Journal articles on the topic 'Rischio consentito'

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Longo, Marco. "Le conseguenze psicologiche del terremoto e la coscienza del rischio sismico." GRUPPI, no. 3 (October 2011): 43–52. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003005.

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Abstract:
Gli interventi gruppali di psicoemergenza rivolti agli sfollati dopo il terremoto dell'Aquila sono stati organizzati in forma di riunioni informative ed educative condotte dai geologi dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e dagli psicologi di Psicologia per i Popoli. La partecipazione a questi gruppi ha consentito di classificare gli individui in base al modo di rievocare il momento traumatico e di riportare le proprie reazioni. Mettere in comune le modalitŕ esperienziali e mnestiche di ciascuno ha consentito di individuare emozioni condivise e fantasie sottostanti. Soprattutto, sono emersi i modi di pensare e di difendersi dal trauma condivisi nelle diverse fasce d'etŕ, consentendo l'elaborazione di interventi specifici e di attivitŕ di gruppo adeguati ad ogni ciclo di vita. Parole chiave:
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Cimmino, Maria. "L’indisponibilità del diritto all’integrità fisica della persona umana in ambito sportivo e i limiti al rischio consentito." Ius Humani. Law Journal 5 (May 2, 2016): 69–103. http://dx.doi.org/10.31207/ih.v5i0.80.

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Abstract:
Lo sport, espressione di valori come la lealtà e la correttezza, il rispetto delle regole, l’integrazione, la democrazia, è una forma di manifestazione della personalità umana, finalizzata, anche attraverso il tempo libero, al miglioramento del benessere psicofisico del singolo e della collettività. Tuttavia e paradossalmente talvolta esso può risolversi nell’uso della violenza e/o in un contrasto fisico tra gli atleti, contemplato in alcuni casi dai regolamenti sportivi. Come si giunge a valutare meritevoli le attività sportive nel quadro dei diritti fondamentali della persona costituzionalmente garantiti? Il lavoro si propone di analizzare i rapporti tra diritto allo sport e diritto all’integrità fisica attraverso una rilettura della teoria giurisprudenziale del rischio consentito, giungendo alla conclusione che nel bilanciamento di interessi di pari rango costituzionale, l’organizzatore di competizioni sportive rivesta una fondamentale posizione di garanzia e che occorre modulare l’applicazione della clausola del rischio consentito in ragione delle circostanze del caso concreto e della qualità del soggetto e del carattere amatoriale od agonistico dell’attività.
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Perini, S., P. Zampieri, L. Rosta, E. Piovan, G. Barone, P. Ruatti, and A. Benati. "MAV cerebrale di tipo piale in età pediatrica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 6 (December 1996): 743–48. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900619.

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Abstract:
La nostra casistica comprende 29 pazienti sottoposti a trattamento endovascolare per la presenza di una MAV di tipo piale. I pazienti sono stati trattati con varie metodiche (embolizzazione a «flusso libero» 2 casi, embolizzazione particolata con micro-emboli di filo da sutura -17 casi, embolizzazione con colla acrilica- 10 casi). È stato fatto un confronto tra la serie trattata in età pediatrica e quella dei pazienti adulti evidenziando alcune significative differenze di angio-architettura e sede della MAV: in età pediatrica sono risultate più frequenti le MAV mono o pauci- peduncolari, le fistole dirette e quelle a nido plessiforme fistoloso ad alto flusso e le malformazioni giganti a sede sottotentoriale e centrale profonda. Nel primo caso il trattamento di elezione è risultato essere quello con colla acrilica associato a radiochirurgia con guarigione definitiva in 3 casi. Nelle FAV dirette e nelle MAV ad alto flusso abbiamo impiegato come agenti embolizzanti filo da sutura e colla acrilica con risultato definitivo. Il trattamento delle MAV sottotentoriali e a sede centrale profonda rappresenta il problema di più difficile soluzione in età pediatrica. In due pazienti l'embolizzazione con colla ha consentito di effettuare la radio-chirurgia (MAV giganti cerebellari). Non riteniamo che attualmente alcuna tecnica endovascolare consenta un trattamento sicuro delle estese MAV centrali profonde. Ogni trattamento, nei bambini ancor più che nell'adulto, deve richiedere una attenta valutazione del rapporto rischio/ beneficio della metodica con riferimento ai dati della storia naturale.
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Rimedio, Antonio. "I soggetti vulnerabili nella ricerca clinica europea: dalla Convenzione di Oviedo al Regolamento (UE) N. 536/2014 / Vulnerable subjects in European clinical research: from the Oviedo Convention to Regulation (EU) No 536/2014." Medicina e Morale 66, no. 6 (January 25, 2018): 793–809. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.521.

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Abstract:
Il confronto tra la Convenzione di Oviedo e il Regolamento (UE) N. 536/2014 ha consentito di strutturare lo “standard etico-giuridico” europeo relativo alle misure di protezione dei soggetti vulnerabili coinvolti nelle sperimentazioni cliniche. Tale standard è stato analizzato seguendo il filo conduttore dei tre principi fondamentali della ricerca, enunciati dal Belmont Report: rispetto per la persona, beneficialità e giustizia. Le discrepanze riscontrate al suo interno hanno fatto emergere le criticità di talune categorie di base, ad esempio la distinzione tra beneficio diretto o beneficio sul gruppo e la nozione del rischio minimo. A 20 anni di distanza dalla Convenzione di Oviedo, documento di riferimento della bioetica europea ed internazionale, viene argomentata la necessità di ripensare criticamente quella dimensione “difensiva” della vulnerabilità, che prevale nella normativa europea e occidentale. ---------- The comparison between the Oviedo Convention and the Regulation (EU) No. 536/2014 has allowed to discover and structure the European “ethical-legal standard” on the protection measures for vulnerable subjects involved in clinical trials. This standard was analyzed following the three fundamental principles of research, as outlined by the Belmont Report: respect for persons, beneficence and justice. The discrepancies found inside have highlighted the criticalities of some basic categories, such as the distinction between direct benefit or benefit on the group and the notion of minimal risk. Twenty years after the Oviedo Convention, a reference document for European and international bioethics, there is a need to rethink critically the “defensive” dimension of vulnerability, that prevails in European and Western legislation.
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Tino, Concetta. "The activities of the organizational boundary spanners during the Covid19 pandemic: the case of a profit organization." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 328–46. http://dx.doi.org/10.36253/form-10173.

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Abstract:
In the first period of emergency from Covid19, only workplace organizations with essential production activities were able to continue to carry out their work. This required them the implementation of organizational strategies useful to contrast the risk of the pandemic and to protect production performance. The qualitative study conducted in a Lombard company, through semi-structured interviews, aimed at figures with different levels of responsibility, wanted to investigate: (i) which boundary spanning activities were used to manage the emergency? (ii) what factors allowed the effectiveness of the result in terms of contrasting the pandemic and guaranteeing the productivity (iii), what were the perceived effects on the company? Findings highlight the importance of the activities of organizational boundary spanners in emergency management and of those factors that, by supporting the socio-emotional dimension, have determined the organization’s productive advantage. Le attività dei boundary spanners organizzativi durante la pandemia da Covid19: il caso di un’organizzazione profit. Nel primo periodo della diffusione dell’emergenza sanitaria da Covid19, solo le organizzazioni lavorative con attività produttive essenziali hanno potuto continuare a svolgere il loro lavoro. Questo ha richiesto loro la messa in atto di strategie organizzative utili a contrastare il rischio della diffusione della pandemia e a salvaguardare la performance produttiva. Lo studio qualitativo condotto, in un’organizzazione profit lombarda, tramite interviste semistrutturate, rivolte a figure con diversi livelli di responsabilità ha voluto investigare: (i) quali attività di boundary spanning sono state utilizzate per gestire l’emergenza? (ii) quali fattori hanno consentito l’efficacia di risultato in termini di contrasto alla pandemia e di garanzia produttività (iii), quali sono state le ricadute percepite sull’organizzazione? I risultati ottenuti evidenziano l’importanza delle attività dei boundary spanners organizzativi nella gestione dell’emergenza e di quei fattori che sostenendo la dimensione socio-emozionale ne hanno determinano il vantaggio produttivo dell’organizzazione.
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Tajani, Francesco, Pierluigi Morano, Marco Locurcio, and Paola Amoruso. "A logical operating model for the assessment of the forced sale value in the judicial procedures." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 23–40. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212904.

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Abstract:
With reference to real estate auctions activated in the context of judicial procedures (bankruptcy and/or executive), this work develops and tests a logical operating model for the assessment of the forced sale value. This is determined from the market value of the asset by applying an appropriate discount (or premium) coefficient based on the potential risks of the urban and market context in which the property is located. The estimated coefficient allows for determination of the auction value of the property to be sold which, due to yields obtainable and transaction risk, is admissible in terms of buyer convenience. The model proposed and tested here borrows Ellwood's logic as applied to the real estate sector, integrated through the investment risk assessment approach of Real Options Analysis. Applied in the one hundred and forty cities where the Italian courts are based, the model allowed for the construction of an abacus of discount (or premium) coefficients, differentiated in terms of the cities analyzed, the various areas of each city and the intended residential or commercial use. Putting in practice the application highlighted the validity of the model, capable of contextualizing the discount (or premium) coefficient needed to determine forced sale value based on the risk factors of the market areas considered. Practical implications of the abacus include the possibility of limiting the times of auctioning procedures, as well as generating a map of the areas of greatest interest for potential investors, where the uncertainty, typical of this specific real estate sub-market, is overcome by the knowledge of the limit values of investment convenience for the area under analysis. Con riferimento alle aste immobiliari attivate nell'ambito di procedure giudiziarie (concorsuali e/o esecutive), nel presente lavoro è sviluppato e testato un modello logico-operativo per la stima del valore di vendita forzata. Questo valore è determinato a partire dal valore di mercato del cespite applicando, a seconda dei casi, in ragione dei rischi o delle potenzialità del contesto urbano e di mercato in cui l’immobile è ubicato, un congruo coefficiente di sconto o di premio. Il coefficiente stimato permette di determinare il valore a base d’asta dell'immobile da aggiudicare che, in ragione dei rendimenti ottenibili e del rischio dell'operazione, risulti ammissibile in termini di convenienza per l’acquirente. Il modello, qui proposto e testato, mutua la logica di Ellwood applicata al settore immobiliare, integrata mediante l’approccio valutativo della rischiosità degli investimenti proprio dell’Analisi delle Opzioni Reali. Implementato sulle centoquaranta città in cui hanno sede i tribunali italiani, il modello ha consentito di costruire un abaco dei coefficienti di sconto (o di premio), differenziati per le città analizzate, per le diverse zone di ciascuna città e per le destinazioni d’uso "residenziale" e "commerciale". L'applicazione condotta ha posto in risalto la validità del modello, in grado di contestualizzare il coefficiente di sconto (o di premio) per la determinazione del valore di vendita forzata in ragione dei fattori di rischio degli ambiti di mercato considerati. Le implicazioni pratiche dell'abaco concernono la possibilità di contenere i tempi delle procedure di vendita all’asta, come pure di generare per i potenziali investitori una mappa delle aree di maggiore interesse, dove l'aleatorietà tipica di questo particolare sub-mercato immobiliare è superata dalla conoscenza dei valori limite di convenienza dell’investimento per l'ambito in analisi.
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Dicuonzo, F. "Fattori di rischio e profilassi." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 2 (August 1988): 165–68. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100207.

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Abstract:
La somministrazione di mezzi di contrasto comporta «Fattori di rischio» che possiamo considerare «relativi al paziente» e, quindi, connessi alla sua condizione clinica e «relativi all'esame» e, quindi, dipendenti dalle modalità di somministrazione del mezzo di contrasto e, soprattutto, dal tipo di mezzo di contrasto. Il perfezionamento della ricerca farmacologica negli ultimi quindici anni, soprattutto nel campo dei mezzi di contrasto, ha permesso di attuare una «profilassi» dei cosiddetti «fattori di rischio». Momento fondamentale di tale profilassi è proprio la scelta del m.d.c. I mezzi di contrasto a bassa osmolarità non ionici consentono una minore tossicità ed una maggiore maneggevolezza. Non indicate in assoluto, tali sostanze sono altresì consigliabili nei «pazienti a rischio» e negli «esami a rischio», intendendo per essi anche quelli con ampia dose di mezzo di contrasto.
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Cavazzuti, F., R. Nardi, and C. D'Anastasio. "Implicazioni etiche nel trattamento farmacologico dell'anziano." Medicina e Morale 43, no. 4 (August 31, 1994): 637–65. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1006.

