Academic literature on the topic 'Ricezione classica'

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Journal articles on the topic "Ricezione classica"

1

Renker, Andrea. "Eine weiße Kerze für Francesca von Berta Schmidt-Bickelmann – Dantelektüren eines Mitglieds der DDG (1938–1959)." Deutsches Dante-Jahrbuch 96, no. 1 (September 24, 2021): 133–44. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2021-0027.

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Abstract:
Riassunto Dante un classico della letteratura tedesca? – In occasione del seicentesimo anniversario della morte del poeta questa domanda riconquistò una popolarità ambigua in Germania, la cui portata sorpassava di gran lunga le discussioni meramente accademiche. La questione è anche al centro delle letture dantesche di Berta-Schmidt-Bickelmann (1885–1959), che fu membro della Deutsche Dante-Gesellschaft in questi anni. Il presente contributo esamina per la prima volta gli articoli e le poesie di questa appassionata lettrice di Dante, pubblicati tra il 1938 e il 1959 nel Mitteilungsblatt della Deutsche Dante-Gesellschaft. Se ne ricava un’impressione sulla ricezione non-accademica di Dante in Germania verso la metà del Novecento.
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Radici, Livia, and Paola Radici Colace. "Saliva: indicazioni terapeutiche, modalità di impiego e lessico nella Naturalis Historia di Plinio tra fonti e ricezione." Pallas, no. 113 (August 13, 2020): 189–205. http://dx.doi.org/10.4000/pallas.24050.

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3

Zucker, Arnaud. "Maria Michela Sassi (dir.), Elisa Coda, Giuseppe Feola (ed.), La zoologia di Aristotele e la sua ricezione dall." Philosophie antique, no. 21 (December 15, 2021): 287–90. http://dx.doi.org/10.4000/philosant.4096.

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4

Ambrosini, Laura. "La ricezione del mito di Galatea in Etruria tra antiquaria, epigrafia ed iconografia." Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, no. 131-1 (June 30, 2019): 105–21. http://dx.doi.org/10.4000/mefra.7373.

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5

Dahl, Karin Ingrid Eva. "Traduzione e ricezione delle scrittrici italiane del Novecento in Svezia. Alle soglie dell’immortalità letteraria." Moderna Språk 110, no. 2 (December 1, 2016): 25–45. http://dx.doi.org/10.58221/mosp.v110i2.7861.

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Abstract:
Studying the translations in Swedish language of Italian twentieth century women writers, one is astonished by the randomness and the incompleteness. It is often the case of single translations published almost haphazardly and with lack of consistency when it comes to follow up the work of an author. Despite favorable critics, despite a Nobel Prize, the Italian women writers of the twentieth century have never really been established in Sweden. Except for a brief period, Elsa Morante and Natalia Ginzburg. Only the works of the latter could in theory rise to the status of a classic of in the mind of Swedish readers. This is not the case, however, of books by Grazia Deledda, which after a very successful period around the Nobel Prize in the twenties, have disappeared from the shelves of bookstores and libraries. It is as if these authors have fallen into some gray area of literature, almost an intangible cemetery for forgotten novels and old translations. This work represents the first outcome of a mapping of the publishing of Italian women twentieth century writers in Sweden. Hence, the interest is also to publish a bibliography hitherto unedited of these authors in Swedish language translation.
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6

Ferrauti, Simona. "Apollo ‘musico’ tra iconografia antica e attestazione in opere rinascimentali di Botticelli: problematiche di trasmissione e ricezione di schemata classici." Frankfurter elektronische Rundschau zur Altertumskunde, no. 47 (September 17, 2022): 31–54. http://dx.doi.org/10.21248/fera.47.320.

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Aureli, Giorgia. "L’iscrizione latina sulla facciata di palazzo Dedi-Staurenghi a Fossombrone. Cultura identitaria e antiquaria tra influssi e ricezioni di secondo Quattrocento." Opus Incertum 8, no. 1 (November 26, 2022): 38–47. http://dx.doi.org/10.36253/opus-14069.

