Academic literature on the topic 'Risposta adattativa'

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Journal articles on the topic "Risposta adattativa"

1

Basolo, Alessio, Paola Fierabracci, and Ferruccio Santini. "Misurazione della spesa energetica mediante la camera metabolica nello studio dei fenotipi dell’obesità." L'Endocrinologo 23, no. 1 (January 12, 2022): 14–19. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-01007-y.

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Abstract:
SommarioLa capacità di modulare l’introito calorico in risposta ai cambiamenti della richiesta energetica è essenziale per la sopravvivenza dell’individuo. L’apparente spontaneità con cui decidiamo di alimentarci dipende da una complessa interazione tra percezioni visive olfattive e cognitive e il sistema nervoso centrale che integra a livello ipotalamico i segnali periferici relativi allo stato nutrizionale. La conservazione dell’equilibrio energetico può essere considerata un processo dinamico e, sotto controllo fisiologico ideale, le variazioni di un componente (spesa energetica) provocano cambiamenti compensatori biologici e/o comportamentali nell’altra parte del sistema (introito calorico) e viceversa. Nella vita di tutti i giorni un abbinamento così perfetto tra apporto energetico e dispendio energetico è difficilmente raggiungibile e il tessuto adiposo funge da deposito dinamico, proteggendo dalle inevitabili deviazioni dell’equazione di equilibrio. Recenti studi hanno dimostrato che la risposta adattativa della spesa energetica a differenti interventi dietetici (alimentazione eccessiva o restrizione calorica) identifica la presenza di due differenti fenotipi metabolici (“dissipatore” e “risparmiatore”). In questa rassegna verranno discussi i principi fondamentali dell’equazione del bilancio energetico e il loro metodo di misurazione mediante camera metabolica. Verranno inoltre descritti i due diversi fenotipi metabolici che possono indicare la propensione di un individuo a essere più o meno incline allo sviluppo dell’obesità.
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2

Lupoi, Sergio, Paola Cipolla, Simona Dell'Atti, Adele M. R. Francavilla, and Roberta Menichelli. "Unioni vaganti: alla ricerca della quadratura del cerchio." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 34 (December 2011): 91–109. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34007.

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Abstract:
Questo articolo analizza l'evoluzione della coppia nel XX secolo, partendo dall'osservazione che l'amore č cambiato, in quanto č diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel "tu" il proprio "io". L'individualismo č un elemento fondante della "modernitŕ liquida", effetto di una serie di cambiamenti (economici, politici, sociali, esistenziali e culturali) che stanno attraversando le societŕ dall'inizio del secolo. Anche i rapporti di coppia diventano liquidi, ovvero fragili e vacui, devono essere facilmente allentabili non appena si avverte la necessitŕ di cambiare. L'effetto č da un lato la riduzione drastica dei matrimoni, dall'altro l'emergere di nuove forme di convivenze (LAT, childfree/childless coppie, coppie omosessuali, ecc.) attraverso le quali l'individuo puň scegliere liberamente come realizzarsi. Il nostro lavoro ipotizza che le nuove forme di coppie siano un segno visibile di un grande cambiamento storico e di una crisi culturale ma al tempo stesso una risposta adattativa e funzionale per combattere il senso di impotenza ed incertezza. Seguendo questo punto di vista, gli psicoterapeuti dovrebbero valutare la richiesta d'aiuto da parte della coppia (o individuo) come una crisi in una societŕ in crisi. L'obiettivo terapeutico dovrebbe essere quello di disilludere dell'esistenza di una soluzione sicura e perenne, e aiutare i partner da una parte a pensare la coppia come un'unione imperfetta dove l'altro sarŕ sempre diverso da come uno se lo aspetta, dall'altra ad accettare il cambiamento dell'altro e il proprio e infine portare i singoli partner a conoscere ciň che porta la crisi e come di volta in volta cercare di fronteggiarla.
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3

Botta, Emanuela. "Percorsi secondari di una prova adattativa multilivello e valutazione formativa." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 2 (December 2021): 58–73. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13019.

