Academic literature on the topic 'Roberto de visiani'
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Journal articles on the topic "Roberto de visiani"
Knežić, Boško. "SCRITTI GIOVANILI DI ROBERTO DE VISIANI DALMATA SIBENICENSIS." Folia linguistica et litteraria XII, no. 34 (April 2021): 169–90. http://dx.doi.org/10.31902/fll.34.2021.10.
Full textClementi, Moreno, GORAN ANAČkov, ANTONELLA MIOLA, and Snežana Vukojičić. "Typification and taxonomical notes on the names published by Roberto de Visiani and Josif Pančić in Plantae Serbicae Rariores aut Novae—Decas II." Phytotaxa 224, no. 1 (August 26, 2015): 29. http://dx.doi.org/10.11646/phytotaxa.224.1.2.
Full textCLEMENTI, MORENO, NEVENA KUZMANOVIĆ, ZOLTAN BARINA, DMITAR LAKUŠIĆ, and SNEŽANA VUKOJIČIĆ. "Typification of five names listed by Roberto de Visiani in Plantarum Serbicarum Pemptas." Phytotaxa 170, no. 1 (May 19, 2014): 057. http://dx.doi.org/10.11646/phytotaxa.170.1.9.
Full textClementi, Moreno, Snežana Vukojičić, Dmitar Lakušić, and Nevena Kuzmanović. "Typification of the names published by Roberto de Visiani and Josif Pančić in Plantae Serbicae Rariores aut Novae—Decas I." Phytotaxa 202, no. 2 (March 12, 2015): 121. http://dx.doi.org/10.11646/phytotaxa.202.2.4.
Full textKUZMANOVIĆ, NEVENA, MORENO CLEMENTI, EVA KABAŠ, and SNEŽANA VUKOJIČIĆ. "Retypification of the name Eryngium palmatum (Apiaceae)." Phytotaxa 105, no. 2 (June 5, 2013): 58. http://dx.doi.org/10.11646/phytotaxa.105.2.5.
Full textCLEMENTI, MORENO, SNEŽANA VUKOJIČIĆ, ANTONELLA MIOLA, and MARJAN NIKETIĆ. "Typification and nomenclature of the names published in Plantae Serbicae Rariores aut Novae—Decas III." Phytotaxa 252, no. 2 (March 10, 2016): 85. http://dx.doi.org/10.11646/phytotaxa.252.2.1.
Full textCLEMENTI, MORENO, MARCO D’ANTRACCOLI, and ANTONELLA MIOLA. "Nomenclatural and taxonomical notes on some taxa described by Roberto de Visiani from Egypt and Sudan." Phytotaxa 399, no. 1 (March 25, 2019): 49. http://dx.doi.org/10.11646/phytotaxa.399.1.6.
Full textIamonico, Duilio, and Moreno Clementi. "Nomenclatural notes about the names in Amaranthaceae published by Roberto de Visiani." Hacquetia 15, no. 1 (June 1, 2016): 101–6. http://dx.doi.org/10.1515/hacq-2016-0003.
Full textBirringer, Johannes. "Robert Wilson's Vision." Performing Arts Journal 15, no. 1 (January 1993): 80. http://dx.doi.org/10.2307/3245800.
Full textJames, S. "Robert Lowell's Afflicted Vision." Essays in Criticism 63, no. 2 (April 1, 2013): 177–202. http://dx.doi.org/10.1093/escrit/cgt003.
Full textDissertations / Theses on the topic "Roberto de visiani"
Clementi, Moreno. "A Cross-disciplinary Study of the Work and Collections by Roberto de Visiani (1800-1878)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426209.
