Academic literature on the topic 'Rilevabili'

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Journal articles on the topic "Rilevabili"

1

Porro, P. "Nuove indicazioni di peciæ nel ms. Vat. Borgh. 300 rilevabili con l’ausilio della luce ultravioletta." Bulletin de Philosophie Médiévale 31 (January 1989): 147–49. http://dx.doi.org/10.1484/j.bpm.3.401.

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2

Pintus, Giancarlo, and Laura Laudicina. "Esperienza addictive ed esperienza traumatica: fratture dello sfondo a confronto. Un contributo di ricerca." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (November 2021): 45–57. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-002004.

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Abstract:
Alla luce di analoghi studi su addiction ed eventi traumatici, gli autori approfondiscono le correlazioni tra alcune dimensioni emotive e relazionali rilevabili in questi due tipi di esperienze delineando, coerentemente con una visione gestaltica, l'insorgere dell'esperienza addictive co-me "un'esperienza traumatica persistente". Si è condotta un'indagine sperimentale su un cam-pione di tossicodipendenti e vittime di trauma da maltrattamento o abuso in trattamento. I risul-tati sostengono la tesi secondo cui addiction e trauma siano figure fisse su uno sfondo irrigidi-to che limitano la crescita e l'integrazione e che la sofferenza dei soggetti addicted sia altamente correlata a carenze relazionali precoci. Un lavoro terapeutico sullo sfondo può favorire la ride-finizione della funzione personalità e della funzione es e ripristinare l'orientamento spontaneo verso la relazione.
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3

Guacci, Paola. "Nota preliminare sui resti del ponte sul torrente Lavella, lungo la via Herculia in Hirpinia." Eikon / Imago 10 (February 8, 2021): 323–29. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.74155.

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Abstract:
Il contributo vuole presentare alcune considerazioni preliminari inerenti i resti inediti di un ponte individuato lungo il tratto irpino della via Herculia, in località Difesa Grande di Ariano Irpino (AV). Le strutture rilevabili sul torrente Lavella, affluente del Cervaro, si riferiscono ai resti del pilone occidentale e a pochi lacerti della spalla orientale. Si trattava di un ponte ad arcata unica, modesto nelle dimensioni ma sufficiente a superare il piccolo corso d’acqua. Le attività di ricerca qui presentate hanno, quindi, avuto l’obiettivo di documentare i resti di un ponte mai osservato sul campo e di valutare, al contempo, lo stato di conservazione delle strutture. In attesa di futuri approfondimenti, le evidenze descritte in questo lavoro potrebbero rappresentare un ulteriore caposaldo nella ricostruzione della via Herculia in Hirpinia.
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Nadia Covini, Maria. "Consumi di pregio nel Quattrocento milanese: storicità e problemi della stima." CHEIRON, no. 1 (April 2021): 87–110. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001005.

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Abstract:
La stima del valore di beni appartenenti alle diverse categorie del con-sumo cospicuo poteva essere complicata da vari fattori, come l'eterogeneità dei pezzi e della loro qualità, o i cambiamenti del gusto e delle mode in vista di modelli di distinzione sociale. Con riferimento alla Lombardia del secondo Quattrocento, lo scritto considera il mo-mento della stima e delle sue valenze (legale, economica, morale e so-ciale), e riguarda alcune categorie significative di beni di lusso come gioie e pezzi di abbigliamento, libri manoscritti e a stampa, oggetti anti-chi e oggetti d'arte, per analizzare alcune peculiarità delle procedure di stima e individuare i più importanti cambiamenti rilevabili nel tempo; e per stabilire, inoltre, chi fossero le persone e le expertises ritenute adat-te a valutare le diverse tipologie di beni.
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5

Beltramello, A., G. Mansueto, G. Taddei, R. Cerini, M. Pregarz, G. Mazzilli, A. Scuro, and G. Morana. "Circoli collaterali da occlusione dell'arteria carotide comune." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 1 (February 1993): 35–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600105.

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Abstract:
L'occlusione spontanea dell'arteria carotide comune è rara; lo sviluppo della circolazione collaterale recluta vasi intra- od extra-cranici. A livello extra-cranico la rivascolarizzazione avviene sfruttando i rami dell'arteria carotide esterna (aa. occipitale e tiroidea superiore) percorsi in via retrograda dal flusso ematico proveniente dai principali tronchi dell'a. succlavia: aa. vertebrale, cervicale ascendente e profonda, tiroidea inferiore. L'Angio-RM, pur dotata di minor risoluzione rispetto all'angiografia digitale, consente una buona visualizzazione del tipo e dell'entità dei circoli collaterali, talora invece non ben rilevabili – se non adeguatamente ricercati – con angiografia convenzionale. La RM, accoppiata all'Angio-RM, è esame fondamentale nel paziente affetto da insufficienza cerebro-vascolare ischemica; essa si colloca tra l'ecotomografia/Doppler e l'angiografia digitale; quest'ultima è da considerarsi esame pre-operatorio nei pazienti giudicati possibilmente chirurgici alla luce degli esami incruenti prima espletati; avvalendosi dei reperti Angio-RM, lo studio angiografico può essere eseguito in maniera mirata, più rapidamente e con maggior efficacia diagnostica.
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Barisione, Mauro. "ELETTORI INDECISI, ELETTORI FLUTTUANTI: CHE VOLTO HANNO I «BILANCIERI» DEL VOTO? I CASI ITALIANO E FRANCESE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no. 1 (April 2001): 73–108. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029555.

