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Journal articles on the topic 'Ricostruzione storica'

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1

Cinquanta, Raffaella. "ARCHIVIO. Metodo costituente: una ricostruzione storica." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (May 2017): 137–47. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2017-001007.

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2

Zanlungo, Claudia. "Paesaggi urbani sull'Elba. la ricostruzione di Magdeburgo e Dresda." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 87–119. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129004.

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Abstract:
Le cittŕ di Dresda e Magdeburgo, insieme a poche altre, rappresentano casi eccezionali in cui, nella ricostruzione postbellica, la Repubblica democratica non mise in scena il suo rifiuto della storia. Probabilmente, per via della fama acquisita nel tempo, di cittŕ caratterizzate dalle atmosfere affascinanti dei loro paesaggi urbani, gli sforzi, nei due casi, furono rivolti alla conservazione e la ricostruzione degli "accenti architettonici" e delle "dominanti urbane" storiche, con lo scopo di restituire a queste cittŕ il loromonumentale di valore nazionale e con l'intenzione di includervi, in maniera armoniosa sia da un punto di vista urbanistico che sociale, le nuove costruzioni secondo le piů moderne concezioni di sviluppo della cittŕ, della nazione e della societŕ socialiste. Nei due casi, dunque, lungi dal risolversi con un completo rinnovamento urbano, la ricostruzione rimase legata al ricordo dell'immagine urbana storica e all'effetto che i monumenti, come testimonianze del passato e spesso come simboli urbani, potevano avere sullofuturo, quasi a volere ricostruire con essi non solo la forma ma anche l'identitŕ e ildella cittŕ.
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3

Ianni, Paola Annalidia. "Il valore della città storica in Italia: mutamenti culturali e politiche urbane attraverso le ricostruzioni post-sisma negli ultimi cinquant’anni." Ciudades, no. 19 (November 8, 2017): 143. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.19.2016.143-161.

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Abstract:
Un evento catastrofico e la successiva ricostruzione costituiscono una sorta di momento di sintesi di ciò a cui un popolo in un momento storico aspira in termini di stile di vita. È come se, in maniera puntuale, si sia costretti ad interrogarsi sul modo di vivere da mantenere o a cui tendere, sul sistema produttivo con esso compatibile, sulle forme dello spazio urbano atte ad accoglierlo, sul modo di abitare che ne soddisfi le esigenze. Ciò che qui si propone è una ricognizione delle principali vicende di ricostruzione post-sisma in Italia a partire dal secondo Dopoguerra. Leggere il mutamento di approccio di intervento nei decenni dà conto delle profonde modificazioni culturali intervenute negli ultimi sessant’anni in Italia, del contestuale mutamento di valore attribuito alla città storica, di come tali modificazioni siano impresse sulla forma della città e del territorio.In ciò la speranza di fornire un tassello utile ad una ricognizione della storia urbanistica dell’ultimo secolo.
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4

Dovizio, Ciro. "Verità o falsificazione? Gli Alleati e la mafia sulle pagine dell’Ora (1958-1963)." Biblos, no. 5 (October 17, 2019): 105–23. http://dx.doi.org/10.14195/0870-4112_3-5_5.

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Abstract:
L’articolo esamina la genesi di una storica controversia, avente per oggetto i rapporti che intercorsero tra mafia siculo-americana ed esercito Usa in occasione dello sbarco in Sicilia (luglio 1943). Secondo un noto racconto di Michele Pantaleone, la mafia aiutò militarmente gli Alleati ad invadere l’isola. La prima versione di questa tesi fu pubblicata dal giornalista sul quotidiano L’Ora di Palermo nel 1958. Nel 1963 lo stesso giornale pubblicò, a cura di Felice Chilanti, le memorie del boss Nick Gentile, che proponevano un’interpretazione opposta a quella di Pantaleone, accusata di falsificare la storia. Il contrasto di giudizi inaugurava una disputa che perdura ancora oggi. Il contributo fornisce gli elementi per una ricostruzione storica del dibattito e delle sue origini.
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5

Di Pietro, M. L., M. Pennacchini, and M. Casini. "Evoluzione storica dell’istituto dell’obiezione di coscienza in Italia." Medicina e Morale 50, no. 6 (December 31, 2001): 1093–151. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.743.

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Abstract:
La storia dell’obiezione di coscienza è una storia antica, tanto che le prime testimonianze la datano già alla civiltà ellenica. Tuttavia, nell’antichità l’obiezione di coscienza non era un diritto, era una testimonianza di fedeltà a dei valori assoluti che può destare anche ammirazione, ma che non poteva trovare che risposte dure da parte dell’autorità politica, la quale si sentiva sfidata e minacciata. L’obiezione di coscienza, dunque, così come la intendiamo noi oggi, è una conquista delle civiltà giuridica moderna e in Italia il riconoscimento di tale istituto risale a tempi relativamente recenti. Obbiettivo di questo lavoro è la ricostruzione della storia giuridica dell’istituto dell’obiezione di coscienza nel nostro Paese sia negli ambiti in cui esso ha raggiunto una regolamentazione sia in quelli in cui non ha trovato tale riconoscimento. Tale ricostruzione ha messo in evidenza che, mentre l’istituto dell’obiezione di coscienza ha raggiunto un assetto definitivo in ambito sociale, si stanno, invece, moltiplicando in ambito sanitario le situazioni che possono richiedere all’operatore sanitario interventi in conflitto con la propria coscienza morale e deontologica.
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Cinŕ, Giuseppe. "L'identitŕ tra ricostruzione e recupero: il caso dei centri storici in Iraq." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099008.

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Abstract:
I gravi ritardi che connotano la politica del recupero dei centri storici in Iraq sono fortemente segnati dalle conflittualitŕ inerenti la formazione di un'identitŕ culturale inclusiva e condivisa. Nel ripercorrere tale formazione l'autore sottolinea il controverso apporto fornito dalla cultura moderna, portatrice di nuovi valori identitari ma anche responsabile della rimozione di quelli propri alla cittŕ storica. Il testo si sofferma sulle conseguenze di questo fatto, leggibili in alcuni interventi oggi, dove una controversa nozione di bene culturale č all'origine di scelte distruttive.
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Vecchione, Guido. "La cosiddetta "competenza amministrativa" del tribunale per i minorenni nell'attuale sistema della giustizia minorile." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 100–115. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002010.

