Dissertations / Theses on the topic 'Ricerca pedagogica'

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RIPAMONTI, DONATA ANTONELLA. "Bambini e tecnologie digitali:opportunità, rischi e prospettive di ricerca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/211648.

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Abstract:
La recente e massiccia diffusione di tecnologie digitali ha profondamente modificato gli ambienti educativi e formativi, diffondendo un crescente dibattito su come e se tali dispositivi possono/devono entrare a far parte anche della vita dei bambini più piccoli, sebbene il loro uso sia già diventato una realtà nelle case di molti di loro e in alcuni contesti educativi. All'interno di questo scenario si inserisce la presente ricerca, che riguarda, secondo una prospettiva pedagogica, lo studio del rapporto tra bambini al di sotto dei 3 anni e le tecnologie digitali e che ha come obiettivo quello di indagare da un lato l’esperienza di esplorazione e utilizzo delle tecnologie touch da parte dei bambini piccoli, dall'altro le idee, le rappresentazioni, i dubbi di genitori ed educatori in merito a tale fenomeno. Il percorso di indagine ha utilizzato un metodo che combina gli strumenti della ricerca qualitativa in ambito educativo (osservazione, focus group) con strumenti di raccolta e di analisi propri dell'approccio quantitativo (in particolare il questionario) secondo la visione pragmatista della ricerca da cui è emersa la teoria dei mixed methods. Dopo avere iniziato una sistematica review della letteratura, è stata avviata la fase esplorativa della ricerca attraverso la realizzazione di una serie di focus group con genitori ed educatori che operano all'interno di servizi educativi per la prima infanzia allo scopo di indagare le rappresentazioni degli adulti in merito all'esposizione di bambini al di sotto dei 3 anni ai dispositivi touch e, nel contempo, di formulare le domande di un questionario da somministrare ai genitori. I dati analizzati hanno rivelato che anche i bambini italiani accedono ai dispositivi digitali in età molto precoce e che l'uso delle tecnologie aumenta col crescere dell'età. Per quanto riguarda l'utilizzo che essi fanno dei media touchscreen, dai questionari risulta prevalere la visione di video, in particolare cartoni animati, seguita dall'ascolto di musica e dall'utilizzo di app che propongono giochi pensati per insegnare loro colori, forme, lettere dell'alfabeto o di intrattenimento come puzzle, memory. Scarsa sembra essere la preparazione dei genitori nella scelta dei contenuti digitali destinati ai propri figli, che si orientano piuttosto superficialmente verso le app gratuite oppure verso quelle proposte come "educative", senza interrogarsi sulla loro effettiva qualità. Solo una minoranza dichiara di non disporre dei criteri necessari per orientarsi in tale scelta, pur riconoscendone l'importanza. Le informazioni raccolte rendono conto, inoltre, di livelli di consapevolezza dei genitori molto eterogenei e di pratiche che risultano essere in parte contraddittorie rispetto alle preoccupazioni esplicitate. Colpisce il fatto che, nonostante molti genitori ritengano che l’introduzione dei dispositivi touch in età precoce possa aumentare i rischi per la salute psico-fisica dei bambini, provocare dipendenza e interferire negativamente con le relazioni, almeno una parte di loro ammetta di usare le tecnologie per calmarli e distrarli già a partire dal primo anno di vita e in misura crescente in seguito. Nello stesso tempo sono molti i genitori che, evitando una superficiale contrapposizione tra favorevoli e contrari, preferiscono porsi con atteggiamento cautamente critico nei confronti dell'appropriazione digitale da parte dei figli e dichiarano di utilizzare prevalentemente le TD in modo condiviso. Più consapevoli e preoccupati sembrano essere gli educatori, che si interrogano sul ruolo che i servizi educativi devono svolgere nell'accompagnamento dei bambini all'appropriazione delle tecnologie e nel supporto ai genitori alle prese con la definizione della "dieta digitale" più equilibrata con cui "nutrire" i nativi digitali, in modo che essi possano sfruttare le potenzialità delle tecnologie evitando gli eventuali rischi provenienti da un uso eccessivo e acritico.
Abstract The recent and massive spread of digital technologies has brought along radical changes in educational and training environments, triggering a growing debate on how and if such devices can/must become part of younger children’s everyday life, even though their use is already widespread in many households and educational frameworks. The present research unfolds within this scenery, it deals with the relationship between children below the age of three and digital technologies from a pedagogic perspective, and aims at investigating both touch technologies exploration and use experience in young children, and ideas, representations, and doubts of parents and educators about such phenomenon. The study method is based on the combination of educational qualitative research process (such as observation and focus groups) with data collecting and analysis tools typical of a quantitative approach (notably, questionnaires), according to the rationalist point of view of the research from which the mixed methods theory ensued. After starting a systematic review of the literature on this subject, the explorative stage of the research started with the creation of a series of focus groups with parents and educators operating within educational services for early childhood, in order to investigate the adult’s representations regarding the exposure of children below 3 years of age to touch devices and, at the same time, to formulate questions for a questionnaire to be handed out to parents. The data collected proved that Italian children as well access digital devices at a very young age and the use of technology increases with age. As regards their using habits of touch-screen media, questionnaires revealed that watching videos, mostly cartoons, is the predominant activity, followed by listening to music and using apps devised to teach them: colors, shapes, alphabet letters, or leisure apps such as puzzle and memory games. The parents seem barely prepared to select the digital contents accessible to their children, loosely directing towards free apps or those advertised as “educational”, without questioning the real quality of the software. Only a minority declares lacking the necessary skills to make a reasoned choice, although acknowledging its importance. The data collected also highlight very diverse levels of awareness in the parents and the existence of habits that seem in partial contradiction with the worries they declared. It is amazing that, although many parents think that the early introduction of touch devices might increase the risks for the children’s psychical and physical health, cause addiction and affect their social relationships negatively, at least a part of them admits using technologies to calm and entertain the children starting from the first year of life, and increasing the habit with age. At the same time, a lot of parents, avoiding a superficial contraposition between favorable and contrary, prefer to maintain a mildly critic position towards their children’s digital mastering and declare a shared use of DT in their own households. Educators seem to be more aware and worried, questioning themselves over the role that educational services should take in the process of accompanying the children towards digital mastering and supporting the parents dealing with the fine-tuning of a balanced “digital diet”, necessary to “nourish” the digital natives, to enable them to exploit the DT potential while avoiding possible dangers arising from an excessive and indiscriminate use.
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POZZO, MATILDE MAIA. "Nella zona grigia delle nuove povertà. Una ricerca pedagogica sulle storie di formazione nei processi di impoverimento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262889.

