Dissertations / Theses on the topic 'Ritorni'

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PEDRABISSI, FIORENZA. "‘Ritorni’. Diaspora e romanzo di formazione nella narrativa di matrice caraibica della seconda metà del ’900 in Gran Bretagna." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28800.

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Abstract:
This thesis examines novels of development by writers of Caribbean origin and descent from the 1950s to the 1990s with special focus on diasporic authors based in the UK. It examines the transformation of the tòpos of return in a corpus of Bildungsromane by writers who migrated to Britain after 1948, by late migrants who followed in the 1970s, and eventually by British born or British raised authors of Caribbean descent (chapter 1). The Caribbean background, which is prevalent in the novels of the ’50s, still plays a relevant role in later works of the ’80s and ’90s as new forms of discoursively constructed Caribbean emerge inside representations of a heterogeneous Britishness. The concept of diaspora provides a useful heuristic tool to investigate a literary production that problematises the notion of ‘home’ and conventional binaries such as ‘exile’/’home’, displacement/belonging. The applicability of the term Bildungsroman to the texts of the corpus is discussed in chapter 2. Using a methodology that combines genre theory, narratology and contextualization, it is argued that the Bildungsroman has been critically appropriated and creolized to represent the intricacies of a diasporic identity in a colonial and postcolonial context. Novels by George Lamming, Sam Selvon, Andrew Salkey, Erna Brodber, Joan Riley, Andrea Levy, and David Dabydeen are presented as exemplary case studies (chapters 3,4,5). The texts are read as counterdiscoursive revisions of the Bildungsroman.
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Miatello, Giacomo <1996&gt. "Il fenomeno del reshoring: la guida della public governance nel generare un ecosistema politico-economico attrattivo per i ritorni produttivi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17493.

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Abstract:
L’elaborato è centrato sul ruolo regolatore che può essere assunto dalla public governance nell’influenzare gli sviluppi e le evoluzioni delle global value chain. Il reshoring, ovvero il ritorno nel paese d’origine, o in paesi del medesimo continente della nazione della casa madre, di funzioni ed attività aziendali precedentemente delocalizzate, perseguendo quindi il percorso inverso a quello dell’offshoring, viene individuato come un fenomeno in grado di poter essere adeguatamente stimolato dalle disposizioni a livello governativo e come una strategia che potrà ridisegnare le future catene del valore nell’ambito della globalizzazione, tenendo in considerazione i possibili trade-off inerenti questo fenomeno riguardo i diversi protagonisti interessati. Nello scritto si definirà il concetto di reshoring, considerato come una vera e propria scelta strategica compiuta dalle imprese per generare valore piuttosto che una mera correzione di una precedente errata decisione localizzativa; inoltre si approfondiranno in particolare i settori ed i drivers che caratterizzano l’andamento del fenomeno e l’influenza sempre più rilevante dell’industria 4.0 sul reshoring, con poi l’obiettivo di chiarire il ruolo che è sempre più necessario venga assunto dalla public governance nel disciplinare le politiche industriali atte a configurare un ecosistema politico-economico adeguato a stimolare ed attrarre investimenti nel paese e le decisioni di reshoring.
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3

MASI, GABRIELE MARIA. "SAMBA YANO ARTI The unsuccessful returns from the Central Mediterranean Route in Velingara (Senegal)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/380474.

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Abstract:
I ritorni fallimentari dalla Rotta Centrale del Mediterraneo ha segnato un punto cruciale nella vita di migliaia di persone in Africa negli ultimi 10 anni. Attorno a questo evento, le vite delle persone e della loro rete familiare hanno riorganizzato le loro traiettorie, speranze e scelte quotidiane. Analizzando questo fenomeno dal punto di vista del dipartimento di Velingara (Senegal), il ritorno appare come un processo che si dipana nel tempo. Termini come "reinserzione” nascondono spesso una considerazione fondamentale: i viaggiatori delle rotte migratorie via terra (localmente denominate laawol ley) continuano a essere parte integrante del contesto locale attraverso diverse forme di comunicazione, trasferimento di denaro e lo sforzo collettivo per sostenere misticamente e finanziariamente il loro viaggio. Tra i Fulɓe Fulakunda, ritornare senza aver raggiunto ciò che ci si era prefissati al momento della partenza significa affrontare un cambiamento della propria posizione sociale, riattivare le necessarie connessioni sociali, ricostruire relazioni sia personali che professionali, mantenere un prevedibile atteggiamento di pudore/vergogna (hersa). Il ritorno è vissuto attraverso prospettive culturali: l'insieme dei valori morali e delle regole di condotta dell'antica classe nobile (ndimaaku); la necessaria fatica (tampere) della vita sociale (wondagol) e il desiderio di liberarsene (heɓtaare); le norme religiose islamiche e le minacce mistiche (bau) innescate dall'invidia e dal desiderio di abbassare il livello della competizione sociale; la percezione di un "ritardo" nella loro traiettoria di vita causato anche dai segni materiali del successo degli altri (case, veicoli, vestiti nuovi, ecc...). Le retrospettive dei migranti di ritorno ci offrono un'immagine della Rotta Centrale Mediterranea come un mondo in cui vengono meno le regole più elementari della vita sociale, lasciando spazio a un'estenuante resistenza fisica e psicologica. In quanto periodo di costante ansia, vigilanza e paura, la laawol ley rimane un habitus e un modo di essere nel mondo che va oltre i confini temporali dell'avventura. La narrazione dell’esperienza viene così vissuto dai soggetti come un laboratorio morale attraverso il quale il soggetto dà il senso di un'esperienza intensa e traumatica. Il viaggio non riguarda solo un moderno rito di passaggio all'età adulta, ma un modo per rivendicare il loro diritto alla piena appartenenza alla società globale. Questa rivendicazione continua ad essere sostenuta anche dopo il loro ritorno in forme diverse. Per la maggior parte dei migranti di ritorno senza successo, aver percorso la laawol ley significa aver visto e vissuto il mondo esterno, conoscere qualcosa in più, aver avuto la possibilità di osservare la realtà locale da un'altra prospettiva. La laawol ley è, inoltre, descritta come "una scuola di vita" che ha insegnato loro come essere all'altezza del mondo contemporaneo. I migranti di ritorno spesso si trovano ad affrontare le stesse condizioni sociali, economiche e morali che li hanno portati a partire. Il loro reinserimento avviene all'interno del perimetro della società locale in cui avere la possibilità di ricevere dei finanziamenti per aprire una propria attività rappresenta una rara opportunità. Tuttavia, l'“altrove” continua a far parte di un futuro ideale che prevede la possibilità di raggiungere ancora l'Europa da ricco commerciante o da turista. La libertà di movimento rimane il parametro di riferimento per valutare il successo individuale. Infine, dal punto di vista emico, il più grande capitale su cui sia i viaggiatori sia i migranti di ritorno possono contare è la volontà di Dio e la propria fortuna, strumenti culturali per affrontare l'effetto locale di una contemporaneità globale che distribuisce a tutti nuovi orizzonti di ​​senso e promesse di felicità pur continuando a limitarne le possibilità per la loro realizzazione.
The unsuccessful homecoming from the Central Mediterranean route has marked a pivotal point in the life of thousands of people in the last 10 years. According to this event, the lives of individuals and their family network have reorganized their trajectories, hopes, and daily choices. Analysing this phenomenon from the angle of the department of Velingara (Senegal), return appears as a process that unfolds over time. Terms as "reintegration" or "reinsertion" often hide a fundamental consideration: the travellers of the backway (locally also called laawol ley) keep on being an integral part of the local context through different forms of communication, money transfer and the collective effort to mystically and financially sustain their journey. Amongst the Fulɓe Fulakunda, coming back is about dealing with a change in one’s social position, reactivating necessary social connections, rebuilding both personal or professional relationships, keeping an expected attitude of hersa. Return is lived through inherited cultural perspectives: the set of moral values and rules of conduct of the ancient noble class (ndimaaku); the necessary fatigue (tampere) of the social life (wondagol) and the desire to free oneself from it (heɓtaare); the Islamic religious norms and mystical threatens (bau) trigged by the envy and the desire to lower the level of the social competition; the perception of a "delay" in their life trajectory also caused by the material signs of the success of the others (houses, vehicles, new clothes, etc...). Return migrants’ retrospectives offer us an image of the backway as a world where the most basic rules of social life fail, leaving room for exhausting physical and psychological endurance. As a period of constant anxiety, alertness and fear, the backway remains as a habitus and a way of being in the world which goes beyond the temporal boundaries of the adventure. Narrating is primarily a moral laboratory through which the subject makes sense of an intense and hard experience, as the laawol ley is. Unsuccessful return migrants are stuck in between. Their travel was not just about a modern rite of passage to adulthood, it was a way to claim their right to full membership in the global society. And they still maintain the same claim now that they are back. For most of the unsuccessful return migrants, having travelled the backway means having seen and experienced the world outside, knowing something more, having had the chance to observe reality from another perspective. The laawol ley is described as “a school of life” that have taught them how to measure up to the world. Return migrants often face the same social, economic and moral conditions that led them to depart. Their reintegration happens within the perimeter of the local society of getting by where the possibility of being funded represents a rare chance. Nevertheless, the “elsewhere” keeps on being part of an ideal future that foresees the possibility of still reaching Europe as a rich trader or a tourist. Freedom of movement remains the benchmark to evaluate individual success. From an emic perspective, the greatest capital that both adventurers and empty-handed return migrants can count on is God's will and one's luck, as cultural tools to face the local effect of a global contemporaneity which distributes the meaning and the promises of happiness to all while keeping on limiting the material possibilities to do so.
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4

Balata, Cristina <1986&gt. "La migrazione di ritorno: il problema del Ritorno Volontario Assistito." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2579.

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Abstract:
La migrazione di ritorno è un possibile aspetto del ciclo migratorio (in generale) e corrisponde al rientro della persona nel proprio Paese di origine, dopo aver trascorso un periodo di tempo determinato in un altro Paese. La migrazione di ritorno è un tema relativamente nuovo, pertanto non adeguatamente considerato nella prassi nazionale ed internazionale. In Italia, il tema del ritorno degli immigrati nel proprio Paese di origine è quasi assente dal dibattito politico e nella considerazione dei media. Questa tesi cerca di analizzare i diversi aspetti della questione ed, in particolare, il Ritorno Volontario Assistito, evidenziando anche come questo venga affrontato in Italia. Il lavoro svolto è stato suddiviso in cinque parti: la prima parte presenta le tematiche del ritorno in generale inserendole nel discorso della migrazione che interessa soprattutto l’area del Mediterraneo. Con la seconda parte si è cercato di ricostruire il quadro attuale dal punto di vista politico e normativo del Ritorno Volontario Assistito guardando anche al panorama internazionale, comunitario e nazionale, per i quali non esiste una disciplina normativa o una prassi comune specifica. Nella terza parte si è entrati nel vivo di questo lavoro: è stato infatti esaminato come viene strutturato il Ritorno Volontario Assistito in Italia, quali sono i progetti che lo attuano, quali sono le loro caratteristiche che riconducono ai due aspetti approfonditi nella parte successiva, la quarta, che secondo la nostra indagine risultano essere i più delicati: la reintegrazione e i contesti in cui si esplica il ritorno. Nella quinta parte sono presentati dei “case studies” relativi ad alcuni colloqui con persone interessate al Ritorno Volontario Assistito, condotti durante lo stage da me svolto presso il “Consiglio Italiano per i Rifugiati”. Tali esempi mettono in evidenza quali siano le peculiarità dei soggetti interessati da tale fenomeno, mostrano come venga condotta l’organizzazione del ritorno e, soprattutto, costituiscono uno spunto per formulare delle riflessioni al riguardo. Nella conclusione, infine, si è cercato di fare un bilancio qualitativo dei programmi di ritorno valutando se essi siano effettivamente funzionanti e quali siano i punti di forza e i punti deboli cercando di formulare delle buone pratiche migliorative per il futuro. Prole Chiave: Migrazione di ritorno, Ritorno Volontario Assistito, Paese di origine.
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Biondo, Leonardo Antonio <1991&gt. "Il Reshoring, storia del ritorno." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10802.

