Academic literature on the topic 'Rischio contrattuale'

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Journal articles on the topic "Rischio contrattuale"

1

De Poli, Matteo. "Asimmetrie informative e contratti bancari: L’esperienza italiana." Revista de la Facultad de Derecho de México 69, no. 275-2 (November 11, 2019): 809. http://dx.doi.org/10.22201/fder.24488933e.2019.275-2.71484.

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Abstract:
In Italia, la regolamentazione dei contratti bancari in Italia è divisa tra codice civile e legislazione speciale. Il primo, risalente al 1942,ha dato riconoscimento alle principali operazioni bancaria e le ha disciplinate, la seconda, invece, ha introdotto varie forme di tutela del cliente della banca, considerato soggetto “debole” e, quindi, a rischio di un esito contrattuale per lui svantaggioso. Lo scritto si propone di ricostruire, in modo rapido ma organico, la disciplina dei diversi contratti bancari e le principali forme di tutela del cliente di Banca.
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2

De Angelis, Marina, and Michelangelo De Filippi. "Le carriere lavorative dei percettori del Reddito d’inclusione prima dell’accesso alla policy." Sinappsi 12, no. 2 (2022): 68–83. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-02-5.

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Abstract:
Nell’articolo si descrivono le carriere lavorative dei percettori della prima misura di sostegno al reddito in Italia, il Reddito d’inclusione (ReI). Obiettivo dell’analisi è comprendere quali siano le condizioni del mercato del lavoro, nello specifico la tipologia contrattuale e il regime orario oltre alla professione, che espongono a un maggiore rischio di povertà (pur lavorando) e si definiscono inoltre le caratteristiche socio-economiche dei soggetti maggiormente esposti. Concentrandosi sui tre anni precedenti all’ingresso nella policy, quello che emerge per i beneficiari del ReI è una prevalenza di contratti a tempo determinato e part-time, principalmente per le donne. Dunque, il mercato del lavoro non protegge dalla povertà e anche chi riesce ad entrarci, ovvero il 70% dei casi di beneficiari ReI nel 2018, resta comunque povero e ha bisogno e diritto al sussidio di povertà.
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3

Zaccaria, Daniele. "La disoccupazione dei lavoratori ultracinquantenni in Europa: fattori di rischio e probabilitŕ di uscita." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 39–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126003.

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Abstract:
In Europa la disoccupazione tra i lavoratori anziani č un fenomeno ancora marginale che colpisce in particolare i meno istruiti e i lavoratori con scarse competenze inseriti nei settori produttivi tradizionali. Sperimentare la disoccupazione in etŕ avanzata perň aumenta il rischio di rientrare nel mercato del lavoro con forme contrattuali atipiche e precarie.
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4

Dazzi, Davide. "Lavoro agile tra rottura del vincolo spaziale e ricerca di una nuova dimensione del luogo di lavoro." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001004.

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Abstract:
Il procedere incerto della legislazione e della contrattazione tra un orientamento welfaristico e organizzativistico del lavoro agile rischia di produrre una dis-locazione della prestazione del lavoro senza una ridefinizione organizzata delle relazioni di lavoro. La remotizzazione del la-voro al di fuori di un ridisegno dell'organizzazione del lavoro rischia di contraddire le prero-gative legislative del lavoro agile di autonomia, produttività e conciliazione e di entrare in con-correnza con alcune traiettorie della digitalizzazione del mercato del lavoro. Se le relazioni di lavoro travalicano i confini aziendali, anche le parti sociali, e il sindacato in primo luogo, han-no bisogno di costruire politiche organizzative e contrattuali che sappiano andare oltre il solo perimetro aziendale.
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5

Guarriello, Fausta. "I diritti di contrattazione collettiva in un'economia globalizzata." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 135 (September 2012): 341–59. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135001.

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Abstract:
Il saggio esamina la tensione esistente tra il riconoscimento del diritto di contrattazione collettiva come diritto sociale fondamentale nelle fonti internazionali ed europee e gli effetti di destrutturazione dei sistemi contrattuali, ancora prevalentemente ancorati a livello nazionale, indotti dalla globalizzazione. L'assenza di effettive misure di sostegno alla contrattazione collettiva su scala sovranazionale, dove le decisioni economiche vengono prese, l'interpretazione restrittiva della Corte di giustizia, lesiva del principio di autonomia collettiva e di libertŕ sindacale, la subordinazione alle libertŕ economiche sottesa alla visione funzionalista delle istituzioni europee, rischiano di indebolire e snaturare il diritto di contrattazione collettiva anche all'interno dei sistemi nazionali, dove esso si č storicamente sviluppato.
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6

Battistelli, Stefania, and Piera Campanella. "Comando e controllo nel lavoro agile: prime riflessioni." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (February 2022): 52–67. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002004.

