Academic literature on the topic 'Riforma del 2019'

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Journal articles on the topic "Riforma del 2019"

1

Alì, Alessandro. "Piccoli centri. Campi di riforma del progetto urbanistico." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093007.

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Abstract:
Dieci anni separano il nuovo Piano urbanistico di Romano di Lombardia approvato definitivamente nell'aprile 2019 da quello precedente costruito alle soglie della crisi del primo decennio del millennio. Un periodo tradizionalmente breve per l'urbanistica, ma sufficiente per tracciare un profondo mutamento nelle domande e nei fabbisogni che attraversano i territori dei piccoli centri. La crisi di previsioni di crescita urbana e di scelte di sviluppo di impresa apparentemente illimitate, il rapporto tra pubblica amministrazione e soggetto privato nella costruzione del welfare urbano, le difficoltà a compiersi delle grandi trasformazioni pianificate in contrapposizione alla fluidità di quelle piccole e diffuse, sono alcuni aspetti del fare urbanistica messi in questione dal nuovo piano di Romano di Lombardia.
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2

Azzarelli, Andrea. "Per una storia delle polizie in epoca contemporanea. Alcune riflessioni a partire da due recenti volumi." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 546–55. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173008.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare il volume di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e il volume, curato da Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981.
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Mori, Simona. "Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Cornelli, Roberto. "Spunti dalla storia per una teoria della polizia." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 565–74. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173010.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra il 2018 e il 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave interdisciplinare, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Camposano, Raffaele. "Storia della Polizia di Stato in Dura Lex sed Lex." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 523–31. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173005.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi spunti, utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore argomenta i motivi alla base del volume a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli, Dura Lex sed Lex. Storia e rappresentazione della polizia di Stato dal 1852 alla riforma del 1981, offrendone un profilo.
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Di Giorgio, Michele. "Per una polizia nuova: alcune riflessioni a margine di una ricerca." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 532–38. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173006.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore argomenta i motivi alla base del volume, da lui scritto, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), disegnandone un profilo.
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Serena Greco. "Il coraggio di ripensare la scuola: Recensione a "Il coraggio di ripensare la scuola", Associazione Trellle, Quaderno n. 15 (aprile 2019)." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 242–44. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.34.

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Abstract:
Il coraggio di ripensare la scuola è il titolo di un rapporto pubblicato dalla Fondazione TreeLLLe nell’aprile del 2019. Si tratta di un documento, articolato in 12 capitoli, che affronta in modo organico numerosi temi strutturali del nostro sistema scolastico. La necessità di ripensare la scuola nasce dall'esigenza di colmare il ritardo culturale del paese documentato da alcuni dati preoccupanti (ad es. il 13% dei sedicenni non è presente a scuola, i giovani senza diploma (20-24 anni) sono il doppio rispetto all'Europa). Molte sono le riflessioni che questo volume ci sollecita e le suggestioni di una scuola diversa preparata a formare la persona, formare il cittadino, formare al lavoro. La proposta presentata è ambiziosa e coraggiosa, in quanto suggerisce una riforma della scuola che vede coinvolti tutti gli ambiti e gli attori in un orizzonte temporale di lungo periodo.
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Coco, Vittorio. "La polizia in Italia. Una storia complessa." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 556–64. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173009.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autore discute in particolare i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio.
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Macrì, Francesco. "LA RIFORMA DEI REATI SESSUALI IN FERMANIA DEL 2016." Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 13, no. 1 (May 5, 2018): 370. http://dx.doi.org/10.5902/1981369432281.

