Academic literature on the topic 'Rimborso'

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Journal articles on the topic "Rimborso"

1

Lopez de Gonzalo, Marco. "Navigare nell'emergenza: crociere e COVID-19." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 30 (September 2020): 424–34. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030024.

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Abstract:
Il settore delle crociere è stato duramente colpito dall'epidemia COVID-19. Le conseguenze di tale epidemia devono essere valutate in base alla direttiva (UE) 2015/2302 ed alla legislazione nazionale di emergenza. L'operatore di crociere può essere responsabile nei confronti dei passeggeri che siano stati contagiati a bordo; la responsabilità può essere evitata con la dimostrazione di avere adottato tutte le ragionevoli cautele. Il programma della crociera può essere sostanzialmente modificato; l'operatore di crociere deve predisporre alternative, ma ciò può risultare difficile in pratica. Le crociere possono essere cancellate, dall'operatore o dal passeggero; dovrebbe essere fornito un rimborso integrale ed è dibattuto se tale rimborso possa essere sostituito da un voucher.
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2

Loschiavo, Carmelo. "L'approvazione e il rimborso delle nuove procedure di aferesi terapeutica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S65—S67. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1095.

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Abstract:
L'aferesi terapeutica, riconosciuta come terapia essenziale in molte procedure terapeutiche e presente nelle Linee Guida di diverse Società Scientifiche, in Italia non ha una normativa adeguata alle esigenze moderne, al contrario di quanto avviene in molti paesi occidentali. La lacuna del Sistema Sanitario Nazionale è stata colmata parzialmente e in modo difforme in alcune Regionali, mediante l'emanazione di propri LEA limitati al territorio della singola Regione. Ciò ha creato una netta disu guaglianza di trattamento per i pazienti, a seconda della loro residenza, e, per superare ciò, le Società di Nefrologia e di Emaferesi hanno proposto congiuntamente uno standard di identificazione e tariffazione delle pratiche di aferesi terapeutica che livelli il rimborso e la fattibilità di tale prestazione su tutto il territorio nazionale.
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3

Ruggieri, Giancarlo. "Diffusione della dialisi peritoneale in Italia e nel mondo, suoi limiti e loro cause." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 13, 2014): S13—S14. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.956.

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Abstract:
L'utilizzo della dialisi peritoneale nel mondo rappresenta tuttora mediamente il 10–13% della terapia dialitica. Il rapporto fra reddito pro capite e uso della DP non dimostra una correlazione significativa, esistente se la dialisi peritoneale è normalizzata sul reddito pro capite, almeno relativamente al periodo qui considerato, 1997–2008 (2). Sembra evidente il peso del rimborso nella scelta dialitica, mentre sulla DP pesa tuttora negativamente la patologia peritoneale dovuta alla limitata biocompatibilità delle soluzioni dialitiche.
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4

Ruggieri, Giancarlo. "Un'analisi dello status della dialisi peritoneale e di alcuni suoi aspetti economici e medici." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (September 23, 2013): 181–90. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1034.

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Abstract:
Oltre dieci anni fa venne osservata e analizzata la marginalità in Italia della dialisi peritoneale (DP). Questo lavoro rivisita questo problema della DP in Italia e nel mondo, valutandone le possibili cause su basi economiche e medi-che. Sono state studiate le possibili relazioni esistenti fra prodotto interno loro pro-capite (PIL/pC) e DP %, utilizzando i dati di prevalenza della DP 2007–2008 di 106 Paesi e associando a tali dati quelli dei corrispondenti PIL/pC della World Bank. Non è risultata nessuna correlazione diretta fra PIL/pC e DP %, ma è risultata un'evidente tendenza dei Paesi con reddito maggiore a ricorrere meno alla DP rispetto ai Paesi con reddito minore. Ciò è stato definito più chiaramente rapportando il PIL/pC con la DP % normalizzata sul reddito (DPn): questo approccio ha dimostrato un'evidente e significativa differenza fra Paesi con maggiore e minore PIL/pC, questi ultimi avendo una quota di DPn assai più elevata rispetto ai primi (fra cui l'Italia), in cui la scelta dialitica è apparsa chiaramente basata su altri fattori che non il PIL/pC, assai presumibilmente su un miglior rapporto rimborso/costo e su un minore affidamento verso la DP. Per quest'ultimo aspetto sono stati presi in considerazione dei problemi persistenti nell'esercizio della DP, il drop out per peritonite, che, anche se molto ridotto, merita ancora una valutazione in tutte le statistiche, e la perdita di efficacia peritoneale, dovuta ai perduranti danni legati alle soluzioni di dialisi, ridotti ma non ancora aboliti: si deve ritenere che rimborsi inadeguati e problemi clinici pesino negativamente sul trend della diffusione della DP.
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5

