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Journal articles on the topic 'Risultati scolastici'

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Mignani, Stefania, Marilena Pillati, and Irene Martelli. "Un indicatore statistico del background familiare nello studio del successo scolastico degli studenti della provincia di Bologna." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 194–214. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120010.

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Abstract:
La formazione di base, l'accesso al sapere e il successo formativo sono questioni di grande interesse in tema di politica del lavoro. Č noto come giŕ a partire dai primi anni di scuola lo status socio-economico e culturale delle famiglie eserciti un ruolo fondamentale come variabile esplicativa dei risultati conseguiti dagli studenti. Disporre di informazioni accurate non solo sugli esiti formativi, ma anche sulle caratteristiche dei contesti familiari, diventa quindi di particolare rilevanza nella definizione delle politiche scolastiche territoriali. In questo lavoro viene presentata una proposta metodologica per la costruzione di indicatore statistico dello status socio-culturale delle famiglie con riferimento ai dati di un'indagine dell'della Provincia di Bologna sugli esiti scolastici di un campione di studenti della scuola secondaria di II grado. Dalle analisi condotte emerge l'esistenza di un legame tra retroterra familiare e risultato scolastico. Nemmeno in una realtŕ ad alta scolaritŕ, quale quella bolognese la scuola sembra essere in grado di neutralizzare l'effetto di ambienti familiari sfavorevoli sul rendimento scolastico dei ragazzi.
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Fiorentino, Alice. "C’ERA UNA VOLTA L’ALUNNO STRANIERO: INDAGINE SULLE PRATICHE DI INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO LINGUA SECONDA NELLE SCUOLE DEL VENETO." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 133–51. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17133.

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Abstract:
Nonostante il sistema scolastico italiano sia ancora legato alla concezione originaria dell’alunno così detto straniero, la recente stabilizzazione del fenomeno migratorio sta lentamente modificando il profilo di questo apprendente. In Italia, i corsi di italiano come lingua seconda all’interno della scuola sono stati promossi sin dagli inizi degli anni ’90, e tuttavia i risultati scolastici di questo gruppo di studenti risultano ancora di molto inferiori a quelli dei compagni madrelingua. In questo articolo si riportano i risultati dell’indagine IMPACT Veneto, realizzata tra il 2019 e il 2020 presso l’Università di Verona e finalizzata ad esplorare le pratiche di inclusione scolastica dell’alunno dal background migratorio attualmente in uso nelle scuole del Veneto, così come descritte da un campione di 352 docenti e impiegati scolastici. L’obiettivo dell’indagine è stato quello di individuare l’approccio con cui viene realizzata l’inclusione scolastica in questa regione e di individuare nuove piste di ricerca che possano aiutare a promuovere il successo scolastico. Once upon a time there was the foreign student: a survey on teaching practices of Italian L2 in schools in the Veneto region Although the Italian school system is still tied to the original conception of the so-called foreign student, the recent stabilization of the migratory phenomenon is slowly modifying the profile of this learner. In Italy, Italian L2 courses in schools have been promoted since the beginning of the 90s, and yet the scholastic results of these students are still much lower than those of native speakers. In this paper we report the results of the IMPACT Veneto survey, carried out between 2019 and 2020 at the University of Verona and aimed at exploring the practices of school inclusion of students from migrant backgrounds currently adopted in schools in the Veneto region, as described by a sample of 352 teachers and school employees. The aim of the survey was to identify the approach for school inclusion implemented in this region and to identify new areas of research that can help promote school success.
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Falzarano, Angelo, and Raffaele Sibilio. "Ambiente, lavoro e donne per una sostenibilità al femminile nelle istituzioni scolastiche." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (August 2022): 63–73. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001006.

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Abstract:
Questo contributo presenta i risultati di uno studio qualitativo mediante intervi-ste a dirigenti scolastici di diverse regioni italiane sul lavoro e donne per una sostenibilità al femminile nelle Istituzioni scolastiche. In particolare, lo studio si è proposto di esplorare l'ordine delle disuguaglianze di genere e le sue conse-guenze nell'attuale configurazione dell'ambiente scolastico. La ricerca ha rileva-to che gli impegni professionali e familiari trovano non pochi vincoli nel momen-to in cui le docenti decidono di costruire un percorso familiare. La difficoltà di conciliazione produce effetti negativi sulle condizioni di lavoro e sulla carriera professionale delle donne, generando una metamorfosi nel loro rapporto con la scuola.
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Grion, V., S. Roberts, and G. Casanova. "Valutare gli insegnanti italiani? Uno sguardo alle esperienze europee." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049008.

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Abstract:
La problematica della valutazione degli insegnanti italiani risulta oggi al centro di un emergente dibattito sia all'interno delle scuole, sia in ambito di politica scolastica. L'evoluzione del ruolo e dei compiti dell'insegnante nel contesto dei processi di autonomia delle scuole e i richiami, provenienti dall'Europa comunitaria, alla ricerca di una migliore qualitŕ dei sistemi scolastici nazionali rendono sempre piů urgente la necessitŕ di fornire alle scuole e ai decisori politici, strumenti per valutare la professionalitŕ del personale scolastico. L'Italia, in effetti, rappresenta in tal senso il fanalino di coda dei paesi europei, non disponendo di alcun sistema di valutazione degli insegnanti. In questo contesto, il contributo qui presentato, frutto di un lavoro di ricerca teorica comparativa, svolta su documenti di ricerca relativi alla valutazione degli insegnanti in ambito internazionale, intende mettere in luce vantaggi e limiti di diversi sistemi e strumenti di valutazione dei docenti, abbozzando una proposta per la messa in atto di un sistema valutativo nazionale. I risultati ottenuti sono discussi in relazione allo specifico punto di vista pedagogico assunto dalle ricercatrici.
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Rabaglietti, Emanuela, Maria Fernanda Vacirca, and Silvia Ciairano. "Il tempo virtuale nello sviluppo degli adolescenti: opportunitŕ o rifugio?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001006.

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Abstract:
I giovani trascorrono parte del loro tempo quotidiano esplorando lo spazio virtuale offerto dalle nuove tecnologie, soprattutto il computer, utilizzato per studio o per svago. Attraverso questo studio condotto su 189 adolescenti di ambo i sessi, con un'etŕ media di 16 anni e frequentanti la scuola media di secondo grado, ci proponiamo di: 1) descrivere il tempo giornaliero da essi dedicato all'uso del computer per studio e per svago, le relazioni tra questi due comportamenti e le differenze di genere, fascia d'etŕ e tipo di scuola; 2) indagare nei due generi le relazioni fra tempo dedicato all'uso del computer per studio e per svago e: a) senso di alienazione e percezione positiva di sé; b) soddisfazione per l'esperienza scolastica e autoefficacia scolastica; c) autoefficacia sociale e regolatoria; d) popolaritŕ nel contesto scolastico. I risultati (frequenze, correlazioni, medie, analisi della varianza fattoriale, analisi di regressione gerarchica) evidenziano che per gli adolescenti, soprattutto maschi e studenti di istituti tecnici e professionali, il computer per studio e per svago č un compagno con cui trascorrere parte del tempo quotidiano. Inoltre, le due attivitŕ al computer, formativa e di svago, sono molto legate. Infine, nei maschi emergono relazioni tra bassa popolaritŕ e maggiore uso di computer per studio e tra bassa percezione di sé e maggiore uso di computer per svago; nelle ragazze la bassa soddisfazione per i risultati scolastici si associa ad un maggiore uso del computer per studio.
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Barbara Letteri and Giuseppe Filippo Dettori. "Inclusione e leadership: il ruolo del dirigente scolastico nella promozione della valorizzazione delle differenze." IUL Research 3, no. 5 (June 17, 2022): 87–102. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.202.

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Abstract:
Il contributo presenta i risultati emersi da una ricerca che ha coinvolto 24 dirigenti scolastici, che hanno partecipato a dei focus group sul loro ruolo nel favorire l’inclusione degli studenti con Bisogni Educativi Speciali. I focus group hanno focalizzato l’attenzione sulla responsabilità del capo d’istituto nella promozione del benessere a scuola di tutti gli studenti, specie di coloro che presentano maggiori difficoltà. Dall’indagine emerge la grande importanza del dirigente nel promuovere l’inclusione. La ricerca evidenzia, inoltre, la necessità di una maggiore formazione di tutto il personale scolastico (compresi i dirigenti) sulla pedagogia e didattica speciale, per avere strumenti più incisivi da realizzare per un clima più attento alla valorizzazione delle differenze.
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Di Pietro, Maria Luisa. "Inserimento della bioetica nei curricoli scolastici: i risultati dei un’indagine conoscitiva." Medicina e Morale 49, no. 2 (April 30, 2000): 237–59. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.755.