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Abstract:
The façade of Palazzo Dedi Staurenghi in Fossombrone represents a significant example of the fifteenth-century architectural trends that derived from the cultural and artistic renewal policies promoted in Urbino and its surroundings by Federico da Montefeltro. Although interrupted, the Latin inscription in the frieze of the windows reveals the professional training and the personal interests of the patron, the jurist Paolo Dedi, an important member of the humanistic and antiquarian cultural society which developed in the town during this time. The paper aims to analyse the role played by the inscription in the general image of the façade and in close relation with the urban space of the square in front of it. Considering the local cultural context, as well as other contemporary building examples, the essay also deals with archival research on the patronage and the humanistic interest in classical epigraphy, focusing on cultural references, treatises and handbooks of Roman capital letters.
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Trinacty, Christopher. "RECEPTION OF SENECA - E. Paratore Seneca Tragico. Senso e ricezione di un teatro. A cura di Cesare Questa e Alessio Torino. Postfazione di Maria Luisa Doglio. (Ludus Philologiae 19.) Pp. viii + 369, colour ills. Urbino: QuattroVenti, 2011. Paper, €34. ISBN: 978-88-392-0920-7." Classical Review 63, no. 1 (March 1, 2013): 273–75. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x12003368.

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Medda, Roberto. "THE RECEPTION OF ARISTOTLE'S ZOOLOGY - (M.M.) Sassi, (E.) Coda, (G.) Feola (edd.) La zoologia di Aristotele e la sua ricezione dall'età ellenistica e romana alle culture medievali. Atti della X ‘Settimana di Formazione’ del Centro GrAL, Pisa, 18–20 novembre 2015. (Greco, Arabo, Latino: le vie del sapere. Studi 6.) Pp. 315. Pisa: Pisa University Press, 2017. Paper, €20. ISBN: 978-88-6741-835-0." Classical Review 69, no. 1 (September 19, 2018): 67–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x18001816.

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10

Lombardo, Istituto. "Idee in cerca di parole Parole in cerca di idee." Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, December 20, 2012, 1–194. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2012.128.

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Abstract:
Perché il titolo. All’opera di Maurizio Vitale l’Istituto Lombardo dedica questo secondo momento di riflessione, per ripercorrere sulle sue pagine la storia della «lingua nostra» dalle Origini alla Contemporaneità. Muovere dal Medioevo delle autonomie comunali, significa analizzare i punti di attrito e di innesto della tradizione classica nel rinnovamento della cristiana res publica d’Europa, della letteratura e della grammatica di Roma in altre grammatiche e letterature, della ricezione del lessico dell’alta e rinascente, non solo infima e corrotta, latinità nei repertori dei volgari diversamente osmotici, che davano ciascuno un suo nome a non tutte le cose e a non tutte le idee, quelle proprie alla teologia dei chierici, alla scienza degli arabi, al fervore degli uomini di governo, alla industria dei mercanti e degli artigiani, allo stile degli scrittori. La lingua formata sul canone trecentesco fiorentino, che è divenuta italiana, a partire dal secolo xvi della scrittura colta, dal Risorgimento in poi della nazione, ha difeso la propria identità nelle opere letterarie storiche e scientifiche, nelle dispute accademiche e nei ludi grammaticali, nei testi legislativi e della informazione, l’ha arricchita e corretta a confronto con le emergenti classi sociali da una parte, con il quasi generale progresso ideologico e culturale dall’altra. Continua ansiosa, forse stanca, appena oltre la soglia del suo secondo millennio, gravata dal peso di molte parole tradite, dall’esaurirsi nel vacuo delle valenze semantiche, quelle identitarie e rigenerative trasmesse al nostro oggi dai sommi poeti e dai grandi pensatori anche in altra lingua, come dal disperso popolo che le ha sapientemente reagite: a chiedere che si partecipi, con voce italiana, al dialogo ecumenico. (a. s.)
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Dissertations / Theses on the topic "Ricezione classica"

1

Faggian, Benedetta <1995&gt. "Petronio da Moralista a Dandy: indagine sulla tradizione e ricezione del Satyricon." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16035.

