Academic literature on the topic 'Ritorni'

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Journal articles on the topic "Ritorni"

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Guma, Tullio. "Un nostos “diplomatico”: i miei tanti ritorni." Italian Canadiana 35 (August 18, 2021): 109–16. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37221.

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Abstract:
Il nostos era il ritorno degli eroi greci dai campi di battaglia. L'altra faccia della medaglia del nostos era la nostalgia per le persone care ed i luoghi di origine che non si vedevano da molti anni. Lo stesso struggente sentimento è provato dagli emigrati, dai rifugiati che desiderano un giorno ritornare al loro Paese. Anche Tullio Guma è per certi versi un emigrato avendo vissuto più anni all’estero che non in Italia: da bambino ed adolescente, durante i quarant'anni trascorsi in diplomazia, dopo il pensionamento. Egli infatti risiede tuttora a Toronto. Egli ha vissuto in molti Paesi ed ha effettuato tanti ritorni, mai definitivi. Mete dei suoi rientri in Italia sono stati Napoli e Roma. Ogni volta che a distanza di anni tornava in Italia, osservava i numerosi cambiamenti che erano nel frattempo intervenuti. È sempre felicissimo di tornare in Italia, ma anche in Canada e negli altri Paesi ove ho risieduto. Resta da vedere se Tullio Guma compirà un giorno il ritorno “definitivo”. Già, ma in Italia o in Canada?
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Bonfantini, Bertrando. "Ritorni (sull'urbanistica per accordi)." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 189–90. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100021.

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Perfetto, Giuseppe. "Costruzione del Sé in adolescenza: Internet e psicoanalisi." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 20 (December 2010): 83–90. http://dx.doi.org/10.3280/cost2010-020006.

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Abstract:
L'adolescenza si caratterizza per la conquista dell'identitŕ personale. I socialnetwork presentano una ipertrofia dell'Immaginario a discapito del soggetto. Un pericolo dei social-network potrebbe essere che l'adolescente potrebbe perdersi in una diffusione dell'identitŕ causata da ritorni dell'immagini del Sé scisse e frammentate.
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Concilio, Carmen. "Andate e ritorni nella trilogia di Nino Ricci." Italian Canadiana 35 (August 18, 2021): 165–82. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37225.

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Abstract:
In questo studio si analizza la Trilogia dello scrittore italo-canadese Nino Ricci, in cui il romanzo di formazione di Vittorio Innocente si articola tra il viaggio di andata dall’Italia — terra della madre — al Canada — terra del padre — e il viaggio di ritorno in patria da adulto. Dominata dalla relazione edipica, la formazione di Vittorio è dolorosa e nessun approdo sembra offrire risposte alla ricerca del Sé, al contrario il ritorno è doloroso quanto la partenza. Inoltre, lo studio mette in luce come la Trilogia si configuri come cartografia dell’altrove, in cui il paradigma della linea curva e della griglia squadrata definiscono gli spazi al di qua e al di là dell'Oceano. La saggistica accademica sull'autore e sulla Trilogia, in particolare, ha fornito l'orizzonte critico di riferimento.
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Łukaszewski, Dariusz. "Recenzja książki Ritorni. Powroty. Bepтаня. Antologia poezji łemkowskiej." Rocznik Ruskiej Bursy 18 (December 18, 2022): 209–11. http://dx.doi.org/10.12797/rrb.18.2022.18.09.

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Luchetta, Sara. "Ritorni narrativi alla montagna. Prospettive geo-letterarie sulle terre alte." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (May 2019): 101–20. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2019-002005.

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Tassoni, Luigi. "I ritorni della contemporaneità: Lettura di Millimetri di Milo De Angelis." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 1 (February 28, 2014): 99–109. http://dx.doi.org/10.1177/0014585813518730.

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Caffi, Claudia. "La mitigazione: tappe di un itinerario di ricerca." Normas 7, no. 1 (June 23, 2017): 4. http://dx.doi.org/10.7203/normas.7.10421.