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Abstract:
La riflessione sui temi di bioetica ha superato i confini della ricerca bioetica e dell’assistenza clinica, coinvolgendo sempre di più anche l’opinione pubblica. Questa, sollecitata e sconcertata dalle informazioni dei media, risponde con sentimenti controversi. Al di là, però, della notizia contingente, le problematiche bioetiche chiedono di essere affrontate con continuità e competenza e far parte di momenti di formazione anche delle nuove generazioni. Si tratta, in latri termini, di favorire una cultura bioetica o una educazione alla bioetica. Per questo anche la scuola, quale fondamentale agenzia educativa, è stata chiamata a fornire il suo contributo, attraverso il Protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 1999 tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Comitato Nazionale per la Bioetica riguardo l’inserimento stabile della bioetica nelle scuole italiane. Da queste premesse, l’Autore offre all’attenzione del lettore i risultati di una indagine conoscitiva svolta tra oltre mille insegnanti di scuole di ogni ordine e grado distribuite nel territorio nazionale, ricerca volta a rilevare le opinioni dei docenti sull’inserimento della bioetica nella scuola (motivazioni, programmi, orientamenti etici di riferimento, metodologie didattiche, ecc.). tra gli altri risultati, l’indagine evidenzia che il 95% degli intervistati ritiene utile l’inserimento della bioetica nei curricoli scolastici a scopi formativi, mentre il 66% pensa che sia necessario indicare un orizzonte etico, orizzonte scelto in accordo con la famiglia (83%). Il 61%, infine ritiene che l’educazione alla bioetica vada fatta dagli insegnanti e che vada integrata con continuità nei curricoli scolastici.
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Colombo, Maddalena. "I giovani migranti nelle scuole italiane: percorsi formativi, disuguaglianze, risorse." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no. 42 (June 2014): 159–70. http://dx.doi.org/10.1590/s1980-85852014000100010.

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Abstract:
Nel 2013 la presenza di minori stranieri in Italia ha raggiunto quote numeriche importanti, soprattutto per la presenza di seconde generazioni (44%). Famiglie e giovani stranieri puntano sull'istruzione anche a compensazione di diritti sociali che sentono negati (ius sanguinis); i livelli formativi degli immigrati stanno aumentando gradatamente, ma si segnalano alcune criticità: a) la persistenza di un gap negativo tra i risultati scolastici degli alunni di nazionalità italiana e straniera; b) in certi istituti la maggiore visibilità delle diverse provenienze etniche in alcune aree sembra provocare disagi nelle interazioni tra autoctoni e immigrati; c) in alcune sezioni scolastiche ad elevata incidenza di stranieri, la concentrazione di problematiche sociali mette in allarme la concezione anti-discriminatoria e liberale della scuola. Tuttavia anche in tali sezioni ci sono risorse educative che non vanno sottovalutate.
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Seveso, Gabriella. "Differenze di genere e libri per l’infanzia: riflessioni sugli stereotipi di genere nei libri scolastici italiani [Diferenças de gênero e livros para a infância: reflexões sobre os estereótipos de gênero nos livros escolares italianos] (Gender differences and books for children: reflections on gender stereotypes in italian Schoolbooks)." Crítica Educativa 2, no. 2 (February 13, 2017): 107. http://dx.doi.org/10.22476/revcted.v2i2.100.

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Abstract:
A partire dagli anni Settanta, in Italia si è avviata una riflessione sull’importanza dei modelli di genere presenti nella letteratura per l’infanzia.Contemporaneamente, si è verificato un interessante cambiamento nella produzione editoriale di testi di narrativa rivolta a bambini/e e ragazzi/e, perché molte case editrici hanno proposto storie e personaggi che introducevano stereotipi non tradizionali riguardo al genere. Un settore particolare di questa produzione è quello dei libri scolastici. In questo ambito, c’è stata, negli ultimidecenni, qualche riflessione che ha sottolineato l’importanza dei modelli di identità e dei codici di comportamento veicolati nei testi scolastici. Inoltre,a livello europeo, è stato redatto un regolamento che invita le case editrici a diventare sensibili al problema delle differenze di genere (Progetto POLITE). Nonostante questo, la produzione sembra essere rimasta legata a immagini e modelli molto stereotipati in senso tradizionale. Il contributo ricostruisce la storia del dibattito italiano negli ultimi decenni e propone i risultati di una micro ricerca svolta in Lombardia su testi scolastici rivolti alla scuola primaria.
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Ujcich, Veronica. "La correzione tra italiano contemporaneo e usi scolastici: 16 frasi corrette da 200 docenti di scuola primaria." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 69–97. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.03.

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Abstract:
Nell’articolo vengono riportati i risultati di un’indagine svolta tramite questionario online sul tema della correzione del testo scritto nella scuola primaria. In particolare sono esposti i risultati di una batteria di domande volte a raccogliere dati sulla percezione dell’errore da parte dei docenti e sulle loro proposte di correzione in relazione a 16 tratti scelti tra quelli caratteristici dell’italiano contemporaneo o dell’uso scolastico, con lo scopo di indagare la “zona grigia” della correzione.
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Luisi, Daniela, and Caterina Rizzo. "Connessioni di comunità educanti per contrastare la povertà educativa in aree marginali: primi risultati e apprendimenti dalla valutazione del progetto Co.Di.C.E." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 155–70. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002011.

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Abstract:
Il presente contributo analizza il ruolo della valutazione come pratica riflessiva nell'attuazione di un progetto di contrasto alla povertà educativa realizzato in al-cuni quartieri svantaggiati della città di Genova. A partire dall'attività di valuta-zione di impatto del progetto Co.Di.C.E, il contributo si propone di rilevare i cambiamenti generati dall'introduzione di metodi partecipativi e figure della facilita-zione. Dal confronto riflessivo con referenti territoriali e operatori del terzo settore, insegnanti e dirigenti scolastici coinvolti nel percorso progettuale, emerge una pri-ma analisi sugli esiti di progetto e sul ruolo della valutazione come attività di ricerca applicata ai contesti scolastici. La riflessione sui cambiamenti facilita nuovi percorsi di ricerca sul ruolo della valutazione d'impatto sociale in progetti/politiche educative che vedono il coinvolgimento di reti multiattore composte da enti pubblici, privato sociale, famiglie e scuole.
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Guasti, Lorenzo, and Giovanni Nulli. "Makerspace scolastici, follow-up relativo all’indagine esplorativa del 2018." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 295–309. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.406.

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Abstract:
L’articolo tratta i temi legati allo sviluppo di un makerspace scolastico all’interno di una scuola primaria e secondaria di primo grado. Indire nel 2018 ha condotto una prima indagine, alla quale è seguito un follow-up per comprendere le dinamiche che si instaurano intorno al makerspace e che coinvolgono dirigente, insegnanti e terze parti (makers, associazioni, genitori). L’articolo si basa su interviste semi-strutturate a tutti gli attori coinvolti e ha lo scopo di verificare la sostenibilità di tale azione sotto tutti i punti di vista: didattico, economico, logistico. I risultati che si rilevano sono incoraggianti, ma mettono in evidenza numerosi problemi correlati alle dinamiche di comunità tra le figure professionali coinvolte. L’articolo mette in evidenza la necessità di una visione di lungo corso con obiettivi condivisi e programmi ben definiti, sostenuti, possibilmente, da una stabilità in termini di personale.
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Erica Cimò. "L’importanza di essere connessi: L’educazione digitale nei curricoli scolastici dei sistemi educativi europei e il nuovo curricolo francese dedicato alle scienze digitali." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 226–41. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.28.

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Abstract:
I curricoli scolastici dei sistemi educativi europei sono sempre più orientati verso la necessità di sviluppare competenze digitali in alunni e studenti, a partire dalla scuola primaria. In questa sede vengono trattati i seguenti temi: la definizione di competenza digitale, l’approccio curricolare all’insegnamento delle competenze digitali, i tempi di insegnamento, le aree di competenza digitale e i risultati di apprendimento, e le competenze digitali dei curricoli europei a confronto con il Quadro di riferimento europeo per le competenze digitali dei cittadini, DigComp. Infine, si presenta il curricolo francese nell’area delle scienze informatiche e digitali dell’istruzione secondaria superiore, oggetto di una recente riforma.
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Mosa, Elena. "L’uso degli ambienti fisici e virtuali durante l’emergenza sanitaria." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 36–45. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.332.