Coppola, V., L. Memoli, L. Brunese, M. Alfinito, M. Coppola, and G. Vallone. "Analisi economica del costo dell'indagine RM effettuata con tomografi di diversa intensità." Rivista di Neuroradiologia 11, no. 1 (February 1998): 79–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100110.

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Abstract:
Indipendentemente dalle prestazioni, sono stati valutati e confrontati i costi di gestione e di ammortamento di due apparecchiature per risonanza magnetica da 1 e 0,5 Tesla e si è ricavato il costo-medio per esame. Le condizioni lavorative sono state rappresentate in maniera ideale e i tempi tecnici standardizzati. Le nuove modalità di rimborso a prestazione, basata sulla verifica dei DRG deve obbligare a una preventiva valutazione strategica delle risorse da impiegare e dei costi da sopportare ai fini del raggiungimento del break even point. La modalità procedurale seguita deve rientrare nella pianificazione strategica delle risorse che tutte le amministrazioni devono effettuare preliminarmente alla indizione di una gara d'appalto.
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Posteraro, Nicola. "Curarsi in Europa è possibile? Come e se il decreto sull’assistenza transfrontaliera n. 38/2014 condizioni e ostacoli l’esercizio del diritto alla salute / Is it possible to care themselves in Europe? How and if the decree on cross-border healthcare no. 38/2014 affects and hinders the right to health." Medicina e Morale 66, no. 2 (May 5, 2017): 209–29. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.488.

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Abstract:
Questo lavoro analizza il decreto legislativo del 4 marzo 2014, n. 38 sulle cure transfrontaliere. Le norme del decreto sembrano garantire il diritto alla salute, perché stabiliscono che non esiste l’obbligo di ottenere una autorizzazione da parte dell’amministrazione, prima di poter espatriare al fine di ottenere le cure all’estero. Esse, però, al contempo, svantaggiano i meno abbienti, perché approntano un sistema di assistenza indiretta e precisano che gli amministrati possono ottenere il rimborso delle spese sostenute solo nei limiti dei costi che la prestazione avrebbe avuto se fosse stata eseguita nel territorio di provenienza. Inoltre, quando introducono la eccezionale necessità di una previa autorizzazione, attribuiscono alla p.A. un potere fortemente discrezionale. Infine, non chiariscono alcuni aspetti relativi ai procedimenti amministrativi da attivare per ottenere il rimborso e non regolano in modo adeguato i rapporti con il regolamento CE n. 883/2004. Esiste davvero un diritto alle cure oltre lo Stato? ---------- This work analyzes the Italian Legislative Decree of 4 March 2014, n. 38, about the cross-border healthcare. The provisions seem to guarantee the right to health, because they state that the patients have not to obtain an authorization from the administration, before being able to get treatment abroad. At the same time, they disadvantage the poor, because they establish a system of indirect assistance and they specify that individuals may obtain only the reimbursement of the costs that the service would have incurred if it had been performed in the territory of origin. In addition, when introducing the exceptional need for prior authorization, they confer to the public Administration a highly discretionary power. Finally, they aren’t clear when they regulate the aspects of the administrative procedures. Is there really a right to health care over the state?
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Scotti, G., C. Righi, A. Mele, S. Mazzitelli, and A. Longo. "La Neuroradiologia Terapeutica: Valutazione del rapporto costi-benefici." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 5 (October 1994): 735–44. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700503.

