità. Sembra quindi esistere un’associazione tra alessitimia e dipendenza da esercizio fisico. Attraverso l’esercizio agonistico, gli atleti possono superare sfide difficili impiegando le risorse cognitive su fattori esterni, senza focalizzare l’attenzione verso l’interno. Da questo studio emerge una domanda: l’alessitimia è un fattore determinante nella scelta di uno specifico tipo di attività fisica, oppure l’alessitimia potrebbe essere innescata dal sovrallenamento? Questo aspetto potrebbe essere indagato in studi futuri, che potrebbero approfondire la relazione tra l’orientamento alla scelta di uno sport specifico e l’alessitimia.
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Lombardi, Domenico. "L’essenziale nelle professioni sanitarie: riflessioni di un clinico." Medicina e Morale 50, no. 1 (February 28, 2001): 61–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.717.

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Abstract:
Nell’articolo vengono riportate alcune riflessioni sui principi di riferimento ed i comportamenti nelle professioni sanitarie. L’Autore ritiene che i mezzi idonei per qualificare il servizio al paziente e mantenere un alto livello di professionalità degli operatori siano tanto gli strumenti tecnico-scientifici quanto quelli etico-culturali, proprio al fine di una migliore soddisfazione della domanda di salute. Si discute inoltre sulle finalità della professione sanitaria e sulla qualità della vita, quest’ultima intimamente connessa al concetto di salute. Nella professionalità sanitaria sono distinte quattro parti: fisica, psichica, conoscitiva e volitiva e si indicano alcuni riferimenti per migliorarla. Riguardo poi all’atto professionale, questo è da considerare adeguato laddove libero e responsabile, ed ancora l’approccio olistico al malato è ritenuto il più proficuo, anche per lo specialista. Si tratta, poi, dello sviluppo della medicina specialistica e dell’attuale validità delle “discipline madri” (medicina interna e chirurgia generale) individuandosi altresì i requisiti che qualificano sia le strutture sanitarie sia la condotta degli operatori sanitari. Per l’aspetto sociale della medicina si accenna ai principi che dovrebbero regolare la sanità, in cui la salute non deve mai diventare merce di scambio. Infine si ribadisce l’essenzialità del rapporto fiduciario tra paziente ed operatore sanitario; in esso andrebbero privilegiati, oltre che la competenza del curante, anche la conoscenza umana ed il rispetto del malato nella sua ontologica unità somatica, psichica e spirituale. Sono riportati peraltro alcuni riferimenti legali ed etico-deontologici che dovrebbero guidare i comportamenti degli operatori sanitari.
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De Rui, Laura. "Dire l'indicibile. I presupposti necessari alle verifiche di attendibilità e credibilità nei casi di violenza sessuale infantile." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2022): 53–68. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-001004.

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Abstract:
Il presente articolo tratta il tema della testimonianza delle persone minorenni vittime di reati di natura sessuale e dei necessari presupposti per porle nelle migliori condizioni per rendere tale testimonianza. In primo luogo, il rispetto della loro individualità e della loro dignità, con particolare attenzione alla tutela del diritto alla salute psico-fisica. In particolare, anche attraverso la disamina di casi concreti, si riferirà di alcune buone prassi ritenute adeguate al fine di evitare effetti di vittimizzazione secondaria, circostanza che incide anche sulla genuinità delle dichiarazioni rese, con possibile danno anche degli indagati/imputati. Tali prassi fortificano la tutela dei diritti delle persone offese, tra cui quello all'assistenza affettiva e psicologica in ogni fase del procedimento penale, il diritto di partecipare in modo informato e con l'assistenza di un legale o di un curatore speciale. Si tratta di procedure troppo spesso disattese da parte delle Autorità Giudiziarie, con rischio di compromissione dell'integrità psico-fisica di qualsiasi minorenne tenuto a testimoniare e di un'errata valutazione sulla responsabilità dei presunti rei.
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Carbone, Sara, Roxanna Morote, Silvia Gabrielli, Silvia Rizzi, Odin Hjemdal, Frederick Anyan, and Valeria Donisi. "Sviluppare la resilienza: co-creare un programma di promozione della salute mentale coinvolgendo gli adolescenti del contesto scolastico del Trentino." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (September 2020): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-002007.

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Abstract:
L'associazione positiva tra il benessere mentale durante infanzia e adolescenza e il benessere in età adulta è dimostrata e richiede azioni preventive e di promozione del benessere. L'articolo riporta i bisogni degli adolescenti Trentini in merito alle abilità utili per il loro benes-sere: 49 studenti hanno partecipato ad una survey e 16 ad un laboratorio per valutare contenuti e metodi di un programma europeo per la resilienza (progetto UPRIGHT). I risultati della survey rivelano l'importanza di fare piani per il futuro e definire obiettivi, lavorare sul senso della propria vita, curare alimentazione, attività fisica, salute in generale, affrontare solitudine e isolamento. Dal laboratorio risultano importanti una migliore comunicazione con docenti e genitori, il miglioramento del clima di classe e della qualità delle relazioni interpersonali.
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Rucci, Paola, Alessandro Rossi, Mauro Mauri, Giuseppe Maina, Fulvio Pieraccini, Stefano Pallant, Valeria Camilleri, Maria Sole Montagnani, and Jean Endicott. "Validity and reliability of the Quality of Life, Enjoyment and Satisfaction Questionnaire, Short Form." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 16, no. 1 (March 2007): 82–87. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004656.

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Abstract:
Nell'ultimo decennio la qualita della vita ha acquisito una sempre maggiore rilevanza come misura di esito sociale e clinico (Katschnig, 1997) dei disturbi mentali. Vi e un ampio consenso sul fatto che il costrutto della qualita della vita è multidimensionale e comprende la percezione che il paziente ha delle relazioni sociali, della propria salute fisica, della capacità di svolgere le attivita quotidiane domestiche e lavorative e del proprio benessere in generale (Patrick & Erickson, 1988). Mentre le misure di funzionamento si propongono di quantificare la compromissione in modo oggettivo, le misure della qualita della vita valutano la capacita del soggetto di trarre soddisfazione e piacere da varie attivita e richiedono una valutazione soggettiva. La definizione di qualita della vita del Quality of Life Group dell'Organizzazione
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D’Ambrosio, Cristiana. "Dieta, Cuore e Cancro: tra mito e realtà." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 45–51. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-6.

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Abstract:
Sebbene comunemente considerate come due entità patologiche separate, le malattie cardiovascolari e il cancro, le principali cause di morte, possiedono varie possibili interazioni, tra cui una serie di fattori di rischio simili (ad es. obesità, diabete, infiammazione cronica). Ogni cardiologo dovrebbe fornire consulenza per un corretto stile di vita (alimentazione, esercizio fisico, evitare il fumo e l’abuso di alcol); così facendo si potrebbero prevenire non solo le malattie cardiovascolari, ma anche il cancro. Inoltre, l’intervento su dieta, attività fisica e fumo si è dimostrato efficace anche in pazienti con tumori noti. Il ruolo di una dieta sana nella prevenzione del cancro è ben riconosciuto. Dati recenti indicano che seguire gli stessi consigli può anche migliorare la qualità della vita dei sopravvissuti al cancro. I pazienti con cancro al seno (BC) sono comunemente preoccupati per la dieta e l’alimentazione e spesso esprimono la necessità di ottenere informazioni relative alla salute e la volontà di cambiare dieta e stile di vita. Pertanto, essere consapevoli dei cambiamenti nella dieta dei sopravvissuti e delle esigenze di informazioni è fondamentale per gli operatori sanitari per guidarli verso scelte di vita ottimali.
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Quaglia, Valeria, and Mara Tognetti. "L'impatto della pandemia di COVID-19 sulla salute mentale e fisica delle assistenti familiari migranti in Italia." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (November 2021): 124–40. http://dx.doi.org/10.3280/ses2021-003008.