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Abstract:
L'articolo contiene una breve ricostruzione storica delle misure amministrative o educative previste dagli articoli 25 e seguenti del r.d.l. 1404 del 1934 e si esprime a favore della vigenza attuale e utilità delle stesse, proponendo, tuttavia una lettura sistematica e costituzionalmente orientata delle norme di riferimento.
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8

Deriu, Fiorenza. "Le politiche abitative in Italia: ricostruzione storica e note critiche." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2015): 26–34. http://dx.doi.org/10.3280/we2015-001003.

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9

Galli, Pier Francesco, and Alberto Merini. "Tracce. Storie e persone." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2021): 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001010.

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Abstract:
Vengono riprodotti alcuni brani di un seminario tenuto il 30 maggio 1992 alla scuola Il Ruolo Terapeutico di Milano, che lo ha pubblicato nel 1996 col titolo La persona e la tecnica. Appunti sulla pratica clinica e la costruzione della teoria psicoanalitica e che è stato ristampato nel 2002 dall'editore FrancoAngeli con aggiunte e integrazioni. In queste pagine vengono fatte alcune riflessioni sul problema della ricostruzione storica in psicoanalisi, sottolineando come sia indispensabile non basarsi solo sulla storia ufficiale, scritta, ma che sia di fondamentale importanza conoscere anche la storia affettiva e le vicissitudini di vita delle persone che sono state protagoniste nella costruzione teorica. La storia emozionale, trasmessa attraverso canali informali, è un elemento costitutivo della definizione stessa della disciplina psicoanalitica.
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Warnke-De Nobili, Stephanie. "«Ricostruzione» tra continuitŕ e «nuovo inizio»: la Berlino divisa come capitale del Wiederaufbau?" STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 65–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129003.

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Abstract:
Questo articolo esamina il ruolo pubblico degli edifici storici nella ricostruzione di Berlino negli anni '50 e '60, che era marcato dal massiccio cambiamento dell'immagine della cittŕ portati dai grandi nuovi progetti edilizi. Giŕ in questa fase della guerra fredda, e non solo in seguito nel postmodernismo, il rapporto con l'architettura storica ricopriva un ruolo importante nella concorrenza tra i sistemi. Particolarmente i media berlinesi, i ricordi dei testimoni, guide turistiche o libri di fotografie danno indicazioni sul significato, che edifici singoli, conservati o demoliti, ebbero per l'opinione pubblica. Attraverso alcuni esempi quest'articolo estrae momenti di questi dibattiti. L'Opera, il Castello Imperiale demolito, lo scandalo dellae un libro sulla Berlino «uccisa» danno un'impressione dell'importanza della vecchia Berlino nel periodo del "nuovo inizio" dopo la seconda guerra mondiale.
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Korolija, Aleksa, and Cristina Pallini. "Skopje 1963. Il progetto di ricostruzione tra i "giganti" e le reti." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 60–81. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1005.

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Abstract:
Il saggio esplora la ricostruzione di Skopje dopo il terremoto del 1963 che innesco la mobilitazione di aiuti e competenze internazionali. Non si trattava solo di affrontare il tema del centro in relazione alla citta storica; entrarono in gioco fenomeni insediativi gia in atto, la gestione dell'emergenza, le politiche di pianificazione regionale, quindi il ruolo geografico della citta. Skopje costitui un banco di prova per la cultura architettonica e urbanistica del dopoguerra.
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Terrenato, Nicola, Maria Bonghi Iovino, and Cristina Chiaramonte Trere. "Tarquinia: Testimonianze archeologiche e ricostruzione storica. Scavi sistematici nell'abitato (campagne 1982-1988)." American Journal of Archaeology 104, no. 2 (April 2000): 404. http://dx.doi.org/10.2307/507486.

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Carrer, Matteo. "Le first lady del Quirinale e la Costituzione." Società e diritti 7, no. 13 (July 25, 2022): 24–49. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/18449.

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Abstract:
RiassuntoIn Italia, non esiste un ruolo ufficiale per la first lady (rispetto al Presidente della Repubblica), tuttavia la storia della Repubblica indica molti modi diversi di intendere e svolgere il ruolo di consorte del Presidente. Accanto a una ricostruzione storica e istituzionale, e a un’indagine specifica sul titolo e il trattamento dovuti alla consorte del Presidente, il contributo si pone l’obiettivo di identificare le linee comuni all’attività delle diverse first lady presidenziali, indagando in particolare quale debba essere il ruolo alla luce della Costituzione al di là dell’interpretazione data da ogni persona che ne ha rivestito il ruolo nel tempo. Ruolo che non è puramente formale e cerimoniale, bensì si spinge a restituire una costruzione articolata e complessa del ruolo del Presidente e della consorte attraverso il combinato disposto degli artt. 2, 29 e 87 Cost.
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Casolari, Marzia. "ALLA RICERCA DI UNA SFERA DI INFLUENZA IN ASIA: LA POLITICA ITALIANA IN AFGHANISTAN TRA LE DUE GUERRE (1919-1928)." Il Politico 256, no. 1 (June 28, 2022): 46–70. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2022.682.

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Abstract:
L’Afghanistan, dal 2001 al centro della politica internazionale, ha acquisito ulteriore rilevanza a seguito del ritiro del contingente NATO nell’ agosto 2021, dopo esattamente vent’anni di presenza nel paese. Fra le nazioni che hanno aderito alla coalizione, l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano: la funzione del nostro paese si è concentrata sulla ricostruzione, soprattutto istituzionale e dei servizi rivolti alla popolazione. È evidente che il governo italiano ha messo in campo un notevole investimento in Afghanistan, in termini di persone impiegate, ma soprattutto in termini economici. A riprova dell’importanza della presenza italiana nel paese è la richiesta da parte del portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, il 1 settembre 2021, di non chiudere l’Ambasciata d’Italia a Kabul1. Sorge spontaneo chiedersi da dove derivi l’importanza dell’Afghanistan per l’Italia, che si è così a lungo e tanto spesa in questo paese, e quale sia l’importanza dell’Italia per l’Afghanistan, al punto che da un esponente di primo piano di un governo non certo benevolo vero l’Occidente arrivi una simile richiesta. Una ricostruzione delle origini della presenza italiana in Afghanistan potrà aiutare a fornire risposte a questo quesito, in una prospettiva storica. Questo articolo abbraccia un arco cronologico che va dalle prime iniziative avviate in Afghanistan fin dalle fasi conclusive del quinto governo Giolitti, nella primavera 1921, alla vigilia della caduta di re Amanullah Khan e del suo esilio in Italia, nel 1929. Questa vicenda ha rappresentato uno spartiacque sia nella storia dell’Afghanistan, sia nella politica italiana in questo paese. Amanullah Khan fu il primo fra i regnanti e i capi di stato afghani a cercare di introdurre importanti riforme modernizzatrici. Nonostante questo tentativo sia in gran parte fallito, il regno di Amanullah ha segnato un’epoca e ha lasciato un segno profondo nella memoria storica dell’Afghanistan. Questo saggio si ferma alla vigilia degli anni Trenta, quando la politica italiana nella regione compresa tra Asia centrale e meridionale era ancora di cauta esplorazione e di interlocuzione con la Gran Bretagna.
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Dal Ri Jr., Arno. "Il principio di nazionalità di Pasquale Stanislao Mancini nella scienza del diritto internazionale argentina tra i secoli XIX e XX." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 503–30. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19258.