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Abstract:
Il legislatore tedesco ha nel 2016 riformato incisivamente la legislazione penale sessuale. La norma di maggiore impatto giuridico e simbolico è il § 177/1 StGB, che sancisce – per la prima volta in un grande ordinamento di Civil Law – la punibilità degli atti sessuali “meramente dissensuali”. Ulteriore modifica rilevante è l'incriminazione degli atti sessuali commessi “a sorpresa”, così come quella delle molestie sessuali. È stato poi introdotto un peculiare delitto “accessorio” (§ 184j StGB) che sanziona la mera partecipazione ad un gruppo che induca uno dei membri a commettere un reato sessuale. Siffatta previsione, peraltro, si connota per una strumentalizzazione simbolica del diritto penale che non appare accompagnata da un potenziamento funzionale della tutela della libertà sessuale. In un'ottica complessiva, tuttavia, va osservato come la suddetta ombra (così come altre minori) sia affiancata da importanti luci, a partire dalla svolta “consensualistica” del Sexualstrafrecht tedesco, che ad avviso dello scrivente consentono un giudizio globalmente positivo – pur con talune riserve – sulla riforma.
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Rumi, Tiziana. "LA MEDIAZIONE CIVILE E COMMERCIALE E LE NOVITÀ DELLA LEGGE DELEGA N. 206 DEL 2021." Revista Eletrônica Direito e Política 17, no. 1 (June 9, 2022): 16–52. http://dx.doi.org/10.14210/rdp.v17n1.p16-52.

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Abstract:
Tra gli strumenti ADR non aggiudicativi un ruolo di primo piano è ricoperto dalla mediazione civile e commerciale. Nell’ordinamento italiano questo istituto è stato introdotto nel 2010, per attuare la direttiva europea n. 52 del 2008 ed è stato riformato dal Decreto del Fare (d. Lgs. 69/2013) nel tentativo di renderlo più appetibile. Nonostante questo intervento normativo, a distanza di dieci anni, l’istituto della mediazione in Italia riceve ancora una scarsa applicazione ed è per questo che il legislatore, nel quadro di una più ampia riforma del processo civile,che guarda agli strumenti alternativi come strumenti complementari di composizione dei conflitti ha, con la legge delega 206 del 2021, introdotto nuovi incentivi fiscali, per la mediazione.
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Dissertations / Theses on the topic "Riforma del 2019"

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Chiavalin, Giovanni <1995&gt. "La continuità aziendale alla luce della riforma del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d. lgs. 14/2019)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15784.

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Garbo, Katia <1991&gt. "Il reato di dichiarazione infedele dopo la riforma del 2015." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8658.

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3

Bernardi, Giovanni <1986&gt. "La riforma fiscale dei fondi immobiliari ex D.L. 78/2010: impatti e prospettive." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2773.

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Abstract:
I fondi comuni d'investimento sono intermediari finanziari che raccolgono capitali, attraverso l'emissione di quote, per poi gestirli in comune professionalmente. A seguito dell'introduzione dell'art. 32 del decreto legge 31 maggio 2010, n.78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.122, nel testo da ultimo modificato dall'art. 8, comma 9, del decreto legge 13 maggio 2011, n.70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n.106, si analizzano le conseguenze della riforma fiscale.
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Simoni, Elena <1987&gt. "Il contratto di lavoro a tempo determinato: dalla Riforma Fornero al Decreto Legge n. 34/2014." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4964.

