Academic literature on the topic 'Riflessione critica'

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Journal articles on the topic "Riflessione critica"

1

Tusino, Silvia. "La dimensione etica all’interno dell’approccio della Responsible Research and Innovation: un’analisi critica." Medicina e Morale 69, no. 2 (July 21, 2020): 229–42. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.617.

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Abstract:
Da una decina d’anni, l’espressione Responsible Research and Innovation (RRI) ha fatto la sua comparsa nel lessico della policy europea della ricerca, ad indicare un nuovo approccio per guidare i processi di ricerca e innovazione verso la realizzazione di un futuro desiderabile. Tale approccio si concretizza in cinque obiettivi chiave, tra cui la considerazione della dimensione etica. L’analisi delle motivazioni alla base della RRI e delle sue peculiarità mette in luce che questo approccio intercetta istanze importanti, in particolare la necessità di incentivare una precoce interazione tra riflessione etica, da un lato, e ricerca e innovazione scientifico-tecnologica, dall’altro. Tuttavia, il modo in cui viene concepito il ruolo della riflessione etica all’interno della RRI presenta notevoli limiti, che rischiano seriamente di ridimensionare l’impatto che tale riflessione può avere sui processi di ricerca e innovazione. Tali limiti sono riconducibili in particolare all’approccio top-down tipico della RRI; all’insufficiente approfondimento del significato della componente della dimensione etica maggiormente innovativa e peculiare – quella della riflessione critica sugli impatti sociali della ricerca e dell’innovazione; alla mancata individuazione della specificità del contributo che la riflessione etico-normativa può offrire. Tali limiti emergono sia dall’analisi del modo in cui la dimensione etica viene interpretata nel paradigma RRI e concretizzata dalle istituzioni di ricerca, sia dall’analisi della riflessione e delle esperienze in materia di “etica in laboratorio”. Il bilancio critico si conclude con l’indicazione di alcune aree in cui il contributo dell’etica e dei filosofi morali appare fondamentale.
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2

Mazzara, Bruno, and Lorenzo Montali. "Il genere in psicologia sociale: questioni epistemologiche e metodologiche." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 21–29. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002003.

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Abstract:
Nella ricerca sul genere, la proposta di una prospettiva teorica innovativa - centrata sulla critica al riduzionismo biologista e all'essenzialismo - si č accompagnata a una riflessione critica sull'approccio cognitivoe sulla sua caratterizzazione di genere, il. Tale riflessione viene discussa nell'articolo in relazione a temi epistemologici - il realismo e la svolta linguistica - e metodologici, relativi al confronto tra metodi qualitativi e quantitativi. Dall'analisi emerge come alcune delle questioni poste, in particolare dalla psicologia femminista, quali la soggettività del ricercatore, il ruolo del contesto, il tema del potere nelle relazioni ricercatori-ricercati, costituiscano dimensioni problematiche tuttora rilevanti per chi fa ricerca psicosociale.
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3

Gatto, Marco. "Il capitale come totalizzazione. Jameson erede di Sartre." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 42 (January 2012): 133–44. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042010.

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Abstract:
Fredric Jameson, considerato il massimo critico e teorico di ispirazione marxista nel mondo angloamericano, sin dagli esordi ha proposto una lettura dei concetti piů rilevanti della Critica della ragione dialettica di Sartre, indirizzandoli verso una critica del capitalismo, letto come fenomeno di totalizzazione. L'obiettivo del saggio č discutere l'ereditÀ del pensiero di Sartre nella riflessione marxista contemporanea sulla totalitÀ, nella quale pare emergere, in particolare, un'analisi dei suoi movimenti formali: nella recente disamina di Jameson, per esempio, l'attualizzazione di Sartre č diretta verso la costituzione di una ‘poetica della totalitÀ', in cui estetica e politica trovano una relazione filosofica ponendosi quali forme di resistenza alla totalitÀ capitalistica.
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Bilancia, Francesco, and Sandra Regina Martini. "Il referendum del Regno Unito sulla Brexit ed il suo impatto sul mercosul nella prospettiva dei diritti sociali." Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & Justiça 11, no. 37 (December 30, 2017): 35–63. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v11i37.123.