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Abstract:
Il principio di nazionalità proclamato da Pasquale Stanislao Mancini nella prolusione del 1851 si colloca fra i tanti tentativi della scienza giuridica del secolo XIX di rispondere a fenomini politici propri di quel contesto storico. Tale principio viene esaminato nelle pagine della scienza argentina del diritto internazionale nei decenni posteriori in differenti modi, tra applausi entusiastici e critiche feroci. Lo scopo di questo articolo è svolgere la ricostruzione dell’itinerario percorso dalla proposta di Mancini nei dibattiti della dottrina argentina, tra autori favorevoli e contrari, sottolineando le principali motivazioni che hanno condotto ormai nel secolo XX al suo completo abbandono e conseguente storicizzazione. L’ipotesi qui presentata è quella secondo cui il processo di deleggittimazione e storicizzazione del Principio in Argentina sia avvenuto principalmente in ragione delle peculiarietà proprie della formazione storica di questa realtà statale, molto distante da quelle vissute nella costituzione di Stati europei come l’Italia, culla ed allo stesso tempo ispirazione della proposta manciniana.
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Dogo, Dunja. "Due interpretazioni cinematografiche delle rivolte decabriste: ricostruzione storica e invenzione in Dekabristy e S.V.D. (1927)." MEMORIA E RICERCA, no. 42 (May 2013): 127–46. http://dx.doi.org/10.3280/mer2013-042009.

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Zamperini, Emanuele. "I vulnerabili restauri del Novecento. La Rocca di Arquata del Tronto e il suo recupero." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 48–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096004.

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Abstract:
La Rocca di Arquata del Tronto è una fabbrica pluristratificata, la cui esistenza sarebbe attestata dal xiii secolo. Cessata da tempo la sua funzione militare e ormai ridotta a rudere, a partire dall'inizio del xx secolo, è stata oggetto di restauri volti a ridefinirne l'immagine, trasformandola in simbolo identitario della comunità arquatana. Gli eventi sismici del 2016 hanno messo in evidenza le vulnerabilità indotte da scelte non sufficientemente consapevoli dei temi della durabilità e del comportamento sismico, e da restauri sospesi e mai completati. L'articolo, dopo una ricostruzione storica degli interventi novecenteschi, evidenzia i fattori di vulnerabilità che hanno indotto i numerosi danni e identifica alcuni aspetti su cui dovrà prioritariamente concentrarsi il progetto di restauro.
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Zamperini, Emanuele. "I vulnerabili restauri del Novecento. La Rocca di Arquata del Tronto e il suo recupero." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 48–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096004.

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Abstract:
La Rocca di Arquata del Tronto è una fabbrica pluristratificata, la cui esistenza sarebbe attestata dal xiii secolo. Cessata da tempo la sua funzione militare e ormai ridotta a rudere, a partire dall'inizio del xx secolo, è stata oggetto di restauri volti a ridefinirne l'immagine, trasformandola in simbolo identitario della comunità arquatana. Gli eventi sismici del 2016 hanno messo in evidenza le vulnerabilità indotte da scelte non sufficientemente consapevoli dei temi della durabilità e del comportamento sismico, e da restauri sospesi e mai completati. L'articolo, dopo una ricostruzione storica degli interventi novecenteschi, evidenzia i fattori di vulnerabilità che hanno indotto i numerosi danni e identifica alcuni aspetti su cui dovrà prioritariamente concentrarsi il progetto di restauro.
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DiMartino, Antonio. "Verso un’analisi socio-giuridica delle questioni ambientali in Europa." Società e diritti 7, no. 14 (December 9, 2022): 56–65. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19313.

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Abstract:
L'autore richiama l'attenzione sulle questioni ambientali del diritto europeo e sull'importanza della Sociologia del diritto. Le politiche ambientali della Comunità Europea sono attuate negli Stati membri, ma l'attuazione degli obiettivi ambientali e le corrispondenti misure amministrative implicano difficili questioni sociali. Non c'è dubbio, infatti, che le questioni ambientali siano al centro dell'attuale dibattito pubblico, attorno al quale si organizzano anche le strategie e le pratiche nazionali e sovranazionali. Accanto a una ricostruzione storica e istituzionale, la trattazione analizza specificamente gli aspetti sociologici del "danno ambientale". In questa prospettiva, l'autore ha tenuto conto del fatto che i disastri sono sempre più spesso considerati come parzialmente causati dall'uomo piuttosto che come eventi puramente naturali.
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Caputi, Alessandra. "Il "mostro" di Fuenti. Una storia ambientale e di impegno civile." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 141–70. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297007.

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Abstract:
Nel secondo dopoguerra il paesaggio italiano è stato aggredito in maniera sistematica dalla speculazione edilizia, un fenomeno riconducibile all'assenza di pianificazione urbanistica e alla frammentazione delle competenze amministrative in materia ambientale e urbanistica. In quest'articolo si esamina un caso specifico che riguarda la Costiera amalfitana: quello del cosiddetto "mostro di Fuenti", un albergo costruito abusivamente negli anni Settanta del secolo scorso e abbattuto dopo trent'anni di lotte, proteste e azioni legali. Questo caso consente di indagare anche il ruolo cruciale delle associazioni ambientaliste che contrastarono l'ecomostro, in particolare quello di Italia Nostra. La maggior parte della documentazione consultata per la ricostruzione storica è conservata presso l'archivio di Elena Croce, custodito presso la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, e l'archivio di Antonio Iannello, custodito presso il Comune di Napoli.
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Cavagna, Davide. "Al di là della rappresentazione? Alcune osservazioni metapsicologiche: commento all'articolo di Howard Levine." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2021): 594–604. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004003.