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Abstract:
Il decreto legislativo n. 368/2001, che prevede la disciplina italiana in materia di contratto a termine, ha recepito la Direttiva Comunitaria 1999/70/CE ed ha segnato il passaggio dall’elencazione tassativa della ragioni che potevano giustificare l’apposizione di un termine al contratto di lavoro, alla previsione di una clausola generale, che permetteva assunzioni a tempo determinato solo il presenza di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, anche se riferibili alla ordinaria attività dell’impresa. Oggi ad opera del decreto legge n. 34/2014, non viene più richiesta la presenza di una causale giustificatrice per la stipula di contratti di lavoro a termine, ma in compenso sono stati previsti dei limiti numerici a dette assunzioni. L’elaborato parte, quindi, da un’analisi della Direttiva 1999/70/CE per successivamente esporre la disciplina italiana in materia. Innanzitutto attraverso un breve riassunto di come è stato disciplinato tale contratto nel tempo, partendo dalle previsioni del codice del 1865 fino alla normativa vigente che ha recepito la suddetta Direttiva. Successivamente, nel terzo capitolo, viene esposta l’attuale disciplina prevista dal decreto legislativo n. 368/2001, soffermandosi sulle modifiche intervenute negli ultimi anni, con particolare riferimento: alla legge n. 92/2012, che aveva previsto una particolare tipologia di primo contratto a termine cd. acausale; al decreto legge n. 76/2013; ed infine al recentissimo decreto legge n. 34/2014, che ha apportato importanti modifiche in materia, in base alle quali viene ricondotta la legittimità del contratto di lavoro con apposizione di un termine a soli requisiti di carattere formale. Nel quarto capitolo vengono trattate le assunzioni a tempo determinato nelle cd. start up innovative, ed infine il quinto ed ultimo capitolo si riferisce al particolare caso delle assunzioni a termine da parte di Poste Italiane Spa.
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Pasini, Andrea <1994&gt. "Il decreto legge n.91 del 25 luglio 2018: una correzione alla riforma delle BCC." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16336.

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Abstract:
Il 25 luglio 2018 è stato emanato il decreto legge n.91 (entrato poi in vigore il 26 luglio con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale), definito in gergo politico-giornalistico “decreto Milleproroghe”. Questo decreto legge è stato poi convertito dal Parlamento con legge di conversione il 21 settembre 2018 (n.108). Il provvedimento del 25 luglio 2018 è composto da 14 articoli, i quali vanno a toccare diverse materie dall’istruzione al finanziamento degli investimenti, dalla cultura allo sport, dalla salute ai gruppi bancari assicurativi. In tutti questi argomenti compaiono modifiche, integrazioni e sostituzioni, sia di contenuto temporale che di contenuto concettuale. Attraverso l’elaborazione di questa tesi il mio intento non sarà quello di affrontare tutti i punti del provvedimento, ma sarà quello di analizzare l’articolo 11 del provvedimento, ovvero “Proroga di termini in materia di banche popolari e gruppi bancari cooperativi”.
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Bonato, Giorgia <1993&gt. "Forme e strumenti di garanzia nelle Banche di Credito Cooperativo alla luce della riforma del 2016." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11632.

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Abstract:
Attraverso il d.l. 14 febbraio 2016, n. 18 convertito, con modificazioni, dalla l. 8 aprile 2016, n. 49, il legislatore ha delineato una nuova struttura del Credito Cooperativo e rinforzato la “rete di sicurezza” offerta dal sistema, attraverso l’introduzione della nuova figura del gruppo bancario cooperativo, al quale le B.C.C. devono obbligatoriamente aderire, per mezzo di un contratto di coesione che regola il rapporto tra le stesse e la capogruppo. Aderendo a tale contratto, le B.C.C. aderiscono direttamente anche l’accordo di garanzia in solido, che dovrà istituirsi tra queste e la capogruppo, allo scopo di ottenere un meccanismo di garanzia solidale e dunque un’unica area di responsabilità patrimoniale all’interno del gruppo. Il presente lavoro andrà quindi ad analizzare, oltre alle principali caratteristiche del nuovo gruppo e del contratto di coesione, aspetti fondamenti per comprendere il seguito, anche e soprattutto il nuovo accordo di garanzia e le altre forme di garanzia previste dalla riforma, con particolare interesse per il fondo temporaneo di natura volontaria. Non mancherà invece una parte storica iniziale sui vari strumenti e sulle varie forme di garanzia pre-riforma, in relazione con la precedente organizzazione del sistema, e una parte finale di confronto con gli altri Crediti Cooperativi europei.
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ROSSI, LUCREZIA SILVANA. "LA LEGITTIMA DIFESA NEL DOMICILIO (ART. 52 C. 2-4 C.P.) UN¿INDAGINE TRA STORIA, COMPARAZIONE, TEORIA E PRASSI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852006.