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Abstract:
In questo articolo richiamerò i punti salienti del modello linguistico pragmatico integrato che ruota intorno al concetto multilivellare e multidimensionale di «mitigazione» (Caffi 2001, 2007) focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti che sono stati lasciati in ombra o che, pur ribaditi in diverse sedi, non sono stati sufficientemente intesi, e aggiornandoli alla luce delle mie ricerche più recenti. Di un lungo percorso, con diverse digressioni e ritorni, riassumerò in forma distillata alcune tappe fondamentali per accennare infine ad alcune prossime tappe. Più specificatamente, il presente contributo si articola in tre parti che hanno i seguenti scopi: richiamare alcune definizioni, punti chiave e sfondi teorici alla base del mio modello. Con un’operazione selettiva molto drastica, metterò in risalto i concetti che ritengo fondamentali;richiamare il criterio euristico alla base delle tipologie formali e funzionali proposte in Caffi (2001, 2007); accennare all’estensione delle applicazioni del modello, in diamesia e diafasia, a un genere particolare di testo scritto, il testo scientifico di ricerca biomedica.
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Semenzin, Marco. "Effetti della crisi occupazionale sui migranti nel nord-est italiano: marocchini e rumeni tra ritorni e stabilizzazione." MONDI MIGRANTI, no. 1 (September 2013): 101–22. http://dx.doi.org/10.3280/mm2013-001006.

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Rossi, Filippo. "Popoli in cammino e diritti. Eterni ritorni sul conflitto tra confini e ius migrandi. A proposito de "I diritti costituzionali dei migranti in viaggio. Sulle rotte del Mediterraneo" di Cecilia Siccardi (2021)." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 657–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19268.

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Abstract:
Sommario: 1. Premessa – 2. I diritti (costituzionali) dei migranti che attraversano ilMediterraneo – 3. Viaggi e diritti nella storia: ovvero della negazione dell’altro (specie semigrante) – 4. Riflessioni conclusive. La tutela dei diritti del migrante
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Dissertations / Theses on the topic "Ritorni"

1

PEDRABISSI, FIORENZA. "‘Ritorni’. Diaspora e romanzo di formazione nella narrativa di matrice caraibica della seconda metà del ’900 in Gran Bretagna." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28800.

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Abstract:
This thesis examines novels of development by writers of Caribbean origin and descent from the 1950s to the 1990s with special focus on diasporic authors based in the UK. It examines the transformation of the tòpos of return in a corpus of Bildungsromane by writers who migrated to Britain after 1948, by late migrants who followed in the 1970s, and eventually by British born or British raised authors of Caribbean descent (chapter 1). The Caribbean background, which is prevalent in the novels of the ’50s, still plays a relevant role in later works of the ’80s and ’90s as new forms of discoursively constructed Caribbean emerge inside representations of a heterogeneous Britishness. The concept of diaspora provides a useful heuristic tool to investigate a literary production that problematises the notion of ‘home’ and conventional binaries such as ‘exile’/’home’, displacement/belonging. The applicability of the term Bildungsroman to the texts of the corpus is discussed in chapter 2. Using a methodology that combines genre theory, narratology and contextualization, it is argued that the Bildungsroman has been critically appropriated and creolized to represent the intricacies of a diasporic identity in a colonial and postcolonial context. Novels by George Lamming, Sam Selvon, Andrew Salkey, Erna Brodber, Joan Riley, Andrea Levy, and David Dabydeen are presented as exemplary case studies (chapters 3,4,5). The texts are read as counterdiscoursive revisions of the Bildungsroman.
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Miatello, Giacomo <1996&gt. "Il fenomeno del reshoring: la guida della public governance nel generare un ecosistema politico-economico attrattivo per i ritorni produttivi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17493.

