Books on the topic 'Riforma costituzionale del 2008'

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1

Cavino, Massimo. La Quinta Repubblica francese dopo la riforma costituzionale del 2008. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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2

Rigano, Francesco, and Ernesto Bettinelli. La Riforma del Titolo V della Costituzione e la giurisprudenza costituzionale: Atti del Seminario di Pavia svoltosi il 6-7 giugno 2003. Torino: G. Giappichelli, 2004.

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3

Alesio, Massimiliano. La legge di attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione: L. 5 giugno 2003, n. 131, recante "Disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3". Livorno: Prime note, 2003.

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4

Bevere, Antonio. La Democrazia riformata: Analisi del progetto di riforma costituzionale. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2004.

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5

Chieffi, Lorenzo. La magistratura: Origine del modello costituzionale e prospettive di riforma. Napoli: E. Jovene, 1998.

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6

costituzionalisti, Associazione italiana dei. La riforma costituzionale: Atti del convegno, Roma, 6-7 novembre 1998. Padova: CEDAM, 1999.

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7

Ferrara, Antonio, and Michele Ainis. Le autonomie territoriali nella riforma costituzionale: Atti del forum, Roma, 27 febbraio 1998. Milano: A. Giuffrè, 2001.

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8

Ganino, Mario. La riforma costituzionale in Unione Sovietica: La legge di revisione del 1⁰ dicembre 1988. Torino: G. Giappichelli, 1989.

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9

Giorgio, Berti, De Martin Gian Candido, and Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche "Vittorio Bachelet"., eds. Il Sistema amministrativo dopo la riforma del Titolo V della Costituzione: Atti del Convegno, Roma, 31 gennaio 2002. Roma: LUISS, 2002.

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10

Alessandra, Pioggia, and Vandelli Luciano, eds. La repubblica delle autonomie nella giurisprudenza costituzionale: Regioni ed enti locali dopo la riforma del Titolo V. Bologna: Il Mulino, 2006.

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11

Bartoloni, M. Eugenia. L'Unione europea e la riforma del governo economico della zona euro. Napoli: Editoriale Scientifica, 2013.

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12

1926-1987, Tosi Silvano, Chiti Mario P, and Sturlese Laura, eds. La riforma costituzionale: Atti del convegno di studi in ricordo di Silvano Tosi, Firenze, 27-28 marzo 1998. Milano: Giuffrè, 1999.

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13

Rossi, Emanuele, Elena Ferioli, and Paolo Carrozza. Sussidiarietà e politiche sociali dopo la riforma del Titolo V della Costituzione: Atti del Convegno svoltosi a Pisa il 27 e 28 settembre 2002. Torino: G. Giappichelli, 2004.

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14

Capaldo, Giuliana Ziccardi. Attuazione dei trattati internazionali e Costituzione italiana: Una riforma prioritaria nell'era della comunità globale : atti del Convegno internazionale, Università di Salerno, 13-14 dicembre 2001. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2003.

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15

Istituto di studi sulle regioni (Italy). La potestà statutaria regionale nella riforma della Costituzione: Temi rilevanti e profili comparati : materiali della commissione di studio e atti del seminario : Roma, 29 marzo 2001. Milano: A. Giuffrè, 2001.

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16

Patrimonio costituzionale europeo e tutela dei diritti fondamentali: Il ricorso diretto di costituzionalità : atti del convegno di Pisa, 19-20 settembre 2008. Torino: G. Giappichelli, 2012.

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17

Mariangela, Regoliosi, ed. Lorenzo Valla: La riforma della lingua e della logica : atti del convegno del Comitato Nazionale VI centenario della nascita di Lorenzo Valla : Prato, 4-7 giugno 2008. Firenze: Polistampa, 2010.

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18

Casadei, Ettore, and Giulio Sgarbanti. Il nuovo diritto agrario comunitario: Riforma della politica agricola comune, allargamento dell'Unione e Costituzione europea, diritto alimentare e vincoli internazionali : atti del convegno organizzato in onore del prof. Luigi Costato (in occasione del suo 70° compleanno), Ferrara-Rovigo, 19-20 novembre 2004. Milano: A. Giuffrè, 2005.

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19

Bologna, Chiara. Stato federale e «national interest». Le istanze unitarie nell'esperienza statunitense. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg253.

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Abstract:
Le crescenti richieste di maggior autonomia da parte degli enti territoriali, stimolate dal processo di globalizzazione dell'economia e dalla crisi fiscale dello stato sociale, non fanno venir meno la necessità di interventi delle istituzioni nazionali che preservino l'unità giuridica e la coesione sociale dello stato. L'esperienza del regionalismo italiano è sotto questo profilo emblematica: il venir meno, con la riforma costituzionale del 2001, della clausola dell'interesse nazionale, non ha fatto venir meno l'esigenza di tutelare le istanze unitarie, richiedendo, come ha sottolineato la Corte costituzionale in più occasioni, «una deroga alla normale ripartizione di competenze». Può essere allora interessante cercare di capire come tale deroga sia avvenuta in un ordinamento, come quello statunitense, che si confronta da più di due secoli con la ripartizione verticale del potere e che sembra oggi, con la presidenza di Barack Obama, avviarsi ad una nuova stagione di vigorosi interventi nazionali. L'osservazione di un sistema come quello statunitense, propriamente federale, è ancor più utile in presenza di un innegabile avvicinamento tra il modello dello stato federale e quello dello stato regionale. Con quali meccanismi, allora, la federazione statunitense ha superato i limiti che il catalogo dei poteri enumerati in Costituzione sembrava assegnarle? Con quali strumenti è intervenuta, ad esempio, per garantire diritti civili e sociali?
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20

La Riforma dell'ordinamento regionale: Le modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione : atti del Seminario, Roma, 29 settembre 2000. Milano: A. Giuffrè, 2001.