Full textI botanici hanno la necessità di poter accedere a collezioni storiche di piante essiccate (erbari) allo scopo di chiarire precisamente l'identità dei taxa descritti da autori del passato. Questo genere di studi comprende il processo formale di tipificazione, prescritto dal Codice di nomenclatura per alghe, funghi e piante, che richiede che i campioni originali utilizzati per le descrizioni siano identificati e designati come typi, così che possano essere permanentemente collegati al nome scientifico e servire da riferimenti assoluti. Con oltre 600 taxa nuovi descritti e quasi 1000 nuovi nomi istituiti, Roberto de Visiani (Sebenico 1800 - Padova 1878) fu uno dei più importanti studiosi a dirigere l'Orto Botanico di Padova, ruolo che svolse dal 1837 fino alla morte. Durante il suo incarico, Visiani trasformò l'orto da un semplice strumento per l'insegnamento della medicina in un'istituzione moderna e aperta alla comunità . Fu autore di numerosi importanti lavori di tassonomia, concentrati soprattutto sulla flora vascolare della sua terra di origine: la Dalmazia. Dopo la sua morte, lasciò a Padova non solo una vasta collezione di circa 12.000 campioni, ma anche migliaia di lettere ricevute da altri studiosi, manoscritti e altro materiale inedito, che sono rimasti quasi del tutto inesplorati, malgrado sia vissuto, lavorato e lasciato la sua impronta in uno dei periodi più fondamentali per il Giardino stesso, l'Università e la comunità scientifica più in generale. Una grande varietà di materiali sono stati utilizzati. Una fonte di informazioni particolarmente importante è stato l'Herbarium Dalmaticum di Visiani, conservato a Padova e catalogato nel 2011-2013. Tutti i lavori di floristica di Visiani sono stati raccolti e studiati e sono analizzati in grande dettaglio, con particolare attenzione alla sua opera magistrale Flora Dalmatica e ai quattro più piccoli lavrori preparati in collaborazione con professore serbo Josif Pančić. Un trattamento più generale è riservato alle sue altre opere. Tutto il materiale inedito disponibile presso la Biblioteca Antica dell'Orto Botanico è stato digitalizzato ed organizzato. Oltre un terzo delle oltre 2000 lettere conservate nella sua corrispondenza sono state trascritte. Abbiamo inoltre recuperato e trascritto le lettere spedite da Visiani al suo amico più intimo, il celebre lichenologo e paleobotanico Abramo Massalongo, conservate presso la Biblioteca Civica di Verona, nonché quelle spedite al botanico Josif Pančić, conservate all'Istituto di Botanica di Belgrado. Oltre alle lettere, sono stati analizzati altri documenti inediti, soprattutto liste di piante, manoscritti di opere edite ed inedite e rari diari di viaggio. Lo studio di questi materiali ha portato alla pubblicazione di sette articoli scientifici, con quarantuno designazioni di typi in totale, più note dettagliate per altri diciassette nomi. Si presenta inoltre una bozza di trattamento nomenclaturale sui 275 nomi pubblicati in Flora Dalmatica, la cui pubblicazione richiederà il contributo di botanici croati. Si presentano infine altri due articoli in preparazione. I dati ricavati dall'erbario e dai lavori inediti di Visiani sono stati integrati in un geodatabase gestito tramite QGIS, che consente di studiarli tramite query avanzate. Questo strumento è stato utilizzato per preparare le mappe che accompagnano la dettagliata cronologia dell'esplorazione botanica della Dalmazia e delle regioni vicine durante l'epoca di Visiani che è stato possibile ricostruire unendo dati da tutte le fonti studiate, nonché quelle utilizzate per verificare la corrispondenza tra l'erbario e le segnalazioni bibliografiche. La rete di relazioni e scambi di Visiani è chiarita, sono trattati i suoi assistenti, giardinieri, colleghi, amici e coautrori, nonché i molti semplici raccoglitori di pianti che gli fornivano i campioni, molti dei quali sono figure minori sulle quali poco o niente è reperibile in letteratura. Particolarmente interessanti si sono rivelati il ruolo giocato da Antonio Bertoloni all'inizio della carriera di Visiani, il contributo di Muzio Tommasini alla pubblicazione di Flora Dalmatica, il difficile rapporto di Visiani con il suo editore Friedrich Hofmeister e la sua stretta amicizia con Massalongo. Le opinioni scientifiche di Visiani sono discusse nel dettaglio. Visiani ebbe una visione positivistica della scienza e considerò l'esperimento la strada maestra verso la conoscenza; non fu influenzato dagli ideali romantici del tempo. Il suo approccio alla sistematica fu quello tipico della prima metà del XIX secolo: si concentrava principalmente sull'accurata descrizione