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Abstract:
La ricezione testuale del Satyricon di Petronio, opera giunta ai giorni nostri in forma frammentaria e spesso tramite percorsi tradizionali assai tortuosi e imprevedibili, è grandemente mutata nel corso dei secoli. L’opera, per la varietà dei temi trattati e per la molteplicità degli spunti che offre, è stata all’origine di un vasto Fortleben, mai tuttavia disgiunto dal carattere esplicito e talora francamente scandaloso di alcuni episodi in essa contenuti. È stato così che il Satyricon è passato dall’essere lettura di riferimento per la novellistica medievale di tipo didattico-moralistico, a un testo ispiratore per il romanzo picaresco spagnolo, e d’altra parte dal rappresentare un testo sacro del libertinage soprattutto in area francese e inglese fino a trionfare nel moderno decadentismo. È in particolare relativamente a quest’epoca che la tesi si sofferma ad indagare come Petronio, arbiter elegantiae e dandy ante litteram, sia stato percepito dai più importanti autori del decadentismo (Wilde, Huysmans etc.) influenzando direttamente o indirettamente la produzione letteraria di tutta un'età e riscattandosi finalmente dalla qualifica di autore licenzioso.
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BENEDETTI, MARTA. "I classici attraverso l'Atlantico: la ricezione dei Padri Fondatori e Thomas Jefferson." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10784.

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Abstract:
La tesi si occupa di verificare l’influenza che i classici greci e latini hanno esercitato su i padri fondatori americani e più in particolare su Thomas Jefferson. La prima sezione tratteggia il contesto universitario e lo studio delle lingue classiche tra seicento e settecento, comprendendo non solo le università inglesi (Oxford e Cambridge) e scozzesi, ma anche i nuovi college nati nelle colonie americane. Tale analisi dei modelli e delle pratiche educative ha permesso, in effetti, di comprendere meglio l’influenza dei classici sui rivoluzionari americani. Nello specifico viene scandagliata a fondo l’educazione ricevuta da Jefferson. Tra i numerosi spunti di studio aperti da codesto argomento, il lavoro si concentra sulle modalità con cui i classici gli furono insegnati, sul suo Commonplace Book (una raccolta di brani tratti in parte da autori antichi letti in giovinezza) e su documentazione epistolare. Quest’ultima è oggetto particolare di studio, allo scopo di scoprire quali opere antiche Jefferson, in età adulta e durante la vecchiaia, lesse e apprezzò. Essendo un collezionista di libri, comprò moltissimi testi classici come dimostrano alcuni suoi manoscritti. Nonostante manchino dati precisi a riguardo, risulta inoltre che Jefferson, benché facesse largo uso di traduzioni, preferiva leggere in originale e che probabilmente abbia letto la maggior parte di questi libri durante il ritiro dalla vita politica. La seconda parte della tesi si concentra, invece, a indagare quanto la sua educazione classica abbia contributo alla formazione della sua personalità e delle sue idee, nonché alla forma stessa del suo pensiero in merito ad alcune tematiche. Lo studio è di conseguenza dedicato all’esperienza umana di Jefferson, in particolare alla sua riflessione sulla morte e sull’eternità, temi fortemente legati alla sua ricezione di idee epicuree e stoiche. Epicureismo e Stoicismo rappresentano, in definitiva, i due sistemi filosofici antichi che hanno maggiormente influenzato la sua personalità e il suo pensiero.
The aim of the present work is to evaluate the impact of the ancient classics on the American Founding Fathers, with a particular focus on Thomas Jefferson. The first section gives a wide portrait of the academic context in which the Founders were educated, comprising not only of Oxford, Cambridge, and the Scottish universities, but also the colonial colleges. The evaluation of the educational practices in use at the time makes it possible to understand better the classical impact on revolutionary Americans. In particular, this analysis studies in depth Jefferson's education. Of the many possible perspectives and approaches to this topic, the present work focuses on the way ancient classics were taught to him, his Commonplace Book, which reports part of the ancient classics he read during his youth, and his correspondence. The latter has been studied especially to understand which other ancient writers he read, valued, and esteemed in his adulthood and old age. As book collector, Jefferson bought an incredible number of ancient classics, as attested by a few manuscripts of his book lists. Despite the dearth of sure evidence, it is very likely that he read the ancient works largely during his retirement. He loved reading them in the original, though he made great use of translations. The second part of this work is dedicated to investigating how Jefferson's classical education contributed to the building of his personality and ideas, as well as how he elaborated specific classical themes in his own life. The study is thus focused on Jefferson's personal human experience, specifically on his reflection on human mortality and the afterlife. These themes, indeed, are strictly linked to his reception of Epicurean and Stoic tenets, the two ancient philosophical systems which had the greatest and most profound impact on Jefferson's personality and thought.
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BENEDETTI, MARTA. "I classici attraverso l'Atlantico: la ricezione dei Padri Fondatori e Thomas Jefferson." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10784.