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Abstract:
In vista del possibile cambiamento del sistema di pagamento delle prestazioni sanitarie, con il passaggio dalla attuale forma di contabilizzazione delle giornate di degenza a quella di rimborso per caso trattato (in analogia con i DRG americani), diventa fondamentale conoscere con precisione i costi reali delle singole procedure e dei singoli trattamenti. Questo articolo analizza esclusivamente i costi di alcune delle più comuni procedure di Neuroradiologia Terapeutica Endovascolare, attraverso una valutazione analitica dei prezzi dei materiali di consumo, dei costi del personale coinvolto e delle attrezzature. Viene analizzato il costo delle seguenti procedure: angiografia diagnostica, primo tempo indispensabile per qualunque procedura di terapia endovascolare; angioplastica della succlavia; trattamento endovascolare degli aneurismi intracranici con spirali staccabili (GDC); trattamento endovascolare delle malformazioni arterovenose cerebrali. Di particolare interesse nei risultati è il riscontro che i costi fissi, vale a dire ammortamento e manutenzione delle attrezzature, incidono per una percentuale variabile che oscilla fra il 6,4% per il trattamento degli aneurismi con spirali staccabili (GDC) e il 45,7% per l'angiografia diagnostica. Ciò per l'alto costo dei materiali di consumo, in particolare le spirali, nel trattamento degli aneurismi. Il costo del personale oscilla frail 6 e il 15%. Il costo di una angiografia diagnostica, intorno ad un milione e settecentomila lire, è superiore alle attuali cifre di rimborso del nomenclatore tariffario. Il costo per un trattamento di angioplastica della succlavia e intorno ai 3 milioni mentre quello di un aneurisma intracranico di piccole dimensioni, che richieda l'impiego di una sola spirale, è intorno ai 7 milioni. Verranno in un prossimo articolo presi in considerazione i costi degli interventi chirurgici per patologie equivalenti e verrà quindi effettuata una valutazione comparativa, includendo la durata e il costo del periodo di degenza.
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Virga, Giovambattista. "Obiettivo: aumentare l'utilizzo della dialisi peritoneale in Italia." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 18, 2014): S19—S20. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.959.

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Abstract:
La dialisi peritoneale (DP) è una tecnica dialitica di costo minore rispetto all'emodialisi, ma ancora poco utilizzata in Italia (10% circa dei dializzati). Per incrementare la sua prevalenza in Italia, andrebbero aumentate l'incidenza e la “retention”. L'incidenza potrebbe migliorare inserendo la DP come materia nelle Scuole di Specializzazione in Nefrologia per modificare l'atteggiamento culturale, prevedendo una modalità di rimborso per le famiglie dei pazienti, inserendo in tutte le Unità di Dialisi un programma di DP, aiutando i pazienti nella scelta della DP con strumenti idonei allo scopo e prevedendo la possibilità di addestramento per alcuni nefrologi e/o chirurghi al posizionamento del catetere peritoneale. La “retention” può essere migliorata con l'addestramento al posizionamento del catetere peritoneale e creando un programma di aggiornamento continuo, anche on-line, per i Nefrologi che si dedicano alla DP.
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Carbonari, L., F. Galli, and L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Abstract:
Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Di Virgilio, Aldo. "Fra elezioni regionali e elezioni politiche: l'interludio amministrativo e referendario del 2000." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 45, no. 2 (September 30, 2001): 135–47. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12792.

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Abstract:
Assieme alle elezioni regionali – l’evento elettorale più importante dell’anno sul quale si rimanda al precedente numero dei Quaderni - il 16 aprile 2000 si sono svolte 6 elezioni provinciali e 490 elezioni comunali (79 in comuni con oltre 15.000 abitanti, fra i quali 10 capoluoghi di provincia; 471 in comuni minori). In cinque delle sei province e in 53 dei 79 comuni con oltre 15.000 abitanti (fra i quali 9 comuni capoluogo di provincia) si è tornati alle urne due settimane più tardi per eleggere al ballottaggio presidenti di provincia e sindaci. Il 21 maggio l’intero corpo elettorale è stato invece convocato per rispondere con un “Sì” o con un “No” a sette quesiti abrogativi relativi a temi di carattere elettorale (rimborso spese elettorali; sistema elettorale per la Camera; sistema elettorale per il Consiglio Superiore della Magistratura), giudiziario (ordinamento giudiziario; incarichi extragiudiziari dei magistrati) e giuslavoristico (disciplina dei licenziamenti; trattenute associative e sindacali tramite gli enti previdenziali). Altre tornate di voto, più circoscritte per numero di unità amministrative e ambito territoriale, si sono svolte in maggio e in novembre. Il 7 maggio si è votato nei 68 comuni valdostani, capoluogo compreso; il 14 maggio in 321 comuni trentini ed alto-atesini, tra i quali Bolzano; il 12 novembre in 4 piccoli comuni trentini; il 26 novembre in 19 comuni siciliani, tra i quali Enna.
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Dissertations / Theses on the topic "Rimborso"

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Bartolotta, Eleonora <1981&gt. "Il rimborso delle imposte percepite in violazione del diritto comunitario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2876/1/bartolotta_eleonora_il_rimborso_delle_imposte_percepite_in_violazione_del_diritto_comunitario.pdf.