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Girardi, Marta, Adele Fabrizi, and Chiara Simonelli. "Popolazione transgender over 50: un intervento clinico psicosessuologico." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (November 2020): 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002001.

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Abstract:
Il concetto di identità di genere è stato motivo di interesse e di studio negli anni fino a giungere alla sua concezione transgender, caratterizzata da un lungo percorso di depatologizzazione che parte dai primi studi di differenziazione tra sesso e genere fino ad arrivare alle classificazioni che i vari manuali diagnostici oggi ci presentano. La concezione transgender dei generi supera la concezione binaria, proponendo una visione fluida che legittima l'esistenza di una varietà di identità di genere in cui potersi riconoscere. I bisogni relativi all'invecchiamento e alla salute degli anziani LGBT sono scarsamente affrontati nei servizi, nelle politiche o nella ricerca. La popolazione transgender over 50, la quale ha vissuto in un contesto so-ciale e storico caratterizzato da forti discriminazioni, si trova ad affrontare una fase di transizione della vita in cui è importante considerare le caratteristiche peculiari di tale vissuto come transgender e gli aspetti relativi alla salute fisica e al supporto sociale. Affacciarci alla visione di invecchiamento transgender vuol dire adottare una prospettiva che si distanzia dagli script eteronormativi prevalenti nella società, e che si avvale di concezioni tipiche di tale vissuto, come quella di queer time e queer space. L'obiettivo di tale contributo è quello di evidenziare le problematiche e le esigenze della popolazione considerata per poter promuovere una figura di clinico attento e consapevole delle peculiarità dell'utenza considerata e un intervento clinico psicosessuologico ad hoc che adotti un approccio biopsicosociale.
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Cuzzolaro, Massimo. "L'obesitŕ in etŕ pediatrica. Aspetti clinici e psicopatologici." PSICOBIETTIVO, no. 1 (April 2011): 17–35. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-001002.

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Abstract:
Negli ultimi trent'anni i valori della prevalenza del sovrappeso e dell'obesitŕ in etŕ pediatrica (0-14 anni) sono aumentati drammaticamente in Italia come in molti altri Paesi dove l'obesitŕ č, ormai, la malattia infantile piů diffusa. L'obesitŕ pediatrica ha raggiunto le dimensioni di una pandemia con gravi conseguenze per la salute fisica e mentale anche perché molti bambini e adolescenti obesi diventano adulti obesi. Esistono ormai definizioni chiare e accettate a livello internazionale dei cut-off (punti-limite di indice di massa corporea) per la diagnosi di sovrappeso e obesitŕ in etŕ evolutiva. Eppure molti casi restano ancora misconosciuti. La diagnosi precoce č invece la prima tappa indispensabile per un trattamento tempestivo che ha maggiori probabilitŕ di essere efficace. Dopo aver toccato aspetti diagnostici ed epidemiologici, l'articolo si sofferma su due temi: il disturbo da alimentazione incontrollata in etŕ evolutiva, il ruolo delle esperienze alimentari precoci.
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Beltramini, Lucia. "Violenza nelle coppie di adolescenti." Evaluation von Psychotherapieverläufen 12, no. 1 (April 2022): 95–98. http://dx.doi.org/10.30820/1664-9583-2022-1-95.

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Abstract:
La violenza nelle coppie di adolescenti è un fenomeno frequente. Dati di ricerca raccolti prima della pandemia da Covid-19 evidenziano come in almeno una coppia di giovani su dieci le ragazze subiscano forme di violenza psicologica, fisica e sessuale, con esiti importanti sulla loro salute. Tali violenze possono essere esercitate di persona o tramite modalità online; nei periodi di confinamento legati all’emergenza sanitaria questa seconda tipologia di violenza sembra aver visto maggiore diffusione. Raramente ragazze/i vittime di violenza chiedono aiuto per la violenza che subiscono. Durante la pandemia formulare questa richiesta potrebbe essere risultato ancora più complesso a causa della chiusura di scuole e servizi. Tuttavia, quando un adolescente sceglie di raccontare la propria storia, è particolarmente importante che si senta creduta/o, rispettata/o e sostenuta/o, per rendere il momento della condivisione una reale opportunità di crescita personale e di possibile uscita dalla violenza.
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Timio, Mario. "Bioetica della strumentazione medica: il rene artificiale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (June 27, 2014): 169–72. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.882.

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Abstract:
Dal momento che la tecnica dialitica è oggi altamente perfezionata e sofisticata, rimangono due punti essenziali: a) la sopravvivenza non è più abbastanza e b) i problemi bioetici innestati a ventaglio richiedono risposte circostanziate adattate al singolo dializzato. È questa una nuova sfida al nefrologo del XXI secolo. Nell'era pre-fisica della medicina non esistevano categorie bioetiche, anche se da una parte si poneva il Medico con le sue competenze e, dall'altra, la Malattia, ma il Malato (terza componente o terza M del triangolo di Ippocrate) era escluso da ogni decisione. Nell'era fisica che si caratterizza per l'uso degli strumenti sensoriali (vista, tatto, udito e fiuto), il medico è fisicamente vicino al malato ed è abbozzata una sorta di pre-etica clinica. Nell'era attuale o strumentale, l'apparecchio diagnostico o curativo si inserisce tra il Medico e il Malato, che rimane estraneo al processo del recupero della salute. Per questo sono richieste alte dosi di bioetica, volte a preservare la dignità del paziente, a garanzia del rispetto, del suo best interest e del suo bene. A rendere più cogente l'impegno del nefrologo è l'alleanza con il paziente per superare quello che è definito il fattore M (o quarta M, per distinguerla dalle tre classiche del triangolo di Ippocrate), nel quale convergono, oltre alle problematiche strumentali del dializzatore, le nuove componenti del sapere medico, come la politica e l'economia sanitarie, l'organizzazione dei servizi, l'epidemiologia e la medicina difensiva. (Bioethics)
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Di Pietro, Maria Luisa, Gianluigi Conte, Adelia Lucattini, and Antonio G. Spagnolo. "Alimentazione forzata per i pazienti con anoressia nervosa?" Medicina e Morale 42, no. 2 (April 30, 1993): 381–98. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1061.

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Abstract:
Gli Autori prendono in esame il caso di M.A., una ragazza anoressica di 18 anni, che, ospedalizzata, rifiuta di sottoporsi alle terapie e di alimentarsi fin quando, durante un episodio di perdita di coscienza, i medici decidono di iniziare - oltre le cure del caso - anche l'alimentazione enterale con il sondino naso-gastrico. Gli interrogativi etici, deontologici e giuridici sollevati da questo caso sono molteplici e rilevanti nella prassi medica: a fronte di un rischio prevedibile per la propria vita, la paziente ha il diritto a non accettare le cure? Quale rispetto è dovuto alla volontà di una paziente affetta da questa malattia? I medici curanti possono lecitamente prendere la decisione di sottoporre la paziente ad alimentazione forzata pur in presenza di un esplicito rifiuto? Le risposte scaturiscono dalla valutazione etica e giuridica del conflitto tra diritto della paziente di decidere sulla propria vita/salute e diritto/dovere del medico di salvaguardare la vita fisica della paziente.
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Muzio, Marisa, and Luca Argenton. "Psicologia dello sport: il benessere per la prestazione eccellente." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 233–48. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11634.