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Abstract:
L’elaborato tratta il delicato tema della legittima difesa esercitata nel domicilio, che è stato oggetto di due riforme negli ultimi quindici anni – prima nel 2006, poi nel 2019 –, suscitando diffuse critiche e contrastanti pareri in ordine alla sua esatta portata. La grande attenzione pubblica per l’istituto e i due interventi legislativi hanno stimolato l’interesse e il desiderio di approfondire l’origine, la ratio e l’evoluzione della scriminante di cui all’art. 52 c.p. Lo scopo della presente indagine è duplice: da una parte, si è cercato di comprendere le esigenze sottostanti alle riforme e, più in generale, il fondamento del bisogno così ben radicato nella società contemporanea di una differenziazione di trattamento per le aggressioni perpetrate all’interno dell’abitazione; dall’altra, invece, partendo dallo studio della disciplina attualmente in vigore e dell’applicazione concreta della medesima ad opera della giurisprudenza, si è provato a trovare un equilibrio più soddisfacente tra le esigenze diffuse e il rispetto della Carta costituzionale e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in sintesi una “contro-riforma sostenibile”. La tesi si articola in tre parti, di cui la prima è dedicata all’analisi storico-comparatistica della causa di giustificazione. In particolare, lo studio ripercorre le origini dell’istituto a partire dal diritto romano sino ai giorni nostri, cercando di evidenziare i precedenti storici atti a spiegare l’attuale predisposizione di una figura speciale di legittima difesa a beneficio di colui che sia aggredito in luoghi privati in ordine ai quali vanti uno ius excludendi alios nei confronti dell’aggressore. La ricerca storica è affiancata da un’indagine comparatistica, anch’essa impostata in prospettiva storica, che allarga lo sguardo alle scelte compiute in argomento dai principali ordinamenti europei – segnatamente quello francese e inglese –, nonché dal sistema federale statunitense. La seconda parte della tesi ha ad oggetto il diritto interno vigente; in particolare l’elaborato affronta prima la legge n. 59 del 13 febbraio 2006 e poi la legge n. 36 del 26 aprile 2019, ossia le riforme che hanno conferito rilievo alla figura speciale della legittima difesa domiciliare. A tal fine, si considera tanto il contesto politico criminale che ne ha segnato l’origine, quanto il contenuto delle riforme alla luce della giurisprudenza di legittimità; è stato infatti svolto uno studio su tutte le pronunce emesse dalla Corte di Cassazione in materia di legittima difesa domiciliare dal 1° gennaio 2000 sino al 1° gennaio 2021. Grazie a tale ricerca è emerso da una parte come la prima riforma risulti sostanzialmente priva di ricadute concrete e, dall’altra, come il secondo intervento legislativo, ove non sottoposto a un’interpretazione correttiva alla luce delle direttrici costituzionali e convenzionali europee, sia pericoloso per la tenuta del sistema. Lungo tale direttrice, l’indagine si sofferma in particolare sul ruolo che dovrebbero assumere il requisito della necessità e le presunzioni normative di legittimità della reazione. Con riferimento al caso dell’eccesso, poi, si prospettano i criteri rilevatori del grave turbamento e delle condizioni di minorata difesa a cui si ricollegano effetti scusanti. La terza ed ultima parte dell’elaborato, infine, tratta l’istituto in una prospettiva de iure condendo; nello specifico, prendendo le mosse dai risultati raggiunti attraverso l’indagine realizzata, si è provato ad avanzare una proposta di risistemazione della causa di giustificazione che si articola in tre passaggi, idealmente collegati tra loro. Secondo tale ipotesi di lavoro, l’art. 52 c.p. guadagnerebbe in razionalità ed efficacia se, anzitutto, fossero eliminati i commi disciplinanti la legittima difesa domiciliare attualmente in vigore; inoltre, alla disposizione di cui al c. 1 dell’art. 52 c.p. dovrebbe affiancarsi una scusante legata allo stato di turbamento emotivo vissuto dall’aggredito, applicabile alla fattispecie generale per i casi di eccesso e di errore sulla legittima difesa; infine, si potrebbe prevedere una presunzione iuris tantum di pericolo attuale per la sola incolumità dei presenti in caso di aggressione perpetrata all’interno del domicilio e dell’esercizio commerciale. La compresenza di tali proposte modificative sembrerebbe in grado di conferire un rinnovato equilibrio alla causa di giustificazione, da una parte dando voce e riconoscimento alle istanze diffuse, dall’altra rispettando i principi e i valori di cui la Costituzione e la Convezione europea dei diritti dell’uomo sono espressione, dall’altra ancora imprimendo una spinta contraria rispetto all’attuale tendenza antistatalista, se non addirittura anticostituzionale, di cui le due recenti riforme in materia si sono rese portavoce.
The thesis deals with the delicate issue of self defence exercised in the home, which has been the subject of two reforms in the last fifteen years – first in 2006, then in 2019 –, arousing widespread criticism and conflicting opinions regarding its exact scope. The great public attention for the institute and the two legislative interventions have stimulated the interest and the desire to investigate the origin, the ratio and the evolution of the justification regulated by art. 52 c.p. The purpose of this survey is twofold: on the one hand, an attempt has been made to understand the needs underlying the reforms and, more generally, the foundation of the need so well rooted in contemporary society for a differentiation of treatment for attacks perpetrated inside the house; on the other hand, starting from the study of the discipline currently in force and the concrete application of the same by jurisprudence, an attempt has been made to find a more satisfactory balance between the widespread needs and compliance with the Constitutional Charter and the European Convention of human rights, in short a "sustainable counter-reform". The thesis is divided into three parts, of which the first is dedicated to the historical-comparative analysis of the justification. In particular, the study traces the origins of the institute starting from Roman law up to the present day, trying to highlight the historical precedents capable of explaining the current predisposition of a special figure of self defence in favour of anyone who is attacked in private places, where individuals boasts an ius excludendi alios against the aggressor. The historical research is accompanied by a comparative survey, also set in a historical perspective, which broadens the gaze to the choices made on the subject by the main European systems – notably the French and English ones –, as well as by the US federal system. The second part of the thesis concerns the internal law in force; in particular, the paper first deals with law no. 59 of 13 February 2006 and then the law n. 36 of 26 April 2019, i.e. the reforms that have given prominence to the special figure of home self defence. To this end, both the criminal political context that marked its origin and the content of the reforms in the light of the jurisprudence of legitimacy are considered; in fact, a study was carried out on all the rulings issued by the Court of Cassation regarding home self defence from 1 January 2000 until 1 January 2021. Thanks to this research, it emerged on the one hand how the first reform is substantially devoid of concrete repercussions and, on the other hand, how the second legislative intervention, if not subjected to a corrective interpretation in the light of constitutional and conventional guidelines, is dangerous for system tightness. Along this line, the investigation focuses in particular on the role that the requirement of necessity and the normative presumptions of legitimacy of the reaction should assume. With reference to the case of excess, then, are presented the criteria for detecting the serious disturbance and the conditions of impaired defence to which excuse effects are linked. Finally, the third and last part of the paper deals with the institution from a de iure condendo perspective; specifically, starting from the results achieved through the survey carried out, an attempt was made to put forward a proposal for reorganization of the justification which is divided into three steps, ideally connected to each other. According to this working hypothesis, art. 52 c.p. would gain rationality and effectiveness if, first of all, the paragraphs governing home self defence currently in force were eliminated; furthermore, beside the provision referred to art. 52 c. 1 c.p., there should be an excuse linked to the state of emotional disturbance experienced by the attacked, applicable in cases of excess and error in self defence; finally, an iuris tantum presumption of current danger could be envisaged for the sole safety of those present in the event of aggression perpetrated within the home and business. The coexistence of these amending proposals would seem capable of giving a renewed balance to the justification, first of all giving voice and recognition to the widespread requests, furthermore respecting the principles and values of which the Constitution and the European Convention of human rights are an expression, and lastly still giving a push contrary to the current anti-statist tendency, if not even anti-constitutional, of which the two recent reforms on the subject have become spokesmen.
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Colombo, Damiano <1977&gt. "La governance dei sistemi informativi in sanità. Aspetti tecnico-organizzativi nelle Aziende ULSS venete a seguito della riforma del Sistema Sanitario Regionale (L.R. 19/2016)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18012.

