Journal articles on the topic 'Rinuncia'

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1

Nowakowski, Bartosz. "Czy zawsze „wyrzeczenie się zła”? : problemy prawne, teologiczne i liturgiczne przy udzielaniu sakramentu chrztu świętego dzieciom." Prawo Kanoniczne 53, no. 3-4 (October 15, 2010): 69–82. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.3-4.03.

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Abstract:
L’articolo riguarda la questione di rinuncia al male e la professione di fede durante l’amministrazione del sacramento del battesimo. Esso contiene tre parti: la parte liturgica, la parte teologica e la parte giuridica. In questi tempi il battesimo per i loro bambini chiedono anche i genitori che vivono nella situazione del peccato grave e permanente. Di solito questa situazione proviene dalla loro vita nel vincolo nonsacramentale. Allora nasce il problema pastorale che riguarda il conflitto tra la vita dei genitori del battezzato e la dichiarazione che venie pronunciata durante la liturgia del sacramento del battesimo: rinuncio al peccato, rinuncio al male, rinuncio a satana. L’articolo è la prova di ricerca di risoluzione della questione molto complicata.
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2

Curreri, Salvatore. "Parlamento e Corte costituzionale." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 3 (November 2022): 63–93. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-003004.

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Abstract:
Il saggio si concentra sulla giurisprudenza costituzionale in tema di vizi formali del pro-cedimento legislativo, con particolare riferimento a quella recente sulla decretazione d'urgenza e sulle modalità di approvazione della legge di bilancio, evidenziando come la essa abbia sostanzialmente rinunciato a tutelare i pochi ma essenziali momenti dell'iter legislativo sanciti dall'art. 72 Cost. Questa sostanziale rinuncia della Corte al suo potere di controllo non pare essere mutata dopo la recente apertura al conflitto di attribuzioni del singolo parlamentare che, per le condizioni e i limiti imposti, ne fanno uno strumento di fatto non attivabile, come la recente giurisprudenza non ha mancato di confermare.
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3

Di Giacomo, Giuseppe. "Arte e realtŕ nella produzione artistica del Novecento." PARADIGMI, no. 2 (July 2010): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002007.

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Abstract:
Le avanguardie storiche degli anni Venti e le neo-avanguardie degli anni Sessanta tentano di superare la dimensione autonoma dell'arte e la distinzione tra arte e vita. Tuttavia, se nell'avanguardia storica l'arte rivela ancora l'"altro" della realtŕ, e in questo modo si contrappone all'esistente, le produzioni artistiche attuali sono invece caratterizzate da un "realismo acritico" che, negando ogni "altro", rinuncia alla possibilitŕ di trasformare l'esistente. Cosě, se l'avanguardia sognava di redimere la vita per mezzo dell'arte, la neo-avanguardia, invece, sostiene che č l'arte stessa a farsi vita nel momento in cui l'opera rinuncia alla "forma".
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4

Molo, Mariateresa, Chiara Crespi, Alessandro La Noce, and Valentina Mineccia. "Il costo del transessualismo: la rinuncia alla procreazione." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 65–67. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002012.

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Abstract:
La Riassegnazione Chirurgica del Sesso (RCS) rappresenta il traguardo finale cui aspirano molti transessuali. Da analisi condotte sulla soddisfazione e sull'atteggiamento nei confronti della procreazione in pazienti transessuali sottoposti a RCS č possibile riscontrare come sia alto il livello di qualitŕ della vita percepito e come, col trascorrere del tempo, il desiderio di procreazione tenda spesso a ridursi e a volte addirittura a scomparire. Un nuovo ambito di studio sulla sessualitŕ č rappresentato dal ruolo che i media hanno nella costruzione di valori e modelli di comportamento sociali e individuali, nonché di stereotipi e luoghi comuni relativi all'immagine dell'uomo e della donna. Il target maggiormente sensibile ai contenuti veicolati dai media č quello dei giovani e dagli adolescenti che, chiamati a superare i diversi compiti di sviluppo relativi a questa delicata fase di cambiamento, sono alla costante ricerca di modelli identitari.
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Verrucchi, Paola. "Ma io preferisco il mare." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 35 (September 2021): 83–91. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-035007.

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Abstract:
Da alcuni secoli il livello di specializzazione della conoscenza impone scelte net-te rispetto alla disciplina per la quale si vogliono acquisire competenze approfondite. Tali scelte implicano la rinuncia ad esplorare discipline diverse, rinuncia che può trasformarsi in un isolamento tanto marcato da generare vero e pro-prio disagio. In questo breve saggio si considera la possibilità di superare l'isolamento specialistico monodisciplinare attraverso l'esercizio di una narrazione delle proprie competenze che sia rispettosa del livello di conoscenza altrui e l'ascolto curioso di chi ha fatto scelte diverse ed acquisito altre competenze. Facendo in particolare riferimento al caso della Meccanica Quantistica, l'autrice suggerisce che il dialogo interdisciplinare che può svilupparsi grazie a questo esercizio possa essere strumento prezioso per apprezzare al meglio l'apertura collettiva verso conoscenze sempre più vaste.
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Jean, Carlo. "SICUREZZA E DIFESA IN ITALIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no. 3 (December 1987): 377–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016968.

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Abstract:
IntroduzioneDopo il disastro della seconda guerra mondiale si produsse in Italia un sentimento collettivo di rimozione del problema politico della guerra. Da esso derivò la rinuncia, solennemente sancita nella costituzione postbellica, all'uso della forza, eccetto nel caso dell'autodifesa dello stato e dell'ordine democratico. Tale scelta andava al di là della situazione di fatto contingente, cioè della disfatta e dei limiti imposti dal trattato di pace. Comportava per l'Italia, così come per la Germania e per il Giappone, una radicale ridefinizione dei propri interessi ed aspirazioni nazionali.
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Manganaro, Andrea. "Giovanni Verga cent'anni dopo: il potere di chi giudica, lo straniamento, e la sua “terza via”." Italica 99, no. 2 (June 1, 2022): 222–40. http://dx.doi.org/10.5406/23256672.99.2.05.

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Abstract:
Abstract In occasione del centenario della morte di Giovanni Verga (1922–2022), dopo aver proposto una riflessione sulla storia dell'interpretazione e sulle attuali prospettive di indagine, il contributo esamina come la rinuncia dell'autore a “giudicare” sia compensata dalla rappresentazione (in alcune novelle e ne I Malavoglia), del potere che esercita sugli individui il giudizio, sia quello della collettività, sia quello dell'autorità. La reticenza del giudizio dell'autore è parimenti colmata dallo straniamento, determinato non soltanto dalla delega narrativa, ma anche dalla molteplicità dei punti di vista, che implicano per il lettore una ancor più necessaria assunzione di responsabilità.
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8

Masini, Manuele. "Rinuncia e ricordanza: l’invenzione della vita in Vida de Leopardi di Agostinho da Silva." Estudos Italianos em Portugal, no. 14 (2019): 43–67. http://dx.doi.org/10.14195/0870-8584_14_4.

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9

Fucek, Ivan. "Pornografia nei mass-media. In margine a un recente documento del Magistero cattolico." Medicina e Morale 39, no. 2 (April 30, 1990): 265–300. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1182.

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Abstract:
L'autore affronta il problema della pornografia e violenza nei mezzi di comunicazione, riferendosi in particolare a un recente documento del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali della Chiesa Cattolica. Dall'esame, accuratamente fatto con metodo induttivo, emergono parecchi elementi paradigmatici, che vengono gradualmente organizzati in tre punti: 1. Verso un modello etico (intuendo il problema nel vasto contesto storico, nella mentalità conflittuale di oggi, nel segnale d'allarme espresso dal documento); 2. Modelli etici non appropriati ovvero indirettamente rifiutati (funzionalità ottimale, tolleranza e legislazione, conformismo e soddisfazione, rinuncia o autolimitazione); 3. Modelli etici consigliabili, che sottolineano l'importanza del principio del dialogo e di due criteri, cioè del bene personale e del bene comune.
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Valdrè, Rossella. "Sulla sublimazione: il destino indiretto della pulsione. Rivisitazione di un concetto fondante nella teoria, la clinica, l'arte e la Civiltà." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2022): 59–87. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002004.