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Abstract:
In età senile la prescrizione di un trattamento farmacologico implica numerosi problemi etici poiché la patologia iatrogenica da farmaci assume maggiore importanza e gravità rispetto alle età precedenti. Un eccesso di medicamenti espone l'anziano ad una più elevata percentuale di effetti collaterali e sono frequenti in età senile l'autoprescrizione di medicamenti e la scarsa adesione al trattamento farmacologico instaurato dal medico. Gli Autori ribadiscono alcuni principi etici nella prescrizione di farmaci a pazienti anziani per indurre, nel rispetto della persona, minimi rischi con il massimo di benefici. E' necessario abituarsi ad una corretta anamnesi farmacologica, circoscrivere l'obiettivo terapeutico principale, non prescrivere più farmaci di quanto il soggetto possa tollerare. E' anche indispensabile semplificare lo schema di trattamento e fornire tutte le informazioni possibili al paziente ed ai familiari per migliorare l'adesione alla terapia prescritta. Occorre infine controllare la comparsa di eventuali effetti collaterali, tenendo presente che l'anziano è sempre un soggetto ad alto rischio di patologia iatrogenica da farmaci e di inadeguata compliance al trattamento. Nella "cura globale" del paziente in età senile l'obiettivo principale è di recuperare il massimo dell'autonomia consentita e di mantenerla il più a lungo possibile. Ciò significa non soltanto una terapia farmacologica, ma anche la prescrizione di interventi riabilitativi, di attività motoria, di attività occupazionali e socializzanti. L'età avanzata e molto avanzata non è mai un ostacolo ad un trattamento farmacologico, ma occorrono più prudenza, maggiori controlli e verifiche ed una nuova cultura meno medicalizzante. Gli Autori elencano i criteri utili per migliorare l'adesione alla terapia con farmaci, i possibili livelli di responsabilit del medico nell'indurre i rischi di una patologia da medicamenti in età senile e le ipotesi di soluzione dei problemi etici connessi. Presenza di patologia multipla non significa sempre poliprescrizione. I farmaci vanno limitati alle patologie emergenti, creando delle priorità di trattamento per problemi clinici, riducendo i dosaggi ed evitando medicamenti di non comprovata utilità ed efficacia.
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D’Adamo, Gianna. "Quando è meglio rimuovere il catetere peritoneale dopo trapianto renale?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (December 3, 2013): 68–69. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1007.

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Abstract:
Il dibattito sull'opportunità o meno di rimuovere il catetere peritoneale all'atto del trapianto renale è ancora aperto. Il mantenimento in sede del catetere viene infatti raccomandato dalle linee guida europee del 2005 per consentire la ripresa della dialisi peritoneale in caso di ritardata ripresa funzionale del rene trapiantato. Alcuni Centri Trapianto hanno però recentemente segnalato un alto tasso di complicanze post-trapianto connesse con la presenza del catetere, anche se non utilizzato, e suggeriscono di rimuoverlo al momento del trapianto per abbattere il rischio di complicanze e/o fallimento della DP ed evitare una seconda procedura a breve distanza dal trapianto.
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Quaglia, Marco, Guido Merlotti, Cristina Izzo, and Piero Stratta. "L'Acidosi Tubulare di tipo IV: una nefropatia emergente." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (September 25, 2014): 329–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.933.

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Abstract:
L'acidosi tubulare tipo IV (RTA di tipo IV) è una forma di acidosi metabolica ipercloremica causata da un ipoaldosteronismo assoluto o funzionale, che determina un deficit dell'acidificazione distale attraverso un'inibizione dell'ammoniogenesi e dell'escrezione di H+ a livello del dotto collettore. L'eziologia è spesso multifattoriale e include disordini che determinano una riduzione dei livelli di aldosterone o della sensibilità del dotto collettore alle azioni dell'ormone. I farmaci che inibiscono il sistema renina-angiotensina (RAS) a qualunque livello aumentano il rischio di sviluppare una RTA di tipo IV, soprattutto quando sono impiegati in associazione in pazienti anziani affetti da diabete mellito, scompenso cardiaco e insufficienza renale cronica oppure portatori di trapianto renale. La diagnosi si basa sul riscontro di un'iperkaliemia sproporzionata alla funzione renale associata a un'acidosi metabolica con anion gap sierico normale e anion gap urinario positivo; il pH urinario può essere inferiore a 5.5. Vari elementi laboratoristici consentono la diagnosi differenziale con l'acidosi tubulare distale di tipo 1. L'impatto clinico della RTA di tipo IV sta diventando sempre più rilevante a causa della diffusione di farmaci bloccanti il RAS in pazienti anziani già affetti da condizioni a rischio per questa complicanza, contribuendo a una rivalutazione critica delle indicazioni ad alcune terapie di associazione. Lo sviluppo di iperkaliemia pone in questi contesti un dilemma terapeutico, in quanto proprio i pazienti a maggior rischio per RTA di tipo IV sono quelli che possono trarre il massimo vantaggio cardiovascolare dal blocco farmacologico del RAS. È, quindi, essenziale trovare un punto di equilibrio nel rapporto rischio/beneficio nel singolo paziente, prevenendo la RTA di tipo IV con opportune misure.
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Fraschini, Paolo, and Barbara Bonaiti. "La riabilitazione nell'osteogenesi imperfetta." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 107–12. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003018.

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Abstract:
L'osteogenesi imperfetta č un disordine genetico eterogeneo, in quanto in un gran numero di pazienti si riscontra la mutazione di uno dei geni che codificano il collagene di tipo I, mentre altri soggetti presentano difetti genetici diversi. Tuttavia, ai fini dell'approccio riabilitativo queste differenze non sono rilevanti, mentre lo č la fascia di etŕ a cui vengono destinati i trattamenti. Nei bambini č importante stimolare il movimento attivo degli arti e del tronco, facilitare il controllo del capo e il carico sugli avambracci, che in prospettiva consentirŕ il trasferimento sulla o dalla sedia a rotelle e permetterŕ di alzarsi da seduti. Nel periodo in cui il bambino mette in atto i primi tentativi di deambulazione bisogna tener presente il rischio di fratture ed eventualmente proteggere in modo adeguato gli arti inferiori. Sedie a rotelle e tricicli sono validi strumenti per lo spostamento autonomo dei bambini piů grandi, ma devono essere predisposti sulla base di precisi criteri. Per gli adolescenti e gli adulti occorrono trattamenti destinati a mantenere la forza muscolare, per ridurre il rischio di fratture: a questo scopo si utilizzano appositi esercizi fisiokinesiterapici e si puň ricorrere al trattamento farmacologico con difosfonati.
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Tazza, L., A. Di Napoli, and F. Franco. "Considerazioni su uno studio che confronta l'utilizzo di metodi semiparametrici e parametrici nello studio della sopravvivenza degli accessi vascolari per emodialisi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 4 (January 24, 2018): 38–41. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1498.

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Abstract:
Ravani et al hanno recentemente confrontato la sopravvivenza degli accessi arterovenosi con vasi nativi vs. protesici utilizzando metodi statistici differenti da quelli comunemente usati in letteratura. Quando il fenomeno sotto osservazione (nel caso specifico “il rischio istantaneo di fallimento dell'accesso”) non rimane costante nel tempo ma segue un andamento noto, l'uso dei modelli statistici parametrici può essere in grado di offrire maggiori e più accurate informazioni rispetto ai semiparametrici (regressione di Cox). Le diverse cause di fallimento degli accessi vascolari sono sensibilmente tempo-dipendenti. Inoltre i metodi parametrici consentono di analizzare meglio gli eventi ripetuti per lo stesso soggetto. È il caso del paziente che per fare l'emodialisi richiede un nuovo intervento quando fallisce il precedente. I modelli parametrici permettono una più accurata valutazione dell'effetto fragilità.
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Molteni, Franco. "Trattamento della spasticitŕ e della distonia." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 79–81. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003013.

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Abstract:
Le alterazioni congenite del sistema nervoso centrale e le patologie degenerative possono comportare disturbi a carico dell'attivitŕ muscolare sotto forma di spasticitŕ e/o distonia. Nel grave cerebroleso l'iperattivitŕ muscolare dŕ facilmente luogo ad esiti invalidanti che, sommati ad altre comorbilitŕ, si traducono in quadri molto complessi: a volte l'alterazione motoria non č compatibile con posture che consentano l'interazione con l'ambiente; in alcuni casi la stessa sopravvivenza del paziente viene messa a rischio da complicanze, come le gravi patologie dell'apparato urinario conseguenti a iperattivitŕ vescicale. Chirurgia ortopedica, tossina botulinica, baclofen intratecale, impianto di stimolatori a livello dei nuclei della base sono strumenti che possono migliorare in misura significativa la qualitŕ di vita del paziente se vengono usati tenendo ben presenti i bisogni che prevalgono nel singolo caso.
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Bosatra, Sara. "Cardiovascular risk in LGBT+ population." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 34–38. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-8.

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Abstract:
Le ricerche in ambito cardiovascolare evidenziano che la popolazione LGBT+ vive una disparità di salute rispetto alla popolazione coetanea eterosessuale e cisgender. Le minoranze sessuali sono infatti sottoposte a stressors specifici che intervengono a più livelli nella vita della persona e che, in assenza di peculiari fattori protettivi di resilienza, hanno un impatto negativo sulla salute cardiovascolare. Restano inoltre da raccogliere le evidenze degli effetti delle terapie ormonali di affermazione di genere e dei bloccanti ipotalamici sulla salute cardiovascolare, per consentire ai medici e alle persone transgender e gender-diverse di conoscere il rischio a cui si sottopongono e di gestirlo in maniera adeguata. Nonostante le raccomandazioni di più istituti scientifici, attualmente si rileva una condizione di impreparazione e di incertezza del personale sanitario su come approcciare l’utenza LGBT+ dal punto di vista sia clinico sia relazionale. Per ridurre le disparità in ambito di salute cardiovascolare che riguardano gli individui LGBT+, si rivela necessario approfondire le conoscenze sui fattori biologici e psico-sociali che potenziano i fattori di rischio cardiovascolare di questa popolazione, sviluppare linee guida evidence-based per prendersi cura dei bisogni specifici di salute delle minoranze sessuali, e avviare programmi di formazione al personale sanitario volti a ridurre gli atteggiamenti discriminatori e condividere buone pratiche a garanzia di una medicina dell’uguaglianza.
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De Matteis, Fabio. "Elementi di performance governance nei servizi sanitari: alcune evidenze empiriche sullo stato dell'arte nella sanità p." MECOSAN, no. 121 (September 2022): 7–30. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa13857.

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Abstract:
Il modello di performance governance, che si fonda sull'impiego delle informazioni di performance per migliorare la governance sanitaria, è particolarmente complesso, considerando le relazioni interistituzionali e il coinvolgimento della collettività che lo stesso prevede. Al fine di contribuire al dibattito scientifico sul tema, il presente lavoro si prefigge l'obiettivo di evidenziare come tre variabili di performance governance (strumenti operativi di misurazione della performance, integrazione di governance e coinvolgimento dei cittadini) si sono sviluppate nella sanità pugliese impiegando la metodologia dei multiple case studies.L'analisi effettuata porta a concludere che la sanità pugliese, se, da un lato, è da ritenersi ancora distante da unmodello di performance governance, dall'altro, evidenzia alcuni fattori propedeutici allo stesso. Inoltre, a partire dalle evidenze emerse dall'analisi dei casi di studio, scaturiscono alcune considerazioni, con specifico riferimento a punti di forza e criticità delle tre variabili indagate, che consentono di contribuire al dibattito scientifico sul modello di performance governance.In ultimo, si mettono in luce alcuni potenziali rischi del modello indagato che consentono di individuare corrispondenti ulteriori linee di ricerca.
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Aime, Marco. "Donne, commercio e fantasia. Conflitti familiari in Africa occidentale." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 145–53. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018015.

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Abstract:
L'articolo affronta il problema del conflitto di genere che nasce all'interno di molte famiglie africane, quando le donne, grazie alle loro piccole attivitŕ commerciali, diventano le principali fornitrici di reddito. In molti casi, infatti, il guadagno delle donne, č l'unica entrata in denaro, che consente di andare al di lŕ della mera sussistenza. Dimostrando fantasia e notevole spirito imprenditoriale, molte donne dell'Africa occidentale, danno vita a forme di associazionismo, finalizzate al commercio, che consentono di ridurre i rischi e di ottimizzare i guadagni. Tale impegno si scontra perň con certi aspetti del pensiero maschile, retaggio di tempi andati.
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Trapè, Ilaria. "QualitĂ e competitivitĂ nelle produzioni agroalimentari. Le indicazioni geografiche tra esigenze di coerenza e di efficacia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 13–46. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003002.