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Abstract:
A partire da una riflessione epistemologica sulla necessità di una metapsicologia per la psicoanalisi, viene evidenziato come l'ipotesi rappresentazionale avanzata da Levine (2021) circa la questione del trauma richieda di ripensare soprattutto alla sua dimensione economica alla luce degli ultimi sviluppi teorici freudiani di tale concetto e delle difficoltà tecniche insite nel trattamento basato sulla sola ricostruzione storica. Viene evidenziato come il trauma, in quanto connesso a processi di slegamento psichico, richieda soprattutto di sviluppare una tecnica atta a riparare e ricostruire le capacità simboliche dell'Io del paziente in ragione della gravità della sua compromissione strutturale. Tale riflessione porta con sé interrogativi essenziali circa la validità degli approcci che, enfatizzando ora la componente rappresentazionale ora quella affettiva, si limitano a perseguire solamente finalità ermeneutiche o catartiche.
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Fasone, Cristina. "La condizionalità nella nuova governance postpandemica, tra rule of law e uso del dispositivo per la ripresa e la resilienza." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 5–53. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002001.

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Abstract:
La condizionalità è strumento di governo relativamente nuovo nel quadro dell'Unione europea. Dopo una breve ricostruzione storica dell'evoluzione della condizionalità europea, dei tipi di condizionalità e dei pro e dei contro evidenziati in dottrina, il contributo esamina la sua configurazione e attuazione nell'ambito della politica di coesione, dell'assistenza finanziaria durante la crisi dell'Eurozona e, infine, nell'ambito del Next Generation EU. Particolare spazio è dedicato all'analisi del Regolamento sul regime di condizionalità per la protezione del bilancio europeo, della giurisprudenza europea e del suo seguito. Mentre si metteranno in risalto i nodi critici tuttora irrisolti, si manifesta un generale apprezzamento dell'uso dell'istituto, pur evidenziando la necessità di un maggior rigore nell'analisi delle sue conseguenze costituzionali a livello europeo, ad oggi in larga parte trascurate.
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Costantini, Eleonora. "Come si governa il cambiamento? Un'analisi dei dispositivi di attuazione delle politiche regionali: il caso della formazione professionale in emilia-romagna." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2022): 89–119. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002008.

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Abstract:
Questo contributo si pone l'obiettivo di analizzare i modi in cui le Regioni gestiscono il cambiamento, attraverso quali modelli di governance e con quali esiti trasformativi. Per farlo, si è scelto di utilizzare gli atti amministrativi con cui gli enti dispongono la messa in opera delle proprie politiche. Il contesto di analisi è quello della Regione Emilia-Romagna in cui, nel 2015, ha preso avvio un processo di ripensamento «sistemico» (Bianchi, 2018) delle politiche di formazione professionale, culminato - nel 2018 - con l'individuazione dell'Infrastruttura formativa ER-Educazione e Ricerca come uno dei driver principali dello sviluppo locale. L'approccio teorico e la metodologia adottati sono approfonditi nel secondo e terzo paragrafo. Il quarto propone una ricostruzione storica delle politiche regionali in tema di formazione professionale in Emilia-Romagna, come contesto entro cui le trasformazioni analizzate hanno preso corpo. Nel quinto paragrafo vengono restituiti i principali risultati dell'analisi condotta sugli atti amministrativi che trovano sistematizzazione nelle conclusioni.
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Corsini, Maria Grazia. "Residential building types in Italy before 1930: the significance of local typological processes." Urban Morphology 1, no. 1 (January 16, 1997): 34–48. http://dx.doi.org/10.51347/jum.v1i1.4049.

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Abstract:
I tipi edilizi residenziali in Italia fino al 1930: permanenze e derivazioni dai processi tipologici locali. La maggior parte del tessuto edilizio dei quartieri progettati in Italia dalla seconda metà dell' Ottocento ad oggi è costituito dalla casa plurifamiliare ad appartamenti o `casa in linea'. La casa in linea dei primi quartieri di espansione rappresenta la codificazione del tipo plurifamiliare nato nella città antica dal riuso dell'edilizia monofamiliare medioevale, attraverso fenomeni di rifusione e sopraelevazione. Per questo, esaminando in comparazione i quartieri residenziali di città italiane progettati e realizzati dalla metà dell' Ottocento ai primi decenni del Novecento si rilevano, insieme a caratteri comuni nel tessuto e nell'edilizia, accezioni particolari e differenziazioni locali, nella struttura, nella distribuzione e soprattutto nel sistema di aggregazione della casa in linea, dovute alla permanenza e continuità di processi tipologici autoctoni ereditati dalla città antica. La ricostruzione dei processi tipologici locali diventa indispensabile per giungere al recupero del progetto riferito all'esperienza edilizia storica dell'area culturale di appartenenza, in stretta connessione e continuità con la cultura dei luoghi. L'analisi si sviluppa nella comparazione dei processi tipologici di tre città italiane, Genova, Roma, Milano.
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Fiscella, Patrizia. "Il respiro del passo: il cammino come metafora biografica." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018011.

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Abstract:
La "metafora del cammino" qui utilizzata, fa riferimento ad un cammino adulto consapevole e dotato di senso che, in quanto tale, affronti nel suo procedere quelle tematiche che non possono essere disgiunte da un discorso formativo adulto: riflessivitŕ, esperienza, autoapprendimento, consapevolezza, responsabilitŕ, libertŕ di scelta. Ma il cammino esprime la sua forza metaforica anche attraverso la presenza dell'elemento fisico, il coinvolgimento dell'elemento corporeo che č immagine di un apprendere attraverso l'esperienza. Le metodologie formative esperienziali consentono agli adulti un apprendimento che, a partire dalla propria specificitŕ e soggettualitŕ, passando attraverso l'azione, le emozioni e la dimensione relazionale, generi un reale sviluppo delle capacitŕ cognitive. Dare voce a cammini di donne č per l'autore sia opportunitŕ per rammentare una lacuna storica in tutte le scienze sociali, cui č mancata una delle due voci, sia occasione per evidenziare che la formazione degli adulti deve prendere le distanze dalla generalizzazione. L'attenzione al genere č un punto di partenza, occasione per arrivare a sviluppare una prospettiva piů ampia che focalizzi la centralitŕ del soggetto, pur con la sua peculiaritŕ di genere, che in ambito formativo equivale a scegliere metodologie che mettano effettivamente il soggetto al centro, come, appunto, i metodi narrativi e autobiografici: dare voce alla biografia, e tramite essa al soggetto che la narra, ri-costruire la propria identitŕ ed empowerment, fino alla ricerca di senso e alla ricostruzione di senso. Legittimare il duale, dunque, per arrivare al singolare; legittimare la differenza per evidenziare l'individualitŕ.
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Ferro, Massimo. "Gli ultimi narratori di giustizia: un’esperienza italiana di letteratura dal diritto." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (February 24, 2019): 544–61. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831668.