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Abstract:
Il lavoro presenta un'ampia revisione del concetto freudiano di su-blimazione, ripercorrendone la storia nel pensiero di Freud, l'evoluzione nel dopo-Freud, le controversie teoriche, e le vaste ricadu-te sull'arte, sulla Civiltà e sulla clinica. Autrice di un saggio sulla su-blimazione del 2014, l'autrice si domanda se si sia di fronte ad una scomparsa della sublimazione, apparentemente meno diffusa nel dibat-tito contemporaneo. In realtà, sotto mentite spoglie nelle diverse teoriz-zazioni, essa ha continuato ad operare nella clinica e nella collettività. Freud non vi dedicò mai un saggio specifico, per cui occorre ricavarla da tutto il suo pensiero, ma è considerato il Leonardo da Vinci l'opera dove meglio viene teorizzata. Sebbene Freud ponesse la sublimazione ad esito del percorso analitico e come necessità per la sopravvivenza dell'uomo e della Civiltà, negli scritti clinici si mostrò poco ottimista, data la difficoltà che l'uomo ha verso la rinuncia pulsionale. Per sublimazione si intende infatti un destino diverso della pulsione, un cambiamento di meta, che anziché dirigersi sull'oggetto sessuale, si sposta su altri oggetti, non più sessuali, ma in grado di dare ugualmente piacere. Gli investimenti sublimati alla meta comprendono l'amicizia, il lavoro, l'arte, il pensiero, fino alla fondazione della Cultura. Grazie al-la flessibilità pulsionale, l'uomo, a differenza dell'animale in cui gli istinti sono rigidi, può cambiare gli oggetti del desiderio, sostituirli con altri più adeguati, e avviarsi così al processo propriamente umano della simbolizzazione. La sublimazione implica una rinuncia all'oggetto, e questo ne fa un processo non facile per molti individui. Nel dopo Freud, la si è sostituita con la "riparazione", o ci si è spostati nell'area potenziale ma uscendo dalla metapsicologia non si può più, a rigore, parlare di sublimazione, sebbene l'esito pratico possa somigliarle. Ven-gono discusse le misteriose modalità dell'arte, il complesso rapporto con la pulsione di morte e il ruolo della contemporaneità.
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Liberatos, Michalis P. "Le elezioni del 31 marzo 1946 in Grecia: rinuncia delle sinistre e astensionismo di massa." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 60, no. 2 (December 30, 2008): 75–114. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10198.

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Abstract:
La situazione critica del dopoguerra e i suoi effetti sulle elezioni La Misssione degli osservatori alleati durante le elezioni La sinistra e l'astensione dalle elezioni I risultati delle elezioni Il problema della legittimazione delle elezioni Il peso dell'astensionismo Forza potenziale della sinistra e astensionismo: una geografia elettorale Un bilancio politico
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Lo Russo, Michelantonio. "Sulla Lettera al padre di Franz Kafka." Mnemosyne, no. 4 (October 11, 2018): 14. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i4.12343.

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Abstract:
In questo contributo si sostiene che la Lettera al padre di Franz Kafka possa essere letta come un racconto di sé che, a partire dal confronto con il padre, si apre ad un nuovo progetto di vita, un teleologico ridirezionare lo sguardo che si risolve in un consenso all'accadere del destino. Il centro di questo processo è la rinuncia all'attribuzione della colpa.Il figlio, infatti, è tentato dal vedere nel padre l'origine dei propri mali ma, man mano che il racconto di sé prosegue, lo sguardo muta, si fa più obiettivo. Gli eventi vengono inseriti in un contesto più ampio e giudicati dal punto di vista del destino. Un punto di vista speciale, che porta il figlio ad "assolvere" il padre, e se stesso.
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Maiso, Jordi. "Soggettivitŕ offesa e falsa coscienza. La psicodinamica del risentimento nella teoria critica della societŕ." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 23 (May 2012): 61–76. http://dx.doi.org/10.3280/cost2012-023005.

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Abstract:
Il presente saggio affronta il rapporto tra teoria critica della societŕ e psicoanalisi. Nel loro studio delle forme di socializzazione della societŕ post-borghese, i teorici francofortesi scoprirono nella psicoanalisi freudiana una chiave fondamentale per decifrare l'interiorizzazione delle costrizioni sociali. Dal momento che per Freud la societŕ č in grado di garantire ai soggetti la loro autoconservazione soltanto al prezzo della rinuncia e della paura, il suo approccio al "lato notturno della civiltŕ" permette una comprensione privilegiata delle dinamiche della soggettivitŕ offesa. In questo senso, l'analisi della "sorte degli impulsi e dei desideri rimossi" si rivela cruciale per cogliere la genesi soggettiva della "falsa coscienza", intesa non come una descrizione tipologica della "personalitŕ autoritaria", bensě come una "cura distorta" delle cicatrici che il processo di socializzazione infligge ai soggetti.
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Holcombe, Randall G. "The Origin of the Legislature *." Journal of Public Finance and Public Choice 11, no. 1 (April 1, 1993): 3–18. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539572.

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Abstract:
Abstract I due modi di produzione della legge sono la legislazione e l’evoluzione basata sull’interpretazione innovativa della legislazione preesistente.Il presente scritto confronta questi due modi, prendendo come esempio la legislazione dell’antica Roma, nella quale vigeva in origine il sistema evolutivo, che dovette tuttavia cedere il passo all’attività legislative man mano che l’espansione imperiale romana rendeya urgente l’introduzione di nuove normative. A fronte del vantaggio della rapidità nella elaborazione normativa, e quindi della maggior flessibilità del sistema giuridico, il «costo» della legislazione era costituito dalla rinuncia alia stabilità del sistema giuridico, con possibili influenze di carattere politico e serie conseguenze inintenzionali dei provvedimenti legislativi.Proprio per evitare tale costo si è sviluppato il moderno costituzionalismo, che si può quindi considerare una conseguenza del concetto di legislazione che ha avuto origine nel senato romano.
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Palazzani, Laura. "Tra autonomia e responsabilità. La filosofia del diritto e la legislazione sul “diritto di morire”." Medicina e Morale 71, no. 4 (December 22, 2022): 469–80. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1222.

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Abstract:
L’articolo analizza le problematiche del fine vita in bioetica dal punto di vista della filosofia del diritto, analizzando criticamente i percorsi della legislazione e della giurisprudenza italiani più recenti. In particolare, la Legge 219/2017 viene analizzata con riferimento al rifiuto e alla rinuncia alle cure salvavita, all’ostinazione terapeutica, alla sedazione profonda, alle direttive anticipate di cura e la pianificazione anticipata dei trattamenti. L’autore analizza i problemi bioetici e biogiuridici sul tema del “lasciar morire” e “uccidere”, con riferimento alla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale che ammette il suicidio medicalmente assistito in deroga all’art. 580 cp, a determinate condizioni. La sentenza 50/2022 della Corte Costituzionale sull’inammissibilità del cosiddetto referendum sull’eutanasia consente di individuare altre riflessioni bioetiche sui temi con riferimento alla tutela minima della vita e alla vulnerabilità.
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Pegoraro, Lucio. "Ruolo della dottrina, comparazione e “legal tourism¨"." Diálogos de saberes, no. 43 (June 30, 2017): 219–36. http://dx.doi.org/10.18041/0124-0021/dialogos.43.2015.2586.

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Abstract:
Muovendo dai risultati di un’ampia ricerca sull’uso della dottrina da parte delle corti di vertice (costituzionali e supreme), l’articolo denuncia i rischi generati dall’esportazione acritica delle soluzioni “nazionali” e dalla recezione delle stesse, non supportata da un’analisi del contesto in cui si calano. In particolare, si sofferma sulla prassi delle “relazioni nazionali” nei congressi e nell’accettazione supina dei loro risultati da parte di uditori non attrezzati con le categorie della comparazione. Segnala che la rinuncia alla comparazione (in particolare, la mancata considerazione per il milieu dell’ordinamento recettore) riverbera conseguenze anche sui formanti dinamici (legislazione e giurisprudenza). Evidenzia che, ciò nonostante, le corti citano spesso autori (come quelli statunitensi) che assegnano valenza universale a teorie “locali” o “regionali” del diritto costituzionale, contribuendo a un’uniformazione giuridica formale, che non sempre riesce a mascherare profonde fratture tra i formanti.
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D'Agostini, Franca. "Kant era moneista?" PARADIGMI, no. 1 (May 2012): 91–109. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-001005.