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Abstract:
Gli ambivalenti esiti delle trasformazioni economiche, sociali, culturali della contemporaneità hanno dato vita a un’area in cui si incrociano i lembi di differenti forme di fragilità, economica, sociale, relazionale, e di sofferenza urbana (Saraceno, 2010): una zona grigia di disagio diffuso (Iori e Rampazi, 2008; Tramma, 2015) che non supera quelle soglie di malessere conclamato che la collocherebbero nell’area della grave emarginazione, oggetto di attenzione dei servizi e delle politiche educative. I processi che hanno contribuito al diffondersi di vulnerabilità sociale (Ranci, 2002) hanno modificato anche alcuni tratti della condizione di povertà contemporanea: di questi elementi di novità mira a rendere conto il concetto di nuove povertà, una fascia dai confini incerti, di povertà grigie (Dovis e Saraceno, 2011), esito dell’ampliamento del rischio di impoverimento a fasce di popolazione prima considerate protette: un rischio connesso a eventi sempre meno eccezionali e sempre più legati ai “normali” corsi di vita. La ricerca pedagogica intorno alle implicazioni educative dei processi di impoverimento si è focalizzata, attraverso metodi biografici (Merril & West, 2012), sulle storie di vita e di formazione di quindici uomini e donne coinvolti da recenti processi di impoverimento. La cornice teorica della pedagogia sociale (Tramma, 2010) ha indirizzato l’esplorazione di queste traiettorie biografiche intorno alle dimensioni educative, formali e informali, che contribuiscono a definire lo scivolamento in situazioni di fragilità e/o a prevenirlo e attutirlo; l’analisi pedagogica si è concentrata sulle dimensioni di vulnerabilità intorno a cui si articolano le criticità dei percorsi di vita e sulle modalità, i significati, le rappresentazioni tramite cui i soggetti attraversano e rielaborano la propria storia e la propria condizione, facendo emergere il ruolo di un clima educativo diffuso che, contribuendo a letture sempre più individualizzate e iper-responsabilizzanti della propria vita e della condizione di impoverimento, ostacola la comprensione critica dei propri percorsi di vita e delle dinamiche del presente, fattore indispensabile perché si aprano per i soggetti possibilità di cambiamento e di azione verso il miglioramento delle condizioni di vita, individuali e collettive. La tensione trasformativa (Baldacci, 2001) della ricerca pedagogica qui presentata concerne la possibilità di contribuire alla riflessione pedagogica sulle nuove povertà, in vista di individuare orientamenti teorici e metodologici per un’intenzionalità educativa capace di promuovere percorsi di uscita dalla povertà e di intervenire in termini preventivi nelle situazioni a rischio di scivolamento.
Economic, social and cultural transformations of these times have produced ambivalent results while giving rise to a newfound and widespread form of distress where economic, social and relational fragility and urban suffering intertwine (Saraceno, 2010): this grey area of distress (Iori and Rampazi, 2008; Tramma, 2015) does not exceed standard thresholds of overt malaise that would place it within the traditional boundaries regarding severe marginality and exclusion – areas often touched upon by educational services and policies. The elements that contributed to the spread of social vulnerability (Ranci, 2002) – including the precariousness of living and working conditions, the weakening of the systems in place offering social protection and the erosion of the social fabric – have played a role in altering some traits of contemporary poverty: the concept of new poverty aims to account for new elements of a population dealing with uncertain borders, grey poverty (Dovis and Saraceno, 2011), meaning that those who were not previously considered at risk of poverty are now implicated: a risk related to events increasingly frequent and increasingly linked to those paths of life seen as “normal”. The pedagogical research on the educational implications of impoverishment processes focuses, through biographical methods (Merril & West, 2012), on the life stories and educational biographies of fifteen men and women who have recently become impoverished. The theoretical framework concerning social pedagogy (Tramma, 2010) has directed the exploration of these biographical trajectories in and around both formal and informal educational dimensions: these contribute to falling into fragile situations, but also preventing and/or reducing their eventual impact. The pedagogical analysis focuses on the vulnerability areas around which life’s critical aspects are concentrated, and on the representations and meanings through which impoverished people live and rework their own story and condition, highlighting the key role of a contemporary educational climate. Such an educational climate promotes increasingly individualised and notably hyper-responsible representations of one’s own life and impoverishment, while at the same time hindering the critical understanding of one’s life path, losing focus on the dynamics of the present – something indispensable to promote with the subjects changes for the improvement of individual and collective living conditions. The transformative tension (Baldacci, 2001) as part of this pedagogical research aims to contribute to the pedagogical reflection on new poverty in order to identify theoretical and methodological orientations for educational actions able to promote fresh paths for subjects, both in terms of preventive interventions with people at risk of poverty, and in terms of paths out of poverty.
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RONCHI, CARMELA. "Le dimensioni silenti del legame familiare come oggetto di riflessione pedagogica. L' esperienza dei giovani adulti tra culture di origine e processi di costruzione identitaria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/16888.

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Abstract:
The topic of investigation belongs to the family as a training experience, inside which the process of transmitting cultural and social values and the structuring of personal identity, in the relationship with each other. The aim of this research is investigating, in particular, the elements underlying verbal communication and behavioural practices, as an affective and emotional level that seems to be instrumental in preserving the bond, even in moments of crisis and deep transformation that characterise family experience. After a first reconstruction of the current reality of the family through a historico-cultural horizon, mediated by contributions not only coming from pedagogy, but also sociology and psychology, we focused on studies about unconscious dynamics in the group by analysing works in group-analysis, which allowed us to formulate the hypothesis that the primordial experience of fusion in the context of family delivers a silent heritage to its members, comprising hidden signs related not only to the ways of living the relationships, but also to the ways of representing them. In order to investigate this issue, the research continued with the structuring of a qualitative fieldwork oriented to a constructivist perspective, choosing, as its methodological paradigms, micro- pedagogy and autobiographical approach, and selecting a sample of young adults, as privileged witnesses of a possible state of tension between membership in the original context and openness to new forms of relationship. The proposal directed to them consisted of an initial moment of writing about themselves, followed by a nondirective interview and, finally, an operation of symbolic representation. The two clinical ways of analysing the collected material, individual and comparative, were instrumental in showing that the unknown aspects of family experience tend to transmit values, rules about the relationship and the roles within the group, and affect the idea of future ties. The analysis of the material revealed the presence of silences designed to protect others, oneself or the relationship and, at the same time, it identified communication as a tool capable of bringing out the resources and potentials of the family and, therefore, of preserving the tie. In the accounts of young adults, however, the opportunity to access a deeper form of dialogue and exchange with each other, allowing the sharing of intimate feelings and emotional experiences, emerged as silent educational demand. This demand could be considered as an object of pedagogical design, identifying counselling as a tool promoting self-awareness in one’s ways of living the bond and in his transformation potential.
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Pasini, Laura <1984&gt. "Ragazzi selvaggi: Un itinerario di ricerca tra storia della pedagogia, neuroscienze e dibattito pedagogico attuale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6365/3/laura_pasini_tesi.pdf.

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Abstract:
Il lavoro di tesi nasce con l'intento di realizzare un'analisi unitaria della tematica dei ragazzi selvaggi al fine di evidenziare il valore e le ripercussioni di quanto oggigiorno può emergere dal portare avanti lo studio dei ragazzi selvaggi da una prospettiva pedagogico-educativa. L’espressione ragazzo selvaggio viene tradizionalmente usata per riferirsi a quei bambini/e cresciuti per un lungo periodo in compagnia di animali o in luoghi isolati. Nel corso del tempo altre accezioni sono comparse e l’utilizzo di tale espressione ha assunto significati diversi in base ai contesti di riferimento e alle eventuali connessioni con la tematica del selvaggio in generale. Questa tematica si colloca al crocevia tra più aree di ricerca; gli incroci sono come territori di confine, luoghi in cui è facile smarrirsi, ma sono anche luoghi di incontro, di confronto, di scambio, luoghi che conducono a nuova conoscenza. Affrontare, come in questo caso, un argomento di ricerca ricco di aspetti analizzabili da più punti di vista, implica la necessità di riferirsi a più prospettive d'indagine e di rapportarsi con differenti ambiti di studio. Ciò non deve però tradursi in un’inclusione indistinta e giustapponente delle diverse letture del fenomeno e degli elementi connessi alla ricerca. Il presente lavoro cerca pertanto di adottare un orientamento olistico alla tematica dei ragazzi selvaggi avvalendosi di uno sguardo di matrice pedagogico-educativa. L’obiettivo generale della ricerca si articola in tre sotto-obiettivi, identificabili nello specifico come: - realizzare un’analisi del fenomeno dei ragazzi selvaggi che metta in luce gli apporti della tematica all’evoluzione della storia della pedagogia; - far emergere ed evidenziare le connessioni della tematica a problematiche educative attualmente rilevanti ed oggetto del dibattito pedagogico contemporaneo; - analizzare i punti di contatto tra le ricerche sui feral children e le evidenze emerse dagli studi in campo neuroscientifico.
The thesis starts with the intention to carry out a unified analysis of the Feral Children theme in order to highlight the value and impact of what nowadays can arise from pursuing the study of Feral Children from a pedagogical- educational perspective. The term Feral Child is traditionally used to refer to those children grown for a long time with the company of animals or in isolated places . Over time other meanings have appeared and the use of such expression has taken on different meanings according to the contexts of reference and any connections with the theme of the wild in general. This issue lies at the crossroads between several research areas , such as intersections are border areas, places where it is easy to get lost, but they are also meeting places for dialogue, exchange , places thatlead to new knowledge. Deal with a research topic full of aspects analyzed from several points of view, as in this case, implies the need to refer to multiple perspectives of investigation and relate to different fields of study. This should not result in an indistinct inclusion of the different readings of the phenomenon and of the elements related to research. This paper seeks to adopt a holistic approach to Feral Children’s issue using a look of educational matrix. The overall objective of the research is divided into three sub-objectives, identified specifically as: - Carry out an analysis of the phenomenon of Feral Children, highlighting the contributions of the thematic to the evolution of the history of education; - Bring out and highlight the thematic connections to educational issues currently under discussion; - Analyze the points of contact between research on feral children and the evidence emerging from studies in neuroscience.
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Pasini, Laura <1984&gt. "Ragazzi selvaggi: Un itinerario di ricerca tra storia della pedagogia, neuroscienze e dibattito pedagogico attuale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6365/.