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Abstract:
La tesi verterà sul fenomeno del reshoring, processo strategico estremamente attuale nel panorama economico e politico. La tesi proporrà il caso materiale del gruppo Benetton, uno dei pionieri, in Italia, in questa inversione di tendenza.
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6

Hilz, Silvia Patricia <1977&gt. "Gli argentini di ritorno in Italia?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3219.

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Abstract:
Questa tesi studia i movimenti migratori degli argentini negli ultimi 3 decenni, verso l'Italia e altrove, analizzando i percorsi migratori dal punto di vista economico, politico, sociale, e comparandolo al resto della realtà dell'inmigrazione presente in Italia. Per trarre delle conclusioni sui fenomeni migratori mondiali e la sua logica conessa al mercato del lavoro.
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Colombo, R. "LEO STRAUSS E LA RETORICA DEL RITORNO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171073.

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Abstract:
«A journey from Jerusalem to Athens». In this way Rémi Brague describes the intellectual path of Leo Strauss (1899-1973), one of the most influent and controversial philosopher of the XX century. Following this journey from his early formation to the late years, this work tries to reconstruct the historical and philosophical background that led Strauss to pursuit a return to classical political philosophy as a response to the crisis of the modern world. Deeply affected by the failure of the liberal Weimar Republic, which he considered as the sorry spectacle of a «justice without sword» incapable to stop the emergence of the Nazi forces, Strauss spent his life trying to restore a form of premodern rationalism based on the balance between philosophy and religion. If the XVII century rationalism opened the season of the conquest of nature and of the trust in the rational organization of society, Strauss seeks for a renewal of the quarrel between ancients and moderns that brings to a new definition of the theological-political problem, which is to say to a reprise of the bound between divine and political power. Just a re-enactment of the natural right as emanation of a divine order can ensure, for Strauss, social peace and cohesion, against the fragmentation of the modern liberal system. While philosophers can live without illusions, facing a hopeless or deadly truth about human condition, non-philosophers need to be protected from this truth with a theological-political order that gives meaning and direction to individual and collective life. That’s why Jerusalem and Athens have to be restored as the two, irreconcilable, poles of the Western tradition, because in their tension is hidden, for the philosopher Strauss, the secret of its vitality, the secret of the balance between philosophy as “quest for wisdom” that cannot ensure a stable political order, and religion as the source of that order. But, what’s the purpose of a philosophical search that despairs of making political, ethical, and collective life more rational and capable of increase, as Spinoza teaches, individual’s possibilities?
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Raguso, Maria Giovanna <1989&gt. "La geopolitica del "limes": un ritorno alle frontiere?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20675.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare la nascita e lo sviluppo di confini e frontiere che, in molti casi, hanno portato all’innalzamento di veri e propri muri, in un contesto, quale quello attuale, di globalizzazione. Di conseguenza, il risultato è una visione politica, economica, culturale e sociale ossimorica. L’obiettivo di questa tesi, dunque, è quello di fornire un’analisi geopolitica sulla situazione di confini e frontiere nel mondo tramite l’approfondimento dei casi più famosi e ignoti, al fine di comprendere i meccanismi economico-politici che spingono un governo a promuovere determinate politiche estere. L’analisi parte dall’etimologia storico-linguistica del termine “confine”, dalla sua origine greco-latina fino ad arrivare al suo uso moderno nelle varie lingue. Successivamente, si propone un focus sulla definizione di frontiera dal punto di vista del diritto internazionale, partendo dal trattato di Westfalia fino ad arrivare alla Carta delle Nazioni Unite. Da ciò si capisce come nasce - politicamente e successivamente geograficamente - una frontiera e qual è l’iter per il consolidamento e il riconoscimento della stessa. Si è ritenuto utile un approfondimento su alcuni casi di frontiere “ereditarie”, ossia quelle di origine storico-culturale che oggi causano instabilità, tensioni, guerre e violazioni dei diritti umani. I primi tre casi descrivono situazioni territoriali extraeuropee. Il primo caso riguarda gli accordi Sykes-Picot che hanno tracciato una linea di divisione alquanto arbitraria nei territori del Medio Oriente. Il secondo caso è spesso protagonista dei telegiornali nazionali: stiamo parlando del muro che divide Messico e Stati Uniti. Il terzo caso esamina la situazione della Triplice Frontiera, situata tra Paraguay, Brasile e Argentina, che causa tensioni politiche ed economiche tra i tre paesi e gli Stati Uniti. I successivi casi riguardano, invece, le frontiere europee. Dalla rotta balcanica si passa al caso dell’isolotto inabitato e sperduto di Rockall, conteso da ben quattro paesi. Vengono presi in esame anche le vicende relative allo Stretto di Gibilterra, che causa tensioni continue tra Regno Unito e Spagna, all’isolotto di Perejil, rivendicato sia dalla Spagna che dal Marocco, e alla cosiddetta “guerra brexit” tra Regno Unito e Francia nelle acque del canale della Manica per i diritti di pesca, divenuti ambigui dopo l’uscita del primo dall’Unione europea. Successivamente, viene introdotto il concetto di frontiere “invisibili”, ossia quelle che non hanno realtà fisica, ma non per questo sono meno incisive delle altre. Possiamo includere in questo tipo di frontiere quelle aeree, quelle internazionali marittime, quelle immaginarie o arbitrarie. Per comprendere a pieno la differenza tra queste frontiere, vengono approfonditi la linea Kármán, il 10° parallelo, il Mar Cinese, il Caspio, l’Artico e il Monte Bianco. Tra le frontiere “visibili” ci sono i muri, costruiti per difendere i confini del proprio paese. I muri moderni hanno diverse funzioni: difesa contro il terrorismo, regolazione dei flussi migratori e contenimento dei traffici illegali di ogni genere. Sono sparsi in tutto il mondo, dall’America all’Asia, inclusa anche l’Europa. Vengono approfondite le questioni riguardanti la città portuale del nord della Francia, Calais, dove è stato eretto il “Great Wall”, la costruzione del Muro Marocchino, la Linea di demarcazione militare tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, la “green line” a Cipro e la barriera di separazione israeliana. In questa analisi, sono inclusi anche “casi” frontalieri davvero particolari. Ci riferiamo alle zone extraterritoriali, alle terrae nullius e alle enclave.
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9

Bruzzo, Gaia <1997&gt. "Donne paladine dell’agroalimentare italiano. Un ritorno alle origini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21854.

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Abstract:
A partire dalla nascita delle prime società umane la donna ha sempre avuto un forte legame con la natura e con il cibo che tutt’oggi permane. Il presente elaborato, dopo un iniziale excursus storico-culturale, si sofferma sul ruolo delle principali istituzioni di riferimento in Italia per quanto riguarda l’imprenditoria femminile nel settore agroalimentare. Verrà dato rilievo alle dinamiche che l’attività delle donne sta sviluppando nel contesto dell’odierno territorio rurale e alle linee di pensiero che hanno delineato tali circostanze. Successivamente si darà spazio alla figura del “prosumer” e alle sue numerose attribuzioni simboliche per mettere in evidenza la sua rilevanza nella società odierna e l’importante ruolo nell’evoluzione della Corporate Social Responsibility. Infine, attraverso un’analisi quali-quantitativa di un campione composto da ottanta profili, si descrivono le recenti attitudini dell’imprenditoria in rosa che mostrano da una parte notevoli progressi in termini di comunicazione di qualità e sostenibilità e dall’altra la necessità di riequilibrare la valorizzazione di tutti i settori a discapito della disparità di età o di appartenenza regionale.
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Della, Sala Lucrezia <1989&gt. ""Russia-Italia andata e ritorno: il caso di Venezia."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3150.

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Bottaro, Lucia <1988&gt. "Il Ritorno Volontario Assistito tra elementi positivi e criticità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3532.

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Abstract:
La tesi è dedicata al tema del Ritorno Volontario Assistito degli immigrati nel paese d'origine. Nel primo capitolo parlo dell'immigrazione in Italia, in particolare del fenomeno delle migrazioni di ritorno, nel capitolo successivo spiego cos'è il Ritorno Volontario Assistito, come si attua, a chi è destinato; poi nel terzo capitolo affronto la legislazione in materia. Il quarto capitolo è centrato sui progetti di Ritorno Volontario Assistito, mentre il sesto capitolo è dedicato alla raccolta di dati statistici sulla misura. Infine, l'ultimo capitolo ha per oggetto dieci interviste, i soggetti sono migranti che hanno fatto richiesta di Ritorno Volontario Assistito.
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Cargnelli, Alessia <1990&gt. "L'analogico nella produzione video. Le ragioni di un ritorno." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6364.

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Abstract:
La tesi propone un'analisi del panorama artistico contemporaneo dell'ultima decade, focalizzandosi sulle produzioni video ad opera di artisti che utilizzano supporti analogici. Tale scelta, apparentemente obsoleta rispetto alle tendenze dell'era digitale, è in contrasto con le modalità espressive di un linguaggio artistico “recente” come la videoarte, in cui l'impiego di mezzi innovativi - presi in prestito dal cinema, dalla televisione, dalla rete – è spesso parte integrante del messaggio dell'opera stessa. L'elaborato ripercorre brevemente l'evoluzione tecnica del video nell'arte e le sue modalità di fruizione - dalle prime sperimentazioni su pellicola degli anni Sessanta, al cruciale passaggio dall'analogico al digitale, fino ai più recenti lavori in alta definizione - confrontandosi con alcuni esempi di produzioni analogiche contemporanee. In particolare, si esamina il catalogo dell'installazione video "Film" di Tacita Dean (Tate Modern, Londra 2011), dove l'artista raccoglie numerosi di scritti a cura di artisti, registi, critici e curatori che sostengono l'importanza della preservazione dell'analogico come alternativa all'onnipresenza virtuale. Da un'indagine sull'opera di Dean e sui lavori di altri artisti che si avvalgono (totalmente o in parte) di tale supporto, traspare un approccio totalmente inedito verso il medium, non tanto nostalgico verso il passato ma piuttosto critico e innovativo nei confronti delle tendenze della contemporaneità.
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Leo, Marcella <1993&gt. "Il Ritorno Volontario Assistito (RVA): dalla politica alla prassi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14262.