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Abstract:
L'articolo si concentra sul problema della metafisica, abbozza un confronto tra la concezione di Kant e il noneismo (la prospettiva meinongiana delineata oggigiorno da Routley e Priest), e presenta la posizione di Kant in metafisica come una forma di realismo, benché corretto da semi-costruzionismo in epistemologia. Č un punto che il cosiddetto "kantismo" contemporaneo ha sottovalutato: la critica di Putnam all'ontologia č dichiaratamene "kantiana" ma non prende in considerazione la speciale idea di ontologia e metafisica implicite nella concezione kantiana. Kant non rinuncia, come ritiene Putnam, al tradizionale progetto di descrivere metafisicamente la realtŕ in sé, ma piuttosto illumina la nozione di metafisica proponendo il metodo critico basato sull'idea di "mondo comune". Adotta cosě una sorta di metafisica liberalizzata insieme ad una semantica realista: ed č esattamente ciň che i meinongiani, e cioč i noneisti, cercano di fare.
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Rivetti, Paola. "L'Iran a partire dalla storia e dal territorio: un tentativo di lettura." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 11–34. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131002.

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Abstract:
L'Iran č vittima di rappresentazioni stereotipate, che propongonospesso in contraddizione tra di loro: da violento, chiuso in una rivoluzione medieval-religiosa, abitato da una societŕ omogenea e statica, l'Iran č passato ad essere viceversa un paese "schizofrenico", dicotomico, diviso tra "modernitŕ e tradizione". Transizione traghettata dalla ri-scoperta del paese, iniziata negli anni Novanta in seguito alla fine della guerra contro l'Iraq, l'elemento che la giustifica č la presunta sconnessione tra i comportamenti e i valori incoraggiati dal regime e quelli che sono invece presenti nella popolazione. Questa narrazione del paese, l'Iran come "mondo dei paradossi", restituisce solamente una parte della realtŕ e rinuncia a dipingerne la complessitŕ. Ripartendo dalla storia e dalla geografia del paese, il contributo accenna ad alcuni aspetti tra i piů complessi della realtŕ iraniana (l'estrema eterogeneitŕ e il forte nazionalismo, le aspirazioni geopolitiche e l'"isolamento strategico", le trasformazioni sociali e il sostegno al regime), realtŕ composita ove convivono elementi spesso assai dissimili l'uno dall'altro.
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Valentino, Virginia, and Giancarlo Dimaggio. "Inquadramento e trattamento del senso di colpa nel Disturbo Narcisistico di Personalità con la Terapia Metacognitiva Interpe." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 51 (January 2023): 129–42. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15185.

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Abstract:
I pazienti con Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP) possono provare senso di colpa e attuare specifiche strategie di fronteggiamento nel tentativo di gestire l'emozione. Le strategie più comunemente riscontrate nel funzionamento nel disturbo narcisistico di personalità sono l'espiazione, l'esternalizzazione della rabbia sugli altri e la rinuncia a perseguire i propri desideri, sostenuta dal blocco dell'azione. In questo lavoro descriviamo i sensi di colpa presenti in letteratura, in particolare la colpa altruistica e deontologica e, nella prospettiva della Terapia Metacognitiva Interpersonale, descriviamo la relazione tra colpa, funzionamento narcisistico e schemi maladattivi interpersonali. Questi ultimi guidano il paziente a partire da rappresentazioni negative, rigide e incarnate di sé e degli altri. Attraverso un caso clinico mostriamo come la concettualizzazione del caso possa permettere un inquadramento del funzionamento del paziente più preciso e, di conseguenza, un trattamento capace di ridurre il senso di colpa e di come questo abbia un effetto benefico sul disturbo narcisistico di personalità.
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Vagnoni, Mirko. "Roberto d’Angiò nella gloria della Morte." Eikon / Imago 10 (February 8, 2021): 241–58. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.74149.

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Abstract:
Il presente contributo intende analizzare il significato iconografico della famosa pala d’altare di Simone Martini ‘San Ludovico di Tolosa incorona re Roberto d’Angiò’ (1317-1319), attualmente conservata al Museo di Capodimonte di Napoli. La storiografia ha generalmente interpretato la sua scena principale come la raffigurazione della rinuncia di Ludovico al titolo regio e la conseguente incoronazione di Roberto a re di Napoli. In particolare, il manufatto è stato considerato come il frutto di una vera e propria strategia di comunicazione politica messa in scena dal re di Napoli al fine di legittimare la sua contestata successione al trono. Al contrario, partendo da una lettura che inquadri la pala all’interno del suo contesto di utilizzo e di fruizione e che ponga l’accento sulla sua specifica funzione, il presente testo propone di interpretare il messaggio di questa opera d’arte in relazione al ruolo di intercessore presso Dio a favore dell’anima dei membri della casata d’Angiò attribuito a San Ludovico. In tal senso, essa rappresenterebbe, in una chiave prettamente religiosa, Roberto d’Angiò morto mentre sta ricevendo la corona della vita eterna nel Regno dei Cieli.
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Da Re, Antonio. "La falsa analogia tra rifiuto-rinuncia alle cure e suicidio medicalmente assistito. Riflessioni bioetiche sull’ordinanza della Corte Costituzionale n. 207/2018." Medicina e Morale 68, no. 3 (October 15, 2019): 281–95. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.587.

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Abstract:
Il saggio sviluppa alcune riflessioni di carattere bioetico, singolarmente carenti nella recente ordinanza della Corte Costituzionale n. 207/2018. Tale ordinanza è intervenuta sulla sospetta illegittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale, con riferimento al caso di Fabiano Antoniani, meglio conosciuto come DJ Fabo, che, accompagnato in Svizzera da Marco Cappato, aveva chiesto e ottenuto di porre termine alla propria vita attraverso il suicidio medicalmente assistito. Il saggio per un verso mette in luce come secondo la Corte l’incriminazione del reato di aiuto al suicidio non sia in generale contraria alla Costituzione; per un altro verso critica la giustificazione dell’aiuto medico al suicidio che la Corte propone, sia pure rispetto ad alcune situazioni eccezionali ed estreme. Tale giustificazione si basa sull’indebita presupposizione che non vi siano differenze sostanziali tra il rifiuto e la rinuncia alle cure da un lato e il suicidio medicalmente assistito dall’altro. Sulla base di tale assunto la Corte perviene alla proposta, assai discutibile, di modificare la recentissima legge n. 219/2017 su “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. Il saggio critica pertanto la fallacia logica della falsa analogia nella quale incorre l’ordinanza della Corte. Tale fallacia si sviluppa in quattro momenti, nei quali si fa valere un’equiparazione indebita tra concetti e situazioni tra loro ben differenti. I quattro momenti riguardano 1) il binomio concettuale uccidere – lasciar morire; 2) il significato di morte; 3) il significato del trattamento farmacologico; 4) il valore della relazione medico – paziente.
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Honings, Bonifacio. "Un nuovo termine medico in discussione Nota commento al cosiddetto versterving." Medicina e Morale 47, no. 6 (December 31, 1998): 1211–18. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.817.

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Abstract:
In questa nota informativa l’Autore intende far conoscere il significato di una nuova parola diffusa in Olanda e in Germania: versterving. Si tratta di un termine olandese in uso da un po’di tempo nelle case di cura per anziani affetti da demenza. La discussione intorno a questo termine ebbe inizio con un fatto accaduto in una casa di cura in Olanda: i parenti di un malato ivi ricoverato denunciarono il personale curante perché, al fine di accelerare la morte del loro congiunto, non gli davano né cibo, né acqua. Infatti il termine venne coniato per la prima volta da un medico psichiatra, Chabot, per indicare la rinuncia all’idratazione e all’alimentazione artificiali, il che, in sostanza, vuol dire aprire una finestra all’eutanasia passiva. Infatti l’alimentazione e l’idratazione rientrano tra le cure normali dovute sempre al malato per cui la loro ingiustificata sospensione può avere il significato di vera eutanasia. La versterving è quindi una sospensione indebita di cure proporzionate. L’Autore afferma inoltre che l’attività medico-sanitaria deve essere impostata su un incontro tra una fiducia (quella del malato) e una coscienza (quella del medico) che ha il compito di assistere, curare e guarire.
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Anfilocchi, Silvia. "Ri-inventare il passato per sognare il futuro." GRUPPI, no. 3 (December 2012): 75–87. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003006.