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Abstract:
Il lavoro di tesi nasce con l'intento di realizzare un'analisi unitaria della tematica dei ragazzi selvaggi al fine di evidenziare il valore e le ripercussioni di quanto oggigiorno può emergere dal portare avanti lo studio dei ragazzi selvaggi da una prospettiva pedagogico-educativa. L’espressione ragazzo selvaggio viene tradizionalmente usata per riferirsi a quei bambini/e cresciuti per un lungo periodo in compagnia di animali o in luoghi isolati. Nel corso del tempo altre accezioni sono comparse e l’utilizzo di tale espressione ha assunto significati diversi in base ai contesti di riferimento e alle eventuali connessioni con la tematica del selvaggio in generale. Questa tematica si colloca al crocevia tra più aree di ricerca; gli incroci sono come territori di confine, luoghi in cui è facile smarrirsi, ma sono anche luoghi di incontro, di confronto, di scambio, luoghi che conducono a nuova conoscenza. Affrontare, come in questo caso, un argomento di ricerca ricco di aspetti analizzabili da più punti di vista, implica la necessità di riferirsi a più prospettive d'indagine e di rapportarsi con differenti ambiti di studio. Ciò non deve però tradursi in un’inclusione indistinta e giustapponente delle diverse letture del fenomeno e degli elementi connessi alla ricerca. Il presente lavoro cerca pertanto di adottare un orientamento olistico alla tematica dei ragazzi selvaggi avvalendosi di uno sguardo di matrice pedagogico-educativa. L’obiettivo generale della ricerca si articola in tre sotto-obiettivi, identificabili nello specifico come: - realizzare un’analisi del fenomeno dei ragazzi selvaggi che metta in luce gli apporti della tematica all’evoluzione della storia della pedagogia; - far emergere ed evidenziare le connessioni della tematica a problematiche educative attualmente rilevanti ed oggetto del dibattito pedagogico contemporaneo; - analizzare i punti di contatto tra le ricerche sui feral children e le evidenze emerse dagli studi in campo neuroscientifico.
The thesis starts with the intention to carry out a unified analysis of the Feral Children theme in order to highlight the value and impact of what nowadays can arise from pursuing the study of Feral Children from a pedagogical- educational perspective. The term Feral Child is traditionally used to refer to those children grown for a long time with the company of animals or in isolated places . Over time other meanings have appeared and the use of such expression has taken on different meanings according to the contexts of reference and any connections with the theme of the wild in general. This issue lies at the crossroads between several research areas , such as intersections are border areas, places where it is easy to get lost, but they are also meeting places for dialogue, exchange , places thatlead to new knowledge. Deal with a research topic full of aspects analyzed from several points of view, as in this case, implies the need to refer to multiple perspectives of investigation and relate to different fields of study. This should not result in an indistinct inclusion of the different readings of the phenomenon and of the elements related to research. This paper seeks to adopt a holistic approach to Feral Children’s issue using a look of educational matrix. The overall objective of the research is divided into three sub-objectives, identified specifically as: - Carry out an analysis of the phenomenon of Feral Children, highlighting the contributions of the thematic to the evolution of the history of education; - Bring out and highlight the thematic connections to educational issues currently under discussion; - Analyze the points of contact between research on feral children and the evidence emerging from studies in neuroscience.
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SARTORI, DANIELE. "Genesi e sviluppo della clinica della formazione: il pensiero di Riccardo Massa tra riflessione e sociomaterialismo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47430.

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Abstract:
This dissertation aims to trace the origin and evolution of Massa’s thought. The latter is also placed within the current debate on learning theories, and further developed thanks to Fook’s critical reflection and Latour’s actor-network theory. Firstly, Massa’s writings are discussed. The influence of Marxism, Althusser, Foucault, and psychoanalysis on Massa’s socio-materialistic understanding of the learning process is investigated. Particular attention is given to the Foucauldian notions of ‘micro-physic of power’, ‘apparatus’, and ‘clinic’. On that basis, Massa’s ‘educational apparatus’ and ‘Clinica della formazione’ [Foucauldian clinic applied to the learning process] are debated, together with their mutual relationships. Educational apparatus is proved to be the core of Massa’s thought. Thanks to this notion, Massa simultaneously granted agency to materiality, and depicted education as a complex phenomenon underpinned by both human and non-human elements in interactions between each other. The ‘educational apparatus’ also acts as a theoretical grid to be projected on the learning process under scrutiny in order to reveal its hidden complex structure. Clinica della formazione consists in the set of techniques which makes this procedure possible; hence, it is Foucauldian. Clinica della formazione is presented and placed within the Italian educational debate of the 80’s-90’s. Moreover, its goals and methods are debated. Clinica della formazione is proved to be anthropocentric: it does not grant agency to non-human and it is based on a reflective process. In order to highlight the gap between Clinica della formazione and Massa’s original socio-materialistic epistemological background, the notions of reflection and reflexion are discussed, together with the works of Dewey, Kolb, Schön, Mezirow, Sheppard, Brookfield, and Fook. In order to further develop Clinica della formazione as a consultancy and supervision methodology, a contamination between Clinica della Formazione and Fook’s critical reflection is suggested. Latour’s actor-network theory (ANT) is identified as the most suitable research methodology to investigate the learning process according to Massa’s original materialistic epistemology. History and key aspects of ANT are presented; its position within Science and Technology Studies debated. The impact of ANT on educational research is discussed. Massa’s work is lastly compared to Latour’s one: the notion of ‘educational apparatus’ is compared to Latour’s notion of ‘network’ and Massa’s learning theory is reread taking into consideration Latour’s concepts of ‘translation’, ‘mediation’, and ‘assemblage’. Finally, Massa’s ‘theatrical deixis’ is discussed. This notion clearly suggests that Massa was moving away from Clinica della formazione methodological apparatus to fully embrace his original materialistic background. It also shows Massa’s attempt to plan and implement a consultancy process in line with the socio-material understanding of the learning process.
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UBBIALI, Marco. "Pedagogia della vita personale: tra la carne e la parola. Contributi per una fondazione fenomenologica della pedagogia: ricerca teorica e ricerca empirica alla luce della filosofia di Edith Stein." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28676.

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Abstract:
This dissertation presents four distinct parts, independent as four different essays. However these four essays are related one another through the fil rouge of a look upon the educational problem guided by phenomenology. Educational problem and problems: the radical question about the sense of educating (phenomenology of education) but also the contextual question about what a concrete educational phenomenon (a kindergarten, for example) is; a theoretical and an empirical research, distinct but strictly connected, essential one another just in the name of phenomenology. All the four parts try to offer some contribution to a phenomenological foundation of pedagogy. The first essay, Wide-eyed. Phenomenological notes for research in education, presents some thoughts to found phenomenologically the empirical research in education, a research within educational contexts, with a pedagogical, orienting and formative approach. The second essay, Edith Stein and ‘Bildung’ phenomenon, presents the thought of an extraordinary philosopher (born in Breslau, 1891, and died in Auschwitz, 1942), exponent of the early phenomenological movement, who also studied philosophy of education. This essay presents her contribution to the theory of Bildung (education) but also tries to read the whole steinian production through a pedagogical perspective, referring especially to her philosophical anthropology, and also to the question of community, the relationship between phenomenology and metaphysics, and the problem of a Christian philosophy. The third essay, What is generated in kindergartens? An empirical research inspired to phenomenology in the kindergartens associated to FISM of Mantua, presents an empirical research projected and conducted through a method inspired to phenomenology (and tries to prove it), such as explained in the two previous essays. The fourth essay, Custodian of sense. Educator between educational challenge and good life promise, describes an essential profile of educator, as a person and a professional of Bildung, i. e. of the personal education of every single being. A phenomenological philosophy offers the possibility of a pedagogy in personal life, made up of flesh, action and contingence, but also of word, reflection and theory.
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AUGELLI, ALESSANDRA. "L'erranza come ricerca di senso: prospettive pedagogiche. Itinerari educativi per la preadolescenza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/327.