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Abstract:
Introduzione In un sistema d'alternanza, un tipico esito elettorale è quello in virtù del quale il partito o la coalizione vincente accede alle funzioni di governo grazie ad un margine di voti esiguo, sufficiente tuttavia a fare la differenza rispetto alla coalizione avversaria e, magari, rispetto al proprio risultato delle elezioni precedenti. Se, tuttavia, i punti percentuali che una coalizione acquista (o perde) da un'elezione all'altra sono attribuibili a una pluralità di fattori (dal ricambio generazionale degli elettori, alla multidirezionalità dei flussi di voto, al peso di volta in volta variabile dell'astensionismo) più complessi di quelli rilevabili con una semplice operazione algebrica (del tipo: «35% all'elezione e, 40% all'elezione e2, uguale 5% di nuovi elettori»), resta però assai plausibile che le differenze percentuali tra una coalizione e l'altra ad un dato scrutinio possano essere determinate dal comportamento di una minoranza di elettori «marginali». E ciò è tanto più plausibile quanto più decisivi si rivelano quei seggi aggiudicati alla coalizione vincente, collegio per collegio, sulla base di pochi voti di scarto, sovente frutto di scelte effettuate da elettori rimasti indecisi fino all'ultimo momento.
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BROOKE, JOHN HEDLEY. "SCIENCE AND THE SECULARISATION OF KNOWLEDGE: PERSPECTIVES ON SOME EIGHTEENTH CENTURY TRANSFORMATIONS." Nuncius 4, no. 1 (1989): 43–65. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00022.

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Abstract:
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Il presente articolo intende mettere in luce la complessità dei legami tra l'innovazione scientifica ed il progresso sociale abitualmente indicato dal termine « secolarizzazione ». Vengono delineati i contrasti tra Boyle e Priestley, tra Newton e Laplace, tra Burnet e Hutton, tra Ray e Lamarck, allo scopo di illustrare le trasformazioni concettuali compiute durante l'illuminismo. Ogni trasformazione rappresenta ciò che potremmo chiamare una secolarizzazione della conoscenza. L'autore sostiene, comunque, che va stabilita una distinzione critica tra la secolarizzazione interna alla scienza e la scienza come agente della secolarizzazione. L'importanza di tale distinzione è manifesta se si sottolineano le seguenti considerazioni: 1) non vi è polarità semplice tra sacro e « secolare », profano, nelle reazioni all'innovazione scientifica; 2) diversi significati religiosi possono venire attribuiti alla nuova scienza; 3) le scienze molto spesso non fanno altro che mettere in luce conflitti metafisici preesistenti; 4) in quanto risorsa nelle polemiche teologiche, le scienze possono addirittura riflettere, piuttosto che causare, attitudini profane. Riferendosi a studi recenti di Funkenstein, Buckley e Brockliss, l'argomentazione si conclude con il commento di fatti profondamente ironici rilevabili nei legami storici tra scienza illuministica e religione.
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Simonetti, L., M. Menditto, G. Sirabella, E. Pignataro, and R. Elefante. "L'invecchiamento del rachide." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (October 1994): 53–62. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s307.

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Abstract:
Le modificazioni del rachide nell'invecchiamento sono note da tempo e vengono spesso raccolte sotto la definizione globale di artrosi vertebrale. La complessità e la molteplicità delle articolazioni intervertebrali ed intersegmentarie della colonna vertebrale, tuttavia, impongono una analisi più dettagliata dei singoli fenomeni che contribuiscono alla instaurazione di quelle modificazioni anatomo-patologiche proprie del complesso degenerativo rachideo senile. Gli Autori procedono alla suddetta analisi, integrando i dati noti dalla Radiologia tradizionale e dalla TC con le acquisizioni più recenti della RM e con le basi patologiche macroscopiche e submacroscopiche rilevabili in letteratura. Tra i vari gruppi di patologia, quella che risulta più ricca di corrispondenze verificabili tra dati neuro-radiologici ed anatomici è quella riguardante l'unità funzionale disco-somatica, con particolare riguardo per l'osteocondrosi intervertebrale. Attraverso l'approfondimento della patologia delle articolazioni cartilaginee, sinoviali e fibrose della colonna vertebrale, si tenta inoltre di fornire un quadro generale, finalistico, delle varie alterazioni vertebrali che sembra condurre verso una visione «protettiva» dell'artrosi vertebrale rispetto a danni più gravi, privilegiando in età senile la funzione statica rachidea rispetto a quella dinamica. Diventa a questo punto chiaro il perchè della difficoltà di tracciare una chiara linea distintiva tra alterazioni «parafisiologiche» dell'invecchiamento del rachide e alterazioni chiaramente patologiche.
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Cesqui, Elisabetta. "Osservazioni asistematiche sul primo quadriennio di applicazione del nuovo sistema disciplinare." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (January 2011): 63–111. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005007.