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Abstract:
L’elaborato è centrato sul ruolo regolatore che può essere assunto dalla public governance nell’influenzare gli sviluppi e le evoluzioni delle global value chain. Il reshoring, ovvero il ritorno nel paese d’origine, o in paesi del medesimo continente della nazione della casa madre, di funzioni ed attività aziendali precedentemente delocalizzate, perseguendo quindi il percorso inverso a quello dell’offshoring, viene individuato come un fenomeno in grado di poter essere adeguatamente stimolato dalle disposizioni a livello governativo e come una strategia che potrà ridisegnare le future catene del valore nell’ambito della globalizzazione, tenendo in considerazione i possibili trade-off inerenti questo fenomeno riguardo i diversi protagonisti interessati. Nello scritto si definirà il concetto di reshoring, considerato come una vera e propria scelta strategica compiuta dalle imprese per generare valore piuttosto che una mera correzione di una precedente errata decisione localizzativa; inoltre si approfondiranno in particolare i settori ed i drivers che caratterizzano l’andamento del fenomeno e l’influenza sempre più rilevante dell’industria 4.0 sul reshoring, con poi l’obiettivo di chiarire il ruolo che è sempre più necessario venga assunto dalla public governance nel disciplinare le politiche industriali atte a configurare un ecosistema politico-economico adeguato a stimolare ed attrarre investimenti nel paese e le decisioni di reshoring.
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3

MASI, GABRIELE MARIA. "SAMBA YANO ARTI The unsuccessful returns from the Central Mediterranean Route in Velingara (Senegal)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/380474.