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Abstract:
In questo articolo si illustra il processo di analisi delle risposte fornite dagli studenti in una prova adattativa multilivello computer based per la stima delle abilità in matematica nel grado 10 del sistema di istruzione italiano. La stima è stata effettuata tramite una prova adattativa multilivello 1 - 3 - 3 costruita nell'ambito di una ricerca di dottorato in Psicologia Sociale, dello Sviluppo e della Ricerca Educativa. Nella prima parte dell'articolo si descrivono la struttura della prova e il suo funzionamento, oltre ai vantaggi che essa offre rispetto a una classica prova lineare, quali una maggiore precisione nella stima delle abilità e la possibilità di confrontare direttamente i risultati ottenuti da studenti che hanno svolto percorsi differenti. In seguito, si analizza l'andamento degli studenti in due dei percorsi secondari della prova sia per mettere in luce in quali quesiti essi hanno incontrato maggiori difficoltà, nell'ottica di una valutazione formativa, sia per indagare i motivi per cui in una data fase della prova gli studenti hanno mostrato un inatteso calo nel rendimento. Nell'analisi dei risultati di una prova adattativa multilivello lo studio dei percorsi secondari è di particolare interesse perché in essi ricadono gli studenti per i quali la stima dell'abilità varia nel passaggio da un livello all'altro ed è dunque ipotizzabile la parziale acquisizione di alcune conoscenze e abilità.
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4

Minelli, Andrea, and Michael Di Palma. "La funzione vagale: un link fra psiche, cervello e corpo." PNEI REVIEW, no. 1 (April 2022): 20–37. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-001003.

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Abstract:
Il nervo vago influenza i nostri stati psicologici e la flessibilità delle risposte adattative alle sollecitazioni ambientali e modula la regolazione dinamica dei sistemi biologici coinvolti nell'allostasi. L'output vagale è modulato dall'attività coordinata di strutture cerebrali fra loro interconnesse a formare una rete gerarchica multi-livello, il central autonomic network (CAN), che realizza l'integrazione neuroviscerale tramite anelli multipli di retroazione iterativa centro-periferia (cervello-corpo) operanti a vari livelli di complessità nel nevrasse; ogni livello gerarchico della rete elabora e integra nuovi tipi di informazione rispetto al livello precedente, e contribuisce in maniera più flessibile e contesto-specifica alla modulazione del tono vagale. L'output vagale si associa ad una varietà di processi neuropsichici, come gli stati affettivi, la regolazione delle emozioni, le funzioni esecutive. La compromissione della funzione vagale, associata a bassi indici di variabilità della frequenza cardiaca (HRV), si accompagna a rigidità delle risposte psicofisiologiche, disregolazione dei processi allostatici e all'incremento del rischio per patologie mediche e neuropsichiatriche.
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Pizzorni, Maria, Ombretta Caldarice, and Nicola Tollin. "A methodological framework to assess the urban content in climate change policies." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 123–32. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212909.