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Abstract:
La dimensione itinerante può essere assunta come cifra dell'esperienza esistenziale di ogni persona, in relazione con gli altri. Il tema è di particolare rilievo in un tempo caratterizzato da incertezza e inquietudine, a motivo delle varie forme di mobilità. Esplorando le diverse modalità di essere-in-cammino, di cui si mostrano inautenticità e aspetti positivi, la tesi cerca di delineare la significatività dell'erranza per esprimere la complessità del processo educativo. In prospettiva pedagogica, l'educazione itinerante evidenzia il senso dell'attraversamento e dell'esperienza vissuta, l'importanza della direzionalità assiologica e teleologica, il valore dell'errore, la tensione al cambiamento, qualificando l'erranza come ricerca di senso. Si profila il ruolo dell'educatore-wanderer, guida partecipe nel cammino, che fa della strada metafora e luogo del suo agire educativo. In una cornice fenomenologico-esistenziale si esaminano i vissuti dell'homo viator e le tonalità emotive che scaturiscono dall'essere-per-via. Alla luce di queste preliminari considerazioni teorico-pedagogiche, si rivolge un'attenzione privilegiata al periodo preadolescenziale. È infatti questa fase dello sviluppo un tempo in cui il passaggio trova una sua apicalità e il divenire della persona si esprime in tutta la sua portata trasformativa. La riflessione teoretica si arricchisce qui delle narrazioni dei preadolescenti sui temi dell'erranza, frutto di un'esperienza laboratoriale condotta in ambito scolastico.
By exploring the multifaceted ways of the «art of wandering» as a means of leading a life of constant change, this Thesis attempts to outline the implications of the process of wandering as an experience which never ceases to retain truth searching significance in order to identify the complexities and best practises of educational pathways. The act of wandering can be viewed as an indicator of existential experience of one's life when confronted with human reality both individually and collectively. This topic is of particular interest in a time characterized by profound uncertainties and unrest due to ever-changing habits and forms of what is regarded as mobility. In pedagogy, itinerant education pays strict attention to the importance of «going through» and lived experience, teleological and axiological direction, the value and consequences of doing errors and the need for change making the process of wandering an indispensable tool for the search for meaning. Subsequently, the functions of the educator-wanderer take shape and he becomes a guiding light through on the «way» of Education. In view of what will be discussed throughout the first part of this paper, special attention will be paid to pre- adolescence years. These are in fact the years in which the experience of becoming is so strong. That theoretical analysis grow rich by preadolescent's autobiographic narrations about wandering, written during some workshop in the school.
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PAIS, IGNACIO. "Valutazione, università, accessibilità. La ricerca di un dialogo possibile." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3457278.

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Abstract:
Il tema del presente lavoro è la valutazione nei contesti universitari. Ci si propone di indagare i processi valutativi riferiti agli apprendimenti degli studenti dal punto di vista delle culture (i valori e i significati associati al processo), delle politiche (le scelte strategiche e organizzative) e delle pratiche (gli strumenti, le procedure utilizzate). L’elemento di novità del presente lavoro rispetto alle indagini già esistenti sul tema è rappresentato dalla lente specifica che si è scelto di adottare nel leggere quanto emergerà dalla ricerca: la lente è quella dell’accessibilità. In contesti universitari in cui l’eterogeneità è inevitabilmente presente in diverse forme (attitudini nei confronti dell’apprendimento, esperienze formative pregresse, motivazione, facilitatori/ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione,..), diventa importante dare valore ad un costrutto come quello dell’accessibilità che nasce nell’ambito della filosofia dello Universal Design e che, in dialogo con la valutazione, rivela opportunità di ripensamento e miglioramento a partire da interrogativi come: è possibile pensare ad un processo valutativo che promuova l’accessibilità per tutti? Cosa significa progettare un processo valutativo universale? Il disegno di ricerca scelto è lo studio di caso. Gli strumenti utilizzati sono l’analisi di documenti (60 documenti), questionari (156 docenti e 380 studenti) e Focus Group (17 studenti).
The subject of this paper is assessment in university contexts. We intend to investigate the assessment processes related to students’ learning from the point of view of cultures (the values and meanings associated with the process), policies (strategic and organizational choices) and practices (tools, procedures used). The originality of this work with respect to the existing investigations on the subject is represented by the specific lens that has been chosen to adopt in reading what will emerge from the research: the lens is that of accessibility. In university contexts where heterogeneity is inevitably present in different forms (aptitudes towards learning, previous training experiences, motivation, facilitators / obstacles for learning and participation), it becomes important to give value to a construct such as that of Accessibility that arises in the context of philosophy of Universal Design and which, in dialogue with assessment, reveals opportunities for rethinking and improvement starting from questions such as: is it possible to think about an assessment process that promotes accessibility for all? What does it mean to design a universal assessment process? The chosen research design is the case study. The instruments used are document analysis (60 documents), questionnaires (156 teachers and 380 students) and Focus Groups (17 students).
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VACCHELLI, ORIETTA. "PEDAGOGIA DELL'AMBIENTE: LINEE DI RICERCA DELL'UNIONE EUROPEA SUI TEMI DELL'EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITA' VERSO EXPO 2015." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6173.

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Abstract:
La pedagogia dell’ambiente può offrire nuove prospettive interpretative rispetto a talune rilevanti questioni ambientali. Delineando contributi progettuali sostenibili per formare ad una cittadinanza responsabile in una civiltà planetaria, essa dischiude la possibilità di elaborare una cultura della sostenibilità educativa. Significare un nuovo modello di sviluppo, secondo un pensiero pedagogico orientato alla centralità della persona in stretta congiunzione con la dottrina sociale della Chiesa, caratterizza il quadro teorico della tesi. E’ in questa cornice che si inserisce la presente ricerca, la quale, in una prospettiva pedagogica, compie un’esplorazione orientata ad approfondire il rapporto tra pedagogia e politica dell’ambiente nello scenario dell’Unione Europea. L’elaborato mira a proporre un’articolata disamina critica delle attuali politiche ambientali europee in merito a ricerca e innovazione dell’istruzione e formazione. L’interpretazione pedagogica di emblematici documenti dell’Unione Europea circa l’educazione allo sviluppo sostenibile evidenzia elementi imprescindibili per delineare una progettazione educativa sostenibile finalizzata a generare un cambiamento culturale nel segno della sostenibilità e per elaborare possibili linee di orientamento rivolte a policy makers.
Environmental pedagogy can offer new interpretational perspectives with respect to certain significant environmental issues. By outlining sustainable projects aimed at forming a responsible population in a planetary civilization, environmental pedagogy discloses the possibility to develop a culture of educational sustainability. Representing a new development model, according to a pedagogical thought oriented towards the central nature of the person, in close conjunction with the social doctrine of the Church, characterizes the theoretical picture of the thesis. It is this frame that encloses the present research, which, from a pedagogical perspective, carries out an investigation aimed at deepening the relationship between pedagogy and environmental policy in the scenario of the European Union. The paper intends to propose a well-structured and critical examination of the current European environmental policies on the subject of research and innovation in education and training. The pedagogical interpretation of emblematic documents issued by the European Union concerning education for sustainable development shows elements which are crucial for the purpose of outlining a sustainable educational plan aimed at generating a cultural change in the sign of sustainability and for developing possible guidelines aimed at policymakers.
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Tutone, Lucilla <1982&gt. "Dalla continuita' alle transizioni: una ricerca-formazione nei servizi 0-6." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10300/1/Tesi%20Dottorato%20Lucilla%20Tutone.pdf.

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Abstract:
Il progetto di ricerca relativo a questa tesi prende le mosse dalla più recente normativa italiana (l. 107/15; d.l. 65/2017) ed europea (EU Council Recommendation on high quality ECEC systems, 2019) e dalla riflessione teorica ad essa collegata in relazione all’istituzione e al riconoscimento del Sistema Integrato 0-6. La ricerca, metodologicamente impostata come ricerca-formazione, si è posta come obiettivo la definizione di categorie di analisi connesse a temi educativi e didattici emergenti nelle sperimentazioni di percorsi 0-6, e alla loro declinazione per fini formativi. La cornice teorica di riferimento è stata identificata nella riflessione sul concetto di continuità, con particolare riferimento alle declinazioni di curricolo verticale (Venturelli & Cigala, 2017; Cerini et al., 2019) e curricolo implicito (Gariboldi, 2007; Prott & Pressing, 2007). Si è giunti, grazie ai risultati di ricerca, a proporre una riflessione rispetto all’operalizzazione del costrutto di continuità nell’ambito del sistema integrato 0-6, fino ad arrivare a definire il suo progressivo superamento all’interno di percorsi di progettazione che caratterizzano le sperimentazioni in corso di attuazione all’interno di Poli 0-6, attraverso la definizione del tema delle transizioni. Tale tema, emerso durante la ricerca, come cornice di riferimento tra i temi caratteristici lo 0-6 potrebbe, infatti, andare ad affiancare la riflessione sul tema della continuità, portando a risignificare la declinazione pratica dello stesso. Dentro un approccio qualitativo più ampio, la ricerca-formazione è stata eletta come cornice metodologica di riferimento per questa ricerca, coniugando alcuni strumenti propri della stessa (identificazione degli obiettivi specifici, co-costruzione dei dati e analisi congiunta insieme ai soggetti coinvolti, focus group sul materiale raccolto) con alcuni strumenti di raccolta dati della ricerca etnografica (osservazioni, interviste semi-strutturate). La scelta di queste strategie metodologiche ha avuto sempre come obiettivo quello di sostenere la riflessività del gruppo di lavoro, rendendo continuamente espliciti i nessi tra teorie e prassi.
The research project presented in this thesis focuses on the intersection between recent ECEC developments taking place both in national (l. 107/15; d.l. 65/2017) and European legislation (EU Council Recommendation on high quality ECEC systems, 2019) and the pedagogical reflections on the 0-6 integrated system in its constitutive phase in Italy. The research aims to identify relevant conceptual categories for interpreting 0-6 educational continuity within the integrated system, starting from the analysis of existing educational practice carried out in the ECEC services selected for the purpose of this study. Through this research process, an original criticism was posed about the practical declination of educational continuity within the integrated system of ECEC to finally reach the progressive overcoming of such construct in the field of the experimental 0-6 paths, characterized instead by the theme of transition. Transitions emerged in the empirical work of this doctoral thesis as crucial elements to shape the analytical framework for the study the integrated system: they appear to be useful to critically integrate the notion of educational continuity and to decline it in practical terms. The theoretical framework is based on the concept of educational continuity, with particular reference to the possible articulation of the vertical curriculum (Venturelli & Cigala, 2017; Cerini et al., 2019) and the implicit curriculum (Gariboldi, 2007; Prott & Pressing, 2007). From a methodological point of view this study is positioned at the intersection between educational ethnography (i.e. tools adopted for data collection, such as participant observations, video-recordings and semi-structured interviews) and action-research-training methodology (i.e. involvement of participants as co-researchers ). In this sense one of the expected result of the project is to reinforce collective reflexivity among 0-3 and 3-6 professionals by adopting research procedures which increase their agency - by connecting theory and praxis.
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PARODI, MAURIZIO. "I compiti della scuola. Una ricerca sui "docenti a compiti zero"." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/934717.