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Abstract:
Il saggio - dopo aver descritto come nel percorso storico dell'alimentazione mondiale si stia configurando sempre di piĂą la ricerca di cibi di qualitĂ e, all'interno di questi, un "ritorno agli apprezzamenti antichi" - analizza la disciplina comunitaria delle indicazioni geografiche, valutandone, in particolare, la coerenza e l'efficacia. Le indicazioni geografiche devono perseguire anche fini di trasparenza del mercato, dovendo consentire ai consumatori di effettuare scelte consapevoli ma, nella prospettiva di un approccio piĂą flessibile all'origine, tale obiettivo risulta realizzato in via eventuale ed indiretta, non potendosi escludere il rischio di confusione o di errore del consumatore. Questo potrĂ essere evitato solo attraverso una lettura congiunta e coordinata delle discipline di settore. Il legislatore deve agire con regole coerenti ed efficaci che, qualificando l'intera filiera, realizzino non solo una compiuta e corretta comunicazione sul mercato, ma tutelino l'affidamento del consumatore in ordine alle qualitĂ del prodotto.
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Cosmi, Franco. "Te linee guida: la difficile applicazione tra clinica, scienza, giurisprudenza, sostenibilità economica ed organizzativa." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (October 14, 2021): 131–41. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-6.

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Abstract:
Introduzione. Le linee guida sono delle raccomandazioni con diversi livelli di evidenza scientifica messe a punto dagli esperti individuati dalle Autorità Regolatorie e dalle Società Professionali per consentire i migliori standard di intervento diagnostico e terapeutico al momento disponibili. Con la Legge 24/2017 in Italia sono diventate di osservanza giurisprudenziale, anche se a tutt’oggi mancano ancora le raccomandazioni ministeriali previste. Scopo. L’obiettivo dello studio è la valutazione nella pratica ambulatoriale cardiologica corrente dell’adesione alle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) riguardo i 3 principali fattori di rischio cardiovascolare: quelle sull’ipertensione del 2018, sulle dislipidemie e diabete mellito del 2019. Sono state valutate le criticità cliniche, amministrative ed organizzative che rendono difficoltosa la loro applicazione. Metodi e risultati. I target di valori pressori raccomandati dalle linee guida europee nei pazienti con sindrome coronarica cronica ipertesi comportano difficoltà decisionali soprattutto riguardanti la persistenza di valori di pressione sistolica elevata ≥ 140 mmHg con diastolica < 70 mmHg, ritenuti pericolosi dalle linee guida, valori di sistolica < 130 mmHg nelle persone di età ≥ 65 anni e in quelle con valori < 120 mmHg di età inferiore. Sempre in questi pazienti, con dislipidemia, la normativa vigente non prevede la rimborsabilità dei farmaci inibitori PCSK9 nei pazienti con livelli di LDL superiori all’obiettivo indicato di 55 mg/dl ma inferiore a 100 mg/dl. Nei pazienti diabetici a rischio molto elevato non è prevista la possibilità prescrittiva del cardiologo e dei medici di medicina generale degli ipoglicemizzanti appartenenti alle categorie degli SGLT2-i e GLP1-ar nonostante questi farmaci siano raccomandati in classe I A. Per le difficoltà organizzative riscontrate la prescrizione è limitata al 15-20% dei pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato. Conclusioni. Le linee guida rappresentano le raccomandazioni per la migliore terapia a disposizione da parte della medicina ufficiale. Esse aiutano il medico a prendere la decisione terapeutica più congrua allo stato dell’arte. Problematiche di ordine clinico, amministrativo ed organizzativo rendono difficili gli adeguati percorsi diagnosticoterapeutici ed assistenziali necessari per la loro applicazione nella pratica clinica rendendo non ottimale il trattamento dei tre principali fattori di rischio cardiovascolare. L’inerzia terapeutica conseguente alla fatica burocratica potrebbe esporre il medico a problematiche medico-legali imputabili più a meccanismi di sistema che alla sua competenza professionale.
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Cosmi, Franco. "Te linee guida: la difficile applicazione tra clinica, scienza, giurisprudenza, sostenibilità economica ed organizzativa." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (October 14, 2021): 131–41. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-6.

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Abstract:
Introduzione. Le linee guida sono delle raccomandazioni con diversi livelli di evidenza scientifica messe a punto dagli esperti individuati dalle Autorità Regolatorie e dalle Società Professionali per consentire i migliori standard di intervento diagnostico e terapeutico al momento disponibili. Con la Legge 24/2017 in Italia sono diventate di osservanza giurisprudenziale, anche se a tutt’oggi mancano ancora le raccomandazioni ministeriali previste. Scopo. L’obiettivo dello studio è la valutazione nella pratica ambulatoriale cardiologica corrente dell’adesione alle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) riguardo i 3 principali fattori di rischio cardiovascolare: quelle sull’ipertensione del 2018, sulle dislipidemie e diabete mellito del 2019. Sono state valutate le criticità cliniche, amministrative ed organizzative che rendono difficoltosa la loro applicazione. Metodi e risultati. I target di valori pressori raccomandati dalle linee guida europee nei pazienti con sindrome coronarica cronica ipertesi comportano difficoltà decisionali soprattutto riguardanti la persistenza di valori di pressione sistolica elevata ≥ 140 mmHg con diastolica < 70 mmHg, ritenuti pericolosi dalle linee guida, valori di sistolica < 130 mmHg nelle persone di età ≥ 65 anni e in quelle con valori < 120 mmHg di età inferiore. Sempre in questi pazienti, con dislipidemia, la normativa vigente non prevede la rimborsabilità dei farmaci inibitori PCSK9 nei pazienti con livelli di LDL superiori all’obiettivo indicato di 55 mg/dl ma inferiore a 100 mg/dl. Nei pazienti diabetici a rischio molto elevato non è prevista la possibilità prescrittiva del cardiologo e dei medici di medicina generale degli ipoglicemizzanti appartenenti alle categorie degli SGLT2-i e GLP1-ar nonostante questi farmaci siano raccomandati in classe I A. Per le difficoltà organizzative riscontrate la prescrizione è limitata al 15-20% dei pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato. Conclusioni. Le linee guida rappresentano le raccomandazioni per la migliore terapia a disposizione da parte della medicina ufficiale. Esse aiutano il medico a prendere la decisione terapeutica più congrua allo stato dell’arte. Problematiche di ordine clinico, amministrativo ed organizzativo rendono difficili gli adeguati percorsi diagnosticoterapeutici ed assistenziali necessari per la loro applicazione nella pratica clinica rendendo non ottimale il trattamento dei tre principali fattori di rischio cardiovascolare. L’inerzia terapeutica conseguente alla fatica burocratica potrebbe esporre il medico a problematiche medico-legali imputabili più a meccanismi di sistema che alla sua competenza professionale.
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Mazzoni, Silvia. "La voce dei figli in tribunale: dall'equidistanza nel conflitto alla dinamica di resistenza e rifiuto verso un genitore." TERAPIA FAMILIARE, no. 124 (February 2021): 194–216. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124010.

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Abstract:
L'articolo descrive l'esperienza dell'ascolto dei figli da parte del giudice - affiancato dallo psicologo - nei procedimenti giudiziali di separazione e divorzio. Si tratta di una procedura coerente con le convenzioni internazionali per i diritti dei bambini e degli adolescenti, ma essa può essere considerata come un'occasione importante affinché tutti gli adulti - genitori, avvocati e giudici - tengano conto della voce dei figli per convergere verso i loro obiettivi evolutivi. Dopo aver passato in rassegna alcuni principi teorici che consentono di comprendere la posizione dei figli rispetto al conflitto genitoriale, l'articolo descrive i risultati di un'indagine empirica che ha permesso di rilevare un'alta percentuale di ragazzi che - nonostante le controversie legali dei genitori - esprimono l'esigenza di mantenere un rapporto equidistante che garantisca la loro sicurezza emotiva e sociale. Ciò nonostante, gli esempi che vengono descritti propongono una riflessione sul rischio che i figli del divorzio si trovino a lungo a dover proporre un'inversione di ruolo rispetto agli adulti che non trovano una via d'uscita dal conflitto.
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Filgueiras, Sandra Lúcia, and Ivia Maksud. "Da política à prática da profilaxia pós-exposição sexual ao HIV no SUS: sobre risco, comportamentos e vulnerabilidades." Sexualidad, Salud y Sociedad (Rio de Janeiro), no. 30 (December 2018): 282–304. http://dx.doi.org/10.1590/1984-6487.sess.2018.30.14.a.

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Abstract:
Resumo Os efeitos da terapia antirretroviral na transmissibilidade do HIV intensificaram a difusão de novas tecnologias biomédicas na prevenção do vírus. Este artigo discute concepções de risco e práticas de saúde em narrativas de profissionais e usuários sobre a Profilaxia Pós-Exposição sexual consentida (“PEP sexual”). Os dados resultam de um estudo de caso realizado em um serviço público de saúde. A análise pautou-se em estudos sobre risco e vulnerabilidades. Os resultados evidenciaram que os critérios epidemiológicos não são suficientes para responder à indicação da profilaxia, que os espaços de intersubjetividade circunscritos pela PEP sexual são atravessados por distintas lógicas de risco e por padrões morais discriminatórios. A concretização de práticas de saúde orientadas pela perspectiva do exercício da sexualidade como afirmação de um direito continua sendo um desafio.
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Casati, Paola, and Claudia Maria Sansone. "Validazione della versione italiana della White Fast-track Scoring Criteria: uno studio prospettico osservazionale." Dissertation Nursing 1, no. 1 (July 29, 2022): 28–37. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18293.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Nelle ore immediatamente successive alla dimissione dalla sala operatoria i pazienti sottoposti a intervento chirurgico sono soggetti a eventi avversi. La scala “White Fast-Track” è adatta a rilevare precocemente il rischio di complicanze postoperatorie, tuttavia, non risulta esser validata in italiano. Inoltre, per consentire una sorveglianza post-operatoria complete, dovrebbe essere completata con parametri aggiuntivi. OBIETTIVI: Questo studio si propone di tradurre e validare in italiano la scala “White fast-track scoring criteria” e di realizzarne una versione modificata per ottenere una valutazione più completa degli interventi di chirurgia maggiore. METODI: Studio quantitativo, osservazionale, prospettico, monocentrico, su un campione non randomizzato di pazienti di almeno 18 anni, sottoposti a chirurgia generale, toracica, vascolare, urologica, ortopedica, ginecologica, endocrinologica, mammaria, naso-gola o facciale, nella sala di rianimazione di un ospedale universitario di Milano. RISULTATI: Sono stati arruolati 250 pazienti. La scala originale ha mostrato una buona affidabilità inter-rater, consistenza interna e affidabilità test-retest; lo stesso vale per la versione modificata. La scala originale ha permesso di identificare 18 pazienti a rischio; la versione modificata ne ha identificati 20 che avrebbero potuto essere dimessi secondo i criteri originali e che in realtà hanno sviluppato complicanze postoperatorie. DISCUSSIONE: La versione italiana della “White fast-track scoring criteria” sembra attestarsi come uno strumento valido e può essere utilizzato dal personale infermieristico per effettuare un'adeguata sorveglianza postoperatoria finalizzata a prevenire le complicanze postoperatorie precoci. CONCLUSIONI:La versione modificata riflette la reale sorveglianza effettuata in recovery room e mostra affidabilità, sensibilità e specificità soddisfacenti rispetto allo strumento originale
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Tonarelli, A. "Diagnostica per immagini della carotide extracranica: Ecografia ed Eco-Doppler." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 11–26. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s203.