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Abstract:
By 2050, people in urbanized areas will account for 68% of the world’s population, 80% of which will be concentrated in Asia and Africa. The United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) introduced in 2011 the National Adaptation Plan (NAP) under the Cancun Adaptation Framework (CAF). Countries of the non-Annex I, described by the UN-General Assembly as especially vulnerable to the impacts of climate change, are invited to develop NAPs to identify adaptation challenges and devise appropriate climate adaptation responses. Recognizing the increasing vulnerability of urban systems to the effects of climate change, in 2019, UN-Habitat defined the supplement of the NAP process's technical guidelines for addressing urban and human settlement issues in NAPs. This paper aims to propose a methodology to assess the urban content of the NAPs after ten years from that the CAF comes into force. The evaluation is based, adapting and expanding, on the methodology used to assess the urban content of Nationally Determined Contributions (NDC) published by UN-Habitat in 2017. The methodology aims to analyse both key adaptation challenges and responses explicitly or implicitly related to urban systems. Moreover, it aims at understanding the interlinkage of urban content in NAP in relation to other key policies, such as NDCs and National Urban Policies (NUPs). In this perspective, 172 indicators were selected and clustered into nine groups: (i) Geographic Indicators; (ii) General Indicators; (iii) NAPs General Indicators; (iv) NAPs Urban Indicators; (v) NDCs Indicators; (vi) NUPs Indicators; (vii) Urban content in National Policies Indicators; (viii) International policy linkages (including SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Paris Agreement and New Urban agenda); (ix) National plans/policy/strategies/reports linkages. The methodology was tested on Brazil’s NAP, trying to find general considerations to apply to the countries that officially submitted their NAPs between 2014 to 2020. The test showed that: there is a stronger focus on defining climate adaptation challenges more than responses; climate adaptation challenges and responses are predominantly identified at the national scale, with a focus on policies and strategies at the national level; among the Brazilian NAP, there is "cities strategy", and it means that the NAP has a high urban content. In conclusion, the paper will highlight critical issues and improvements for each of the nine indices analysed. Entro il 2050, la popolazione urbana rappresenterà il 68% della popolazione mondiale. Di questa, l'80% sarà concentrata in Asia e in Africa. A partire da questo scenario di incrementale urbanizzazione, nel 2011 la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) ha introdotto, nell'ambito del Cancún Adaptation Framework (CAF), i Piani Nazionali di Adattamento (NAP). I NAP sono concepiti come strumento a supporto dei Paesi inclusi nel Non-Annex I, descritti dall'Assemblea generale dell'ONU come particolarmente vulnerabili alle transizioni in atto, per identificare le sfide e progettare le risposte più appropriate verso l’adattamento in risposta al cambiamento climatico. Riconoscendo la crescente vulnerabilità dei sistemi urbani, UN-Habitat nel 2019 ha predisposto delle linee guida per supportare la redazione dei NAP, in particolare per includere le questioni urbane e gli insediamenti umani. A dieci anni dall'entrata in vigore del CAF, il presente articolo presenta una proposta metodologica per valutare il contenuto urbano dei NAP. L’approccio valutativo proposto è un aggiornamento dalla metodologia utilizzata per analizzare il contenuto urbano dei Nationally Determined Contributions (NDCs), pubblicata da UN-Habitat nel 2017, e qui adattata ai NAP. La metodologia mira ad analizzare sia le sfide chiave per l’adattamento, ma anche le risposte esplicitamente o implicitamente connesse ai sistemi urbani e l'interconnessione del contenuto urbano dei NAP in relazione ad altre politiche chiave, quali NDCs e NUP (Politiche Urbane Nazionali). In questa prospettiva, la metodologia si compone di 172 indicatori, raggruppati in nove gruppi: (i) Indicatori geografici; (ii) Indicatori generali; (iii) Indicatori generali dei NAP; (iv) Indicatori che leggono il contenuto urbano dei NAP; (v) Indicatori degli NDC; (vi) Indicatori dei NUP; (vii) Indicatori che analizzano il contenuto urbano delle politiche nazionali; (viii) Collegamenti con le politiche internazionali (inclusi SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Accordo di Parigi e New Urban Agenda); e (ix) Collegamenti nazionali tra piani/politiche/strategie/report. La metodologia è stata testata sul NAP del Brasile, al fine di individuare considerazioni generali da adottare anche per gli altri Paesi del sud del mondo che hanno presentato i loro NAP tra il 2014 e il 2020. In sintesi, questa sperimentazione ha mostrato che: (i) vi è una maggiore attenzione alla definizione delle sfide di adattamento al clima più che all’individuazione di risposte; (ii) le sfide e le risposte di adattamento al cambiamento climatico sono prevalentemente identificate su scala nazionale; (iii) il NAP del Brasile si caratterizza per un alto contenuto urbano. In conclusione, il paper mette in luce punti di forza e criticità della metodologia, identificando alcuni miglioramenti per ciascuno dei nove gruppi di indicatori, nella prospettiva di applicare questo approccio di valutazione anche in altri contesti territoriali.
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Ragusa, Gaetana Concetta. "SUPERSTIZIONE, MALOCCHIO E SCARAMANZIA DIFFERENZA DI PERCEZIONE DA PARTE DEI GIOVANI E DEGLI ANZIANI DELLA SICILIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 317. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.676.