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Abstract:
L'attuazione della Legge della Regione Veneto n. 19 del 25 ottobre 2016, che ha istituito l’Ente di governance della sanità regionale veneta denominato “Azienda per il governo della sanità della Regione del Veneto- Azienda Zero” ed ha individuato i nuovi ambiti territoriali delle Aziende Ulss, ha segnato l’inizio di un percorso virtuoso per tutta la sanità veneta e lanciato una sfida soprattutto per i sistemi informativi che hanno dovuto iniziare un processo di radicale rivisitazione dei paradigmi organizzativi in essere intraprendendo un percorso, tuttora in corso, di rivisitazione tecnico-organizzativa in un contesto sempre più complesso e integrato. La tesi approfondisce il ruolo dei sistemi informativi delle Aziende ULSS come leva di innovazione del sistema sanitario regionale e si focalizza sulle nuove scelte di governance e management resisi necessarie in questi ultimi anni con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico regionale. I Sistemi Informativi aziendali, per garantire un efficace contributo al sistema regionale, devono infatti rivedere e ripensare le relazioni con le altre funzioni aziendali e regionali per superare le logiche tradizionali di separazione delle competenze in compartimenti funzionali tra loro indipendenti. Nel corso della trattazione vengono quindi individuati alcuni punti strategici del percorso in fase di realizzazione, e le difficoltà nella loro attuazione, quali l’utilizzo di sistemi di terza generazione (cloud computing, sistemi iperconvergenti, FSEr…) e di nuovi metodi di progettazione, realizzazione e gestione dei sistemi informativi nella Pubblica Amministrazione (rivisitazione dei modelli di misurazione delle performance, utilizzo di soluzioni SaaS, condivisione applicativa, razionalizzazione dei datacenter...), per gestire sempre più in maniera efficace ed omogenea la continuità di cura e i servizi ai cittadini, all’interno del nuovo assetto organizzativo.
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Polato, Alessandro <1994&gt. "LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO: UNO STUDIO DEL SISTEMA VENETO CON UNO SGUARDO ALLA RIFORMA AVVENUTA CON LA LEGGE 49/2016." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16752.