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Abstract:
Lo studio delle relazioni tra attività fisica e qualità della vita rappresenta una delle aree di maggiore interesse per diverse discipline psicologiche, dalla psicologia della salute a quella applicata allo sport, fino alla psicologia del ciclo di vita. La psicologia dello sport, in particolare, si presenta oggi come area teoricoapplicativa in cui convergono e si integrano i contributi delle scienze dello sport e delle discipline psicologiche. In linea con le attuali tendenze della Positive Psychology, l'approccio applicativo tende a costruire il modello di funzionamento ottimale dell'atleta – sia nell'età dello sviluppo che ad alto livello agonistico – e a supportarne e svilupparne le condizioni di funzionamento ottimale. ? in questo quadro di riferimento che si contestualizzano gli studi sulla peak performance e sui peak moments in generale. Tra questi, l'articolo evidenzia e approfondisce la centralità del costrutto di flow sia in chiave teorica che nelle sue ricadute operative.
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Dai Prà, Mirko. "Uno studio di caso di paziente con Disabilità Intellettiva e disturbo Bipolare in contesto residenziale: comportamenti aggressivi, furto, Qualità della Vita e terapia farmacologica. Un intervento Comportamentale e Cognitivo." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 115–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002007.

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Abstract:
Il presente lavoro si pone lo scopo di descrivere un intervento diretto ad un paziente con disabilità cognitiva e disturbo Bipolare e la valutazione degli esiti rispetto a: comportamenti di aggressività e furto, terapie farmacologiche assunte e Qualità della Vita. Metodo: È stato utilizzato un intervento integrato con tecniche di tipo Comportamentale e Cognitivo condotto dall'équipe riabilitativa a seguito di valutazione funzionale del caso con modello Comportamentale ABC (Antecedenti Behavior Conseguenze) con un paziente di 41 anni con disabilità cognitiva di tipo moderato e disturbo Bipolare. L'intervento è stato progettato con modelli di condizionamento operante e l'équipe riabilitativa è stata istruita. Al primo intervento è seguito un secondo additivo di token economy volto a rinforzare i comportamenti acquisiti. In fine è stato eseguito un intervento di tipo Cognitivo seguendo i principi della psicoeducazione ed è stato adattato alle capacità di comprensione dell'utente. Gli outcome sono stati il tipo e la quantità di farmaci assunti, il numero di comportamenti aggressivi e di comportamenti di furto, i risultati relativi alla Qualità della Vita percepita. È stato condotto uno studio di caso. Risultati: Sono diminuiti comportamenti di Aggressività e furto, diminuita l'assunzione di Benzodiazepine e di Antipsicotici, diminuita la somministrazione di terapie meccaniche restrittive quali terapia al bisogno Intra Muscolo e isolamento in camera, migliorata la Qualità della Vita nei domini Ruolo e salute Fisica, Salute in Generale, Vitalità, Attività Sociali Ruolo e Stato emotivo. Conclusioni: L'intervento si è dimostrato efficace a livello di decremento di comportamenti problema, diminuzione dei farmaci assunti e di Qualità della Vita percepita. Il lavoro offre spunti di riflessione relativi ai fattori del gruppo di lavoro e dei singoli che possono favorire l'intervento.
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Baldacci, Maria Cristina. "Bioetica dell’esercizio della sessualità nel portatore di handicap fisico geneticamente trasmissibile." Medicina e Morale 46, no. 3 (June 30, 1997): 503–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.879.

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Abstract:
Nella maggioranza dei casi la corporeità dell'handicappato viene relegata ad una semplice rieducazione e indirizzata principalmente verso una migliore socializzazione, i sentimenti di tipo erotico sono ridotti alla sfera spirituale e sostituiti da un'affettività e da un amore platonico dettati da ideologie sociali. Per un handicappato avere un'immagine del proprio corpo è sicuramente più difficile che per altri: il corpo è concepito come luogo di sentimenti ambivalenti. Perchè sede della propria diversità, rappresentazione di una parte di sè che non risponde ai desideri personali, sia di ordine funzionale sia relazionale. Le persone portatrici di handicap hanno bisogno di un aiuto approppriato nella valorizzazione estetica della propria immagine data la disabilità fisica. E' necessario, quindi, aiutarli a scoprire di sè aspetti "diversamente belli" e gratificanti, non solo patinati. Nell'ambito di questa problematica, l'autrice si sofferma particolarmente, per i problemi morali che sollevano, sulle situazioni patologiche geneticamente trasmissibili. In questi casi è necessario far comprendere la giusta possibilità di evitare un danno altamente probabile, forse anche certo, ad una terza persona. In altre parole secondo l'autrice si deve collaborare con Dio a non generare dolore, e l'unico modo per farlo è attraverso l'educazione. E' auspicabile, infatti, che una persona affetta da patologia fonte di handicap fisico geneticamente trasmissibile non eserciti la propria genitalità, ma viva ed "inventi" l'esercizio della propria sessualità in modo sublimato e trascendente, mantenendo intatta e, se è possibile migliorando, la propria "salute sessuale" e mentale.
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Rossetti, Maria Rosaria, Giuseppe Dalfino, Deni Aldo Procaccini, and Loreto Gesualdo. "L'alimentazione “mediterranea” nel paziente con rene policistico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (August 3, 2013): 81–84. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1012.

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Abstract:
Dalla seconda metà del XX secolo sono intervenute modificazioni nelle abitudini alimentari e nello stile di vita, tali da determinare variazioni anche nello stato di salute della popolazione. Numerose evidenze scientifiche indicano la necessità di dover rivedere l'alimentazione, ritornando a preferire i cibi tipici della Dieta Mediterranea, che, unitamente all'attività fisica, all'astensione dal fumo o da altre dipendenze e alla convivialità, possono influire anche sulla progressione delle malattie cronico-degenerative e certamente sulla Qualità della Vita. È noto che la dieta iperproteica a elevato contenuto di sodio, unitamente all'abuso di alcool, costituisce un determinante della progressione della malattia renale. Al contrario, l'adesione alla Dieta Mediterranea, ricca di frutta, verdura, legumi, cereali e olio d'oliva e moderata nel consumo di proteine animali e alcool, gioca un ruolo protettivo della funzione renale. La Dieta Mediterranea si è mostrata in grado di ridurre malattie cardiovascolari e stress ossidativo, pertanto esistono i presupposti per valutare se l'alimentazione di tipo mediterraneo sia in grado di ridurre in maniera significativa l'attivazione dello stress ossidativo anche in pazienti con ADPKD e, quindi, il loro rischio cardiovascolare.
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Cambria, Santino. "Migrazione interna e migrazione attuale in Italia. Territorio e mutamento sociale in relazione al disagio psichico." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 95 (July 2011): 131–41. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095008.