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Abstract:
La presente ricerca ha come scopo l’approfondimento della misura del Ritorno Volontario Assistito partendo delle politiche migratorie internazionali, europee e nazionali analizzandone gli obiettivi e le strategie che mettono in campo al fine di indagare in quale modo influenzano l’applicazione pratica del programma del ritorno volontario assistito rivolto ai cittadini stranieri presenti sul territorio italiano e che decidono spontaneamente di tornare nel proprio paese d’origine. A livello globale la linea contemporanea attuata è quella della recente adozione del Global Compact or Safe, Orderly and Regular Migration, ovvero il primo accordo intergovernativo volto all’adozione di una policy condivisa in materia d’immigrazione al fine di gestire i problemi e le sfide contemporanee in tutti i campi delle migrazioni internazionali. Per quanto riguarda il livello comunitario e nazionale alla base delle politiche in materia vi è un approccio securitario, in cui ogni strategia è volta al contenimento dell’immigrazione irregolare. Tale linea strategica è riscontrabile anche nell’applicazione pratica della misura del ritorno volontario assistito, poiché, pur nel rispetto dei diritti fondamentali, l’obiettivo principale è la deterrenza nei confronti di possibili nuovi arrivi e quindi di contrasto a nuovi flussi migratori.
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Zago, Ilaria <1994&gt. "IL RITORNO VOLONTARIO ASSISTITO: TRA PROGETTAZIONE PARTECIPATA E VOLONTARIETÀ." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15250.

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Abstract:
Questa tesi è un approfondimento alla tematica del Ritorno Volontario Assistito (RVA). Nella prima parte dell’elaborato vengono analizzati i riferimenti normativi a livello dell’Unione Europea partendo dall’Accordo di Schengen fino ad arrivare all’adozione della direttiva 2008/115/CE conosciuta come Direttiva Rimpatri. Nel paragrafo successivo si parla dell’ordinamento giuridico Italiano in materia di rimpatri e di come il paese si è allineato alle linee di indirizzo Europee. Per terminare il capitolo sono riportati gli accordi bilaterali e comunitari che sono stati stipulati dai paesi per poter dare esecuzione effettiva ai rimpatri. Questi accordi sono diventati lo strumento privilegiato di lotta all’immigrazione clandestina. Essi definiscono le norme per il rimpatrio di un cittadino straniero nel suo paese d’origine, senza questi altrimenti non sarebbe possibile il trasferimento. Nella seconda parte viene fatta un’analisi approfondita dello strumento. Partendo dalla normativa vengono indicati chi sono i beneficiari, chi i soggetti attuatori, le modalità di finanziamento dei progetti e il piano individuale di reintegrazione che è costruito con l’intento di favorire il reinserimento del migrante nel paese in cui fa ritorno. Nella terza e quarta parte si parla di progettazione partecipata. In Italia i Programmi di Rimpatrio vengono operati in lavoro combinato tra istituzioni - Ministero dell’interno, prefetture, questure e servizi sociali- e il soggetto incaricato alle operazioni di rimpatrio - organizzazioni, enti e associazioni. Viene analizzato il ruolo dei servizi sociali che, a partire dallo sportello immigrazione, è il soggetto che effettua la prima segnalazione del caso dando così avvio all’iter. La seconda fase del progetto spetta al soggetto incaricato, in questo elaborato si farà riferimento al lavoro svolto dall’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (OIM) che, grazie agli operatori che lavorano a livello territoriale, raccoglie le richieste e rende effettivo il ritorno. I progetti sono finanziati dal fondo FAMI, i soggetti attuatori nel loro operato sono chiamati a promuovere strategie di rimpatrio eque ed efficaci con il fine di contrastare l’immigrazione illegale e promuovere un ritorno durevole e la riammissione effettiva nei Paesi di origine. Nell’ultimo capitolo viene analizzato il carattere della volontarietà. Verranno presi in esame diversi elementi per comprendere se la decisione di rimpatriare è presa liberamente oppure se vi sono altri fattori esogeni che forzano la scelta del soggetto. Questa tesi vuole essere uno strumento non solo di analisi ed approfondimento ma anche mezzo per implementare la conoscenza del progetto, riconoscere il grande valore umano e il ruolo dei soggetti attuatori. Promuovere good practices nel massimo rispetto dei diritti umani, sostenere rimpatri sostenibili volti alla reintegrazione nel paese d’origine e al benessere del soggetto. In un periodo che vede l’Italia scossa da grandi cambiamenti, soprattutto in materia di immigrazione, la conoscenza normativa e degli strumenti a disposizione di un operatore sociale sono fondamentali nell’ottica di empowerment e benessere dei cittadini stranieri.
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Rorato, Bhagawathiya <1990&gt. "RIFORMA JOBS ACT:IL NUOVO FUTURO O UN RITORNO AL PASSATO?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12017.

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Abstract:
La tesi affronta tutto il percorso inerente al licenziamento individuale da prima della riforma Fornero, passando per la stessa e arrivando alla Riforma Renzi, soffermandosi sulle sanzioni dei licenziamenti illegittimi per capire anche lo sviluppo delle garanzie per i lavoratori e i datori di lavoro.
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Trucco, Diego <1995&gt. "Governance e leadership nel teatro musicale italiano: ritorno al passato?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17409.

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Abstract:
In Italia il teatro musicale è una tematica da sempre molto discussa, al centro di innumerevoli dibattiti di varia natura, dalla politica, alla cultura, all’economia. Nonostante nel corso delle recenti legislature ci sia stato un evidente sforzo per cercare di migliorare la precarietà di queste organizzazioni, ancora una volta il governo ha fallito nel predisporre delle linee guida per affrontare in modo efficace la situazione. Ciò è supportato dalle relazioni del commissario straordinario del governo, avv. Gianluca Sole, chiamato a monitorare lo stato di attuazione dei piani di risanamento delle fondazioni lirico sinfoniche in seguito alla legge n. 112/2013. Questo progetto di ricerca, prendendo spunto da alcune osservazioni proposte dal commissario straordinario del governo, si pone l’obiettivo di indagare l’evoluzione del sistema teatrale italiano come azienda, ovvero analizzando le forme di governo assunte da queste organizzazioni nel tempo, mettendo in particolare risalto i soggetti e le istituzioni che hanno avuto un ruolo diretto o indiretto sulla loro direzione ed indirizzo. Ciò ha permesso di evidenziare come la natura privatistica delle fondazioni liriche-sinfoniche, verificatasi in seguito al decreto legislativo 367/1996, non sia in realtà una novità in quanto la gestione pubblica-privata ha sempre trovato ampio sviluppo nell’amministrazione e direzione dei teatri. Inoltre, la tendenza verificatasi negli ultimi anni di rendere il consiglio di amministrazione un mero organo di consultazione, al contempo rafforzando i poteri del sovrintendente, è una situazione che non trova una corrispondenza nel passato e che va contro i principi indetti dalla privatizzazione.
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Harinen, Armi. "Ritorna vincitor! : Interpretation of an aria in the opera Aida by Verdi." Thesis, Kungl. Musikhögskolan, Institutionen för klassisk musik, 2015. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kmh:diva-1838.

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Abstract:
This examination essay is a study of the aria Ritorna vincitor! from the opera Aida by composer Giuseppe Verdi. The aim of this study is to address the vocal and interpretational questions that may arise while learning the aria. My work with this essay has included searching for information about Verdi, the opera Aida and the cultural, political and musical climate wherein the opera was born. I have also watched the opera and listened to several versions of the aria. I concentrated especially on the interpretations of Mirella Freni, Leontyne Price and Maria Callas. I also created a musical analysis of the aria. Throughout the process of writing this essay I have kept in my mind my own perspective as a singer. I have formed my study from the information I find useful in the process of approaching a new piece of music. The process of writing this essay has provided me with a lot of insight into the musical ideals and ideas behind Verdi’s work. Writing this essay made me aware of the dilemma of fulfilling the vocal expectations of the tradition and at the same time interpreting the drama convincingly. I have found a lot of useful material for a singer’s artistic development and all that I have learned will certainly come into use in my future vocal studies.
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LO, RE DONATO. "APPRENDISTATO E FORMAZIONE PROFESSIONALE: ESPERIENZE COMPARATE. STORIA PASSATA O RITORNO AL FUTURO?" Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50310.

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Abstract:
L'argomento scelto riguarda l'apprendistato italiano, comparato con le principali esperienze europee, con particolare attenzione al modello nordico (Germania e Svezia). Si è poi guardato all' Europa e alle sue politiche di inclusione dei giovani, attraverso le vaire iniziative lanciate e di cui vengono forniti i dati. Nelle conclusioni, a seguito di un riassunto dell' intero elaborato, viene proposo un miglioramento di tale istituto, nella prospettiva di rendere tale strumento efficace ed efficiente.
The thesis' topic concers the Italian apprenticeship,compared with the main European experineces, particularly the Nordic model (German and Sweden).After this I direct myself to Europe and his inclusion policies for young people, analyzing the main initiatives, and providing the current data. Finally, after a brief thesis' resume, it is offered a possible improvement of this institut, in order to make it effective and efficient.
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DE, BLASIO Serena. "Da Bernhard a Heidegger e ritorno: un ponte tra letteratura e estetica." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32825.

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Rizzà, Laura <1967&gt. "Una mappa per la porta del non ritorno: l'appartenenza nella letteratura nera canadese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2477/1/Rizz%C3%A0_Laura_tesi.pdf.

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Abstract:
La presente tesi dimostra che la letteratura nera canadese può costituire una critica al concetto di appartenenza, così come è stato sempre rappresentato nel Canada anglofono. Più specificatamente, prende in considerazione tre scrittori contemporanei – George Elliott Clarke, Austin Clarke e Dionne Brand – che mettono in evidenza, seppure non nei termini classici, ciò che Stuart Hall descrive come “quegli aspetti delle nostre identità che scaturiscono dal nostro ‘appartenere’ a distinte culture etniche, razziali, linguistiche, religiose e soprattutto nazionali” (Stuart Hall, Modernity 596). Ognuno di essi, infatti, pone in evidenza il senso di appartenenza culturale in modo incerto, ambivalente e perfino estremamente critico. L’analisi dei loro testi, inoltre, è imprescindibile, dallo studio di tre discorsi (termine da intendersi secondo la definizione proposta da Ian Angus): il nazionalismo, il multiculturalismo e la diaspora che sembrano condizionare e limitare i termini semantici, concettuali e politici dell’appartenenza culturale, specialmente nell’ambito degli studi canadesi e postcoloniali. In realtà, autori quali Austin Clarke e Dionne Brand, offrendo una prospettiva unica ed originale da cui avviare una critica a tali concetti, propongono dei ‘linguaggi di appartenenza’ diversi e, di conseguenza, modi alternativi di manifestare e concretizzare, non solo un attaccamento culturale, ma anche un impegno politico profondo. Il lavoro è composto dall’Introduzione, in cui vengono esplicitate le ragioni dell’argomento scelto; il Capitolo I, che funge da impianto metodologico alla ricerca, spiega il concetto di appartenenza; da tre Capitoli centrali, ciascuno dedicato ad un singolo autore, che esaminano una serie di opere, di ogni singolo autore, al fine di esaminare e giudicare i tre discorsi; e dalla Conclusione che contiene delle considerazioni sul ruolo della letteratura nera canadese all’interno degli studi canadesi contemporanei e postcoloniali.
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Rizzà, Laura <1967&gt. "Una mappa per la porta del non ritorno: l'appartenenza nella letteratura nera canadese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2477/.