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Abstract:
La scrittura narrativa dei giuristi è spesso incentrata sulle stesse esperienze professionalmente praticate, al punto che le scelte autorali, per quanto arbitrarie e creative, tendono ad omologare una comune difficoltà di allontanamento da quegli ambienti. Tuttavia, molte opere e racconti, pur facendo iniziare le loro storie d’invenzione dove finiscono i mestieri, si propongono di sfidare il diritto, cercandone talora un’affermazione postuma, più autentica di quella raggiunta dalla verità giudiziaria. Ed è la grande tradizione dei romanzi civili o comunque dei romanzi di genere, che cioè traggono dalle dinamiche della giustizia, specie investigativa e poi processuale, il substrato di tutte le relazioni, facendo diventare personaggi i soggetti e le parti dell’attività giudiziaria. Per altri autori, invece, proprio il limite della ricostruzione giudiziaria opera da ostacolo ad una ennesima rincorsa verso la verità storica: in tale secondo genere di letteratura, in Italia più recente e praticato da scrittori di provenienza per lo più non penalistica, sarebbe vano espiare la continua colpa dell’approssimazione al reale cui le forme giuridiche la costringono. Il patto con il lettore allora si rovescia: non più il “riordino giusto” della vita, la proiezione dell’ideale nella legge, il destino collettivo raddrizzato, ma la organizzazione dell’oblio. Contro il mondo reale, il romanzo si fa più fantastico, le storie più tarate sulle esistenze dei singoli. Quando l’invenzione mescola ogni fattore costitutivo del diritto, la riscrittura della realtà è completa e però sottotraccia riemerge il riavvicinamento molto abile alla verosimiglianza. Che è forse l’orizzonte più prezioso della maturità del giurista.
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De Lara Vázquez, Juan Manuel. "Marco Leonardi, La medievistica «siciliana» e l’«età del vespro» (1250-1302). Fonti, ricostruzione storica, polemica storiografica). Catania: Algra Editore, 2020. 92 pp. ISBN: 978-88-9341-313-8." De Medio Aevo Avance en línea (September 8, 2022): 1–3. http://dx.doi.org/10.5209/dmae.83508.

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Moro, Renato. "Aldo Moro nelle storie d'Italia." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2010): 17–69. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002003.

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Abstract:
Le ricostruzioni sintetiche della storia di un paese rappresentano uno specchio del lavoro degli storici. Il saggio č dedicato ad un'analisi di ciň che le storie dell'Italia contemporanea dicono di Aldo Moro, dalla fine degli anni Sessanta fino a oggi, e ripercorre buona parte della discussione sulla storia e i problemi della democrazia italiana degli ultimi quarant'anni. La ricerca sulla storia dell'Italia repubblicana č oggi solidamente avviata; tuttavia, essa non sembra aver trovato ancora quella consapevolezza di concetti interpretativi raggiunti invece nella ricostruzione delle vicende precedenti il 1945. E l'analisi dei giudizi sulla figura di Moro lo conferma. Salvo alcune significative eccezioni, infatti, le storie d'Italia ci dicono di piů sui loro autori, sulle loro simpatie e antipatie, sulle loro culture politiche di riferimento, sulle congiunture attraversate dal paese che su Moro stesso. L'interpretazione della sua figura appare ancora orientata piů dalle formule brillanti della pubblicistica che da studi e ricerche puntuali, i quali, del resto, sono ancora parziali e iniziali. Č stato cosě il «caso Moro» ad avere finora attratto l'attenzione prevalente, provocando lo svilupparsi di una sterminata bibliografia, mentre l'immagine del Moro leader politico e uomo di Stato č rimasta legata alla sua tragica fine. Scarsa eco ha avuto il suggerimento, formulato giŕ nel 1979 da George Mosse, di allargare lo sguardo e cercare di collegare l'esperienza politica di Moro, la sua cultura, le sue analisi, i suoi problemi, alle grandi trasformazioni della democrazia occidentale.
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Treccani, Gian Paolo. "«Storia naturale» della ricostruzione. Centri storici e monumenti nella Germania del secondo dopoguerra." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129001.

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Abstract:
Il saggio presenta i contenuti del volume di Storia Urbana dedicato alla ricostruzione in Germania dopo la seconda guerra mondiale; volume che si collega idealmente con quello edito nel 2007 sulla ricostruzione post bellica in Italia e un terzo, in corso di pubblicazione, dedicato alle cittŕ del Giappone. Le tre edizioni hanno l'obiettivo di cogliere i tratti comuni in queste esperienze nei territori sconfitti ma, anche, le peculiaritŕ che caratterizzano ciascuna vicenda ricostruttiva nel decennio che segue la fine del conflitto. Il caso della Germania, analizzato in questo volume, si presenta particolarmente complesso e variegato giŕ dalla questione dei danni. L'obiettivo dei bombardieri alleati fu di annientare psicologicamente, con la tecnica del, la popolazione tedesca concentrata nei centri antichi degli agglomerati urbani che per questa ragione subirono danni di molto superiori a quelli, giŕ ingentissimi, di paesi come l'Italia. Come emerge dai saggi contenuti nel volume, altre ragioni, quali i diversi modelli politici della parte est e ovest della Germania dopo la guerra, i fattori economici - favorevoli alla Germania Ovest con conseguenze perň non sempre positive sui tessuti urbani danneggiati - l'ateismo di stato nell'Est, il differente significato attribuito ai valori identitari ma anche, infine, la continuitŕ o meno con le politiche urbane pre-belliche se non addirittura pre naziste, prefigurarono, in ciascuna cittŕ, modalitŕ di ricostruzione in molti casi profondamente differenti.
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Orsi, Elisa. "codice senese nella storia delle illustrazioni dantesche: note sulla fortuna critica della Commedia Yates Thompson 36." Dante e l'Arte 8 (March 7, 2022): 65–86. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.155.