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Abstract:
L'imponente migrazione straniera, una migrazione inamovibile e crescente di famiglie, č vissuta dagli autoctoni massimamente in sostanziali termini di paura, seguendo il tradizionale percorso del pregiudizio. Studi ormai classici di sociologia, uniti ad altri studi, in particolare di psicologia, giŕ evidenziavano queste e altre caratteristiche nella migrazione interna in Italia. Analisi e proposte non sembrano aver perduto validitŕ se applicate alla migrazione attuale. Per i migranti la perdita della salute fisica e psichica č la perdita di tutto, e questo fornisce un primo possibile fondamento per il loro disagio psichico, ed anche per l'eccesso di ricoveri di urgenza e di trattamenti sanitari obbligatori. Per il migrante che cerca le cure solo quando č allo stremo sono necessari interventi forti di tipo psicosociale territoriale. Le ricerche sempre piů accurate rivelano, quali cause determinanti o favorenti i disturbi psichici del migrante, le medesime cause relative ai disturbi psichici dell'autoctono. Risulta comunque evidente che, come per la tossicodipendenza, anche per la malattia mentale gli interventi fondati sul sociale sono inscindibili dagli interventi di ordine sanitario.
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Szewczul, Bożena. "Obowiązek odpowiedniego przygotowania kandydatów przed przyjęciem do nowicjatu." Prawo Kanoniczne 48, no. 3-4 (December 10, 2005): 87–110. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.3-4.05.

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Abstract:
Le esigenze verso i candidati al noviziato non si cambiano da quasi 30 anni. Listruzione sulla formazione religiosa Potissimum institutioni (1990) e il Codice del Diritto Canonico (1983) ripetono quello che dice l’istrizione Renovationis causam (1969) per quando riguarda i candidati. Sembra che il più grande cambiamento riguardi gli stessi giovani. È sempre più difficile trovare dei candidati con un sufficente grado di maturità umana e cristiana, consapevoli della loro vocazione alla vita consacrata, fedeli a questa chiamata. Per prepararli bene al noviziato non esiste l’unica e chiara strada. Certo, bisogna prendere in considerazione le esigenze nominate in questo articolo cioè: la giusta intenzione di abbracciare la vita consacrata in un istituto religioso, il grado di maturità umana e christiana, l’equilibrio dell’affettività, la salute fisica e psichica, la capacità di vivere in comunità, pero la strada giusta si apre camminando. Sia candidati sia che i responsabili per loro devono con passione e pazienza ascoltare la voce dello Spirito Santo nella vita quotidiana per riconoscere la vocazione dei giovani.
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Maioni, Melissa. "Il livello di speranza nei pazienti oncologici in cura chemioterapica. Un’indagine sperimentale / The level of hope in the cancer patients receiving chemotherapy. An experimental investigation." Medicina e Morale 67, no. 5 (December 11, 2018): 525–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.555.

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Abstract:
La speranza è una caratteristica multidimensionale che coinvolge diverse dimensioni umane, il cui costrutto è stato più volte studiato in molteplici ambiti disciplinari. Il presente studio si propone di: valutare l’impatto della patologia in relazione al livello di speranza; comparare il livello di speranza con altre variabili cliniche e socio-demografiche, attraverso lo studio di 83 pazienti oncologici del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma in cura chemioterapica, e di 83 soggetti sani, con caratteristiche socio-demografiche comparabili al campione clinico, a cui sono state sottoposte due scale: l’HHI (Herth Hope Scale) e la SF-12 (Questionario sullo stato di salute). L’analisi statistica utilizzata è finalizzata a valutare l’interdipendenza lineare tra le due variabili considerate (la speranza e lo stato di salute) sulla popolazione in generale e nelle sottopopolazioni considerate, tramite il calcolo dell’indice R2. I risultati mostrano che: a) il campione sperimentale composto per l’84,3% da pazienti affetti da cancro al IV stadio, ha mediamente un medio livello di speranza (media ± es = 35.47 ± 0.78); b) non emerge una correlazione significativa tra lo stato di salute e il livello di speranza; c) non emergono differenze significative riguardo il livello di speranza, mentre emergono delle differenze significative relativamente alla PCS (stato di salute fisica). I dati raccolti indicherebbero come la speranza sia una dimensione indipendente dalla diagnosi, dalla stadiazione della patologia, dal sesso, dal tipo di ospedalizzazione, dallo stato civile e non si modifichi nelle varie fasce d’età. Sembrerebbe un costrutto che si mantiene stabile nel tempo e che viene scarsamente influenzato da altre variabili. ---------- Hope is a multidimensional characteristic that involves different human dimensions, the construction of which has been studied several times in multiple disciplinary fields. The present study aims to: assess the impact of the pathology in relation to the level of hope; compare the level of hope with other clinical and socio-demographic variables, through the study of 83 cancer patients receiving chemotherapy at the Policlinico Campus Bio-Medico in Rome, and 83 healthy subjects, with socio-demographic characteristics comparable to the clinical sample, who were given two scales: the HHI (Herth Hope Index) and the SF-12 (SF-12 Health Survey). The statistical analysis used is aimed at assessing the linear interdependence between the two variables under consideration (hope and health) for the general population and the subpopulations under consideration, by calculating the R2 index. The results show that: a) the experimental sample, 84.3% of which was composed of stage IV cancer patients, had an average hope level (mean ± es = 35.47 ± 0.78); b) there was no significant correlation between health and hope; c) there were no significant differences in hope levels, while there were significant differences in physical health (PCS). The data collected would indicate that hope is a dimension independent of diagnosis, disease stage, sex, type of hospitalization, marital status and does not change in the various age groups. It would seem to be a construct that remains stable over time and is poorly influenced by other variables.
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Gómez Chacón, Ramón, and Nicolás Fernández Martínez. "Relación entre la práctica de actividad física y los empleados saludables." Cuadernos de Psicología del Deporte 20, no. 3 (July 22, 2020): 64–73. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.389761.