delle specie e sull'esplorazione di una flora regionale e rimase sempre uno strenuo difensore delle pratiche linneane, il che gli costò alcune critiche in tarda età. Il suo metodo e le sue idee influenzarono fortemente la scuola di botanica di Padova fino alla metà del XX secolo. Nonostante sia confermata l'opposizione di Visiani alle acerbe ipotesi evolutive pre-Darwiniane, riteniamo che fosse un fissista dogmatico, e ipotizziamo che si possa essere convertito all'evoluzionismo nei suoi ultimi anni. I suoi concetti, metodi e scelte in tassonomia e nomenclatura, la cui comprensione è fondamentale per la tipificazione dei suoi nomi, sono chiariti e descritti in dettaglio. E' presentata una dettagliata biografia personale di Visiani, che tocca i temi delle sue origini, studi, vita professionale, viaggi, carattere, religione, idee politiche, eredità materiale. Per quanto riguarda la sua posizione sul processo di unificazione nazionale italiano, la sua posizione si potrebbe ritenere cautamente anti-austriaca. Riteniamo che ciò si possa spiegare parte con l'ambiguità della sua stessa identità nazionale, parte con il suo chiaro desiderio di salvaguardare la propria posizione accademica. I risultati botanici del lavoro vengono restituiti tramite pubblicazioni specializzate. Il materiale inedito di Visiani è in fase di caricamento in formato digitale e gratuito sulla piattaforma del Centro di Anteneo per le Biblioteche, PHAIDRA. Si sta vagliando la possibilità di pubblicare la corrispondenza tra Visiani e Pančić e tra Visiani e Massalongo. Il sistema GIS sarà reso disponibile all'Erbario di Padova; i dati raccolti potranno essere resi disponibili tramite lo sviluppo di un'apposita piattaforma in rete. Concludiamo che un approccio multidisciplinare, centrato sull'autore e la collezione, è particolarmente efficace nel risolvere problemi di botanica storica.
Battagliola, Davide. "Tradizione e traduzioni del Livre de Moralitez in Italia. Con un'edizione critica del Libro di Costumanza (redazione delta)." Doctoral thesis, Università di Siena, 2018. http://hdl.handle.net/11365/1045612.
Full textMy PhD dissertation, prompted by a study of the codex Pluteo 76.79 of the Biblioteca Medicea Laurenziana (Florence), deals with the manuscript tradition of the Livre de Moralitez, French translation of the Moralium dogma philosophorum. The first chapter offers a codicological analysis of the three witnesses of the work compiled by Italian scribes. The second chapter takes into account the manuscript tradition of the Livre de Moralitez as a whole and its international success: indeed, the French treatise served as a source for further translations into other Romance languages. A particular attention is given to the Libro di Costumanza, Italian translation of whom more than 20 witnesses survive. The final chapter focuses on the version of the Libro di Costumanza signed as delta: this redaction stands out as the result of the interaction between the French and the Latin texts. A critical edition is provided, as well as a glossary and a lexical analysis
Née comme analyse codicologique du manuscrit Pluteo 76.79 de la Bibliothèque Laurentienne de Florence, ma thèse s’est par la suite dévéloppée comme une étude de la tradition du Livre de Moralitez en Italie. Cette œuvre, traduction française du précis latin de philosophie morale connu sous le titre de Moralium Dogma Philosophorum, a remporté un vif succès au Moyen Âge, comme le montrent sa riche tradition manuscrite, mais aussi les traductions en d’autres langues (romanes et non-romanes). Le premier chapitre est consacré aux trois témoins du Livre de Moralitez copiés par des copistes italiens: le déja cité Pluteo 76.79, le Pluteo 41.42 et le codex MR 92 de la Bibliothèque Metropolitaine de Zagreb. Il faudra également ajouter à ces témoins complets les fragments récemment trouvés par Giuseppe Mascherpa dans les Archives Historiques de Lodi. Dans le deuxième chapitre, je prends en considération la tradition manuscrite du traité moral dans son ensemble, en proposant un stemma codicum. Dans le troisième chapitre, je propose une édition critique de la redaction delta du Libro di Costumanza, c’est-à-dire la traduction italienne du Livre de Moralitez. La nécéssité d’une étude détaillée du Pluteo 76.79 avait été explicitement declaré par Giuseppe Mascherpa dans un article écrit avec Maria Luisa Meneghetti et paru en 2013. D’ailleurs, la fiche du manuscrit, compilée par Mascherpa lui-même dans le cadre du projet Ma.Fra, a constitué une base solide pour mes recherches. J’ai décidé en particulier d’approfondir la question liée à l’origine