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Abstract:
Il contributo si basa sui dati raccolti nel corso dell’indagine “Impatto della Pandemia sulle Pratiche Didattiche e Organizzative delle Scuole Italiane nell’Anno Scolastico 2020/21” condotta da Indire su un campione statisticamente rappresentativo. La survey richiama le dimensioni dei framework europei DigCompOrg e DigCompEdu, ovvero: 1) Modalità didattiche 2) Valutazione 3) Supporti e risorse per la didattica 4) Spazi, infrastrutture e tecnologie 5) Formazione continua 6) Organizzazione e leadership scolastica 7) Collaborazione e networking. Il rispondenti all’indagine sono stati 2.546 docenti variamente distribuiti sul territorio nazionale e rappresentativi della scuola primaria, secondaria di I e di II grado. Nello specifico, l’articolo intende approfondire i risultati relativi alla dimensione “spazi, infrastrutture e tecnologie” con l’obiettivo di analizzare l’uso degli spazi scolastici interni ed esterni all’edificio anche in modalità integrata e potenziata dagli ambienti on line. Come è noto, gli spazi e le infrastrutture tecnologiche hanno ricoperto un ruolo fondamentale durante la pandemia. I primi, perché sono risultati essenziali al fine di garantire il distanziamento sociale minimo nel rispetto dei provvedimenti sanitari emanati dal CTS. Le infrastrutture e le tecnologie, inoltre, si sono rivelate essere la conditio sine qua non per garantire le attività didattiche nei vari assetti: in presenza, online o a classi ibride. Assicurare un device a tutti, disporre di connessioni sufficientemente robuste da consentire molteplici accessi in contemporanea (a casa, come a scuola) sono state alcune delle principali sfide fin dai primi giorni di lockdown. Al perdurare dell’emergenza sanitaria e dei relativi provvedimenti necessari al contingentamento della diffusione del virus, si sono poste anche questioni legate alla disponibilità di ambienti domestici dedicati per consentire il corretto svolgimento delle attività didattiche. Ambienti che, non di rado, risultavano inidonei se, ad esempio, dovevano essere condivisi con altri fratelli o sorelle o con i genitori in smart working. I patti educativi di comunità sono stati richiamati nel Piano Scuola 2020/21 al fine di incoraggiare collaborazioni virtuose tra scuola e territorio e rafforzare l’alleanza educativa, civile e sociale tra le scuole e le comunità educanti, anche in relazione al quadro di complessità generato dalla pandemia. Il Piano 2020/21 specifica, tra i vari obiettivi, la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, per svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali. Si è pertanto inteso indagare la tipologia e la frequenza di utilizzo di ambienti diversi dall’aula scolastica e le motivazioni che hanno sotteso a tali scelte. Il contributo intende fornire una sintesi e una riflessione critica a partire dai dati emersi dal questionario.
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Zucchini, Eleonora. "Indicativo e congiuntivo a scuola: uso e sanzione." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 43–68. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.02.

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Abstract:
Il contributo si pone, in primo luogo, l’obiettivo di indagare l’alternanza modale nelle frasi completive in un corpus di elaborati scolastici. In secondo luogo, intende osservare la sanzione applicata dai/dalle docenti all’indicativo pro congiuntivo, attraverso l’analisi delle correzioni incluse nei testi del corpus e la somministrazione di un compito di correzione. Si mostrerà, tramite esempi tratti dai dati e grazie ai risultati della rilevazione, che la recessione del congiuntivo non interessa in egual misura tutti i contesti. Per concludere, verranno illustrati alcuni spunti didattici riguardo ai vantaggi offerti da una riflessione in classe sul modo congiuntivo; può infatti rappresentare un’occasione per evidenziare lo stretto legame fra morfologia e sintassi e per riflettere sulla variabilità e stratificazione della lingua.
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Occhini, Laura. "Trascuratezza educativa, abbandono scolastico e disagio adolescenziale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (December 2022): 9–29. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003002.

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Abstract:
Gli ultimi report sull'istruzione dei giovani italiani, condotte da ISTAT, OCSE-PIAAC, EUROSTAT, MIUR e Save the Children, restituiscono una fotografia preoccupante. Il numero degli abbandoni scolastici, pur in calo, si attesta intorno al 13% (contro una media Europea del 9%). Cresce la percentuale di ELET e dei NEET con l'inevitabile incremento del numero di analfabeti funzionali (che in Italia, in media, tocca punte del 28%). I risultati delle prove INVALSI, poi, hanno messo in evidenza il fenomeno della "dispersione implicita", della conseguente perdita di competenze che va ad incrementare gli effetti dello skills mismatch. Una condizione che necessita di profondi ripensamenti a partire da una delle cause principali: la trascuratezza educativa. Non se ne parla molto e, quando lo si fa, si ha la tendenza a sovrapporla al fenomeno della povertà educativa. In questo lavoro si tenta di definire il fenomeno, di circoscriverlo ma, soprattutto, di ipotizzarne i possibili effetti sulla popolazione adolescenziale.
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Recchia, Pasquale, and Ernesto Toma. "La valutazione degli istituti scolastici: problemi di stima e alcune evidenze empiriche sui risultati dei test INVALSI." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 61 (March 2016): 49–69. http://dx.doi.org/10.3280/riv2015-061004.

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Di Nunzio, Daniele, Marcello Pedaci, Fabrizio Pirro, and Emanuele Toscano. "La didattica a distanza durante la pandemia di covid-19: il lavoro dei docenti e la diversità dei contesti scolastici." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 98–106. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001008.

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Abstract:
L'articolo presenta i risultati di un'indagine rivolta ai docenti delle scuole dell'infanzia, prima-ria e secondaria, in merito alla didattica a distanza attuata durante la fase emergenziale della pandemia di Covid-19. L'Indagine è stata condotta su tutto il territorio nazionale, con questio-nario online, tecnica Cawi, dal 3 aprile al 7 maggio 2020, con 1197 questionari validi. L'analisi approfondisce il ruolo dei contesti scolastici nel determinare gli impatti sia sulle con-dizioni di lavoro dei docenti che sulle disuguaglianze di accesso al diritto di istruzione da parte degli studenti. In particolare, sono considerati i seguenti fattori intervenienti: il ruolo delle possibilità di partecipazione dei docenti, la formazione ricevuta e la disponibilità di strumenti tecnologici. L'indagine è stata promossa dalla Flc-Cgil (Federazione Lavoratori della Conoscenza) e con-dotta in collaborazione con Fondazione Giuseppe Di Vittorio, Università di Teramo e Labora-torio LO-Lavoro e Organizzazioni del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell'Università degli Studi di Roma «La Sapienza».
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Francesca, Addarii, Elisabetta Ciracò, and Ketty Polo. "Scacchi a scuola, funzioni esecutive e pandemia: uno studio esplorativo." QUADERNI ACP 29, no. 4 (2022): 153. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.153-156.

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Abstract:
L’epidemia da Covid-19 ha alterato significativamente l’apprendimento e lo sviluppo nei bambini in età scolare. Lo studio intende esplorare le funzioni esecutive prima e dopo la quarantena, indagando il possibile effetto di un intervento di un laboratorio di scacchi. Sono stati coinvolti 83 bambini: 39 (gruppo controllo-GC) hanno svolto le attività scolastiche in didattica a distanza; 44 (gruppo sperimentale-GS) hanno svolto didattica a distanza e un laboratorio di scacchi online. I genitori hanno compilato il questionario BRIEF per la valutazione delle funzioni esecutive prima dell’attivazione del laboratorio (marzo 2020) e al termine dell’anno scolastico (giugno 2020). I risultati evidenziano nel GC un aumento della frequenza di rischio nell’acquisizione delle funzioni esecutive (monitoraggio del compito, inibizione e regolazione comportamentale); al contrario, tali aree risultano migliorate nel GS. I risultati sostengono il laboratorio scacchi come utile strumento di supporto all’apprendimento e allo sviluppo di alcune funzioni esecutive.
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Michel Franca, Guy, Silvia Reggi, Alessia Salvatori, and Laura Pieroni. "La metodologia dell'etica delle relazioni umane: uno studio di valutazione dell'effetto sugli stati dell'umore." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 747–63. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002013.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio è quello di offrire una prima analisi quantitativa ap-profondita della formazione ERH etica delle relazioni umane per valutare i pos-sibili cambiamenti dell'umore nei soggetti coinvolti prima e dopo la formazione. Abbiamo utilizzato il Profile of Mood State Test con 51 soggetti (Età: M = 45,32) prima e dopo un corso di formazione per dirigenti ed insegnanti scolastici. I risultati mostrano una riduzione significativa dei fattori di tensione-ansia, depressione-deiezione, rabbia-ostilità, in linea con l'ipotesi sperimentale. I soggetti coinvolti nella formazione acquisiscono strumenti per cambiare in-ternamente i loro stati di ansia, rabbia e ostilità in uno stato di coscienza che è l'espressione del Vero sé: non è solo una questione di comprensione cognitiva o auto-persuasione, ma della capacità di regolazione di ciò che la persona speri-menta internamente. Nella nostra ipotesi il processo avviene grazie all'attivazione dello spazio di lavoro neuronale globale (Global Neuronal Workspace, GNW). L'attivazione del GNW consente la disponibilità globale dell'informazione proveniente dai centri sensoriali in concomitanza alle informazioni provenienti dal sistema limbico e le rende accessibili alla coscienza, grazie all'attivazione di neuroni ad assoni lunghi diffusi, particolarmente presenti nelle zone prefrontali e parietali. È grazie a que-sto processo che l'individuo è in grado non solo di percepire, ma anche di elabo-rare ed integrare consapevolmente quanto ha sperimentato internamente.
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Tobia, Valentina, and Gian Luca Marzocchi. "Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e nei loro genitori: uno studio pilota con il questionario sul benessere scolastico - versione per genitori." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 499–517. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004004.