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Abstract:
En la actualidad las organizaciones están implementando acciones de gestión de la salud por medio de la actividad física repercutiendo en beneficios físicos, psicológicos y sociales en los empleados y en económicos en las empresas. Este hecho hace que las organizaciones dispongan de empleados saludables que se relacionan con variables organizaciones positivas, como la satisfacción laboral (Gómez, Morales, Hernández y Muñoz, 2018), por lo que el objetivo del trabajo es conocer la relación entre la práctica de actividad física y los empleados saludables. Los participantes fueron los empleados de una entidad deportivo-social de la provincia de Sevilla utilizándose con n = 56, de los cuales 29 hombres y 27 mujeres entre 18 y 60 años, encontrándose 18 entre 18-30 años, 30 entre 30-45 años y 8 entre 45 y 60 años, además se utilizó el cuestionario internacional de actividad física (IPAQ) y el cuestionario del empleado saludable, y analizando si existían diferencias significativas entre las variables del empleado saludable y la cantidad de práctica de actividad física de los empleados. Los resultados concluyen que los empleados que realizan actividad física moderada y alta presentan un promedio significativamente mayor en emociones positivas, engagement y resiliencia respecto al grupo de actividad física baja o no práctica de actividad física, mientras que los empleados que realizan actividad física moderada y alta presentan un promedio mayor, pero no significativo en autoeficacia y competencia respecto al grupo de actividad física baja o no práctica de actividad física. At present, organizations are implementing health management actions through physical activity, having an impact on physical, psychological and social benefits on employees and on economic benefits at companies. This fact makes organizations have healthy employees that are related to positive organizations variables, such as job satisfaction (Gómez, Morales, Hernández and Muñoz, 2018), so the objective of the work is to know the relationship between the practice of activity physical and healthy employees. The participants were the employees of a sports-social entity of the province of Seville using n = 56, of which 29 men and 27 women between 18 and 60 years old, 18 being between 18-30 years old, 30 between 30-45 years old and 8 between 45 and 60 years, the International Physical Activity Questionnaire (IPAQ) and the healthy employee questionnaire were also used, and analyzing whether there were significant differences between the variables of the healthy employee and the amount of physical activity of the employees . The results conclude that employees who perform moderate and high physical activity have a significantly higher average in positive emotions, engagement and resilience compared to the group of low physical activity or no physical activity, while employees who perform moderate and high physical activity they present a higher average, but not significant in self-efficacy and competence with respect to the group of low physical activity or non-practice of physical activity. Attualmente le organizzazioni stanno implementando azioni di gestione della salute attraverso l'attività fisica impatto benefici fisici, psicologici e sociali e dei lavoratori nelle imprese economiche. Questo fatto rende alle organizzazioni di avere dipendenti sani che si riferiscono a variabili organizzazioni positive, come la soddisfazione sul lavoro (Gómez, Morales Hernández e Muñoz, 2018), in modo che l'obiettivo dello studio è stato quello di determinare la relazione tra la pratica di attività dipendenti fisici e sani. I partecipanti sono stati i dipendenti di uno sport e di entità sociale in provincia di Siviglia utilizzati con n = 56, di cui 29 uomini e 27 donne di età compresa tra i 18 ei 60 anni, essendo 18 tra 18-30, 30 tra i 30-45 anni e 8 tra i 45 ei 60 anni, più questionario internazionale l'attività fisica (IPAQ) e questionario dipendente sano è stato utilizzato, e analizzando se vi fossero differenze significative tra le variabili di dipendenti sani e la quantità di attività fisica dei dipendenti . I risultati concludere che i dipendenti che svolgono moderata a elevata attività fisica hanno una significativamente maggiore emozioni medio positivo, l'impegno e la resilienza rispetto al gruppo di bassa attività fisica o attività fisica, mentre i dipendenti che svolgono moderata a elevata attività fisica hanno una media più alta, ma non significativa in termini di efficacia e la concorrenza per il gruppo di bassa o nessuna attività fisica attività fisica. Atualmente, as organizações estão implementando ações de gestão de saúde por meio da atividade física, com impacto nos benefícios físicos, psicológicos e sociais dos funcionários e nos benefícios econômicos das empresas. Este fato faz com que as organizações têm empregados saudáveis ​​que se relacionam com variáveis ​​organizações positivos, tais como a satisfação no trabalho (Gómez, Morales Hernández e Muñoz, 2018), de modo que o objetivo do estudo foi determinar a relação entre a prática de atividade funcionários físicos e saudáveis. Os participantes eram funcionários de Esportes e entidade social na província de Sevilla usados ​​com n = 56, dos quais 29 homens e 27 mulheres com idades entre 18 a 60 anos, sendo 18 entre 18-30, 30 entre 30-45 anos e 8 entre 45 e 60 anos, além questionário internacional de atividade física (IPAQ) e questionário empregado saudável foi usado, e analisar se houve diferenças significativas entre as variáveis ​​do empregado saudável e da quantidade de atividade física de funcionários . Os resultados concluem que os funcionários que realizam atividade física moderada e alta têm uma média significativamente maior de emoções positivas, engajamento e resiliência em comparação com o grupo de baixa atividade física ou sem atividade física, enquanto os funcionários que realizam atividade física moderada e alta apresentam média maior, mas não significativa em autoeficácia e competência em relação ao grupo de baixa atividade física ou não prática de atividade física.
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Fabbroni, Roberto, Claudio Molinari, and Antonio Sanna. "Riconnettere Corpo, Mente e Anima-Spirito per recuperare Salute e Benessere in una visione sistemica e unitaria che porti alla guarigione." Scienze Biofisiche 5, no. 1 (July 2022): 1–32. http://dx.doi.org/10.48274/ibi15.

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Abstract:
Scopo di questo articolo è quello di recuperare la visione unitaria della salute e del benessere riunendo in una visione sistemica corpo, mente e Anima-Spirito che dal 1800 ad oggi hanno vissuto una separazione che ha portato ad un processo specialistico in ambito medico-scientifico pesantemente riduzionistico e limitante. Tale processo di riunificazione passa per la conoscenza dell’essere umano dal punto di vista delle più recenti scoperte nel campo della Biofisica e Fisica Quantistica integrate con le più recenti e verificate metodologie ad approccio bioenergetico, basate sul Metodo Summa Aurea® unite alla Psicologia, nell’accettazione originaria del termine. Ciò consente, sia a livello teorico che pratico, la rivitalizzazione dei processi di autoguarigione sopiti o limitati in persone affette da varie patologie o se preferite da varie tipologie di squilibri energetici che incidono, a vari livelli, sull’equilibrio psicofisico della persona. In questo contesto indagheremo la possibilità che il Metodo, preso qui in esame, sia in grado di migliorare la connessione tra l’Anima e la personalità, favorendo la diminuzione delle crisi interiori, causa dei malesseri e delle patologie sia umane che sociali. Tale percorso conoscitivo del Metodo Summa Aurea® e delle sue applicazioni, è frutto di 13 anni di attività teorico e pratica, basata sulla conduzione e formazione di oltre un migliaio di persone che a vario livello hanno appreso il Metodo, sia nelle forme più basilari, a livello di crescita personale e spirituale, sia in quelle più scientifiche dedicate agli Operatori professionisti sia sanitari sia delle Discipline del Benessere. Tale macro analisi è frutto inoltre anche della sperimentazione e applicazione in ambito di ricerca e trattamento che in questi ultimi anni è stata svolta sia sugli Operatori che sui loro assistiti. Alla base di questa indagine c’è il ruolo del cuore, della sua frequenza cardiaca e del suo campo scalare, elementi basilari per una visione unitaria del funzionamento dell’essere umano che trovano la loro spiegazione formale attraverso la Teoria del campo di Consapevolezza Unificato.
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Arnetoli, Maria Vittoria, Irene L'Abate, and Matteo Mazzoni. "Costruire nuovi immaginari per gli spazi aperti della scuola come strumento di educazione alla sostenibilità ambientale." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 50–69. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13586.