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Abstract:
I ritorni fallimentari dalla Rotta Centrale del Mediterraneo ha segnato un punto cruciale nella vita di migliaia di persone in Africa negli ultimi 10 anni. Attorno a questo evento, le vite delle persone e della loro rete familiare hanno riorganizzato le loro traiettorie, speranze e scelte quotidiane. Analizzando questo fenomeno dal punto di vista del dipartimento di Velingara (Senegal), il ritorno appare come un processo che si dipana nel tempo. Termini come "reinserzione” nascondono spesso una considerazione fondamentale: i viaggiatori delle rotte migratorie via terra (localmente denominate laawol ley) continuano a essere parte integrante del contesto locale attraverso diverse forme di comunicazione, trasferimento di denaro e lo sforzo collettivo per sostenere misticamente e finanziariamente il loro viaggio. Tra i Fulɓe Fulakunda, ritornare senza aver raggiunto ciò che ci si era prefissati al momento della partenza significa affrontare un cambiamento della propria posizione sociale, riattivare le necessarie connessioni sociali, ricostruire relazioni sia personali che professionali, mantenere un prevedibile atteggiamento di pudore/vergogna (hersa). Il ritorno è vissuto attraverso prospettive culturali: l'insieme dei valori morali e delle regole di condotta dell'antica classe nobile (ndimaaku); la necessaria fatica (tampere) della vita sociale (wondagol) e il desiderio di liberarsene (heɓtaare); le norme religiose islamiche e le minacce mistiche (bau) innescate dall'invidia e dal desiderio di abbassare il livello della competizione sociale; la percezione di un "ritardo" nella loro traiettoria di vita causato anche dai segni materiali del successo degli altri (case, veicoli, vestiti nuovi, ecc...). Le retrospettive dei migranti di ritorno ci offrono un'immagine della Rotta Centrale Mediterranea come un mondo in cui vengono meno le regole più elementari della vita sociale, lasciando spazio a un'estenuante resistenza fisica e psicologica. In quanto periodo di costante ansia, vigilanza e paura, la laawol ley rimane un habitus e un modo di essere nel mondo che va oltre i confini temporali dell'avventura. La narrazione dell’esperienza viene così vissuto dai soggetti come un laboratorio morale attraverso il quale il soggetto dà il senso di un'esperienza intensa e traumatica. Il viaggio non riguarda solo un moderno rito di passaggio all'età adulta, ma un modo per rivendicare il loro diritto alla piena appartenenza alla società globale. Questa rivendicazione continua ad essere sostenuta anche dopo il loro ritorno in forme diverse. Per la maggior parte dei migranti di ritorno senza successo, aver percorso la laawol ley significa aver visto e vissuto il mondo esterno, conoscere qualcosa in più, aver avuto la possibilità di osservare la realtà locale da un'altra prospettiva. La laawol ley è, inoltre, descritta come "una scuola di vita" che ha insegnato loro come essere all'altezza del mondo contemporaneo. I migranti di ritorno spesso si trovano ad affrontare le stesse condizioni sociali, economiche e morali che li hanno portati a partire. Il loro reinserimento avviene all'interno del perimetro della società locale in cui avere la possibilità di ricevere dei finanziamenti per aprire una propria attività rappresenta una rara opportunità. Tuttavia, l'“altrove” continua a far parte di un futuro ideale che prevede la possibilità di raggiungere ancora l'Europa da ricco commerciante o da turista. La libertà di movimento rimane il parametro di riferimento per valutare il successo individuale. Infine, dal punto di vista emico, il più grande capitale su cui sia i viaggiatori sia i migranti di ritorno possono contare è la volontà di Dio e la propria fortuna, strumenti culturali per affrontare l'effetto locale di una contemporaneità globale che distribuisce a tutti nuovi orizzonti di ​​senso e promesse di felicità pur continuando a limitarne le possibilità per la loro realizzazione.
The unsuccessful homecoming from the Central Mediterranean route has marked a pivotal point in the life of thousands of people in the last 10 years. According to this event, the lives of individuals and their family network have reorganized their trajectories, hopes, and daily choices. Analysing this phenomenon from the angle of the department of Velingara (Senegal), return appears as a process that unfolds over time. Terms as "reintegration" or "reinsertion" often hide a fundamental consideration: the travellers of the backway (locally also called laawol ley) keep on being an integral part of the local context through different forms of communication, money transfer and the collective effort to mystically and financially sustain their journey. Amongst the Fulɓe Fulakunda, coming back is about dealing with a change in one’s social position, reactivating necessary social connections, rebuilding both personal or professional relationships, keeping an expected attitude of hersa. Return is lived through inherited cultural perspectives: the set of moral values and rules of conduct of the ancient noble class (ndimaaku); the necessary fatigue (tampere) of the social life (wondagol) and the desire to free oneself from it (heɓtaare); the Islamic religious norms and mystical threatens (bau) trigged by the envy and the desire to lower the level of the social competition; the perception of a "delay" in their life trajectory also caused by the material signs of the success of the others (houses, vehicles, new clothes, etc...). Return migrants’ retrospectives offer us an image of the backway as a world where the most basic rules of social life fail, leaving room for exhausting physical and psychological endurance. As a period of constant anxiety, alertness and fear, the backway remains as a habitus and a way of being in the world which goes beyond the temporal boundaries of the adventure. Narrating is primarily a moral laboratory through which the subject makes sense of an intense and hard experience, as the laawol ley is. Unsuccessful return migrants are stuck in between. Their travel was not just about a modern rite of passage to adulthood, it was a way to claim their right to full membership in the global society. And they still maintain the same claim now that they are back. For most of the unsuccessful return migrants, having travelled the backway means having seen and experienced the world outside, knowing something more, having had the chance to observe reality from another perspective. The laawol ley is described as “a school of life” that have taught them how to measure up to the world. Return migrants often face the same social, economic and moral conditions that led them to depart. Their reintegration happens within the perimeter of the local society of getting by where the possibility of being funded represents a rare chance. Nevertheless, the “elsewhere” keeps on being part of an ideal future that foresees the possibility of still reaching Europe as a rich trader or a tourist. Freedom of movement remains the benchmark to evaluate individual success. From an emic perspective, the greatest capital that both adventurers and empty-handed return migrants can count on is God's will and one's luck, as cultural tools to face the local effect of a global contemporaneity which distributes the meaning and the promises of happiness to all while keeping on limiting the material possibilities to do so.
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Balata, Cristina <1986&gt. "La migrazione di ritorno: il problema del Ritorno Volontario Assistito." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2579.