géographique du manuscrit. La présence d’un certain nombre de notes pour l’enlumineur, redigées par le copiste, avait permis à Mascherpa de formuler une hypothèse sur l’aire de production, c’est à dire la Vénétie de l’Ouest ou l’Émilie. Mon travail m’a améné à penser que le copiste était en effet émilien, sans doute bolonais. En ce qui concerne les enluminures elles-mêmes, on peut effectivement réléver des éléments qui reportent à l’école bolonaise de la fin du XIIIe siècle, tout en confirmant également la datation du manuscrit avancée par Teresa de Robertis. Dans l’article déjà cité, Mascherpa affirmait aussi que les critères de compilations du recueil auraient bien mérité un supplement de recherche. En reconstruisant l’ordre original du manuscrit, perturbé par des erreurs évidentes en phase de fasciculation, on remarque que le codex s’ouvre par le Livre de Moralitez; le traité est suivi par des unica, c’est-à-dire un lapidaire et un petit poème sur l’Apocalypse; la deuxième œuvre principale du recueil est le Bestiaire d’Amour; finalement, la nouvelle intitulé Agnes et Meleus par Paul Meyer clôt le manuscrit: le Pluteo est, encore une fois, la seul témoignage de cette narration vivante. En ce qui est de la mise en recueil, je vais mettre en exergue la physionomie particulière du Pluteo: en effet, Livre de Moralitez et Bestiaire d’Amour n’ont pas été transmis ensemble que par le manuscrit laurentien et par un autre manuscrit conservé en Belgique; on trouve tout de même des épreuves de la liaison entre les deux œuvres dans le cadre de la tradition italienne: de fait, le témoin {M} du Libro di Costumanza transmet aussi la version italienne du Bestiaire d’Amours. Parmi les œuvres mineures, Agnes et Meleus constitue sans aucun doute l’item le plus intéressant. Consacré au thème de l’avarice punie, le récit confirme par ailleurs la déstination courtoise pour laquelle la compilation du manuscrit à été conçue. Cet aspect contribue à remarquer la particularité du Pluteo 76.79 par rapport aux autres témoins italiens du Livre de Moralitez. Le Pluteo 41.42 aussi bien que le codex de Zagreb répondent en effet aux attentes d’un public bien différent, celui de la bourgeoisie urbaine. La section française du Pluteo 41.42 n’avait jamais fait objet d’une étude attentive. Connu surtout grâce à la partie contenant le chansonnier trobadouresque P, le manuscrit se clôt par deux œuvres en langue d’oïl, c’est-à-dire le Blasme de fames et le Livre de Moralitez. Une analyse stratigraphique sommaire de la langue du traité moral a mis en évidence des données qui pourraient confirmer l’existence d’une axe de transmission Vénétie-Toscane pour les matériaux qui forment le recueil. On remarque aussi une cohérence substantielle entre la section française et le reste du manuscrit, notamment les coblas esparsas: certaines d’elles se montrent en particulier proches du système de valeurs de la classe bourgeoise-marchande, comme l’avait déjà souligné Stefano Resconi. Tout de même, les caractéristiques codicologiques du codex de Zagreb nous conduissent à un environnement pareil à celui du Pluteo 41.42: le petit format, la juxtaposition de ‘livrets’ de nature diverse, aussi bien que l’apparence modeste font penser à une usage privé du manuscrit, rassemblé probablement par un membre de la haute bourgeoisie vénétienne. Quant à l’hétérogénéité du contenu, on remarque que le codex contient lui-aussi une anthologie lyrique, française cette fois; il s’agit également de l’un des deux témoins du Livre d’Enanchet, peut-être produit le plus ancien de la littérature franco-italienne. Dans ce sens, la découverte des fragments de Lodi par Mascherpa nous offre une témoignage inattendue de la liaison entre Moralités et Enanchet: les deux œuvres s’y trouvent l’une à côté de l’autre, exactement comme dans le recueil de Zagreb. Comment insérer ces trois exemplaires dans la tradition manuscrite globale ? Faute d’une édition satisfaisante du traité, j’ai décidé de consulter tous les témoins, en offrant une mise à jour de la tradition. De fait, le travail de John Holmberg, editeur au même temps du Moralium Dogma Philosophorum, de la version française et de celle néerlandaise, est criticable à plusieurs égards. En ce qui concerne le Livre de Moralitez, c’est notamment la méthode utilisée pour établir les rélations parmi les témoins à susciter des perplessités. Holmberg renounce à tracer un véritable stemma codicum, en proposant plutôt des “macrogroupes” établis à partir d’affinités génériques. Par conséquent, j’ai décidé de choisir un nombre limité des loci critici, pour lesquelles j’ai pu effectuer une collation des tous