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Abstract:
L'esplorazione funzionale della carotide extracranica è venuta ad assumere un rilievo clinico sempre maggiore di pari passo al progredire delle conoscenze sulla fisiopatologia della insufficienza cerebrovascolare. Parallelamente alla profilassi primaria, volta al controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, è stata sottolineata l'importanza di una efficace profilassi secondaria della malattia, intesa come diagnosi precoce, in fase iniziale o preclinica, in modo da assicurare non solo un adeguato controllo farmacologico nel tempo, ma anche una efficace selezione ed un ampliamento delle indicazioni chirurgiche, per i malati considerati a rischio. In quest'ambito, lo studio non invasivo dei vasi cerebroafferenti con metodiche ad ultrasuoni è tuttora da considerarsi il momento base dell'iter diagnostico. Alla sede favorevole, che consente una valutazione ecotomografica fine ed attendibile della patologia parietale, si aggiunge la possibiltà della esplorazione dei fenomeni dinamici di flusso mediante effetto Doppler. Le apparecchiature Eco-Color-Doppler di ultima generazione consentono insieme un'analisi strutturale delle caratteristiche della placca ateromasica, la determinazione del grado di emodinamicità di una lesione, misure discretamente attendibili di velocità e di portata mediante campionamenti mirati endovascolari, o sull'intero campo di scansione. Esistono tuttavia alcuni limiti nelle possibilità diagnostiche delle metodiche ad ultrasuoni, alcuni dei quali di natura intrinseca (l'elevata operatore-dipendenza, l'attenuazione del fascio determinata dal calcio tissutale), altri legati alla esplorabilità individuale del soggetto che si sottopone all'indagine ed alla sede del distretto in esame: in particolare, la impossibilità di studiare la carotide distalmente all'angolo della mandibola. Tuttavia, nel ruolo di screening e di controllo, nella definizione della patologia aterosclerotica carotidea e degli aspetti emodinamici di una lesione, l'indagine Eco-Doppler è da ritenersi tuttora insostituibile.
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Andreoli, A., L. Simonetti, C. Sturiale, R. Agati, and M. Leonardi. "Malformazioni artero-venose del sistema nervoso centrale." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 1 (February 2002): 55–67. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500106.

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Abstract:
Il trattamento delle malformazioni artero-venose (MAV) cerebrali dispone oggi di 3 opzioni terapeutiche: la microchirurgia, l'embolizzazione, la radiochirurgia. Esiste inoltre la possibilità di combinare fra di loro questi vari trattamenti. La scelta della strategia di trattamento preferibile non è sempre semplice, deve essere personalizzata caso per caso e si basa sull'integrazione di dati clinici, epidemiologici e neuroradiologici. Gli esami diagnostici, neuroradiologici e non, che possono entrare in gioco nello studio delle MAV sono numerosi: TC e/o angio-TC, RM, angio-RMN ed RM “funzionale” (RM-f) di attivazione, studio angiografico, ed altri eventuali esami funzionali quali la PET, i potenziali evocati (pazienti pediatrici in anestesia generale o MAV rolandiche); il transcranial doppler. La scelta delle tecniche varia in funzione delle informazioni che si desidera ottenere. Se l'impostazione terapeutica è essenzialmente chirurgica tradizionale e si basa sull'identificazione del “grading” di una MAV secondo la classificazione di Spetzler e Martin, sono sufficienti i dati deducibili da TC/angioTC o da RM/angio-RM. Sono noti, tuttavia i limiti di questo approccio, che tra l'altro è scarsamente utile per la valutazione del rischio del trattamento endovascolare o radiochirurgico Per tali motivi è più opportuno approfondire lo studio angioarchitettonico e fisiopatologico della MAV con l'esame angiografico selettivo e superselettivo. Nel valutare lo studio angiografico è importante sempre analizzare tutte le sue componenti: afferenti arteriosi, nidus, drenaggi venosi. Al termine di tale iter diagnostico avremo tutti gli elementi fisiopatologici che ci consentono di decidere il trattamento più adeguato: chirurgia; radiochirurgia, trattamenti endovascolari; varie associazioni, trattamento conservativo. In conclusione, esistono pazienti in cui ciascuna delle tre metodiche sarebbe di per sé efficace: in questi casi è da preferire la chirurgia in quanto anatomicamente risolutiva. Esistono pazienti in cui le caratteristiche cliniche e le indagini strumentali orientano verso l'utilizzazione di una sola metodica, chirurgia o radiochirurgia oppure embolizzazione. In altri pazienti il trattamento combinato di due o più metodiche in successione appare il più razionale per ottenere il miglior risultato possibile. Esistono infine alcuni pazienti in cui il rischio di qualsiasi tipo di trattamento è maggiore rispetto al rischio legato alla storia naturale, in cui ancora oggi il trattamento conservativo appare la scelta più ragionevole.
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Ahovi, Jonathan, and Marie Rose Moro. "Riti di passaggio e adolescenza: una riflessione su normalitŕ e patologia a partire dall'esperienza transculturale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2010): 23–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002003.

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Abstract:
L'adolescenza č in genere considerata una fase di transizione. Ogni cultura produce dei modi differenti per regolare e controllare le difficoltŕ di transizione dati dal passaggio da uno status all'altro - come succede durante l'adolescenza - con lo scopo di contenere le ansie sia dei novizi, sia degli adulti iniziati. Nelle nostre societŕ cosiddette moderne, complesse e meticcie, il rischio per gli adolescenti di perdersi, o di restare ai margini della societŕ, sembra in aumento. L'Autore, riprendendo i contributi dell'etnografo francese Arnold van Gennep (1873 - 1957), presenta le nozioni di riti di passaggio, le loro definizioni e funzioni. Secondo Van Gennep, una cerimonia di passaggio comprende tre fasi: separazione, margine, aggregazione. I riti di passaggio degli esseri umani hanno l'obiettivo primario, in particolare nei momenti di separazione, di garantire i processi di unione e di aggregazione e di contrastare i meccanismi di esclusione. I riti di passaggio hanno tre diverse funzioni: sociologica, psicologica e religiosa. Hanno inoltre valenze sia intrapsichici, sia collettivi. Essi sono presenti nei riti di iniziazione dell' adolescenza; riti tuttora attivi nel mondo che consentono alla donna e all'uomo di accedere al mondo dei significati.
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Iafolla, Valentina, Massimiliano Mazzanti, and Francesco Nicolli. "Rifiuti generati, rifiuti in discarica ed efficacia delle politiche ambientali in Europa." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 2 (April 2011): 103–35. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-002005.

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Abstract:
Si presentano varie analisi empiriche sul disaccoppiamento tra dinamiche di generazione e conferimento in discarica dei rifiuti e crescita economica, integrate da disamine sulla efficacia delle politiche ambientali europee, utilizzando un dataset originale che integra fonti EUROSTAT con indicatori di policy nel periodo 1995-2007 per l'Europa a 15. Si riscontra un delinking assoluto, con vari effetti che mostrano l'efficacia delle politiche introdotte in Europa da metà anni novanta, per il conferimento in discarica, ma non per la generazione dei rifiuti, associata ad una elasticità rispetto al reddito in calo, ma ancora positiva. Le politiche come da attese non hanno avuto effetti sull'obiettivo di riduzione della generazione dei rifiuti, che ancora cresce e crescerà nei prossimi anni. La densità di popolazione č un fattore strutturale che appare ridurre sia generazione sia conferimento in discarica. Tuttavia, come da attese, l'eterogeneità tra paesi gioca un ruolo importante. Modelli panel SURE evidenziano come le regolarità statistiche medie europee nascondano spesso specificità che consentono di raggruppare i paesi in base alle diverse performance sulla relazione rifiuti-crescita economica, mettendo anche in luce il rischio di recoupling. Le analisi empiriche panel con fini di analisi ex post delle politiche mostrano di poter avere una forte rilevanza nel supporto alla implementazione e modulazione nazionale delle future politiche sui rifiuti in Europa.
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Bressani, Roberto, Isidoro Cioffi, Carlo Fraticelli, Franco Grillo, Salvatore Pisani, Anna Maria Verri, Fabio Banfi, and Simone Vender. "The suicidal behaviour in the North province of Varese: an epidemiological analysis." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 180–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005303.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Conoscere dati quantitativi e caratteristiche del comportamento suicidario nell'area nord della Provincia di Varese, comprendente il capoluogo ed i comuni limitrofi (Valceresio, valli del luinese e nord-Verbano), al fine di individuare interventi preventivi. Disegno – Studio epidemiologico-descrittivo. Sono state utilizzate le schede di morte ISTAT del Registro di Mortalità dell'ex Azienda USSL di Varese negli anni 1995-97. Sono stati inclusi i soggetti che al momento del suicidio risultavano residenti. Successivamente i casi delle schede ISTAT sono stati ricercati negli archivi dei servizi psichiatrici, per valutare eventuali contatti. Per costoro sono state rilevate informazioni, quali tentativi suicidari, patologia psichiatrica, data del primo contatto. Setting – Distretti di Arcisate, Cittiglio, Luino e Varese, corrispondenti al bacino di utenza delle Unità Operative di Psichiatria 1 e 2 dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Macchi di Varese. Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i tassi di suicidio deH'area e tramite standardizzazione diretta sono stati confrontati i tassi dei singoli distretti. Risultati – I suicidi sono stati 78 (24 femmine e 54 maschi), con un tasso dell'8.2 per 100.000. In analogia all'andamento nazionale si osserva una diminuzione generale del fenomeno negli ultimi anni, ma non per i più giovani. Ci sono alcune aree geografiche (distretti di Luino e di Arcisate) da monitorare nel tempo, perche una casistica più ampia potrebbe rivelare un rischio più elevato. La fascia d'età giovane e anziana è più colpita nei maschi, e per i due sessi sono particolarmente a rischio i 55-64enni. I mezzi utilizzati differiscono per fasce d'età. Un'alta percentuale di soggetti sono non coniugati o con scarsa istruzione. Meno di un terzo dei casi era entrato in contatto con i servizi psichiatrici. Conclusioni – I dati consentono un confronto con la casistica nazionale e una riflessione sulle caratteristiche del suicidio nell'area di riferimento, al fine di elaborare strategie preventive orientate da un approccio multidimensionale, la cui efficacia potrà essere validata nel tempo attraverso l'attivazione di un osservatorio provinciale.
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Cecci, Maddalena. "Riflessioni sulla configurabilità del reato di sottrazione fraudolenta attraverso la costituzione di un trust (Cass. 28 aprile, n. 16540)." settembre-ottobre, no. 5 (October 6, 2022): 956–61. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.197.

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Abstract:
Tesi La contestazione per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte non può fondarsi sul mero assunto per cui la costituzione del trust può consentire agevolmente al contribuente di sottrarre i propri beni alla procedura di riscossione dell’Erario. Per contro, è necessario che venga condotta un’attenta indagine che tenga conto delle circostanze conosciute e conoscibili dal contribuente al momento della realizzazione della condotta per verificare la sussistenza di tutti gli elementi costitutivi del reato quali: la fraudolenza dell’atto, l’idoneità del medesimo a mettere a rischio l’eventuale riscossione dei tribute e il perseguimento del dolo specifico di sottrarsi al pagamento delle imposte. The author’s view The challenge for the crime of fraudulent subtraction from the taxes payment cannot be based on the mere assumption that the deed of the trust can easily allow the taxpayer to subtract its assets from tax collection. On the other hand, it is necessary to conduct a careful investigation that takes into account the circumstances known by the taxpayer at the time of the conduct to verify the existence of all the constituent elements of the crime such as: the fraudulence of the act, the suitability of the act to put at risk the eventual collection of the tributes and the prosecution of the specific intentionality to do not pay taxes.
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Bastanza, G., R. Gallus, M. De Carlini, P. M. Picciotti, E. Muzzi, E. Ciciriello, E. Orzan, and G. Conti. "Completare l’adattamento degli apparecchi acustici entro 1 mese dall’identificazione dell’ipoacusia di un bambino." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 38–44. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1077.

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Abstract:
Grazie al perfezionamento delle procedure diagnostiche e alla diffusione dei programmi di screening uditivo neonatale, la diagnosi di ipoacusia può essere posta con estrema tempestività rispetto ad un passato non troppo lontano. Diventa pertanto fondamentale giungere dalla diagnosi alla corretta applicazione dell’apperecchio acustico in tempi rapidi, in modo da ripristinare la funzione uditiva e consentire lo sviluppo del linguaggio. L’intervento abilitativo precoce di protesizzazione acustica o l’eventuale successiva applicazione dell’impianto cocleare offrono l’opportunità di un regolare sviluppo delle vie uditive centrali e delle aree cerebrali deputate alla ricezione dell’informazione sonora nonchè delle relative connessioni con le aree motorie e articolatorie. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prenda in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi del percorso clinico da seguire per ottenere un’amplificazione precoce in tutti i casi di ipoacusia bilaterale permanente dell’età pediatrica. L’analisi è centrata sulla realtà italiana ed è parte del progetto CCM 2013 finanziato dal Ministero della Salute “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambin con deficit uditivo”.
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Marotta, Giuseppe, and Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches." RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, no. 2 (October 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

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Abstract:
La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
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Boccanelli, Alessandro. "Stenosi aortica, un problema ad alta prevalenza e morbilità." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 146–51. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-2.