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Abstract:
La migrazione di ritorno è un possibile aspetto del ciclo migratorio (in generale) e corrisponde al rientro della persona nel proprio Paese di origine, dopo aver trascorso un periodo di tempo determinato in un altro Paese. La migrazione di ritorno è un tema relativamente nuovo, pertanto non adeguatamente considerato nella prassi nazionale ed internazionale. In Italia, il tema del ritorno degli immigrati nel proprio Paese di origine è quasi assente dal dibattito politico e nella considerazione dei media. Questa tesi cerca di analizzare i diversi aspetti della questione ed, in particolare, il Ritorno Volontario Assistito, evidenziando anche come questo venga affrontato in Italia. Il lavoro svolto è stato suddiviso in cinque parti: la prima parte presenta le tematiche del ritorno in generale inserendole nel discorso della migrazione che interessa soprattutto l’area del Mediterraneo. Con la seconda parte si è cercato di ricostruire il quadro attuale dal punto di vista politico e normativo del Ritorno Volontario Assistito guardando anche al panorama internazionale, comunitario e nazionale, per i quali non esiste una disciplina normativa o una prassi comune specifica. Nella terza parte si è entrati nel vivo di questo lavoro: è stato infatti esaminato come viene strutturato il Ritorno Volontario Assistito in Italia, quali sono i progetti che lo attuano, quali sono le loro caratteristiche che riconducono ai due aspetti approfonditi nella parte successiva, la quarta, che secondo la nostra indagine risultano essere i più delicati: la reintegrazione e i contesti in cui si esplica il ritorno. Nella quinta parte sono presentati dei “case studies” relativi ad alcuni colloqui con persone interessate al Ritorno Volontario Assistito, condotti durante lo stage da me svolto presso il “Consiglio Italiano per i Rifugiati”. Tali esempi mettono in evidenza quali siano le peculiarità dei soggetti interessati da tale fenomeno, mostrano come venga condotta l’organizzazione del ritorno e, soprattutto, costituiscono uno spunto per formulare delle riflessioni al riguardo. Nella conclusione, infine, si è cercato di fare un bilancio qualitativo dei programmi di ritorno valutando se essi siano effettivamente funzionanti e quali siano i punti di forza e i punti deboli cercando di formulare delle buone pratiche migliorative per il futuro. Prole Chiave: Migrazione di ritorno, Ritorno Volontario Assistito, Paese di origine.
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5

Biondo, Leonardo Antonio <1991&gt. "Il Reshoring, storia del ritorno." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10802.

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Abstract:
La tesi verterà sul fenomeno del reshoring, processo strategico estremamente attuale nel panorama economico e politico. La tesi proporrà il caso materiale del gruppo Benetton, uno dei pionieri, in Italia, in questa inversione di tendenza.
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6

Hilz, Silvia Patricia <1977&gt. "Gli argentini di ritorno in Italia?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3219.

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Abstract:
Questa tesi studia i movimenti migratori degli argentini negli ultimi 3 decenni, verso l'Italia e altrove, analizzando i percorsi migratori dal punto di vista economico, politico, sociale, e comparandolo al resto della realtà dell'inmigrazione presente in Italia. Per trarre delle conclusioni sui fenomeni migratori mondiali e la sua logica conessa al mercato del lavoro.
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7

Colombo, R. "LEO STRAUSS E LA RETORICA DEL RITORNO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171073.