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Abstract:
La presente tesi dimostra che la letteratura nera canadese può costituire una critica al concetto di appartenenza, così come è stato sempre rappresentato nel Canada anglofono. Più specificatamente, prende in considerazione tre scrittori contemporanei – George Elliott Clarke, Austin Clarke e Dionne Brand – che mettono in evidenza, seppure non nei termini classici, ciò che Stuart Hall descrive come “quegli aspetti delle nostre identità che scaturiscono dal nostro ‘appartenere’ a distinte culture etniche, razziali, linguistiche, religiose e soprattutto nazionali” (Stuart Hall, Modernity 596). Ognuno di essi, infatti, pone in evidenza il senso di appartenenza culturale in modo incerto, ambivalente e perfino estremamente critico. L’analisi dei loro testi, inoltre, è imprescindibile, dallo studio di tre discorsi (termine da intendersi secondo la definizione proposta da Ian Angus): il nazionalismo, il multiculturalismo e la diaspora che sembrano condizionare e limitare i termini semantici, concettuali e politici dell’appartenenza culturale, specialmente nell’ambito degli studi canadesi e postcoloniali. In realtà, autori quali Austin Clarke e Dionne Brand, offrendo una prospettiva unica ed originale da cui avviare una critica a tali concetti, propongono dei ‘linguaggi di appartenenza’ diversi e, di conseguenza, modi alternativi di manifestare e concretizzare, non solo un attaccamento culturale, ma anche un impegno politico profondo. Il lavoro è composto dall’Introduzione, in cui vengono esplicitate le ragioni dell’argomento scelto; il Capitolo I, che funge da impianto metodologico alla ricerca, spiega il concetto di appartenenza; da tre Capitoli centrali, ciascuno dedicato ad un singolo autore, che esaminano una serie di opere, di ogni singolo autore, al fine di esaminare e giudicare i tre discorsi; e dalla Conclusione che contiene delle considerazioni sul ruolo della letteratura nera canadese all’interno degli studi canadesi contemporanei e postcoloniali.
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Migliorini, Anna <1985&gt. "Sulla filosofia della storia in Walter Benjamin: l'eterno ritorno nel confronto con Nietzsche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5896.

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Abstract:
Il ruolo dell'eterno ritorno nella filosofia della storia di Benjamin é quello di strumento per la critica della società moderno-contemporanea e soprattutto della fede di quest'ultima nel progresso. La visione dell'eterno ritorno coinvolge in Benjamin l'analisi dello stesso concetto presso altri autori, tra i quali Nietzsche, nei confronti dei quali Benjamin è critico. Ma Benjamin non coglie che una parte del significato e delle implicazioni dell'eterno ritorno che, al di là delle sue stesse dichiarazioni, potrebbero rivelarsi utili per la sua visione della storia materialista e antilineare e per l'emancipazione verso cui tende la sua visione, e la sua speranza, rispetto alla storia.
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Greco, Matteo. "Dall'io al noi (andata e ritorno) : il focus group : per una semiotica del gruppo." Limoges, 2012. http://www.theses.fr/2012LIMO2013.

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Abstract:
A la base de l'étude sémiotique du focus group, défini comme étant la pratique d'une interaction groupale, on peut identifier deux exigences théoriques distinctes, mais étroitement liées entre elles : d'une part, l'exigence de décrire et d'optimiser une pratique de recherche sociale spécifique, et d'autre part, celle d'aborder sémiotiquement un phénomène, la groupalité, qui détermine largement la vie relationnelle de l'individu. Par conséquent, on peut dire que le focus group est à la fois l'objet théorique spécifique de cette étude et le point de départ d'une réflexion sur un sujet plus vaste, soit celui des formes de la gestion du sens à l'intérieur d'un groupe. La première partie de la recherche est consacrée à l'élaboration méthodologique, tandis que la seconde partie comprend le travail de description théorique de l'objet de l'enquête. Plus précisément, en ce qui concerne la deuxième partie de la recherche, une analyse contrastive de deux focus groups est menée, afin de poser les bases pour identifier les traits distinctifs de l'objet d'étude ; le principal résultat théorique de la recherche est, en ce sens la description des processus communicatifs et relationnels au sein du focus group et la proposition d'une méthode d'analyse structurale des données produites. Enfin, à partir des considérations effectuées de façon analytique, on procède à la formulation d'une proposition interprétative relative à la description des processus groupaux en général
The dissertation investigates the focus group, a form of qualitative research widely used in social and market research. Focus groups are studied as conversational practices - rather than as analysis methods - during which different social actors are called to identify efficiency forms while handling the action course. The most relevant forms of focus groups developments are descibed through the "semiotics of practices" approach, with regards both to relationships and to communication. In this perspective, the theoretic output of the research is the creation of a methodology for the analysis of focus groups which takes into account not only "what" participants say, but also the way they argue and relate to each other from time to time. In the second section, this dissertation proposes a theoretical generalization : starting from the considerations exemplified with regards to focus groups, a general description of a "semiotics of the group" and of its consituent processes is provided
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Maxson, Brian Jeffrey. "Book Review of Il ritorno dei Classici nell’Umanesimo: Studi in memoria di Gianvito Resta." Digital Commons @ East Tennessee State University, 2017. https://doi.org/10.1086/693188.

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Abstract:
Il ritorno dei Classici nell’Umanesimo: Studi in memoria di Gianvito Resta. Gabriella Albanese, Claudio Ciociola, Mariarosa Cortesi, and Claudia Villa, eds. With Paolo Pontari. Florence: SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2015. xxxii + 700 pp. €75.
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Rizzello, Donato Salvatore <1988&gt. "RITORNO AL FUTURO. Determinanti e implicazioni del neo-patriottismo cinese nelle relazioni sino-giapponesi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5526.

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Abstract:
Anti-Japanese protests in China have become more frequent over the last ten years. Since 2005, when violent demonstrations arouse in China in order to oppose Japan’s bid for a permanent seat on the UN Security Council, several analysts have started warning about the nature of Chinese patriotism and its impact on the future of Sino-Japanese relations. By focusing on anti-Japanese protests that took place in mainland China in 2005, 2010 and 2012, this study contends that even though the nature of Chinese patriotism seems to be assertive, it is defensive and reactive in essence. Furthermore, it maintains that the anti-Japanese nationalism can have a critical impact on bilateral economic relations as well. In the first part, the evolution of Chinese nationalism since the beginning of the XXth century is examined, by taking into account the most relevant events that affected the progress of patriotism in China. For instance, what several episodes in Chinese history -such as the Boxer Revolution, the Maoist era and the Patriotic Education Campaign in the mid ‘90s - prove is the dependent, reactive nature of Chinese patriotism. Indeed, since the fall of the Sinocentric system Chinese identity has been engaged in a process of identity crisis; as a consequence, the meaning of Chinese identity has been depending on the existence of an “external agent/enemy” as a reference in order to understand what “Chinese identity” is or is not. The second section does focus on the anti-Japanese essence of Chinese patriotism. By paying attention to patriotic Museums, Anti-Japan war online games and patriotic tv dramas, it is investigated how the anti-Japanese sentiment shapes daily lives of many Chinese people. Furthermore, after having analysed the unpopular perception of Japanese government among several Chinese people, the attention of the study revolves around the most critical protests in Mainland China that took place against the Japanese establishment over the last ten years. As a result, the grave anti-Japanese demonstrations that spread to several Chinese cities in 2005, 2010 and most recently in 2012 do reveal both the assertiveness and the defensive, reactive nature of Chinese nationalism due to the “pride-humiliation” syndrome. Moreover, the instrumental essence of the CCP nationalism when facing Japan is explored as well. Finally, the third part is dedicated to the assessment of the effects of anti-Japanese protests on bilateral economic relations. First, the so-called “hot economics- cold politics” framework is briefly analysed, pointing out the separation of economy and politics in Sino-Japanese relations during the Cold War, which was the main responsible for the steady growth in mutual economic relations. Second, by focusing on post-Cold War anti-Japanese protests and diplomatic confrontations between Beijing and Tokyo, the economic effects of such demonstrations are assessed. As a consequence, it is argued that the growing anti-Japanese sentiment at the core of Chinese identity, both at the social and political level, is likely to affect not only diplomatic cooperation between Beijing and Tokyo but also bilateral economic ties, thus resulting in an attempt to the maintenance of “hot economics- cold politics” framework in the next future. To sum up, the study addresses the anti-Japanese nature of Chinese identity, which is apparently assertive but defensive, reactive in essence. Moreover, it points out the effects of anti-Japanese protests in China over the last ten years both in the political and economic realms of Sino-Japanese relations, thus emphasising the role identity and ideational factors play in international relations. As globalization interconnects economically, it is central to develop a complex understanding of the multifaceted nexus between economics, politics and identity.
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DELPINO, GAIA. "Le regioni del ritorno. Il Ghana e gli afroamericani tra progetti, immaginario e realtà." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/29915.