les témoins. Dans le cadre d’une classification des manuscrits, il fallait aborder la question du statut à attribuer aux témoins siglés (K) et (L), dont Holmberg avait déjà remarqué la physionomie particulière. Une analyse consacrée à ces deux témoins confirme qu’il s’agit effectivement d’une version fort distante de la vulgate, sans doute élaborée en Angleterre. En suivant les principes individués par Giovanni Orlandi pour les textes transmis en plusieurs rédactions, on relève: l’absence de fautes communes au reste de la tradition, le nombre remarquable de variantes indifférentes, aussi bien que l’histoire externe particulière des manuscrits. Après cette discussion, qui met à jour ce qu’on connaît sur la tradition française, ma thèse donne un panorama des traductions du Livre de Moralitez rédigées en autres langues romanes. Si la version en langue d’oc à été publiée par Jean Ducamin au début du XXe siècle, moins d’attention a été reservée à la traduction castillane. Transmises par un seul manuscrit tardif, les Moralidades de los philosophos démeurent inédites à ce jour. L’individuation des sources manuscrites de ces deux versions a permis de corroborer la validité du stemma proposé. À cette “tradition occidentale” très pauvre s’oppose la variété des traductions effectuées sur le territoire italien. L’on compte actuellement 26 témoins du Libro di Costumanza, qui nous offrent huit rédactions différentes de l’œuvre. Pour autant, ce n’était que la rédaction α à avoir été objet d’étude par les savants. Transmise par 13 témoins, cette version représente la vulgate du Libro di Costumanza et a été publié par Roberto de Visiani en 1865. Le Trattato di virtù morali, selon le titre indûment proposé par l’editeur, constitue toutefois rien plus que le divertissement d’un italianiste “par passion” plutôt qu’une véritable édition critique. Visiani n’utilise que deux manuscrits, sans en donner les cotes: le premier a été identifié en 2008 par Sandro Bertelli et Marco Giola; le deuxième était inaccessible jusqu’à l’heure actuelle. Cependant, une recherche conduite avec Matteo Luti nous a permis de retrouver le manuscrit, dont j’ai donnée une première description. Il a fallu attendre plus d’un siècle pour avoir une édition satisfaisante du Libro di Costumanza, qui pourtant n’a jamais été publiée. Je me réfère à la thèse rédigée en 1992 par Cristina Bernardini, élève d’Alfonso D’Agostino. Travail tout à fait méritoire, car il propose non seulement une édition meilleure que celle de Visiani, mais il offre aussi une analyse soignée de la tradition manuscrite: Bernardini individue en particulier cinq rédactions indépendantes du volgarizzamento. Ma recherche poursuit et approfondit l’étude de Bernardini, en inscrivant le Libro di Costumanza dans le cadre d’une tradition européenne. Il faut remarquer qu’encore une fois le stemma codicum du Livre de Moralitez démontre sa validité. Certes, il serait impossible d’expliquer de façon, pour ainsi dire, géométrique les rélations généalogiques entre sources et traductions. L’on remarque d’évidents phénomènes de contamination non seulement parmi les différentes rédactions, mais aussi entre la rédaction α et la traduction italienne du Tresor de Brunetto Latini. Cette dernière question, qui n’avait jamais été abordée auparavant, ouvre un terrain de recherche qui peut se révéler très fécond pour de futures études consacrées aux deux œuvres. Il était aussi important d’approfondir la connaissance de la tradition septentrionale du Libro di Costumanza. Si la majorité des témoins a été compilée en Toscane, les manuscrits siglés {N}, {T} et {V} prouvent tout de même une circulation du volgarizzamento en Italie du Nord. Le chapitre finale aborde l’étude de la rédaction delta du Libro di Costumanza, dont j'offre une édition critique. Cette version de l’œuvre constitue le résultat d’une réélaboration, voire d’une adaptation, du texte italien à partir des textes français et latin: en effet, le traducteur avait à disposition un exemplaire du Moralium Dogma Philosophorum, comme le démontrent de nombreux passages absents dans le reste de la tradition romane. Par ailleurs, on relève le recours au manuscrit Pluteo 41.42, utilisé notamment pour essayer de corriger l’erreur d’archétype. En ce qui concerne la langue de cette version, le manuscrit de référence, c’est-à-dire le codex Riccardiano 1475 (mil quatrecent soixante-quinze) a été sans doute copié par une main siennoise, alors que le modèle remonte probablement à la Toscane de l’Ouest. Ce n’est qu’un premier pas vers l’étude du Libro di Costumanza, et de sa tradition variée et encore largement inexplorée.