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Abstract:
«A journey from Jerusalem to Athens». In this way Rémi Brague describes the intellectual path of Leo Strauss (1899-1973), one of the most influent and controversial philosopher of the XX century. Following this journey from his early formation to the late years, this work tries to reconstruct the historical and philosophical background that led Strauss to pursuit a return to classical political philosophy as a response to the crisis of the modern world. Deeply affected by the failure of the liberal Weimar Republic, which he considered as the sorry spectacle of a «justice without sword» incapable to stop the emergence of the Nazi forces, Strauss spent his life trying to restore a form of premodern rationalism based on the balance between philosophy and religion. If the XVII century rationalism opened the season of the conquest of nature and of the trust in the rational organization of society, Strauss seeks for a renewal of the quarrel between ancients and moderns that brings to a new definition of the theological-political problem, which is to say to a reprise of the bound between divine and political power. Just a re-enactment of the natural right as emanation of a divine order can ensure, for Strauss, social peace and cohesion, against the fragmentation of the modern liberal system. While philosophers can live without illusions, facing a hopeless or deadly truth about human condition, non-philosophers need to be protected from this truth with a theological-political order that gives meaning and direction to individual and collective life. That’s why Jerusalem and Athens have to be restored as the two, irreconcilable, poles of the Western tradition, because in their tension is hidden, for the philosopher Strauss, the secret of its vitality, the secret of the balance between philosophy as “quest for wisdom” that cannot ensure a stable political order, and religion as the source of that order. But, what’s the purpose of a philosophical search that despairs of making political, ethical, and collective life more rational and capable of increase, as Spinoza teaches, individual’s possibilities?
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8

Raguso, Maria Giovanna <1989&gt. "La geopolitica del "limes": un ritorno alle frontiere?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20675.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare la nascita e lo sviluppo di confini e frontiere che, in molti casi, hanno portato all’innalzamento di veri e propri muri, in un contesto, quale quello attuale, di globalizzazione. Di conseguenza, il risultato è una visione politica, economica, culturale e sociale ossimorica. L’obiettivo di questa tesi, dunque, è quello di fornire un’analisi geopolitica sulla situazione di confini e frontiere nel mondo tramite l’approfondimento dei casi più famosi e ignoti, al fine di comprendere i meccanismi economico-politici che spingono un governo a promuovere determinate politiche estere. L’analisi parte dall’etimologia storico-linguistica del termine “confine”, dalla sua origine greco-latina fino ad arrivare al suo uso moderno nelle varie lingue. Successivamente, si propone un focus sulla definizione di frontiera dal punto di vista del diritto internazionale, partendo dal trattato di Westfalia fino ad arrivare alla Carta delle Nazioni Unite. Da ciò si capisce come nasce - politicamente e successivamente geograficamente - una frontiera e qual è l’iter per il consolidamento e il riconoscimento della stessa. Si è ritenuto utile un approfondimento su alcuni casi di frontiere “ereditarie”, ossia quelle di origine storico-culturale che oggi causano instabilità, tensioni, guerre e violazioni dei diritti umani. I primi tre casi descrivono situazioni territoriali extraeuropee. Il primo caso riguarda gli accordi Sykes-Picot che hanno tracciato una linea di divisione alquanto arbitraria nei territori del Medio Oriente. Il secondo caso è spesso protagonista dei telegiornali nazionali: stiamo parlando del muro che divide Messico e Stati Uniti. Il terzo caso esamina la situazione della Triplice Frontiera, situata tra Paraguay, Brasile e Argentina, che causa tensioni politiche ed economiche tra i tre paesi e gli Stati Uniti. I successivi casi riguardano, invece, le frontiere europee. Dalla rotta balcanica si passa al caso dell’isolotto inabitato e sperduto di Rockall, conteso da ben quattro paesi. Vengono presi in esame anche le vicende relative allo Stretto di Gibilterra, che causa tensioni continue tra Regno Unito e Spagna, all’isolotto di Perejil, rivendicato sia dalla Spagna che dal Marocco, e alla cosiddetta “guerra brexit” tra Regno Unito e Francia nelle acque del canale della Manica per i diritti di pesca, divenuti ambigui dopo l’uscita del primo dall’Unione europea. Successivamente, viene introdotto il concetto di frontiere “invisibili”, ossia quelle che non hanno realtà fisica, ma non per questo sono meno incisive delle altre. Possiamo includere in questo tipo di frontiere quelle aeree, quelle internazionali marittime, quelle immaginarie o arbitrarie. Per comprendere a pieno la differenza tra queste frontiere, vengono approfonditi la linea Kármán, il 10° parallelo, il Mar Cinese, il Caspio, l’Artico e il Monte Bianco. Tra le frontiere “visibili” ci sono i muri, costruiti per difendere i confini del proprio paese. I muri moderni hanno diverse funzioni: difesa contro il terrorismo, regolazione dei flussi migratori e contenimento dei traffici illegali di ogni genere. Sono sparsi in tutto il mondo, dall’America all’Asia, inclusa anche l’Europa. Vengono approfondite le questioni riguardanti la città portuale del nord della Francia, Calais, dove è stato eretto il “Great Wall”, la costruzione del Muro Marocchino, la Linea di demarcazione militare tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, la “green line” a Cipro e la barriera di separazione israeliana. In questa analisi, sono inclusi anche “casi” frontalieri davvero particolari. Ci riferiamo alle zone extraterritoriali, alle terrae nullius e alle enclave.
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9