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Abstract:
Le banche di credito cooperativo sono un particolare tipo di banca prevista e disciplinata dalla legge italiana (artt. 33 e seguenti del Testo Unico Bancario). L’importanza delle BCC è sintetizzata dalle caratteristiche del modello produttivo italiano, basato, in misura significativa, su distretti industriali e su piccole e medie imprese, radicate sul territorio e integrate con le comunità e le istituzioni locali. Queste caratteristiche si riscontrano benissimo nell’economia della Regione Veneto che, infatti, è la regione dove sono nate le prime BCC d’Italia e dove hanno avuto (ma ancora oggi ricoprono) un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’intero territorio regionale, dovuto proprio al loro forte radicamento con le zone di competenza. La tesi, partendo con un’introduzione generale sulle BCC e le loro peculiarità, vuole studiare principalmente il fenomeno di questa tipologia di banca, il loro ruolo e l’importanza che ricoprono nella Regione Veneto, per poi passare ad analizzare le modifiche e i cambiamenti avvenuti con la Riforma dell’intero sistema nazionale del Credito Cooperativo con la Legge 49/2016.
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SANNA, ROBERTO. "Siti istituzionali e trasparenza: dalla legge 241/90 alla legge 69/2009 e alle riforme del Codice dell’amministrazione digitale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2012. http://hdl.handle.net/11584/266180.