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Abstract:
A partire dagli anni Novanta del Novecento, il Ghana è divenuto meta del cosiddetto turismo delle origini: viaggi compiuti da afroamericani che intendono visitare quel paese dell’Africa occidentale, coinvolto un tempo nei commerci schiavistici atlantici, o trasferirvisi. Questi viaggi sono percepiti come dei ritorni alla terra ancestrale da coloro che li compiono: per lo più membri della classe media nera nordamericana e caraibica che identificano nel Ghana contemporaneo la terra dei propri avi. Protagonisti dei ritorni sono anche i ghanesi: in questa ricerca i movimenti di ritorno sono stati analizzati proprio da prospettive ghanesi, esaminando i diversi aspetti e piani della programmazione governativa, degli immaginari locali ed infine di un recente caso concreto di ritorno. L’analisi di questi tre livelli ha mostrato la varietà delle percezioni che in Ghana si hanno sui ritorni e su coloro che dovrebbero tornare, ha fatto emergere le retoriche che sono dietro a questi movimenti e ha messo in luce le divergenze rispetto ai desideri e agli intenti dei ritornanti. La ricerca ha posto in evidenza inoltre il differente modo che i vari protagonisti hanno di intendere i ritorni e il loro diverso rapporto con la storia della tratta atlantica. I tre livelli analizzati sono collegati tra loro. Per la comprensione di questi movimenti nel presente lavoro si è ritenuto necessario individuarne e sottolinearne la connettività e la spazialità. Dalla ricerca è emerso infatti che i ritorni sono il frutto di connessioni, sono prodotti storici e politici legati a contingenze e a interessi specifici. In gioco sono, ad esempio, da un lato le strategie dei governi succedutisi nell’ultimo ventennio alla guida del Ghana e le varie iniziative da essi promosse per coinvolgere i discendenti della tratta atlantica; dall’altro le ideologie afrocentriche di gruppi di afroamericani da tempo attivi tra le due sponde dell’Atlantico. Vi sono poi l’emergere in Nord America di una classe media nera interessata alle proprie origini e i progetti infine di organismi internazionali. Dietro al fenomeno dei ritorni si è dunque rivelata esistere una complessa trama di legami tra località, attivisti e istituzioni (tradizionali, governative e sovranazionali) coinvolti tutti, oggi e in passato, nei movimenti di ritorno. Questa serie di legami e contatti con il loro intrecciarsi genera delle reti che da secoli uniscono variamente diversi luoghi dell’Africa occidentale alle Americhe delineando quelle che nella tesi sono state definite le regioni del ritorno: particolari e dinamici spazi sociali fatti di memorie e di relazioni createsi attorno ai passati commerci negrieri e agli storici rapporti che l’Africa occidentale ha con la diaspora afroamericana.
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Bartolai, Marco. "Ritorno allo sport dopo lesione del legamento collaterale mediale in uno sciatore agonista: case report." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Introduzione: la lesione del legamento collaterale mediale è la più frequente lesione legamentosa del ginocchio. È causata da uno stress in valgo e rotazione tibiale esterna ed è uno degli infortuni che si verificano con maggior frequenza nello sci alpino. In questo case report, si descrive un trattamento conservativo suddiviso in 5 fasi. Il Test isocinetico e il Movement Analysis Test vengono proposti come misure di outcome e come criterio per il return to sport in sicurezza. Presentazione del caso: un ragazzo con lesione di 2° grado del LCM subita durante una gara sciistica ha svolto 5 sedute settimanali della durata di circa tre ore per 8 settimane. La suddivisione in 5 fasi comprende: fase 1 - controllo dolore e flogosi, 2 - recupero articolarità, 3 - recupero forza e resistenza, 4 - recupero coordinazione, equilibrio e prevenzione del re-infortunio, 5 - recupero delle gestualità sport-specifica. Al termine della fase 3 è stato eseguito il Test isocinetico per verificare lo stato della forza dell’arto inferiore. Nella 4° fase è stato affrontato un training neuromotorio allo scopo di ridurre i fattori di rischio biomeccanici. Il test MAT ha valutato la qualità del movimento ed è stato eseguito all’inizio e al termine della fase 4. Entrambi i test sono stati ripetuti dopo 6 mesi per verificare la ritenzione a lungo termine. Inoltre, sono state somministrate scale per la valutazione della funzionalità del ginocchio e della kinesiofobia. Conclusioni: l’intervento riabilitativo proposto si è dimostrato valido. Il Test isocinetico ha mostrato il recupero della forza massima e della resistenza dell’arto infortunato. Il MAT ha invece accertato i miglioramenti nella qualità del movimento. Tali test funzionali si sono rivelati strumenti valutativi idonei. Il paziente è tornato alla pratica sportiva in sicurezza e non ha subito infortuni al ginocchio nei mesi seguenti. Il follow-up eseguito a distanza di 6 mesi ha certificato l’efficacia dell’intervento a lungo termine.
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Serra, David Jonathan <1984&gt. "L'Eldorado e il mito dell'eterno ritorno. Eziologia della guerra e prospettive di pace in Colombia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8214/1/Serra_David_Jonathan_Tesi.pdf.

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Abstract:
In una congiuntura marcata dalla recente firma dell’accordo di pace dell’Avana tra il governo colombiano e il gruppo guerrigliero delle FARC-EP, questa ricerca intenta ricostruire un’eziologia del più longevo conflitto del continente americano. Una guerra estremamente complessa, quotidianamente alimentata da una ramificata economia di morte transnazionale, che negli ultimi cinque decenni ha prodotto oltre sette milioni di vittime. In questa ricerca si è deciso di adoperare un approccio metodologico multidisciplinare, in grado di coniugare la riflessione filosofica con la ricostruzione storica ed etnografica. Nella prima parte dell’opera verrà proposta un’ermeneutica di alcuni elementi di origine coloniale e repubblicana, la cui continuità ha avuto un ruolo determinante nel sorgere del contemporaneo conflitto armato. Dall’analisi traspare come la guerra colombiana affondi le proprie radici in un continuum della violenza, tradizionalmente veicolato da un particolare immaginario predatorio che, a partire dal mito dell’Eldorado, ciclicamente riemerge lungo la storia di questo paese. Nella seconda parte dell’opera alla riflessione storica e filosofica verranno affiancati i risultati di oltre quattro anni di ricerche di campo, realizzate principalmente tra il bacino amazzonico, la costa atlantica e le regioni meridionali del Pacifico colombiano. Dal contesto etnografico affiora una complessa fenomenologia del conflitto, all’interno della quale le esperienze di vita dei carnefici si intrecciano con le sofferenze delle vittime e con la violenza simbolica che caratterizza la quotidianità dei grandi centri urbani. Dall’analisi storica e antropologica emerge come dalle ceneri del retaggio coloniale sia sorta anche una particolare narcoestetica, che continua a riprodurre orizzontalmente una violenza che si estende lungo lo spazio della subalternità. In questo panorama si inserisce la riflessione attorno al processo di costruzione della pace che sta attualmente sperimentando la Colombia, evidenziando come per porre fine alla guerra sarà necessario intervenire concretamente sulle cause strutturali che storicamente hanno veicolato la violenza nel paese.
With the rise of the armed conflict in the twentieth century, Colombia began a tragic and devastating stage in its history with a huge cost in human, material, institutional and moral terms. The protracted armed conflict has ruptured Colombia’s social fabric, breaking up families and communities, weakening cultural ties, and leaving a deep scar in the collective memory of the country. This research is focused on finding the structural causes that allowed the Colombian armed conflict to develop and that still represent an obstacle to the construction of a true territorial peace. The Colombian conflict is a complex phenomenon traversing the whole modern history of the country and its analysis involves a wide range of academic disciplines. One of the aims of this research is to highlight the role played by Colombia’s colonial legacy in the rise and development of the country’s armed conflict. In particular the project will focus on symbolic colonial processes such as the dehumanizing and degradation of indigenous peoples. This research will place this methodological perspective in a dialectical relation with the results of qualitative research field from the Colombian departments of Magdalena, Guaviare, Vaupes, Nariño, Putumayo, Cauca, Arauca, and the suburbs of Bogota. The field research will shed light on the nature of daily life in Colombia’s war zones and will underline the need for the country’s most vulnerable groups to be involved in the national reconciliation process.
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LONGO, Michela. "Realizzazione di una pressa “intelligente” per il controllo del ritorno elastico nel processo di piegatura." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28958.

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Abstract:
The hydraulic press brake for sheet metal bending has been designed for laboratory research and not for production aims; in particular, to perform accurate measurements of force during the operation of bending and then to validate and possibly to optimize the semi-empirical procedure created to solve the problem of springback. To understand the reasons for the design and implementation of a press brake is necessary to recall the problems that occur during the bending process. In particular, the springback phenomenon is seen in a negative way and one should try to reduce it as much as possible. This explains the use of the term " intelligent press brake" because it is necessary to create a system capable of acquiring all the information on the material being processed at an early stage of the process. The relevant data are then used as input to a prediction algorithm on the displacement to be imposed to the punch. The method used is semi-empirical method. The information relating to the properties of the material being processed is collected. Through the information of the material and the FEM simulations pre-loaded in the software of the press, the algorithm provides the value of the stroke of the punch needed to obtain the desired bending angle (considering also the elastic recovery). In the algorithm, the both linear and second degree interpolations are used. In the model, only the properties of the material have been included while it was not considered the effect of geometrical parameters, as the thickness sheet and the geometry of the tool (punch radius and die). The output parameters are the angle of springback and the properties of the material. The objective is therefore to improve the evaluation of the stroke of the punch considering the properties of the material through the direct measurement of load and
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D'Ambrosi, Eva <1993&gt. "Reshoring: quando ciò che è perduto ritorna. Le aziende rientrano entro i propri confini effimeri." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11828.

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Abstract:
L’argomento principale della mia tesi riguarda il recente fenomeno del reshoring, ovvero la prassi secondo cui le aziende, che avevano precedentemente delocalizzato, riportano tutto o una parte del loro business entro i confini del loro paese d’origine. L’elaborato sarà articolato in cinque capitoli. Il primo capitolo tratterà il fenomeno contrario, cioè l’offshoring. Il secondo capitolo definirà i caratteri oggettivi del reshoring; mentre nel terzo si analizzerà il reshoring in Italia, proponendo anche la testimonianza di un imprenditore italiano a riguardo. Dopodiché si confronterà, nel capitolo quarto, la portata del fenomeno del rientro in Italia con quello negli Stati Uniti d’America. Infine l’ultima parte sarà dedicata alle conclusioni, nelle quali ci si interrogherà su quale sia la pratica ideale che le aziende moderne dovrebbero oggi attuare per avere successo in una panoramica che le pone dinanzi ad alternative di offshoring, near reshoring e back reshoring. Il tutto sarà inquadrato in un’ottica più geo-economica che aziendalistica.
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Girotto, Alice <1987&gt. "Forme di rappresentazione del potere in Angola : viaggio dalla letteratura alle arti visive (e ritorno)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15028.

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Abstract:
La lettura comparata di opere letterarie e artistiche proposta nella mia tesi ha lo scopo di rilevare preoccupazioni e tendenze comuni nella produzione culturale angolana contemporanea, intendendo per “contemporaneo” colui che percepisce le tenebre del suo tempo come un qualcosa che lo circonda e che lo interroga (Agamben). L’approccio interartes è particolarmente adeguato trattandosi di uno studio di tipo tematico, incentrato sulla rappresentazione del potere che, dopo la fine della guerra civile in Angola (2002), è stato al centro di numerose realizzazioni di scrittori e artisti. Alla definizione dei fondamenti teorici della ricerca e della metodologia usata per esaminare il corpus selezionato (opere letterarie in prosa – romanzi e racconti – e opere delle arti visive – pittura, scultura, fotografia, video e installazioni), seguono tre percorsi di analisi, secondo diverse “complicità narrative” che uniscono le opere. Il primo continua un precedente lavoro sulla città di Luanda in letteratura e si concentra sulle relazioni fra potere e spazialità, tentando una nuova lettura di un tema ormai classico attraverso la ridefinizione delle frontiere tradizionali e l’analisi delle interpretazioni distopiche della contemporaneità. Nel secondo percorso si evidenzia come le varie tecniche di rappresentazione abbiano realizzato la personificazione del potere mettendo in risalto un unico personaggio (“tipo” o icona politica) e ricorrendo a uno stesso stile ironico. Infine, articolando il concetto di utopia, nel terzo percorso si prendono in considerazione opere che propongono visioni di altri mondi possibili, in cui il potere si manifesta in modo alternativo rispetto ai due nuclei tematici precedenti.
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Cavatorta, Giovanna. "Discorsi e pratiche sul ritorno dall'Italia al Senegal. Per un'antropologia del fallimento all'epoca del transnazionalismo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423846.