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Abstract:
Alcuni studi mostrano come alle difficolta scolastiche dei bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), si affiancano difficolta di natura emotiva, comportamentale e relazionale, che vanno ad influenzare il benessere psicologico dei bambini stessi e dei loro genitori. In questo articolo vengono analizzati i risultati della somministrazione del Questionario sul Benessere Scolastico-versione per genitori (QBS-G), che valuta diversi aspetti dell'integrazione scolastica dei bambini con DSA e i vissuti dei loro genitori. In questo studio pilota viene misurata la validita della struttura interna del questionario con un'analisi fattoriale confermativa che mostra risultati accettabili; anche i punteggi di omogeneita interna delle singole sottoscale e del punteggio totale danno risultati da sufficienti a ottimi. I punteggi del questionario ottenuti dai genitori di bambini con DSA (n = 164) vengono confrontati con quelli di genitori di bambini con sviluppo tipico (n = 59), mostrando differenze significative. L'analisi del solo gruppo di genitori con figli con DSA evidenzia delle differenze nei punteggi in base al numero di disturbi in comorbilita (sottoscala Valutazione degli apprendimenti) e all'aver preso parte o meno ad un intervento (sottoscala Rapporto con scuola e insegnanti). Nell'articolo vengono discusse le implicazioni del benessere scolastico in relazione alla valutazione e al trattamento dei bambini con DSA. Parole chiave: Disturbi specifici dell'apprendimento, difficolta d'apprendimento, benessere scolastico, genitori. Abstract Few studies reported emotional, behavioural and relational difficulties in children with Specific Learning Difficulties (SLD), associated with a decline in school wellness. Furthermore, children's difficulties also afflict parents' wellness. In this study the results from the first administration of the Questionnaire on the School Wellness-parents' version (QSW-P), are described. The questionnaire's internal structure is analyzed using a confirmatory factor analysis, that showed acceptable fit indices. Furthermore, the validity analysis showed good psychometric properties of the instrument. The scores from the QSW-P administered to parents whose children have a diagnosis of SLD (n = 164) were compared to questionnaires of parents of children with typical development (n = 59): the two groups showed significant difference in some sub-scales of the questionnaire. Analyses run on the SLD group, showed differences in the QSW-P scores based on comorbidity (subscale Evaluation of learning processes) and on taking part in an intervention (subscale Relationship with teachers and school). The results of the QSWP in relationship with assessment and treatment of children with SLD are discussed.
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Romano, Alessandra. "L'inclusione scolastica e lavorativa nella prospettiva della teoria trasformativa. Strumenti e pratiche per il disability management." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12916.

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Abstract:
Il contributo esplora le pratiche di disability management e le metodologie a supporto dell'inclusione lavorativa di persone in condizione di disabilità, a partire da una ricerca collaborativa triennale che ha visto la partecipazione di un team di ricercatori/rici universitari e un network interistituzionale composto da aziende, cooperative del settore educativo, centri per l'impiego, Ufficio Scolastico Regionale, scuole secondarie e associazioni di familiari di persone con sindromi dello spettro autistico. Nello specifico, si articolano il percorso metodologico e i risultati emergenti della ricerca, che ha intercettato pratiche formative e dispositivi organizzativi in grado di sostenere processi di inserimento (e reinserimento) lavorativo di persone adulte in condizione di disabilità, quali le metodologie del Disability Tool e della Consulenza Collaborativa Organizzativa. Nel paragrafo conclusivo si discutono le implicazioni dei risultati per l'inclusione scolastica e le azioni a sostegno dello sviluppo della professionalità docente
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Capurso, Michele, and Valerio Santangelo. "Paure verso la scuola, coping e relazione di aiuto nei bambini italiani: una ricerca proiettiva." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 435–71. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004002.

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Abstract:
Partendo dalle ricerche che identificano una serie di paure infantili ritenute normali in eta evolutiva, il presente studio indaga in modo specifico le paure generate dal contesto scolastico, la relazione di aiuto e le strategie di coping in un campione di 1931 bambini di diverse regioni italiane. Le paure sono state indagate attraverso uno strumento proiettivo costruito ad hoc e le risposte sono poi state analizzate con una procedura induttiva. Il test del ?2 e stato utilizzato per evidenziare le frequenze di risposte significativamente diverse dal caso. Lo scopo e stato quello di determinare se le paure scolastiche ricalcassero, come ipotizzato, le paure normative piu generali, valutando allo stesso tempo in che modo il coping e la relazione di aiuto si configurano nel contesto scolastico italiano. I risultati mostrano che nella maggior parte dei casi le paure espresse riguardano eventi direttamente connessi al contesto scolastico, in particolare il timore di prendere un brutto voto o di subire aggressioni. I coetanei vengono indicati in misura maggiore dei genitori quali figura di supporto in grado di aiutare i soggetti a superare le paure. Le forme di coping piu indicate sono quelle attive o cognitive e la ricerca di supporto emotivo o di comunicazione. Emerge anche, con una incidenza significativa nei piu piccoli una strategia di coping precedentemente non documentata, il gioco. Questi risultati ci consentono di affermare che le paure scolastiche possono declinarsi in due sotto-categorie specifiche (brutto voto e aggressioni) che sono tendenzialmente in linea con quanto rilevato a proposito delle paure normative. Altre forme di paure normative, come le paure ancestrali, sono comunque presenti, soprattutto nelle indicazioni dei piu piccoli. Le strategie di coping indicate e la scelta dei coetanei quali attori principali nella relazione di aiuto consente di conclude- re che i bambini italiani appaiono dotati di strategie funzionali per affrontare le difficolta quotidiane a scuola.
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Kavadias, Korey, Riccardo Amorati, and John Hajek. "UNDERSTANDING UNIVERSITY STUDENTS’ EXPERIENCES OF ITALIAN LANGUAGE STUDY AT PRIMARY SCHOOL AND REASONS FOR DISCONTINUATION INTO SECONDARY STUDY IN AUSTRALIA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 291–307. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18179.

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Abstract:
This study explores Australian university students’ experiences of Italian language study in primary school. It aims to understand the reasons why they may not continue with Italian in the transition to secondary education. The findings showed that while students enjoyed Italian language education overall at primary level, they were critical [1]about many aspects associated with their learning experience, particularly their teachers, and their own learning progress, which was hindered by limited contact hours and repetitive and insufficient content covered. However, these factors were not found to be salient in accounting for discontinuation into secondary school, which was instead caused mainly by the lack of provision of Italian at that level and, for some students, also by perceptions of scarce preparedness for secondary study and limited practical applicability of Italian. This study suggests that efforts should be made to ensure coordinated provision of Italian language study between primary and secondary, and that curricula should be reframed to include more contact hours and to reduce unnecessary repetition in content. Capire le esperienze di studenti universitari nello studio della lingua italiana alla scuola primaria e le ragioni della sua interruzione nella scuola secondaria in Australia Questo studio esplora le esperienze di studenti universitari australiani relative allo studio della lingua italiana nella scuola primaria. L’obiettivo è di comprendere i fattori che portano all’abbandono dell’italiano nel passaggio alla scuola secondaria. I risultati hanno mostrato che nonostante gli studenti abbiano apprezzato lo studio della lingua nella scuola primaria, sono stati critici su molti aspetti legati alla loro esperienza, in particolare i loro insegnanti, e i loro progressi di apprendimento, che sono stati ostacolati da ore di insegnamento limitate e da contenuti didattici ripetitivi e insufficienti. Tuttavia, questi fattori non sono risultati centrali per spiegare l’abbandono dell’italiano nella scuola secondaria, che è stato invece causato principalmente dalla mancanza di offerta della lingua a quel livello e, per alcuni studenti, anche dalla percezione di una scarsa preparazione allo studio secondario nonché di una limitata spendibilità dell’italiano. Questo studio suggerisce che è necessario assicurare un’offerta coordinata di studio della lingua italiana tra la scuola primaria e secondaria, e che i curricula scolastici dovrebbero essere modificati in modo da includere più ore di insegnamento della lingua e ridurre inutili ripetizioni contenutistiche.
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Rosnati, Rosa, Sonia Ranieri, and Chiara Righetti. "Le competenze scolastiche e relazionali nei bambini adottati di diversa etnia: le percezioni di genitori e insegnanti a confronto." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (April 2010): 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002002.

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Abstract:
Nel presente lavoro, assumendo un approccio multiprospettico che prende in considerazione il punto di vista di piů informant, sono state messe a confronto le percezioni di 90 coppie di genitori adottivi e di 90 insegnanti (per un totale di 269 soggetti) relativamente alle competenze scolastiche e relazionali dei bambini adottati di diversa etnia che attualmente frequentano la scuola elementare. I dati sono stati raccolti tramite un questionario redatto in tre versioni (madre, padre e insegnante). I risultati evidenziano differenze significative tra le percezioni di genitori e insegnanti: padri e madri percepiscono nei figli maggiori competenze scolastiche e relazionali rispetto ai docenti. Tale discrepanza risulta indipendente dalla variabile Genere del bambino che non discrimina tra le valutazioni dei tre informant. L'Etŕ all'adozione e il Paese d'origine, al contrario, sembrano incidere in modo significativo su alcune specifiche competenze scolastiche, ma non sulle competenze relazionali. In particolare sono i bambini adottati tra i 3 e i 5 anni a presentare maggiori difficoltŕ scolastiche. I risultati evidenziano inoltre come madri e padri abbiano percezioni tra loro omogenee rispetto alla valutazione delle competenze scolastiche e relazionali dei figli, mentre emergono discrepanze significative tra le valutazioni dei genitori e quelle degli insegnanti.
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Cantoni, Paola. "DALLA CANTINA (DELLA SCUOLA) ALLA RETE: PROPOSTE PER UNA DIDATTICA DELLA VARIAZIONE." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 155–76. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19655.

