Academic literature on the topic 'Ricostruzione post-disastro'

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Journal articles on the topic "Ricostruzione post-disastro"

1

Galderisi, Adriana, and Scira Menoni. "Rispondere alle sfide del post-evento: riflessioni e proposte operative." CRIOS, no. 21 (November 2021): 46–57. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-021005.

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Abstract:
Il contributo affronta una delle fasi fondamentali del ciclo di gestione del post-disastro: la fase del recupero, collocata tra la fine dell'emergenza e l'inizio della ricostruzione e finora scarsamente esplorata e regolamentata, soprattutto nel contesto nazionale. Più specificamente, si esamina l'evoluzione del significato e del ruolo di tale fase in relazione all'evolversi del concetto di resilienza; quindi, sulla base della letteratura scientifica e di alcune esperienze pregresse, si evidenziano caratteristiche ed esigenze proprie di questa fase e si delineano alcune raccomandazioni e proposte operative per accrescerne l'efficacia. Raccomandazioni e proposte fanno principalmente riferimento alle modalità per garantire un'efficace pianificazione preventiva del recupero post-evento, ai criteri per innovare i modelli di governance e ai principali strumenti da mettere in campo per consentire la rapida transizione verso la ricostruzione.
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Della Valle, Claudia, Marco Giovagnoli, and Enrico Mariani. "«Non restiamo a casa da 4 anni». La pandemia nelle aree abitative temporanee del post-sisma 2016-2017 dell'Appennino Centrale." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 77–94. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001006.

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Abstract:
Nell'ambito dell'ampia riflessione interdisciplinare sul tema dell'abitare stimolata dalla diffusione mondiale del Coronavirus, questo contributo si propone di indaga-re il rapporto tra l'emergenza pandemica e le pratiche abitative post-disastro. L'articolo descrive la ricerca etnografica comparativa all'interno di due aree abitative temporanee della provincia di Macerata, installate a seguito del terremoto che ha duramente colpito l'Appennino centrale nel 2016-2017. Il contributo analizza l'impatto delle misure restrittive imposte dalla normativa italiana su queste "nuove" forme abitative e mette in evidenza alcune aree critiche, considerate sia in un'ottica domestica che in una più ampia territoriale. Sebbene l'emergenza pan-demica inasprisca certamente le criticità, esse sono riconducibili alle più ampie vulnerabilità dei territori colpiti dal terremoto, la cui analisi non può prescindere dall'adozione di una prospettiva storicizzata e diacronica. Dopo aver riconosciuto il permanere di una "doppia emergenza" in questi territori, le conclusioni suggeriscono l'importanza di considerare, analiticamente e pragmaticamente, il fattore temporale del ""itorno alla normalità", legato principalmente alla ricostruzione delle case distrutte dal terremoto.
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Dissertations / Theses on the topic "Ricostruzione post-disastro"

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Olori, Davide <1987&gt. "Processi di vulnerabilizzazione socio-spaziale in contesti di ricostruzione post-disastro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7360/1/TOTALE_16.3.2016.pdf.