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Abstract:
Dal 19 giugno del 2006 il sistema disciplinare introdotto dal d.lgs 109/ 2006, in attuazione dell'art. 1, comma 1, lett. f della legge 25 luglio 2005 n. 150 č entrato in vigore. Privo originariamente di qualunque disposizione transitoria, esso č stato modificato in alcuni punti essenziali dalla legge 24 ottobre 2006 n. 269, che ha smussato le maggiori asperitŕ del testo originario (con riferimento soprattutto ad alcuni degli illeciti tipizzati e al potere di intervento del ministro in dibattimento) e ha introdotto, per la fase di transizione dal vecchio al nuovo regime, il principio dell'applicazione della norma di maggior favore limitatamente ai procedimenti disciplinari iniziati dopo la sua entrata in vigore ed esclusivamente per i fatti verificatisi in un momento precedente a essa (Cass., sez. unite, 26 ottobre 2006 n. 27172). Le cadenze temporali imposte al procedimento disciplinare dall'art. 15 (un anno dalla conoscenza del fatto per l'inizio nell'azione, due anni per le indagini e due anni per il dibattimento) e i tempi rilevabili dalla esperienza concreta, consentono di dire che i quattro anni della consigliatura appena conclusa rappresentano un campione significativo e che la fase di transizione, fatti salvi i procedimenti (non molti) per i quali la sospensione per pregiudiziale penale ha congelato il procedimento e quelli (pochi) che dovessero eventualmente nascere per fatti antecedenti venuti a conoscenza dei titolari dell'azione disciplinare con molto ritardo (fermo restando il limite decennale di decadenza dell'azione introdotto dal comma 1 bis dell'art. 15), č ormai sostanzialmente conclusa.
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Lora, Antonio, Gabriella Bai, Callisto Bravi, Roberto Bezzi, Francesco Bulgarini, Antonio Mastroeni, Chiara Schena, and Andrea Terzi. "Patterns of care in community mental health services in Lombardy." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 98–109. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007235.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — L'obiettivo di questo studio è quello di descrivere i patterns di utilizzazione dei pazienti in contatto con 5 Unità Operative di Psichiatria lombarde secondo quattro classi: alti utilizzatori lungoassistiti, alti utilizzatori non lungoassistiti, lungoassistiti non alti utilizzatori, non alti utilizzatori non lungoassistiti. Disegno — Studio descrittivo a partire dai dati ricavati dal Sistema Informativo Psichiatrico regionale; è stata analizzata una coorte di 5.670 pazienti nell'ambito della prevalenza annua relativa all'anno 1994. Setting — 5 Unità Operative di Psichiatria della Regione Lombardia (Merate, Treviglio, Crema, Desio, Castano Primo), con una popolazione complessiva di 610.184 residenti di eta superiore ai 14 anni. Principali misure utilizzate — Sono state prese in considerazione alcune variabili sociodemografiche e cliniche relative ai pazienti; oltre un'analisi descrittiva dei quattro patterns, è stata effettuata una analisi logistica multinomiale. Risultari — Gli alti utilizzatori lungoassistiti (AU-LA), pur rappresentando solo il 5.3% del campione (4.9 casi per 10.000 residenti di età superiore ai 14 anni), consumano il 60% delle risorse espresse in SCS; solo la condizione di separato, divorziato, vedovo è predittiva per tale pattern. Gli alti utilizzatori non lungoassistiti (AU-non LA) costituiscono 1.2% del campione (1.1 casi per 10.000) ed utilizzano il 7.8% del SCS. Variabili predittrici di tale pattern sono l'eta compresa tra i 15-44 anni, l'assenza di un'attivita lavorativa e di un partner, la diagnosi di un disturbo mentale grave e la presenza di contatti con i servizi psichiatrici negli anni 1985-1989. I lungoassistiti non alti utilizzatori (LA-non AU) rappresentano il 23.4% della coorte (21.6 casi per 10.000) e vengono al secondo posto per consumo dirisorse (18.1% del SCS). Sono variabili predittive: l'età compresa tra i 15-44 anni, il vivere da solo, l'assenza di un'attività lavorativa e di un partner, la diagnosi di un disturbo mentale grave e la presenza di contatti con i servizi psichiatrici antecedenti al 1990. I pazienti non lungoassistiti non alti utilizzatori (non LA-non AU), pur rappresentando il 70.1% della coorte (64.8 casi per 10.000), consumano solo il 13.8% del SCS. Conclusioni — I dati mostrano che complessivamente l'attivita delle UOP è orientata nei confronti dei pazienti piu gravi, anche se sono rilevabili marcate differenze tra le UOP lombarde rispetto all'utilizzazione dei servizi. È confermata l'utilita di un Sistema Informativo a diffusione regionale che permetta di monitorare l'evoluzione nel tempo e nel territorio regionale dei patterns di utilizzazione.
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Dissertations / Theses on the topic "Rilevabili"