Osorio, Aguirre Makarena. "Edificio complementario Hospital Dr. Roberto del Río visión contemporánea." Tesis, Universidad de Chile, 2011. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/111631.
Full textAutorizado por el autor, pero con restricción para ser publicada a texto completo hasta el año 2013
En la actualidad un importante porcentaje de la población en Chile es atendida por el Sistema Público de Salud, cantidad que se ha acentuado a nivel Infantil. Sin embargo, la infraestructura de este sistema se ha ido deteriorando, debido a la escasa inversión en mantención y adecuación, principalmente en los Grandes Centros Hospitalarios del país. Como consecuencia muchos aspectos de la prestación de salud hoy en día se han visto desmejorados, sobre todo en comparación con el sistema privado, lo que no refleja la Evolución Económica que vive la nación. Por consiguiente, esto ha degradado la calidad de la atención, de vida, la experiencia como usuario y su dignidad. Es por ello que la idea de realizar como proyecto de título un “Edificio Complementario al Hospital Roberto del Río”, basado en sus deficiencias de infraestructura, nace de la inquietud por contribuir a la Salud Pública Pediátrica en Chile, ya que es más viable a nivel Público mejorar lo existente, que invertir en un nuevo Establecimiento de Salud. El proyecto se enfoca en atacar el trato al Usuario, niño, y sus Familias, las cuales se ven enfrentadas a un ir y venir constante al Centro de Salud. Se pretende trabajar de una forma globalizada, atendiendo a las distintas necesidades que el Hospital en estudio presenta, me refiero a la colaboración en las Zonas de Espera, Centro de Extensión y a nivel Clínico, la Normalización de la Unidad de Plástica y Quemados, área olvidada por el Establecimiento de Salud. Dentro de los hospitales de infantes, elegí el Hospital Dr. Roberto del Río, por ser Centro de Referencia Nacional, Hospital de alta complejidad y ser el segundo Establecimiento de salud de niños más concurrido en la Región Metropolitana, área donde recae la mayor parte de la Salud Pública a nivel Nacional
Mkandawire, Bonaventure B. A. "The vision of Rev. Dr. Robert Laws a brief study on the influence of Livingstonia Mission in northern Malawi, 1875 to 1927 /." Theological Research Exchange Network (TREN), 1995. http://www.tren.com.
Full textWalker, Carlos. "El horror como forma : Juan José Saer, Roberto Bolaño." Paris 8, 2013. http://www.theses.fr/2013PA083935.
Full textOverall, this dissertation proposes to think horror as a literary construction. To that end, the research develops an extensive reflection on the narrative works of Juan Jose Saer and Roberto Bolaño. The aim is, first, to carry out a theoretical study to formulate hypotheses about the relevance of using horror as critical notion, and secondly, to point out a problematic semantic field, whose banner is the constant allusive reference to horror as a source of meaning for the representation of historical and political disasters in literature. The importance given to the notion of form determines the perspective in which horror is conceived in this dissertation. At the same time, it indicates that horror as a form is usually presented as an unthought-of notion in the literary criticism field, particularly in the studies that have analyzed the works studied here. Within this context of analysis, two major areas on which both literatures build their variation, expansion and reflection of the literary representation of horror are identified. These refer specifically to the importance of the visual register and to the repeated episodes that narrate violent interventions on human bodies. Horror is a formal effect displayed as part of the process of dialogue and reflexivity inherent to writing. Put another way, -from the corpus selected to study the movements of horror as form- it can be asserted that it is around a concern about the visual aspect and the arrangement of bodies, that the textual trajectories confer horror the form-theme that is dear to these fictions
Martin, Marilyn Ann 1959. ""The Politics of Restoration": the Rhetorical Vision of Camelot and Robert F. Kennedy's 1968 Campaign." Thesis, University of North Texas, 1989. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc500920/.