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SELMO, LAURA. "Educare a una solidarietà responsabile : Ricerca e analisi di modelli pedagogico-didattici in Italia e in USA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1333.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca ha avuto come obiettivo principale quello di studiare e verificare se sia possibile educare alla solidarietà responsabile. In particolare dopo una ricostruzione teorica attorno al tema, si è approfondita la questione sul campo attraverso un’analisi di tipo quantitativo e qualitativo di due modelli pedagogico-didattici realizzati in Italia e in USA. I risultati a cui siamo giunti consentono sia di affermare che l’educazione può essere considerata un fattore chiave per favorire comportamenti solidali, sia di poter progettare nuovi itinerari di ricerca e d’intervento pedagogico in questo ambito.
This research had as main objective to study and verify if it is possible to educate for responsible solidarity. In particular, after a theoretical reconstruction around the theme, the issue has been deepened through quantitative and qualitative analysis on two teaching-learning models in Italy and in the US. The results we have reached allow us both to say that education can be considered a key factor in promoting prosocial behaviors, both to design new routes for research and educational intervention in this area.
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Russo, Veronica <1986&gt. "L'alternanza scuola-lavoro al museo: una ricerca empirico-descrittiva in Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9283/1/Tesi%20di%20dottorato%20Russo%20Veronica.pdf.

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Abstract:
La tesi si propone di approfondire il tema dell’Alternanza scuola-lavoro (ASL) al museo, un ambito di interesse che ha ricevuto un’importante attenzione a seguito della promulgazione della L.107/2015. La legge ha, infatti, stabilito l’obbligatorietà per tutti gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado di svolgere dei percorsi di ASL in contesti di lavoro differenti, con un esplicito riferimento a quello museale. Il contesto di riferimento scelto per la ricerca è l’Emilia-Romagna, una scelta fatta tenendo conto dell’impegno che la regione ha portato avanti, già dalla fine degli anni Novanta, in direzione di valorizzazione di percorsi integrati scuola-formazione professionale. La ricerca è partita dall’analisi della letteratura di riferimento sul rapporto istruzione-mondo del lavoro in ambito nazionale e internazionale e ha previsto due successive fasi: la prima con una esplorazione qualitativa del fenomeno su un campione ristretto di testimoni privilegiati, appartenenti all’ambito istituzionale, scolastico e museale mediante interviste; la seconda con un’esplorazione quantitativa del fenomeno tramite survey su un campione più ampio mediante la sommistrazione di questionari rivolti agli studenti e ai referenti e tutor ASL delle scuole e dei musei. Nello specifico l’analisi ha coinvolto 430 studenti di 28 scuole della regione che hanno partecipato a 495 percorsi di alternanza scuola-lavoro realizzati nel corso del triennio e a partire dall’anno scolastico 2015-2016. Inoltre hanno preso parte alla ricerca 56 referenti e tutor ASL di 45 scuole e 86 referenti e tutor ASL provenienti da 83 musei.
The purpose of this dissertation is to develop the subject of School-Work Alternance (SWA) in museum which has drawn relevant attention after the promulgation of the law L. 107/2015. This law has established a mandatory work experience for all the students attending the upper secondary schools with specific reference to jobs in museums. The framework of this research is Emilia-Romagna, a choice driven by the effort this region – already from the end of the Nineties – has put into promoting school-job integrated paths. The research started from the reference literature on the relationship between education and workplace, both in a national and international context, and was structured in two phases: the first one is a qualitative analysis of the phenomenon, based on semi-structured interviews with a restricted number of privileged witnesses, belonging to an institutional, educational or museum’s framework; the second phase consists of a quantitative analysis of the phenomenon by the use of a survey on a much wider sample, with semi-structured questionnaires targeting students as well as SWA referents and tutors, both from schools and from museums. Specifically, the survey has involved 430 students of 28 schools of the region, all of which – as a whole – were involved in 495 SWA experiences starting from the school year 2015-2016. In addition, the research involved also 56 SWA referents and tutors from 45 different schools as well as 86 SWA referents and tutors from 83 different museums.
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FERRI, NICOLETTA. "EMBODIED TEACHING: PROSPETTIVE DI RICERCA A SCUOLA ATTRAVERSO L'ANATOMIA ESPERIENZIALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/241227.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca nasce dal desiderio di indagare il potenziale riflessivo, euristico e trasformativo della dimensione embodied nei processi di insegnamento/apprendimento. Per farlo ha interrogato un gruppo di insegnanti della scuola primaria, coinvolgendole in una ricerca partecipativa sulle proprie pratiche di insegnamento e sul loro modo unico di incarnarle (embodied teaching), a partire da un’attivazione corporea specifica (Anatomia Esperienziale). La mia domanda di ricerca si è orientata in due direzioni. Ad un livello metodologico potrebbe essere formulata nel seguente modo: come interrogare l’embodied teaching (Bresler, 2014) di professionisti della scuola, cioè il modo incarnato di interpretare il processo di insegnamento/apprendimento? Ad un livello tematico, invece, l’interrogativo di fondo potrebbe essere così posto: cosa emerge quando si va ad attivare un processo di riflessione sulla pratica professionale di un gruppo di insegnanti della scuola primaria a partire da un’interrogazione che passa dalla percezione e dall’attivazione corporea? Collocandomi nell’area di ricerca della Pedagogia del corpo (Gamelli, 2011), il macro-paradigma dell’embodiment ha rappresentato un riferimento epistemologico importante per il lavoro. In esso ho trovato un fertile incontro di studi, ricerche e pratiche provenienti da ambiti molto distanti, tra cui le scienze cognitive (l’enactive embodiment di Varela, Thompson, Rosch, 1991), l’ambito performativo (Farnell, 1995; Sheets-Johnstone, 1999; Bresler, 2014) e quello più legato all’educazione (Gamelli, 2011; Rossi, 2017). È precisamente all’incontro di queste tre aree che si colloca la prospettiva di ricerca del presente lavoro. La parte empirica della ricerca si è svolta con un gruppo di sette insegnanti di una scuola primaria milanese, su adesione volontaria, in sei incontri di tre ore circa ciascuno. Il setting di ricerca è stato strutturato in modo che ci fosse una stratificazione dell’esperienza corporea proposta affinchè ognuna delle partecipanti potesse contattare il proprio embodied teaching nel rispetto del proprio stile personale e corporeo di insegnamento. La metodologia della “co-operative-inquiry” (Heron, Reason, 1997) e la successiva interpretazione di Formenti nella “spirale della conoscenza” (Formenti, 2009), oltre che fornirmi un riferimento epistemologico in termini di dimensione partecipata della conoscenza, mi hanno fornito riferimenti importanti per disegnare la struttura interna degli incontri in modo coerente con i miei presupposti teorici. L’anatomia esperienziale del Body-Mind Centering è stata la pratica somatica che ho utilizzato per la ricerca empirica. Tutti gli incontri sono stati audioregistrati e trascritti. Dopo una prima analisi tematica attraverso NVivo, è maturata la decisione di andare verso una svolta più performativa della mia ricerca. Questo cambio di prospettiva ha richiesto l’ideazione e la costruzione di un dettagliato – e inedito – metodo di ricerca embodied. Si tratta di uno dei passaggi più originali della mia ricerca di dottorato, che ha visto l’inizio di un lavoro di analisi corporea e performativa dei dati attraverso segmenti audio e testuali che ho selezionato dalle trascrizioni e dai materiali audio degli incontri con le insegnanti. Questa analisi performativa, documentata in 160 riprese video, si è poi direzionata verso la creazione di una video-performance utilizzata come restituzione alle insegnanti rilanciandolo e aprendo nuovi interrogativi e così possibili sviluppi per ricerche future legate alla dimensione corporea della professione insegnante.
This thesis is deeply connected with the will of investigating the reflective, heuristic and transformative potential of the embodied dimension in teaching and learning processes. For this purpose, I engaged a group of Primary School teachers in a participatory research focused on their personal way of embodying teaching practices (embodied teaching) starting from a specific body activation (Experiential Anatomy). My research question was twofold. At a methodological level I was interested in interrogating the embodied teaching (Bresler 2014) of school professionals, namely their own way of performing the teaching/learning processes. At a thematic level the question was: what does it happen when a researcher activate a reflective process on professional practices of a group of primary school teachers through body activations? My main theoretical frame is represented by Embodied Pedagogy (Gamelli, 2011) and my fundamental epistemological reference is the so-called “embodiment paradigm”. This paradigm is a generative common ground for studies and practices connected to heterogeneous fields as cognitive sciences (Varela, Thompson and Rosch, 1991), performative disciplines (Farnell, 1995; Sheets-Johnstone, 1999; Bresler, 2014) and education (Gamelli, 2011; Rossi, 2017). My research perspective lies exactly at the crossroads of these three main areas. The empirical part of my research took place in a Primary School of Milan. I addressed a group of teachers with a research proposal structured on six meetings of three hours each. The research setting was designed in a way that allowed a multi-layered experience of the body activations in order to let each participant explore her own embodied teaching, namely her own personal way of performing teaching. The “co-operative inquiry” theorized by Heron and Reason (1997) and Formenti’s “Spyral of knowledge” (2009) were the two main epistemological pivots in reflecting on the research objectives, as they both advance the idea of research as a co-construction of participatory knowledge. They were also fundamental in order to design the internal structure of each meeting consistently with my theoretical assumptions. Experiental Anatomy of Body-Mind Centering was the somatic practice that I used for the empirical part. Each meeting was audio-recorded and transcribed. After a first thematic analysis with Nvivo I decided to turn my research in a performative direction. This change of perspective required the creation of a detailed embodied research method. This is the most original part of my thesis that consisted in a performative analysis of a selection of collected data (originated in the six meetings with the participants) in the form of textual and audio excerpts. This performative analysis, documented by 160 video shootings, ended in the creation of a video-performance that was used as a starting point of the final meeting with research participants. The use of this aestethic and performative object in the research setting revealed itself as a powerful tool in order to trigger an high level of participation in the group. The final meeting, in fact, was a fundamental moment as the participants’ reflections transformed “my” performative composition in a shared knowledge connected with all the research process. The results were very interesting both in terms of new questions raised by the teachers and of future research possibilities in the direction of embodied teaching.
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ZOFFI, ELSA. "Internet come ambiente per la ricerca educativa. Metodi, strumenti e orientamenti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/510.