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Abstract:
La normativa italiana in materia di lavoro agile (L. n. 81 del 2017) delinea le ca-ratteristiche di una nuova modalità di lavoro flessibile, senza vincoli specifici di orario e luogo di lavoro. L'istituto, che nasce con finalità di incrementare la com-petitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, solleva questioni nuove, concernenti tanto l'organizzazione e la produttività del lavoro, quanto il benessere dei lavoratori, aprendo nuovi spazi di riflessione e di studio a riguardo. Alla luce di queste prime considerazioni, il contributo in oggetto si concentra sull'impatto del lavoro agile, e più in generale del lavoro a distanza, nei confronti dei poteri tipici del datore di lavoro rispetto alle relazioni industriali-tipo. Con l'introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il potere di controllo del datore di lavoro tende a rafforzarsi, esponendo i lavoratori a nuove forme di sorveglianza costante. In questo (nuovo) contesto, ci si chiede, in particolare, in che modo il potere di controllo o vigilanza si atteggi nel lavoro a distanza, quale funzione sia deputato ad assolvere e se e in che misura risulti com-patibile con la disciplina avente ad oggetto la vigilanza sull'esatto adempimento degli obblighi contrattuali da parte dei dipendenti di cui all'art. 4 St. lav. Analoga-mente, ci si chiede quali siano gli effetti della flessibilità dell'orario di lavoro sul potere, sui doveri e sulle responsabilità del datore, chiamato a garantire la discon-nessione del lavoratore dagli strumenti tecnologici di lavoro attraverso l'adozione di apposite misure tecniche e organizzative (art. 19, co. 1, L. 81/2017). D'altro can-to, lo scopo del diritto alla disconnessione non è solo quello di tutelare la salute del lavoratore e garantire il rispetto della sua vita personale, ma anche quello di evita-re il rischio di abuso di potere del datore di lavoro, comunemente definito "time porosity". Tuttavia, un modo adeguato per garantire efficacemente il diritto del lavoratore alla disconnessione non è ancora stato individuato e la questione meri-ta di essere approfondita. Tenuto conto di ciò, sarebbe opportuno ripensare al ruo-lo, da una parte, della contrattazione collettiva e delle parti sociali e, dall'altra, della legge nell'ottica di innalzare la qualità del lavoro a distanza.
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7

Fontanella, Guest Editors: A., P. Gnerre, and R. Nardi. "La responsabilità professionale medica oggi." Italian Journal of Medicine, April 9, 2019, 1–98. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.3.

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Abstract:
La responsabilità penale e civile del medico oggi: oneri e onori delle linee guida nella legge Bianco-GelliG. Gallone, C. Palermo La responsabilità contrattuale ed extracontrattuale: quali differenze?D. Amati, A.P. Rossi La legge Gelli-Bianco dal punto di vista della giurisprudenzaS. de Vito La posizione di garanzia del primarioA. de Palma, M. Alessandri La responsabilità dell’organizzazione sanitaria: adeguatezza di strumenti e dotazioni strutturaliG. Lo Pinto La responsabilità delle Direzioni Mediche nel Middle managementC. Coppo, S. Nola Il dipartimento come modello di responsabilità organizzativaR. Tassara, P. Gnerre I requisiti di validità del consenso nel trattamento sanitarioG.B. Ferro Assicurazione obbligatoria e rischio sanitarioL. Longo A che punto ci troviamo con le assicurazioni o polizze per le professioni sanitarie dopo la legge Gelli-Bianco?S. de Vito, P. Gnerre, D. Montemurro, M. Zippi Medicina difensiva ed errore in ambito internisticoM. La Regina, E. Romano La responsabilità nella sperimentazione clinica: Sperimentatore, Sponsor e Comitato EticoG. Gussoni, A. Crespi, S. Frasson, A. Valerio, C. Vertulli, E. Zagarrì La responsabilità dello specializzando: diritti e doveriP. Di Silverio, M. d’Arienzo La responsabilità del medico di Pronto Soccorso e del medico di guardia: ruoli e responsabilità all’interno di una struttura ospedalieraC. Rivetti, A. Spedicato Il trattamento di fine vita alla luce delle ultime novità legislativeA.N. Rosato, F. Rosati, C. Santini Il trattamento sanitario obbligatorioF. Bandini La responsabilità professionale medica secondo il codice di deontologiaL. Corti ConclusioniA. Fontanella
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8

Russo, Maria Teresa. "La buona medicina sintesi di prudenza e sollecitudine: una riflessione a partire da Paul Ricoeur." Medicina e Morale 64, no. 1 (February 28, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.31.