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Abstract:
I processi di ricostruzione post-disastro, e le conseguenze socio-territoriali che generano manifestano nel breve periodo il solco delle polarizzazioni pregresse dei conflitti in campo. Così sulle nuove mappe si materializzano le traiettorie degli individui che affrontano cambiamenti repentini nel breve arco temporale forzato dal disastro. Attraverso una comparazione tra due casi di studio (Italia e Cile) avanziamo l’ipotesi che esaminando queste dinamiche sia possibile indagare come gli attori sociali si muovono nella città in fase di riorganizzazione, riconoscendo i processi di vulnerabilizzazione che alcune categorie di popolazione sono costrette ad affrontare nel ritorno alla normalità. Partendo dall’analisi dell’accelerazione delle dinamiche urbane, dovuta all’ingresso improvviso di grandi capitali, all’impennata della domanda, alle strategie pubbliche e private etc., è possibile avanzare l’ipotesi che nei processi di vulnerabilizzazione socio-spaziale emergano con più chiarezza le cause e la catena di fattori che contribuisce alla loro incubazione, rendendo allo stesso tempo meglio interpretabili gli effetti di tali dinamiche urbane sulla vita degli individui, delle comunità e della città. Attraverso l’uso delle categorie suggerite dall’Ecologia Socio-politica dei disastri, si mettono a fuoco i diversi momenti della fase post-disastro per tratteggiare le dinamiche della ricostruzione de L’Aquila, Italia (colpita dal terremoto del 6 aprile 2009) e di Constitución, Cile (terremoto e maremoto del 27 febbraio 2010), comparando le strategie e i conflitti per la ricostruzione, le tipologie d’intervento pubblico e privato etc. per focalizzarsi in particolare sul vissuto soggettivo di chi affronta i cambiamenti urbani in un contesto di ricostruzione. Se rischio e disastro sono risultati dell’interazione tra la struttura socioeconomica, le trasformazioni politiche e i vissuti soggettivi esiste allora un rapporto macro-micro che costringe la ricerca ad indagare su un livello multiscalare. Si rende quindi necessario muovere dalla dimensione urbanistica verso quella soggettiva, per indagare i processi d’esclusione e marginalizzazione della città.
The post-disaster reconstruction of territories hit by an environmental disaster further stresses the existing social polarizations and the latent conflicts within the areas where the event takes place. Through a comparison between two case studies, we hypothesize that the investigation of the ways social actors move across the city allows us to understand how people return to “normality” when forced to re-organize their lives in the post-disaster phase. In particular, we address the nature of those trajectories which determine an increase of vulnerability. Having explored the acceleration of urban dynamics led by the territorial concentration of financial capital, the rise of real estate demand, the implementation of new (public and private) political strategies, we argue that it is crucial to evaluate the extent to which the aforementioned determinants affect the lives of individuals, communities, and cities. We additionally hypothesize that the comprehension of the socio-spatial vulnerabilization processes, experienced by some social groups, is necessary to identify the reasons and factors behind their production. Through the use of categories developed by the Socio-Political Ecology of Disaster, we focus on the different stages of the post-disaster reconstruction in two contexts: L’Aquila in Italy (earthquake on April 6, 2009) and Constitución in Chile (earthquake and tsunami on February 27, 2010). We compare political strategies, conflicts and public and private interventions in order to put emphasis on the subjective experiences of those who are directly affected by the urban changes brought by the reconstruction. If disaster stem from macro and micro dynamics (namely the interaction among socio-economic structure, political transformation, and subjective experiences), a multi-scalar investigation is required. The latter, aimed at evaluating the exclusion and marginalization of and within cities, permits to “symbolically” move from the analysis of the planning (macro) factors to the subjective experiences of the individuals hit by disasters.
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Olori, Davide <1987&gt. "Processi di vulnerabilizzazione socio-spaziale in contesti di ricostruzione post-disastro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7360/.

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Abstract:
I processi di ricostruzione post-disastro, e le conseguenze socio-territoriali che generano manifestano nel breve periodo il solco delle polarizzazioni pregresse dei conflitti in campo. Così sulle nuove mappe si materializzano le traiettorie degli individui che affrontano cambiamenti repentini nel breve arco temporale forzato dal disastro. Attraverso una comparazione tra due casi di studio (Italia e Cile) avanziamo l’ipotesi che esaminando queste dinamiche sia possibile indagare come gli attori sociali si muovono nella città in fase di riorganizzazione, riconoscendo i processi di vulnerabilizzazione che alcune categorie di popolazione sono costrette ad affrontare nel ritorno alla normalità. Partendo dall’analisi dell’accelerazione delle dinamiche urbane, dovuta all’ingresso improvviso di grandi capitali, all’impennata della domanda, alle strategie pubbliche e private etc., è possibile avanzare l’ipotesi che nei processi di vulnerabilizzazione socio-spaziale emergano con più chiarezza le cause e la catena di fattori che contribuisce alla loro incubazione, rendendo allo stesso tempo meglio interpretabili gli effetti di tali dinamiche urbane sulla vita degli individui, delle comunità e della città. Attraverso l’uso delle categorie suggerite dall’Ecologia Socio-politica dei disastri, si mettono a fuoco i diversi momenti della fase post-disastro per tratteggiare le dinamiche della ricostruzione de L’Aquila, Italia (colpita dal terremoto del 6 aprile 2009) e di Constitución, Cile (terremoto e maremoto del 27 febbraio 2010), comparando le strategie e i conflitti per la ricostruzione, le tipologie d’intervento pubblico e privato etc. per focalizzarsi in particolare sul vissuto soggettivo di chi affronta i cambiamenti urbani in un contesto di ricostruzione. Se rischio e disastro sono risultati dell’interazione tra la struttura socioeconomica, le trasformazioni politiche e i vissuti soggettivi esiste allora un rapporto macro-micro che costringe la ricerca ad indagare su un livello multiscalare. Si rende quindi necessario muovere dalla dimensione urbanistica verso quella soggettiva, per indagare i processi d’esclusione e marginalizzazione della città.
The post-disaster reconstruction of territories hit by an environmental disaster further stresses the existing social polarizations and the latent conflicts within the areas where the event takes place. Through a comparison between two case studies, we hypothesize that the investigation of the ways social actors move across the city allows us to understand how people return to “normality” when forced to re-organize their lives in the post-disaster phase. In particular, we address the nature of those trajectories which determine an increase of vulnerability. Having explored the acceleration of urban dynamics led by the territorial concentration of financial capital, the rise of real estate demand, the implementation of new (public and private) political strategies, we argue that it is crucial to evaluate the extent to which the aforementioned determinants affect the lives of individuals, communities, and cities. We additionally hypothesize that the comprehension of the socio-spatial vulnerabilization processes, experienced by some social groups, is necessary to identify the reasons and factors behind their production. Through the use of categories developed by the Socio-Political Ecology of Disaster, we focus on the different stages of the post-disaster reconstruction in two contexts: L’Aquila in Italy (earthquake on April 6, 2009) and Constitución in Chile (earthquake and tsunami on February 27, 2010). We compare political strategies, conflicts and public and private interventions in order to put emphasis on the subjective experiences of those who are directly affected by the urban changes brought by the reconstruction. If disaster stem from macro and micro dynamics (namely the interaction among socio-economic structure, political transformation, and subjective experiences), a multi-scalar investigation is required. The latter, aimed at evaluating the exclusion and marginalization of and within cities, permits to “symbolically” move from the analysis of the planning (macro) factors to the subjective experiences of the individuals hit by disasters.
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FONTANA, CORA. "La ricostruzione dell'Aquila dopo il terremoto del 2009: condizioni iniziali, strategia, esiti formali e spaziali." Doctoral thesis, Gran Sasso Science Institute, 2017. http://hdl.handle.net/20.500.12571/9680.