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Abstract:
La ricca documentazione custodita dagli archivi scolastici ha elementi di grande interesse sotto diversi aspetti, sicuramente sotto il profilo linguistico e per la didattica perché, confrontandosi con un patrimonio storico-educativo disperso, gli studenti sviluppano la consapevolezza di lavorare per un bene comune. I “Giornali della classe” dei maestri elementari costituiscono un’occasione per una didattica della variazione e per la riflessione sulla lingua, fondate sulla diretta esperienza di fonti “dal basso” tratte dal proprio territorio e dal proprio ambiente quotidiano. Dopo aver illustrato i riferimenti teorici e alcune proposte relative all’utilizzo di fonti non letterarie e non istituzionali per la didattica dell’italiano e aver descritto struttura, contenuti e caratteri linguistici e stilistici dei Registri dei maestri nella prima metà del Novecento, si presentano alcune proposte operative che utilizzano la rete o prevedono la realizzazione (e condivisione) di prodotti multimediali e multimodali, con attività sul parlato, sullo scritto e sull’interazione tra differenti sistemi di codici e risorse modali. Laboratori di trascrizione dei Giornali (anche inseriti in progetti più articolati per la ricostruzione della memoria scolastica e locale e con altre scuole, sfruttando le potenzialità del crowdsourcing) possono essere rivolti a studenti dei diversi cicli e, come per l’esperienza realizzata in una scuola media di cui si commentano i risultati, condotti con esperienze di riflessione su tutti i livelli di analisi e con attività di scrittura. From the (school) basement to the web: proposals for teaching language variation The rich documentation preserved in the school archives has elements is very interesting for the history of italian language and for teaching italian. Through these texts students develop the awareness of working for a common good. The “Giornali della classe” of the elementary teachers constitute an opportunity for teaching variation and for reflection on the language, based on the direct experience of sources “dal basso” taken from one's own territory. This paper illustrates the theoretical references and some proposals relating to the use of non-literary sources for teaching Italian and described the structure, contents and linguistic and stylistic characteristics of the “Giornali” in the first half of the twentieth century. The article then presents some educational proposals that use the web, with multimedia and multimodal products, activities on speech, writing and the interaction between different systems. Texts can be transcribed (also for the reconstruction of scholastic and local memory and with other schools, trhough crowdsourcing) by students of various school cycles. Workshop, such as the one commented for a middle school, can be conducted with experiences of reflection on the different levels of analysis and with writing activities.
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Lannutti, Vittorio. "BeFriend: un'occasione per scoprire il valore della relazione e del contatto con l'altro." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 91–100. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001009.

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Abstract:
L'esperienza pratica proposta riporta i principali risultati del progetto BeFriend, svolto in due scuole medie di secondo grado della provincia di Ascoli Piceno negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019. BeFriend ha affrontato il problema della povertà educativa da un punto di vista relazionale e socio-affettivo utilizzando lo strumento del peer mentoring, inteso come modello psicopedagogico e best practice che pone al centro la relazione di sostegno che si instaura tra un giovane, che vive situazioni problematiche durante il suo percorso di cre-scita, il mentee, e un giovane, il mentor, che ha lo scopo di aiutare il mentee a individuare le proprie potenzialità valorizzandole in modo sano e funzionale. Il progetto è stato diviso in due step. Nel primo 120 studenti frequentanti il triennio delle due scuole sono stati formati al mentoring, attraverso gli strumenti del Gestalt counseling e della sociologia delle migrazioni. Nel secondo step i 120 studenti formati, divenuti mentor hanno lavorato con 120 studenti del biennio, i mentee (scelti in base a difficoltà emotive e a rischio di drop-out), sotto la supervisione e con la sollecitazione di educatori e formatori all'interno di attività laboratoriali volte sia ad affrontare e a discutere in gruppo e a coppie le fragilità e le difficoltà relazionali vissute dai mentee, sia per acquisire gli strumenti per un uso consapevole, critico e creativo dei media, sia per affrontare le questioni inerenti i pregiudizi, e le principali motivazioni delle migrazioni. L'obiettivo del progetto è stato raggiunto, come dimostrato sia dagli spot sulla lotta e la pre-venzione al bullismo/cyberbullismo e al razzismo, realizzati durante uno dei laboratori sia dalle risposte fornite nei questionari sottoposti agli studenti alla conclusione del progetto, i cui aspetti più rilevanti sono stati: il superamento della fase infantile dell'egocentrismo, un aumento della fiducia negli altri e dell'autostima, una maggiore tendenza all'ascolto e all'empatia e la disponibilità a mettersi in gioco e a rischiare nella relazione con l'altro sco-nosciuto.
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Guidetti, Giulia, and Cinzia Albanesi. "Senso di comunità. Può bastare per fronteggiare l'emergenza COVID-19 a scuola? Uno studio di un caso su una scuola secondaria di primo grado." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (June 2021): 81–95. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001006.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio è comprendere la relazione fra SSoC (Senso di Comunità Scolasti-co) e benessere degli studenti in didattica a distanza (DAD), durante la pandemia, e il ruolo delle scelte metodologiche della scuola sulle stesse variabili (benessere e SSoC), in una scuola secondaria di I grado che usa la Didattica per Ambienti di Apprendimento (DADA). Hanno partecipato alla ricerca 70 studenti (mediante questionario e un'intervista di gruppo) e 13 tra docenti e genitori (mediante interviste individuali). La ricerca ha indagato il ruolo della DAD e il suo impatto sulla scuola, sul SSoC e sul benessere psicologico (PWB) e sociale (MHC-SF). Dai risultati emerge l'importanza del SSoC e di pratiche trasformative nel mantenere il be-nessere scolastico, anche in situazioni di emergenza.
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Rossini, Valeria, and Francesco Pizzolorusso. "Qualità dell'inclusione e didattica cooperativa. Una R-A in una scuola secondaria di secondo grado pugliese." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 192–221. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9419.

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Abstract:
Il presente contributo descrive un percorso di ricerca-azione realizzato in una scuola secondaria di secondo grado pugliese. La ricerca intende avviare una riflessione circa la qualità dell'inclusione scolastica, con il fine di apportare un miglioramento della professionalità docente e delle pratiche educative e didattiche. Lo studio descrive il processo di progettazione, realizzazione e valutazione di strategie inclusive, dall'osservazione del funzionamento degli studenti con bisogni educativi speciali secondo il modello ICF, alla sperimentazione di metodologie cooperative in classe. I risultati raggiunti mostrano l'importanza di una progettualità attenta sia al piano delle relazioni e sia a quello degli apprendimenti, in grado di integrarsi in una visione sistemica della qualità della scuola. La ricerca conferma inoltre come la partecipazione attiva di docenti e studenti nella promozione di una migliore convivenza scolastica risulti essere uno strumento fondamentale per rendere la classe (e la scuola) uno spazio aperto e accogliente, all'interno del quale l'inclusione sia intesa non solo come coinvolgimento di tutti, ma anche come valorizzazione di ciascuno.
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Dell'Anna, Silvia, and Dario Ianes. "Preventing school disaffection, failure and dropout. The ESF projects “Last Round” and “Energy Start”." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 93–105. http://dx.doi.org/10.36253/form-11318.

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Abstract:
Early school leaving is a very important issue in our country, both for its individual consequences and for the social and economic repercussions. The Covid-19 pandemic has exacerbated some existing trends, increasing risk factors and putting at greater risk of dropout some portions of the school population. The article reflects on the phenomenon of early school leaving and on intervention options, with particular reference to the period of COVID-19 emergency. Starting from the results of two project experiences conducted in 2020 in some secondary schools of the Autonomous Province of Bolzano, the contribution examines the protective and risk factors, the needs of students at risk, the contents and teaching strategies of interventions. Finally, it reflects on the different options for implementation, on monitoring and research. Prevenire la disaffezione scolastica, l’insuccesso e l’abbandono. I progetti FSE “Last Round” ed “Energy Start” La dispersione scolastica rappresenta una questione di grande rilevanza nel nostro Paese, sia per le sue conseguenze individuali sia per le ricadute sociali ed economiche. La pandemia da Covid-19 ha acuito alcune tendenze già esistenti, ampliando i fattori di rischio e colpendo con maggiore intensità alcune porzioni di popolazione scolastica. L’articolo riflette sul fenomeno dell’abbandono scolastico precoce e sulle opzioni di intervento, con particolare riferimento al periodo di emergenza sanitaria. A partire dai risultati di due esperienze progettuali condotte nell’anno 2020 in alcune scuole secondarie delle Provincia Autonoma di Bolzano, il contributo prende in esame i fattori protettivi e di rischio, i bisogni dell’utenza a rischio di dispersione, i contenuti e le strategie didattiche degli interventi formativi. Infine, si riflette sulle differenti modalità di implementazione, sul monitoraggio e sulla ricerca.
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Monteduro, Maria Pia. "The Redistributive Effects of Public Spending in Higher Education: an Empirical Analysis*." Journal of Public Finance and Public Choice 13, no. 2 (October 1, 1995): 167–87. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540156.