Full textDammon, Hope Prickett Stephen. "Journeying toward the beatific vision the uses and abuses of Dante in Robert Elsmere /." Waco, Tex. : Baylor University, 2007. http://hdl.handle.net/2104/5106.
Full textGonzalez, Lisandro Felix. "Developing a vision casting statement by Vision Team 2000." Online full text .pdf document, available to Fuller patrons only, 2001. http://www.tren.com.
Full textHederstedt, Axel. "The Libertarian Vision of LazarusLong : A Libertarian Reading of Robert A. Heinlein’s Time Enough for Love." Thesis, Karlstads universitet, Institutionen för språk, litteratur och interkultur, 2017. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kau:diva-47883.
Full textSonju, David N. "(Re-)visions of transcendence : theological responses to the late-modern eclipse of transcendence in the thought of Robert W. Jenson and Alexander Schmemann." Thesis, University of St Andrews, 2014. http://hdl.handle.net/10023/5993.
Full textBooks on the topic "Roberto de visiani"
editor, Perna Alessandro Luigi, and Casa dei Tre Oci (Venice, Italy), eds. Roberto Polillo: Visions of Venice. Milano: Skira, 2016.
Find full textRobert Henryson's tragic vision. New York: P. Lang, 1994.
Find full textMuseum of Contemporary Art, San Diego. and Contemporary Arts Museum, eds. Robert Cumming: Cone of vision. La Jolla, Calif: Museum of Contemporary Art, San Diego in collaboration with Contemporary Arts Museum, Houston, 1993.
Find full textFra memoria e visione: L'opera di Roberto Mussapi. Borgomanero (Novara): G. Ladolfi, 2010.
Find full textWalker, Marshall. Robert Penn Warren: A vision earned. 2nd ed. Glasgow: Humming Earth, 2008.
Find full textWalker, Marshall. Robert Penn Warren: A vision earned. 2nd ed. Glasgow: Humming Earth, 2008.
Find full textWalker, Marshall. Robert Penn Warren: A vision earned. 2nd ed. Glasgow: Humming Earth, 2008.
Find full textJemison, Elbert S. Robert Jemison, Jr.: A man with vision. Birmingham, Ala: Seacoast Pub., 2005.
Find full textFairbrother, Trevor J. Robert Wilson's vision: An exhibition of works. Boston, Mass: Museum of Fine Arts, Boston in association with H.N. Abrams, New York, 1991.
Find full textClark, William Bedford. The American vision of Robert Penn Warren. Lexington, Ky: University Press of Kentucky, 1991.
Find full textBook chapters on the topic "Roberto de visiani"
Siméon, Ophélie. "Visions of New Lanark." In Robert Owen’s Experiment at New Lanark, 109–40. Cham: Springer International Publishing, 2017. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-64227-7_5.
Full textO’Healy, Áine. "Anthropological Anxieties: Roberta Torre’s Critique of Mafia Violence." In Visions of Struggle in Women’s Filmmaking in the Mediterranean, 83–101. New York: Palgrave Macmillan US, 2010. http://dx.doi.org/10.1057/9780230105201_5.
Full textBüssgen, Antje. "Die Schriftsteller als Intellektuelle und die EU: das Beispiel Robert Menasse." In Die Europäische Union zwischen Konfusion und Vision, 99–116. Wien: Böhlau Verlag, 2021. http://dx.doi.org/10.7767/9783205213598.99.
Full textBell, Duncan. "Anglospheres: Empire Redivivus?" In The Anglosphere, 38–55. British Academy, 2019. http://dx.doi.org/10.5871/bacad/9780197266618.003.0003.
