Academic literature on the topic 'Saggio come genere letterario'

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Journal articles on the topic "Saggio come genere letterario"

1

Cazzato, Luigi. "L’ASSENZA ‘‘PRESENTE’’ DI GEORGE ELIOT: FRA CENTRO INGLESE E MARGINE MEDITERRANEO." Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no. 13 (2013): 195–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i13.17.

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Abstract:
Il saggio si cimenta con la questione dell’assenza di George Eliot come autoredonna sulle scene letterarie. La romanziera inglese scelse di celare il proprio genere sotto uno pseudonimo maschile, apparentemente, per poter affrontare nel suo centro ciò che è stato chiamato “the regime of the male gaze”. Questo suo atto, considerato ambiguo dalla critica femminista, può dirci qualcosa, non solo in relazione a questioni di posizionamento di genere, ma anche in relazione a questioni di posizionamento di ciò che nel suo secolo veniva chiamata “razza”. In altre parole, il saggio si occupa, dal punto di vista postcoloniale, dei suoi rapporti di autrice al centro della cultura patriarcale metropolitana con i margini mediterranei (Italia e Spagna) orientalizzati, ovvero meridionizzati, che lei visitò durante i suoi viaggi e di cui scrisse nelle sue lettere e nei suoi romanzi. Parole chiave: Scrittura femminile, sguardo maschile, Mediterraneo, meridionismo
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2

Rossi, Mario. "Una voce femminile al vaglio dell'etica dell'autotraduzione assistita: Il paese dove non si muore mai di Ornela Vorpsi." iQual. Revista de Género e Igualdad, no. 1 (February 22, 2018): 159. http://dx.doi.org/10.6018/iqual.301191.

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Abstract:
<p><strong>Riassunto</strong> Nel saggio si pone il problema della valutazione dell'autotraduzione in una prospettiva che analizza le molle che nel profondo muovono un testo letterario. Si analizza l'autotraduzione assistita del romanzo breve di Ornela Vorpsi Il paese dove non si muore mai dal francese all'italiano prendendo in considerazione la presenza di marche di genere in passi in cui siano presenti oggetti; la questione di genere percorre tutto il testo e quindi appare interessante verificare come questa si cristallizzi in significanti apparentemente poco permeabili alla modulazione denotativa e connotativa. Si giungerà alla conclusione che l'analisi dell'autotraduzione assistita può esser strumento valido per la definizione del grado di coerenza delle strutture profonde di un testo tanto più importante se la tematica è centrata sulla questione di genere.<strong></strong></p><p><strong>Abstract </strong>This article approaches the problem of how to evaluate the significance of the critical feminist instances on an assisted self-translation text by applying the contrastive analysis method. The analysed work is O. Vorpsi novel <em>Il paese dove non si muore mai</em>, which has been translated from Italian to French by M. Pozzoli, with the author’s collaboration. The main aspect which will be analysed is the to investigate the presence of gender marks in passages which mention objects – informative and at the same time formative elements of the text-, since the gender issue crystallize in a particular way also in signifiers of an apparently low permeability to the connotative modulation, as it is the case for those signifiers related to objects. By contrasting the oscillations between the two texts, we will emphasize on the possible contradictions in the text’s deep-lying structure. In this way, through the assisted self-translation analysis it can be measured to what extent the intended critical instances regarding the gender issue which are present throughout the novel are coherent and valid.</p><strong>Keywords </strong>self-translation, gender, connotation and deep structure, objects, Ornela Vorpsi.
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3

Ragni, Eugenio. "Bernari o della non-omologazione." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 29, 2018): 332–46. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818763791.