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Abstract:
Abstract Il lavoro si propone di offrire una analisi empirica dell’impatto redistributivo della spesa pubblica per l’istruzione superiore in Italia e dell’effetto del relativo finanziamento (ossia l’onere fiscale) sulla distribuzione dei redditi familiari.In particolare dall’analisi emerge come sia la classe media a trarre un netto beneficio dalla spesa pubblica per l’istruzione superiore, rimanendone invece svantaggiate le fasce di reddito più basse e quelle più elevate. Estendendo poi l’analisi redistributiva alia proposta di un innalzamento delle tasse scolastiche, lo studio evidenzia come in seguito ad un incremento non differenziato rispetto al livello di reddito, la distribuzione die reddito risulta meno equilibrata rispetto a quella esistente nell’attuale sistema di finanziamento. Il risultato è inverso, invece, se l’innalzamento delle tasse scolastiche è differenziato rispetto alle classi di reddito.
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Pinto, Maria A., and Renato Corsetti. "Ricadute metalinguistiche dell’insegnamento dell’esperanto sulla lingua materna dell’alunno." Language Problems and Language Planning 25, no. 1 (August 16, 2001): 73–90. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.25.1.06pin.

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Abstract:
Due gruppi di alunni di una scuola media italiana, comparabili tra loro per molti aspetti, hanno preso parte ad un esperimento sugli effetti dell’apprendimento dell’esperanto relativamente alle loro abilità metalinguistiche. Il gruppo che ha seguito un corso di esperanto per un intero anno scolastico ha avuto dei risultati migliori in test di abilità metalinguistiche sviluppati e validati indipendentemente da questo esperimento rispetto al gruppo di controllo. Pertanto, i risultati dell’esperimento sono del tutto in linea con le ipotesi prefissate, e cioè che l’insegnamento dell’esperanto avrebbe avuto un’influenza positiva sulle abilità metalinguistiche degli alunni. I risultati dei test mostrano chiaramente che all’inizio dell’anno scolastico entrambi i gruppi erano allo stesso livello sia per quanto riguarda le risposte “linguistiche” sia per quanto riguarda quelle “metalinguistiche” del test. Il test, infatti, richiede sia risposte linguistiche che metalinguistiche, in altre parole si devono dare le giustificazioni per le risposte linguistiche indicate. Questi risultati sono in linea con i risultati di ricerche precedenti sugli effetti propedeutici dell’esperanto e sottolineano i potenziali vantaggi dell’educazione bilingue per tutti i bambini. Confermando la validità dell’educazione bilingue dei bambini, gli autori chiedono che verifiche simili siano fatte relativamente a bambini con diverse età e con diverse lingue materne.
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Salvati, Armida. "Povertà educativa e scelte scolastiche: una ricerca nelle scuole di Bari." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 59–70. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001006.

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Abstract:
Il paper presentato è finalizzato a dimostrare l'esistenza di una relazione tra scelte scolasti-che e posizione sociale come caratterizzata da uno specifico modus di socializzazione che assume la lezione di Bourdieu allo scopo di cogliere le sfumature insite in concetti come habi-tus e capitale culturale. Coerentemente con i risultati di una ricerca svolta in due quartieri della periferia di Bari, che ha assunto, come quartiere di controllo, una zona caratterizzata da un più elevato standard socio culturale della popolazione residente, vogliamo argomentare il peso delle dinamiche familiari (come declinate secondo una modalità segregante), sulle decisioni di passaggio dal-la scuola media inferiore alla superiore. Queste, insieme alle influenze dettate dal gruppo di pari e dal sistema di opportunità espresso dal quartiere di residenza concorrono a dare forma alle motivazioni alla base delle scelte scolastiche
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Forlivesi, Marco. "IL PROBLEMA STORIOGRAFICO DELLA NOZIONE DI "FILOSOFIA SCOLASTICA" E LA GENESI DELLA NOZIONE DI "SECONDA SCOLASTICA"." Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 169–208. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00010.

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Abstract:
Il saggio intende delucidare la genesi delle nozioni di "filosofia scolastica" e "seconda scolastica". Le ricerche svolte fino a oggi sulla storia della nozione di "scolastica" non sembrano aver preso in esame la questione della possibile diversità della storia della nozione di "filosofia scolastica" rispetto alla storia delle nozioni di "teologia scolastica" e di "scolastica" tout court. In questo studio viene proposta la tesi secondo la quale la storia della nozione di "filosofia scolastica", benché strettamente connessa con la storia della nozione di "teologia scolastica", non è identica a quest'ultima e vengono presentati elementi e indizi circa i tempi e i modi nei quali, tra prima modernità e inizio del XX secolo, l'aggettivo "scolastica" fu utilizzato per designare un tipo di filosofia che viene ritenuto essere altro dal genere di filosofia praticato dagli autori moderni. I risultati raggiunti forniscono la base per determinare le ragioni che portarono Carlo Giacon a formulare, negli anni '40 del XX secolo, la nozione di "seconda scolastica", della quale vengono individuate le originarie finalità e implicazioni teoretiche.
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Carbone, Sara, Roxanna Morote, Silvia Gabrielli, Silvia Rizzi, Odin Hjemdal, Frederick Anyan, and Valeria Donisi. "Sviluppare la resilienza: co-creare un programma di promozione della salute mentale coinvolgendo gli adolescenti del contesto scolastico del Trentino." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (September 2020): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-002007.

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Abstract:
L'associazione positiva tra il benessere mentale durante infanzia e adolescenza e il benessere in età adulta è dimostrata e richiede azioni preventive e di promozione del benessere. L'articolo riporta i bisogni degli adolescenti Trentini in merito alle abilità utili per il loro benes-sere: 49 studenti hanno partecipato ad una survey e 16 ad un laboratorio per valutare contenuti e metodi di un programma europeo per la resilienza (progetto UPRIGHT). I risultati della survey rivelano l'importanza di fare piani per il futuro e definire obiettivi, lavorare sul senso della propria vita, curare alimentazione, attività fisica, salute in generale, affrontare solitudine e isolamento. Dal laboratorio risultano importanti una migliore comunicazione con docenti e genitori, il miglioramento del clima di classe e della qualità delle relazioni interpersonali.
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Carugati, Felice, and Patrizia Selleri. "Guardando al futuro: sviluppo, educazione, apprendimento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Abstract:
Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si è interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessità di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficoltà sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in età evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine è possibile individuare aspetti significativi dell'eredità che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione. 
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Frangi, Lorenzo. "Best practices and human resource management in the subsidiaries of multinational corporations: a comparison between Italy and Brazil." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002004.

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Abstract:
Lo studio analizza la relazione tra le caratteristiche di alcune fondamentali pratiche di gestione delle risorse umane e il contesto istituzionale italiano e brasiliano in cui si inseriscono le filiali di tre grandi multinazionali. La ricerca affronta in primo luogo il dibattito in merito alla convergenza versus divergenza delle pratiche di gestione delle risorse umane a livello globale e, parallelamente, la relazione tra le linee guide gestionali stabilite dalle "case madri" delle multinazionali e la loro effettiva applicazione a livello delle filiali. Viene sottolineato come la possibilitŕ di ampia convergenza verso un unico modello gestionale abbia trovato sempre meno riscontro, e come anche nelle filiali delle multinazionali l'applicazione delle linee guida fornite dalle case madri trovino dei rilevanti limiti nel contesto istituzionale locale, in primo luogo nazionale. In seguito, lo studio compara le evidenze empiriche rilevate nelle pratiche di reclutamento, formazione e politiche salariali tra le filiali italiane e brasiliane di tre grandi multinazionali. I principali risultati ottenuti mostrano che queste pratiche di gestione di gestione delle risorse umane, anche a fronte di indicazioni comuni diffuse dalle "case madri", si strutturano secondo logiche opposte: una marcata dualitŕ nelle filiali brasiliane, con una netta differenza tra i pochi profili strategici e i molti lavoratori poco qualificati, mentre, comparativamente, tale dicotomia č meno evidente una all'interno delle filiali italiane. La spiegazione di tali differenti logiche viene ricercata guardando all'esterno delle imprese, con un focus specifico sul sistema educativo e sulle relazioni industriali. Il sistema educativo brasiliano č infatti strutturato secondo percorsi molto distinti, fin dai primi anni scolastici, tra classi popolari ed elite, che introducono marcate differenze di risorse di capitale umano nel mercato del lavoro. A ciň si sommano dinamiche di relazioni industriali di origine corporativa, in cui il sindacato č inefficace attore sociale nell'incidere sul crescente dualismo che ha luogo all'interno delle filiali. In Italia, invece, un sistema educativo ampiamente pubblico diviene accessibile opportunitŕ di crescita sociale. L'ambito delle relazioni industriali, inoltre, č caratterizzato dalla prevalenza di ampie dinamiche contrattate, e il sindacato, sia a livello nazionale che nelle singole filiali, agisce come rilevante forza equitativa. Lo studio proposto č un importante contributo alla comprensione delle pratiche di gestione delle risorse umane nelle multinazionali, soprattutto attraverso un approfondimento del caso brasiliano, paese poco studiato in questo ambito e di grande interesse attuale per il suo divenire economico. .
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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CATURANO, MARIANGELA. "Un Modello di Ricerca Evidence Based sull’Inclusione Scolastica In Italia." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 443. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.159.