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Abstract:
Prendendo le mosse dalle tematizzazioni polemiche professate durante la campagna referendaria svoltasi nel Regno Unito per il voto del giugno 2016 sulla Brexit, il saggio apre una riflessione critica sulle trasformazioni da tempo in atto, nel diritto dell’UE e nella giurisprudenza della Corte di giustizia così come in alcuni ordinamenti degli Stati membri, in relazione ai diritti alle prestazioni sociali dei cittadini europei residenti in Paesi membri diversi dal proprio ed al possibile impatto di tale fenomeno su altri sistemi integrati di mercato come il Mercosul. Il quadro che ne emerge induce a più approfondite riflessioni sulle cause della crisi di legittimazione attuale dei sistemi di integrazione politica ed economica, come il processo di integrazione europea, il cui cedimento è gravemente accelerato dalla messa in discussione dei diritti sociali in danno di una più forte nozione di cittadinanza europea; e come in altre realtà istituzionali e sociali, in particolare nel Mercosul.
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Rago, Sabrina, Valentina Rita Andolfi, Alessandro Antonietti, Giuseppe Iannoccari, Nicoletta Porcu, and Chiara Valenti. "Potenziare la flessibilità cognitiva in età anziana: gli effetti di un training." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 691–712. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002011.

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Abstract:
L'aumento delle prospettive di vita invita a una riflessione sul tema dell'invecchiamento evidenziando l'importanza della presa in carico dell'anziano per promuoverne il benessere. In tale contesto la flessibilità cognitiva assume un ruolo fondamentale per i numerosi benefici che produce negli an-ziani. In questa prospettiva è stato condotto uno studio per verificare l'efficacia del training "Flexi-train - Programma di potenziamento della flessibilità cognitiva nell'invecchiamento", rivolto ad anziani sani, confrontando un gruppo sperimentale sottoposto all'intervento di potenziamento con un gruppo di controllo. I risultati mostrano che nel post-test i soggetti del gruppo sperimentale hanno ottenuto punteggi maggiori di flessibilità cognitiva rispetto al gruppo di controllo. Inoltre emerge una maggiore capacità riflessiva e una consapevolezza critica più eleva-ta nel primo gruppo rispetto al secondo. Il training appare essere uno strumento adeguato per sviluppare nell'anziano strategie cognitive e riflessioni sul funzio-namento mentale utili all'adattamento nella vita quotidiana.
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Garzaniti, Marcello. "Le più recenti ricerche sui vangeli slavi (1999–2016). Qualche riflessione critica." Studia Ceranea 6 (December 30, 2016): 25–41. http://dx.doi.org/10.18778/2084-140x.06.02.

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Cavallaro, Luigi. "Darwin versus Marx? Note in margine a un libro di Giovanni Jervis." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2010): 315–29. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003002.

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Abstract:
Il libro di Giovanni Jervis Individualismo e cooperazione. Psicologia della politica (2002) segna l'approdo di una riflessione critica avviata alla fine degli anni 1970, allo scopo di esplorare le forme e i problemi della cooperazione interindividuale e di identificare degli "universali psicologici" in grado di definire il ruolo della psicologia nei riguardi della politica e di offrire un "fondamento oggettivo" a qualsiasi cultura umana. Sebbene Jervis probabilmente intendesse usare Darwin contro Marx, l'autore argomenta che dalla sua riflessione complessiva emergono in realtŕ molti spunti a favore della insopprimibile "storicitŕ" degli individui, per come risulta dai condizionamenti sociali cui sono soggetti fin dalla nascita: vero antidoto contro certi approcci "universalistici" che troppo spesso trasmettono, insieme ad acquisizioni scientifiche (o perfino senza di esse), motivi ideologici ben precisi, legati alla difesa di interessi storicamente definiti.
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Boccon, Elena, Domenico Massano, Alessandro Milanesio, Antonio Murtas, and Matteo Viberti. "Un processo di produzione vinicola come rottura della prassi normalizzante." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (September 2021): 149–67. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-001013.

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Abstract:
Il lavoro descrive come dal 2015 ad oggi siano state accolte circa quindici persone con fragi-lità all'interno della progettualità 8Pari. I beneficiari sono persone che hanno avuto poca possibilità di sperimentare le proprie capacità e competenze lavorative, in parte a causa delle difficoltà e fragilità presenti (non per tutte legate alla disabilità) ma anche e soprattutto a causa della mancanza di contesti idonei ad accoglierli. In questo lavoro si presenta una ri-flessione sulle dinamiche di inclusione generate dall'azione produttiva nel contesto agricolo, in una prospettiva aperta ed in divenire. Le persone che ogni giorno creano il vino 8Pari so-no state coinvolte direttamente nel processo di raccolta delle informazioni propedeutiche alla scrittura e riflessione critica. In particolare, nel lavoro si illustrano tre dimensioni: storica, riepilogativa di 8Pari nei suoi sviluppi identitari fino ad oggi e come esso si sia intersecato al contesto sociale e lavorativo circostante; fenomenologica, esplorativa dei vissuti emotivi e delle dinamiche relazionali vissute dai lavoratori rispetto alla pratica quotidiana e rispetto al contesto esterno. E "prospettica", ipotizzando come la pratica di 8Pari possa essere miglio-rata e integrata tentando di superare i tradizionali modelli di inclusione, per portare al cen-tro del dibattito una riflessione critica e un'azione trasformativa sulla dicotomia normali-tà/disabilità.
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Mocca, Alessandro. "Apprendimento e insegnamento nel contesto odierno." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 171–88. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013012.