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Abstract:
Per l’opera di Carlo Bernari sono state coniate alcune definizioni che con felici metafore rappresentano l’attività dell’autore di Tre operai. Tra quelle che meglio convengono al suo primo romanzo, “incunabolo del neorealismo” è la più usata; meno comune, ma decisamente più inerente alla realtà dei fatti, è quella che fa riferimento alla costante, mai placata attività correttoria esercitata dall’autore fin dalle sue prime prove narrative. Per Tre operai in particolare, seguirne la genesi vuol dire entrare nella cosiddetta “officina dell’autore”, misurarne la lucidità nel togliere, nel modificare, nell’aggiungere, puntando alla massima chiarezza di una diagnosi storica e alla stretta osmosi fra verità documentale e “finzione” letteraria. Il saggio intende evidenziare le due componenti della scrittura di Bernari: l’elaborazione della realtà come rappresentazione del mondo e lo sperimentalismo stilistico ante litteram che ha portato lo scrittore non solo ad anticipare le tendenze stilistiche del secondo Novecento, a partire ovviamente dal neorealismo fino a toccare sperimentazioni neoavanguardiste, ma soprattutto, analizzando il presente, a presentire e diagnosticare crisi socio-ideologiche ancora aurorali. Nel primo caso, per valutare i meccanismi e la praxis dello scrittore, viene sviluppata l’analisi del passaggio e della trasformazione del proto-romanzo Gli stracci (1928–1930) nella versione finale di Tre operai pubblicata nel 1934, che anticipa di un decennio forme e contenuti neorealisti promossi da istanze ed esperienze del giovane scrittore nell’ambito di certe letture impegnate, in quello delle arti visive, il cinema in particolare, o a contatto, diretto o mediato, con i grandi movimenti culturali del primo Novecento. Ma se il romanzo d’esordio getta le basi di un genere che maturerà dieci anni dopo—il neorealismo—si vuole qui dimostrare il permanere nella copiosa e apparentemente versicolore produzione del sessantennio successivo di una coerenza di metodo, sottesa e perciò non sempre còlta dalla critica, e di una costante sollecitazione a percorrere nuove strade formali e ad affrontare problematiche diverse, sempre rispettando con rigore i diversi aspetti delle realtà in atto.
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4

Chaves Dias, Elizangela. "MODELLI DI OSPITALITÀ E THEOXENIA NELLA BIBBIA." Perspectiva Teológica 51, no. 2 (August 31, 2019): 207. http://dx.doi.org/10.20911/21768757v51n2p207/2019.

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Abstract:
Questo saggio propone un approccio alla tematica dell’ospitalità in prospettiva biblico-teologica. L’ospitalità e la theoxenia sono generi letterari presenti anche nella letteratura extra-biblica, per cui, si cerca prima di individuare gli ele­menti specifici di questi generi letterari ad extra della Bibbia. Seguendo, poi, con lo studio di Gn 18,1-15 si cerca di identificare una grammatica simbolica e una struttura propria dei generi letterari dell’ospitalità e della theoxenia. Dai risultati ottenuti, si fa una analisi comparativa tra Gn 18,1-15 e Gn 19,1-29, per finalmente verificare l’intenzionalità teologica di Luca nell’utilizzare i sopraindicati generi lette­rari in Lc 7,36-50. Non si tratta soltanto di applicare il metodo di analisi del genere letterario, ma di identificare nei racconti biblici le tracce del genere di theoxenia e di ospitalità e la loro intenzionalità nelle pericopi prescelte per questo studio.
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Cerrato, Daniele. "«Ed io che lasciai già l’ago e la gonna». Questioni di genere in Laura Battiferri." Lingüística y Literatura 43, no. 82 (September 16, 2022): 232–48. http://dx.doi.org/10.17533/udea.lyl.n82a10.

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Abstract:
L’articolo studia Laura Battiferri e analizza alcuni aspetti del percorso vitale e letterario della poeta, come i suoi spostamenti da Urbino a Roma e poi a Firenze, la sua presenza nell’Accademia degli Intronati, il ruolo e l’influenza nell’opera del marito lo scultore Bartolomeo Ammannati, e lo scambio epistolare con Benedetto Varchi. Oltre alle sue capacità di inserirsi ed affermarsi nel contesto sociale e culturale del suo tempo, emergono chiaramente all’interno della sua produzione alcuni dei temi che caratterizzano il dibattito letterario-accademico della Querelle des Femmes.
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6

Pernice, Vincenzo. "Mafarka il futurista come romanzo italiano dell’avvenire. F.T. Marinetti e il grande concorso di Poesia." e-Scripta Romanica 7 (December 3, 2019): 52–59. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.07.05.

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Abstract:
Il presente contributo intende collegare la stesura di Mafarka il futurista di F.T. Marinetti al “grande concorso di Poesia per un romanzo italiano inedito”. L’esito negativo della competizione fa emergere una serie di considerazioni estetiche, paragonabili a quelle che avrebbero guidato il padre del futurismo nella scrittura del suo primo romanzo. Viene così confermata la precoce attenzione dell’avanguardia italiana nei confronti di questo genere letterario.
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7

Arcidiacono, Davide. "Essere o apprendere? Formazione, mobilitŕ e identitŕ professionale dei giovani istruiti del loisir e dell'Ict a Catania." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 195–206. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126013.