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Abstract:
Abstract.Superstition is a set of beliefs and ritual practices of irrational nature, typical of the underdeveloped background. It found its own space and its followers in every age and culture by meddling on thought and people’s behaviours in decisive way. Christianity, for instance, ended up by assimilating all the things remaining from the ancient pagan worships in the first centuries of life. Also in the sphere of laical culture, the term superstition housed in all the beliefs contrasting with rationality and belonging to the imagery universe: from astrology to various forms of divination. Even today, superstition survives by all the people and settles in different social classes, from the lowest to the highest. The primitive man, searching for answers to events such as thunder and lightning, eclipses, birth and death, knowing not the law of nature and having not acquired sufficient scientific knowledge yet, began to ascribe the reasons of those events to invisible spirits. Different are the forms through which superstition reveals itself. Among these, we will mention touching wood, four-leaf clover, thirteen people. To these forms it is associated the belief very common of the existence of months and lucky and unlucky days. The evil eye is one of the most rooted popular belief in humankind; it gives to the gaze of certain men and women the power to produce some effects on the observed person. The traditional “it’s not true, but I’ll believe”, is genuinely logic: maybe it does not work, but avoiding a specific behaviour costs nothing so it is better to be on the safe side and be relaxed.Keywords: Superstition – Evil eye - Luck – Amulets – TalismansRiassunto.La superstizione è un insieme di credenze e di pratiche rituali di natura irrazionale, tipiche degli ambienti arretrati. La sua influenza sulla vita quotidiana si è modificata ed adattata man mano che mutavano i tempi e i costumi. Il Cristianesimo, ad esempio, nei primi secoli di vita finì con l’assorbire tutto ciò che restava degli antichi culti pagani. Anche nell’ambito della cultura laica, la superstizione racchiudeva in se tutte le credenze che contrastavano con la razionalità e che appartenevano all’universo dell’immaginario: dall’astrologia alle varie forme di divinazione. Ancora oggi la superstizione sopravvive presso tutti i popoli e si annida nei ceti più disparati, dai più bassi ai più elevati. L’uomo primitivo, alla ricerca di risposte a fenomeni quali il lampo, il tuono, le eclissi, la nascita e la morte, non conoscendo le leggi della natura e non avendo ancora acquisito sufficienti conoscenze scientifiche, cominciò ad attribuire le cause di questi fenomeni a spiriti invisibili. Diverse sono le forme con cui si manifesta la superstizione. Tra queste ricordiamo toccare ferro, il quadrifoglio, essere tredici a tavola ecc. Ad essi si associa la credenza che esistano mesi e giorni fausti e infausti. Il malocchio è una delle convinzioni popolari più radicate nel genere umano; esso attribuisce allo sguardo di certi uomini e di certe donne il potere di produrre effetti sulla persona osservata. Ogni tempo e ogni cultura hanno avuto una propria visione della superstizione, che si è via via adattata con il mutare dei tempi. Oggi, ogni tema superstizioso proviene da lontano e rievoca distanti visioni del mondo e immagini seppellite.Parole Chiave: Superstizione - Malocchio – Scaramanzia – Amuleti - Talismani
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Dissertations / Theses on the topic "Risposta adattativa"

1

Sannino, Anna. "Valutazione dell’induzione di risposta adattativa a mutageni in colture cellulari di mammifero in seguito ad esposizioni a campi elettromagnetici non ionizzanti." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1356.