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Abstract:
L'articolo muove dalla distinzione tra due approcci nella formazione, definiti come "educare" e "apprendere"; il primo indica la prospettiva normativa-comportamentale eterodiretta, caratterizzata dal controllo, considerando la conoscenza come oggettivabile e trasmissibile; il secondo una prospettiva che fa i conti con la soggettivitŕ, necessariamente autoriflessiva e caratterizzata da una visione autonoma del partecipante. L'apprendimento č riflessione in azione, quindi riflessione critica, capace di mettere in discussione degli assunti di base che guidano l'interpretazione della realtŕ offrendo l'occasione per una significativa tras-formazione. Fondamento dell'apprendimento č la capacitŕ di apprendere dall'esperienza e dagli errori. La difficoltŕ di apprendere da errori e dall'esperienza č una difficoltŕ che trova la sua origine nel mondo interno del soggetto. Si puň quindi affermare che il processo di conoscenza umana dipende da fattori emotivoaffettivi profondi in gioco in ogni relazione e contesto esperienziale.
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Galderisi, Adriana, Sara Gaudio, and Giovanni Bello. "Le aree interne tra dinamiche di declino e potenzialità emergenti: criteri e metodi per future politiche di sviluppo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 133 (March 2022): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133001.

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Abstract:
Il saggio propone una riflessione critica sui criteri adottati dalla SNAI per la perimetrazione delle aree interne e la selezione di ambiti pilota. Il percorso metodologico, testato su Campania e Basilicata e replicabile sull'intero territorio nazionale, definisce criteri e indicatori in grado di disvelare, oltre alle ben note dinamiche di declino, il potenziale dei territori interni, a supporto di una più adeguata definizione degli ambiti di intervento e delle strategie di sviluppo.
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Dissertations / Theses on the topic "Riflessione critica"

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Andreozzi, M. "POSSIBILITÀ E VALIDITÀ DELL'ETICA AMBIENTALE. UNA RIFLESSIONE CRITICA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233323.

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Abstract:
The Possibility and Legitimacy of Environmental Ethics. A Critical Survey Several environmental problems are currently seriously undermining the traditional belief that the moral community should be restricted to human beings only. New scientific theories, especially in the fields of biology, ethology, and ecology, together with recent scientific discoveries demonstrating how human activities are jeopardizing ecosystem services urge for a paradigmatic change in our moral convictions. Environmental ethics has taken up the challenge and opened an extremely urgent and inspiring call for philosophical research. This is the call for extending moral values and moral status to non-human and non-paradigmatic entities, regarding them as moral patients. I accepted this call with great enthusiasm and with a strong personal commitment to issues of extreme relevance for the global agenda. Moral value and moral standing express a variety of meanings and refer to different fields of study. This means that the two concepts pose different questions. Regarding the former notion – the value of nature – we should thoroughly answer three questions at least: ‘what is value?’, ‘what is the origin of value?’, and ‘what is of value?’. In reference to the latter – the moral status of nature – we should ask: ‘which entities should we consider?’, ‘what should we consider about these entities?’ and ‘how much weight should we give to these considerations?’. Most arguments on environmental ethics still conflate the two concepts and their relative questions. I claim that providing separate answers to the different questions behind the two concepts is a required step toward the rethinking of the way in which we should relate with nature, as well as the way we should handle matters of policy regulations concerning nature. Indeed, this is the only way to reserve to natural entities the same respect we owe to moral patients. The main aim of my research is to analyze the possibility and the legitimacy of a non-anthropocentric environmental ethic. In pursuing this aim, I primarily demonstrate the possibility and need to extend the status of moral patient beyond the ideal paradigmatic human being. I also provide an original categorization of several theoretical projects that have been proposed in the last few decades. In this perspective, I demonstrate the originality and relevance of environmental ethics in the broader contemporary philosophical debate. While its originality consists in the decentering of ethical reflection from an exclusively human scope, its relevance is based mainly on its questioning of the notions of moral value and moral status when applied to new categories of moral patients, thus leaving open the possibility to construct ethical systems able to respect them. Secondly, my study comprises a constructive critique of the most significant moral theories debated in the field and outlines a personal theoretical proposal for a new environmental ethic. My claim is that the refusal of ethical and ontological supremacy of human beings is not only necessary, but also sufficient to set the foundation for a formally and materially valid ethical system. Even without abandoning the most accepted forms of moral epistemology, it is nonetheless possible to admit the need to respect different kinds of non-human and non-paradigmatic moral patients. It is necessary in this perspective to keep a clear distinction between the moral values and the moral status of these entities: even if it is imperative to admit the existence of bearers of intrinsic value that are not humans, this would not necessarily give them a moral status similar to ours. My main thesis is that, if compared to other environmental ethics examined here, such a theoretical proposal is not only more in agreement with Western philosophical tradition – as it can overcome anthropocentrism without going against humanism – but also able to both uphold the necessity to extend the moral community beyond humanity and guarantee the protection of the environment. In my research concerning the extension of the notion of moral patient beyond space, time, and human scope, I divided this main question into three additional problems: the possibility, the formal legitimacy, and the material legitimacy of a non-anthropocentric ethic able to extend its normative discourse to the whole of nature. It is along these three research paths that my study proceeds and I consequently organized my work into three parts. With regard to the content, the first part is mainly descriptive, the second one expositive, and the third one critical. However, from a methodological point of view, in all three parts I endorse an analytic perspective to advance concrete proposals. My effort throughout the study is to demonstrate the philosophical possibility and the ethical necessity to argue for the need to respect the non-human parts of the natural world using arguments that do not rely on definitions of the good of humanity.
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Mirto, Linda. "Truismes di Marie Darrieussecq: riflessione sulla traduzione italiana." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10743/.