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Abstract:
La tesi si occupa di verificare l’influenza che i classici greci e latini hanno esercitato su i padri fondatori americani e più in particolare su Thomas Jefferson. La prima sezione tratteggia il contesto universitario e lo studio delle lingue classiche tra seicento e settecento, comprendendo non solo le università inglesi (Oxford e Cambridge) e scozzesi, ma anche i nuovi college nati nelle colonie americane. Tale analisi dei modelli e delle pratiche educative ha permesso, in effetti, di comprendere meglio l’influenza dei classici sui rivoluzionari americani. Nello specifico viene scandagliata a fondo l’educazione ricevuta da Jefferson. Tra i numerosi spunti di studio aperti da codesto argomento, il lavoro si concentra sulle modalità con cui i classici gli furono insegnati, sul suo Commonplace Book (una raccolta di brani tratti in parte da autori antichi letti in giovinezza) e su documentazione epistolare. Quest’ultima è oggetto particolare di studio, allo scopo di scoprire quali opere antiche Jefferson, in età adulta e durante la vecchiaia, lesse e apprezzò. Essendo un collezionista di libri, comprò moltissimi testi classici come dimostrano alcuni suoi manoscritti. Nonostante manchino dati precisi a riguardo, risulta inoltre che Jefferson, benché facesse largo uso di traduzioni, preferiva leggere in originale e che probabilmente abbia letto la maggior parte di questi libri durante il ritiro dalla vita politica. La seconda parte della tesi si concentra, invece, a indagare quanto la sua educazione classica abbia contributo alla formazione della sua personalità e delle sue idee, nonché alla forma stessa del suo pensiero in merito ad alcune tematiche. Lo studio è di conseguenza dedicato all’esperienza umana di Jefferson, in particolare alla sua riflessione sulla morte e sull’eternità, temi fortemente legati alla sua ricezione di idee epicuree e stoiche. Epicureismo e Stoicismo rappresentano, in definitiva, i due sistemi filosofici antichi che hanno maggiormente influenzato la sua personalità e il suo pensiero.
The aim of the present work is to evaluate the impact of the ancient classics on the American Founding Fathers, with a particular focus on Thomas Jefferson. The first section gives a wide portrait of the academic context in which the Founders were educated, comprising not only of Oxford, Cambridge, and the Scottish universities, but also the colonial colleges. The evaluation of the educational practices in use at the time makes it possible to understand better the classical impact on revolutionary Americans. In particular, this analysis studies in depth Jefferson's education. Of the many possible perspectives and approaches to this topic, the present work focuses on the way ancient classics were taught to him, his Commonplace Book, which reports part of the ancient classics he read during his youth, and his correspondence. The latter has been studied especially to understand which other ancient writers he read, valued, and esteemed in his adulthood and old age. As book collector, Jefferson bought an incredible number of ancient classics, as attested by a few manuscripts of his book lists. Despite the dearth of sure evidence, it is very likely that he read the ancient works largely during his retirement. He loved reading them in the original, though he made great use of translations. The second part of this work is dedicated to investigating how Jefferson's classical education contributed to the building of his personality and ideas, as well as how he elaborated specific classical themes in his own life. The study is thus focused on Jefferson's personal human experience, specifically on his reflection on human mortality and the afterlife. These themes, indeed, are strictly linked to his reception of Epicurean and Stoic tenets, the two ancient philosophical systems which had the greatest and most profound impact on Jefferson's personality and thought.
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OTTRIA, Ilaria. "Marsia e Glauco. Storia, esegesi e riscritture di due miti ovidiani dall’Antichità classica al XIV secolo." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/95126.