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Abstract:
L’aumento dell’età media della popolazione a cui si è assistito negli ultimi 40 anni ha reso epidemiologicamente rilevanti le valvulopatie degenerative, tra cui la Stenosi Valvolare Aortica (SAV). La diagnosi precoce di questa condizione può consentire di allungare anche non di poco la vita dei pazienti e sicuramente migliorarne la qualità. Una causa possibile della sottodiagnosi della SAV è la scarsa consapevolezza del peso epidemiologico della malattia. La prevalenza della SAV moderata-severa nella popolazione generale tra i 70 e i 75 anni è di circa il 2%, crescente con l’età. La sclerosi valvolare aortica, premessa per lo sviluppo nel tempo di SAV, è presente nel 34% della popolazione oltre i 65 anni. Nei pazienti asintomatici con SAV moderata-severa, durante un periodo di follow up medio di 2 anni circa, il 39,4% sviluppa sintomi tali da giustificare la sostituzione valvolare. Circa il 50% dei pazienti con SAV da moderata a severa non riferisce sintomi. In letteratura, il rischio di morte improvvisa nella fase silente della SAV varia dallo 0,25% al 1,7% per anno. È molto frequente che i pazienti con SAV riferiscano con ritardo i propri sintomi. Se si considera una mortalità annua del 30% in presenza di sintomi, il loro riconoscimento precoce e il tempestivo avvio a sostituzione protesica sono fondamentali Da queste considerazioni emerge la necessità di una diagnosi precoce e possibilmente ad uno stadio di minore gravità, attraverso campagne di screening istituzionale.
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Preziosi, Paolo. "La valutazione del protocollo di sperimentazione." Medicina e Morale 47, no. 4 (August 31, 1998): 731–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.827.

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Abstract:
In questo articolo l'Autore indica i criteri in base ai quali occorre valutare un protocollo di sperimentazione su soggetti umani. L'analisi dei protocolli deve considerare il piano della ricerca, i ricercatori coinvolti, i soggetti partecipanti, l'informazione che è data ai partecipanti. Il piano della ricerca deve recare una visione generale del progetto proposto che sia chiaro ed inequivocabile e che si soffermi in particolar modo sul disegno sperimentale e sulle metodologie, sul luogo dove si svolgeranno le ricerche, sul centro guida, sulla durata, sulle analisi dei dati; i ricercatori coinvolti nella ricerca dovranno essere indicati con nome e qualifica (stesso criterio vale per chi avrà la responsabilità assistenziale dei pazienti inclusi nella sperimentazione e per il responsabile dell'equipe per la sperimentazione); i soggetti che partecipano allo studio devono essere “arruolati” con un'accurata valutazione, precisandone il numero, le modalità di arruolamento, i rapporti con il ricercatore, la vulnerabilità, i criteri di inclusione e di esclusione, i rischi; l'informazione deve essere chiara per poter consentire un consenso valido, informato e volontario. Nella parte finale dell'articolo vengono inoltre menzionati i problemi che si possono incontrare con soggetti che partecipano alle sperimentazioni cliniche in qualità di volontari sani e quelli relativi a volontari pazienti.
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Pires, Barbara Gomes. "O legado das regulações esportivas. Diagnóstico e consentimento na elegibilidade da categoria feminina." Sexualidad, Salud y Sociedad (Rio de Janeiro), no. 35 (August 2020): 283–307. http://dx.doi.org/10.1590/1984-6487.sess.2020.35.14.a.

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Abstract:
Resumo As regulações esportivas para definir a elegibilidade na categoria feminina são políticas antigas, datadas do começo do século XX, que atravessam disputas sobre o corpo, suas inscrições e possibilidades de futuro. De modo que a definição de um diagnóstico, com suas articulações de saúde, doença e cuidado terapêutico, concentram alguns atributos significativos para essa determinação de elegibilidade. Acompanhando um pouco da história da ex-judoca brasileira Edinanci Silva, vamos compreender como tais regulações constituem estratégias normativas de controle do corpo e da população, assim como mobilizam os cenários em que os sujeitos existem, se individualizam e cuidam de si. Essa difícil tarefa de consentir num contexto de crise, de risco e de humilhação diz muito sobre os limites dessas mesmas inclusões pelo esporte. No fim, também vamos entender porque a virilização feminina continua a ser medicalizada e importa mais do que a eficiência do rendimento esportivo propriamente dito.
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Witczak, Marcus Vinicius Castro, Karine Vanessa Perez, and Makely Ferreira Rodrigues. "Impactos da pandemia COVID-19 nas vivências profissionais de residentes multiprofissionais em saúde." PSI UNISC 6, no. 1 (February 25, 2022): 141–54. http://dx.doi.org/10.17058/psiunisc.v6i1.16658.

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Abstract:
A pandemia COVID19 impôs aos serviços e trabalhadores da Saúde uma realidade inesperada. Desinformação sobre o vírus causador e o desenvolvimento da doença, o risco da exposição direta e o medo daí consequente, trouxeram aos profissionais novos desafios em suas jornadas e novas fontes de sofrimento e adoecimento mental. Inserem-se neste contexto os Programas de Residência Multiprofissional em Saúde e os residentes. Assim, este estudo, objetivou identificar os impactos da pandemia na saúde mental dos residentes multiprofissionais em saúde. Para o seu desenvolvimento, realizou-se uma pesquisa com os Residentes Multiprofissionais de um hospital de ensino do interior do Rio Grande do Sul, coletando-se dados (maio e junho de 2020) em um questionário semiestruturado. Obteve-se a participação consentida de 20 residentes. Os resultados evidenciam níveis elevados de estresse impactando no autocuidado. Diante disto, momentos de escuta psicológica (para relatarem seus medos, inseguranças e emoções) e o apoio psicossocial no ambiente de trabalho foram estratégias sinalizadas pelos residentes como importantes para enfrentamento do contexto pandêmico.
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McFarlane, Alexander C. "Il rebus della resilienza nell'impatto con eventi traumatici. Una prospettiva psicobiologica." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 41–62. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001004.

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Abstract:
La resilienza allo stress ambientale č un fenomeno multidimensionale che puň manifestarsi durante l'etŕ evolutiva o al momento dell'esposizione allo stress durante la vita adulta. Da un punto di vista biologico, una precisa defi nizione di resilienza č necessaria per consentire il progresso della ricerca in quest'area. Inoltre, risulta importante defi nire qual č la risposta normale ad un evento traumatico. Alcune recenti ricerche hanno sottolineato il fatto che molte persone sono esposte a fattori di stress maggiori di altre senza peraltro sviluppare sintomi signifi cativi. Il substrato biologico di questa apparente mancanza di reattivitŕ č investigato al meglio in studi longitudinali con molteplici rilevazioni di dati. Appare interessante, comunque, il fatto che gli studi di neuroimaging abbiano suggerito la possibilitŕ che le esposizioni ad eventi traumatici non siano comunque a costo zero. In particolare, la neuroimaging di individui traumatizzati che non hanno sviluppato patologia sembra indicare alcune differenze nell'attivitŕ neurale rispetto ai controlli non esposti, indicativi del fatto che la resilienza potrebbe essere associata ad un crescente carico allostatico. Approcci promettenti per comprendere meglio la resilienza sono rappresentati dagli studi che esaminano l'interazione tra geni ed ambienti ad alto rischio. Particolarmente interessanti risultano i geni coinvolti nella risposta di allerta ed orientamento all'ambiente come pure i sintomi correlati al controllo esecutivo. Tuttavia, una comprensione ottimale della resilienza verrŕ dalla comprensione di quali geni incidano sulle reti neuronali e non su singole regioni del cervello o su isolati sistemi di neurotrasmettitori. Quindi da una prospettiva neurobiologica la resilienza deve essere vista come un processo longitudinale di adattamento, caratterizzato da fasi in cui l'adattabilitŕ puň avere delle accelerazioni e fasi in cui la funzione č compromessa.
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Junior, Adauto Francisco Lara, and Cleiber Frederico Botta. "Sindrome de Burnout e a qualidade de vida do médico ortopedista." Brazilian Journal of Health Review 5, no. 6 (November 11, 2022): 22576–95. http://dx.doi.org/10.34119/bjhrv5n6-058.

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Abstract:
A qualidade de Vida no Trabalho tem sido um objetivo muito buscado por profissionais e empresas e muito discutido nas últimas décadas, em especial em algumas atividades ou funções com maiores riscos, como é o caso dos médicos que atuam em Pronto-Socorro (PS) como ortopedistas. Apesar dos inúmeros estudos sobre o tema, ainda se faz necessário aprofundar os conhecimentos, pois a medicina exercida em PS ainda representa risco à saúde do profissional, por ser um tipo de trabalho desenvolvido em circunstâncias altamente estressantes. Desse modo, torna-se fácil compreender a problemática da profissão médica, da qual se diz ser de uma submissão consentida, que se vê confrontada com situações difíceis e estressantes. Esta pesquisa tem por objetivo fundamental discutir determinadas situações de estresse em PS que influenciam na qualidade de vida do médico ortopedista. Seu desenvolvimento foi feito por meio de uma pesquisa bibliográfica, com abordagem qualitativa. E como principal resultado se tem que o trabalho em PS é altamente estressante, comprometendo a qualidade de vida do médico ortopedista que lá atua.
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Howe, Martin. "Reflections on the Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 135–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345081.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato è oggetto di grande interesse nel Regno Unito, a motivo dell’intenzione del governo di modificare il sistema britannico di regolamentazione della concorrenza, soprattutto per quanto riguarda i cartelli.La nuova legge deve ancora essere presentata, ma un libro bianco è stato preparato dal governo.La necessità di cambiare la legislazione al riguardo è emersa, in parte, perché essa è piuttosto antica (la prima legge è del 1948) e per vari aspetti inefficace, ed in parte per la difficoltà di conciliarla con la regolamentazione comunitaria.L’industria britannica teme che la diversità tra sistema nazionale e sistema comunitario di tutela della concorrenza possa tradursi in procedure concorrenti e con risultati discordanti, cosa che metterebbe in svantaggio le imprese britanniche rispetto a quelle degli altri partners comunitari.È rimarchevole il fatto che la legge italiana sia non soltanto modellata sulla base della legge comunitaria, ma che essa affermi che la legge nazionale non sarà applicata quando la Comunità europea abbia giurisdizione.Nel Regno Unito, invece, si insiste sulla possibilità di compiere indagini a livello nazionale, pur accettando il primato della legislazione comunitaria, in caso di contrasto. Si ammette che pratiche o accordi vietati dalla Commissione non possono essere consentiti, ma si sostiene che possono essere vietati, a livello nazionale, accordi e pratiche ammessi a livello comunitario.Peraltro, l’apparentemente chiara distinzione contenuta nella legge italiana tra i compiti della legislazione nazionale e quelli della legislazione comunitaria rischia di venir meno tutte le volte che i due ordinamenti interpreteranno le leggi in modo diverso. Questa possibility era stata alla base dell’opposizione del Regno Unito al conferimento alla Commissione europea della giurisdizione esclusiva per le fusioni di «dimensione comunitaria».Il sistema britannico è basato sul concetto di «interesse pubblico», che è per sua natura impreciso, anche se esso viene applicato in modo pragmatico e flessibile, cosa da non sottovalutare se si tiene conto del fatto che in questo campo le opinioni convenzionalmente accolte possono cambiare.Vi sono tuttavia numerosi vantaggi in un sistema che, come quello italiano, è basato su proibizioni, e di essi tiene conto il libro bianco governativo: dà messaggi più chiari alle industrie su cosa sia consentito, conferisce poteri investigativi più precisi all’Autorità della concorrenza e può anche stabilire sanzioni per comportamenti illegali, con possibili effetti deterrenti.L’Autorità italiana dovrebbe dare assoluta priorità alla eliminazione degli accordi decisamente anti-concorrenziali, come quelli diretti alla fissazione dei prezzi, alle domande ed offerte concordate, ed alla suddivisione del mercato. Si tratta di accordi che hanno raramente una giustificazione di carattere efficientistico o di altra natura.I cartelli su cui è necessario concentrarsi sono quelli di carattere orizzontale, mentre i cartelli verticali non sembrano rilevanti, almeno di regola. Pertanto, l’avere inserito anche i cartelli verticali nella legislazione italiana (conformemente a quella europea) complica molto il lavoro dell’Autorità (a motivo dell’intenso lavoro burocratico che ne conseguira) senza effettivamente contribuire alla tutela della concorrenza, che potrebbe in questo caso avvenire attraverso il ricorso alla categoria dell’abuso di posizione dominante.Per quanto riguarda le concentrazioni, sebbene quelle orizzontali siano il modo più semplice mediante cui si può giungere all’abuso di posizione dominante, bisogna riconoscere che esse costituiscono una parte molto controversa della politica della concorrenza. Vi è il problema di stabilire le dimensioni della concentrazione da sottoporre a controllo, nonché quello della prevalenza di altre considerazioni, attinenti, per esempio, alla promozione dello sviluppo regionale, rispetto ai principii della concorrenza.A proposito delle concentrazioni, bisogna distinguere il caso in cui le attività in questione siano esposte alla concorrenza internazionale da quello in cui non lo siano. In quest’ultimo caso, gli effetti delle concentrazioni devono essere esaminati con attenzione maggiore, per verificare se possano aver luogo benefici sotto il profilo di una maggiore efficienza o sotto altri aspetti. Si tratta, comunque, di valutazioni molto complesse, che non possono risolversi con una semplice formula circa il tasso di concentrazione.La repressione dell’abuso di posizione dominante è indubbiamente una parte essenziale della legislazione per la tutela della concorrenza. Tale è quindi anche nel Regno Unito, dove peraltro l’inesistenza di proibizioni rende difficile ottenere effetti deterrenti. Peraltro, un limite all’accoglimento del sistema previsto dall’art. 86 del Trattato CEE (così come del corrispondente articolo 3 della legge italiana) è costituito dalla difficoltà di definire l’«impresa dominante” e, ancor più, l’«abuso», con la conseguenza che si rischia di rendere ancora più difficile la vita delle imprese, che si troverebbero di fronte al divieto di compiere atti «illegali” che non sono precisamente definiti.Sebbene siano state numerose nel Regno Unito le indagini in materia di abuso di posizione dominante, nella maggior parte dei casi esse hanno condotto alla conclusione della loro infondatezza. È probabile che l’Autorità italiana abbia esperienze analoghe.Per quanto possano essere diverse, da Paese a Paese, le leggi sulla concorrenza e gli stessi ordinamenti, nonché i sistemi economici e sociali, è sorprendente la somiglianza tra i problemi che le autorità responsabili della tutela della concorrenza si trovano di fronte.
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Pedro, Vânia Manuel, Esmeralda Celeste Mariano, Kristien Roelens, and Nafissa M. R. Bique Osman. "Percepções e experiências dos homens sobre o planejamento familiar no sul de Moçambique." Physis: Revista de Saúde Coletiva 26, no. 4 (October 2016): 1313–33. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-73312016000400013.