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Abstract:
2010 - 2011
Nell’ambito del progetto di ricerca dal titolo “Valutazione dell’induzione di risposta adattativa a mutageni in colture cellulari di mammifero in seguito ad esposizioni a campi elettromagnetici non ionizzanti” è stato caratterizzato l’effetto protettivo (risposta adattativa) dell’esposizione a radiofrequenza (RF) dal danno indotto in colture cellulari da agenti a nota azione genotossica. La sperimentazione è stata eseguita in colture cellulari primarie (linfociti umani da 27 donatori sani) e in colture stabilizzate di roditore (fibroblasti di polmone di criceto, V79). In una fase iniziale, l’attività di ricerca ha riguardato l’approfondimento di osservazioni precedenti, dove si era riscontrato che linfociti umani da sangue periferico, pre-esposti ad un campo elettromagnetico alla frequenza di 900 MHz, segnale GSM, e trattati con Mitomicina C (MMC) mostravano un danno cromosomico ridotto rispetto ai trattamenti con sola MMC (Sannino et al., 2009). Applicando il test del micronucleo (MN) col blocco della citodieresi, è stato infatti, dimostrato che la pre-esposizione a RF è in grado di proteggere dal danno al DNA solo quando viene effettuata nella fase S del ciclo cellulare, inducendo risposta adattativa (RA), ma non ha alcun effetto in fase G0 o G1. Successivamente, l’attenzione è stata focalizzata su un segnale di telefonia mobile di terza generazione quale il segnale UMTS alla frequenza di 1950 MHz per valutare il ruolo a) dei parametri dell’esposizione (frequenza, modulazione e tasso di assorbimento specifico, SAR), b) del mutageno impiegato e c) del modello cellulare nella RA indotta da RF. La sperimentazione su colture cellulari di linfociti da sangue periferico ha evidenziato che anche pre-esposizioni a 1950 MHz sono in grado di evocare risposta adattativa, ma il grado di protezione dal danno indotto da MMC è strettamente dipendente dal SAR applicato. Inoltre, le stesse condizioni di esposizione si sono mostrate efficaci anche nella protezione di danno cromosomico indotto da trattamenti con raggi X, evidenziando che pre-esposizioni a RF sono in grado di ridurre il danno al DNA indipendentemente dalla natura e dal meccanismo di azione del mutageno impiegato. Infatti, mentre la MMC è un agente alchilante che induce cross-link nella molecola di DNA, i raggi X sono un agente clastogeno che induce rotture del singolo e doppio filamento. Risultati analoghi sono stati ottenuti quando sono state impiegate le V79 come modello cellulare, mostrando che il fenomeno dell’adattamento da RF non è limitato a cellule primarie quali i linfociti umani ma si riscontra anche in linee cellulari stabilizzate, sebbene in quest’ultimo caso siano richieste condizioni sperimentali più spinte, sia in termini di pre-trattamento (SAR) che di dosi di MMC. L’ultima parte del lavoro sperimentale ha riguardato la valutazione dei possibili meccanismi di azione alla base della RA indotta da RF, sulla base delle indicazioni riportate in letteratura sulla RA indotta da radiazioni ionizzanti. A tale scopo, nelle condizioni sperimentali che davano adattamento nei due tipi cellulari studiati, sono stati valutati effetti sulla vitalità cellulare (test di esclusione del tripan blue), sulla progressione del ciclo cellulare (test citofluorimetrico di incorporazione dello ioduro di propidio) e sul sistema di riparo del DNA (inibizione degli enzimi di riparazione mediante trattamento con 3-Aminobenzamide, 3AB). Nel caso dei linfociti umani è stata anche valutata l’apoptosi mediante il test citofluorimetrico dell’annessina V-FITC/ioduro di propidio. I risultati ottenuti sia con i linfociti umani sia con le V79 indicano che i meccanismi di azione alla base della risposta adattativa indotta da RF non coinvolgono la vitalità, il ciclo cellulare e l’apoptosi. Invece, è stato evidenziato un possibile ruolo degli enzimi di riparo del DNA nell’induzione del fenomeno. Infatti, in colture trattate con 3AB, che inibisce il legame della poli(ADP-ribosio) polimerasi alla cromatina, non si osserva adattamento. Riassunto E’ interessante sottolineare che, a conferma delle osservazioni riportate in questo progetto di ricerca, nel periodo di svolgimento del presente dottorato altri gruppi hanno riscontrato la capacità della RF ad indurre RA sia in vitro in colture di HL-60 (Jin et al., 2012) sia in vivo in topi e ratti (Cao et al., 2010, 2011; Jiang et al., 2012; Mortazavi et al., 2011, 2012) valutando differenti target biologici. [a cura dell'autore]
X n.s.
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2

CAVONE, LEONARDO. "Effetto dell’inibizione della Poli(ADP-ribosio)polimerasi-1 sulla risposta immunitaria adattativa: nuove prospettive terapeutiche per il trattamento della sclerosi multipla." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/797054.

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