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Batticciotto, Alberto. "Relazione tra alterazioni ghiandolari ecograficamente rilevabili e rischio cardiovascolare in pazienti affetti da Sindrome di Sjögren primaria." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423900.

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Abstract:
Background: Current thinking is that systemic inflammation, elevated levels of inflammatory cytokines, and immune dysregulation, typical of the inflammatory autoimmune disease, could play a role in accelerated atherosclerosis. Very limited data are present in literature up to now about sub-clinical cardiovascular involvement in Sjögren’s syndrome. It was demonstrated that salivary glands ultrasound (US) score is strictly related to the histological inflammatory abnormalities. Objective. We investigated sub-clinical cardiovascular involvement in primary Sjögren’s syndrome (pSS) patients by means of ADMA, coronary flow reserve (CFR), intima-media thickness (cIMT) and pulse wave velocity (PWV). Furthermore, we performed salivary glands US in this pSS group and compared the validated US score with cardiovascular parameters. Methods. Fifty-three consecutive outpatients with pSS (7 males, 46 females; mean age 59.8 range 43-80 years; mean disease duration of 59,5 range 6-156 months) without classical cardiovascular risk factors and overt cardiovascular disease, and 22 age- and gender-matched controls were enrolled. RF-QIMT and RF-QAS technologies were used for IMT and PWV evaluation and Dipyridamole transthoracic stress echocardiography assessed CFR. We also investigated plasma ADMA levels, inflammatory markers and autoantibodies. My Lab 70 (Esaote, Florence, Italy) with linear probe ( 6-18 MHZ) was used to assess salivary glands US according to the scoring system published by Salaffi et Al. Results. Although within the normal range, CFR in pSS patients was lower than that of the controls (2,6 ± 0,23 Vs 3,2 ± 0,32 p < 0,0001), whereas PWV and ADMA levels were significantly higher (9,2 ± 1,8 m/s Vs 6,8 ± 0,9 m/s p <0,0001 and 0,76 ± 0,07 μM Vs 0,54 ± 0,05 μM p < 0,0001). Although QIMT values were not different in the two groups, the percentage of pSS patients with pathological values was higher ( 47/53 Vs 12/22 p =0,001). Salivary glands US score was related to the BMI (p= 0,001), CRP (p= 0,034) and ANA (p< 0,0001) plasma levels but not to the sub-clinical cardiovascular involvement index evaluated in this study (PWV r= -0,205 p= 0.140, Q-IMT r= 0,261 p= 0,06, CRF r= -0,194 p= 0,249, ADMA r=0,249 p= 0,075). Conclusion. Even if CFR values were normal, higher ADMA levels, PWV values and percentage of subjects with pathological Q-IMT with respect to an homogeneous control group suggest that pSS patients without classical cardiovascular risk factors have an early endothelial dysfunction and sub-clinical atherosclerosis. Salivary US score is not related to the sub-clinical cardiovascular involvement parameters evaluated in this study.
Introduzione e scopo del lavoro. Numerosi studi hanno osservato la presenza di elevata morbidità e mortalità cardiovascolare nei pazienti affetti da patologie autoimmuni sistemiche. Il riscontro di alterazioni cardiovascolari precoci sembra essere indipendente dai fattori di rischio tradizionali e probabilmente legato ad alterazioni connesse alla genesi infiammatoria di tali patologie. La maggior parte dei lavori pubblicati in letteratura si riferiscono a pazienti con diagnosi di Artrite Reumatoide AR) e Lupus Eritematoso Sistemico (LES), mentre sono attualmente molto limitati i dati per i soggetti affetti da Sindrome di Sjögren primaria (pSS). Un recente studio epidemiologico su 312 pazienti con SS suggerisce di valutare attentamente il rischio cardiovascolare in quanto i soggetti inclusi nello studio manifestavano un’elevata incidenza di ipertensione arteriosa, diabete mellito e dislipidemia. Solo due studi, peraltro eseguiti su un limitato numero di pazienti e con risultati parzialmente contrastanti, dimostrano la presenza di una disfunzione endoteliale anche nei soggetti con pSS. Attualmente la misurazione non-invasiva dello spessore medio-intimale (IMT) carotideo è considerato un marker clinico precoce di aterosclerosi, la stima della riserva di flusso coronarica (RFC) studiata mediante ecocardiografia transtoracica con stress farmacologico all’adenosina o al dipiridamolo è stata introdotta come marker diagnostico altamente sensibile di coronaropatia, mentre la valutazione sierica di dimetilarginina asimmetrica (ADMA), il principale inibitore endogeno della ossido-nitrico sintetasi, viene utilizzata come markers di funzionalità endoteliale e del microcircolo. Alcuni lavori hanno, inoltre, dimostrato l’elevata sensibilità e specificità della valutazione ultrasonografica delle ghiandole salivari nella diagnostica della pSS ed il proposto score semiquantitativo 0-16 evidenzia una significativa correlazione sia con le alterazioni istologiche parenchimali sia con quelle funzionali. Scopo primario dello studio è stato pertanto di valutare, in una coorte di pazienti affetti da pSS, i markers ecografici e biochimici di interessamento cardiovascolare subclinico e di correlare tali dati con le alterazioni del parenchima ghiandolare ultrasonograficamente rilevabili. Materiali e Metodi. Cinquantatre pazienti (7 maschi e 46 femmine, età media 59,8 anni ,con range 43-80 e durata media di malattia 59,5 mesi con range 6 – 156 mesi) noti per pregressa diagnosi di Sindrome di Sjögren primaria, secondo i criteri AECG, senza anamnesi e/o segni di malattia cardiovascolare in atto ed un gruppo omogeneo di controllo composto da 22 soggetti, senza storia né segni clinici di malattia cardiovascolare o autoimmune sistemica, sono stati inclusi nello studio. Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad analisi ultrasonografica della carotide comune con ecografo My Lab 60 (Esaote, Florence, Italy) dotato di sonda-lineare di 2-9 MHz equipaggiato con software in radiofrequenza denominati RF-QIMT (Quality Intima Media Thickness) e RF-QAS (Quality Arterial Stiffness), sviluppati secondo le linee guida del Mannheim Consensus. Le immagini ecocardiografiche trans-toraciche e la valutazione del flusso di riserva coronarica sono state eseguite con ecografo IE33 (Philips Medical Systems, USA) dotato di sonde da 1-2 MHz e da 3-8 MHz, entrambe dotate di seconda armonica. Infine la valutazione ultrasonografica del parenchima ghiandolare è stata eseguita con ecografo My Lab 70 (Esaote, Florence, Italy) con sonda lineare 6-18 MHZ. I livelli sierici di VES, PCR, fattore reumatoide, ANA ed ENA sono stati valutati secondo le modalità routinarie mentre i livelli plasmatici di ADMA sono stati determinati usando cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC). Risultati. Entrambi i gruppi si sono dimostrati omogenei per età (59,8 ± 8,5 Vs 59,25 ± 2.08 anni p = 0,8), sesso (46F 7M Vs 16F 6M p = 0,8) e BMI ( 25,5 ± 3,3 Vs 23,69 ± 1.12 p = 0,17), pressione arteriosa (126,66 ± 13,4 Vs 125,61 ± 12,48 p = 0,59 ed 79,4 ± 4,6 Vs 80,45 ± 8,25 p = 0,32) mentre differiva per i valori medi di PCR (3,72 ± 2,89 Vs 0,41 ± 0,09 mg/L p<0,0001), VES (30,25 ± 20,2 Vs 4,8 ± 0.24 p <0,0001) e colesterolo totale (182,77 ± 7,12 Vs 163,33 ± 5,59 p <0,001). Tutti i pazienti affetti da pSS mostravano una positività per gli ANA e l’ 80,4% per gli ENA. La valutazione cardiologica dei due gruppi ha evidenziato come i pazienti affetti da pSS presentassero valori di PWV medi e livelli sierici di ADMA statisticamente superiori a quelle dei controlli (9,2 ± 1,8 m/s Vs 6,8 ± 0,9 m/s p < 0,0001 e 0,76 ± 0,07 μM Vs 0,54 ± 0,05 μM p < 0,0001). I valori medi di RFC osservati, seppur non patologici, si sono rivelati inferiori a quelli del gruppo di controllo (2,6 ± 0,23 Vs 3,2 ± 0,32 p < 0,0001) ed infine, seppur senza differenze statisticamente significative nei valori medi di Q-IMT, l’88,7% (47/53 Vs 12/22 p=0,001) dei pazienti presentava valori medi superiori alla norma. La valutazione ultrasonografica del parenchima ghiandolare, attraverso uno score validato, si è dimostrata statisticamente correlato con il BMI (p = 0,001), i valori sierici di ANA (p < 0,0001) e PCR (p = 0,034) ma non con gli indici di danno cardiovascolare subclinico. Conclusioni. Confrontando una coorte di pazienti affetti da pSS, senza storia clinica di accidenti cardiovascolari né anamnesi positiva per fattori di rischio cardiovascolari classici, con un gruppo di controllo omogeneo, si sono rilevate alterazioni statisticamente significative e suggestive per danno intimale pre-aterosclerotico e per una precoce disfunzione sia endoteliale sia dell’elasticità arteriosa. La valutazione ultrasonografica del parenchima ghiandolare, secondo lo score validato in letteratura, quale surrogato sia del danno istologico infiammatorio cronico che di disfunzione ghiandolare, non correla con gli indici presi in considerazione per la valutazione del rischio cardiovascolare subclinico.
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CICCONE, MADDALENA. "Le eccezioni in senso lato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199157.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro ha ad oggetto le eccezioni in senso lato e, in particolare, il controverso problema dei criteri distintivi tra eccezione in senso stretto, riservata alla parte, ed eccezione in senso ampio o lato, rilevabile anche d’ufficio, con particolare riguardo alle eccezioni di merito. La norma di riferimento è l’art. 112, seconda parte, c.p.c., in virtù del quale il giudice «non può pronunciare d’ufficio su eccezioni che possono essere proposte soltanto dalle parti». All’interprete si pone la seguente alternativa: o l’art. 112 c.p.c. è una norma di rinvio alle disposizioni che prevedono caso per caso l’indispensabile iniziativa della parte, senza che sia necessario o possibile la ricerca di un principio unitario; oppure la norma richiama un principio generale di distinzione che resta in essa inespresso e che dovrebbe desumersi da altra norma o dall’intero sistema. La giurisprudenza di legittimità sembra aver accolto la prima opzione interpretativa, secondo cui l’art. 112 c.p.c. non stabilisce soltanto che sulle eccezioni riservate alla parte il giudice non può pronunciare d’ufficio, ma stabilisce un principio generale ed una deroga: la regola è che i fatti estintivi, modificativi e impeditivi sono rilevabili di