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Abstract:
Nello scenario attuale in cui la tecnologia diventa sempre più un “ordinatore culturale” che pervade e cambia anche il nostro modo di vivere, si impone un ripensamento su come tale ordinatore culturale possa influire sulle prassi educative, formative e didattiche: in questo caso non si tratta di tecnologia in senso generale, ma di quel tipo particolare di applicazioni che sono raccolte sotto la categoria dell’ICT (Information and Communication Technologies). Tali applicazioni, per le loro specificità funzionali, stanno progressivamente trasformando i processi di insegnamento e apprendimento soprattutto in relazione alle metodologie e agli strumenti che la Rete mette a disposizione sia degli insegnanti che dei soggetti che apprendono richiedendo un adeguamento dei metodi e delle tecniche di ricerca che le scienze dell’educazione abitualmente adottano per lo studio di ambienti non tecnologici. Il problema è già stato messo a fuoco dalla ricerca che riguarda il campo delle scienze sociali e del marketing che per prime hanno realizzato la necessità di mettere a punto nuovi strumenti per intercettare le forme di consumo e di accesso all’informazione prodotte da Internet; la riflessione critico-metodologica in ambito pedagogico, educativo e didattico stenta a collocarsi sulla stessa lunghezza d’onda, con il rischio di accostare scenari nuovi con apparati metodologici vecchi. Questo progetto di ricerca si propone dunque di iniziare a colmare questo spazio a partire dalla definizione di come gli strumenti on line possano configurarsi in termini di risorsa per la ricerca educativa.
Nowadays technology has become more and more fundamental from a cultural point of view. It is widespread and it changes our way of living. This is why it necessary to reflect on how such cultural phenomenon could have an impact on education. In this case we do not refer to technology in a general sense but to those specific applications belonging to the category of ICT (Information and Communication Technologies) Thanks to their functional features such applications are changing teaching and learning processes above all in relation to the methodologies and tools the Net provides to teachers and students. Such a scenery requires a shift in research methods and techniques that educational sciences usually adopt for the study of non technological environments. The problem has already been identified by research related to social sciences and marketing that were the first to underline the importance to adopt new tools to investigate the new forms of use and access to the information produced by the Internet. The critical-methodological discourse in the pedagogical, educational and didactic area does not follow the same trend risking to combine new sceneries and old methods. This research project intends to work on these topics starting from defining how online tools could become a resource for educational research.
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Montanari, Elisabetta <1989&gt. "Coerenza e apprendimenti argomentativi : linee di ricerca per un intervento formativo nell'istruzione liceale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17801.

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Abstract:
Questo elaborato sostiene, e si propone di inquadrare e giustificare dal punto di vista teoretico e normativo, che una maggior attenzione dovrebbe essere prestata, nell’ambito della ricerca in educazione e argomentazione, al requisito razionale della coerenza come non contraddittorietà. Esso riferisce, poi, sugli sforzi di chi scrive di progettare e testare, attraverso alcuni studi di caso a carattere esplorativo, un intervento formativo finalizzato a migliorare la comprensione di questa norma tra gli studenti dei licei, a consentire loro di riconoscere le contraddizioni nel processo argomentativo e a familiarizzarli con le strategie argomentative relative alla reductio ad absurdum.
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FAVELLA, Clara Diletta. ""Arte migrante". Percorsi di ricerca creativa per lo sviluppo della Sensibilità Interculturale in Preadolescenza." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26733.

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Abstract:
The research takes shape and is marked by very rapid migration, and ideological changes and rapid readjustments which define the exploration of the differences that characterize our time. Beginning from this, we will deepen the relationship between processes of inclusion and artistic expressions. This proposal comes from the Ph.D. in Pedagogical Sciences, University of Bergamo, in collaboration with the Community Foundation Bresciane Alberto Archetti " This choice derives from the peculiarities of the theme we intend to refer to, and the questions and needs that characterize it, where the benchmark is the difference, the singularity and the relationship. This research looks at the realities that follow this approach, tries to form his own idea of the relationship between art and education, including intercultural, in particular by proposing a system for evaluating new, innovative necessary to understand what the level of intercultural sensitivity students present in schools today. Referring in more detail at the end pre-adolescent. Following the model of intercultural sensitivity promoted by Bennett M. J. it comes the idea of creating a '"IDI for Children." M. Hammer R. has already built with the IDI, Intercultural Development Inventory, a system for assessing the cultural sensitivity of the adult, but in this research we want to know that of the pre-teens, the future adults. Learn what level of sensitivity that exists in this period and see if the cross-cultural projects that are under the children have their own effectiveness and above all see how it changes and how it manifests with the passage of time, this sensitivity is the empirical part of research. The socialization process is in the language of both the content and the most important tool in the identification process and the art can be one of these because it is able to convey symbolic meanings shared. Thus becomes possible to think of a way to identify Italian inclusion through art, an original trail that comes from the comparison with other European countries, and that exits from the vision of a problem '"integration of emergency", and thereby promote a '"including emerging" that could become a contribution to intercultural pedagogy, it would be better for education in general.
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Frate, Sara. "La valutazione dell'apprendimento collaborativo online. Una ricerca sul campo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424396.