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Abstract:
Per affrontare l’attuale policrisi e costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, la scuola si fa palestra di conoscenze altre, aprendo le proprie pareti a esperienze incentrate sulla sostenibilità ambientale e rivolte alla capacità di pensiero sistemico, trasformativo e resiliente dei futuri cittadini. Le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19 hanno ancor più evidenziato quanto il rapporto con gli spazi verdi sia importante in termini di salute psico-fisica e qualità dell’abitare. L’articolo presenta un’esperienza di co-design, sviluppata con un approccio interdisciplinare, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Scienze Umane G. Galilei di Firenze nella ri-progettazione degli spazi aperti scolastici esplorando le tematiche dell’Outdoor education. L’iniziativa appartiene al progetto “Comunità Scolastiche Sostenibili” coordinato dal Laboratorio Didattico Ambientale del Parco Mediceo di Pratolino (Città Metropolitana di Firenze) in convenzione con il Centro per l’UNESCO di Firenze. To face the current polycrisis and build a new human-nature balance, the school becomes a training ground for other knowledge, opening its walls to experiences focused on environmental sustainability and aimed at the systemic, transformative and resilient thinking skills of future citizens. The restrictions caused by the COVID-19 pandemic have further highlighted the importance of the community's relationship with green spaces in terms of mental and physical health and quality of living. The article presents a co-design experience, developed with an interdisciplinary approach, that has involved the “G. Galilei” High School students in Florence in the re-design of school open spaces exploring the themes of Outdoor education. The initiative belongs to the project “Sustainable School Communities” coordinated by the Environmental Didactic Laboratory of the Medici Park of Pratolino (Metropolitan City of Florence) in agreement with the UNESCO Centre of Florence.
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Rita Acone, Maria. "Dal profilo di rischio del lavoratore al profilo di rischio della persona: un metodo per la promozione della salute." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2021): 78–97. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002007.

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Abstract:
L'Autrice propone una diversa organizzazione della sanità territoriale con una maggiore attenzione alla prevenzione grazie a una periodica valutazione dello stato di salute psico-fisico delle persone. Trae spunto da due discipline: la medicina del lavoro e la psiconeuroendocrinoimmunologia. Dalla prima estrapola il metodo relativo all'accertamento dei rischi fisici, chimici, biologici, psicologici e le modalità di monitoraggio dell'assistito. Dalla seconda le basi scientifiche per una visione olistica dell'individuo che tenga conto delle interazioni tra i sistemi dell'organismo e di quelle tra persona e ambiente fisico e sociale. La proposta si concretizza in un documento di valutazione del rischio, realizzato con i metodi noti nell'ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro e in una cartella clinica della salute elaborata in base ai principi della Pnei caratterizzata, quindi, da un'anamnesi specifica per definire il profilo psico-socio-culturale dell'assistito e le sue relazioni con l'ambiente fisico e sociale in cui vive. L'Autrice, infine, auspica che la necessaria raccolta sistematica dei dati in formato digitale venga realizzata con il Fascicolo Sanitario Elettronico, già utilizzato in Italia anche se in modo disomogeneo tra le regioni.
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Romero, Maria Vita. "Medicina e morale in Descartes / Medicine and ethics in Descartes." Medicina e Morale 66, no. 5 (December 20, 2017): 603–15. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.509.

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Abstract:
Descartes considera la medicina e la morale come due discipline accomunate dal conseguimento – ciascuna con mezzi e metodi propri – di un fine comune: la salute psicofisica sia come valore in sé, sia come indispensabile premessa per cogliere la felicità in questo mondo. Infatti, se l’uomo non è una “macchina animale”, ma un “composto umano” di anima e di corpo, allora bisogna riconoscere che la medicina e la morale mirano entrambe all’integrità di questo composé humain: l’una guardando al corpo unito alla mente, l’altra alla mente unita al corpo. Sulla scia degli studi condotti sulla machine animale, Descartes aveva tentato di elaborare una medicina anti-animista fondata sui princìpi della meccanica animale; ma, se è vero che tutto si spiega meccanicisticamente nell’organismo, è anche vero però che i princìpi meccanicistici non sono in grado di spiegare la totalità del composé humain, ossia dell’individuo composto di anima e corpo. Da qui la necessità di passare da una medicina basata sulla fisica pura ad una medicina basata sul composto sostanziale, e quindi dall’assoluto meccanicismo fisico al teleologismo psicofisico. Su queste premesse Descartes elabora un particolare concetto di natura su una duplice direttrice di pensiero: da un canto, egli si riallaccia a Ippocrate in merito alla natura intesa come medico delle malattie; dall’altro, apre la strada a certe suggestioni sulla medicina naturale, che invita l’uomo ad ascoltare la natura, quale fonte di rimedi ai suoi mali. ---------- Descartes considers medicine and ethics as two disciplines connected by the achievement – each with different means and methods – of a common goal: psychophysical health, both as a value in itself and as an essential condition to experience happiness in this world. Indeed, if man is not an “animal machine”, but a “human mixture” of soul and body, then it has to be recognised the medicine and ethics both target the integrity of this composé humain: one seeing the body linked to the mind, the other looking at the mind linker to the body. In line with the contribution on the machine animale, Descartes had attempted to develop an anti-animist medicine based on the principles of animal mechanics; however, if it is true that everything can be explained mechanistically in the body, it is also true that mechanistic principles cannot explain the entirety of the composé humain, i.e. the individual made of soul and body. Thus the necessity to move from a medicine purely based on physics to a medicine based on a substantial mixture; therefore, from the absolute physical mechanism to psychophysical teleology. On these conditions Descartes develops a specific concept of nature based on two ideas: on one hand, he looks at Hippocrates regarding the concept of nature seen as a healer of illness; on the other, opens the door to various intuitions of natural medicine that suggests that man should look at nature for remedies to his problems.
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Porena, Massimo. "Urologia funzionale: Nuove acquisizioni scientifiche al servizio della clinica." Urologia Journal 79, no. 1 (January 2012): 5. http://dx.doi.org/10.1177/039156031207900101.

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Abstract:
Questo seminar monografico di Urologia, dedicato all'urologia funzionale del basso tratto urinario, ospita quattro articoli che aprono a nuove prospettive sulla comprensione della fisiopatologia dei LUTS e del loro trattamento, alla luce delle recenti acquisizioni neurofisiologiche, di imaging e di biologia molecolari. Il progressivo allungarsi della vita media registratosi nell'ultima metà del secolo è destinato a diventare un fenomeno caratteristico della nostra epoca, portando all'attenzione dell'urologo nuovi contesti precedentemente considerati di scarso rilievo. L'intera comunità scientifica, e la comunità urologica nello specifico, appare oggi unanime nel considerare necessario incrementare i propri sforzi verso un costante supporto verso la qualità di vita. Questa volontà è particolarmente evidente per quelle patologie, come i disturbi del baso tratto urinario, che non minacciano direttamente la quantità di vista del singolo soggetto, ma minano profondamente la sua realizzazione individuale e sociale determinando profonde alterazioni qualitative. Succede così che dopo aver saputo opporsi con efficacia e prontezza inaspettate all'attacco di patologie infettive e neoplastiche, l'urologo si confronta oggi con altre sfide. I quattro lavori presentati in questo volume testimoniano l'impegno e il contributo dell'urologia funzionale italiana che con instancabile dedizione alla causa della salute dei propri pazienti, verso le patologie funzionali del basso tratto urinario. La comprensione che l'urotelio, in passato considerato alla stregua di una semplice barriera fisica, che separava le urine dal corpo, partecipi alla regolazione neurologica periferica del riflesso minzionale, che cellule epiteliali assumano la capacità di svolgere un ruolo sensorio afferenziale e che da questo ne derivi una nuova prospettiva terapeutica, rappresentano i principali avanzamenti nella gestione del paziente con vescica neurologica. Se in passato la correzione anatomia del difetto/descensus degli organi pelvici costituiva la prima ed unica soluzione, oggi siamo consapevoli che la correzione anatomica è un momento chirurgico che deve guardare ed ottenere un miglioramento dei sintomi. I quattro lavori, scritti da autori il cui valore è riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, ci fanno comprendere come l'aumento dei valori relativi agli anni di vita media nei paesi più industrializzati sia un bene incompleto se non è accompagnato da un miglioramento della qualità di vita stessa delle persone. Come urologi, abbiamo motivi di ritenere — certo ognuno potrà considerare dentro di sé quanto tutto ciò sia reale — che la tutela della qualità di vita rappresenti il problema di primaria ed imprescindibile importanza in ogni nostro reparto ed è per questo che siamo orgogliosi di ospitare su Urologia un contributo clinico-scientifico in tal senso.
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Rossi, Roberta, Maria Moro, Giovanna Torre, Francesca Tripodi, and Chiara Simonelli. "Obesitŕ e sessualitŕ femminile." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 47–50. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002008.