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Abstract:
This thesis deals with the return migration to Senegal experienced by Senegalese women and men that have previously emigrated to Italy. The fieldwork has been carried out in three sites (Padova in Italy, Pikine and Touba in Senegal) from August 2010, when the first explorative fieldwork has been done in Senegal, to July 2013, when the semi-structured interviews with Senegalese women living in Padova have been concluded. The main interlocutors in this research have been 35 persons (7 women and 28 men) that have returned in Senegal at least since a year. Migration and life paths have been collected and the social interactions in the household and in the neighbourhoods have been observed as well. In Padova the ethnography has been focused on a public place where men exercise street selling. Multi-sited fieldwork (Marcus 1999, Friedman 2007) has been chosen in order to consider migration as a total social fact (Mauss, 1923) that encompass a complexe social field (Pompeo 2009); according to Sayad (1999) and Amselle (1976) in order to avoid a reductive, ethnocentric and nationalist approach to migration both social contexts of departure and arrive should be analysed, thinking simultaneously at the dimension of emigration ad immigration. Moreover adopting a global systemic perspective (Friedman, 2004). We've used a dynamist approach (Balandier, 1961) to the return by considering it a "revelatory" issue of the processes of social exclusion and inclusion that are at stake in Senegal and in Italy: the object of the thesis has thus been thought as the "impossibility" of returning. The research has a initial explorative aim which is grasping the conditions in which the "definitive" return to Senegal is thought, planned, realised, presented as necessary, compelled or is impracticable. That means understanding the cultural significations that are attributed to the return, the production of meanings that encompass it, the rhetoric and discursive regimes in which migrants negotiate the return with their networks of belonging. We've stated that there are thresholds of tolerability and legitimacy that define in socio-cultural terms what is an attractive and bearable return. These thresholds produce also gendered and age-based re-significations of each singular migration project. Firstly, we've assumed that focusing on the return we could look in a different perspective what is called a "transnational" migration, precisely by problematizing the category of transnationalism by considering the stratifications into the field of mobility between Senegal and Italy. Definitive return can be thought as the most prestigious achievement and the accomplishment of one migration path, but it can also be perceived as the failure of this migration. Namely the failing in coping with constraints in the everyday life produced by nation-states, by global relations of power and shifting in hegemonic centres of accumulation (Friedman&Friedman, 2013), by gendered and generational relationships of power into the transnational social field (Glick Schiller et al.). Secondly, the return is a process of re-insertion of the migrant in his social context of origin: we've supposed that return is a liminal moment, in which the migrant is made alterity by his meaningful others (inside and outside the household) with which he/she has to re-negotiate his/her belonging in. Precisely because of the "crisis of the presence" (De Martino, 1977) that the return implies we've thought that this could be a standing point through which looking at the socio-cultural and gendered construction of prestige acquired in the migration to Europe. That is what is defined, in different terms, the success or the failing of a migratory project but which is the very matter of a process of subjectivation questioning the hegemonic forms of masculinity and femininity and the hegemonic forms through which social belonging is conditioned to dependency (Cutolo, 2012). Finally, a particular attention has been placed to the shifting gendered reciprocal positionalities that informed the fieldwork experice (Fusaschi, 2013).
Questa tesi si focalizza sulle "migrazioni di ritorno" che hanno visto come protagonisti uomini e donne senegalesi che hanno avuto un periodo di emigrazione in Italia. La ricerca di terreno si è dipanata in tre contesti locali (Padova in Italia, Pikine e Touba in Senegal) da agosto 2010, data del primo terreno esplorativo in Senegal, a luglio 2013, mese in cui si sono svolte le ultime interviste semi-strutturate a Padova. Gli interlocutori e le interlocutrici principali che hanno partecipato a questa ricerca sono state 35 persone (28 uomini e 7 donne) che sono ritornate da più di un anno a vivere in Senegal. Ne sono stati ricostruiti i percorsi migratori e più in generale di vita, osservando anche le interazioni sociali intessute da queste persone nei quartieri di residenza e all'interno delle household. A Padova l'etnografia si è invece principalmente incentrata su uno spazio pubblico della città in cui gli uomini esercitano l'ambulantato. La scelta di un terreno multi-situato (Marcus 1999, Friedman 2007) si iscrive nella necessità di considerare la migrazione come fatto sociale totale (Mauss, 1923) che abbraccia un campo sociale complesso (Pompeo, 2009): Sayad (1999) ma prima ancora Amselle (1976) avevano infatti postulato la necessità di comprendere i due contesti locali di partenza e arrivo onde evitare un approccio riduttivo, etnocentrico e statalizzato, pensando quindi insieme la dimensione di emigrazione e immigrazione senza perderne le rispettive specificità. Si è scelto di adottare un approccio dinamista al ritorno (Balandier, 1961), intendendolo quindi come "rivelatore" delle forme di esclusione ed inclusione sociale che si danno in Senegal ed in Italia: l'oggetto della tesi è stato quindi definito come l'"impossibilità" del ritorno. La ricerca ha avuto un primo obiettivo esplorativo che è stato quello di indagare le condizioni in cui il ritorno "definitivo" al paese di origine viene pensato, programmato, realizzato, si presenta come necessario, viene ingiunto o si rivela impraticabile. Questo ha implicato comprendere le significazioni culturali che vengono attribuite al ritorno nel paese di origine, le produzioni di senso che lo avvolgono, e i registri retorici e discorsivi con cui le/i migranti negoziano con le loro reti di appartenenza tali ritorni. Si è ritenuto infatti che vi siano delle soglie di tollerabilità e legittimità che definiscono in termini socio-culturali cosa sia un ritorno auspicabile e sostenibile, comportando anche una risignificazione genderizzata del proprio progetto migratorio. In primo luogo si è ritenuto che, focalizzando lo sguardo sul ritorno, si potesse guardare da una prospettiva diversa una di quelle forme di mobilità umana contemporanee che vengono generalmente definite nella letteratura come "transnazionale" e che qui vengono ripensante alla luce della stratificazione nell'accesso al campo della mobilità Senegal-Italia. Il ritorno definitivo può costituire ed essere rappresentato come il compimento più socialmente prestigioso per chi intraprende tale esperienza di migrazione; ma può anche sancire il fallimento del/della migrante nel far fronte alle costrizioni imposte dallo stato nazione, dalla finanziarizzazione dell'economia mondiale (con conseguente crisi del contesto italiano come centro di accumulazione su scala mondiale) (Friedman&Friedman, 2013), dai rapporti gerarchi di genere e generazione che strutturano il campo sociale transnazionale (Glick Schiller et al.). In secondo luogo il ritorno è anche il processo di re-inserzione del migrante nel proprio contesto di origine: si è ipotizzato quindi che il ritorno sia momento liminare, di messa in alterità del/la migrante da parte dei suoi alter significativi (all'interno ed all'esterno dell'household) che, a seguito di tale alterizzazione, si trova a dover rinegoziare la propria appartenenza. Proprio per la "crisi della presenza" (De Martino, 1977) che il ritorno comporta si è ritenuto che questo fosse un punto di osservazione centrale per guardare la costruzione socio-culturale genderizzata del prestigio acquisito nella migrazione in Europa; quello che in altri termini viene definito riuscita/fallimento del progetto migratorio ma che è invece un processo che mette necessariamente in gioco le forme egemoniche di costruzione della mascolinità e della femminilità e, più in generale, i rapporti di appartenenza/dipendenza (Cutolo, 2012). Infine, un'attenzione particolare è stata inoltre riservata all'analisi dei mutevoli posizionamenti reciproci assunti tra la ricercatrice donna e i propri interlocutori e interlocutrici nell'esperienza di ricerca sul campo (Fusaschi, 2013).
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Francia, Riccardo <1982&gt. "La produzione e l'interazione orale ai tempi della DAD nei corsi di italiano per stranieri adulti in Italia e nel mondo. Dal minaccioso ritorno dell'insegnamento frontale allo sviluppo di nuove opportunità per il ritorno in presenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19678.

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Abstract:
Il 2020 ha rappresentato l’anno “dell’espatrio forzato” dal mondo della classe fisica a quello della classe virtuale. La cosiddetta “lezione online" che fino ad allora sembrava una risorsa limitata ad una platea ristretta di utenti diveniva improvvisamente l’unico ambiente consentito da estendere a tutti gli apprendenti. Docenti e studenti, improvvisamente soli, davanti ad uno schermo, con connessioni spesso inaffidabili. Dal confronto con colleghi impegnati in varie parti del mondo la produzione e l'interazione orale sono sembrate risultare le abilità che più di tutte hanno risentito dei limiti imposti dal nuovo scenario. Il focus della mia ricerca si basa su come docenti e studenti abbiano patito prima e risposto poi alle limitazioni imposte dal periodo. Il fine di questa ricerca è quello di tentare di evidenziare come in tempi di totale distanziamento sociale sia stato possibile “aggirare l’ostacolo” con sorprendenti controproposte didattiche. In ultimo, benché consapevoli del forte bisogno di “pesenziale” che tanto aneliamo, un dato sembra certo: con le opportune differenze divise tra caso e caso è possibile asserire che tutti noi giungeremo al post covid avendo sviluppato incredibili competenze digitali. Probabilmente, siamo diventati più attori, più registi e altrettanto probabilmente saremo più aperti a conservare buone pratiche didattiche quand’anche queste richiedessero di continuare ad integrare una parte di attività nell’ambiente virtuale. A tal proposito, l’analisi finale si concentra su quanto sia importante non perdere l’occasione di fare tesoro delle conquiste fin qui faticosamente ottenute.
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Vesentini, Marco. "Ritorno al castello: Progetto di restauro e valorizzazione del complesso fortificato di Castelnuovo del Garda, Verona." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4612/.

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Abstract:
Ad un progetto architettonico, sia che si parli di composizione che di restauro, si dovrebbe assegnare un motto il quale, insito direttamente nell'idea progettuale , abbia la capacità di dare forza al lavoro stesso sia, simultaneamente, di motivare il progettista nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. "Ritorno al castello" diviene quindi il motto più consono per il progetto (che ci si appresta a sviluppare) di recupero dell'edificio monumentale noto come "castello" di Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona. Come motto "Ritorno al castello" racchiude in se tre fondamentali chiavi di lettura: innanzitutto fa riferimento al ritorno, dopo adeguato restauro conservativo, del manufatto storico architettonico come fulcro urbanistico monumentale principale del paese. Tale significativa architettura infatti nel tempo ha mutato forma e funzione andando a perdere il suo ruolo nella vita del paese "scadendo" nel dimenticatoio degli abitanti stessi tanto da passare quasi inosservata. In secondo luogo il ritornare è riferito agli abitanti stessi che, nel voler riscoprire il loro castello attraverso la futura destinazione ad uso pubblico, saranno spinti, come antichi pellegrini a raggiungere la rocca. In ultimo nel motto vi è insita la nuova destinazione d'uso. Un tempo i castelli non rappresentavano soltanto baluardi difensivi, dimore del Signore e della sua corte ma al contempo erano luoghi dove venivano coltivate arte, musica e poesia, ospitando talvolta i grandi illuminati dell'epoca. In un certo qual modo i castelli potevano definirsi roccaforti della cultura e del sapere ed il "ritono" sta appunto nel portare il castello di Castelnuovo a diventare un edificio pubblico per la cultura.
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Fortunato, Agata Maria Rosaria <1984&gt. "Italia-Argentina:un viaggio di ritorno?Un'analisi dei flussi migratori degli italo-argentini in Italia(1990-2013)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4329.