Full textByron, George Gordon. "Byron’s Vision of Judgment, 1822." In Robert Southey, 295–302. Routledge, 2002. http://dx.doi.org/10.4324/9780203197271-117.
Full text"37. Robert Adams, Mobile Homes, Jefferson County, Colorado, 1973 (© Robert Adams, courtesy of the Fraenkel Gallery, San Francisco)." In Wild Visions, 78. Yale University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12987/9780300268867-013.
Full text"14 Robert Gardner's Rivers of Sand." In Fields of Vision, 311–28. University of California Press, 1995. http://dx.doi.org/10.1525/9780520914704-016.
Full textDarwin, John. "Robert Holland’s empire." In Cyprus from Colonialism to the Present: Visions and Realities, 7–14. Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781315201290-2.
Full text"Musil’s Theory of Vision." In Robert Musil and the Question of Science, 51–62. Boydell & Brewer, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvrdf1b1.7.
Full textMcKeever, Gerard Lee. "Robert Burns and ‘Circling Time’." In Dialectics of Improvement, 35–71. Edinburgh University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.3366/edinburgh/9781474441674.003.0002.
Full textConference papers on the topic "Roberto de visiani"
Tang, Haiyang. "Vision Question Answering System Based on Roberta and Vit Model." In 2022 International Conference on Image Processing, Computer Vision and Machine Learning (ICICML). IEEE, 2022. http://dx.doi.org/10.1109/icicml57342.2022.10009711.
Full textFont-Julian, Cristina I., Raúl Compés-López, and Enrique Orduna-Malea. "Has Robert Parker lost his hegemony as a prescriptor in the wine World? A preliminar inquiry through Twitter." In CARMA 2018 - 2nd International Conference on Advanced Research Methods and Analytics. Valencia: Universitat Politècnica València, 2018. http://dx.doi.org/10.4995/carma2018.2018.8320.
Full textYin, Xunwei, Shuang Zheng, and Quanmin Wang. "Fine-Grained Chinese Named Entity Recognition Based on RoBERTa-WWM-BiLSTM-CRF Model." In 2021 6th International Conference on Image, Vision and Computing (ICIVC). IEEE, 2021. http://dx.doi.org/10.1109/icivc52351.2021.9526957.
Full textSantos, Douglas, Daniel Zolett, Mateus Belli, Felipe Viel, and Cesar Zeferino. "An Analysis of the Implementation of Edge Detection Operators in FPGA." In Simpósio Brasileiro de Engenharia de Sistemas Computacionais. Sociedade Brasileira de Computação, 2020. http://dx.doi.org/10.5753/sbesc_estendido.2020.13107.
Full textYulianto, Henrikus. "Avian Poetics in Charles Olson’s “Merce of Egypt” and Robert Creeley’s “The Birds”: Projective Experimentation as an Eco-Vision." In Proceedings of the 9th UNNES Virtual International Conference on English Language Teaching, Literature, and Translation, ELTLT 2020, 14-15 November 2020, Semarang, Indonesia. EAI, 2021. http://dx.doi.org/10.4108/eai.14-11-2020.2310242.
Full textCastro, Diogo. "Regeneração de espaços industriais: do espaço industrial à regeneração da cidade." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5946.
Full textIbeas Altamira, Juan Manuel. "El agua en el jardín inglés dieciochesco." In XXV Coloquio AFUE. Palabras e imaginarios del agua. Valencia: Universitat Politècnica València, 2016. http://dx.doi.org/10.4995/xxvcoloquioafue.2016.2619.
Full textShobeiri, Sanaz. "Age-Gender Inclusiveness in City Centres – A comparative study of Tehran and Belfast." In SPACE International Conferences April 2021. SPACE Studies Publications, 2022. http://dx.doi.org/10.51596/cbp2021.xwng8060.
Full textReports on the topic "Roberto de visiani"
Lylo, Taras. THE IDEOLOGEME «DICTATORSHIP OF RELATIVISM» IN THE ROBERTO DE MATTEI’S ESSAYS: POSTMODERN AND POST-COMMUNIST CONTEXTS. Ivan Franko National University of Lviv, March 2021. http://dx.doi.org/10.30970/vjo.2021.50.11100.
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