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Abstract:
Resumo O estudo explora as percepções e experiências dos homens sobre o planejamento familiar (PF) em dois contextos do sul de Moçambique: na localidade de Macarretane (província de Gaza) e no bairro da Mafalala (cidade capital, de Maputo). Combinando métodos qualitativos, exploram-se os conhecimentos e práticas dos homens sobre o PF, bem como percebem seu papel (e envolvimento) na saúde sexual reprodutiva e as formas de diálogo e negociação com suas parceiras sobre o PF. O PF foi definido apenas como barreira às gravidezes indesejadas. Os conhecimentos dos homens sobre o PF do ponto de vista biomédico são fracos. Existe a percepção de que os contraceptivos modernos criam efeitos secundários no corpo da mulher, colocando em risco sua capacidade reprodutiva e o prazer sexual. A capacidade ou incapacidade de negociar o uso do PF pelas mulheres é influenciada pelas normas de gênero e pelas masculinidades vigentes. Os homens consideram que o seu papel no PF é de consentir que as parceiras façam planejamento. O diálogo e a articulação em torno do uso dos serviços de PF também são influenciados pelas normas de gênero e padrões de masculinidade.
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Seche, Giuseppe. "Il commercio dei cavalli tra Sardegna e Corona d’Aragona alla fine del XV secolo. Prime considerazioni." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 105. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21403.

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Abstract:
Lo studio propone prime considerazioni sul commercio dei cavalli tra il Regno di Sardegna e i territori della Corona d’Aragona nella seconda metà del XV secolo. L’analisi si basa su 51 licenze di esportazione e consente di ricostruire le dinamiche di un traffico regolato dall’autorità pubblica, evidenziando gli ufficiali impegnati nel controllo e nel rilascio delle relative autorizzazioni. I profili dei soggetti coinvolti sono quelli dei mercanti di professione, cui si aggiungono i membri dell’alta società urbana, con ruoli nell’amministrazione della città o del regno, e coloro che trasportano equini in maniera occasionale. Infine, non mancano gli esponenti del mondo feudale, spesso in affari con i mercanti d’oltremare, i quali possono far valere franchigie, esenzioni fiscali e vantaggiosi legami con i funzionari del regno. Tra i luoghi di destinazione si segnalano le grandi piazze commerciali iberiche (Barcellona, Maiorca e Valenza) e alcune città italiane (Napoli, Piombino e Roma), dove i cavalli potevano essere acquistati da uomini di alto rango (si pensi al sacrestano maggiore Alonso Cortés) ed essere utilizzati anche per ragioni militari o per servizio di stato. Emerge un commercio rischioso ma con grandi margini di guadagno, portato avanti da soggetti specializzati che si avvalgono di navigli con particolari caratteristiche tecniche. Il proseguimento della ricerca consentirà di precisare le conoscenze sul trattamento fiscale riservato ai cavalli e pone già nuove domande sulle pratiche di allevamento, che dovevano rispondere alla continua e regolare richiesta di animali proveniente dal mondo iberico e da quello italiano.
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Rosato, Paolo, Raul Berto, and Chiara D'Alpaos. "Risk and returns in real estate development projects at the black swan test [Rendimento e rischio d’investimento immobiliare alla prova del cigno nero]." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 15–31. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223103.

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Abstract:
The real estate market is affected by great uncertainty due to the nexus of various factors: a) the specificity of the assets traded, which are illiquid, unique and very hetherogeneous from each other; b) the ‘structural disequilibrium’ of the market caused by the differences emerging in elasticity of supply with respect to demand; c) the non-competitiveness of the market, which often turns into a bilateral monopoly; d) the great variability of market prices. Since the subprime mortgage crisis that broke out at the end of 2006 in the United States, it has clearly emerged that, in a sector that represents about a third of world wealth, it is necessary, on the one hand, to implement proper and increasingly sophisticated valuation tools, to support the design of effective risk management strategies and, on the other hand, to improve the reliability of real estate data, in order to allow for a more robust verification of the hypotheses on the trend of the cash flows generated by the investment and a more accurate valuation of the investment risk and, consequently, of the project expected rate of return. The main objective of this work is to investigate the accuracy and robustness of the estimates of real estate investors of the expected returns on an urban development project in a medium-sized city representative of the North East of Italy. Using a simulation-based approach, the gap between the observed internal rate of return, estimated ex post on the basis of the actual trend of the parameters that influence investment returns, and the expected internal rate of return, calculated ex ante on the basis of the information available at the time of the investment decision. Firstly, we constructed the time series from 1995 to 2015 of the expected and observed internal rates of return of investments in the residential sector. We obtained the time series of the cash flows generated by the investment under investigation by implementing a simulation-based approach. Starting from the comparison between observed internal rate of return and expected internal rates of return, we identified ex post the risk implicitly assumed by the investor at the time of the decision to undertake the investment. Secondly, the effectiveness of the Capital Asset Pricing Model as a method for estimating the return on a property investment was verified, by comparing the project’s observed (ex post) internal rate of return with its ex ante rate of return, estimated through the Capital Asset Pricing Model. To carry out the above analyses, we constructed the time series of observed and expected internal rate of returns from 1995 to 2015 of investments in the residential sector. The time series of the internal rate of returns of real estate investments were obtained by implementing a simulation-based approach to determine the cash flows of real estate investments representative of the context under investigation and by adopting as model inputs the parameters usually adopted in ex-ante and ex-post real estate valuations. Starting from the comparison between observed and expected internal rate of returns, we identified ex-post the risk implicitly assumed by the developer at the time of the decision to undertake the investment. Finally, by investigating the determinants of the divergence between the investment’s observed and expected internal rate of return and cyclical variables, we identified the factors (i.e., the macroeconomic fundaments) which, in the period under investigation, affected investment risk and, consequently, investment return. Finally, by investigating the relationships that account for the difference between the observed and expected internal rate of return and the economic factors that can determine the current stage in economic cycles, we identified the determinants of invetment risk and returns. Il mercato immobiliare è affetto da grande incertezza dovuta a una concatenazione di diversi fattori: a) la specificità dei beni scambiati che sono illiquidi, unici e molto eterogenei tra loro; b) il “disequilibrio strutturale” del mercato causato dalla diversa elasticità del- l’offerta rispetto alla domanda; c) la non concorrenzialità del mercato che, assume spesso le caratteristiche del monopolio bilaterale; d) la grande variabilità dei prezzi di mercato. A partire dalla crisi dei mutui sub- prime scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti, è emerso chiaramente come, in un settore che rappresenta circa un terzo della ricchezza mondiale, sia necessario, da un lato, operare con strumenti valutativi adeguati e sempre più sofisticati, in grado di suppor- tare l’individuazione di strategie efficaci di gestione dei rischi e, dall’altro, migliorare l’affidabilità dei dati immobiliari, in modo da consentire una verifica più ro- busta delle ipotesi sull’andamento dei flussi di cassa generati e una stima più accurata del rischio e, conseguentemente, del tasso di rendimento atteso. Obiettivo principale del presente lavoro è di investigare l’accuratezza delle previsioni effettuate da un ipotetico operatore immobiliare sul rendimento di un investi- mento a sviluppo in una città di medie dimensioni rap- presentativa della provincia dell’Italia settentrionale. Attraverso un approccio basato sulla simulazione, è stato calcolato lo scarto fra il tasso interno di rendimento effettivo, stimato ex post in base all’andamento effettivo dei parametri influenti sul rendimento stesso, e il tasso interno di rendimento atteso, calcolato ex ante sulla base delle informazioni disponibili al mo- mento della decisione d’investimento. In primo luogo, è stata costruita la serie storica dal 1995 al 2015 dei tassi interni di rendimento attesi ed effettivi dell’investi- mento immobiliare residenziale a sviluppo. Le serie storiche sono state ottenute mediante la simulazione dei flussi di cassa di investimenti immobiliari rappresentativi della realtà indagata. A partire dal confronto fra tassi interni di rendimento effettivi e tassi interni di rendimento attesi è stato individuato, ex post, il rischio assunto implicitamente dall’investitore al momento della decisione di intraprendere l’investimento stesso. In secondo luogo, è stata verificata la bontà del Capital Asset Pricing Model come metodo di stima del rendi- mento di un investimento immobiliare a sviluppo, confrontando il tasso interno di rendimento effettivo e il tasso di rendimento ex ante stimato attraverso il Capi- tal Asset Pricing Model stesso. Infine, indagando sulle relazioni che intercorrono fra lo scarto fra tasso di rendimento interno effettivo e atteso e le variabili congiunturali, sono stati individuati i fattori che, nel periodo considerato, hanno maggiormente influito sul rischio al quale si è esposto l’investitore al momento di investire.
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Dal Pozzo, G., I. Fusi, M. Santoni, F. Dal Pozzo, G. Fabris, and M. Leonardi. "Patologia degenerativa disco-vertebrale ed ernia discale." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 259–308. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800218.