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Abstract:
This paper deals with the subject of migration. It is made up of three chapters: in the first chapter special attention is given to the Italian emigration, the peculiarities of the regions, the different destinations and, above all, the Italian emigration to Argentina, emphasizing the Argentinean laws to encourage immigration; the second chapter analyzes the Argentinean economic-political situation from 1983 until today; finally, the third chapter concerns with the immigration of re-entry of Italians’ descendants from Argentina to Italy, particularly to the Veneto region.
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Diral, Marco <1988&gt. "IL BUSINESS DELL'ESPRESSO ITALIANO E LE AZIENDE DI TORREFAZIONE, UN'ANALISI ECONOMICA PER IL RITORNO ALLA COMPETITIVITA'." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7560.

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Abstract:
Il caffè espresso è simbolo, in tutto il mondo, della cultura italiana, ma nonostante questo, noi per primi, abbiamo perso il legame con la qualità che una volta ci contraddistingueva, comportando un’inevitabile perdita di competitività da parte delle aziende di torrefazione nazionali. L’elaborato si propone quindi di analizzare il mercato del caffè italiano dal punto di vista della domanda e di valutare la posizione competitiva delle torrefazioni in modo da poter avere un ritorno alla competitività delle stesse. Si esaminerà quindi l’evoluzione delle varie waves (ondate), dagli albori del caffè fino ai giorni nostri, ipotizzando un’eventuale fourth wave futura, per poi passare ad un’analisi più mirata dei vari mercati collegati al mondo delle torrefazioni e del caffè espresso (Ho.Re.Ca., Retail, Vending e Serving). Nell’ultima parte invece si studierà in modo più approfondito il contesto nazionale (sia dal punto di vista della domanda interna che dal punto di vista delle torrefazioni) per poter poi giungere in conclusione ad eventuali ipotesi di “vie” per il recupero della competitività.
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Bertoncello, Elisa <1993&gt. "Il ritorno del conflitto tragico: figure antiche e drammi moderni nella produzione di Sartre e Camus." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15712.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi riguarda la riscoperta del conflitto tragico nella filosofia e nelle opere di Jean-Paul Sartre e Albert Camus. Sartre ammira la tragedia per la sua capacità di condensare un’idea complessa: «une violence sauvage et sans frein devait s'y exprimer avec une rigueur toute classique »; anche Camus concorda con questa opinione e annota che «la tragédie est une fleur rarissime», quindi nella nostra epoca le possibilità di una rifioritura sono esigue. Affrontare il tragico significa necessariamente iniziare con un lavoro di ricomposizione di ciò che entrambi gli autori ritengono appartenere alla tragedia greca e al mito antico. In virtù di questi principi, si indagherà in che modo l’antico venga rimodellato, rispettosamente, sulla base delle loro filosofie. I due autori tracceranno un percorso comune, riscoprendo il principio della tragicità come segnato da una duplicità conflittuale e manifestante – immancabilmente – un volto oppositivo. Le tematiche affrontate nel corso del lavoro saranno ricostruite sulla base delle situazioni e dei dilemmi presentati da alcuni personaggi, propri dell’immaginario mitico-tragico greco, verso il quale si potrà costituire un volto tragico, di gusto moderno, profondamente coinvolto nella filosofia dei due autori in questione.
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De, Ligio Giulio <1982&gt. "Il ritorno del politico e delle sue ombre. Un "momento" dello spirito europeo nel recente dibattito francese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3125/1/Deligio_Giulio_tesi.pdf.

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De, Ligio Giulio <1982&gt. "Il ritorno del politico e delle sue ombre. Un "momento" dello spirito europeo nel recente dibattito francese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3125/.

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Trovato, Cristian. "Un nuovo modello computazionale di fibra di Purkinje umana: dal modello medio alla popolazione di modelli e ritorno." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11225/.

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Abstract:
Il lavoro presentato in questa tesi è stato svolto presso il Department of Computer Science, University of Oxford, durante il mio periodo all’estero nel Computational Biology Group. Scopo del presente lavoro è stato lo sviluppo di un modello matematico del potenziale d’azione per cellule umane cardiache di Purkinje. Tali cellule appartengono al sistema di conduzione elettrico del cuore, e sono considerate molto importanti nella genesi di aritmie. Il modello, elaborato in linguaggio Matlab, è stato progettato utilizzando la tecnica delle Popolazione di Modelli, un innovativo approccio alla modellazione cellulare sviluppato recentemente proprio dal Computational Biology Group. Tale modello è stato sviluppato in 3 fasi: • Inizialmente è stato sviluppato un nuovo modello matematico di cellula umana del Purkinje cardiaco, tenendo in considerazione i modelli precedenti disponibili in letteratura e le più recenti pubblicazioni in merito alle caratteristiche elettrofisiologiche proprie della cellula cardiaca umana di Purkinje. Tale modello è stato costruito a partire dall’attuale gold standard della modellazione cardiaca ventricolare umana, il modello pubblicato da T. O’Hara e Y. Rudy nel 2011, modificandone sia le specifiche correnti ioniche che la struttura interna cellulare. • Il modello così progettato è stato, poi, utilizzato come “modello di base” per la costruzione di una popolazione di 3000 modelli, tramite la variazione di alcuni parametri del modello all’interno di uno specifico range. La popolazione così generata è stata calibrata sui dati sperimentali di cellule umane del Purkinje. A valle del processo di calibrazione si è ottenuta una popolazione di 76 modelli. • A partire dalla popolazione rimanente, è stato ricavato un nuovo modello ai valori medi, che riproduce le principali caratteristiche del potenziale d’azione di una cellula di Purkinje cardiaca umana, e che rappresenta il dataset sperimentale utilizzato nel processo di calibrazione.
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Cusan, Alice <1992&gt. "Rimpatrio ed identità: il ritorno di resti umani indigeni dall'Università di Edimburgo attraverso la vicenda di Tommy Walker." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14705.

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Abstract:
Il rimpatrio di resti umani ed oggetti sacri è un argomento che apre un ampio spazio di dibattito, che da circa quarant’anni vede la contrapposizione e la collaborazione di vari attori sociali. Si tratta di rappresentati di comunità indigene di tutto il mondo che richiedono la restituzione di resti umani od oggetti sacri a musei o privati, che vantano nelle loro collezioni tali materiali. Il processo di rimpatrio ha portato sia la creazione di leggi specifiche in ciascun stato, la formazione di associazioni che si occupano di agevolare ed aiutare la riuscita del rimpatrio; sia la creazione di un grande corpus di letteratura, prodotta da studiosi che sono stati coinvolti in prima persona nei vari casi di rimpatrio. Non solo, ma il tema ha destato interesse anche nei media, i quali si rivelano talvolta importanti per una creazione e diffusione dell’opinione pubblica. Partendo dalla contestualizzazione del fenomeno e dalla selezione della letteratura specifica, l’elaborato presenterà un caso di studio, che ha per oggetto la ricostruzione della vicenda e delle fasi del processo di rimpatrio dei resti umani di un eminente uomo parte della comunità aborigena Ngarrindjeri (Australia del Sud). In questo modo, sarà possibile mettere in evidenza i vari ruoli degli attori sociali che hanno preso parte alla restituzione e far emergere alcuni temi collegati (come identità, rappresentazione, titolo nativo, tattiche performative) che verranno poi trattati nel capitolo di discussione.
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Labanti, Riccardo. "Il ritorno del fiume smarrito - rifacimento del percorso pedonale e riqualificazione dell'area antecedente al ponte sul Reno a Casalecchio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
L’elaborato presenta il singolare caso di riqualificazione del ponte storico sul Fiume Reno nel territorio dell’omonima città di Casalecchio di Reno in provincia di Bologna. Il ponte, di origine medievale, è stato modificato numerose volte nel corso della sua esistenza, siano stati essi interventi positivi o negativi, andando via via modificandosi nel corso dei secoli. Questo progetto di tesi vede appunto protagonista l’ultimo intervento di riabilitazione del percorso pedonale sul lato definito “a monte” del ponte e che così va a completare il precedente progetto di viabilità pedonale su entrambi i versanti affrontato per la prima volta nel 2004. Poiché l’attività progettuale legata alla nuova "pedonalità" del ponte si è svolta nel corso di un tirocinio curricolare volto alla stesura di questo elaborato finale ma non sufficiente allo scopo, si integra un ulteriore progetto di riqualificazione legato alla Piazza della Repubblica. Quest’area, che confina con il versante “a monte” protagonista dell’intervento pedonale principale, risulterebbe alla fine dei lavori sul ponte l’unica zona non valorizzata.
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Popovic, Branko <1971&gt. "Dal teatro alla performance e ritorno. La svolta performativa nel teatro contemporaneo e la svolta teatrale nella performance art." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4920/1/popovic_branko_tesi_finale.pdf.

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Abstract:
Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) – e cioè il rapporto fra i concetti di “teatralità” e di “performatività”. L’attenzione è posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialità e che mettono in questione lo status stesso dell’opera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cioè spettacolare. Vengono esaminate – prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art – le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jérôme Bel e Marina Abramović. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non è soltanto la problematica del rapporto fra teatralità e performatività ma soprattutto l’aspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralità e di performatività. La tesi esamina l’evoluzione della comprensione di quel rapporto all’interno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione più riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma – che potrebbe essere definita tout court “performance” – e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista?
The thematic axis of the thesis and its conceptual crux is complex, paradoxical and often disputed relationship between the theater and the performance (art) - namely, the relationship between the concepts of "theatricality" and "performativity". The focus is on those currents in contemporary performing arts which tend to dissolve the conventional notions of artistic genre, discipline, technique and authorship, and which question the status of the performance work (the show) as an exclusively aesthetic, that is to say spectacular, product. Taking respectively from the field of theater, dance and performance art the thesis examines the practices of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, Jérôme Bel and Marina Abramović. What links these very different practices is not only the problem of the interplay between theatricality and performativity reflected in their work but especially the particularly radical (and paradoxical) aspect of their twofold effort, which consists of pushing the respective discipline beyond all accepted boundaries and at the same time the effort to re-define it’s foundational codes and ontological status which distinguish it from other performative disciplines. Various theories of performance are also examined, with particular attention to those contributions that highlight (and question) the delicate relationship between theater and performance (art) through (re) conceptualization and comparison of the terms of theatricality and performativity. The thesis follows the evolution of understanding of that relationship within both theoretical-historical and artistic fields. While both fields initially reflect the tendency to perceive the given relationship in terms of opposition and even exclusion, in time they arrive to a more reconciling and complementary vision. Can we consider the radical practices here examined to form a new performative genre - which could be defined as "performance" tout court - one that has definitely overcome the modernist theater project?
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Popovic, Branko <1971&gt. "Dal teatro alla performance e ritorno. La svolta performativa nel teatro contemporaneo e la svolta teatrale nella performance art." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4920/.