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CUCCORO, CORRADO. "IL MITO CLASSICO NELLA DRAMMATURGIA DI LINGUA PORTOGHESE: I CICLI ARGONAUTICO, TEBANO E TROIANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39111.

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Abstract:
Dall’inizio del XXI secolo, i drammi portoghesi e brasiliani ispirati all’antichità classica, prima trascurati o semplicemente ignorati dalla critica internazionale, sono stati oggetto di più ampio e sistematico studio, in relazione sia alle fonti antiche sia alla produzione moderna analoga. Nondimeno, in tale contesto hanno spesso prevalso prospettive o interessi nazionali; inoltre, la ricerca si è di solito concentrata su singoli miti, personaggi, motivi. Una ricognizione complessiva sarebbe a questo punto utilissima, ma non è ancora disponibile. La presente tesi è appunto volta a offrire un contributo in tale direzione, attraverso una mappatura ragionata della maggior parte delle opere pertinenti: tutte quelle concernenti i tre principali cicli mitici (argonautico, tebano, troiano). Secondo il mio censimento, il sorprendente corpus consta di tredici drammi (sei portoghesi e sette brasiliani) per il primo ciclo, ventuno (quattordici portoghesi e sette brasiliani) per il secondo e ventidue (diciotto portoghesi e quattro brasiliani) per il terzo.
Since the turn of the 21st century, the Portuguese and Brazilian dramas inspired by the classical antiquity, previously overlooked or simply ignored by international critics, have been subject of more widespread and systematic studies, in connection with both their ancient references and similar modern production. Nevertheless, in this context national perspectives or interests have often been predominant; furthermore, research has usually concerned individual narratives, characters or motives. A comprehensive survey would be now very useful, but it is not yet available. The present thesis is just meant to offer a contribution in this regard, by providing an annotated map of most of the relevant works: all those which belong to the three main mythical cycles (Argonautic, Theban, Trojan). According to my data, the striking corpus consists in thirteen plays (six Portuguese and seven Brazilian) for the first cycle; twenty-one (fourteen Portuguese and seven Brazilian) for the second, and twenty-two (eighteen Portuguese and four Brazilian) for the third.
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CUCCORO, CORRADO. "IL MITO CLASSICO NELLA DRAMMATURGIA DI LINGUA PORTOGHESE: I CICLI ARGONAUTICO, TEBANO E TROIANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39111.

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Abstract:
Dall’inizio del XXI secolo, i drammi portoghesi e brasiliani ispirati all’antichità classica, prima trascurati o semplicemente ignorati dalla critica internazionale, sono stati oggetto di più ampio e sistematico studio, in relazione sia alle fonti antiche sia alla produzione moderna analoga. Nondimeno, in tale contesto hanno spesso prevalso prospettive o interessi nazionali; inoltre, la ricerca si è di solito concentrata su singoli miti, personaggi, motivi. Una ricognizione complessiva sarebbe a questo punto utilissima, ma non è ancora disponibile. La presente tesi è appunto volta a offrire un contributo in tale direzione, attraverso una mappatura ragionata della maggior parte delle opere pertinenti: tutte quelle concernenti i tre principali cicli mitici (argonautico, tebano, troiano). Secondo il mio censimento, il sorprendente corpus consta di tredici drammi (sei portoghesi e sette brasiliani) per il primo ciclo, ventuno (quattordici portoghesi e sette brasiliani) per il secondo e ventidue (diciotto portoghesi e quattro brasiliani) per il terzo.
Since the turn of the 21st century, the Portuguese and Brazilian dramas inspired by the classical antiquity, previously overlooked or simply ignored by international critics, have been subject of more widespread and systematic studies, in connection with both their ancient references and similar modern production. Nevertheless, in this context national perspectives or interests have often been predominant; furthermore, research has usually concerned individual narratives, characters or motives. A comprehensive survey would be now very useful, but it is not yet available. The present thesis is just meant to offer a contribution in this regard, by providing an annotated map of most of the relevant works: all those which belong to the three main mythical cycles (Argonautic, Theban, Trojan). According to my data, the striking corpus consists in thirteen plays (six Portuguese and seven Brazilian) for the first cycle; twenty-one (fourteen Portuguese and seven Brazilian) for the second, and twenty-two (eighteen Portuguese and four Brazilian) for the third.
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PARDO, Mariachiara. "La ricezione del personaggio di Giulio Cesare dagli autori antichi alla produzione teatrale del XVI secolo." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/102340.