ufficio, laddove assumono carattere eccezionale le ipotesi in cui il loro rilievo è subordinato all’iniziativa di parte. In particolare, ricorre eccezione in senso stretto (in deroga al principio generale) nei casi previsti dalla legge e allorquando l’eccezione si coordina con una fattispecie che potrebbe dar luogo all’esercizio di un’azione costitutiva. Resta aperta, tuttavia, la questione dell’individuazione delle eccezioni riservate alla parte e delle eccezioni rimesse al rilievo anche officioso del giudice, in tutti quei casi in cui la legge nulla prevede in proposito. A tal fine, si è, pertanto, ipotizzato che l’art. 112 c.p.c. non costituisca una norma in bianco, ma rimandi ad un principio di distinzione che deve essere cercato in altre norme o nei principi generali dell’ordinamento. A tal fine, è apparso opportuno prendere le mosse dal dato positivo ed esaminare i casi in cui la legge prevede eccezioni riservate alla parte, al fine di verificare se esista un elemento comune, poiché, ove vi fosse un’unica ratio, sarebbe lecito estenderla ad altre ipotesi. In sede di analisi si è riscontrato che la negazione della rilevabilità di ufficio dei fatti impeditivi, estintivi, modificativi trova una corrispondenza in una peculiarità strutturale (non della fattispecie, ma) dell’effetto dell’eccezione, e cioè nella sua disponibilità per atto unilaterale del soggetto interessato e tale disponibilità è stata posta in relazione con la circostanza che il soggetto passivo del rapporto è portatore esclusivo dell’interesse tipico alla stabilità dell’effetto medesimo. Può dirsi, quindi, che le eccezioni in senso stretto corrispondono ai casi in cui l’effetto impeditivo, estintivo, modificativo è unilateralmente disponibile da parte del debitore e non esclude la possibilità di una valida attuazione spontanea del debito. Ne consegue che, di fronte ad un fatto impeditivo, estintivo, modificativo occorre innanzitutto interrogarsi intorno al modo in cui la legge sostanziale conforma gli interessi in gioco. Solo se questi appaiono conformati in modo tale che l’effetto impeditivo, estintivo, modificativo sia unilateralmente disponibile da parte del soggetto interessato, può allora concludersi nel senso che l’ipotesi integra un’eccezione in senso stretto. Il limite al potere del giudice, quindi, non è che un riflesso di quella particolare disponibilità per atto unilaterale che caratterizza l’effetto sul piano sostanziale. Tale impostazione è stata utilizzata per analizzare le ipotesi disciplinate dal legislatore, e si è trovata conferma, nel dato normativo, dell’ipotesi formulata.
The aim of the thesis is to investigate the objections and defenses that can be raised of the court’s own motion, and also the distinguishing criteria between the defenses for which is necessary the defendant’s motion and the defenses that are also raisable of the court’s own motion. Particular attention has been paid to the defenses on the substance. The reference point is the article 112 of the Italian civil procedure code, who states that the court cannot raise of its own motion the defenses for which is necessary the defendant’s motion. The jurist can assume that the article 112 simply sends to the provisions that require, case by case, the defendant’s motion, without any possibility to find a specific criterion to identify when is necessary the defendant’s motion, and when it’ not. Or he can believe that the reference rule of the article 112 implies a general principle, able to distinguish one case to the others, according to other rules or to the general legal system. The courts seem to accept the first option, saying that the article 112 lays down a general principle and, at the same time, an exception: the rule is that the defenses are normally raisable of the court’s own motion, while the defendant’s motion is the exception, that become necessary not only in the cases provided by law, but also when the defenses are linked to circumstances that give rise to certain kind of actions, called “azioni constitutive”. However, the problem remains unsolved when there is no provision in law to that end. For this purpose, we tried to analyze the issue of the clear distinction between defenses raisable of the court’s own motion and defenses that cannot be raised of the court’s own motion, under the assumption that the article 112 implies a general principle, according to the general legal system. It was possible to observe that the court’s inability to raise the defenses of its own motion is related to a structural feature of the single effect on which it is based the defense that has to be raised on trial, and that is its unilateral disposal by the defendant – who can renounce it – who is the only person interested in the stability of that effect. The boundaries on the court’s power to raise the defenses of its own motion is the reflection of that particular disposal that characterizes the effect, from the point of view of the substantive law.
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Vulpiani, Giorgia. "Unità e frammentazione della nullità: legittimazione, interesse e rilevabilità d'ufficio." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11393/257562.