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Abstract:
L'aumento esponenziale dell'obesitŕ costituisce un problema di salute pubblica con ricadute sia sul benessere fisico ed emotivo, sia sulla salute sessuale del soggetto obeso. Tra i disturbi dell'umore, la depressione sembra essere la patologia piů presente tra la popolazione obesa rispetto alla popolazione normopeso.
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Lahi, Migena, and Miretta Prezza. "Le conseguenze della violenza domestica sul benessere fisico delle donne." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2010): 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001006.

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Abstract:
La violenza domestica č considerata uno dei maggiori problemi di sanitŕ pubblica in tutto il mondo. L'obiettivo di questo lavoro č quello di identificare le conseguenze della violenza domestica perpetrata dagli uomini sul benessere fisico delle donne che la subiscono. A tale scopo č stata effettuata un'attenta recensione della letteratura internazionale, la quale ha portato all'identificazione di una molteplicitŕ di conseguenze sul benessere fisico e riproduttivo, e di alcuni dei meccanismi che collegano i maltrattamenti a queste conseguenze. I maltrattamenti perpetrati all'interno delle mura domestiche hanno degli effetti plurimi e devastanti, sia di lungo che di breve termine, sulla salute delle donne che li subiscono.
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Webster, Ted. "Prefazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 17–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000472.

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Abstract:
L'esame generale sulla salute mentale delle popolazioni indigene effettuato dal dr. Alex Cohen si inserisce a pieno titolo tra gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel promuovere la salute mentale, prevenire i principali disturbi mentali e neurologici, assicurare l'offerta di cure appropriate particolarmente ai soggetti più vulnerabili e bisognosi di servizi sanitari.Presentando questo lavoro in un contesto più ampio può essere utile richiamare uno dei principi costitutivi dell'OMS, che “il godimento del più elevato standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, fede politica, condizione economica o sociale”. L'Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente l'assenza di malattia o infermità”.Inoltre questo resoconto giunge a noi nel punto centrale dello svolgimento del programma International Decade of the World's Indigenuos People. Tale programma è patrocinato dall'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dal Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene (Working Group on Indigenous Populations-WGIP) che riferiscono i risultati raggiunti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attraverso la ECOSOC, la Commissione sui Diritti Umani e la sub-Commissione sulla Prevenzione della Discriminazione e Protezione dei Minori. Al WGIP è assegnato il compito di analizzare gli sviluppi riguardanti le attività di promozione e protezione dei diritti umani e fondamentalmente la libertà delle popolazioni indigene, ponendo particolare attenzione all'evoluzione degli standard relativi ai diritti di queste popolazioni. Al WGIP è stata richiesta la stesura della Dichiarazione sui diritti delle Popolazioni Indigene del mondo che al momento è in discussione e la cui conclusione è attesa nel corso del programma decennale.
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Cantelmi, Tonino, Emiliano Lambiase, Michela Pensavalli, Pasquale Laselva, and Sara Cecchetti. "COVID-19: impatto sulla salute mentale e supporto psicosociale." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (January 2021): 7–39. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2020oa10908.

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Abstract:
Una pandemia non è solo un fenomeno medico, ma colpisce gli individui e la società e causa disagi a livello fisico, psicologico, sociale ed economico. Questo perché è un tipo di evento in grado di dimostrare, spesso in modo molto violento, la vulnerabilità e la fragilità dei nostri sistemi sociali e della nostra struttura psicologica, e quanto spesso possano essere inadeguate le nostre capacità di risposta tecnico-scientifica, sociocomunitaria e personale. In questo articolo abbiamo elaborato una rassegna della letteratura al fine di capire le possibili conseguenze psicologiche della pandemia in atto, cercando materiale da tre possibili fonti di informazione: situazioni con caratteristiche simili a quelle della pandemia in atto (es. con distanziamento sociale), eventi epidemici precedenti (es. SARS e MERS) e ricerche svolte direttamente in questo anno sulla pandemia da Sars-CoV-2. Dalle informazioni raccolte è emerso che le conseguenze psicologiche possono essere anche molto gravi (es. Depressione o Disturbo Post-Traumatico), verificarsi in tempi brevi e durare anche molto tempo dopo gli eventi che li hanno prodotti. Inoltre, è emerso come, nonostante le informazioni e la consapevolezza acquisite in situazioni passate o simili, non è stato fatto a sufficienza per prevenire e affrontare tali conseguenze psicologiche avverse.
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Morocutti, Paolo. "Correlazioni positive tra spiritualità e salute: i risultati di alcune indagini / Positive correlations between spirituality and health: results from some surveys." Medicina e Morale 68, no. 1 (April 10, 2019): 41–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.566.

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Abstract:
La dimensione religiosa dell’uomo contribuisce in modo sostanziale al mantenimento della condizione medica generale, migliorando e preservando la qualità della vita. Quanto fa bene la fede? La preghiera fa ammalare meno e guarire prima? La partecipazione ai servizi religiosi porta realmente un effetto positivo sulla salute? Gli studi esaminati in questo articolo sembrano rispondere affermativamente a queste domande, evidenziando la stretta correlazione tra religiosità/spiritualità, salute e benessere fisico e psicologico. L’impatto antropologico e sociologico di tale realtà conduce ad evidenti riflessioni storiche e filosofiche, ma anche mediche e bioetiche, generando l’esigenza di una profonda trasformazione nella formazione del personale sanitario, dove l’aspetto religioso o spirituale non è ritenuto importante, né rilevante nell’approccio medico per la cura e l’assistenza del paziente. Nonostante ciò, numerosi studi approfondiscono ed attestano l’importanza di questo aspetto sia dei singoli, sia dell’intera popolazione. ---------- Religious dimension of man contributes substantially to maintain general medical condition, improving and preserving quality of life. How good is faith? Does prayer make you sick less and get better sooner? Does participation in religious services actually have a positive effect on health? The studies examined within this article seem to answer positively to these questions, highlighting the close correlation between religiosity / spirituality, health and physical and psychological well-being. The anthropological and sociological impact of this reality leads to evident historical and philosophical as well as medical and bioethical reflections, generating the need for a deep transformation of health personnel training, where the religious or spiritual aspect are not considered as important, nor relevant for medical approach to patient’s care. Nevertheless, several studies address and highlight the importance of this aspect for both individuals and whole population.
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Bertolotto, Antonio, Massimiliano Gollin, Anna Mulasso, Emanuela Rabaglietti, and Mattia Roppolo. "Esercizio fisico e salute psicologica in donne affette da Sclerosi Multipla: l'effetto di moderazione del livello di disabilità." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (September 2015): 5–23. http://dx.doi.org/10.3280/pds2015-003001.