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Abstract: Che cosa significa educazione inclusiva? In che modo è possibile sostenere lo sviluppo di un sistema che favorisca l’inclusione nella quotidiana realtà scolastica? Su un campione di 162 studenti, dagli 8 ai 16 anni, si vogliono misurare gli effetti di efficaci metodologie didattiche quali feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Variabili stimate sono le competenze e le abilità trasversali alle discipline, i fattori cognitivo-emozionali del successo scolastico, l’autostima. Valutazione bio psico-sociale che si oppone alla valutazione bio-medica prevalente in Italia. Osservare tutti gli allievi, trasformare la risposta speciale in normalità, misurare le variabili del contesto scolastico favorevoli all’inclusione può contribuire a migliorare, in Italia, l’efficacia di investimenti pubblici stimati nel 2013 in € 4,7B. Qui si costruisce un modello, il cui disegno sperimentale impone metodologie riconosciute a livello internazionale ed europeo come l’evidence based education (EBE), necessarie per confrontare i risultati e replicare il modello in un contesto sovranazionale. I risultati entreranno a far parte del progetto pilota dell’European Agency For Special Needs avviato in tre paesi, tra cui l’Italia, e che verrà concluso nell’ottobre 2016.Parole chiave: inclusione, organizzazione inclusiva, metodologie didattiche, evidence based education Abstract: What is inclusive education? How you can support the development of a system that favors the inclusion in the daily school reality? On a sample of 162 students, aged 8 to 16 years, they want to measure the effects of effective teaching methods such as feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Estimated variables are the skills and abilities to cross disciplines, cognitive-emotional factors of academic success, self-esteem. Rating bio psychosocial which opposes the prevailing bio-medical evaluation in Italy. Observe all students, to transform the special response in normal, measure the variables of the school environment favorable to the inclusion in Italy improves the effectiveness of a welfare amounted to € 4,7B. Here we build a model, whose experimental design requires methodologies recognized at international and European level as the evidence-based education (EBE), necessary to compare the results and replicate the model in a supranational context. The results will become part of the pilot project of the European Agency For Special Needs started in three countries, including Italy, and which will be concluded in October 2016.Keywords: inclusion, inclusive rules, educational methods, evidence based education, EBE
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Madonna, Raffaella, Marco Valenti, Giovanna Borrelli, Renato Cerbo, Manlio De Lellis, Giorgia Sprovera, Marisa Massaro, et al. "Epidemiological monitoring of psychological, neurological and sensorial handicaps in the 0-24 years population of the Abruzzo region (Italy). Preliminary results." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 188–96. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007387.

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RIASSUNTOScopo - Descrivere Pimplementazione epidemiologica nella Regione Abruzzo di un servizio di prevenzione degli handicap psiconeurosensoriali dell'eta evolutiva; presentare i dati di prevalenza delle patologie osservate e i modelli di regressione esplicativi deU'occorrenza, discutere i dati di accesso ai servizi in termini di risposta alle necessità sociosanitarie. Setting e disegno - Sono stati utilizzati i dati forniti da un sistema informativo regionale, costituito da fonti informative primarie operanti presso le aziende USL (Servizio di Medicina scolastica, Medicina di base, Pediatria di base, Consultori familiari, Servizio di Riabilitazione) e da strutture specializzate di individuazione diagnostica (Équipe Multidisciplinari, Divisione Clinicizzata di Neuropsichiatna Infantile, Servizi Territoriali di NPI). Il modello di gestione dei dati è il registro epidemiologico di popolazione. La popolazione target e la popolazione abruzzese di eta inferiore ai 25 anni. Principali misure utilizzate - Vengono utilizzate in questo studio misure epidemiologiche di prevalenza, standardizzate per età, assumendo come standard la popolazione regionale (0-24 anni). La definizione delle patologie è stata effettuata sulla base delle nosografie standard 1CD-9 e ICD-10; la definizione di handicap sulla base della classificazione OMS (1981). Sono state esaminate le associazioni tra le variabili esplicative di tipo sociodemografico e anamnestico e le diverse tipologie di esito clinico attraverso modelli di regressione logistica. Risultati - Le stime di prevalenza per le principali patologie neuropsichiatriche infantili e per le patologie organiche e/o congenite generatrici di handicap nella popolazione dell'Abruzzo sono paragonabili a quelli riscontrati in letteratura in setting analoghi, ad eccezione dei disturbi ipercinetici che sembrerebbero indicare per I'Abruzzo un'alta occorrenza in entrambi i sessi. La riabilitazione risulta essere la necessita sanitaria maggiormente richiesta per tutti gli assi diagnostici; neH'ambito delle necessita sociali risulta relativamente poco rilevante il ricorso all'assistenza scolastica e, soprattutto, domiciliare. L'analisi di regressione logistica indica lo stato socioeconomico e la presenza di handicap in famiglia come fattori associati, rispettivamente, in modo negativo all'occorrenza di disturbi ipercinetici, e in modo positivo alFoccorrenza di ritardo mentale. Inoltre, lo stato di convivenza in famiglia naturale e associato negativamente aU'occorrenza di disturbi evolutivi. Conclusioni - Lo studio riporta i risultati preliminari dell'attivita di un registro specializzato per l'handicap psiconeurosensoriale in eta evolutiva. Tra le prime indicazioni operative emerge con chiarezza l'utilita della standardizzazione delle procedure diagnosu'che, della definizione di linee guida gestionali comuni nelle diverse aree territoriali, e, comunque, l'importanza della conoscenza epidemiologica del fenomeno handicap per una corretta impostazione di strategie di prevenzione e programmazione.
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Argentin, Gianluca. "Under pressure? L'elevata e crescente soddisfazione lavorativa degli insegnanti italiani, 2014-2019." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 43–66. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160003.

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Abstract:
Il sistema scolastico italiano ha visto, nell'ultimo decennio, l'adozione di importanti trasformazioni coerenti con la logica del New Public Management. Si ipotizza che questi mutamenti possano aver avuto ripercussioni negative sulla soddisfazione occupazionale degli insegnanti. Adottando una prospettiva di sociologia del lavoro, si analizzando i dati delle Indagini ISTAT sulle forze di lavoro e si pongono diacronicamente a confronto gli insegnanti con altri gruppi occupazionali. Si rileva così che la soddisfazione degli insegnanti non solo è elevata ma anche crescente nel periodo qui considerato, in netto contrasto con le ipotesi sulle ricadute negative delle trasformazioni del sistema scolastico. In conclusione dell'articolo, si formulano possibili interpretazioni di questi risultati inattesi.
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Gabola, Piera, and Antonio Iannaccone. "Elementi contestuali nella costruzione del benessere degli insegnanti in due casi studio italiani." Swiss Journal of Educational Research 37, no. 1 (September 20, 2018): 149–66. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.37.1.4948.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione su alcuni elementi critici della costruzione del benessere professionale degli insegnanti mettendo in luce, accanto alle note cause di insorgenza della sindrome del burnout quali fattori individuali, emotivi e relazionali, anche gli effetti che sembrano riconducibili alla condizione lavorativa nel suo complesso e dunque al sistema di attività nel quale viene svolto questo mestiere. Per dar conto di tali effetti l’articolo discute i risultati di due contributi empirici, realizzati in modo indipendente, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, nel sistema scolastico italiano. In particolare i due studi fanno riferimento alla condizione di benessere socio professionale di insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria in due fasi distinte dell’evoluzione del sistema scolastico italiano (che nell’arco dei dieci anni intercorsi fra i due studi è stato interessato da continui tentativi di riforme, da un crescente precariato, da un progressivo indebolimento del riconoscimento della professione, dalla presenza diffusa in classe di bambini di differenti culture, dall’introduzione, largamente approssimativa, di nuove tecnologie, dalla scarsa corrispondenza tra lavoro effettivo ed aspettative dei futuri insegnanti). Senza la pretesa di fornire risposte definitive ad un problema evidentemente complesso la ri-lettura dei due studi sul burnout, realizzati in due distinte fasi dell’evoluzione del sistema scolastico, pur confermando, in parte, i risultati di altri lavori simili, solleva il problema complementare della contestualizzazione delle modalità di espressione del disagio degli insegnanti in relazione al più ampio tessuto identitario professionale nel quale essi operano. Tessuto che sembra mutare al mutare del posizionamento sociale e culturale dell’insegnamento.
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Sara Mori, Elettra Morini, and Francesca Storai. "Cambiare la scuola: l’innovazione dal punto di vista degli studenti." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 37–60. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.24.