Full text
Abstract:
La ricerca si incentra sull'attuale inquadramento sistematico della categoria della nullità e della relativa azione, anche con riferimento alla legittimazione e l'interesse ad agire, nonché alla rilevabilità d'ufficio della nullità. Il dibattito sulla nullità del contratto ha subìto negli ultimi anni un deciso sviluppo in ragione dell'evoluzione, di matrice legislativa e giurisprudenziale, che ha interessato l'istituto, tanto che si è arrivati a ipotizzare il superamento della tradizionale categoria della nullità, affermandosi l'avvenuta frammentazione e destrutturazione della stessa in tante diverse fattispecie di nullità, ognuna con un proprio regime giuridico. Tale rilievo muove dall'assunto secondo cui la disciplina delle “nuove” nullità – emergenti sia dalle norme, soprattutto di derivazione europea, sia dalla ricostruzione giurisprudenziale – comporterebbe il dissolvimento di quello che da sempre viene considerato lo statuto generale della nullità. Si pensi, ad esempio, alla nullità c.d. derivata, che confligge con l'idea che l'atto debba essere invalido in sé; alla nullità sopravvenuta, che, parimenti, sembra porsi in contrasto con l'idea che il contratto nasca ab origine nullo. Si pensi, ancora, alle nullità di protezione, che, ponendosi a presidio di un interesse individuale, sembrano incompatibili con l'idea che la nullità tutela interessi generali. Si pensi, infine, a quei “tipi” di nullità di recente emersione giurisprudenziale, quali le nullità selettive e le nullità atipiche sanabili, entrambe disallineate dal canone tradizionale, stando al quale la nullità è la più grave forma d'invalidità, posta a tutela di interessi generali indisponibili, e come tale insanabile e imprescrittibile. Data questa situazione a livello di teoria generale, il lavoro di ricerca esamina i riflessi sull'azione di nullità, ponendosi, dunque, nella prospettiva rimediale, dando cioè rilievo alle correlazioni tra diritto e processo; angolo visuale necessario per l'effettiva comprensione dell'atteggiarsi della nullità nel nostro ordinamento. Nel lavoro di tesi ci si chiede, dunque, se possa ancora parlarsi della nullità come di una categoria unitaria o se sia più corretto ritenere che le “gemmazioni” della nullità abbiano frantumato l'istituto, tanto da scinderlo in autonome figure, ciascuna con diversificato regime, nonché quali siano i riflessi sul piano della tutela giurisdizionale con particolare riguardo alla legittimazione all'azione e alla rilevabilità d'ufficio di tale patologia negoziale. L'indagine muove dall'analisi dell'evoluzione dell'istituto all'interno della più generale categoria dell'invalidità, procedendo dal diritto romano ai codici del 1865 e del 1942, nonché all'attuale impianto normativo. Una volta tracciati i confini della categoria della nullità, distinguendola, da un lato, dall’inesistenza e, dall’altro, dall’annullabilità si esaminano le diverse ricostruzioni dogmatiche della nullità e se ne individuano le caratteristiche per procedere alla successiva verifica della loro sussistenza in tutte le “forme” di nullità, anche esaminando la giurisprudenza più recente in materia. Esaminate le “forme” di nullità, il lavoro di tesi, seguendo l'approccio rimediale, si è soffermato sull'azione di nullità, sulla legittimazione e l'interesse ad agire, nonché sulla rilevabilità d'ufficio della nullità stessa. In particolare, l'indagine sulla possibilità per il giudice di rilevare d'ufficio la nullità – compresa quella di protezione –, questione che involge anche quelle dell'oggetto del giudizio dell'azione di nullità e dei limiti del giudicato, è, infatti, di primaria importanza per stabilire se la nullità mantiene tutt'ora la sua funzione di tutela di interessi generali e una configurazione unitaria. Il lavoro di ricerca si sofferma, dunque, sull'azione di nullità, esaminando anche le problematiche legate all’individuazione dell’oggetto del giudizio e dei limiti del giudicato, la legittimazione ad agire, l'interesse