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Abstract:
I processi di invecchiamento e degenerazione discale sono caratterizzati da progressiva disidratazione del nucleo polposo e dell'anello fibroso e dalla loro trasformazione fibrosa. Tali alterazioni rappresentano ilmomento prelimnare più importante nella patogenesi dell'ernia del disco. La degenerazione discale si associa spesso ad alterazioni dei corpi vertebrali adiacenti caratterizzate da modificazioni strutturali in seno al midollo osseo della spongiosa vertebrale, sclerosi delle limitanti somatiche, osteofitosi, ernie di Schmorl. Ancora oggi si ritiene che, in presenza di una sintomatologia mieloradicolare, non si possa prescindere da un esame radiologico convenzionale della colonna vertebrale, nonostante la bassa sensibilità per la patologia degenerativa del disco ed in particolare per l'ernia. L'indagine consente in tempi rapidi una valutazione panoramica del rachide, valutando l'allineamento dei metameri vertebrali ed evidenziando eventuali alterazioni vertebrali di natura malformativa, degenerativa, infiammatoria o neoplastica. La saccoradicolografia e la mielografia consentono un'accurata diagnostica dell'ernia discale, mostrando i classici segni di compressione extradurale e permettendo di valutare gli effetti del carico e della postura sulle compresioni mieloradicolari. La discografia, metodica invasiva e non esente da rischi al pari delle precedenti, evidenzia le alterazioni degenerative iniziali ed avanzate del disco ed anche la fuoriuscita di materiale nucleare (ernia). Attualmente trova indicazione solo come momento preparatorio ai trattamenti percutanei dell'ernia discale lombare (nucleoaspirazione e nucleolisi). Un fondamentale e innovativo apporto per il progresso delle conoscenze sulla patologia degenerativa del rachide è stato offerto dalle nuove tecnologie diagnostiche, in particolare dalla tomografia computerizzata e dalla risonanza magnetica che, in maniera non invasiva, hanno fornito dati più precisi sull'invecchiamento e sulla degenerazione del disco intervertebrale, sull'ernia discale e sulle alterazioni osteovertebrali associate. La TC consente una precisa definizione delle alterazioni discali ed ossee più avanzate, mentre non è in grado di apprezzare iniziali fenomeni degenerativi. Permette inoltre di riconoscere direttamente l'ernia discale e di valutarne l'esatta topografia, le dimensioni, lo sviluppo, le caratteristiche strutturali e di stimare il grado di occupazione dello speco vertebrale. La TC è molto più affidabile a livello lombosacrale, rispetto ai tratti cervicale e dorsale, per la presenza di condizioni anatomiche particolarmente favorevoli. La RM, in considerazione della assoluta non invasività, dell'elevata risoluzione di contrasto e della possibilità di uno studio multiplanare diretto (proiezioni sagittali!) rappresenta senza alcun dubbio una grande innovazione nella diagnostica per immagini della patologia degenerativa disco-vertebrale. La RM è particolarmente sensibile ai fenomeni di degenerazione del disco intervertebrale, evidenziando alterazioni sia morfologiche che strutturali (bulging, riduzione di spessore, disidratazione, vacuum phenomenon, calcificazioni del nucleo polposo). Le sequenze Spin-Echo sono più utili nel valutazione della disidratazione del disco, le Gradient Echo nel rilievo delle calcificazioni e del vacuum phenomenon.
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Hashizume, Cristina Myuki. "VIOLÊNCIA SIMBÓLICA NO TRABALHO: CONSIDERAÇÕES EXPLORATÓRIAS SOBRE A NOVA ONTOLOGIA DO TRABALHADOR NA PÓS-MODERNIDADE." Revista Ambivalências 2, no. 4 (May 9, 2015): 137. http://dx.doi.org/10.21665/2318-3888.v2n4p137-150.

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Abstract:
Apesar de já termos superado modelos de trabalho que desconsideravam a inteligência do funcionário, encarando-o como máquina, como os modelos Taylorista e Fordista, e termos ingressado numa nova ordem de relações organizacionais mais horizontalizadas que valorizam a participação e a criatividade do funcionário (Toyotismo), ainda é notável a exploração desigual da empresa em relação ao funcionário em nome da ética do capital. O mundo pós moderno rompe com paradigmas e parâmetros estáveis da organização do mundo moderno, inserindo valores como o risco, a flexibilidade, a ilegibilidade, deixando o trabalhador à deriva da possibilidade de planejar sua carreira profissional a médio ou longo prazo. Com isso, deparamo-nos com um trabalhador que tem a sua rotina e valores (caráter) desvirtuados por uma lógica que prioriza a subserviência às mudanças instantâneas do mercado. Sennet (2000) propõe um entendimento de que o caráter do trabalhador pós moderno está corroído, tamanha é a instabilidade e a dificuldade de se manter os laços e compromissos entre trabalhadores e destes com a chefia. Frente a esse cenário, surge um novo paradigma, que elegemos como nosso tema no presente artigo, que instiga os trabalhadores e grandes empresários a cultuar a sua auto performance (EHRENBERG, 2010). A figura do workaholic, outrora vista como uma patologia, hoje é considerada o ideal de dedicação no trabalho. O mundo do trabalho pós-moderno assimila o discurso do competidor esportista: por se tratar de um jogo, ainda que as metas não tenham sido alcançadas naquela ocasião, há novas oportunidades de se recuperá-la, em outras partidas. Dessa forma, controla-se o sujeito de forma onipresente, como já havia teorizado Delleuze (1992), em sua sociedade do controle. No presente trabalho iremos focar a violência simbólica cometida pelas corporações em relação a seus funcionários. Nosso objetivo é demonstrar teoricamente que tal violência se trata de uma prática institucionalizada e que está dentro de uma lógica de mercado que impera nas grandes corporações. Partindo do histórico das práticas de controle e biopoder, traremos a discussão sobre o assédio moral, expressão em alta, que preferimos chamar de violência simbólica. O termo assédio está em voga, foco de inúmeras publicações especializadas. O uso desse novo termo, porém, não rompe com a lógica já existente entre vítimas e algozes, nem problematiza questões para além de uma função pragmática e alienada de mundo. Concluímos que frente à nova ontologia do trabalhador, a violência simbólica ocorre de modo consentido pelo trabalhador. A violência institucionalizada deve ser contextualizada a partir da compreensão das novas relações de trabalho, ambientadas num capitalismo financeiro que vê em tudo um fim lucrativo e performático. O conceito de assédio acompanha o processo de juridicialização do direito social, que intenta tornar mais justa as relações sociais, seguindo, porém, um princípio equivocado: coloca no indivíduo o poder de julgar a tudo e a todos, restabelecendo a justiça de forma privatista.
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D’Abbraccio, Maurizio, and et al. "Progetto (C.A.R.E.): “Gestione assistenziale di pazienti HIV positivi in soppressione virologica: ricerca e valutazione ..." JHA - Journal of HIV and Ageing, no. 1 (April 2021). http://dx.doi.org/10.19198/jha31510.

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Abstract:
È stato proposto di aggiungere un "quarto 90" agli obiettivi di diagnosi e cura per le persone affette da infezione da HIV, per garantire che il 90% delle persone con soppressione della carica virale abbia anche una buona qualità di vita. Questo nuovo obiettivo amplierebbe il paradigma del continuum dell’assistenza, oltre l'endpoint già esistente della soppressione virale, utilizzando gli strumenti disponibili per rilevare la condizione di disagio correlata ad un’infezione cronica. Appare necessario prendere in considerazione le comorbidità e la qualità della vita auto-percepita per la valutazione della qualità della vita nelle persone con HIV, realizzando un nuovo approccio a questo argomento ancora non ben approfondito. Lo scopo dello studio è stato quello di valutare negli adulti positivi HIV stabilmente viro-soppressi il grado di aderenza e di compliance alla terapia, la qualità della vita auto-percepita e la presenza di comorbidità, al fine di identificare eventuali eventi sentinella precoci, che influenzano l'aderenza del paziente, e pianificare approcci personalizzati al fine di migliorare l'aderenza per quei pazienti con un rischio di ridotta compliance terapeutica. Nel complesso, la qualità della vita auto-percepita nel nostro studio era buona. Più precisamente, il 70% degli intervistati ha posto il proprio stato di benessere nel punteggio compreso tra 70 e 100 e il 20% tra 40 e 50. <br />Solo tre pazienti si sono dichiarati insoddisfatti della propria condizione psicofisica, identificandola con punteggi compresi tra 30 e 40 in due casi e tra 10 e 20 in un caso. La maggior parte dei pazienti ha riportato anche una condizione di benessere ed equilibrio più che accettabile, con un'incidenza di sintomi molto bassa (soprattutto stanchezza), che non ha influenzato le normali attività della vita quotidiana. I risultati del nostro studio, anche se non significativi per l'adozione di un approccio psicoterapeutico di massa, hanno comunque consentito l'avvio precoce di un percorso psicoterapeutico personalizzato per migliorare l'aderenza e gestire la depressione. In conclusione, la valutazione soggettiva della qualità della vita, della depressione e di altri eventi sentinella può diventare una variabile molto importante per l'implementazione dei programmi di assistenza medica, al fine di migliorare l'aderenza ai percorsi di terapia e prevenzione e di ottenere un soddisfacente livello di interazione con l’operatore sanitario. Pertanto, si ritiene essenziale includere questo tipo di valutazione nella pratica clinica di routine. Il questionario a risposta multipla è uno strumento pratico, semplice ed affidabile per rilevare precocemente eventuali barriere all'aderenza terapeutica al fine di prevenire il fallimento virologico e salvare future opzioni terapeutiche.
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Figueiredo, Ana Virgínia de Almeida, and Elisabetta Recine. "A regulação de produtos alimentícios ultraprocessados: o desafio de governar o mercado." Cadernos de Saúde Pública 37, suppl 1 (2021). http://dx.doi.org/10.1590/0102-311x00207220.

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Abstract:
A relação entre o consumo de produtos ultraprocessados e o aumento da obesidade e do risco de doenças crônicas não transmissíveis (DCNT) impulsionou organismos internacionais a mobilizarem os governos para regular a redução dos teores de açúcares, gorduras e sódio nesses produtos. O artigo analisa a compreensão de diferentes sujeitos estratégicos sobre os riscos à saúde associados aos produtos ultraprocessados, e a intervenção pública adotada para modificar a sua composição, em atendimento à Política Nacional de Alimentação e Nutrição (PNAN). Trata-se de uma investigação empírica qualitativa em que foram entrevistados representantes de 12 instituições. Adotou-se o referencial teórico da Hermenêutica da Profundidade em conjunto com a Análise de Discurso. Este estudo se concentrou no tema genérico “Acordo e Regulação” e no enunciado matriz “Regulação Consentida”. Considerando um cenário de circulação global dos produtos ultraprocessados, não disciplinados por normas internacionais, a medida de intervenção pública foi a de instituir Acordos com algumas corporações de alimentos, em contraposição ao regulamento compulsório. Tal medida foi criticada por parte dos sujeitos do Setor Público e da Sociedade Civil, pois a relevância do tema para a saúde pública requer regras claras para redução dos nutrientes-chave e com sanções. Em posição contrária, os sujeitos do Setor Regulado avaliam essa medida como sensata e de compreensão do governo. Embora haja divergências entre os sujeitos, constata-se que os Acordos, em contraposição à regulação, desrespeitam as disposições da PNAN 2012 e representam um retrocesso face às suas características particulares, cujos resultados interferirão lentamente na melhoria nutricional dos produtos ultraprocessados.
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Gandolfini, Massimo, and Adelaide Conti. "Neuroscienze e neuroetica: riflessioni scientifiche e correlati bioetici." Medicina e Morale 60, no. 2 (April 30, 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.172.

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Abstract:
Le nuove tecnologie di neuroimaging, che rientrano nel grande campo delle neuroscienze, ci consentono di indagare lo studio della funzionalità cerebrale nel momento in cui eseguiamo un dato compito o elaboriamo un pensiero. Oltre allo studio degli stati post-coma, si è così aperto il grande capitolo delle cosiddette “neuroscienze cognitive”, cioè lo studio delle funzioni simboliche superiori che caratterizzano la persona umana. Siamo oggi in grado di mappare le aree cerebrali che sono coinvolte nella memoria, nelle percezioni e nelle emozioni, nell’elaborazioni del processo decisionale, fino a giungere alla condotta etica. L’indubbio grande valore scientifico di queste ricerche trascina con sé il rischio di una pericolosa “invasione di campo”, in argomenti di portata etica che spettano ad altre discipline, dalla filosofia all’antropologia, dalla teologia alla psicologia. La tentazione di ridurre la complessità della persona umana ad una “macchina” neurologicamente predeterminata, con un’architettura neuronale costruita sull’impianto genico non modificabile, porta con sé il pesante ridimensionamento (o l’abolizione) di grandi istanze etiche, quali la libera scelta e la responsabilità. Ne è nata una nuova disciplina, la neuroetica, che si prefigge di leggere l’uomo, nella sua individualità e globalità, alla luce della neurobiologia documentata dalle neuroscienze. Nella realtà, proprio partendo dai dati scientifici, genetici e neurologici, possiamo rigorosamente dimostrare ed affermare che questa impostazione è riduttiva, limitata, lacunosa e, quindi, oggettivamente inaccettabile. Si richiede la fondazione di un’etica delle neuroscienze, piuttosto che l’attuale deriva delle neuroscienze dell’etica. ---------- The new neuroimaging technology allows us to investigate the study of brain function at the moment in which a specific task is executed or a thought is elaborated. In this way, the vast chapter on the so called “cognitive neurosciences” has been opened. Today we are able to map the areas of the brain involved in memory, perception and emotions, in the elaboration of the decisional process, all the way to ethical conduct. The temptation to reduce the complexity of humans to a neurologically predetermined “machine” with an unalterable genetic structure built with a neuronal architecture carries with it a heavy downsizing (or abolition) of important ethical issues, such as freedom of choice and personal responsibility. In reality, starting precisely from scientific, genetic and neurological data, we can state and rigorously demonstrate that this formulation is reductive, limited and faulty and therefore unacceptable objectively. We request the formulation of an ethics for neurosciences rather than the existing neurosciences of ethics into which we have draft.
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Fernandes, Eduardo Faria, and Sérgio Foster Perdigão. "O perigo extraordinário da mineração e o consentimento administrativo como fator de atribuição de responsabilidade civil para a União Federal." Revista de Direito da Administração Pública 1, no. 1 (February 10, 2017). http://dx.doi.org/10.47096/redap.v1i1.68.