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Abstract:
Il contributo intende ripercorrere brevemente la ricezione critica del ms. Yates Thompson 36, mostrando le intersezioni tra la storia della fortuna del manoscritto e la storia della fortuna dei manoscritti illustrati danteschi dal Novecento ad oggi. Quanto emerge dimostra che la parabola della Commedia di Alfonso V di Aragona coincide, fino alla metà del secolo scorso, con quella di altri manoscritti signorili come l’Urbinate Latino 365, precocemente valorizzati per il loro interesse storico-artistico. Con l’avvento di una nuova stagione degli studi, orientata allo studio della valenza esegetica del corredo illustrativo, il destino dello Yates Thompson si riallinea a quello di altri manoscritti, più antichi e ‘meno celebri’, nel segno di una nuova prospettiva sulla tradizione figurativa dantesca fondata sulla ricostruzione della storia materiale e culturale del codice.
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Sofia, Francesca. "Intervista a Pietro Costa." SOCIETÀ E STORIA, no. 177 (September 2022): 583–99. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-177008.

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Abstract:
In quest'intervista, Pietro Costa si sofferma sui momenti salienti della sua riflessione storiografica che lo ha visto affrontare disparate epoche storiche (dal lemma di matrice medievale jurisdictio alla nozione di società civile nella riflessione settecentesca, dalla nozione di Stato nella giuspubblicistica italiana tra Otto e Novecento, fino alla monumentale ricostruzione della nozione di cittadinanza nella cultura occidentale). Ne risulta un percorso lineare, segnato da una particolare attenzione per la storia concettuale, considerata il palinsesto in cui allignano istituti e norme delle diverse esperienze prese in considerazione.
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Rutar, Sabine. "Quale confine? Sulla storiografia dell'Adriatico nordorientale." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 266 (September 2012): 103–12. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-266006.

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Abstract:
Questo saggio riflette sulla recente storiografia relativa all'area del confine italo-jugoslavo. L'autrice rinviene le differenze e le omissioni esistenti, rispetto all'edizione originale tedesca, nella traduzione italiana del volume di Rolf Wörsdörfer, Il confine orientale. Italia e Jugoslavia dal 1915 al 1955, un contributo importante alla entangled history, e non solo perché č stato uno dei primi concernenti lo spazio dell'Europa sudorientale che combinasse parametri sociali e storici. Contestualizza inoltre nel dibattito in corso tra gli storici italiani il volume di Marina Cattaruzza, L'Italia e il confine orientale, teso a smontare i persistenti miti storici italiani attraverso la ricostruzione di un'esauriente storia del confine orientale dell'Italia, rigorosamente secondo una prospettiva storiografica italiana. Gli studi di Wörsdörfer e di Cattaruzza, pur riguardando la stessa area geografica, adottano due differenti prospettive; entrambi, perň, lo fanno in modo coerente, e costituiscono validi esempi sia dello stato della storiografia su quella regione di confine sia delle prospettive della ricerca futura.
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Stuart-Smith, Jane. "Two South Picene inscriptions reread — CH.2 and AP.4." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 95–109. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003883.

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Abstract:
UNA RILETTURA DI DUE ISCRIZIONI MERIDIONALI PICENE — CH.2 E AP.4Il piccolo gruppo di iscrizioni picene meridionali antiche, principalmente rinvenute in Italia centrale ed orientale, rappresentano una fonte importante, sebbene di difficile interpretazione, per la conoscenza della storia delle popolazioni dell'Italia centrale pre-romana. I testi, sebbene per la gran parte oscuri, sembrano contenere riferimenti a strutture etniche e sociali riconosciute per questo periodo storico. Come è sempre il caso per ricostruzioni storiche che dipendano da iscrizioni, è essenziale che l'interpretazione del testo sia basata su una lettura affidabile. L'edizione definitiva del lavoro di Marinetti, Le iscrizioni sudpicene, pubblicato nel 1985, stabilisce una lettura attentamente annotata di ogni testo, per la maggior parte tramite autopsia. Tuttavia, all'epoca della ricerca per il suo libro, Marinetti non ebbe l'opportunità di esaminare le iscrizioni CH.2, AP.4 e AP.6. Nell'autunno del 1993 queste iscrizioni furono controllate. In questo articolo una nuova lettura delle iscrizioni CH.2 e AP.4, rispettivamente un braccialetto di bronzo ed una stele in pietra, viene presentata. In entrambi i casi il testo differisce leggermente da quello pubblicato da Marinetti. Entrambe le letture risultano nell'aggiunta di nuove parole all'attuale inventario per il Picene meridionale.
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Wagner-Kyora, Georg. "«Beste bürgertradition». La ricostruzione del teatro dell'opera di Francoforte: una storia postmoderna (1946-1981)." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 23–64. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129002.

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Abstract:
Il saggio indaga le complesse vicende legate, fra il 1946 e il 1981, alla ricostruzione del teatro dell'Opera di Francoforte e le inquadra in un contesto, quello della borghesia di Francoforte, che diede a questa ricostruzione un forte significato politico legato, anche, ad un processo di riappropriazione dell'identitŕ cittadina. Si tratta di un edificio che, per i diversi significati che nel tempo, sia livello locale che nazionale, ha rivestito - prima luogo di integrazione, poi di emarginazione, legato anche alle vicende della borghesia ebraica - puň essere considerato uno dei piů importanti della Germania. Il dibattito sulla sua ricostruzione ebbe un carattere fortemente politico, anche per la sua posizione determinante nell'immagine cittadina, cui si aggiunsero nel tempo altri elementi generatori d'identitŕ: da un lato esso era muto testimone della storia dell'integrazione borghese interconfessionale, dall'altro era un monumento per le vittime della seconda guerra mondiale, soprattutto per quelli che una cittŕ bombardata poteva rappresentare. Una rovina di questo genere, cosě appariscente nel contesto urbano, lungamente conservata nel cuore della dinamica, ricca e operosa Francoforte, testimoniava una grande capacitŕ attiva nel produrre il rapporto con la propria storia.
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Galli, Jacopo. "Confini urbani, confini di guerra, confini di ricostruzione. I regimi proprietari come motore dei processi insediativi della ricostruzione." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 38–59. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1004.

