Academic literature on the topic 'Risospensione'

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Dissertations / Theses on the topic "Risospensione"

1

Di, Leo Valentina <1988&gt. "Particolato atmosferico legato alla risospensione del road dust: sorgenti, traccianti, contributi e analisi del rischio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9933.

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Abstract:
Nell’ambito dell’inquinamento atmosferico legato al traffico, lo sforzo politico e scientifico degli ultimi anni è stato rivolto principalmente al controllo delle emissioni allo scarico degli autoveicoli (cioè quelle emissioni dovute alla combustione del carburante). Attraverso norme stringenti e progressi tecnologici in ambito automobilistico, è stato possibile diminuire significativamente il contributo delle emissioni allo scarico sulla concentrazione totale del particolato atmosferico. Il road dust è una matrice molto complessa formata da un insieme di materiali provenienti da sorgenti naturali ed antropiche che si depositano sul manto stradale. Ad oggi non esistono leggi, né comunitarie né nazionali, volte alla valutazione e al contenimento del road dust nonostante sia internazionalmente riconosciuto come una delle principali sorgenti non esauste di particolato atmosferico (emissioni dovute alla risospensione e all’usura meccanica delle componenti dell’autoveicolo). Lo scopo di questa tesi è quello di inquadrare ed investigare la questione riguardante la risospensione del road dust. Vengono quindi riportate le principali problematiche riscontrate e le critiche nell’applicazione del modello utilizzato, ma non standardizzato, per la valutazione del rischio sanitario. Verrà infine approfondito un caso di studio che prevede l’analisi del rischio sanitario applicato a campioni di road dust prelevati presso l’aeroporto di Venezia (Marco Polo), principalmente nei parcheggi e lungo i percorsi della viabilità interna della zona aeroportuale.
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2

Scarpa, Gian Marco <1989&gt. "Impatti del traffico navale ed effetti della risospensione indotta nelle aree spondali e sulle piane di marea della Laguna di Venezia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14995.

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Abstract:
La ricerca è un’indagine multidisciplinare condotta al fine di studiare le alterazioni idro-morfodinamiche nel bacino centrale della Laguna di Venezia prodotte dall'attività antropica. Si è dimostrato come l’intenso traffico navale lungo il canale Malamocco-Marghera sia il principale fattore di stress ambientale. L’attività sperimentale volta alla caratterizzazione delle perturbazioni idrodinamiche generate dal transito di grandi navi è stata integrata con analisi sedimentologiche e morfologiche elaborate in ambiente GIS attraverso l’impiego di tecniche di “Remote Sensing” per la valutazione dei processi erosivi in atto. Nell’area di studio sono state misurate onde di depressione di ampiezza fino a 2,5 metri, la cui peculiarità è quella di propagarsi per oltre 1000 metri lungo il bassofondo dove inoltre sono stati misurati valori di torbidità elevati. Tali perturbazioni idrodinamiche sono responsabili dell’erosione di aree emerse, limitrofe al canale di navigazione, dove sono stati misurati tassi di arretramento della linea di costa superiori ai 10 metri/anno. Si sono perciò individuati i principali stressori ambientali dovuti al traffico navale e si sono comprese le relazioni che intercorrono fra essi, al fine di poter stabilire delle misure di mitigazione degli impatti e delle strategie di gestione per una portualità più sostenibile e attenta all’ambiente.
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3

Scarpa, Gian Marco <1989&gt. "Caratteristiche dell'onda di depressione generate dal traffico navale e risospensione dei sedimenti in un canale navigabile confinato il caso del canale Malamocco-Marghera." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5148.

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Abstract:
Sulla base di diverse campagne di misura condotte tra Febbraio e Giugno 2014 in località Fusina, laguna di Venezia, si è condotta un'analisi delle caratteristiche dell'onda di depressione generata dal traffico navale e la sua propagazione negli ambienti limitrofi a bassa energia. Navi di dimensioni moderate ( blocking coefficient 0.07-0.14) che navigano a velocità non elevate con fattori F compresi tra 0.37 e 0.5 producono nell'area onde di depressione di Bernoulli fino a 2.5m, che decrescono in altezza propagandosi dall'area in cui sono generate, diventando asimmetriche e fortemente non lineari in acque poco profonde. sono inoltre prese in considerazione le alterazioni all'idrodinamica dell'area e la risospensione di materiale in seguito a repentini aumenti di velocità nel flusso.
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4

Acquavita, Alessandro. "Mobilità delle specie mercurifere in condizioni naturali e perturbate in ambiente lagunare." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2012. http://hdl.handle.net/10077/7347.