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Bellia, Marcello. "Herculea ope vobis Menaechmis Scena revixit: il Principe e la commedia (Ferrara, 1486-1505)." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1265159.

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Abstract:
La tesi indaga la civiltà dello spettacolo ferrarese sotto Ercole I d’Este, un sovrano che controlla, promuove e dirige la vita festiva e cerimoniale con fermezza secondo un preciso disegno politico. Con il sussidio di un’ampia gamma di fonti cronistiche, epistolari, archivistiche, letterarie e iconografiche, il lavoro tenta di ricostruire le fonti di ispirazione, la trama simbolica e allegorica del progetto teatrale erculeo e le realizzazioni materiali di alcuni spettacoli. Il focus si concentra su un aspetto ancora non indagato in profondità, perché dato per scontato o ingiustamente ritenuto estraneo all’ambito delle discipline dello spettacolo: la ricezione attiva di Plauto e Terenzio ma anche di Luciano o Ovidio e il loro specifico riuso nei volgarizzamenti commissionati dal Duca agli intellettuali della sua corte. Intrecciando le prospettive tradizionali della filologia classica con quelle teatrologiche si indagano, cioè, i modi attraverso i quali si assimila a più livelli e si attualizza espressivamente il patrimonio ritrovato della cultura classica identificando in questo passaggio la cifra costitutiva della scena erculea, l’aspetto che, in altre parole, maggiormente la definisce e la distingue da altre realtà coeve. Il lavoro è articolato in due parti precedute da un’introduzione, nella quale si fissano alcuni punti nodali relativi al contesto ferrarese tardo-quattrocentesco. Ai nastri di partenza si colloca l’illustre umanista Guarino Veronese, decisivo protagonista, con il suo magistero, nell’esegesi e nella diffusione dei capolavori comici latini, che imprime un forte impulso riformista alla vita culturale estense, arrivando a rivoluzionare il concetto stesso di princeps e di corte. Dallo Studio alla città: un Apologo di Pandolfo Collenuccio è il punto di avvio di una riflessione teorica intorno alla categoria estetica di comico e di commedia; quindi, si guarda al laboratorio teatrale erculeo nei suoi tratti ibridi e polimorfi, quale spazio privilegiato di incontro tra l’eredità romanza della cultura volgare e i classici da poco riscoperti dagli umanisti. L’indagine è condotta attraverso una campionatura di episodi festivi e di documenti estrapolati come più significativi. La prima sezione esplora la festa per le nozze di Alfonso d’Este, primogenito di Ercole ed erede al soglio ducale, e Anna Sforza, nipote di Ludovico il Moro e sorella del duca nominale di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza, ricostruita alla luce di evidenze documentarie inedite. Il confronto tra l’ingresso trionfale della sposa a Ferrara, avvenuto il 12 febbraio 1491, e la speculare entrata processionale degli Este a Milano del 22 gennaio dello stesso anno, rivela con chiarezza le differenze tra le rispettive tattiche promozionali di Ercole I e Ludovico il Moro. Il complesso cerimoniale architettato da Ercole per la giornata conclusiva dei festeggiamenti costituisce da questo punto di vista una sorta di prototipo delle sue strategie mitopoietiche con cui l’immagine del principe e della corte vengono trasfigurate tra teatro, iconografia e letteratura. L’Amphitrione di Pandolfo Collenuccio, andato in scena con tutta probabilità proprio in quella circostanza, funge da ponte con la seconda sezione della ricerca, dedicata ai volgarizzamenti plautini. La scelta è ricaduta su quelli di sicura provenienza ferrarese: oltre al volgarizzamento collenucciano dell’Amphitruo, rientrano nel gruppo la Cassina e la Mustellaria di Girolamo Berardo e l’Asinaria finora ritenuta anonima e della quale si tenta un’attribuzione. A questo insieme si è aggiunta la Vita de Iosep andata in scena a Ferrara nel 1504, un singolare esperimento di “commedia religiosa” ascrivibile a Collenuccio che assimila il duca estense alla figura del patriarca biblico Giuseppe. L’indagine sui singoli testi si svolge lungo due principali direttrici: A. L’analisi dei motivi tematici. Il filtro culturale imposto dalla scrittura in volgare condiziona le originarie tematiche plautine, di cui naturalmente il volgarizzamento fornisce una declinazione sua propria. L’obiettivo è valutare l’originale apporto dell’autore, che non si limita a ricevere e rielaborare attivamente gli spunti plautini, ma ne aggiunge anche di nuovi, provenienti dal repertorio novellistico-popolare. B. L’interpretazione delle modifiche “strutturali” apportate dai volgarizzatori al dettato plautino. In questa fase si cercano di individuare e analizzare i moduli del testo che ricorrono spesso in corrispondenza di situazioni in cui venga alterato significativamente il testo di Plauto, come ad esempio laddove viene inserita una fine d’atto diversa da quella dell’originale (reimpostando di conseguenza la sequenza fine di atto–inizio del successivo secondo una serie di schemi che hanno tutta l’aria di essere considerati dai traduttori come “canonici”) o in corrispondenza delle sequenze testuali lacunose, mutile o molto problematiche dell’originale. Si tratta di passi che per forza di cose richiedevano un considerevole lavoro di rimaneggiamento (quando non di scrittura ex novo) per poter essere adattati alle esigenze della rappresentazione. In gran conto è tenuta l’eventuale presenza di un codice formulare che descriva il movimento e le forme di interazione dei personaggi sul palco, per noi potenzialmente utilissimo in qualità di porta di (parziale) accesso all’azione scenica.
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Capirossi, Arianna. "La ricezione di Seneca tragico tra Quattrocento e Cinquecento: edizioni e volgarizzamenti." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1154757.