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Levorato, Riccardo <1996&gt. "La logica della disgregazione. Indagine sulla funzione critica della riflessione dialettica in Adorno e in Hegel." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20132.

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Abstract:
Il proposito di questo elaborato è di analizzare il nesso tra riflessione dialettica e critica per come messo a tema nel pensiero di Theodor Adorno e G.W.F. Hegel. Nelle sue tre parti analizza, rispettivamente, in prima istanza i luoghi testuali fondamentali di Scienza della logica e di Dialettica negativa ove vengono messe a tema le determinazioni essenziali del procedimento riflessivo-dialettico, sulla base delle quali vengono caratterizzate le proposte filosofiche dei due autori nella loro reciproca esclusività; in seconda battuta si sofferma sulla risorsa che suddetti modelli dialettici costituiscono per lo svolgimento della cosiddetta “teoria critica della società”, nel raffronto dunque che il pensiero deve intrattenere con le urgenze avanzate dalla realtà sociale e politica contemporanea, sorta nel contesto costituito dal cosiddetto “illuminismo” e dal processo di razionalizzazione delle relazioni sociali che questo rappresenta; in terzo luogo conclude il percorso concentrandosi sui nodi aporetici della proposta adorniana, sullo sfondo della dirimente questione se la critica dialettica possa avere un esito positivo, se possa fungere da strumento per la determinazione teorica dei nessi sociali, se possa dunque avere un ruolo per un rinnovamento dell’impresa illuministica medesima. La tesi che questo studio propone risponde positivamente a questa domanda, tenta di valorizzare la dialettica hegeliana quale luogo di una compiuta circolazione di logica speculativa e critica sociale e prospetta, da ultimo, una concezione di illuminismo che riscopra al proprio interno una tensione eminentemente etica.
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Formisano, Roberto <1981&gt. "Percorsi in Prima Philosophia: la riflessione fenomenologica in Michel Henry. Essenza della manifestazione e critica della trascendenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3232/1/FORMISANO-ROBERTO_tesi.pdf.

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Formisano, Roberto <1981&gt. "Percorsi in Prima Philosophia: la riflessione fenomenologica in Michel Henry. Essenza della manifestazione e critica della trascendenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3232/.

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SPRICIGO, BIANCAMARIA. "La "riflessione critica" sull'illecito commesso alla luce dei principi costituzionali e della teoria generale del reato: problemi e prospettive." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1797.