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Abstract:
La ricerca oggetto della tesi dottorale è condotta allo scopo di verificare gli effetti concreti del procedimento di integrazione tra l’ordinamento comunitario e quello dei singoli Stati nazionali, sulla base del studio del diritto del contribuente alla restituzione delle somme pagate a titolo di imposte anticomunitarie, nel contesto dell’evoluzione interpretativa del diritto al rimborso dell’indebito tributario comunitario operata dalla Corte di Giustizia. Il lavoro si articola in due parti, volte, la prima, ad indagare le ragioni dell’originalità comunitaria del diritto al rimborso; la seconda a verificarne l’effettività, sul presupposto di principio dell’astratta astratta inderogabilità della tutela restitutoria, nella consapevolezza di tutti i rimedi nazionali esperibili al fine della sua applicazione. Il primo capitolo è dedicato alla definizione del contenuto tipico del diritto alla restituzione dell’indebito tributario comunitario. La premessa da cui si muove – sul filo rosso dell’effettività e del primato comunitari - è quella della constatazione del nesso funzionale che lega tra loro la qualificazione della posizione giuridica del singolo in termini di diritto soggettivo ed il processo di istituzionalizzazione dei rapporti tra l’ordinamento comunitario e quello nazionale. Rilevano, in questo senso, l’originalità comunitaria e l’intangibilità del diritto al rimborso dell’indebito (che è strumento di legalità comunitaria, nella misura in cui consente di ripristinare l’ordine violato attraverso il pagamento delle sole imposte dovute). L’analisi si articola, nel secondo capitolo, sulla considerazione della mancanza di un sistema normativo comunitario che disciplini l’applicazione del diritto, con il conseguente rinvio al principio dell’autonomia procedurale e procedimentale degli Stati, nei limiti dell’equivalenza e dell’effettività comunitarie. Lo scopo è quello di individuare tutti i rimedi – sia amministrativi, sia giurisdizionali – esperibili, al fine di verificare la corretta proporzione tra l’effettività comunitaria e il grado di tutela del singolo. Sull’esame degli effetti (negativi e positivi) derivati in capo al contribuente dall’applicazione del diritto è incentrato il terzo capitolo, che tratta del rapporto tra le azioni restitutorie e risarcitorie, come proposto dalla giurisprudenza comunitaria, al fine di garantire massimamente l’effettività della tutela (giurisdizionale e sostanziale) del singolo. Attraverso lo strumento della giurisprudenza comunitaria si rileva il contrasto che tra l’esistenza del diritto originariamente ed originalmente comunitario al rimborso delle imposte indebitamente pagate (che connota autonomamente la figura del contribuente europeo) e l’insufficienza degli strumenti attuativi del diritto al fine di garantire l’effetto utile del diritto comunitario. Con la constatazione di un sistema operativo sostanzialmente difforme da quello ideato dalla giurisprudenza comunitaria e l’intenzione di dimostrare gli effetti dell’influenza dei principi comunitari sul diritto processuale e procedurale nazionale.
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Bartolotta, Eleonora <1981&gt. "Il rimborso delle imposte percepite in violazione del diritto comunitario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2876/.