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Abstract:
<p>Este artigo trata da responsabilidade civil da União Federal quanto à reparação dos danos ambientais causados por atividades da indústria da mineração com as quais consentira. A partir da análise da literatura e jurisprudência norte-americanas sobre o tema, nota-se que a mineração se caracteriza por depender de atividades extraordinariamente perigosas ao equilibrio ambiental dos ecossistemas onde são desenvolvidas. Considerando que de acordo com o ordenamento jurídico brasileiro a execução de atividades minerárias por particulares depende de autorizações ou concessões outorgadas por orgãos federais, o obejtivo deste trabalho é demonstrar de que o consentimento manifestado pela União Federal é causa da criação de um grave risco ambiental, apto a configurar um fator de atribuição  justificante da imputação de responsabilidade civil à Administração Pública como consequência da decisão que autorizou a execução de atividade extraordinariamente perigosa.</p><p> </p><p>This article deals with the Union's civil liability for the compensation of environmental damage caused by mining industry activities which were approved. Considering that mining is characterized by relying on ultra-hazardous activities to the environmental balance of ecosystems where they are developed, on the premise that the execution of mining activities by private enterprises depend on authorizations or concessions granted by federal organs, from the analysis of doctrine and jurisprudence regarding the legal mining regime in Brazil, the objective of this work is to provide theoretical principles to demonstrate that the approval expressed by the Union is the cause of creating a serious environmental hazard that sets an allocation factor capable of justifying the charge of liability to the State as a result of the decision that authorizes an ultra-hazardous activity.</p>
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Klabunde, Rachel A., Felippe Lazar Neto, Andressa Louzada, Ricardo Faé de Moura, Fernando Morelli Calixto, Goodarz Danaei, and Marcia C. Castro. "Prevalence and predictors of overweight and obesity in Brazilian immigrants in Massachusetts." BMC Public Health 20, no. 1 (January 10, 2020). http://dx.doi.org/10.1186/s12889-020-8144-8.

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Abstract:
Abstract Background Overweight and obesity are important risk factors for chronic non-communicable diseases, and their prevalence is on the rise worldwide. This study seeks to describe the prevalence and predictors of overweight and obesity in Brazilian immigrants living in Massachusetts, United States of America (USA). Methods Modeled after a survey on behavioral risk factors for chronic disease conducted annually in Brazil (Vigilância de Fatores de Risco e Proteção para Doenças Crônicas por Inquérito Telefônico: Vigitel), Brazilian immigrants aged 18+ (n = 361) were surveyed between December 2013 and March 2014. Information was obtained from consenting participants regarding their demographic characteristics, physical activity, dietary and lifestyle habits, and other behavioral risk factors. Weight status was estimated from body mass index (BMI), calculated from self-reported height and weight data. Participants were categorized as overweight/obese if their BMI was ≥25; overweight and obese categories were combined to ensure appropriate sample size. Prevalence of overweight/obesity was estimated using STATA, and significant predictors were identified via multi-variable logistic regression. Odds ratio (OR), 95% confidence intervals (95% CI) and p-values were determined. Results The overall prevalence of overweight/obesity in the sample was 47.6%. Significant predictors of overweight and obesity were gender (men OR 2.30, 95% CI: 1.10, 3.78; women are comparison group), working in the 3 months prior to the survey (OR 2.90, 95% CI: 1.01, 8.30), and longer duration living in the USA (OR per additional year 1.06, 95% CI: 1.02, 1.11). Significant dietary predictors of overweight/obesity included 5 or more days per week of consumption of red meat (OR red meat 3.70, 95% CI: 1.47, 9.26) or of sweetened beverages, like soft drinks also known as soda (OR soda 2.40, 95% CI: 1.00, 5.78) compared with less frequent consumption of these foods. Conclusions This study suggests that long duration of time lived in the USA increases odds of overweight and obesity for Brazilian immigrants living in Massachusetts. Efforts to curb increases in overweight and obesity in this population should focus not only on the men and those who work but also the women. Possible intervention measures should target soda (soft drink) and red meat consumption in Brazilian immigrants.
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Araújo de Oliveira, Lais, Fernanda Fávero Alberti, Lara Colles de Araújo, and Marlisa Siega Freitas. "Prescrição Farmacêutica para Profilaxia Pós-Exposição ao HIV em uma Instituição Pública de Saúde." JORNAL DE ASSISTÊNCIA FARMACÊUTICA E FARMACOECONOMIA 7, s.1 (January 25, 2023). http://dx.doi.org/10.22563/2525-7323.2022.v1.s1.p.23.

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Abstract:
Introdução: A Profilaxia Pós-Exposição (PEP) de risco à infecção pelo Vírus da Imunodeficiência Humana (HIV) é fornecida no Brasil com o objetivo de ampliar as formas de intervenção para evitar novas infecções pelo HIV, sendo necessário iniciar o uso em período inferior a 72 horas após a exposição sexual, uma vez que é considerada uma emergência médica. Conforme Protocolo Clinico e Diretrizes Terapêuticas, o esquema preferencial em adultos constitui-se de 1 comprimido de Dolutegravir 50mg+ Tenofovir 300mg +Lamivudina 300mg por 28 dias. O farmacêutico é um profissional estratégico dentro dos serviços de saúde e possui suas atividades clínicas, incluindo a prescrição de medicamentos, respaldadas através de legislações específicas como a Resolução do Conselho Federal de Farmácia 713/2021.Objetivos: Descrever a experiência da implantação do serviço de prescrição farmacêutica de PEP em uma instituição pública de Porto Alegre. Métodos: Nesse protocolo, são elegíveis pessoas que atendam os seguintes requisitos: maiores de 18 anos de idade, que tenham tido relação sexual consentida desprotegida ou com rompimento de preservativo, sem contraindicação ao esquema preferencial e sorologia negativa para o HIV. A coleta de dados foi realizada com uso de dados secundários obtidos de prontuários farmacêuticos, fichas de atendimento e banco de dados do Centro de Testagem e Aconselhamento (CTA) de usuários que acessaram o serviço para realização de PEP no período de 01 de dezembro de 2021 até 06 de julho de 2022.Resultados: Desde então, 86 usuários já foram atendidos. Apenas uma pessoa apresentou intercorrências durante o tratamento ocasionadas por efeitos adversos requerendo atendimento médico. Não houve necessidade de interrupção da PEP em nenhuma das pessoas prescritas , não houve relato de soroconversão do HIV e mais de 50% dos usuários atendidos retornaram ao CTA para testagem após conclusão do uso dos medicamento. O monitoramento dos pacientes está sendo feito através de indicadores como o retorno para realização do teste rápido de HIV , avaliação de efeitos adversos e recorrência ao uso de PEP , o qual sugere abordagem de indicação para Profilaxia PréExposição (PrEP).Conclusão: A iniciativa, que é pioneira no estado do Rio Grande do Sul, contribui para consolidação da prescrição farmacêutica nos serviços públicos e para aumentar o acesso da população às ações de prevenção do HIV
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Sina, Manuela. "Genitorialità e Gender: quale adozione per il figlio?" Medicina e Morale 56, no. 2 (April 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.325.

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Abstract:
Il contributo nasce dall’esigenza di recuperare quanto la comunità scientifica conosce relativamente alla questione dell’adozione da parte di coppie omosessuali, in un momento storico in cui il tema della filiazione sta assumendo una posizione politica e sociale di particolare rilievo. Genitorialità e filiazione sono dimensioni complementari e fondamentali dell’esistenza umana, che necessitano di essere comprese e riconosciute per poter essere difese. A differenza della genitorialità naturalmente assortita e tradizionalmente intesa, la proposta di un contesto evolutivo caratterizzato da figure omoparentali, richiede alle scienze psicologiche di comprendere da una parte se sia possibile definire le funzioni paterna e materna in modo totalmente avulso dalla sessualità vissuta e dalla corporeità in cui esse si incarnano, dall’altra se sia possibile individuare in questo tipo di contesto evolutivo quello che meglio tutela la crescita ed il benessere psicologico del bambino. Non sembra superfluo ricordare che questo è infatti il principale obiettivo che l’adozione per sua stessa natura persegue. Si è tentato in questo studio di sgomberare il campo dalle pressioni ideologiche e dalle possibili interferenze politiche, che disturbano l’evoluzione critica del sapere in questo campo, per chiarire i termini della questione da una angolatura strettamente psicologica. L’obiettivo del lavoro è dunque quello di offrire una analisi critica delle principali ricerche che a partire dagli anni Settanta sono state elaborate sia sullo sviluppo psicosessuale, sia sul significato della generatività. Sembra, a chi ha condotto questa review, che il crescere del dibattito relativo a tale argomento non sia sostenuto da una adeguata considerazione dei principali bisogni psicologici infantili, cui la società è chiamata a rispondere per mezzo dell’adozione, e che la preoccupazione di promuovere nuovi contesti di crescita non sia accompagnata da una adeguata riflessione sulle dimensioni intrapsichiche e relazionali implicate nei processi di sviluppo psicosessuale del bambino. Pur non trattando in questa sede le rilevanti questioni di antropologia filosofica a cui inevitabilmente lo studio apre, dalla review qui proposta emerge che le scienze umane, pur offrendo preziose occasioni di arricchimento della nostra conoscenza sull’uomo, non possono però, per loro stessa natura, rispondere ai quesiti filosofici che simili temi presentano. Anche in ambito psicologico diventa così possibile rilevare che il mancato riconoscimento del confine della scienza porta sempre con sé il rischio di presupporre risolti problemi etico-antropologici fondamentali e di consentire a persuasioni, che stanno al di qua dei risultati scientificamente osservati, di orientare le conclusioni scientifiche stesse. ---------- This contribution arises from the need to recover what the scientific community knows about the matter of adoption by same-sex partners, in an historic moment that place the parentage in a social and political prominent position. Parenting and filiation are complementary and fundamental dimensions of human existence, that need to be understood and recognized to be supported. Unlike naturally matched and traditionally intended parenthood, the proposal of a home environment characterized by homo-parental figures solicits psychological sciences to understand firstly if it is possible to define maternal and paternal functions regardless of the real sexuality and body in which they take form, and secondly if it is possible to consider this kind of environment the one that best provides to the psychological development and wellbeing of the child. It doesn’t seem superfluous to remember that this is, as a matter of fact, the main aim that adoption by its very nature pursues. This study makes an attempt to clear the subject of ideological pressures and political interferences, that disturb a critical development of the knowledge in this field, in order to clarify the terms of the matter from a strictly scientific psychological standpoint. The aim of this study is, therefore, to offer a critical analysis of the main works, concerning both the psychosexual development and the psychological meaning of generation, that have been conducted since the seventies of the past century. The scholar, who has led this review, has the impression that the growing debate related to this issue is not always supported by an adequate consideration of the main children’s psychological needs, that society is called to answer through adoption, and finds that the concern to promote new developmental contexts is not always accompanied by an appropriate consideration about the relational and intra-psychic dimensions involved in the psychosexual development of the child. Even if not treating the relevant questions pertaining to the philosophical- anthropology domain, that the study inevitably elicits, it emerges that the human sciences do offer precious opportunities to enrich our knowledge about human being, but they cannot, for their proper nature, answer to the philosophical questions that such themes present. It derives that even in the psychological field it is possible to notice that failing to recognize and crossing the limits of science always brings about the risk to presume the related ethical and anthropological problems already solved, and to allow persuasions to orient the scientific conclusions from up-river of the scientifically observed results.
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