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Abstract:
Depressione strisciante, angoscia senza nome, mancanza di energia e dinamismo, scarsitŕ o assenza di risorse materiali e personali sono spesso lo sfondo, ma anche l'oggetto, delle richieste di aiuto - o della rinuncia al lavoro - che riceviamo dai nostri pazienti. I vissuti soggettivi di insufficienza e impossibilitŕ trovano facilmente riscontro negli eventi economici e sociali che caratterizzano il clima culturale in cui viviamo e, spesso, la realtŕ oggettiva viene utilizzata per giustificare posizioni emotive dolorose o insostenibili. La fiducia e la fede nei nostri strumenti terapeutici viene messa costantemente in discussione da chi propone tecniche e setting appositamente modulati per appoggiarsi - e incastrarsi - comodamente sui fatti esterni. A partire da situazioni cliniche in cui il reale entra potentemente sulla scena terapeutica, l'autrice analizza i processi di trasformazione avvenuti in un gruppo di "giovani adulti" nel corso di alcune sedute di psicoterapia. Come tutti i cambiamenti veramente creativi, ciň che č avvenuto nel gruppo e nei suoi componenti, si fonda sulla convergenza di presente e passato, sul riconoscimento delle proprie radici, sull'acquisizione della consapevolezza del proprio posto tra le generazioni e sulla conquista di un buon uso della posizione depressiva.
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Testor, Carles Pérez. "La violenza di coppia nella collusione ossessiva." INTERAZIONI, no. 2 (July 2010): 24–34. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002003.

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Abstract:
La violenza di coppia nella collusione ossessiva, di Carles Perez Testor Presenteremo varie situazione di aggressione e violenza partendo da alcune vignette cliniche estratte da sedute di psicoterapia psicoanalitica di coppia. Partendo da queste situazioni, esploreremo il tipo di collusione predominante (Dicks, 1967), che si declina nell'identificazione proiettiva che sorge tra i due membri della coppia. Intendiamo per collusione (da co-ludere o giocare in due), quell'accordo inconscio che determina un rapporto complementare, in cui ciascuno sviluppa parti di se stesso di cui l'altro ha bisogno e rinuncia a parti che proietta sul coniuge. L'ipotesi del nostro lavoro č che, qualunque sia la coppia che vive delle situazioni di aggressione e/o di violenza, sarŕ nella collusione ossessiva (Perez-Testor, 2006) che la violenza farŕ la sua apparizione con piů virulenza. Questa collusione si fonda su rapporti di controllo reciproco, di provocazione ambivalente e di dipendenza inseparabile. La collusione ossessiva ci permette di comprendere perché queste coppie hanno tante difficoltŕ a introdurre dei cambiamenti nella loro relazione, perpetuando un funzionamento distruttivo e trasmettendo di generazione in generazione una modalitŕ relazionale patologica. Concluderemo il nostro lavoro attraverso delle proposizioni tecniche che serviranno ad approcciare e trattare questo tipo di situazioni.
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Callegari, Roberto, Maria Grazia Fusacchia, and Paola Re. "Fallimento adottivo e crisi adolescenziale: un destino prevedibile?" INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 40–54. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002005.

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Abstract:
Questo scritto ha lo scopo di riflettere sulla dinamica relazionale e affettiva che qualifica alcune adozioni difficili, quando all'ingresso dell'adolescenza, si verifica una grave crisi del rapporto genitore-figlio, crisi che puň anche comportare l'allontanamento del figlio adottivo. Nel corso della valutazione clinica e/o del trattamento di questi casi, ricompaiono fantasie di esperienze dolorose e di carenza primaria sperimentati dal figlio adottivo che la sessualitŕ pubertaria riattualizza, spingendo la coppia genitoriale a sperimentare livelli insostenibili di ansia e parallele difensive manovre di espulsione Questi movimenti risultano essere strettamente collegati con le esperienze personali dei genitori, che non sono state preventivamente considerate come potenti fattori di rischio, che possono condurre alla rinuncia del progetto adottivo. Gli autori sollevano alcune ipotesi circa la qualitŕ narcisistica e anti-libidica della coppia, strettamente legata alla scelta adottiva, spesso, considerata essenziale. Eppure, questo collegamento č anche il bastione che contiene in sé i germi del potenziale fallimento. Attraverso esempi clinici, gli autori mettono in evidenza come i nodi problematici si riferiscano alla coppia adottiva che non sembra aver debitamente elaborato la propria infertilitŕ, rimanendo catturata in fantasie infantili e/o edipiche, riacutizzate dallo sviluppo puberale dei loro figli adolescenti.
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Gragnani, Cristina. "Avanti il divorzio e La mia vita." Mnemosyne, no. 1 (September 1, 2008): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i1.11583.

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Abstract:
Avanti il divorzio (1902) di Anna Franchi narra della vita di Anna Mirello dall’infanzia ‘libera e gagliarda’ (per dirla con le parole, più tarde, della Aleramo3), attraverso il suo matrimonio – sedicenne – con il musicista Ettore Streno, fino alla partenza del marito per gli Stati Uniti insieme ai figli. Romanziera, drammaturga, biografa, critica e storica d’arte, Anna Franchi nasce a Livorno nel 1867 e muore a Milano nel 1954. Gravitando attorno al Partito Socialista, si impegna per la campagna a favore di una legge sul divorzio con articoli e conferenze (oltre al romanzo Avanti il divorzio di cui mi occupo qui). Porta avanti su vari giornali un’azione di sensibilizzazione delle donne riguardo alla loro condizione e ruolo in società, con particola-re attenzione alla lotta per il suffragio La narrazione ripercorre le violenze inflitte ad Anna da Ettore (assalti sessuali, gravidanze indesiderate, aggressioni verbali, tradimenti, malattie veneree, false accuse, abusi sui figli e infine la sottrazione dei figli) e si ferma proprio nel 1902 – anno di pubblicazione del libro – con la rinuncia da parte di Anna alla lotta per la tutela dei ragazzi che rimangono, per legge, al marito depravato.
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Hoffer, Axel. "Che cosa vuole l'analista? Il rapporto tra la libera associazione, l'attivitŕ, l'ambizione e le innovazioni tecniche dell'analista." PSICOANALISI, no. 1 (September 2010): 25–49. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001002.

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Abstract:
L'A. ricostruisce la storia della libera associazione, la "regola fondamentale", attraverso la relazione/controversia Freud-Ferenczi. L'idea dell'"attivitŕ", inizialmente proposta da Freud per i pazienti fobici e ossessivi, si lega agli inizi degli anni '20 al nome di Ferenczi. Scopo dell'attivitŕ č agevolare o, piů accuratamente, "forzare" le associazioni in analisi. Poi Ferenczi cambia idea perché si accorge che la sua analisi ha ricreato l'ambiente genitoriale traumatico che ha causato la nevrosi del paziente. Questo mutamento d'opinione lo induce a ridefinire il controtransfert e a sviluppare le nuove tecniche dell'"indulgenza" e del "rilassamento", mitigando l'enfasi di Freud su "astinenza" e "frustrazione". Una vignetta tratta dall'analisi di una paziente bulimica pericolosamente auto-distruttiva illustra il valore della libera associazione come strumento prezioso per aiutare il paziente a sentirsi compreso senza pressioni alla rinuncia dei sintomi. Monitorando costantemente l'ambizione terapeutica, l'analista dimostra l'importanza della libera associazione nel favorire nella paziente una migliore comprensione di sé e del valore di sopravvivenza dei suoi sintomi. La vignetta evidenzia quanto l'ambizione terapeutica dell'analista renda difficile la libertŕ di associare della paziente e inevitabilmente intralci l'attenzione uniformemente fluttuante dell'analista. Naturalmente č necessario e auspicabile che l'analista nutra un desiderio terapeutico, ma esigendo il cambiamento si finisce per promuovere la condiscendenza e la ribellione nascosta che limitano l'analisi.
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Mozzanica, Carlo Maria. "Prendersi cura della fragilitŕ." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 2 (January 2011): 50–30. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-002001.