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Abstract:
La tesi si occupa del concetto di “riflessione critica” dell’autore di reato sull’illecito commesso. Secondo l’art. 27 d.P.R. 30 giugno 2000, n. 230, essa consiste in una riflessione dialogica concernente le condotte antigiuridiche e colpevoli, le correlate motivazioni, le conseguenze che discendono per l’autore medesimo e le possibili azioni di riparazione attuabili nella fase di esecuzione. La ricerca si sviluppa in cinque momenti: il primo capitolo focalizza l’attenzione sullo studio di un fondamento costituzionale del concetto di “riflessione critica”, anche al fine di una rinnovata lettura del finalismo rieducativo; il secondo capitolo mette in luce i punti di intersezione tra “riflessione critica” sull’illecito commesso e “teoria generale del reato”; il capitolo successivo offre una panoramica degli ostacoli e dei problemi operativi che impediscono la piena predisposizione di un modello responsabilizzante e che sollecitano ipotesi di riforma del sistema penale e penitenziario; nel quarto capitolo ci si sofferma sull’approfondimento delle premesse di un modello dialogico e riparativo di giustizia; quindi, il capitolo conclusivo si dedica a un’esplorazione dei confini e delle congruenze dei concetti di “rehabilitation” e “restorative justice”, per muovere oltre verso la considerazione di un modello di giustizia ispirato all’idea di “responsività” [John Braithwaite] e di “restorative justice dialogue” [Mark S. Umbreit]. In sostanza, lo studio mira a proporre un modello che faciliti, in modo dialogico e inclusivo, forme di responsabilità attiva nel settore penale.
The dissertation examines how offenders deal with “critical rethinking” on their crimes. According to art. 27 d.P.R. 30 June 2000, n. 230, it consists in a dialogical reflection on the wrongdoings they committed, their motivations, the consequences that follow on for the offenders themselves, and the possible reparations during the post-sentencing phase. The study is divided into five chapters. The first chapter focuses on the research for a constitutional basis of the “critical rethinking” and for a renewed understanding of the “finalismo rieducativo” (equivalent to the rehabilitative goal). The second chapter highlights the points of intersection between the “critical rethinking” and the “general theory of crime”. The third chapter summarizes the obstacles and the operative problems that hamper the implementation of this dialogical reflection and describes hints for a possible reform of the criminal justice system, particularly with regard to the post-sentencing phase. The fourth chapter proposes an in-depth analysis of some of the basic key-concepts for the introduction of a dialogical-restorative model of justice. Finally, the fifth chapter investigates the relationship between “rehabilitation” and “restorative justice” and takes into consideration a justice model that is inspired by “responsivity” [John Braithwaite] and “restorative justice dialogue” [Mark S. Umbreit]. By means of that, the study aims at providing a framework for an active assumption of responsibility in a more dialogical and inclusive culture.
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SERANDO, MANUELA. "Tecnologia e Patrimonio Culturale. Una riflessione metodologica e applicazioni pratiche legate ai Beni dell’Ateneo." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. https://hdl.handle.net/11567/1098134.

Full text
Abstract:
The thesis presents a multidisciplinary analysis, both theoretical and practical, on the application of digital technologies to cultural heritage, in terms of study, preservation, valorization and dissemination, including, for this last aspect, a special focus on accessibility. Specific attention is given to the incredibly rich universitarian cultural heritage. The technical partnership with a digital industry permitted experimentation and implementation of a variety of different state of the art techniques, and even to develop specific purpose oriented solutions on a case by case basis. In the end a product is developed that integrates together digital techniques such as 3d reconstruction, 2d and 3d virtual restoration and digitization into a single platform that offers a possible unified model for the management, enhancement and communication of cultural heritage to the public.
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SARTORI, DANIELE. "Genesi e sviluppo della clinica della formazione: il pensiero di Riccardo Massa tra riflessione e sociomaterialismo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47430.

Full text
Abstract:
This dissertation aims to trace the origin and evolution of Massa’s thought. The latter is also placed within the current debate on learning theories, and further developed thanks to Fook’s critical reflection and Latour’s actor-network theory. Firstly, Massa’s writings are discussed. The influence of Marxism, Althusser, Foucault, and psychoanalysis on Massa’s socio-materialistic understanding of the learning process is investigated. Particular attention is given to the Foucauldian notions of ‘micro-physic of power’, ‘apparatus’, and ‘clinic’. On that basis, Massa’s ‘educational apparatus’ and ‘Clinica della formazione’ [Foucauldian clinic applied to the learning process] are debated, together with their mutual relationships. Educational apparatus is proved to be the core of Massa’s thought. Thanks to this notion, Massa simultaneously granted agency to materiality, and depicted education as a complex phenomenon underpinned by both human and non-human elements in interactions between each other. The ‘educational apparatus’ also acts as a theoretical grid to be projected on the learning process under scrutiny in order to reveal its hidden complex structure. Clinica della formazione consists in the set of techniques which makes this procedure possible; hence, it is Foucauldian. Clinica della formazione is presented and placed within the Italian educational debate of the 80’s-90’s. Moreover, its goals and methods are debated. Clinica della formazione is proved to be anthropocentric: it does not grant agency to non-human and it is based on a reflective process. In order to highlight the gap between Clinica della formazione and Massa’s original socio-materialistic epistemological background, the notions of reflection and reflexion are discussed, together with the works of Dewey, Kolb, Schön, Mezirow, Sheppard, Brookfield, and Fook. In order to further develop Clinica della formazione as a consultancy and supervision methodology, a contamination between Clinica della Formazione and Fook’s critical reflection is suggested. Latour’s actor-network theory (ANT) is identified as the most suitable research methodology to investigate the learning process according to Massa’s original materialistic epistemology. History and key aspects of ANT are presented; its position within Science and Technology Studies debated. The impact of ANT on educational research is discussed. Massa’s work is lastly compared to Latour’s one: the notion of ‘educational apparatus’ is compared to Latour’s notion of ‘network’ and Massa’s learning theory is reread taking into consideration Latour’s concepts of ‘translation’, ‘mediation’, and ‘assemblage’. Finally, Massa’s ‘theatrical deixis’ is discussed. This notion clearly suggests that Massa was moving away from Clinica della formazione methodological apparatus to fully embrace his original materialistic background. It also shows Massa’s attempt to plan and implement a consultancy process in line with the socio-material understanding of the learning process.
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MOLENA, DAVIDE. "Oltre la scuola antropologica: la riflessione penalistica di Bernardino Alimena." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41134.