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Abstract:
La tesi presenta un’indagine sulla ricezione del corpus tragico di Seneca in età umanistica, focalizzandosi in particolare sulle edizioni a stampa (incunaboli e cinquecentine fino all'anno 1514) e sui volgarizzamenti. Il primo capitolo riassume brevemente la circolazione delle tragedie senecane nei codici manoscritti durante il Medioevo. Il secondo capitolo contiene il catalogo e la descrizione delle edizioni a stampa delle tragedie dall'editio princeps (Ferrara, ante 17 dicembre 1478) all'edizione a tre commenti a cura di Josse Bade (Parigi, 5 dicembre 1514). Per ciascuna edizione, si analizzano i paratesti (prefazioni, lettere di dedica, commenti, componimenti poetici, illustrazioni) e si ricostruiscono le identità delle personalità che contribuirono alla pubblicazione (editori, commentatori, dedicatari, tipografi). Le prefazioni e le lettere di dedica sono pubblicate in appendice e corredate di traduzione. Una sezione è dedicata ai commenti umanistici di Gellio Bernardino Marmitta, Daniele Caetani e Josse Bade. Il terzo capitolo propone l’analisi testuale dei cinque volgarizzamenti delle tragedie senecane prodotti fino all'anno 1497. Il primo è contenuto nel poemetto incompiuto «Ippolito e Fedra» di Sinibaldo da Perugia (ante 1384). Il secondo è un volgarizzamento anonimo in prosa di area napoletana (prima metà del Quattrocento). Il terzo è il volgarizzamento in versi di Evangelista Fossa dell'«Agamemnon», stampato a Venezia il 28 gennaio 1497. Il quarto è il volgarizzamento in versi di Pizio da Montevarchi dell'«Hercules furens», inedito, conservato nel manoscritto 106 della Biblioteca Classense di Ravenna, del 1497-1498. Il quinto è il volgarizzamento in versi dell'«Hippolytus», ancora di Pizio da Montevarchi, stampato a Venezia il 2 ottobre 1497. Nella tesi, si pubblicano i testi degli ultimi tre volgarizzamenti individuati. This thesis presents a survey of the reception of Seneca's tragedies between Quattrocento and Cinquecento, focusing on printed editions (incunabula and cinquecentine published until 1514) and vernacular translations. The first chapter summarizes the circulation of Seneca's tragedies in manuscripts during the Middle Ages. The second chapter contains the catalogue and the description of the printed editions of the tragedies from the editio princeps (Ferrara, before 17 December 1478) to the three-comment edition edited by Josse Bade (Paris, 5 December 1514). For each edition, I analyzed the paratexts (prefaces, dedicatory letters, comments, poems, illustrations) and I reconstructed the identities of the personalities who contributed to the publication (editors, commentators, dedicatees, printers). Prefaces and dedicatory letters are published in the appendices with an Italian translation. A section is devoted to the humanistic commentaries by Gellio Bernardino Marmitta, Daniele Caetani and Josse Bade. In the third chapter I focused on the five vernacular translations of Seneca's tragedies produced until 1497. The first is contained in the unfinished poem "Ippolito e Fedra" by Sinibaldo da Perugia (before 1384). The second is an anonymous prose translation produced in the Neapolitan area during the first half of the fifteenth century. The third is the verse translation by Evangelista Fossa of the "Agamemnon", printed in Venice on 28 January 1497. The fourth is the verse translation by Pizio da Montevarchi of the "Hercules furens", preserved in the manuscript 106 of the Classense Library of Ravenna (1497-1498). The fifth is the verse translation of the "Hippolytus", again by Pizio da Montevarchi, printed in Venice on 2 October 1497. In my thesis, I edited the texts of the last three vernacular translations.
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Books on the topic "Ricezione classica"