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21

Gustapane, Antonello. Il ruolo del pubblico ministero nella Costituzione italiana. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg259.

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Abstract:
La Costituzione italiana ha trasformato in maniera innovativa il ruolo del pubblico ministero: da rappresentante del potere esecutivo presso l’autorità giurisdizionale, gerarchicamente sottoposto al Ministro della giustizia, che è tipico dei paesi di civil law , ad autonomo potere pubblico, titolare della pretesa punitiva dello Stato da esercitare obbligatoriamente nei casi stabiliti dalla legge e secondo le forme del giusto processo, e inserito nell’ambito dell’ordine giudiziario governato dal Csm. Nel volume, i principi costituzionali in tema di funzione requirente vengono quindi sviluppati sino a sostenere che, per rispettare appieno il ruolo che la Costituzione attribuisce al pubblico ministero di promotore a fini di giustizia dell’intervento decisorio del giudice, i poteri direttivi, che la riforma Castelli/Mastella conferisce al procuratore della Repubblica, devono essere interpretati in modo da rispettare la posizione di esclusiva sottoposizione alla legge costituzionalmente conforme, che è propria di ogni magistrato ordinario, compreso quello addetto alle funzioni requirenti. La ricerca si chiude difendendo i sempre attuali principi costituzionali sul pubblico ministero dai tentativi di stravolgimento operati con il disegno di legge costituzionale sulla giustizia presentato il 7 aprile 2011 dalle forze politiche di centro-destra.
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22

Pacilli, Matteo. L’abuso dell’appello. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg277.

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Abstract:
Questa riflessione sistematica sull’abuso dell’appello muove dalla constatazione della difficoltà di assicurare la tutela giurisdizionale nel doppio grado: il principio costituzionale di ragionevole durata del processo si riflette nel concetto di abuso, vale a dire nella richiesta di protezione giuridica di posizioni che non ne sono meritevoli. Le recenti e non terminate tensioni legislative, che hanno visto l’introduzione nel 2012 del c.d. filtro in appello, esprimono la fatica nel trovare un giusto equilibrio fra il diritto di difesa e la necessità di sfoltire rapidamente le impugnazioni abusive. Tradizionalmente, l’interesse ad impugnare è stato identificato con la semplice soccombenza. L’autore propone, invece, di integrare tale presupposto dell’azione impugnativa con la sussistenza di una ragionevole attesa di ottenere un risultato utile. Se questo ulteriore elemento manca, l’appello risulta carente di interesse e quindi abusivo, il che giustifica l’adozione, da parte del legislatore, di misure (quelle attuali o altre diverse e future) idonee a permettere la reiezione dell’impugnazione in via immediata. Il punto non è solo italiano e l’autore lo dimostra analizzando le soluzioni di altri sistemi, da quello dell’Unione europea a quello tedesco, talora impropriamente assunto a modello della riforma del 2012. Le tesi svolte nel volume si distaccano, in una certa misura, dalla posizione della dottrina prevalente che ha ampiamente criticato l’introduzione del filtro in appello, proponendo invece una lettura che, almeno in parte, recupera in positivo l’iniziativa del legislatore
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23

Curi, Francesca. Profili penali dello stress lavoro-correlato. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg270.

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Abstract:
La storia del lavoro è sin dalle sue origini intrecciata con la storia della sua liberazione dalla fatica. Il modello tayloristico dell’operaio come “gorilla ammaestrato” ha ceduto il posto, a seguito di un lento processo evolutivo, a un’organizzazione produttiva nella quale, oltre alla salute, viene assicurato anche il “benessere” psico-fisico del lavoratore. In base al d.lgs. n. 81/2008, tra gli obblighi non delegabili del datore di lavoro, rientra la previsione del rischio stress lavoro-correlato. Dilatare la posizione di garanzia fino a farvi rientrare forme di “malessere” che non assurgono al rango di malattia, arrestandosi al livello di un più generico disagio, può alterare la proporzione tra offesa al bene giuridico e mezzi di difesa, con conseguente violazione di alcuni fondamentali principi di ordine costituzionale. A ciò va aggiunto il costo di una intrinseca inefficacia della formulazione punitiva applicata. In una prospettiva necessariamente de iure condendo si può quindi pensare di valorizzare la “novità” del sistema introdotta dal d.lgs. n. 231/2001. Dotata di un più penetrante effetto dissuasivo, la previsione di una responsabilità diretta della societas – secondo quanto già sperimentato nei paesi di common law – potrebbe favorire la realizzazione dei necessari adeguamenti organizzativi, volti a garantire un livello quantomeno standardizzato di benessere, salute e sicurezza sul posto di lavoro
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