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Abstract:
Il saggio analizza la differenziazione dei processi di mobilitŕ e carriera di giovani istruiti nel loisir e nell'Ict a Catania. L'autore si concentra sull'impatto della "costruzione organizzativa" del valore delle credenziali educative, considerando anche variabili ascritte come lo status sociale e le barriere di genere.
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8

Negri, Martino. "Children and poetry in Italy since the Nineteenth Century. Historical reconstructions and interpretative hypotheses." Rivista di Storia dell’Educazione 7, no. 2 (December 3, 2020): 3–10. http://dx.doi.org/10.36253/rse-10093.

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Abstract:
[…] credo che oggi il più insidioso e temibile nemico della poesia sia la poesia stessa, o meglio la sua idea, il suo mito, la sua nobiltà tradizionale: un valore che appare tuttora, immotivatamente, garantito di per sé come eccellente. Meglio ancora: credo che oggi i veri nemici della poesia siano diventati i poeti, che scrivono quello che scrivono mettendosi al riparo, sotto la protezione della nobiltà del genere letterario. (Berardinelli 2008, 25)
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Iurescia, Federica. "Litigare in tragedia: per una pragmatica del conflitto." Emerita 87, no. 2 (December 12, 2019): 255. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2019.12.1914.

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Abstract:
[it] Il presente lavoro ha come oggetto un tipo di conversazione, la lite, in un genere letterario, la tragedia romana, e ne offre un’analisi pragmatica. Partendo da una definizione del tipo di conversazione oggetto di studio, si applica alle attestazioni reperite nel corpus scelto l’approccio maturato entro il settore degli studi sull’im/politeness. Le osservazioni risultanti vengono messe a confronto con le tendenze rilevate in un precedente studio sulle liti nella commedia e nel romanzo latini, mettendo in luce convergenze e differenze.
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10

Cravero, Mattia. "Chi dice ragna dice danno. Ecfrasi e ipostasi di Aracne nell’opera di Primo Levi." Quaderns d’Italià 26 (December 3, 2021): 187–98. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.497.

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Abstract:
L’articolo analizza le citazioni ecfrastiche della Divina Commedia nell’opera di Primo Levi e dimostra la loro preponderanza nella produzione del chimico-scrittore. Due incisioni di Gustave Doré, in particolare, si ancorarono alla mente del giovane Levi quando, da piccolo, sfogliò e risfogliò l’opera dell’artista francese, fissandosi come un’icona inossidabile che raffigurava i versi di Dante. Ritornarono alla sua attenzione in età matura, sottoforma di simboliche reminiscenze, durante la sua attività di scrittore, favorendo la sua creatività letteraria e dimostrando un ascendente artistico che l’autore stesso negava di avere. L’intento del presente saggio è dunque dipanare il fil rouge della visualità nell’opera di Levi: tramite la comparazione dei passi e delle raffigurazioni della Commedia, ricostruendo la cronologia che intercorre tra questi rapporti, l’obiettivo è ricostruire l’influenza dell’arte nella vita e nella produzione letteraria del chimico-scrittore.
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Dissertations / Theses on the topic "Saggio come genere letterario"

1

GALLERANI, GUIDO MATTIA. "Raccontare per saggi. Origine e modi di una contaminazione novecentesca: casi dalle letterature italiana e francese." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/789926.

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Abstract:
In my PhD dissertation, I have analyzed the problematical genre of the essay during the whole 20th century. In particular, I have investigated its “contamination” with the narrative in Italian and French literature, especially on some of Serra, Debenedetti, Barthes, Sartre, Manganelli and Lavagetto’s works. I have managed in defining the essay’s genre structurally, following his historical growing and the widespread application of the title “essay” to the different works and, then, finding his perpetuated discursive structure. I have developed my interpretation both with a theoretical and comparative approach. Similarly, I have studied the issue of the contamination too, in his involvement in contemporary Aesthetic and in scientific thought. Although my dissertation focuses on the topic of only one genre, it also reflects the interests in modern genre theory for the implications of the concept of contamination. I believe that contamination contributes more in highlighting difference between genres than in creating a blurred field of literature, where genre itself no longer exists and where it could find a “post-modern death”. I can demonstrate the validity of literary genres through a process that sets the limits of the pertinence of a genre. In a text belonging to one genre, contamination includes different discursive moods coming from other genres. This interpretation promises a new vision of relations between literary genres and works, also beyond the essay.
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GORLA, Sandra. "Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

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Abstract:
Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
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Books on the topic "Saggio come genere letterario"

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Ballestracci, Sabrina, and Serena Grazzini, eds. Punti di vista – Punti di contatto. Studi di letteratura e linguistica tedesca. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-769-2.