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Abstract:
Lo scenario socioculturale postmoderno si fa sempre piů generatore di fragilitŕ sistemiche (della persona, della famiglia e della comunitŕ) e infrasistemiche (che toccano tutta la vita e/o la vita di tutti). Diventano parte dell'esperienza ordinaria e condivisa la censura, la rimozione dei vissuti piů profondi propri del quotidiano e dell'ordinaria esistenza: la malattia, la sofferenza, la decadenza non accettata - che diventa marginalitŕ - della vecchiaia, la morte. Nel quadro dei diritti costituzionali emergono la rimozione e la censura di uno dei tre principi fondamentali delle democrazie, quantomeno di quelle occidentali: la fraternitŕ o la solidarietŕ. Occorre invece ribaltare la prospettiva, nell'ottica umana in generale e in quella medica in particolare: non si tratta di "curare" (cure) un corpo oggetto, ma di "prendersi cura" (care) di un corpo soggetto. "Curare" non deve identificarsi con "guarire", cancellando cosě l'idea della morte perché inaccettabile. Č necessario ricordarsi che la malattia č sempre evento esistenziale e non meramente biologico, e che l'assenza di possibilitŕ di guarigione non deve portare mai alla rinuncia del rapporto umano con il malato. In senso piů ampiamente esistenziale, l'uomo di oggi deve abbandonare ogni pretesa di onnipotenza per prendersi cura amorevole della propria fragilitŕ, che č cifra costituiva della sua umanitŕ.
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Francesconi, Marco. "Ricordi in attesa di un pensatore. Memoria, trauma e ambiguitŕ." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 75–98. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002005.

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Abstract:
L'articolo si propone di esaminare il modello di memoria che emerge dai primi scritti freudiani, in particolare il "Progetto per una psicologia scientifica" e "L'interpretazione dei sogni", raccordandolo con alcune visioni delle neuroscienze. Freud appare assai moderno quando afferma la prioritŕ dell'elemento mnestico sulla percezione, la natura solo inibitoria dell'Io, rappresentato come sistema di rinuncia e controllo di fronte alla spontanea comparsa di ricordi/allucinazioni come prima risposta al bisogno-desiderio. I concetti freudiani di identitŕ percettiva e identitŕ di pensiero, antesignani della necessitŕ di correlazione e di continua ricategorizzazione della memoria sembrano un utile strumento nella elaborazione di un modello di mente che integri questi apporti a quanto le neuroscienze definiscono con maggiore rigore scientifico. Attraverso i concetti di ambiguitŕ e di metamorfosi si cerca inoltre di fornire una serie di spunti per meglio comprendere la portata dell'impatto traumatico sulla mente: viene discusso quanto si possa parlare di "irrappresentabilitŕ" dell'evento traumatico o quanto, piuttosto, si riattivino forme di rappresentazione arcaica appartenenti a funzionamenti primitivi della mente che non escludono la presenza di "fantasie inconsce". Attraverso i concetti di Sé alieno e Sé a nuclearitŕ indifferente, vengono, infine, proposti richiami a "stati primigeni della mente" che potrebbero essere visioni significative dello stato iniziale del pensiero, quando appare piů vulnerabile alle situazioni traumatiche.
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Romano, Francesco. "Riflessioni sul can. 668 §§1-5. Testamento e rinuncia ai beni, due istituti giuridici a confronto con il voto di povertà dei religiosi." Teresianum 70, no. 1 (January 2019): 195–236. http://dx.doi.org/10.1484/j.ter.5.117924.

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Baraldo, Stefania, Emma Luciani, Alida Martignon, Amalia Mineo, Mariadele Santarone, Anna Tabanelli, and Stefano Trinchero. "Riflessioni sulla difficile esperienza di supporto psicologico a migranti richiedenti asilo." INTERAZIONI, no. 1 (April 2022): 110–26. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-001012.

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Abstract:
Gli autori riflettono sulle difficoltà di comprensione - tentativi di omologazione e fraintendimenti - e sui complessi meccanismi psichici che si verificano negli operatori dei centri di accoglienza per migranti e negli stessi psicoterapeuti deputati a fornire supporto psicologico. Si soffermano sulle manifestazioni di sofferenza post-traumatica di coloro che vivono il dramma dello sradicamento, del pericolo di vita, di forme di schiavitù, di assenza di progettualità e di brusca caduta dentro un mondo di cui non capiscono le regole. Un mondo che dicendo di ac-coglierli li controlla, li segrega, e all'improvviso li dimette dai centri di accoglienza supponendo in loro una capacità di adattamento, integrazione e resilienza. Le esperienze traumatiche spesso e per molto tempo non trovano parole né adeguate rappresentazioni simboliche, per cui "parlano" attraverso somatizzazioni, lamentele fisiche, richiami a modelli della cultura d'origine, con effetto di sconcerto e di impotenza in coloro che sono chiamati all'ascolto e alla comprensione. Le differenze culturali pongono, secondo gli autori, non soltanto problemi di corretta interpretazione dei disagi e dei sintomi riferiti, ma anche domande sull'adeguatezza del setting e delle chiavi interpretative in uso nella nostra cultura. Nell'articolo si fa riferimento ad alcuni approcci transculturali e alla necessità, per gli psicoterapeuti, di uno spazio condiviso di confronto su vissuti controtransferali, spesso pesanti come macigni che, se non compresi ed elaborati, possono indurre ad atteggiamenti di rinuncia e di evitamento.
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Żurowski, Marian Al. "Refleksje w związku z przemówieniem Jana Pawła II do Roty Rzymskiej w dniu 5 lutego 1985 r." Prawo Kanoniczne 31, no. 3-4 (December 10, 1988): 99–107. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1988.31.3-4.07.

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Abstract:
Dalla dichiarazione del Papa deriva indirettamente, che ne la differenza delle lingua, a tanto meno della cultura possono ostacolare degli autentici valori dell’uomo. — I tribunali ecclesiastici tengano conto del grande progresso avutosi nel l’ambito della psichiatria e della psicologia contemporanea. Nessuno puô dubitare quando questi successi sono veri e ben documentati. Non si puo tuttavia basare soltanto su ipotesi o su teorie iniziali. Secondo i corenti nel campo della psicologia o della psichiatria contemporana, molti autori — basandosi infatti su scoperte scientifiche e ben documentate, s’incominciano a filosofare e creare una propria visione, che oltrepassa la competenza scientifica del autore. E proprio qui, sono insistite le principale cause e le difficoltà di dialogo con giudice ecclesiastico. Se il perito accanto alla spiegazione scientifica dei soli fatti morbosi, interpretera „a modo suo” lo stato delle persone. Se il giudice ecclesiastico accetasse acriticamente tali impostazioni del perito, le conclusioni del giudice saranno false. La valutazione di ogni tenzione sara diversa, e le teorie della rinuncia e del sacrificio sono per questi periti estranee. Soltanto l’incapacita a prendere una decisione constituisce pertanto la base per riconoscere la nullita del matrimonio, ma incapacita secondo i criterii antropologici cattolici quali rispettano la natura del l’uomo, nella luce della Rivelazione. Allora il pericolo non e nella vera scienza, ma nella integrazione della scienza „a modo suo”.
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Manfrelotti, Raffaele. "Il governo europeo della moneta e le sfide del costituzionalismo contemporaneo." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (February 2022): 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001006.

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Abstract:
L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione a-politica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabili-tà economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Balestra, Anna, and Raul Caruso. "Le società benefit in Italia. Tra bene comune e identità." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (February 2022): 117–39. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001007.

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Abstract:
L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione apolitica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabilità economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Viana, Antonio. "Geraldina BONI, Sopra una rinuncia. La decisione di papa Benedetto XVI e il diritto, Bononia University Press, Bologna 2015, 196 pp., ISBN 978-88-6923-069-1." Ius Canonicum 56, no. 112 (January 10, 2019): 826–28. http://dx.doi.org/10.15581/016.56.8033.