Full text
Abstract:
Il lavoro di ricerca è volto a delineare la figura di Bernardino Alimena (12 settembre 1861-30 luglio 1915), considerato uno dei fondatori e maggiore esponente della “terza scuola” di diritto penale. La prima parte del lavoro si concentra sulla fase di crisi attraversata dalla penalistica di fine Ottocento. Dopo una ricostruzione del dibattito nazionale ed internazionale ci si soffermerà sulla nascita della terza scuola attraverso l'analisi del saggio Naturalismo critico e diritto penale di Alimena e Una terza scuola di diritto penale in Italia di Emanuele Carnevale, che rappresentano il manifesto del nuovo indirizzo scientifico. Si delineeranno così i caratteri e gli obiettivi della nuova corrente misurando la sua incidenza nel dibattito dottrinale dell'epoca. Dopo aver approfondito il contesto in cui è nata e si è sviluppata la terza scuola, l'attenzione si sposterà sul pensiero di Bernardino Alimena, che verrà ricostruito seguendo due linee di analisi: in primo luogo si esaminerà la sua opera I limiti e i modificatori dell'imputabilità, divisa in tre volumi, pubblicati tra il 1894 e il 1898. Per il suo valore e per l'influenza che ha avuto nel mondo scientifico, tale opera rappresenta il punto privilegiato per osservare da vicino l'originalità del pensiero del criminalista. Successivamente si passerà ad illustrare alcune problematiche riguardanti istituti processualistici connotati dalla forte funzione politico-sociale da essi svolta. Si analizzeranno in particolare temi come l'azione penale, la giuria e la revisione che alimentarono il dibattito dottrinale di quegli anni caratterizzati dall'attesa per il nuovo codice di procedura penale. La seconda parte della ricerca è orientata a verificare quale siano stati i risvolti pratici della riflessione penalistica di Alimena. La ricerca ha il suo nucleo centrale nei lavori della commissione reale istituita con R.D. del 7 novembre 1909, volta a studiare le cause della delinquenza minorile ed a predisporre un codice per l’infanzia. L'esame dei verbali della commissione ci consentirà di indagare l'atteggiamento tenuto dal criminalista di fronte ad una materia in cui convergevano istanze positiviste ed esigenze di rispetto delle garanzie processuali. In ultima analisi rimarrà da analizzare il rapporto tra Alimena e la nuova scienza penalistica sviluppatasi intorno alle nuove teorie di Rocco. Tale studio ci offrirà lo spunto per valutare quale lascito ed incidenza abbia avuto il pensiero del criminalista nella penalistica del Novecento. A questo scopo sarà utile affrontare la carriera universitaria di Alimena, legata alla facoltà di giurisprudenza presso la Regia Università di Modena. Ottenuta la privata docenza in diritto e procedura penale a Napoli, nel 1899 Alimena sarebbe stato nominato professore straordinario all'Università di Cagliari per poi essere chiamato lo stesso anno a Modena e lì, promosso ordinario il 1 dicembre 1902, avrebbe insegnato per quindici anni, fino alla sua morte avvenuta nel 1915. Per ripercorrere la sua attività all'interno dell'università ci avvarremo degli annuari della Regia Università di Modena e degli appunti delle lezioni del criminalista, redatti dai suoi studenti nei primi anni del Novecento. Vedremo così da vicino l'istituzione della Scuola di applicazione per la criminologia e la pratica giudiziaria, voluta dal criminalista sul modello varato qualche tempo prima a Roma da Enrico Ferri. Allo stesso tempo gli appunti dei suoi corsi ci mostreranno il metodo di ricerca seguito dal criminalista di cui troveremo alcune tracce nelle sue opere.
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FRANCIOLINI, LETIZIA. "Dalla correzione alla condivisione dell'errore: riflessione analitica sull'interazione verbale in classe intorno all'errore." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20452.