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Abstract:
L’interrogativo sui possibili punti di contatto tra linguistica e studi letterari torna a più riprese nella discussione internazionale di ambito germanistico. Il volume si inserisce in questo dibattito e, valorizzando le specificità di entrambi i settori di studio, intende contribuire alla ricerca di nuove vie di confronto e di scambio scientifico. Gli otto saggi raccolti in questa miscellanea si caratterizzano per la compenetrazione del punto di vista letterario e linguistico e sviluppano percorsi di analisi nei seguenti campi di ricerca: teoria del comico letterario e dei generi letterari; studi linguistici del testo letterario; lingua come oggetto di analisi letteraria; didattica del tedesco L2 (DaF).
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2

Depretis, Giancarlo. L' entremés come genere letterario. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1999.

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Zambrano, María. La confessioni come genere letterario. Milano: Mondadori, 1997.

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4

Gentili, C. La filosofia come genere letterario. Bologna: Pendragon, 2003.

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5

Depretis, Giancarlo. L' entremés come genere letterario. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1999.

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6

La forma del saggio: Definizione e attualità di un genere letterario. Venezia: Marsilio, 2002.

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7

Insabato, Elisabetta, Rosalia Manno Tolu, Ernestina Pellegrini, and Anna Scattigno, eds. Tra archivi e storia. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-705-4.

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Abstract:
I due volumi sono dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi dall’Associazione “Archivio per la memoria e la scrittura delle donne”, che dal 2007 porta il suo nome. Essi comprendono un profilo biografico, arricchito dall’elenco delle sue numerose pubblicazioni, ai quali seguono trentadue saggi scritti da studiosi che hanno condiviso con lei ideali e interessi culturali di ricerca e di studio e scritti di suoi familiari che compongono l’‘album di famiglia’. Nella raccolta, oltre alla varietà delle tematiche affrontate in un ampio arco cronologico – i saggi vanno dal medioevo all’età contemporanea –, dominano la riflessione storiografica e interpretativa su fonti documentarie, iconografiche, letterarie e temi come la diplomazia medicea, l’età lorenese e la storia di genere, nell’ambito dei quali Alessandra ha dato importanti contributi con i suoi studi.
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Fin, Monica, and Han Steenwijk, eds. Gerasim Zelić e il suo tempo. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-979-9.

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Abstract:
Gerasim Zeli&#263; (1752-1828) è una delle figure più emblematiche del panorama culturale serbo a cavallo fra Sette e Ottocento. Archimandrita del monastero serbo-ortodosso di Krupa, diplomatico e scrittore, dal 1794 al 1811 Zeli&#263; ricoprì la carica di Vicario generale dei serbi di Dalmazia e, come tale, fu uno degli attori principali degli eventi legati alla polemica confessionale che al tempo agitava la regione. La sua autobiografia, intitolata Žitije e pubblicata a Budapest nel 1823, lo colloca inoltre fra i protagonisti di un’epoca cruciale per la nascita della nuova letteratura serba. Seguendo un approccio multidisciplinare, i saggi raccolti nel volume Gerasim Zeli&#263; e il suo tempo analizzano la vicenda di Gerasim Zeli&#263;, il suo coinvolgimento negli eventi legati alla polemica confessionale in Dalmazia e la sua attività letteraria, allargando la discussione all’epoca in cui visse l’archimandrita serbo. Particolare attenzione viene dedicata al contesto in cui Zeli&#263; operò, ovvero la penisola balcanica, nonché alla storia culturale dei serbi di Ungheria fra XVIII e XIX secolo.
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Le muse dell'arte comica nel sublime delirio della commedia umana: Un saggio analitico di ricerca scientifica interdisciplinare nell'etica e nell'estetica del riso come prospettiva storico-globale dal punto di vista socio-antropologico, etno-filologico, video-umanistico, filosofico-letterario nel disincanto dello spirito moderno tra passato arcaico e presente d'avanguardia nel sublime delirio del mondo che verrà. Roma: Edilazio, 2009.

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10

La filosofia come genere letterario. Bologna: Pendragon, 2003.

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Book chapters on the topic "Saggio come genere letterario"

1

Petrocchi, Alice. "Vita e paesaggi montani nella produzione di Giuseppe Giacosa." In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 97–119. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.07.

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Abstract:
Il presente saggio indaga la produzione letteraria di Giacosa con l’intento di ricostruire le molteplici forme di rappresentazione del paesaggio alpino. Si cercherà di mostrare come, nelle pagine dell’autore, l’ambiente montano non assuma meramente tratti idilliaci, come talora si è sostenuto, ma venga rappresentato in modo più personale e articolato, adattandosi a differenti generi letterari.
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2

Fortini, Franco. "Del Copywriting come genere letterario (1961)." In Umanesimo e tecnologia, 179–80. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xzp.16.

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