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Abstract:
La ricerca oggetto della tesi dottorale è condotta allo scopo di verificare gli effetti concreti del procedimento di integrazione tra l’ordinamento comunitario e quello dei singoli Stati nazionali, sulla base del studio del diritto del contribuente alla restituzione delle somme pagate a titolo di imposte anticomunitarie, nel contesto dell’evoluzione interpretativa del diritto al rimborso dell’indebito tributario comunitario operata dalla Corte di Giustizia. Il lavoro si articola in due parti, volte, la prima, ad indagare le ragioni dell’originalità comunitaria del diritto al rimborso; la seconda a verificarne l’effettività, sul presupposto di principio dell’astratta astratta inderogabilità della tutela restitutoria, nella consapevolezza di tutti i rimedi nazionali esperibili al fine della sua applicazione. Il primo capitolo è dedicato alla definizione del contenuto tipico del diritto alla restituzione dell’indebito tributario comunitario. La premessa da cui si muove – sul filo rosso dell’effettività e del primato comunitari - è quella della constatazione del nesso funzionale che lega tra loro la qualificazione della posizione giuridica del singolo in termini di diritto soggettivo ed il processo di istituzionalizzazione dei rapporti tra l’ordinamento comunitario e quello nazionale. Rilevano, in questo senso, l’originalità comunitaria e l’intangibilità del diritto al rimborso dell’indebito (che è strumento di legalità comunitaria, nella misura in cui consente di ripristinare l’ordine violato attraverso il pagamento delle sole imposte dovute). L’analisi si articola, nel secondo capitolo, sulla considerazione della mancanza di un sistema normativo comunitario che disciplini l’applicazione del diritto, con il conseguente rinvio al principio dell’autonomia procedurale e procedimentale degli Stati, nei limiti dell’equivalenza e dell’effettività comunitarie. Lo scopo è quello di individuare tutti i rimedi – sia amministrativi, sia giurisdizionali – esperibili, al fine di verificare la corretta proporzione tra l’effettività comunitaria e il grado di tutela del singolo. Sull’esame degli effetti (negativi e positivi) derivati in capo al contribuente dall’applicazione del diritto è incentrato il terzo capitolo, che tratta del rapporto tra le azioni restitutorie e risarcitorie, come proposto dalla giurisprudenza comunitaria, al fine di garantire massimamente l’effettività della tutela (giurisdizionale e sostanziale) del singolo. Attraverso lo strumento della giurisprudenza comunitaria si rileva il contrasto che tra l’esistenza del diritto originariamente ed originalmente comunitario al rimborso delle imposte indebitamente pagate (che connota autonomamente la figura del contribuente europeo) e l’insufficienza degli strumenti attuativi del diritto al fine di garantire l’effetto utile del diritto comunitario. Con la constatazione di un sistema operativo sostanzialmente difforme da quello ideato dalla giurisprudenza comunitaria e l’intenzione di dimostrare gli effetti dell’influenza dei principi comunitari sul diritto processuale e procedurale nazionale.
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DI, COLA CHIARA. "La rivalsa nell'imposta sul valore aggiunto." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/25572.

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Abstract:
L'analisi condotta si è orientata in una duplice direttrice. Da una prospettiva, si è cercato di delineare i profili teorici – giuridici dell'istituto della rivalsa nel macro sistema dell'Iva, attraverso la ricostruzione giuridico formale dell'imposta. Da altra prospettiva, ed alla luce delle ricostruzioni dogmatiche dell'istituto, sono state osservate le dinamiche applicative della rivalsa. La trattazione ha in parte confutato l'apparente semplicità applicativa dell'istituto, data dal non essere soggetta, né subordinata, alla ricorrenza di particolari condizioni e dall'essere caratterizzata da ipotesi derogatorie direttamente fissate dalla norma, non suscettibili di autonoma valutazione da parte dell'operatore economico. In quest'ottica è stato evidenziato come la dinamica della rivalsa possa attraversare fasi patologiche capaci di incrinare e compromettere la coerenza del sistema impositivo Iva: è il caso, da un lato, delle fattispecie di omesso versamento dell'imposta nei confronti dell'Erario – e dunque nelle ipotesi di pratiche di evasione fiscale – e, da altra prospettiva, delle ipotesi di erronea e/o indebita applicazione dell'Iva a titolo di rivalsa. In riferimento alla prima fattispecie, vi è l'annoso problema della individuazione sia del responsabile d'imposta nel compimento delle operazioni imponibili e sia, per quanto attiene la successiva fase di recupero coattivo dell'imposta evasa, della eventuale ed ipotetica soggezione passiva in capo a colui che subisce la rivalsa. Aspetti, questi, che sono stati esaminati e rispetti ai quali sono state avanzate ipotesi risolutive alla luce dell'inquadramento formale dell'istituto in esame.
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CIOCCA, NICOLETTA. "Autonomia privata ed emissione di obbligazioni nella società per azioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/589.