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Abstract:
Parlare di buona medicina significa sottolineare la dimensione morale dell’atto medico, sottraendolo sia al legalismo sia al relativismo della scelta soggettiva. La deontologia, infatti, è esposta a un duplice rischio: quello di ridursi all’ambito della coscienza e pertanto al sistema di valori del medico o, al contrario, quello di trasformarsi in mero codice, assimilandosi così al diritto positivo. Nel primo caso, gli spazi di autonomia decisionale del medico o del paziente si allargano ingiustificatamente, mentre nel secondo si trasforma in un rapporto contrattuale quella che è una relazione intersoggettiva asimmetrica, pretendendo di cautelarsi da ogni rischio o di risolvere i contenziosi a colpi di diritto penale. Né l’una né l’altra immagine della deontologia tengono conto che l’incontro tra la professionalità del medico e la vulnerabilità del paziente ha nella cornice normativa una condizione necessaria ma non sufficiente, che deve essere completata e giustificata alla luce di un’etica delle virtù. Appare importante, dunque, la distinzione operata da Paul Ricoeur tra il giusto, il legale e l’equo, soprattutto in quelle circostanze che richiedono dal medico decisioni delicate in un contesto di incertezza o di grave conflittualità. È in questa prospettiva che si inserisce l’esercizio della prudenza o phrónesis, indispensabile per formulare un giudizio orientato alla scelta di quel meglio che è possibile nella circostanza specifica, conciliando il rigore della norma generale con la singolarità della situazione concreta. Nei saggi dedicati all’arte medica, Ricoeur traccia una vera e propria architettura dell’alleanza terapeutica, stratificandola in tre livelli: prudenziale, deontologico e teleologico. Il giudizio prudenziale è inseparabile da quelle garanzie deontologiche, che preservano la fragilità dell’alleanza terapeutica, minacciata da diverse istanze. D’altra parte, l’etica medica resta priva di giustificazione se non è ancorata a una precomprensione antropologica, che tenga conto dell’integrità e dignità della persona del paziente. ---------- Speaking of good medicine is a way to underline the moral dimension of the medical act and to subtract it both from any legalism and relativism of a subjective choice. In fact, deontology is exposed to a double risk: on the one hand, it can be reduced to private conscience and therefore to a scale of values of the doctor; on the other hand, it can be completely transformed and be assimilated into a code of positive laws. In the former case, the space for the decision-making autonomy of the doctor or the patient expands beyond any justifiable limit. In the latter case, deontology, which is actually an asymmetric interpersonal relation, becomes a purely contractual matter, where positive law is considered the only means for protecting oneself from risks and for solving any contentious by using legal proceeding. Neither the one nor the other concept of deontology consider that the professionalism of the doctor and the vulnerability of the patient move within a normative framework with conditions that are necessary but not sufficient, which has to be completed and justified in the light of virtue ethics. Therefore, Paul Ricoeur’s distinction between what is just, legal, and good proves to be of great importance, in particular in those uncertain and conflicting situations that demand delicate decisions from the doctor. It is in this context that prudence or phrónesis makes its appearance. In fact, prudence is indispensable to formulate a judgment that tends towards the best possible decision under specific circumstances, combining the rigor of the general norm with the singularity of the concrete situation. In his essays dedicated to medical art, Ricoeur is outlining something like a real architecture of therapeutic alliance, articulated in three moments: prudential, deontological, and theological. Prudential judgment is inseparable from deontology, which guarantees support and protects the vulnerability of the therapeutic alliance threatened by various requests. On the other hand, medical ethics is not justified if it is not based on an anthropological understanding respectful of the personal integrity and dignity of the patient.
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Dissertations / Theses on the topic "Rischio contrattuale"

1

Spangaro, Alessandra <1975&gt. "Rischio contrattuale e rinegoziazione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2005. http://hdl.handle.net/10579/629.

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2

Caldarelli, Gioia <1988&gt. "Ius variandi e gestione del rischio contrattuale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18477.