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Abstract:
This work addresses a theme back in the limelight both in the lexicon and in the community feeling: administrative transparency. “Glass House”, as he said Filippo Turati in 1908 about manner how all public bodies should be; or “House with tinted windows”, as Aldo Sandulli denounced in an article in 2007, a bitter commentary on the reforms introduced by legislator regarding the right of access? I have tried to figure out what was the legislative policy that has been lead in relation to these two extremes. Moreover, if it is true, as taught by the doctrine, by Arena on, that the absolute transparency is a myth unattainable as well as not advisable - because there may be interest that, in fact, may require confidentiality to protect their best, even temporarily – however, the relationship between transparency and secret can not be identified just by finding in the first one the rule and in the second one a limited exception. From this study it was found that the administrative transparency, as category broader than advertising, which relates to a relationship between “genus” and “species”, is mainly an aspect of the administration, an aspiration of public authorities, which is incompatible with the attempt to compress into a single legal institution. The administrative transparency has its murky origins in the insights of two giants lived in the eighteenth century: Rousseau who was convinced of the absolute need for visibility of the acts of public bodies, and especially Kant who, in a strong opposition to the absolute rulers and their dominant “arcana imperii”, go beyond the mere political value in order to assign it a moral significance, by using the famous maxim “All actions relating to the right of other men, whose maximum penalty is not susceptible to advertising, are unjust”. From philosophy through history, and reaching out the right, this work came across the “arcana burocratici”. In fact, investigating since the pre-Unification of Italy, I took both the persistent immanence of the secret and its mutation: born first as synonymous with professional secret, as a consequence of the fiduciary relationship that develops between administrators and administered; however, with the emergence of modern States and of bureaucratic administration, it assumes the guise of a specialized knowledge of the public employee, and this marks the landing to “arcana burocratici”. However, this indomitable strength of the administrative secret must be reckoned, especially since 1948, with the new values introduced by the Constitutional Charter which, even if it never explicitly mentions the transparency, contemplates it again and again as a result of the elasticity of its principles: from the democratic one to the manifestation of thought one, or to the political rights or the association and assembly rights, and to advertising right, not to mention the crucial relationship with the principle of impartiality, which all require to resize the strength of administrative secret. This work then gave importance to transparency in ordinary legislation, especially in the Law 241 of 1990, with particular attention to the comparative perspective of the influences arising from the American FOIA, with its model of free access of public documents without subjective filters, in order to detect the distance, since the first hour, between the law project designed by the Subcommittee Nigro and the legislator, regarding the right of access to administrative documents, long time considered as the teaching tool that can perform two functions: to protect individual situations and check public action in a democratic sense. Do not think so the legislator who, since the beginning, relegates it to the mere operation of self-interest and diminish its democratic value, introducing a filter to its use by all citizens that, not only will never fail, but indeed, in subsequent reforming steps, especially in the law n. 15 of 2005, will be accentuated. But these legislative policies, going in the direction opposite to the constitutional requirements, forcing me to investigate other sources, in particular the Digital Administration Code of 2005 and the operation “Trasparenza” launched by the Minister Brunetta in 2009, in order to assess how the system recovers constitutional consistency. And so, on the basis of the emergence since the early 90's of the new standard of communication and maximizing the standard of publicity, this work has noticed that the Italian system was marked by an inexorable passing of the torch of transparency instruments, from the right of access to documents, never too loved by the legislator in terms of transparency, to the on-line publication of information on institutional websites of public bodies. It emerged, based on the new possibilities offered by ICT, a model of transparency as a synonym of potential total accessibility. We move from access to documents to any information accessibility, both the one concerning the activities carried out by institutions, both the one relating to employees. Information that is potentially infinite in number, favoured by the slow passage of the Italian administration to digitization. It is “the triumph of transparency?” Not really: the identified risks are many. From the possible information overload, to the risk of its quality: the accumulation does not guarantee the reliability or fact, nor its significance and hence no guarantee on increasing transparency. Legal issues, such as the adversarial relationship with privacy, that are carried by the counterparties, and technological issues; think of the digital divide still suffered from many Italian citizens who have no access to broadband internet. Finally, in the background, the great fundamental question: why the legislator has staked everything on transparency, as a synonym for release of information on the entities in the network, and cut out of the game the right of access? In the opinion of the writer, when you think in terms of high aspirations, who aspire to ethics and, ultimately, to virtuous behaviours, it would be better to proceed by accumulation and never by exclusion.
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Books on the topic "Riforma del 2019"

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Vallebona, Antonio. La riforma del lavoro 2012. Torino: G. Giappichelli editore, 2012.