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Abstract:
Il ripensamento del modello di insegnamento-apprendimento è uno dei temi al centro del dibattito sull’innovazione della scuola. Il Movimento Avanguardie Educative raccoglie scuole da tutto il territorio nazionale che condividono sperimentazioni basate su un modello in cui lo studente è al centro del proprio percorso formativo, un modello capace di promuovere un apprendimento significativo. La ricerca intende indagare come queste scuole abbiano interpretato il concetto di innovazione scolastica e, in particolare, il presente contributo si focalizza sui risultati del questionario e dei test psicometrici somministrati a 1880 studenti di 52 scuole che partecipano al Movimento da almeno due anni. I risultati evidenziano un’associazione positiva tra il livello di innovazione percepita dagli studenti e la soddisfazione per il funzionamento della scuola. Gli studenti che ottengono alti punteggi su queste dimensioni hanno risultati elevati anche nei test che indagano la soddisfazione per la propria esperienza di studente e l’organizzazione dello studio.
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Francesco Bragagni. "Ripensare la crescita delle istituzioni scolastiche tramite l’attività negoziale." IUL Research 3, no. 5 (June 19, 2022): 198–207. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.283.

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Abstract:
L’attività negoziale delle istituzioni scolastiche è quasi sempre immaginata come un mezzo obbligato per raggiungere il fine della sopravvivenza delle scuole in termini di mero funzionamento. La programmazione degli acquisti a medio termine e un’efficace attività di coordinamento con il territorio possono portare a risultati insperati quanto al riconoscimento del peso delle istituzioni dell’istruzione nel quadro complessivo degli enti pubblici.
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Vinci, Viviana. "Le competenze imprenditoriali degli insegnanti: sfide per la formazione." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 398–425. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9496.

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Abstract:
L'imprenditorialità è una competenza chiave nell'ambito del quadro europeo considerata un potente volano della crescita economica, dell'innovazione e dell'emancipazione sociale. Il contributo presenta le risultanze di un'indagine esplorativa, condotta all'interno del Corso di sviluppo professionale DidaSco La progettazione europea nella scuola dell'autonomia (2019/2020). L'indagine, condotta attraverso la somministrazione di un questionario elaborato secondo l'European Entrepreneurship Competence Framework EntreComp (Bacigalupo et al., 2016), mira a comprendere le rappresentazioni degli insegnanti sulle competenze imprenditoriali del docente e sulle variabili che agevolano lo sviluppo dell'imprenditorialità a scuola, oltre che a individuare i bisogni di formazione percepiti dai docenti. I risultati mostrano l'importanza di costruire ecosistemi multidimensionali di apprendimento. Si avverte inoltre la necessità di valorizzare il ruolo del Dirigente scolastico nel supportare l'educazione imprenditoriale come processo di sviluppo dell'intero contesto scolastico.
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Alesi, Marianna, Gaetano Rappo, and Annamaria Pepi. "Strategie di autosabotaggio e autostima in bambini con differenti profili di apprendimento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2012): 505–19. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004002.

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Abstract:
Recenti ricerche si sono focalizzate sul ruolo dell'autostima e delle strategie di autosabotaggio nel contesto scolastico. In particolare l'autosabotaggio indica strategie disadattive impiegate da un individuo di fronte ad un compito minaccioso per proteggersi e mantenere un'autostima positiva. Abbiamo condotto due studi per confrontare il livello di autostima e le strategie di autosabotaggio in bambini di eta media 8 anni, frequentanti la terza classe della scuola primaria, con differenti profili di apprendimento. Nello specifico nel primo abbiamo confrontato due gruppi: uno con difficolta generalizzate sia di lettura che di matematica ed uno con normale livello di apprendimento. Nel secondo studio, invece, abbiamo confrontato tre gruppi: uno con dislessia, uno con difficolta generalizzate sia di lettura che di matematica ed uno con normale livello di apprendimento. In generale, i risultati dimostrano che i bambini con dislessia e quelli con difficolta generalizzata di apprendimento hanno livelli di autostima piu bassi dei coetanei con normale livello di appredimento. Relativamente all'impiego di strategie di autosabotaggio solo nel secondo studio abbiamo trovato differenze significative tra i gruppi. In particolare, i bambini con dislessia manifestano un maggiore bisogno di autoprotezione rispetto ai bambini con difficolta generalizzata di apprendimento e rispetto ai bambini con normale livello di apprendimento. Questo risultato enfatizza il ruolo della specificita della difficolta allo scopo di stimolare l'impiego di strategie difensive anche durante la frequenza della scuola primaria.
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Lopriore, Lucilla. "Valutare l’apprendimento precoce di una seconda lingua: rilevanza degli studi longitudinali." EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 7, no. 1 (February 20, 2020): 11–23. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.11.195.

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Abstract:
L’apprendimento precoce delle lingue straniere – in particolare nella scuola primaria – è un processo affascinante ma complesso, fortemente condizionato dall’età degli allievi, dal contesto, dagli obiettivi specifici del ciclo scolastico e dalla didattica proposta. La fascia d’età è di fatto una delle variabili che più incide sullo sviluppo e sul sostegno delle competenze linguistiche, e richiede da parte dei docenti l’adattamento degli approcci adottati, delle attività proposte e dei materiali utilizzati per rispondere allo sviluppo cognitivo e emotivo degli allievi. Valutare i risultati dell’apprendimento in uno scenario di questo tipo è un processo delicato che deve essere monitorato con strumenti idonei che consentano di utilizzare la valutazione sia per comprenderne il valore aggiunto sia per sostenere l’apprendimento nel tempo. Questo contributo introduce le implicazioni dei risultati di alcuni studi longitudinali che hanno monitorato e valutato lo sviluppo delle competenze degli allievi e offerto spunti di riflessione sui processi di apprendimento.
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Valentina Toci Toci, Sara Mori, and Francesca Rossi. "Innovazione della scuola e partecipazione dei genitori: ruoli e relazioni possibili." IUL Research 3, no. 5 (June 17, 2022): 44–62. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.257.

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Abstract:
Il ruolo dei genitori all’interno del rapporto scuola-famiglia è stato al centro di numerosi dibattiti, specialmente in questi ultimi due anni di pandemia. Il presente contributo illustra i risultati di uno studio finalizzato ad approfondire il punto di vista del rappresentante del Consiglio d’istituto rispetto alle dimensioni del framework messo a punto da Indire per la valutazione del livello di innovazione dell’organizzazione scolastica. Le scuole raccolgono dei buoni punteggi per quanto riguarda l’offerta formativa e gli aspetti gestionali; nonostante ciò, si delinea una partecipazione genitoriale prevalentemente incentrata sui colloqui previsti per l’andamento dei figli.
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Petruccioli, Rubina. "Ricerche empiriche sulla percezione di insegnanti di sostegno nei confronti dell'educazione inclusiva: una review sistematica." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 121–37. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12917.

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Abstract:
Il contributo riporta i primi risultati di una review sistematica in corso che fa parte di uno studio più ampio che indaga come e a quali condizioni cambia il senso di autoefficacia professionale di insegnanti di sostegno dopo aver partecipato ad un corso di specializzazione. L'indagine si inserisce all'interno di un filone di studi internazionale che ritiene rilevante indagare le percezioni, le rappresentazioni e gli atteggiamenti di insegnanti di sostegno verso l'inclusione quali condizioni che possono facilitare o meno l'inclusione scolastica (solo a titolo esemplificativo e non esaustivo: Aiello et al., 2019; Forlin, Earle, Loreman, & Sharma, 2011; Sharma, Loreman & Forlin, 2012; Sharma, Aiello, Pace, Round, & Subban, 2018). È stata condotta una review sistematica che intercetti gli studi empirici nazionali e internazionali che indagano gli atteggiamenti, le percezioni, le rappresentazioni di docenti nei confronti dell'inclusione. Viene, qui, descritta la procedura utilizzata per la revisione e presentati i risultati del primo step di analisi di 99 articoli empirici nazionali e internazionali.
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Nitti, Paolo. "sessismo nella collocazione del lessico dei manuali di italiano L2." Babylonia Journal of Language Education 3 (December 20, 2021): 42–45. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.123.

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Abstract:
In questo saggio si propongono i risultati di un’analisi della presenza di usi linguistici sessisti all’interno della manualistica scolastica riferita all’insegnamento dell’italiano come L2, sulla base di un campione rappresentativo di libri di testo. In particolare, è stato creato un corpus relativo a un campione di 50 libri di testo di italiano L2, selezionati con una data di pubblicazione successiva al 2015, in modo da valutare le soluzioni linguistiche più recenti. Il corpus è stato interrogato in merito alla collocazione sintattica di alcuni lessemi (“mamma”, “papà”, “signore”, “signora”) e ambiti di vita (il lavoro, le professioni e la casa) selezionati sulla base dell’impiego potenzialmente sessista (Nitti, 2020).
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