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Abstract:
Le attuali condizioni delle citta della MENA region pongono serie domande sui processi di progettazione in termini di possibili strategie di ricostruzione. Le condizioni di tabula rasa offrono molte possibilita, ma la struttura della proprieta e un grave ostacolo a una ricostruzione sostenibile. L'articolo analizza l'evoluzione dei confini urbani nelle citta siriane prima, durante e dopo la guerra, ripercorrendo i processi di metamorfosi urbana dettati da cause economiche, sociali e storiche.
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Bonfiglio, Basilio. "Ricostruzione della storia del paziente. Supervisione psicoanalitica in psichiatria." PSICOBIETTIVO, no. 3 (October 2009): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/psob2008-003007.

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Abstract:
- It is taken into account one of the functions of the psychoanalytic group clinical thinking within Mental Health Services: the collection-reconstruction of the patient's history. This work, especially in rehabilitation centres where the patient stays for long term periods, allows to relocate the problems and tensions arising from dealing with the patient within a context which grants their comprehension on a deep emotional and thinking level. From that stems an ongoing redefinition of the patient's image and his/her better individualization in the mind of those who look after them. This in turn fosters a consolidation of their own identity as Mental Health professionals. A transcript of two supervision meetings with the staff of a exemplifies some aspects of this work.Key Words: Supervision, Patient's History, Psychosis, Identity, Projective Identification, Rehabilitation, Residential Therapeutic Centre.Parole chiave: supervisione, storia del paziente, psicosi, identitŕ, identificazione proiettiva, riabilitazione, strutture intermedie.
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Naoto, Nakajima. "La ricostruzione postbellica e il paesaggio urbano storico di Tokyo." STORIA URBANA, no. 140 (January 2014): 127–53. http://dx.doi.org/10.3280/su2013-140005.

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Lefort, Nicolas. "La ricostruzione in Alsazia e il servizio dei monumenti storici." STORIA URBANA, no. 155 (November 2017): 81–105. http://dx.doi.org/10.3280/su2017-155005.

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Albergoni, Gianluca, and Gian Luca Fruci. "Rivoluzioni del 1848 a Venezia." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 747. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174004.

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Abstract:
La discussione, promossa dalla Rivista, si compone di tre letture parallele, ciascuna autonoma rispetto alle altre, su un volume di grande rilevanza storiografica qual è quello di Piero Brunello. Il contributo di Maurizio Bertolotti mette in evidenza il carattere «problematico e aperto di una narrazione» che pone in maniera originale alcuni aspetti della storia del Quarantotto veneziano, dal ruolo delle classi popolari (con la posta in gioco della memoria) all'ambiguità della parola "repubblica" e del sentimento nazionale (tra identità veneziana e identità italiana). Giovanni Levi sottolinea il tentativo di Brunello di indagare storicamente come delle persone individualmente «coinvolte in avvenimenti collettivi» abbiano agito in un contesto come quello rivoluzionario, valutando il farsi della rivoluzione ma anche il dopo, tenendo conto della profondità e della complessità del fatto storico. Gian Luca Fruci si sofferma sulla mirabile composizione polifonica della sceneggiatura di Colpi di scena, una «ricostruzione multifocale» che si avvale di un abbondante insieme di fonti iconografiche, ma anche sonore e materiali, sapientemente analizzato dall'autore e capace di far emergere aspetti inediti di una rivoluzione declinata al plurale.
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Serafini, Lucia. "Terremoto y centros históricos. Experiencias de reconstrucción en Italia." Gremium 6, no. 11 (January 1, 2019): 72–79. http://dx.doi.org/10.56039/rgn11a08.

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Abstract:
Il contributo riassume l’esperienza avuta dai professori dell’Università “G. d’Annunzio” di ChietiPescara, dopo il disastroso terremoto che ha colpito la regione Abruzzo nel 2009. L’esperienza si riferisce in particolare al lavoro svolto in alcuni Piani di ricostruzione dei centri danneggiati, per la cui ealizzazione si è scelto di adottare i principi della conservazione e del restauro, e considerarli essenziali per qualsiasi intervento sul patrimonio storico.
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Grigenti, Fabio. "L’ARTIGIANO, LO STORICO E L’INTERPRETE TRA STORIOGRAFIA FILOSOFICA E APPROCCIO SPECULATIVO." Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 67–74. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00005.

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Abstract:
Il tema centrale del saggio è la questione del rapporto tra storiografia filosofica e approccio speculativo. Il testo di riferimento è il volume di Gregorio Piaia, Il lavoro storico filosofico, Questioni di metodo ed esiti didattici (Padova: Cleup, 2001). Nello svolgimento si analizzano le caratteristiche dei differenti tipi di ricostruzione del passato della filosofia, dando particolare importanza ai concetti di “metodo” e di “interpretazione”. Nelle conclusioni si sostiene che storiografia filosofica e approccio speculativo esprimono tendenze contrarie entro delle possibilità comprese tra limiti estremi.
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Guarnaccia, Lucia, and Jlenia Baldacchino. "Rinarrare una storia indicibile. Dialoghi con le foto." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (October 2011): 65–73. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-001006.

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Abstract:
L'articolo offre uno spunto per affrontare il trauma secondo la psicoterapia della Gestalt. Oltre alla lettura gestaltica del fenomeno, viene presentato il Protocollo Nova, in cui sono state previste delle domande il cui obiettivo č quello di fornire un primo sostegno al ciclo di contatto interrotto. L'aspetto originale consiste nell'integrazione del protocollo all'uso delle foto nella ricostruzione autobiografica dell'esperienza traumatica e il superamento di essa. L'articolo, inoltre, descrive una seduta terapeutica in cui L., paziente con diverse esperienze traumatiche alla spalle, sperimenta un nuovo modo di raccontarsi, condividendo con il terapeuta un nuovo modo di esser ci nella relazione che le consente di sperimentare la spontaneitŕ del contatto.
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Annalinda Neglia, Giulia. "Progetti per il recupero culturale. Strategie per il paesaggio urbano storico della città antica di Aleppo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1007.