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Abstract:
Many theorists have addressed the issue of social interation for the development and the construction of knowledge. The effectiveness of online collaborative learning is confirmed by several studies (Campbell, Gibson, Hall, Richards, and Callery, 2008; Francescato, Mebane, Porcelli, Attanasio, and Pulino 2007; Johnson & Johnson 1999; Scardamalia & Bereiter, 1994; Slavin, 1995; Ward, Peters & Shelley, 2010). There are many features and factors such as metacognitive activities that underlie effective learning. Recently a construct of socially shared metacognition in online collaborative learning is emerging (Jarvela and Hadwin 2013; Volet et al. 2009). The research aims to evaluate the learning processes in a collaborative online environment analyzing the components of social metacognition through the creation of an instrument for measuring the metacognitive skills. The instrument shows that differences can be observed regarding gender, and degree courses the students attended. A further comparison was made on teachers from different disciplines who attended the online courses in order to assess whether the nature of metacognitive skills were linked to the content of the material or could be considered general skills. Firstly the model of the construct of metacognition was identified: Brown (1987), and Schraw Moshman (1995) distinguish knowledge of cognition from regulation of cognition. The first refers to the declarative knowledge about the interaction between people, activities, and characteristics of cognitive strategies. The second refers to metacognitive activities that help control thinking and learning. In the latter, the authors identify three essential skills: planning, monitoring and evaluation. The planning involves the selection of appropriate strategies and allocation of resource which could affect performance. The monitoring refers to the awareness and control of the task. Evaluation is based on evaluating products and learning processes. Starting from the theories and assessment tools in the literature (Flavell 1979 Schraw Moshman and 1995 Akyol Garrison and 2013) a questionnaire was implemented. Individual and social metacognitive constructs were identified as knowledge of cognition, planning, monitoring, evaluation. Both students and in training teachers (N=362) who have attended online collaborative courses of University of Padua completed the questionnaire. The validity and reliability of the scale were statistically calculated by descriptive statistics, Cronbach's alpha, a confirmatory factor analysis and multi-group invariance test. The results of the main analysis show the validity of the four dimensions of the scale on metacognitive group skills: Knowledge of cognition, planning, monitoring, evaluation. The model suggested was statistically validated. About differences between gender, women reported a higher use of planning skills even the effect size was low. Regarding the differences between the corse, students in bachelor degree of education reported an higher use of metacognitive skills than students in psychology and teachers involved in training corse. The analysis of the Anova show that there were no differences between teachers’ disciplines confirming the hypothesis that metacognitive skills are generalizable across different domains and contexts. The results indicate that, to better understand a collaborative online learning, metacognition should be considered in a social view than just individual contributions. The research also reported suggestions for teaching and further researches
Molti teorici hanno affrontato il tema dell’interazione sociale per lo sviluppo e la costruzione della conoscenza. L’efficacia delle metodologie di apprendimento collaborative online è ormai ben consolidata da numerosi e svariati studi (Campbell, Gibson, Hall, Richards, e Callery, 2008; Francescato, Mebane, Porcelli, Attanasio, e Pulino 2007; Johnson & Johnson 1999; Scardamalia & Bereiter, 1994; Slavin 1995; Ward, Peters & Shelley, 2010 ). Data questa premessa molte sono le caratteristiche e i fattori che sottendono un buon apprendimento e che hanno risvegliato un interesse nell’attuale panorama scientifico della ricerca tra cui le attività metacognitive. Recentemente si sta ampliando l’idea che in ambienti collaborativi online emerga un costrutto della metacognizione socialmente condiviso e che questo tipo possa influenzare l’apprendimento collaborativo online (Jarvela e Hadwin 2013; Volet et al. 2009). La ricerca ha lo scopo di valutare i processi di apprendimento in un ambiente collaborativo online analizzando gli elementi metacognitivi sociali attraverso la creazione di uno strumento sulle abilità metacognitive e di mostrare quali differenze possano essere riscontrate rispetto al genere, ai corsi di laurea frequentati. Un ulteriore confront è stato fatto sugli insegnanti di diverse discipline che frequentavano i corsi online di tirocinio formativo attivo allo scopo di valutare se la natura delle abilità metacognitive fosse legata ai contenuti della materia o potessero definirsi generali. Come primo passo è stato identificato il modello del costrutto della metacognizione: Brown (1987), Schraw and Moshman (1995) distinguono le conoscenze metacognitive dalla regolazione della metacognizione. La prima si riferisce alla conoscenza dichiarativa circa l'interazione tra individui, le attività, e le caratteristiche delle strategie cognitive, dalla regolazione delle attività. La seconda si riferisce alle attività metacognitive che aiutano il controllo del proprio pensiero o dell’apprendimento. In quest'ultima Brown (1987), Schraw and Moshman (1995) individuano tre abilità essenziali: la pianificazione, il monitoraggio e la valutazione. La pianificazione comporta la selezione di strategie appropriate e l'allocazione delle risorse che influiscono sulle prestazioni. Il monitoraggio si riferisce alla consapevolezza e al controllo delle prestazioni richieste. La valutazione si riferisce a valutare i prodotti e i processi del proprio apprendimento. A partire dalle teorie presenti in letteratura (Flavell 1979, Schraw and Moshman 1995, Garrison and Akyol 2013) e degli strumenti di valutazione sono stati individuati i costrutti metacognitivi individuali e sociali: la conoscenza della cognizione, la pianificazione, il monitoraggio, la valutazione per la costruzione di un questionario che potesse adattarsi all’apprendimento collaborativo online. Hanno preso parte alla ricerca 362 studenti e insegnati in formazione che hanno frequentato corsi online di tipo collaborativo nell’Università di Padova compilando il questionario costruito. La validità e l'affidabilità della scala sono state calcolate attraverso le statistiche descrittive, l'alpha di Cronbach, un'analisi fattoriale confermativa e un test di invarianza multi-gruppo. I risultati delle principali analisi mostrano la validità delle quattro dimensioni della scala sulle abilità metacognitive di gruppo: consapevolezza, pianificazione, monitoraggio, valutazione validando il modello ipotizzato. Per quanto riguarda i confronti rispetto al genere, le donne hanno riportato un più alto utilizzo di abilità di pianificazione rispetto agli uomini anche se solo in minima parte. Rispetto alle differenze tra i diversi corsi, si sono riscontrate alcune differenze rispetto agli insegnanti in formazione e gli studenti di psicologia con un più alto uso di abilità metacognitive nei primi, mentre gli studenti che frequentano i corsi di scienze delle formazione hanno riscontrato un utilizzo più alto nelle abilità metacognitive rispetto agli insegnanti impegnati in corsi di aggiornamento e perfezionamento. Da ultima non sono presenti differenze nelle abilità tra gli insegnanti di diverse discipline che hanno affrontato il tirocinio formativo attivo confermando l’ipotesi che le abilità metacognitive sono generalizzabile in diversi domini e contesti. I risultati indicano che, per comprendere meglio la struttura e la dinamica della metacognizione in ambienti collaborativi online e permettere un apprendimento più profondo, è necessario considerare la metacognizione in termini sociali e di co-regolazione più che rispetto ai soli contributi individuali. La ricerca inoltre ha permesso di proporre alcuni suggerimenti per la didattica e per ulteriori sviluppi di ricerca
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ALOISI, GIUSEPPINA TIZIANA. "Insegnamento e inclusione: una ricerca sull'efficacia della formazione in un percorso di tirocinio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/80988.