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Abstract:
La mia attività di ricerca ha avuto come oggetto l’analisi delle tecniche di gestione del rischio contrattuale nei contratti di durata, con particolare riferimento a quelle di origine convenzionale e ad esercizio unilaterale. Nei sistemi giuridici contemporanei il principio di flessibilità del contratto, intimamente legato ad istanze di conservazione dei rapporti giuridico patrimoniali, tende a favorire l’adozione di strumenti “manutentivi”, confinando al ruolo di extrema ratio la risoluzione ed altri strumenti “ablativi”. Mentre la tecnica della rinegoziazione si sviluppa in ossequio al principio generale dell’accordo e dell’incontro di volontà, come sancito dall’art. 1321 cod. civ. e ribadito, ex multis, dall’art. 1372 cod. civ., il sintagma latino ius variandi introduce uno strumento verso il quale si registra maggior diffidenza, consistendo nel potere, di origine legale o convenzionale, di modificare unilateralmente il contenuto di un contratto di durata o ad esecuzione differita. Dopo aver argomentato sul piano sistematico natura e ammissibilità di un intervento modificativo del regolamento contrattuale a carattere unilaterale, procedo con una ricostruzione delle molteplici ipotesi di ius variandi legale, rintracciabili sia nel codice che nella legislazione di settore, per poi passare ad esplorare confini e limiti di un ius variandi convenzionale, mediante il quale poter plasmare la materia fluida del contratto adeguandola ai mutati interessi delle parti. Attraverso il contributo della comparazione con il sistema di common law, in cui i principi generali della buona fede e della correttezza hanno avuto una evoluzione e un conseguente approdo peculiari, mi soffermo sulla possibilità di applicare la teoria relazionale dei contratti di durata nel nostro ordinamento di civil law. Tale teoria, enucleata da autorevoli esponenti della dottrina civilistica statunitense, valorizza il contenuto intrinsecamente incompleto dei contratti di durata e la loro fisiologica aspirazione a veder salvaguardata la convenienza delle operazioni economiche in essi sottese attraverso la ragionevole cooperazione tra le parti e l'intervento in chiave rimodulatoria del regolamento negoziale. Questo possibile scardinamento del principio pacta sunt servanda necessita di essere accompagnato da un uso consapevole e ponderato delle clausole generali della buona fede, della correttezza e della soliderietà contrattuale, strumenti di eccezione anche per l'esplicazione di un sindacato giurisdizionale sul legittimo esercizio della discrezionalità contrattuale.
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3

Boatto, Stefano <1973&gt. "Strumenti contrattuali di sostegno alla società fra capitale di debito e capitale di rischio." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/263.

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4

NARDONE, ANNA. "Sopravvenienze a rischio contrattuale: il rimedio dell'adeguamento in una prospettiva europea." Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/11562/337704.

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5

Casazza, Alberto. "Strategie di gestione dei costi nei finanziamenti bancari: tecniche contrattuali e rimedi privatistici." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1238916.

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Abstract:
La gestione dei costi del rapporto di finanziamento bancario rappresenta un terreno privilegiato d’indagine per comprendere le dinamiche degli assetti di forza e degli equilibri economici nei contratti di durata. Dal momento della negoziazione a quello esecutivo, emergono infatti plurime chiavi di lettura del sistema di distribuzione dei rischi e di manutenzione della relazione economica. L’insieme dei problemi suscitati dalla prassi fornisce, da questo punto di vista, notevoli indicazioni e consente di delineare rimedi efficienti ed equi nel ventaglio di ipotesi che possono presentarsi innanzi all’operatore giuridico, nel caso in cui il rapporto sia staticamente o dinamicamente sbilanciato a causa dell’opportunismo contrattuale o di una sopravvenienza rilevante. Autonomia privata e assetto giurisdizionale in senso ampio svolgono un ruolo essenziale in una realtà che muta continuamente forma, mescolandosi alla sfuggente materia economico-finanziaria: per questo motivo, è più che mai indispensabile ricostruire l’armamentario interpretativo del giurista a partire dall’analisi sul campo della giurisprudenza e della prassi bancaria. In tal modo, viene in evidenza l’insufficienza di soluzioni rigidamente dogmatiche: è preferibile, invece, differenziare le scelte rimediali sulla base di un’analisi multilivello, che coniughi il profilo economico con la dimensione etica del rapporto contrattuale. The cost management of bank financing represents an excellent topic to deal with the dynamics of economic balances in long-term contracts. From the moment of negotiation to the executive one, in fact, several keys to understanding the risk distribution system and the maintenance of the economic relationship emerge. The set of problems raised by the practice provides, from this point of view, significant indications and allows to outline efficient and equitable remedies in the range of hypotheses that may arise before the legal operator, in the event that the relationship is statically or dynamically unbalanced due to contractual opportunism or a significant contingency. Private autonomy and jurisdiction in a broad sense play an essential role in a reality that constantly changes form, mixing with the elusive economic-financial matter: for this reason, it is more than ever essential to reconstruct the interpretative instruments of the jurist starting from the analysis on the field of jurisprudence and banking practice. In this way, the insufficiency of strictly dogmatic solutions is highlighted: it is preferable, in fact, to differentiate the remedial choices based on a multilevel analysis, which combines the economic profile with the ethical dimension of the contractual relationship.
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Books on the topic "Rischio contrattuale"

1

Delfini, Francesco. Autonomia privata e rischio contrattuale. Milano: A. Giuffrè, 1999.

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2

Mantello, Marco. Interpretazione funzionale e rischio contrattuale. Napoli: Jovene, 2003.

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3

Rescio, Giuseppe Alberto. La traslazione del rischio contrattuale nel leasing. Milano: Giuffrè, 1989.

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