Full text
Abstract:
This research examines the relationship between a social constructivist perspective on teaching and treatment of error, with particular regard to the learning outcomes for the child. Error treatment is defined as a process involving both teacher and pupils in the management of knowledge which has been identified as erroneous in relation to current learning targets. I have focused in particular on the role of error in teaching and learning processes and on the different ways it may be managed by the teacher. The first part of my dissertation explores error from an epistemic point of view, providing an outline of current pedagogical theory with regard to mistakes as well as a state-of-the-art review of research on error in education. The second part of my dissertation outlines the methodological bases for the research design chosen for my investigation of the dynamics of error treatment in the classroom. My study broadly follows the research tradition focusing on verbal interaction, while the particular analytical framework adopted is based on the valuable contribution of conversation analysis. The third part of the dissertation outlines the two phases of the research itself. The first phase was exploratory and was undertaken to construct an analytical framework with relevant categories, as well as to acquire relevant information about the research topic directly from the field as input for refining the key research questions. The main body of the research took place in the second, empirical phase which had the twin aims of providing answers to the research questions through verbal interaction analysis and drawing meaningful pedagogical-didactic conclusions in relation to the research topic.
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Books on the topic "Riflessione critica"

1

Anceschi, Luciano. Gli specchi della poesia: Riflessione, poesia, critica. Torino: G. Einaudi, 1989.

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2

Scarselli, Veniero. La riflessione poetica: Antologia critica di Veniero Scarselli. Pasian di Prato (Udine): Campanotto, 1997.

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3

Guidorizzi, Ernesto. Sorgenti della critica letteraria dal racconto primo alla riflessione. Napoli [etc.]: Edizioni scientifiche italiane, 1995.

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4

1949-, Natoli Claudio, Trincia Francesco Saverio 1946-, and Convegno "Marxismo e liberalismo alla soglia del Terzo Millenio" (1992 : Rome, Italy), eds. Marxismo e liberalismo: Una riflessione critica di fine secolo. Milano: F. Angeli, 1995.

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5

Palmira, Michele. Il disaccordo: Riflessione critica tra epistemologia e filosofia del linguaggio. Ariccia (RM): Aracne editrice int.le S.r.l., 2014.

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6

Identità politiche e usi della storia (secoli XVIII-XIX): Casi per una riflessione critica. Roma: Bulzoni, 2009.

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7

Carugno, Daniela. Il metodo della riflessione nella Critica della ragion pura: Implicazioni logico-ontologiche, metafisiche e trascendentali. Napoli: La Città del sole, 2001.

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8

Carugno, Daniela. Il metodo della riflessione nella Critica della ragion pura: Implicazioni logico- ontologiche, metafisiche e trascendentali. Napoli: La città del sole, 2001.

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9

La Salita al Calvario e il Civerchio a Travagliato: Il restauro, la critica, la riflessione teologica. Brescia]: Grafo, 2015.

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10

Frank, Martina, and Myriam Pilutti Namer. La Convenzione Europea del Paesaggio vent’anni dopo (2000-2020). Ricezione, criticità, prospettive. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9.

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Abstract:
L’Osservatorio regionale per il paesaggio della Regione del Veneto ha promosso nel 2020 un convegno internazionale per ricordare l’anniversario dei vent’anni della Convenzione Europea del Paesaggio adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente del Consiglio d’Europa. In una prospettiva interdisciplinare e comparativa, questo volume raccoglie gli esiti di una riflessione critica sull’incidenza e sulle ricadute della Convenzione in ambito sociale, ambientale, giuridico, architettonico, archeologico e gestionale, e propone un’ampia selezione di saggi teorici, ricerche, commenti critici e case studies.
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Book chapters on the topic "Riflessione critica"

1

Milani, Matteo. "Un compendio italiano delSecretum secretorum: riflessioni e testo critico." In Trajectoires européennes du 'Secretum secretorum' du Pseudo-Aristote (XIIIe-XVIe siècle), 257–314. Turnhout: Brepols Publishers, 2015. http://dx.doi.org/10.1484/m.ar.5.103392.

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2

Salvarani, Luana. "Paradigmi storiografici per insegnare la storia dell’educazione: riflessioni da una pratica di Public History." In Studi e saggi, 55–64. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-009-2.08.

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Abstract:
Teaching the history of education to future educators? One possible way to avoid the sclerotization of the discipline into an excessive focus on handbooks is to conceive it as a public history practice, interrogating specific cases under the lens of different historiographic paradigms. The goal will then be to promote "historical thinking" in the future educator as a training ground for exercising doubt and critical citizenship.
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3

Moro, Riccardo. "i prezzi del cibo. una riflessione critica." In Alimentazione, cultura e società in Africa. Crisi globali, risorse locali, 111–29. Ledizioni, 2015. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.7689.