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Abstract:
2010/2011
L’areale marino costiero del Friuli Venezia Giulia, posto nel settore più orientale del Nord Adriatico, è conosciuto come uno degli ecosistemi maggiormente contaminati dal mercurio (Hg), metallo pesante il cui notevole interesse è legato alla spiccata neuro-tossicità della sua forma organica, il metilmercurio (MeHg), e alle sue proprietà di bioaccumulo e biomagnificazione lungo l’intera catena trofica fino all’uomo (Fitzgerald & Clarkson, 1991; Clarkson, 1999). La fonte principale di Hg è dovuta agli apporti di materiale particellato veicolati nel Golfo di Trieste dal Fiume Isonzo. Quest’ultimo riceve nel suo percorso il risultato del dilavamento cui sono soggetti i terreni e le sponde fluviali dell’area di Idrjia (Slovenia occidentale) da parte di un suo affluente, il torrente Idrijca. In questo sito, per un periodo di circa 500 anni, è stata condotta una intensa attività estrattiva che si è protratta fino alla definitiva chiusura dell’impianto avvenuta nel 1996. E’ stato stimato che circa cinque milioni di tonnellate di roccia mineralizzata a Hg, essenzialmente cinabro (HgS), e, in misura minore, Hg nativo, siano state scavate e che solo una percentuale pari al 73% del Hg ad esse associato (105.000 t) sia stato recuperato (Gosar et al., 1997). Il rimanente è stato dissipato nell’ambiente a causa della scarsa efficienza dei processi di arrostimento del minerale: in conseguenza alle ricadute umide, i terreni circostanti, le sponde e i sedimenti del torrente Idrijca sono stati fortemente contaminati. L’influenza del Hg proveniente dal distretto minerario si è estesa all’intero Golfo di Trieste ma anche all’adiacente Laguna di Marano e Grado. A livello della Laguna, nel periodo compreso tra il 1949 e il 1984, si è sommato un ulteriore apporto dovuto allo scarico incontrollato di reflui contenenti Hg, utilizzato come catalizzatore, nell’impianto cloro-soda sito nella zona industriale di Torviscosa (Daris et al., 1993). Nella Laguna di Marano e Grado la contaminazione è stata accertata sia nei sedimenti sia lungo l’intera catena trofica (Mattassi et al., 1991; Brambati, 1997, 2001) ponendo così seri quesiti sul comportamento (ciclo biogeochimico, trasformazione, bioaccumulo e biomagnificazione) di questo metallo in un ecosistema dove coesistono importanti attività economiche per la popolazione ivi residente (pesca, acquacoltura, venericoltura e turismo). In particolare, come riportato in Sladonja et al. (2011), a partire dagli anni ’80, è stata introdotta in laguna la vongola filippina (Tapes philippinarum), che ha colonizzato quasi tutto l’areale risalendo il cuneo salino dei sistemi fluviali per circa 4-5 km. L’attività di raccolta e commercializzazione del bivalve rappresenta una notevole risorsa a supporto dell'economia delle popolazioni locali, tuttavia è fortemente subordinata alle condizioni ambientali e sanitarie dell’ambiente derivanti dalla condizioni chimico-fisiche dei suoi fondali. In questo contesto, a partire dal mese di Giugno 2008, è stato avviato un progetto di ricerca a carattere multidisciplinare denominato “MIRACLE” (Mercury Interdisciplinary Research for Appropriate Clam farming in Lagoon Environment), coordinato dal Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Trieste (responsabile scientifico dott. Stefano Covelli) e finanziato dal Commissario Delegato per l’emergenza Socio-Economico Ambientale determinatasi nella laguna di Marano Lagunare e Grado. Il progetto ha visto il coinvolgimento di numerose unità operative istituzionali e scientifiche a livello nazionale (ARPA FVG, OGS-BIO, ISPRA, Università di Venezia) e internazionale (Istituto “Jožef Stefan" di Lubiana, Stazione di Biologia Marina di Pirano, University of Massachusetts-Lowell). Lo scopo finale era l’individuazione di nuove aree idonee da destinarsi alla venericoltura tenendo conto della diffusa contaminazione da Hg a livello dell’intera area lagunare. In virtù del ruolo centrale svolto nei cicli biogeochimici dell’ambiente marino, una particolare attenzione è stata posta alla caratterizzazione e al comportamento dei sedimenti. I risultati della ricerca approfondita su questa matrice costituiscono l’oggetto della presente dissertazione. L’attività di ricerca ha previsto una intensa fase di campionamento condotta a livello dell’intera Laguna seguita da una parte sperimentale di laboratorio che ha fatto luce su diversi aspetti biogeochimici del Hg. La distribuzione spaziale del metallo nei sedimenti superficiali è stata aggiornata prendendo in esame anche la forma metilata della quale non erano a disposizione dati pregressi a livello di intero areale. Le due forme mercurifere sono state correlate con i principali descrittori geochimici (granulometria, contenuto e qualità della sostanza organica) ponendo una particolare attenzione alle implicazioni che derivano dalla speciazione chimica del metallo tra le forme biodisponibili e refrattarie ai fenomeni di rimobilizzazione. L’indagine è stata successivamente estesa anche ai sedimenti sub-superficiali allo scopo di determinare lo spessore interessato dalla contaminazione. Sulla base dei tassi di sedimentazione, calcolati per la prima volta in laguna, è stata valutata l’evoluzione storica dell’accumulo di Hg, estrapolato l’inventario a livello dell’intero bacino lagunare e considerata la possibile evoluzione della contaminazione. Nella seconda fase della ricerca, sulla base delle possibili destinazioni d’uso del sistema lagunare e i fenomeni fisici a esse associato, sono state prese in esame le dinamiche delle specie mercurifere in colonna d’acqua a seguito di fenomeni di risospensione. Questa seconda parte delle attività è stata svolta allestendo esperimenti in condizioni controllate di laboratorio (mesocosmo) su sedimenti prelevati in due siti scelti laddove le operazioni di dragaggio, necessarie per consentire l’operosità dei canali, vengono eseguite periodicamente.
XXIII Ciclo
1969
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5