1

Giornate, di studio del Dottorato di Ricerca in filologia letteratura e. tradizione classica (2004 Milan Italy). Momenti della ricezione omerica: Poesia arcaica e teatro : Giornate di studio del Dottorato di Ricerca in filologia, letteratura e tradizione classica, Milano 9-10 febbraio 2004. Milano: Cisalpino, 2004.

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2

Nicastri, Luciano. Classici nel tempo: Sondaggi sulla ricezione di Properzio, Orazio, Ovidio. Salerno: Edisud, 2003.

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3

Classici nel tempo: Sondaggi sulla ricezione di Properzio, Orazio, Ovidio. Salerno: Edisud, 2003.

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4

Il codice del romanzo: Tradizione manoscritta e ricezione dei romanzi greci. Bari: Dedalo, 2006.

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5

Convegno "Classici latini fra storia, tradizione e ricezione, in ricordo di Cesare Questa" (2017 Accademia nazionale dei Lincei). Classici latini fra storia, tradizione e ricezione: In ricordo di Cesare Questa. [Rome]: Accademia nazionale dei Lincei, 2020.

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6

Accogliere l'antico: Ricerche sulla ricezione della letteratura latina e sulla storia degli studi classici. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2020.

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7

Idoli e statue di marmo: Ricezione dell'antico come metamorfosi nella cultura tedesca. Acireale: Bonanno, 2012.

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8

Eleonora, Cavallini, ed. Omero mediatico: Aspetti della ricezione omerica nella civiltà contemporanea : atti delle giornate di studio, Ravenna, 18-19 gennaio 2006. Bologna: D. U. Press, 2007.

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9

La parola nella città: Studi sulla ricezione del teatro antico : atti del convegno di Vittorio Veneto, 24-25 novembre 1995. Udine: Forum, 1999.

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