Full text
Abstract:
The research concerns the limits on contractual freedom in corporate bonds issues pursuant to the recent corporate law reform. First part of the paper studies the procedure of corporate bonds issuing provided the traditional Italian double limit regarding companies allowed to the issuance and the measure of it. The legal choice to maintain a cap to the issuing of bonds is critically reviewed, especially with regard to the case whether this maximum amount may be exceeded thanks to selected institutional investors (under control of the authorities in charge), who undertake the issue and guarantee the punctual and due final cash settlement towards those retail investors who are not sophisticated. This peculiar obligation of institutional investors is compared as well with a similar rule provided for small corporations (i.e. s.r.l., art. 2473, civil code), in order to demonstrate that it is a specific kind of accountability for someone else debt, different from a liability for violation of intermediary duties but even different both from the warranty for debtor’s solvency guaranteed to the transferee by the transferor of a credit (art. 1265, civil code) and from the liability of the transferor of a negotiable bill by endorsement. Institutional investors liability pursuant to art. 2412, 2 par., civil code is due to their choice to give up a restrictive selling policy in favour of a retail offer: this determines who, to whom and to what extent institutional investors may be liable. The paper also points out in what way this case is diverse from the selling restrictions the issuer or the lead manager endow for the offer of bonds. Second part of the essay is involved in the various kind of corporate bonds, even with some comparison with French, German, UK and US law. The aim is to clarify how many different negotiable instruments similar to the bonds may be ruled pursuant to the new art. 2411 civil code and not pursuant to the new rules provided for so called “strumenti finanziari partecipativi” by art. 2346, 2351 civil code. The standard used is the one of “repayable funds under the legal and contractual conditions applicable” used to describe the business of taking repayable funds exceptionally allowed to persons different from credit institutions. This means a different point of view of the usual coincidence between bonds and sum to be repaid as provide for mortgage. Securities similar to bonds and ruled as bonds are identified trough the examination of those kinds expressly described by the law, with special regard to those whose final cash settlement is influenced by corporate losses or profits. Moreover the paper examines the chance to deem as bonds some peculiar securities repayable with reference to an index, or only in a winding up of the company, or with commodities other than money. The category of debentures in this way set forth is finally reconsidered in the prospective of securities and markets regulations, where the aim of the law may differ from corporate law and so lead to rearrange this category.
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Silva, Gilson Tenório da. "Da restitutio in integrum no hodierno direito civil pátrio: da reparabilidade do dano." Universidade Católica de Pernambuco, 2014. http://www.unicap.br/tede//tde_busca/arquivo.php?codArquivo=1051.

Full text
Abstract:
O presente trabalho tem por intenção desenvolver um estudo de empenho da importância da restitutio in intregrum e sua contribuição á estruturação do hodierno Direito civil pátrio, enquanto ramo da ciência jurídica. A matéria apresenta sua relevância quando da necessidade de enfatizar tais contribuições emprestadas ao direito particularmente nos institutos do casamento e da reparação integral do dano no Direito Civil moderno brasileiro. Para tanto, partimos das concepções básicas e distintivas das lições históricas e influenciadoras em institutos como a família, relacionando-os com o conteúdo jurídico e a normatização de nosso ordenamento civil pátrio. Em seguida, buscamos a definição do problema, e fundamentos da responsabilidade civil objeto de estudo. Ao fim, relacionamos todos os temas abordados, buscando aferir, se é possível afirmar que a restitutio in intregrum ofereceu subsídios ao complexo mundo do Direito brasileiro mais propriamente ao instituto do Direito Civi
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BORGNI, DAVIDE. "La definitività dell'accertamento tributario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/29817.