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Di Pietro, Maria Luisa, and Maria Loredana Furiosi. "Quale rispetto per la dignità della donna? Alcune osservazioni in margine alla IV Conferenza mondiale sulla donna." Medicina e Morale 45, no. 1 (February 28, 1996): 15–42. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.917.

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Abstract:
Chiusi i battenti sulla IV Conferenza mondiale sulla donna, è giunto il momento delle valutazioni e dei progetti per il futuro. Una scena, quella della IV Conferenza mondiale sulla donna, divisa tra due diverse visioni della donna e di rispetto della sua dignità: la prima, che riconduce la donna ad una serie di ruoli sociali da conquistare con il rischio anche di perdere le caratteristiche dello specifico femminile; la seconda, che considera la donna e l’uomo persone umane di uguale dignità e co-protagonisti nell’importante compito di migliorare l’umanità: nell’affermare la parità la donna non perde, però, né rinuncia alla sua femminilità, al suo “genio”. La diversità dell’orizzonte antropologico ha informato tutta la discussione preliminare alla stesura della Dichiarazione finale: è quanto emerge da questo articolo, che analizza alcuni dei passaggi più dibattuti del Draft Platform fo Action. La debolezza, fin’anche la negazione, dell’affermazione dell’ugiaglianza in dignità e parità di diritti tra uomo e donna; la mancanza di una chiara definizione di famiglia; l’ambiguità nell’uso dei termini riguardanti la sessualità, la fertilità e la c.d. “salute riproduttiva e sessuale”; la propaganda di una pianificazione familiare da attuare con il ricorso alla alla contraccezione, sterilizzazione e aborto; l’identificazione dei programmi di prevenzione dell’infezione da HIV con l’uso dei profilattici; la mancanza di una presa di posizione contro l’aborto e di un chiaro impegno a favore della maternità; un’educazione sessuale ridotta alla sola informazione sneza alcun riferimento alla globalità e alla complessità della persona; questi e altri i punti di disaccordo, che sono stati superati solo in minima parte della Dichiarazione finale. Una conclusione, quella della IV Conferenza mondiale sulla donna, che ha deluso le aspettative, che tradito la fiducia di quanti speravano in una chiara e forte affermazione del rispetto della dignità e dei diritti della donna; un futuro, forse, ancora più deludente, se gli Stati prenderanno serie iniziative a favore delle donne, soprattutto quelle in situazione di disagio.
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Nicoletto, Meris. "Bambini infelici e famiglie infrante nel cinema di regime." Quaderni d'italianistica 34, no. 2 (March 25, 2014): 29–46. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i2.21033.

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Abstract:
Il saggio focalizza la sua attenzione sul tema dell’adulterio femminile, considerato argomento tabù dalla censura e dalla propaganda fascista, e sulle ripercussioni che esso provoca sui figli. Piccola mia di Eugenio De Liguoro e Il canale degli angeli di Francesco Pasinetti, pellicole uscite a metà anni Trenta, bypassano la tematica incandescente del tradimento extraconiugale con il ravvedimento finale delle protagoniste che tornano al loro ruolo di matres familiae. In particolare il film di Pasinetti anticipa di quasi dieci anni la storia raccontata da I bambini ci guardano di Vittorio De Sica: Bruno, il bimbo protagonista, vive con partecipazione sofferta la nascita di un affetto tra la propria madre e un marinaio. La possibile perdita della figura materna viene somatizzata dal bambino in gesti e azioni fatte di silenzi, di avvicinamenti al padre, di furtivi sguardi verso i due amanti. Il tutto poi si scioglie nel finale quando il marinaio decide di partire e la madre di rimanere con il figlio e il marito. Ne I bambini ci guardano, Pricò non è più in grado di salvare il matrimonio dei genitori perché la famiglia non è più una cellula salda e integra, come il regista dimostra superando ipocrisie ideologiche e radiografando pulsioni sociali ed esistenziali nuove. Lo sguardo del bimbo è lo stesso di Bruno, ma con una messa a fuoco più nitida di quanto accade attorno a lui. A nulla valgono i suoi tentativi di nascondere al padre i continui tradimenti della madre, che alla fine rinuncia al figlio in nome della felicità personale. E nulla può il bimbo per richiamare il padre ai suoi doveri di pater familias. In seguito al trauma dell’abbandono della madre e del suicidio del padre Pricò diventa adulto e sceglie di rimanere in collegio, pur avendo di fronte a sé una madre disponibile a prendersi ancora cura di lui. Il suo dolore è troppo forte per perdonare la donna che lo ha tradito nei suoi affetti più profondi.
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Gozzetti, Giovanni. "Dalla superficie alla profonditŕ. Un equivoco epistemologico circa fenomenologia e psicoanalisi." GRUPPI, no. 3 (May 2010): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003002.

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Abstract:
Superficie e profonditŕ indicano una dimensionalitŕ dal fuori al dentro, che richiama la topica di Freud e ha rapporti con alcune immagini derivate dalla fenomenologia di Husserl, che riguardano una concezione stratificata della psiche. I manuali diagnostici come i DSM esigono obbedienza e concedono come premio l'esattezza diagnostica, nei limiti della loro criteriologia. Essi provengono dalle concezioni di un empirista logico, Carl Hempel, e si basano sulla rinuncia alla validitŕ per accontentarsi del piů modesto criterio della affidabilitŕ tra osservatori. Se solo, perň, consultassimo un buon dizionario per esaminare i nostri termini, che, crediamo, in buona fede, neutri, ci accorgeremmo che corriamo il rischio di seppellire il nostro paziente in un nulla di parole artificiose, dal momento che il conoscere, nel nostro campo, non č solo sapere, ma ha la vibrazione del sentire. Siamo cioč costretti, in fondo, ad eleggere la soggettivitŕ a conoscenza, cercando di dare ad essa una consistenza. Karl Jaspers č partito da questo per forgiare il metodo psicopatologico della fenomenologia comprensiva, che ha per base uno strumento, la comprensione, Verstehen, vale a dire la capacitŕ dell'osservatore di mettersi al posto del paziente, grazie alle autodescrizioni, e, per empatia, cogliere i suoi vissuti, rivivendoli. Accanto a questa fenomenologia soggettiva, c'č quella oggettiva, che vuole accedere direttamente ai fenomeni psicopatologici. L'indagine fenomenologica obiettiva ha per momento iniziale la "riduzione", da intendersi come il metodo per il quale metto momentaneamente tra parentesi ogni teoria data, in modo da cercare di raggiungere una descrizione "pura" dei fenomeni. Metto tra parentesi e conservo: il metodo fenomenologico non č qui inteso come un rifiutare il sapere psichiatrico e psicoanalitico, ma come un esercizio, che permette di avvicinarsi a quella conoscenza implicita che non nega la conoscenza abituale. Si cerca quello che giŕ si sa, senza averne conoscenza esplicita e questo sapere implicito lo scopriamo in modo semplice e rigoroso, con uno sguardo attento alla descrizione di superficie. «Nel lavoro scientifico, dice Freud, č piů promettente affrontare il materiale che ci sta di fronte, per la cui indagine si apre uno spiraglio. Se lo si fa con scrupolo, senza ipotesi o aspettative preconcette, e se si ha fortuna, anche da un lavoro cosě privo di pretese puň scaturire l'appiglio allo studio dei grandi problemi, grazie al nesso che lega tutto con tutto, anche il piccolo col grande». Questo potrŕ forse dispiacere a chi ama le scorribande avventurose nello psichismo arcaico, ma forse la superficie puň dare piů interrogativi e celare piů misteri di quanto una teoretica dei primi palpiti di vita possa immaginare e permette comunque di stare col paziente nello stesso luogo in una prossimitŕ di incontro.
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Becker, Joachim. "G. Barbie ro, L'asino del nemico. Rinuncia alla vendetta e amore del nemico nella legislazione dell'Antico Testamento (Es 23,4-5; Dt 22, 1-4; Lv 19,17-18) (AnBib 128), Rom (Editrice Pontificio lstituto Biblico) 1991, XI u. 418 S., kart., Lit. 40000." Biblische Zeitschrift 38, no. 1 (September 22, 1994): 122–23. http://dx.doi.org/10.1163/25890468-03801021.