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Ventura, Deisy De Freitas Lima, and Rachelle Amália Amália Agostini Balbinot. "A aplicação judicial das normas da Organização Mundial da Saúde no Brasil: in dubio pro salute." Revista de Direito Sanitário 15, no. 3 (April 14, 2015): 162. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2316-9044.v15i3p162-172.

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Abstract:
<p>A empresa Acumuladores Ajax Ltda., uma das maiores fabricantes de baterias automotivas do Brasil, violou ao longo das últimas décadas normas de segurança no trabalho, ambientais e sanitárias, promovendo a contaminação do ar e do solo em áreas residenciais próximas à sua fábrica, localizada no município de Bauru (SP). O chamando “caso Ajax” possui, além da esfera administrativa, ao menos três frentes judiciais: a cível, a trabalhista e a fiscal. O caso Ajax chegou ao Superior Tribunal de Justiça sob a forma de um recurso relativo à execução fiscal de uma multa aplicada à empresa. O acórdão daí resultante evoca, entre outros, um tema raramente discutido no meio jurídico brasileiro, qual seja o alcance do direito da Organização Mundial da Saúde (OMS) no Brasil. Em 2002, um inquérito epidemiológico indicou que 314 crianças residentes no entorno da fábrica apresentavam taxas de <em>plumbemia</em> (presença de chumbo no sangue) superiores às que a OMS considera “aceitável”. A empresa argumentou que o padrão da OMS não encontra respaldo na legislação brasileira. O relator do processo, Ministro Herman Benjamin, afirmou que, na ausência ou na manifesta desatualização dos padrões brasileiros, a contaminação e o consequente dano se caracterizam quando se constata o desrespeito aos padrões de instituições internacionais das quais o Brasil seja membro ou partícipe, aplicando o princípio <em>in dubio pro salute</em>. Segundo o relator, é dever do juiz fazer prevalecer a norma que melhor assegure a saúde, seja ela branda ou dotada de sanção, seja ela internacional ou interna.<br />Palavras-chave</p>
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Fornara, Ferdinando, Mirilia Bonnes, and Marino Bonaiuto. "Indicatori di Umanizzazione Ospedaliera Percepita: un'analisi comparativa tra reparti di Chirurgia Generale." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 39–60. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001004.

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Abstract:
La cornice concettuale di riferimento di questo studio č costituita dal costrutto di "umanizzazione", che si declina tramite l'attenzione, in fase di configurazione e allestimento degli spazi, a specifiche esigenze degli utenti, quali il comfort, il senso di accoglienza, l'orientamento e la privacy, al fine di ridurre lo stato di disagio e promuovere la salute degli utenti stessi. Gli obiettivi principali dello studio sono quelli di validare una versione ridotta delle scale di misura per Indicatori di Umanizzazione Ospedaliera Percepita - IUOP (o Perceived Hospital Environment Quality Indicators - PHEQIs) e di confermare l'esistenza di differenze negli IUOP e nella soddisfazione verso il contesto tra ambienti ospedalieri a maggiore vs. minore grado di umanizzazione "oggettiva". I partecipanti allo studio (N = 233) sono pazienti, visitatori e operatori contattati in tre ospedali di Cagliari, in particolare nelle aree di degenza di reparti di Chirurgia Generale che differivano per il grado di umanizzazione fisico-spaziale "oggettiva" (stabilito sulla base di una griglia compilata da esperti di progettazione architettonica). Il compito dei partecipanti consisteva nel compilare un questionario contenente le scale di misura degli IUOP e della soddisfazione globale verso il reparto. I risultati mostrano che al crescere del grado di qualitŕ "oggettiva" degli attributi fisicospaziali del reparto aumentano sia la soddisfazione globale, sia la qualitŕ "soggettiva" percepite dai frequentatori in merito ai vari aspetti, di natura sia fisico-spaziale (cura degli spazi, comfort sensoriale, accoglienza e visuali) sia socio-organizzativa (chiarezza organizzativa, privacy e qualitŕ degli operatori), che caratterizzano il setting.
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Di Pietro, Maria Luisa, and Maria Beatrice Fisso. "Donna e lavoro: considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo." Medicina e Morale 44, no. 3 (June 30, 1995): 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Abstract:
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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Robjant, Katy, Danie Meyer, Elisabeth Kaiser, Elisa Kaltenbach, and Maggie Schauer. "e-NET: Narrative Exposure Therapy online. The challenges and opportunities of delivering trauma therapy remotely." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (January 2021): 11–24. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003002.

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Abstract:
e-NET: La terapia dell'esposizione narrativa virtuale sfide e opportunità nell'offrire trattamenti per il trauma da remoto. Nell'ambito della salute mentale, a fronte dei diversi tentativi di accrescere l'accesso a cure basate sull'evidenza, soltanto un numero ristretto di pazienti riceve trattamenti trauma-focali adeguati. L'innovazione tecnologica è sempre più centrale nella facilitazione di scambi comunicativi virtuali rendendo non più necessario che il terapeuta e il paziente si trovino nello stesso luogo fisico. La e-NET, cioè la versione online del trattamento della Terapia dell'Esposizione Narrativa, rappresenta un'opzione ecologica ed economica per offrire terapie focalizzate sul trauma, oltre i confini e le restrizioni di movimento, superando le barriere per raggiungere popolazioni che non hanno, solitamente, un accesso semplice ai trattamenti. I traduttori e i professionisti sanitari possono accedere alla stanza virtuale della terapia in qualsiasi momento e non solo per offrire il trattamento ma anche per formare, dare supporto e fare supervisioni a terapeuti che lavorano sul trauma in tutto il mondo. L'articolo affronta le opportunità e le sfide di questo approccio innovativo, che si radica nel protocollo NET tradizionale, e propone casi clinici. I test post-trattamento dimostrano che la procedura è fattibile ed efficace e che sia necessaria una valutazione scientifica rigorosa come prossimo passo.
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Pedrazzi, Sarah. "Sessualità e gravidanza: tra tabù e disinformazione." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (November 2021): 21–46. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2021-002002.

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Abstract:
Il presente elaborato si pone l'obiettivo di offrire un quadro generale sulla ses-sualità durante il periodo perinatale (dalla gestazione ai primi anni di vita del bambino). I cambiamenti fisici e psicologici associati a gravidanza, parto e post-parto possono influenzare sia la vita sessuale della donna, che la salute sessuale della coppia. È indispensabile approfondire questi temi che sono spesso trascurati, considerati disgiuntamente e ancora circondati da troppi tabù e pregiudizi. Questo articolo passa in rassegna gli studi esistenti che trattano queste tematiche per offri-re una panoramica generale e approfondire e discuterne i limiti per considerazioni a più ampio raggio. La letteratura evidenzia un declino nelle funzioni sessuali du-rante la gravidanza, che continua poi ad esperire nel periodo post-parto. Questo contributo si conclude mettendo in luce i servizi che bisognerebbe incrementare per risolvere la situazione attuale contaminata da disinformazioni e falsi miti: corsi di aggiornamento per operatori sanitari, affinché si rompano in primis i tabù all'interno dello staff medico; corsi di accompagnamento alla nascita per coppie, per far sì che la madre si senta sostenuta, il padre sia informato e preparato, e che si sviluppi una comunicazione efficace tra i due prima della nascita del bambino; consulenze sessuali post-parto per le coppie che hanno difficoltà a riprendere l'intesa sessuale.
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