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Abstract:
Muovendo dalla constatazione dell'indeterminatezza propria del rapporto d'imposta, sia sul versante fattuale, sia su quello normativo, la ricerca condotta ha ad oggetto la definitività dell'accertamento, quale forma di attuazione all'interno dell'ordinamento tributario del principio di stabilità dei rapporti giuridici, che si concretizza nell'insieme delle disposizioni che conducono la pretesa fiscale verso l'intangibilità, precludendo l'esercizio dei poteri di intervento in ordine alla determinazione del tributo concessi, tanto all'Amministrazione finanziaria, quanto al contribuente. All'esito della disamina, si è ravvisata la sussistenza di una vocazione ordinamentale tendente alla progressiva erosione delle preclusioni all'esercizio dei poteri concessi agli Uffici e dei diritti riconosciuti al contribuente, al fine di incidere sulla quantificazione dell'obbligazione tributaria. Si è verificato, inoltre, che, a cagione della pressoché illimitata potestà concessa agli Uffici di rideterminare e reiterare la pretesa fiscale entro i termini di decadenza per l'adozione dei provvedimenti accertativi, l'ordinamento tributario, nel dare attuazione al principio dell'equo riparto dei carichi pubblici, mira prevalentemente a preservare l'interesse erariale, in tal modo inducendo l'interprete a guardare alle preclusioni all'esercizio dei diritti che consentono al contribuente di incidere sulla quantificazione del prelievo come a mere minorazioni defensionali, non in grado di condurre alla cristallizzazione del rapporto tributario, la quale insorge soltanto a seguito dello spirare dei termini di decadenza per l'adozione dei provvedimenti d'imposizione, unica effettiva soglia procedimentale della definitività. Nondimeno, qualora il soggetto passivo dia corso alla contestazione della pretesa mediante il tempestivo esercizio del diritto d'azione dinanzi al Giudice tributario, il conseguimento della condizione della definitività dell'accertamento viene ulteriormente postergato sino alla formazione della res iudicata, che rappresenta la forma di stabilizzazione del rapporto tributario, in vista del cui raggiungimento l'ordinamento attua la più compiuta parità delle armi tra l'Amministrazione finanziaria ed il contribuente.
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PERUZZA, DAMIANO. "I poteri cautelari dell'amministrazione finanziaria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/52808.

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Abstract:
Il credito tributario è presidiato da mezzi di tutela e garanzie, previsti dall'ordinamento al fine di assicurare, lungo tutto l'arco del rapporto obbligatorio, il soddisfacimento effettivo dell'interesse fiscale. Il presente lavoro si prefigge lo scopo di esaminare sistematicamente i poteri cautelari attribuiti all'amministrazione finanziaria, evidenziando le differenze strutturali che caratterizzano le differenti tipologie di misure cautelari, secondo una tripartizione che esprime una diversità degli strumenti posti a disposizione degli enti impositori e dell'agente della riscossione. Il primo gruppo ha ad oggetto le misure disposte dall'autorità giurisdizionale su istanza degli enti impositori nella fase che precede la formazione del titolo esecutivo (ipoteca fiscale e sequestro conservativo); nel secondo rientrano le misure di autotutela cautelare disposte direttamente dagli enti impositori (iscrizione a ruolo e affidamento in carico "straordinari", fermo contabile e forme di sospensione dei rimborsi tributari); nella terza ed ultima categoria verranno esaminati il fermo di beni mobili registrati e l'ipoteca esattoriale, strumenti a disposizione dell'agente della riscossione, operanti a seguito della formazione del titolo esecutivo. L'analisi delle singole categorie porta a concludere che il rapporto tra l'esercizio dei poteri cautelari e il diritto alla difesa del contribuente evidenzia un sistema che tende ad attribuire all'amministrazione finanziaria poteri cautelari le cui dinamiche non sembrano rispettose, sia pur secondo diverse modulazioni che caratterizzano i singoli istituti, del principio di congruità del mezzo rispetto al fine e del bilanciamento dei contrapposti interessi giuridici. L'esercizio di tali facoltà è infatti in larga parte rimesso alla discrezionalità dell'amministrazione finanziaria, che ha il potere di incidere in via cautelare sul rapporto con il contribuente, differenziando il trattamento della singola fattispecie rispetto agli schemi ordinari dell'accertamento e della riscossione.
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Natale, Salvatore. Guida alla liquidazione nell'industria, commercio e sevizi: Nuova normativa fiscale e pratiche di rimborso. Roma: ediesse, 1985.

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Miceli, Rossella. Indebito comunitario e sistema tributario interno: Contributo allo studio del rimborso d'imposta secondo il principio di effettività. Milano: Giuffrè, 2009.

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Miceli, Rossella. Indebito comunitario e sistema tributario interno: Contributo allo studio del rimborso d'imposta secondo il principio di effettività. Milano: Giuffrè, 2009.

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Borio, Gian Franco. La tassazione dei non residenti: Principi generali, normativa italiana, rapporti infracomunitari, normativa internazionale, formalità e rimborsi, rappresentante fiscale. 3rd ed. Milano: Giuffrè, 2004.

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Borio, Gian Franco. La tassazione dei non residenti: Principi generali, normativa italiana, rapporti infracomunitari, normativa internazionale, formalità e rimborsi, rappresentazione fiscale. 2nd ed. Milano: Giuffrè, 2001.

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