Bruzzo, Gaia <1997&gt. "Donne paladine dell’agroalimentare italiano. Un ritorno alle origini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21854.

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Abstract:
A partire dalla nascita delle prime società umane la donna ha sempre avuto un forte legame con la natura e con il cibo che tutt’oggi permane. Il presente elaborato, dopo un iniziale excursus storico-culturale, si sofferma sul ruolo delle principali istituzioni di riferimento in Italia per quanto riguarda l’imprenditoria femminile nel settore agroalimentare. Verrà dato rilievo alle dinamiche che l’attività delle donne sta sviluppando nel contesto dell’odierno territorio rurale e alle linee di pensiero che hanno delineato tali circostanze. Successivamente si darà spazio alla figura del “prosumer” e alle sue numerose attribuzioni simboliche per mettere in evidenza la sua rilevanza nella società odierna e l’importante ruolo nell’evoluzione della Corporate Social Responsibility. Infine, attraverso un’analisi quali-quantitativa di un campione composto da ottanta profili, si descrivono le recenti attitudini dell’imprenditoria in rosa che mostrano da una parte notevoli progressi in termini di comunicazione di qualità e sostenibilità e dall’altra la necessità di riequilibrare la valorizzazione di tutti i settori a discapito della disparità di età o di appartenenza regionale.
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10

Della, Sala Lucrezia <1989&gt. ""Russia-Italia andata e ritorno: il caso di Venezia."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3150.

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Books on the topic "Ritorni"

1

Serra, Lisabetta. Ritorni. Bergamo: Moretti & Vitali, 2005.

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2

Ritorni. [San Sisto, Italy]: F. Fabbri, 2014.

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3

Editta, Depase, ed. Ritorni: Racconti. Trieste: Unione degli Istriani, 1995.

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4

Baldan, Paolo. Ritorni su Dante. Bergamo: Moretti & Vitali, 1991.

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5

Venturi, Maria. Addio e ritorni. Milano: Rizzoli, 1992.

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6

Salvaneschi, Enrica. Ritorni di parole. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1995.

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7

Giuffrida, Romano, Loris Tonino Paroli, and Giovanna Panigadi. Andate e ritorni. Paderno Dugnano [Milano]: Colibrì, 2009.

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8

Baldan, Paolo. Nuovi ritorni su Dante. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1998.

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9

Saccone, Eduardo. Ritorni: La seconda lettura. Napoli: Liguori, 2010.

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10

Gareffi, Andrea. I ritorni di Tasso. Manziana, Roma: Vecchiarelli, 1992.

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Book chapters on the topic "Ritorni"

1

Tuniz, Claudio, Richard Gillespie, and Cheryl Jones. "Ritorno alla terra." In I lettori di ossa, 251–64. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1198-4_22.