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Abstract:
Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) – e cioè il rapporto fra i concetti di “teatralità” e di “performatività”. L’attenzione è posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialità e che mettono in questione lo status stesso dell’opera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cioè spettacolare. Vengono esaminate – prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art – le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jérôme Bel e Marina Abramović. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non è soltanto la problematica del rapporto fra teatralità e performatività ma soprattutto l’aspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralità e di performatività. La tesi esamina l’evoluzione della comprensione di quel rapporto all’interno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione più riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma – che potrebbe essere definita tout court “performance” – e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista?
The thematic axis of the thesis and its conceptual crux is complex, paradoxical and often disputed relationship between the theater and the performance (art) - namely, the relationship between the concepts of "theatricality" and "performativity". The focus is on those currents in contemporary performing arts which tend to dissolve the conventional notions of artistic genre, discipline, technique and authorship, and which question the status of the performance work (the show) as an exclusively aesthetic, that is to say spectacular, product. Taking respectively from the field of theater, dance and performance art the thesis examines the practices of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, Jérôme Bel and Marina Abramović. What links these very different practices is not only the problem of the interplay between theatricality and performativity reflected in their work but especially the particularly radical (and paradoxical) aspect of their twofold effort, which consists of pushing the respective discipline beyond all accepted boundaries and at the same time the effort to re-define it’s foundational codes and ontological status which distinguish it from other performative disciplines. Various theories of performance are also examined, with particular attention to those contributions that highlight (and question) the delicate relationship between theater and performance (art) through (re) conceptualization and comparison of the terms of theatricality and performativity. The thesis follows the evolution of understanding of that relationship within both theoretical-historical and artistic fields. While both fields initially reflect the tendency to perceive the given relationship in terms of opposition and even exclusion, in time they arrive to a more reconciling and complementary vision. Can we consider the radical practices here examined to form a new performative genre - which could be defined as "performance" tout court - one that has definitely overcome the modernist theater project?
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Montarolo, Salvatore <1992&gt. "Ritorno all'Origine del Tao e della Potenza. Traduzione annotata del commentario al Daodejing di Li Daochun (fl. 1288-1306)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8777.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi consiste principalmente nella traduzione del commentario al Daodejing, fondamentale classico taoista, redatto da Li Daochun (fl. 1288-1306), maestro della scuola meridionale d'alchimia interiore. Là dove si è dimostrato necessario, sono state aggiunte note esplicative per chiarire passaggi particolarmente oscuri, o per evidenziare l'uso della terminologia buddhista e confuciana di cui il commentatore si serve abbondantemente. Infine, è stata proposta una personale traduzione del Daodejing, tenendo conto delle maggiori traduzioni e interpretazioni già esistenti.
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Baruffato, Alberto <1990&gt. "La restituzione e il ritorno dei beni culturali oggetto di furto o illecita esportazione: novità nel rapporto tra i diversi ordinamenti?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8521.

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Abstract:
L'elaborato mira ad analizzare i principali strumenti, a livello internazionale e comunitario, per la restituzione dei beni culturali illecitamente trasferiti o rubati dal territorio di uno Stato contraente una delle Convenzioni internazionali o facente parte l'Unione Europea. Il primo capitolo presenta le Fonti vincolanti - e non -, il secondo analizza nello specifico gli strumenti di restituzione vigenti e il terzo capitolo analizza un caso specifico di restituzione.
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Mazza, Elisabetta. "L'influenza dei fattori psicologici nella prognosi del ritorno allo sport dei soggetti sportivi operati di R-LCA: una revisione sistematica della letteratura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24591/.

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Abstract:
Background: la lesione del legamento crociato anteriore (LCA) è uno degli infortuni al ginocchio più frequenti nella popolazione sportiva. Nonostante la ricostruzione chirurgica del legamento e il percorso riabilitativo successivo, il numero di pazienti che ritorna al livello sportivo pre-infortunio è ancora troppo ridotto. Il raggiungimento di questo outcome ottimale è condizionato da fattori non solo fisici. Recenti studi infatti suggeriscono con forza l’influenza di fattori psicologici come la kinesiofobia e la readiness psicologica. Obiettivo: analizzare, in una popolazione di pazienti sportivi operati con R-LCA, l’importanza dei fattori psicologici nel processo di ritorno allo sport. Metodi: la revisione sistematica condotta ha incluso solo studi primari su pazienti sportivi operati con R-LCA con l’obiettivo di ritornare al livello sportivo pre-infortunio. Sono state utilizzate 4 banche dati (PubMed, PEDro, CochraneLibrary e SportDiscus). Non sono stati posti limiti di tempo, sesso o livello sportivo dei partecipanti. Il rischio di bias è stato valutato con il QUIPS tool. Risultati: sono stati analizzati 6 studi di coorte che rispettavano i criteri di inclusione stabiliti. Tutti hanno analizzato il ritorno al livello sportivo pre-infortunio. In più, 2 studi hanno ricercato i motivi del fallimento nel RTS, 1 studio ha valutato l’influenza della motivazione nel raggiungimento dell’outcome e 3 studi hanno misurato l’associazione tra readiness psicologica e ritorno al livello sportivo pre-infortunio. Conclusioni: i fattori psicologici quali readiness psicologica, paura del re-infortunio e motivazione influenzano la capacità dei pazienti sportivi operati di R-LCA di ritornare al livello sportivo pre-infortunio. In particolare, la readiness psicologica dimostra di avere una capacità predittiva del successo o meno dei pazienti nel raggiungere il livello sportivo pre-infortunio. Risulta quindi importante inserire questi fattori nella valutazione complessiva per il RTS.
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Taddio, Andrea. "Valutazione cinematica 3D di un test per il ritorno allo sport post-lesione di legamento crociato anteriore: confronto tra sistema optoelettronico e sensori indossabili." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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I sistemi di analisi del movimento sono in continua espansione e vengono sempre maggiormente utilizzati in ambito sportivo e riabilitativo. In particolare, la valutazione delle lesioni di LCA è, attualmente, affidata a procedure classiche, oltre che a strumenti analitici Gold Standard come il sistema optoelettronico. L’utilizzo dei sensori inerziali per l’analisi del movimento è in notevole aumento e sempre più utilizzato anche negli ambiti descritti. Tuttavia, è da valutare l’accuratezza di tali sistemi nell’esecuzione di gesti complessi ad alta dinamica. L’obiettivo del presente elaborato è stato quello di validare un sistema di sensori inerziali tramite uno optoelettronico, per lo svolgimento di specifici task motori in un’ottica di prevenzione dell’infortunio al LCA. Sono stati valutati 30 soggetti sani, attraverso l’utilizzo sincrono di due tecnologie: il sistema optoelettronico Vicon e il sistema inerziale Xsens. I movimenti svolti dai soggetti rientravano in un protocollo per la prevenzione del LCA, sviluppato presso il centro Isokinetic, il quale comprende 6 task ad elevata dinamica, ricorrenti negli sport maggiori. Si è evinta un’ottima correlazione e basso errore per tutti gli angoli articolari analizzati sul piano sagittale, una buona correlazione sul piano frontale per la maggior parte degli angoli (esclusi caviglia e pelvi), ed una minore riproducibilità sul piano trasverso, in particolare negli angoli di caviglia ginocchio e pelvi. I risultati hanno mostrato una scarsa dipendenza dalla tipologia di task analizzato. La tecnologia inerziale ha dimostrato di essere un’ottima alternativa per l’analisi del movimento in task specifici per la valutazione della biomeccanica di LCA. Le discrepanze evinte possono essere riconducibili ai diversi protocolli cinematici utilizzati ed al posizionamento dei markers. Evoluzioni della tecnologia potrebbero migliorare la precisione di questi sensori offrendo informazioni ancor più dettagliate dove ora ci sono lacune.
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Borella, Federica. "Tendon Neuroplastic Training, un nuovo approccio riabilitativo per la risoluzione del dolore e il ritorno allo sport nelle persone con tendinopatia achillea e patellare. Scoping review." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21904/.

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Introduzione: le tendinopatie achillea e patellare sono le più frequenti a livello dell’arto inferiore e sono caratterizzate da sintomi persistenti quali dolore che si accentua col carico e compromissione della funzione. L’approccio riabilitativo tradizionale si basa su esercizi eccentrici isolati in carico, modalità che pare inefficace per circa il 45% dei pazienti. Stanno perciò emergendo nuove strategie riabilitative che includano altri tipi di contrazione muscolare. Si è ipotizzata una correlazione tra la persistenza dei sintomi e fenomeni di sensibilizzazione del SNC. Obiettivo: analizzare le nuove strategie basate sul carico nel trattamento della TA e TP - in particolare l’HSR – e le componenti di sensibilizzazione del SNC che sembrano ostacolare la riabilitazione. Materiali e metodi: consultazione delle principali banche dati. Si potevano includere studi primari e secondari. I soggetti dovevano presentare un quadro di TA o TP con eventuale associazione di alterazioni dell’elaborazione del dolore a livello centrale e dovevano essere sottoposti a un programma di esercizio eccentrico o ad HSR. Risultati: 5 studi hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Tre studi confermano l’efficacia dell’HSR per il raggiungimento degli outcome desiderati, ma non in maniera statisticamente significativa rispetto all’esercizio eccentrico. Due articoli analizzavano se fosse presente un quadro di sensibilizzazione del SNC nei soggetti con TA e TP. Entrambi affermano la presenza di un’alterazione della capacità di modulazione centrale del dolore. Conclusioni: l’HSR risulta efficace per il trattamento della TA e TP in maniera sovrapponibile all’esercizio eccentrico tradizionale. L’alta percentuale di recidiva dei sintomi sembra causata da un’alterazione della capacità di modulare il dolore in questi pazienti. E’ necessario quindi ricercare nuove tipologie di trattamento - come il Tendon Neuroplastic Training - che tengano conto delle presenza di sensibilizzazione del SNC.
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Mircoli, Alessio. "Nikkei Burajiru-jin - The Japanese in Brazil." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17442/.

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In questo elaborato viene presentata la comunità nippo-brasiliana, ossia la comunità di immigrati giapponesi (e dei loro discendenti) del Brasile, la più numerosa al mondo. In un primo momento vengono analizzate le fasi storiche di questa comunità, dall' inizio dell'immigrazione giapponese in Brasile nel 1908 fino ad arrivare al fenomeno della migrazione di ritono in Giappone che ha coinvolto numerosi nippo-brasiliani a partire dagli anni Ottanta. Successivamente vengono prese in esame le questioni relative all'identità etnica dei nippo-brasiliani e alla loro integrazione sia nella società brasiliana che in quella giapponese. Infine viene presentata la comunità nippo-brasiliana di oggi e come questa mantenga vive la cultura e le tradizioni giapponesi in Brasile.
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