ABDALLAH, AIDA. "Stima della concentrazione rimanente delle risospensioni indotte dal dragaggio tramite un modello teorico di flocculazione e sedimentazione ​." Doctoral thesis, Università degli Studi dell'Aquila, 2022. http://hdl.handle.net/11697/185758.

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Abstract:
Maritime works often require sediment handling activities such as dredging to maintain harbors and channels, nourish sandy beaches and carefully remove and relocate contaminated materials from the bottom of estuarine and coastal areas. Such operations often lead to an increase in the concentration of suspended sediments in water columns, which in turn causes adverse environmental effects. Mitigating the effects of dredging requires designing its operations with care; by paying attention to the geometry of areas affected by the sediment resuspension. Numerical modeling has been recognized as a valuable tool to help designers and contractors to estimate the spatial distribution and the temporal evolution of the suspended sediments. In obtaining such numerical models, one of the most challenging aspects to be tackled is the estimation of the floccule settling velocity of the fine-grained mixture that results from sediment re-suspension. This settling velocity is affected by a phenomenon known as flocculation. In this thesis, we formulate a particle transport model for suspended particles in a settling column since that is a common way of investigating the process of floccule settling. The particle transport model comprises the flocculation and the floccule settling sub-models. The latter sub-model depends on the former one. Whereas the flocculation sub-model is based on the theory of non-local interacting particles, which is a concept of (deterministic) Particle Methods, the floccule settling velocity relies on the balance of the gravitational force and the drag resistance, and the floccule sizes provided by the flocculation sub-model. For more practical applications, the model was extended to include a source term, thus allowing for new suspensions while the flocculation and the settling phenomena are ongoing. In all, the particle transport model is regulated by three main parameters: $\alpha$, $\beta$ and $nF_th$. The parameters $\beta$ and $nF_th$ are featured in the flocculation sub-model: $\beta$ controls the range and strength of attraction between particles while the so-called threshold floccule size $nF_th$ controls the number of particles in the simulated floccules. Physically, $\beta$ can be interpreted as the propensity of particles to flocculate (e.g., sediment type), and $nF_th$ signifies the natural tendency of floccules to be stable. Also, $\alpha$ serves as a correction term in the floccule settling velocity sub-model to prevent an overestimation. The model was implemented numerically for both one-dimensional and two-dimensional domains. Through settling column-test simulations, the influence of the model’s parameters on the spatial distribution and temporal evolution of suspended particles was examined. Also, the model was calibrated by determining the values of its parameters that reproduced the experimental curve describing the remaining concentration percentage of suspended particles as a function of time.
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