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Asprella, Cristina. La riforma del processo civile dal 2005 al 2009. Milano: Giuffrè editore, 2009.

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Zanetti, Melania. Dalla tutela al restauro del patrimonio librario e archivistico. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-215-4.

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Abstract:
Il volume raccoglie gli atti di due convegni organizzati nel 2016 e nel 2017 dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova e con l’Associazione Italiana dei conservatori e restauratori degli archivi e delle biblioteche (AICRAB). Il ritorno allo Stato nel 2015 delle funzioni di tutela dei beni librari, in precedenza delegate dallo Stato medesimo alle Regioni, è stato il tema del primo convegno ed è il filo conduttore delle riflessioni raccolte nella prima parte del volume. Esse si concentrano sull’organizzazione delle nuove Soprintendenze archivistiche e bibliografiche e sulle criticità comportate dalla riforma istituzionale. Il restauro, la più complessa tra le attività di conservazione del patrimonio storico, eppure irrinunciabile laddove la degradazione ne precluda la fruizione e ne metta a rischio la trasmissione al futuro, è stato l’argomento del successivo convegno. Nella seconda parte del volume, i diversi contributi riflettono sulle radici storiche e sull’evoluzione delle prassi di restauro del patrimonio manoscritto; si presentano inoltre alcuni casi di intervento metodologicamente esemplificativi, ponendo infine l’accento sull’apporto, oggi irrinunciabile, offerto dalla ricerca scientifica per migliorare la qualità degli interventi.
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Punzi, Carmine. Il processo civile: Sistema e problematiche : le riforme del quadriennio 2010-2013. Torino: G. Giappichelli, 2013.

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5

Nogler, Luca, Giorgio Bolego, and Marino Marinelli. La riforma del mercato del lavoro: Legge 4 novembre 2010, n. 138. Torino: UTET giuridica, 2012.

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6

Bartoloni, M. Eugenia. L'Unione europea e la riforma del governo economico della zona euro. Napoli: Editoriale Scientifica, 2013.

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7

Persiani, Mattia, Stefano Liebman, and Ilario Alvino. Il nuovo diritto del mercato del lavoro: La Legge n. 92 del 2012 (c.d. "riforma Fornero") dopo le modifiche introdotte dalla Legge n. 99 del 2013. Torino: UTET giuridica, 2013.

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8

Responsabilità genitoriale e riforma della fililazione: Commento al D.lgs. 154/2013 (in G.U. n. 5 del 8/01/2014). Santarcangelo di Romagna (Rimini): Maggioli editore, 2014.

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Marinis, Nicola De. I nuovi licenziamenti: Dopo la Legge di riforma del mercato del lavoro 28 giugno 2012 n. 92. Bari: Cacucci editore, 2012.

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Achielle, Saletti, and Sassani Bruno, eds. Commentario alla riforma del Codice di procedura civile: Legge 18 giugno 2009, n. 69. Torino: UTET giuridica, 2009.

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Book chapters on the topic "Riforma del 2019"

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Comenale Pinto, Michele M. "L’UTILIZZAZIONE COMMERCIALE DELLE UNITÀ DA DIPORTO E LA RIFORMA DEL 2017 DEL CODICE DELLA NAUTICA DA DIPORTO IN ITALIA." In Navegación de recreo y puertos deportivos: nuevos desafíos de su régimen jurídico, 141–56. Marcial Pons, ediciones jurídicas y sociales, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1grb9g2.10.

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