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2

Pfersmann, Otto. "Il ritorno alla democrazia." In Deutschland zwischen europäischer Integration und Souveränismus – La Germania tra integrazione europea e sovranismo, 25–41. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-60913-2_3.

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3

Fiorentin, Enrico. "Il ritorno al villaggio e l’ultra metropoli." In Il senso ritrovato, 159–61. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2832-6_11.

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4

Fedeli, Paolo. "Properzio, da Assisi a Roma, e ritorno." In Properzio fra Repubblica e Principato, 129–68. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.spl-eb.5.115916.

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5

Longo, Giuseppe O. "Capitolo Quarto Dalla Cina all’Europa e ritorno." In Il gesuita che disegnò la Cina, 83–126. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1533-3_4.

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6

Ceron, Andrea, Luigi Curini, and Stefano M. Iacus. "Conclusioni: Dai social media alla politica (e ritorno)." In Sxi — Springer per l’Innovazione / Sxi — Springer for Innovation, 113–27. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5532-2_5.

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7

Pace, Valentino. "Ritorno alla “Trinità” di Venosa : dove l’antico diviene contemporaneo*." In Maraviglia, 21–34. Köln: Böhlau Verlag, 2021. http://dx.doi.org/10.7788/9783412522391.21.

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8

Bellina, Anna Laura. "Giovanni Sebenico o Ivan Šibenčanin? Andata e ritorno dalla Serenissima all’Europa." In Epitome musical, 219–31. Turnhout: Brepols Publishers, 2022. http://dx.doi.org/10.1484/m.em-eb.5.132045.

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Bolton, Ivor. "Strukturierte Improvisation im Sinne Monteverdis Zur Münchner Fassung von Il ritorno d’Ulisse in patria." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 44–47. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_6.

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Battelli, Giulio. "Gli alloggi assegnati in Roma a Raimondo di Turenne per il ritorno di Gregorio XI (1379)." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 25–40. Turnhout: Brepols Publishers, 1998. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.5.102771.

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Conference papers on the topic "Ritorni"

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Davico, Pia. "Fortificazioni della Tunisia contese tra Spagnoli e Turchi a metà del secolo XVI, documentate dall’iconografia coeva. Un’analisi dal ter-ritorio all’architettura." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11347.

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Abstract:
Tunisian fortifications disputed between Spaniards and Turks in the mid-sixteenth century, documented by coeval iconography. An analysis from the territory to the architectureThe five volumes of the precious archival collection of drawings called Architettura Militare (Military Architecture), kept at the Archivio di Stato di Torino (Turin State Archive), propose documents made mostly by military engineers from the half of the sixteenth to the following first decade. The tomes collect mostly drawings of places under the aegis of the Duchy of Savoy, apart from the second one, dedicated to documents of Spanish military interest (Mediterranean Sea and Lombardy maps). As I pointed out at Fortmed Convention 2018, the reason why these documents are kept at the Turin State Archives is because of their belonging to Catherine of Aragon, daughter of the Spanish king and wife of Carlo Emanuele I di Savoia. In the volume Architettura Militare II (Military Architecture II) 26 tables, all datable from 1522 (Rhodes) to 1596 (Cadiz), concern territories, walled cities and fortifications, of islands and Mediterranean coasts, disputed by Christians and Turks for the supremacy on the sea. In the previous study I had examined drawings about Egypt, eastern Ottoman territories and Holy Land coasts, Spanish possessions as Perpignan and Cadiz bay. In this new study instead, I would like to examine in depth the iconography about Tunisia. Those drawings, so different from each other for scale and graphic quality, document those phases in which the Spanish control is characterized by alternate situations: the Iberian presidio dates back to 1535, reconquered by Ottomans in 1570, it is taken back in three years by Christians who keep it until 1574 only, when the whole Tunisian territory, precious bastion for the control of routes and trades, definitely returns in the hands of the Turks.
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