ad agire e la rilevabilità ex officio della nullità stessa. Su tale ultima questione sono intervenute le note sentenze gemelle della Corte di Cassazione a Sezioni Unite nn. 26242 e 26243 del 2014, le quali, riorganizzando in un quadro coerente e unitario le opzioni teoriche sui temi cardine del rapporto tra contratto e processo, hanno delineato un vero e proprio “sistema” delle impugnative negoziali e dell'azione di nullità. Il dictum delle Sezioni Unite del 2014 si pone nel senso della necessità di ricondurre ad unità la categoria della nullità, posta in ogni caso – e dunque anche nei casi di nullità di protezione – a tutela di un interesse generale. Lo stesso discorso può applicarsi anche alle altre “forme” di nullità esaminate all'interno del lavoro, come le nullità bancarie e finanziarie, derivate, selettive. Le particolarità dei loro regimi non sono tali da intaccare il nucleo fondamentale della categoria della nullità, entro cui vanno, dunque, sicuramente ricomprese: la tutela di interessi generali – e ciò anche nel caso in cui l'interesse tutelato sia quello del soggetto debole, essendo anche tale finalità espressione di un interesse generale – e la possibilità del rilievo d'ufficio da parte del giudice. La riconduzione ad unità della categoria della nullità risulta l'unica soluzione in grado di permettere a tale forma di invalidità di svolgere la funzione che le è precipua. Infine, data l'influenza che ha avuto il diritto francese sul nostro codice civile, unita alla crescente rilevanza che sta assumendo la prospettiva di armonizzazione europea del diritto, la parte finale del lavoro di ricerca si sofferma sull'esame della disciplina della nullité du contrat nel diritto francese, che ha avuto una significativa evoluzione in seguito all'ordonnance n. 2016-131 del 10 febbraio 2016 «portant réforme du droit des contrats, du régime général et de la preuve des obligations». L'ordonnance 131/2016 ha inciso profondamente sulle sanzioni relative alla formazione del contratto: la nullité e la caducité, inserite nella sezione 4 – les sanctions – del Capitolo II del Code civil, dedicato alla formation du contrat. Più in particolare, la riforma ha codificato la distinzione tra nullité absolue e relative; introdotto la nullité conventionnelle, cioè la possibilità per le parti di stipulare un negozio di accertamento sulla nullità (peraltro limitata, seppur non previsto espressamente dalla norma, alla nullité relative) accanto alla nullité judiciaire e previsto la possibilità di proporre l'actio interrogatoria ayant pour objet la nullité, ovvero la possibilità per una parte di chiedere, per iscritto, al soggetto legittimato a far valere la nullité relative se intende proporre azione di nullità o sanare il contratto, nel termine di sei mesi, trascorsi i quali, in caso di silenzio, il contratto si intenderà comunque valido.
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Bruni, Alessandro Maria. "Per l’interpretazione dell’aggettivo полоубоуивъ nell’iscrizione novgorodiana su corteccia di betulla N° 735 (metà del secolo XII)." In Studi e ricerche. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-368-7/006.

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Abstract:
L’iscrizione novgorodiana su corteccia di betulla N° 735, databile alla metà del secolo XII, è una breve lettera nella quale i due mittenti chiedono al destinatario di dotare il latore della medesima di un cavallo, affinché questi possa mettersi in viaggio. Il documento è di interesse per i linguisti, in via dell’unica attestazione a noi nota dell’aggettivo полоубоуивъ, riferito al cavallo, il cui significato rimane tuttavia ancora oscuro. Lo scopo della relazione è quello di offrire una serie di osservazioni per l’interpretazione di questo termine, un hapax in russo antico, sulla base di un parallelismo lessicale rilevabile con l’antica versione slava orientale del celebre poema bizantino “Digenis Akritas”.
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