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Abstract:
Le distruzioni traumatiche che continuano a interessare i centri storici delle regioni mediorientali, ne hanno danneggiato la coerenza morfologica e sociale. Focalizzandosi sul recupero del paesaggio urbano nel suo complesso, questo scritto intende prospettare strategie progettuali per la rigenerazione della Citta antica di Aleppo basate su metodologie che coinvolgono la comunita locale nei processi di ricostruzione corale della societa urbana, delle case e del recupero degli spazi aperti.
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Magnani, Carlo. "Coltivare le diversità La ricostruzione tra territorialità, immaginari e governance." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 14–18. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1002.

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Abstract:
Ricostruire a seguito di emergenze di diversa origine richiede oggi una comprensione dei fenomeni a scala globale e locale. Da un lato i riferimenti di scenario a modelli economici e azione universali e dall'altro la comprensione delle opportunità di ogni luogo e della comunità insediata costituiscono due poli entro cui i processi di ricostruzione gravitano. È centrale l'esigenza di iscrivere dentro processi che necessitano di un grado minimo di uniformità le diversità che emergono dal rapporto con il contesto geografico, le sue sedimentazioni storiche e la costruzione di traiettorie di sviluppo specifiche.
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Galli, Pier Francesco. "Tracce." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2011): 523–50. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004010.

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Abstract:
In questa rubrica compare la pubblicazione di materiali, editi o inediti, che tentano di ricostruire una specie di storia della psicologia, della psichiatria e della psicoterapia, a volte con la forza emozionale dell'aneddotica sottratta alle storiografie accademiche. La rubrica si sviluppa lungo tre filoni: uno č quello dell'analisi delle varie stereotipie psicoanalitiche nelle loro declinazioni e del modo con cui č stata trasmessa la teoria della tecnica; il secondo č la ricostruzione di pezzi della storia italiana del settore, nell'ottica che č sempre stata del gruppo di Psicoterapia e Scienze Umane; il terzo filone č costituito dalla ristampa di articoli "d'epoca" rilevanti per il dibattito attuale. Al sito Internet www.psicoterapiaescienzeumane.it/tracce.htm vi č l'elenco di tutti i documenti pubblicati nella rubrica.
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Galli, Jacopo. "Il decentramento come risorsa e modello per strategie federaliste di ricostruzione. Dalle prospettive storiche al caso curdo-siriano." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1006.

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Abstract:
Le politiche di decentramento sono oggi l'unica alternativa possibile all'esplosione urbana e le aree della MENA region interessate da conflitti sono il luogo principale dove si possono testare. Attualmente gli schemi di distribuzione delle risorse lasciano presagire che la ricostruzione avverra principalmente nelle aree urbane. Il paper indaga una alternativa attraverso la definizione degli strumenti dell'assemblea e della commissione e ne prefigura le conseguenze spaziali e urbane.
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Berto, Raul, Antonio Prà, Sergio Pratali Maffei, and Paolo Rosato. "The appraisal of reproduction costs of historic properties: the case of Venetian Villas / La stima del costo di riproduzione delle dimore storiche: il caso delle Ville Venete." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 45–58. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223003.

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Abstract:
This paper illustrates a model for the quick estimate of the cost of reproduction of historic buildings, with particular regard to Venetian Villas. The goal is to provide an operational tool for the stipulation of an insurance contract, against partial or total damages, for products with an “accepted” value. This type of contract, although still not very widespread, allows, in the event of total destruction, to have the adequate resources for the reconstruction of the building in its original conditions, as far as possible. The “accepted value” insurance of the building becomes an instrument for the protection of the collective historical-architectural heritage. The article, in addition to illustrating the procedure in detail, presents a concrete application to historic homes in the Veneto region. L’articolo illustra un modello per la stima spediva del costo di riproduzione di edifici storici, con particolare riferimento alle Ville Venete. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento operativo per la stipula di contratti di assicurazione contro danni, parziali o totali, ai manu- fatti a valore “accettato”. Questa tipologia di contratto, ancora poco diffusa, consente, in caso di distruzione totale, di avere risorse adeguate per la ricostruzione del manufatto nelle condizioni originarie, per quanto possibile. L’assicurazione del manufatto a “valore accettato” diventa, quindi, uno strumento di tutela del patrimonio storico-architettonico collettivo. L’articolo, oltre ad illustrare dettagliatamente la procedura presenta un’applicazione del modello a una Villa Veneta.
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De Giorgi, Fulvio, William Grandi, and Paola Trabalzini. "Maria Montessori, her times and our years. History, vitality and perspectives of an innovative pedagogy." Rivista di Storia dell’Educazione 8, no. 2 (November 16, 2021): 3–8. http://dx.doi.org/10.36253/rse-12307.

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Abstract:
Il numero monografico sul tema Maria Montessori, i suoi tempi e i nostri anni. Storia, vitalità e prospettive di una pedagogia innovativa è parte delle iniziative di ricerca collegate al Progetto di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) dal titolo Maria Montessori dal passato al presente. Accoglienza e implementazione del suo metodo educativo in Italia nel 150° anniversario della sua nascita, finalizzato alla ricostruzione della figura e dell’opera della scienziata di Chiaravalle e della penetrazione del suo metodo educativo in Italia a partire dall’istituzione della prima Casa dei Bambini nel 1907 e all’analisi delle esperienze innovative diffuse negli ultimi anni nel solco della pedagogia montessoriana
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Rainone, Alfonso. "Tra pubblico e privato." Mnemosyne, no. 2 (October 11, 2018): 14. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.11963.

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Abstract:
Il contributo utilizza scritture di repertorio, carte d’archivio, ovvero testimonianze, racconti e scritti ufficiali in parte sconosciuti o dimenticati, oscillanti tra l’annotazione e il racconto, tra il pubblico e il privato, tra il detto e il non-detto, che riportano al di là e all’interno delle formule stereotipate e fisse delle registrazioni alcune noto autobiografiche. Si tratta in particolare di atti ufficiali, ma anche di testi, che afferiscono alla sfera del sé (glosse di tipo personale, pagine di almanacco), posti all’interno di registri, la cui lettura rende possibile la ricostruzione della storia di un individuo e della comunità di cui è membro.
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Cinà, Giuseppe. "Demolizioni e ricostruzioni nella città storica in Cina: un matrimonio d'interesse tra tradizione e mercato." TERRITORIO, no. 72 (March 2015): 158–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-072023.

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