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4

Bazzicalupo, Laura. "Linee di genere classe e razza: introduzione ad una riflessione critica." In Politiche dell’attualità. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-307-9.07.

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Abstract:
Critical realism takes on the plurality and differentiation that liberation movements claim, producing political subjectivities marked by the materiality of bodies and the stigma of subalternity. They oscillate between the refusal of the institutional logic and the attempt to carve out a recognition of status and rights that at times takes the form of exclusion and ownership. The point of ambiguity, therefore, is where the politics of identity and class intersect. If it is the modality of practices that distinguishes paths compromised with domination and processes of subjectification that are open to common struggle with other subalterns, the concept of class can be the catalyst for intersectional struggles against oppression and exploitation.
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5

Faccioli, Alessandro. "2. La riflessione critica e il confronto con i modelli americani: il dibattito in Italia." In Leggeri come in una gabbia, 48–89. Edizioni Kaplan, 2011. http://dx.doi.org/10.4000/books.edizionikaplan.214.

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6

Serughetti, Giorgia. "Riflessioni critiche sulle alternative politico-normative sulla prostituzione in Italia." In Prostituzione e lavoro sessuale in Italia, 25–48. Rosenberg & Sellier, 2022. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.9385.

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7

Cremante, Renzo. "Il verso sciolto nelle riflessioni critiche tra Sette e Ottocento: vie lombarde e venete." In Vie Lombarde e Venete, edited by Helmut Meter and Furio Brugnolo. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2011. http://dx.doi.org/10.1515/9783110235043.235.

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Conference papers on the topic "Riflessione critica"

1

Bellini, Oscar Eugenio. "Green camouflage: una nuova identità per le infrastrutture urbane nella città densa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7982.

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Abstract:
La crescente richiesta di città più ecologiche e sostenibili impone il ripensamento dei manufatti e delle attrezzature che vanno sotto la denominazione di infrastrutture urbane. Diventate un imprescindibile componente fisica dell’ecosistema urbano hanno infatti assunto, nella città contemporanea, l’involontario ruolo di testimoni della contrapposizione tra contesto naturale e ambiente artificiale. Attualmente oggetto di una riflessione critica che sta spostando l’interesse dalla loro configurazione estetico/funzionale alla verifica di compatibilità ambientale e paesaggistica, esse possono essere ripensate, anche grazie all’impiego della vegetazione e del verde tecnologico, quale azione preliminare verso la loro rigenerazione e quella degli “infra-luoghi” che ad esse si accompagnano. Al di là delle tendenze modaiole, che sovente scadono nel greenwashing, l’inverdimento delle infrastrutture può rappresentare l’occasione per rendere ambientalmente più sostenibili consistenti porzioni di città, anche in ragione degli importanti benefici che la vegetazione produce: riduzione dell’isola di calore, controllo del deflusso delle acque piovane, abbattimento dell’inquinamento atmosferico e del rumore, etc. In questo contesto i dispositivi del camouflage, attuati con il verde, possono aprire ad una nuova estetica, favorendo la dissimulazione di queste attrezzature all’interno della città. Il saggio propone un primo bilancio di una ricerca, tutt’ora in corso, sulle potenzialità dell’impiego della vegetazione nella città densa quale strumento con cui ripensare e riabilitare le infrastrutture e i relativi spazi, che deturpano il paesaggio urbano, formulando alcune riflessioni, contestualizzate per concreti risultati raggiunti, su come le tecniche del camouflage e della mimicry possono contribuire a migliorare il ruolo e la natura di queste attrezzature urbane, altrimenti solo ed esclusivamente funzionali. The growing demand for more environmentally friendly and sustainable cities requires the rethinking of the artifacts and equipment that we commonly call gray infrastructure. They have become an inevitable physical component of the urban ecosystem and have in fact assumed, in the contemporary city, the involuntary role of witnesses to the contrast between natural and artificial environment. Gray Infrastructures are currently subject to a critical reflection about their environmental compatibility as well as their aesthetic/functional configuration; that is why they can be rethought, by use of vegetation and ecotechgreen, to regenerate the "infraplaces" which they accompany. Beyond the greenwashing, the greening of infrastructure could be an opportunity to make more environmentally consistent parts of the high city, also because of the important benefits that vegetation produces: heat island reduction, control of storm water runoff, reducing air pollution and noise, etc. Intervening in many environmental aspects, ‘ecotechgreen’ becomes the premise for a new environmental planning with which to transform towns into more efficient ecosystems. In this context, the devices of camouflage, practiced by ecotechgreen, can open a new urban aesthetic, facilitating the disguise of these facilities within the city. This paper presents partial results of an ongoing research, about different planning approaches relative to these urban components into the high density city, and it shows how the techniques of camouflage and mimicry may help to improve the role and nature of these urban facilities.
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