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Abstract:
Un disastro naturale determina inevitabilmente la possibilità/necessità di nuove traiettorie di sviluppo spaziale ed economico per la città nella quale si è verificato. Uno shock esogeno, infatti, – che sia un disastro naturale o sociale – costringe la città a ripensare il suo futuro. Da un certo punto di vista, un disastro offre alla società locale l’occasione di riorganizzare se stessa, a partire dalla sua struttura spaziale e sociale. Trascorso il periodo dell’emergenza e valutato il danno, la sfida per gli attori coinvolti – in Italia, in genere, enti locali e governo nazionale – consiste nel pianificare il processo della ricostruzione e gli obiettivi della ricostruzione. Una città, ricostruendosi per tornare a essere competitiva con le altre città deve pensare e agire in modo strategico, valutando e modificando – se necessario – la propria struttura per garantirne l’adeguatezza. Tuttavia, considerata l’unicità di ogni disastro, quando si parla di processo di ricostruzione non esistono regole rigide o modi univoci di pianificare e agire. Ogni disastro, infatti, è caratterizzato dalla combinazione di diversi fattori che dipendono dall’entità del danno, dalla realtà urbana che lo subisce, dalle condizioni in cui questa si trovava – in termini spaziali, ma anche sociali ed economici – prima della cesura dettata dallo shock. Un aspetto fondamentale, in genere trascurato, è la qualità della “risposta cognitiva” che la comunità locale (ma anche nazionale) dà ai dis-equilibri che il disastro ha determinato. Con quali strumenti di pianificazione e programmazione, con quali processi di formazione di piani e programmi, con quali meccanismi di determinazione degli obiettivi la città reagisce al disastro naturale e avvia la ricostruzione? Il lavoro di tesi discute il caso studio della città dell’Aquila analizzando diversi aspetti che hanno caratterizzato il sistema urbano aquilano, prima e dopo il sisma del 2009: l’immagine della città e la sua organizzazione spaziale prima del terremoto, con un’attenzione particolare ai caratteri dispersi del sistema insediativo aquilano e a quei processi e fattori che hanno determinato il fenomeno della dispersione dagli anni cinquanta al 2008; la risposta cognitiva (strumenti di pianificazione) che governi locali e nazionali hanno adottato – sia nella realizzazione dell’abitare temporaneo, sia nella costruzione del processo di ricostruzione a lungo termine – per rispondere agli effetti causati dal terremoto del 6 aprile del 2009; gli esiti delle politiche (convenzionali ed extra-ordinarie) che stanno tracciando la traiettoria di sviluppo spaziale della città oggi e gli effetti emergenti dalla ricostruzione fisica della città e del sistema urbano dell’Aquila a otto anni dal terremoto del 2009.
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