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Cerruti, Marco. "Terapie fetali: questioni etiche / Fetal therapies: ethical issues." Medicina e Morale 65, no. 4 (October 6, 2016): 403–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.441.

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Abstract:
Le diagnosi prenatali sono in grado oggi di individuare numerose patologie che, se curate durante la gravidanza, comportano la guarigione o minori danni per il feto. Queste terapie richiedono però, prima della loro esecuzione, una valutazione etica. La prima parte presenta le varie fasi in cui è possibile intervenire (durante la gravidanza o dopo il parto). Ci sono anche patologie per le quali non esistono cure e che possono portare all’aborto eugenetico, contrario alla dignità dell’essere umano ed emblematico della cultura dello scarto. In questo percorso è fondamentale il counselling. La parte successiva analizza le possibilità terapeutiche. Innanzitutto è opportuno attuare con la coppia una terapia educazionale per comprendere il problema nel suo complesso e consentire una scelta consapevole. Quindi vengono presentate le tecniche d’intervento (medica, trasfusionale, chirurgica, genica). Per le situazioni più drammatiche si indica l’importanza di una terapia dell’accoglienza, anche attraverso le cure palliative e l’esperienza degli hospice perinatali. La terza parte focalizza i criteri di accesso alle terapie fetali in una prospettiva etica. Anzitutto la considerazione del feto come paziente, da trattare con un approccio individualizzato e proporzionato. Si considera inoltre la necessità di un consenso pienamente informato dei genitori, anche per gli interventi di natura sperimentale, e la valutazione delle ulteriori conseguenze della terapia fetale a medio e lungo termine. Quindi viene motivato il rifiuto dell’accanimento terapeutico che può comportare la rinuncia all’ intervento. Una riflessione finale riguarda l’elevato costo dell’intero processo in un’ottica di equità e sostenibilità delle cure. In conclusione, la considerazione del feto come soggetto di cui ci si prende cura e un approccio adeguato al processo diagnosi-prognosi-terapia, consentono di qualificare gli interventi di terapia fetale eticamente corretti per il bene del bambino.----------Through prenatal diagnosis it is nowadays possible to identify several pathologies which, if treated during pregnancy, can result in complete healing or in lesser damages to the fetus. These therapies, however, require an ethical assessment prior to their execution. Part one introduces the various stages in which a clinical intervention is possible (during pregnancy or after delivery). There are a number of pathologies for which no therapy is available and which may lead to eugenic abortion. This is against the dignity of the human being and it is emblematic of a “culture of waste”. In such circumstance, counselling is fundamental. The following section analyzes therapeutic opportunities. First of all, it is appropriate to involve the couple in an “educational therapy” in order to have them understand the problem as a whole and foster an informed choice. Subsequently, intervention techniques are presented (treatment, transfusion, surgery, genetics). For particularly unfortunate situations, the importance of a “welcome therapy”, of the perinatal hospice and palliative care is highlighted. The subsequent section focuses on access criteria to fetal therapies from an ethical perspective. First, the fetus is regarded as a patient to be treated with a personalized and proportionate approach. In addition, the need of an informed consent by parents is highlighted, also for experimental operations, and this leads to the assessment of further consequences that fetal therapy may have in the short-medium term. Also, the refusal of therapeutic persistence is analyzed, which may lead to renouncing treatment. A last consideration concerns the high cost of the whole procedure in terms of equity and sustainability of therapies. Finally, by regarding the fetus as a subject to take care of and fostering an adequate approach to the diagnosis-prognosis- therapy process, fetal therapies may be defined as ethically correct for the welfare well being of the child.
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Boccara, Paolo. "Ululare con i lupi.. mai più!" INTERAZIONI, no. 2 (November 2020): 119–22. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-002009.

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Abstract:
Le vicende di una ragazza diciannovenne della comunità ebrea ultra-ortodossa americana, sono l'occasione per riflettere su quella paura che porta una persona ad adeguarsi al gruppo di cui fa parte, per occupare una posizione "conformistica" che lo induce a rinunciare allo svilup-po delle sue idee.
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Gianni, Macchioni. "La fila. Considerazioni su droghe, proibizionismo e repressione." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 40–45. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006004.

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Abstract:
I giudici sono un ingranaggio del sistema di leggi e apparati che ha il compito di contrastare il commercio e l'uso di ciň che normalmente si intende per droga. Il loro dovere č quello di applicare le leggi, anche quelle non condivise. Ma ciň non significa che si debba rinunciare a interrogarsi sulla loro razionalitŕ e utilitŕ sociale.
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Gentile, Antonella. "Il concetto di processo analitico e il lavoro di trasformazione di J. Canestri: note a margine." PSICOANALISI, no. 1 (August 2021): 57–60. http://dx.doi.org/10.3280/psi2021-001003.

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Abstract:
Nelle brevi note inerenti il lavoro di J. Canestri Il concetto di processo analitico e il lavoro di trasformazione ci si sofferma sulla complessa compagine teorica che caratterizza il modo in cui l'autore pensa la teoria psicoanalitica. Attingere a campi del sapere, che spaziano dalla fisi-ca alla matematica, dall'epistemologia alla filosofia, costituisce la premessa indispensabile e necessaria a creare punti di intersezione tra ciò di cui parla la scienza e l'esperienza analitica senza rinunciare a uno "specifico" psicoanalitico.
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Lancini, Matteo. "Sostenere gli adolescenti oltre la pandemia." TERAPIA FAMILIARE, no. 129 (October 2022): 71–88. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-129005.

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Abstract:
Gli adolescenti odierni smentiscono gli stereotipi, non sono onnipotenti, non sono più trasgressivi e sono sempre meno interessati al sesso. Non si arrabbia- no se le prospettive sono fosche e se una pandemia li costringe a rinunciare a esperienze importanti. La pandemia non può certo ridursi alla ricerca della normalità di prima, ma deve essere trasformata in un'occasione di crescita della consapevolezza adulta e di sviluppo delle competenze necessarie a sostenere la realizzazione di sé degli adolescenti.
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Roić, Sanja. "LA GINESTRA DI GIACOMO LEOPARDI A CETTIGNE VLADAN DESNICA MEDIATORE DI CULTURA ITALIANA IN MONTENEGRO." Folia linguistica et litteraria XI, no. 30 (2020): 15–33. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.1.

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Abstract:
Nonostante le difficili condizioni materiali in cui si è trovato nel 1954, lo scrittore Vladan Desnica non aveva rinunciato alla propria dignità intellettuale. Alla rinomata rivista culturale Stvaranje di Cettigne lo scrittore ha inviato da Zagabria la propria traduzione de “La Ginestra o il fiore del deserto”, canto tra i più complessi della raccolta poetica di Giacomo Leopardi. Nel momento storico della crisi dei rapporti italo-jugoslavi la rivista Stvaranje ha realizzato un’importante mediazione culturale pubblicando la traduzione del classico italiano, confermando allo stesso tempo lo scrittore Vladan Desnica come eccellente conoscitore della cultura italiana e intellettuale critico.
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Colombo, Alessandro. "MINORANZE E SICUREZZA NAZIONALE IN MEDIO ORIENTE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 1 (April 1993): 39–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022048.

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Abstract:
IntroduzioneL'invasione del Kuwait e la guerra civile seguita alla sconfitta dell'Iraq hanno inferto un duro colpo alle semplificazioni più comuni della situazione mediorientale; quella, caratteristica delle fasi acute di tensione bipolare, che collocava le cause del conflitto fuori della regione, nella competizione Est/Ovest; quella, non meno parziale, centrata sul conflitto arabo-israeliano, che riportava all'interno del Medio Oriente le radici dell'instabilità ma non rinunciava a ricondurle tutte ad una sola; quella più recente, infine, del «nuovo ordine internazionale», che proprio dal «discorso» bipolare deduceva che, una volta venuto meno il conflitto tra le superpotenze, anche i conflitti regionali si sarebbero avviati a soluzione.
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Berta, Giuseppe. "Contributo a una discussione sui rapporti Fiat-Chrysler." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 260 (February 2011): 471–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260006.

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Abstract:
Le relazioni tra Fiat e Chrysler hanno una lunga storia, che risale all'ultimo dopoguerra, quando la casa americana si fece carico di assistere i torinesi nell'ambito del piano Marshall. Cinquant'anni dopo, fattasi gravissima la crisi della Chrysler negli anni novanta, la Fiat pensň a un'acquisizione ma lasciň subito il posto alla tedesca Daimler, ben piů dotata di risorse tecniche e finanziarie. Piů tardi, dopo la rinunzia della Daimler a sostenere la Chrysler, questa ri- mase nelle mani di un fondo finanziario, che cercň un socio industriale per rilanciare la produzione. La fusione con la Fiat, che assunse le responsabilitŕ gestionali, forně all'amministrazione Usa una soluzione accettabile per evitare un fallimento disastroso. Dopo la conclusione dei primi accordi, la dinamica produttiva č perň tale che la Fiat, ridotta di dimensioni per lo scorporo da Fiat Automobiles Group del settore dei veicoli industriali (Fiat Industrial), e debole sul mercato dell'auto, appare destinata a non avere il ruolo di guida nella nuova impresa, e a perdere la sua importante posizione nel sistema industriale italiano.
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Zanin, Enrica. "Liebt Dante Gemma?" Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no. 1 (September 23, 2020): 101–16. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0009.

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Abstract:
RiassuntoDante ama o non ama sua moglie, Gemma Donati? La domanda può apparire puerile ed ingenua, ma ogni lettore della Commedia o della Vita nuova un giorno se l’è posta. Se abbiamo rinunciato a rispondere è perché sappiamo che in assenza di documenti o di prove è impossibile trovare una risposta. Ma non pensano così Witte ed i filologi di fine Ottocento, che tra il 1876 ed il 1883 scrivono un numero importante di articoli, scambiano lettere e cercano prove per conoscere i ›veri‹ sentimenti di Dante. Il fondo Witte ci permette di ricostruire questa querelle che, se non riesce a svelare i segreti di cuore di Dante, rivela i motivi ed i metodi usati dai primi filologi danteschi, e descrive la storia e l’importanza del biografismo nello studio dell’opera di Dante.
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Misia, Martina Elisabetta. "Dai generi ai modi: premesse per una teoria dell'ibridazione." ENTHYMEMA, no. 31 (February 1, 2023): 262–86. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/15382.

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Abstract:
L’articolo offre un contributo al dibattito sull’ibridazione, cercando di superare gli schematismi riguardanti tale concetto. Le premesse per un discorso teorico vengono individuate nell’estetica del conflitto di Friedrich Nietzsche, che scorge nell’opera d’arte il luogo di una lotta tra forze opposte e pone così le basi per una distinzione tra ibridazioni sterili e ibridazioni feconde. Le riflessioni del filosofo tedesco consentono l’elaborazione di una riflessione sull’ibridazione capace di rinunciare all’esaltazione unilaterale delle mescolanze come fenomeno della modernità e di superare le teorie che prediligono i generi in favore di quelle che prediligono i modi di essere e gli stili di pensiero, che meglio permettono di descrivere lo statuto ontologico di oggetti semantici come esseri umani e opere d’arte. L’analisi dei Figli della mezzanotte fornirà un’esemplificazione di tale prospettiva.
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Abdo, Samah Mohammed Ibrahim. "PROBLEMATICHE DI TRADUZIONE LETTERARIA DALL’ITALIANO IN ARABO IN UN MODELLO DIDATTICO APPLICATO." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 54–73. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17129.

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Abstract:
Il presente articolo ha come oggetto di studio l’analisi delle problematiche di natura semantica-lessicale nella traduzione letteraria compiuta da 7 gruppi di studenti egiziani e arabofoni al quarto anno del corso di Lingua e letteratura italiana, a. a. 2019/2020, presso l’ateneo di Ain Shams, al Cairo. Si sono analizzate le traduzioni, intere o in parte, di: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino di G. Rodari, Racconti sardi di G. Deledda, Fiabe Italiane di I. Calvino, I racconti di I. Svevo, Novelle per un anno di L. Pirandello, Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti di W. Venturi. L’articolo si focalizza sull’analisi delle difficoltà di traduzione delle espressioni idiomatiche, delle polisemie, dei giochi di parole, degli antroponimi e delle onomatopee. Oltre alle lacune che alcuni dizionari monolingue presentano, la maggior parte dei dizionari bilingui italiano-arabo non raccolgono le espressioni idiomatiche. Traducendo le parole/espressioni polisemiche, lo studente deve cercare spunti nel contesto per scegliere il significato adatto. Non basta consultare il dizionario. Optare per una traduzione inappropriata di un termine polisemico, potrebbe essere dovuto ad un equivoco tra la lingua madre e l’italiano come LS. Con i giochi di parole gli studenti riescono a trovare delle soluzioni facendo riferimento ad un pubblico infantile e adeguate alla cultura d’arrivo. A volte si riesce a riprodurre identico il gioco, a volte viene sostituito con un altro; sono delle «supertraduzioni» per cui il traduttore si sovrappone all’autore adattando lo stile e i valori del testo originale alla lingua di arrivo. Con le parole inventate è necessario creare un neologismo soprattutto quando si tratta di un lemma culturalmente marcato che non ha un corrispondente nella lingua d’arrivo. Tuttavia non mancano gli esempi in cui la rinuncia al gioco di parole nella traduzione risulta una scelta obbligata. In Le avventure di Cipollino gli studenti dovevano mantenere le connotazioni dei nomi. Le strategie adottate nella traduzione degli antroponimi hanno l’obiettivo di facilitare, in qualche misura, la lettura del testo tradotto nella cultura di destinazione. In Il grande Belzoni gli studenti affrontano in modo particolare la problematica della traduzione delle onomatopee. Due sono le strategie: optare per le onomatopee derivate equivalenti o ricalcare le onomatopee di origine inglese. Con questo corso, molto vicino ad un laboratorio di traduzione, gli studenti si lanciano in territori mai esplorati e sperimentano strategie nuove per un pubblico giovanile e ricettivo e sviluppano un certo gusto per l’etimologia e la ricerca di somiglianze e differenze lessicali e strutturali tra italiano LS e l’arabo L1. Problems of literary translation from Italian into Arabic in an applied didactic model This article analyzes the semantic-lexical problems in t literary translation by 7 groups of Egyptian and Arabic-speaking students in the fourth year in Italian Language and Literature course, a. a. 2019/2020, at Ain Shams University, in Cairo. The analysis regarded the translation, whole or in part, of: Favole al telefono e Le avventure di Cipollino (G. Rodari), Racconti sardi (G. Deledda), Fiabe Italiane (I. Calvino), I racconti (I. Svevo), Novelle per un anno (L. Pirandello), Il grande Belzoni, Romanzo a fumetti (W. Venturi). The article focuses on the analysis of the translation difficulties regarding idiomatic expressions, polysemy, puns, anthroponym and onomatopoeia. Most bilingual Italian-Arabic dictionaries do not collect idiomatic expressions. When translating polysemic words/expressions, the student must look for clues in the context to choose the appropriate meaning. Consulting the dictionary is not enough. Choosing an inappropriate translation of a polysemic term could be due to misunderstanding between the native language and Italian SL. With puns, students were able to formulate assumptions assimilated by the childish public and adapted to the arrival culture. Sometimes it was possible to reproduce the puns identically, sometimes they were replaced with another Arabic pun. These are “supertranslations”; the translator overlaps the author by adapting the style and values of the original text to the arrival language. With invented words, it was necessary to create a neologism, especially when it came from a lemma of cultural background that did not have a correspondent in the arrival language. However, there was no shortage of examples where it was mandatory to renounce the pun in translation. In Le avventure di Cipollino, the students had to keep the connotations of the names. The strategies adopted in the translation of anthroponym aimed to facilitate the reading of the translated text in the target culture. In Il grande Belzoni, the students faced the problem of the translation of onomatopoeia. There were two strategies: opting for the equivalent derived onomatopoeia or reusing the onomatopoeia of English origin. This course, almost a translation lab, students launched themselves into territories never explored and experimented with new strategies that affect young and receptive readers, and they developed a certain inclination for etymology and the search for lexical and structural similarities and differences between Italian SL and Arabic L1.
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