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Abstract:
L’OCSE (2005) suggerisce che migliorare la qualità del corpo docente è l’iniziativa politica che più verosimilmente produrrà un miglioramento del rendimento scolastico degli alunni. La relazione di sintesi del progetto “La formazione docente per un sistema scolastico inclusivo in tutta Europa – Sfide e opportunità” (Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli Alunni Disabili, 2011) indica che questo settore può essere oggetto di ulteriori sviluppi: preparare a rispondere alla diversità delle richieste e delle esigenze didattiche ed educative che i futuri docenti incontreranno in classe, è l’iniziativa politica che, con maggiore probabilità, avrà un impatto positivo sullo sviluppo di comunità più inclusive. Nessuna politica educativa può prescindere dalla centralità della professione docente e dal coinvolgimento degli insegnanti nei processi innovativi. La qualità degli insegnanti è di primaria importanza per ogni Paese che aspiri all’eccellenza del proprio sistema educativo. È sulla base di questa considerazione che l’Unione Europea ha posto tale tema tra quelli prioritari della sua agenda politica. Le azioni suggerite per migliorare la qualità della formazione degli insegnanti riguardano da un lato il versante pedagogico e disciplinare specifico, dall’altro la promozione di una cultura della ricerca e della riflessione. Gli insegnanti devono essere in grado di appropriarsi in maniera significativa dei risultati della ricerca in ambito educativo e di far evolvere i propri saperi e le proprie competenze in funzione delle innovazioni, in un'ottica di lifelong learning. Si è ritenuto fondamentale trasformare queste linee guida in pratiche formative e professionali. A questo scopo, è necessario costruire coerenti percorsi pre-service teacher che coinvolgano, quindi, gli insegnanti all'inizio della loro carriera, per creare le basi di un’esperienza formativa che li accompagni lungo tutto il loro percorso professionale. É in tale orizzonte che si situa il percorso formativo proposto dal tirocinio delle attività didattiche aggiuntive (ADA) per il sostegno all'integrazione degli alunni in situazione di handicap, della facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Milano Bicocca. La ricerca si è posta come primo obiettivo quello di valutare l'efficacia del percorso formativo del tirocinio ADA, attraverso un monitoraggio longitudinale dei partecipanti, delle loro rappresentazioni e dei loro apprendimenti. A tal fine, l'impianto della ricerca ha previsto la raccolta di dati qualitativi (Interviste, Focus group e produzioni spontanee tramite Wiki) e quantitativi (Questionario “Concezioni e credenze sull’inclusione scolastica”) in un campione di pre-service teacher. Consapevoli dell'importanza dell'utilizzo delle ricerche mixed methods nel campo sociale e degli apprendimenti in ambito formativo, si è preferita l'adozione di metodologie di analisi che facilitassero l'integrazione fra le due fonti di dati. In particolare, per il materiale testuale ci si è avvalsi di analisi di contenuto, mentre per la parte più numerica si sono adottate le comuni pratiche di analisi di affidabilità e analisi della varianza per misure ripetute. I risultati confermano che effettivamente i partecipanti al tirocinio mostrano di aver sviluppato una maggior consapevolezza rispetto alle diverse tematiche trattate dal questionario e che afferiscono al concetto d’inclusione. L’attenzione alla comprensione delle differenze nell’intero gruppo classe e la valorizzazione delle risorse di ciascuno degli allievi del gruppo classe, mirando all’individualizzazione per la personalizzazione dell'apprendimento, sembrano essere condivisi da tutti i tirocinanti e posti come fondamentali nei loro progetti d’intervento in classe. L'analisi di contenuto mostra che il percorso formativo contribuisce a trasformare concezioni e credenze dei partecipanti circa i temi dell'inclusione. L'analisi della varianza ci fornisce ulteriori conferme mostrando come, longitudinalmente, ci siano variazioni statisticamente significative per le diverse misure nella direzione attesa. Tali risultati, a nostro avviso, potrebbero essere determinati dalla particolare attenzione posta dai supervisori nel mettere in atto strategie inclusive che, dato il numero sostenuto di partecipanti e le sole 30 ore di tempo a disposizioni per conoscerli, sono state rese possibili anche grazie all'uso delle tecnologie, quali forum e wiki, ed in generale la piattaforma Docebo. Nel complesso, i risultati supportano l'adozione del modello formativo ADA sia per quanto riguarda la possibilità di attivare processi di co-costruzione di conoscenze e pratiche professionali, sia soprattutto alla luce di una formazione continua come previsto dallo stesso impianto formativo. In particolare, vale la pensa sottolineare come al termine del percorso formativo, in generale i partecipanti continuino a tutt'oggi a interagire tra loro e con i supervisori, sia tramite la stessa piattaforma di e-learning, sia in incontri in presenza. La nostra esperienza risulta essere utile anche dal punto di vista di una formazione continua, inserendosi nelle buone pratiche delle esperienze professionali che possono essere proficuamente esportate ad altri contesti.
The OECD (2005) suggests that improving the quality of the teaching staff is the educational policy that most likely will produce an improvement in students’ scholastic performance. The summary report of the project "Teacher training for inclusive education systems across Europe - Challenges and Opportunities" (European Agency for Development in Special Needs Education , 2011) indicates that this area could be subject to further developments: prepare to respond to the different needs and the didactic and educational requirements that future teachers will encounter in the classroom is the educational policy that, more likely, will have a positive impact on the development of more inclusive communities. No educational policy can overlook the centrality of the teaching profession and the involvement of teachers in innovative processes. The quality of teachers is of paramount importance for any country that aspires to have an excellent educational system. Based on this consideration the European Union has placed this issue among the priorities of its political agenda. Suggested actions to improve the quality of teacher education, on one hand, concern the specific pedagogical and disciplinary aspects, on the other hand the promotion of a culture of research and reflection. Teachers should understand the significant research results in the field of education and develop their own knowledge and skills regarding these innovations, in a perspective of lifelong learning. It was considered essential to turn these guidelines into training and professional practices. For this purpose it is necessary to build coherent “pre-service” teacher pathways involving teachers early in their careers, in order to create the basis for an educational experience that will accompany them throughout their careers. It is in this perspective, at the Education Faculty at the Bicocca Milan University, that the curriculum proposed the apprenticeship of additional didactic activities (ADA) for teaching pupils with special needs. As primary objective, the research has evaluated the effectiveness of the training course of the ADA apprenticeship through a longitudinal monitoring of the participants, their representations and their belief. To this end, the research system has planned the collection of qualitative (interviews, focus groups and discussion through a wiki) and quantitative (questionnaire 10 “Conceptions and beliefs on school inclusion“) data in a sample of pre-service teacher. Aware of the importance of the use of a mixed method research study in the social scienze field and the learning in the educational environment, it was decided to adopt methods of analysis which would facilitate integration between the two data sources. In particular, for the textual material we made use of content analysis, while for the numerical part we have adopted common practices of reliability and variance analysis for repeated measures. The results confirm that indeed the participants in the training developed greater awareness of the various topics covered by the questionnaire and those which also concern the concept of inclusion. The focus on understanding the differences in the whole class group and the use of the resources by each student in the class group, aiming for individualized personalization of the learning, seem to be shared by all trainees and placed as fundamental in their projects in the classroom. The content analysis shows that the training helps to transform conceptions and beliefs of the participants about the issues of inclusion. The analysis of variance gives us further evidence, showing how longitudinally, there are no statistically significant changes for the various measures in the expected direction. In our opinion, these results , may be determined by the special attention given by the supervisors in implementing inclusive strategies that, given the high number of participants and only 30 hours of time to get to know them, have been made possible thanks to the use of technologies, such as forums and wikis , and in general the Docebo platform. Overall, the results support the adoption of the ADA training model both in terms of the ability to activate the processes of knowledge co-construction and professional practices, especially in light of continuing education as required by the educational system. In particular, it is important to underline that even after the end of the course, in general, the participants still continue to interact with each other and with their supervisors, both using the same platform for e-learning and with meetings. Our experience is useful also in continuing education, adding to good practices of professional experiences that can be profitably exported to other contexts.
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Giolo, Rossella. "Valutare la comunità di ricerca filosofica della Philosophy for Children." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3427210.

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Abstract:
The Philosophy for Children curriculum (P4C) was conceived by Lipman in the 1970s in order to make children of any class of school philosophise, by transforming the class into a “community of inquiry” through the philosophical dialogue. Its educational purposes are democratic living and the development of “complex” thought - critical, creative, caring – (Lipman, 2003), through the practice of formal and informal reasoning. The research I am introducing deals with the problem of evaluation of the community of philosophical inquiry in the P4C. The evaluation of the efficacy of the P4C is an open question, which has been faced by American authors since the beginning of experimentation, with different proposed solutions. Standardised tests on specific cognitive skills were made (Californian Test of Mental Maturity, Metropolitan Achivement Test, Iowa Test of Basic Skills) and the New Jersey Test of Reasoning Skills (NJTRS - Shipman, 1982) was created ad hoc, with statistically significant results. Checklists of observation of cognitive behaviours (Lipman, 1989) and documented case studies (Forth Worth, TX, 1979; Lynbrook, NY, 1995) were also made. However, tests do not provide an integrated evaluation of the curriculum and of the more properly philosophical, real skills performed during the activity. Moreover, qualitative means are strongly needed to monitor the joint-processes (Salomon, 1993) activated in the P4C community of philosophical inquiry. This situation leaves almost unequipped the facilitating teachers, who have few evaluation instruments to drive their activity efficaciously and to find and document the learning ways arising in such activity. Dealing with the evaluation problem of the community of philosophical inquiry in the Philosophy for Children means to enter a border area that crosses many educational fields. The concept of Community of philosophical inquiry is here central because of its new way of conceiving and evaluating the learning processes that take place inside it and of thinking about philosophy as an activity. The theoretical introduction to the chapter on the research deepens these issues and aims at understanding what the community of philosophical inquiry is, how it works and if the evaluation methods and means, proposed in this study, are really efficacious and useful for the educational purpose set by the research. After a short introduction on the themes of socioconstructivism in the first chapter and a quick description of the features of the community, which represent its realisation in the learning field, the second chapter focuses on the research specific topic and describes the main guidelines of the theoretical foundation of the P4C community of inquiry. The third chapter illustrates the structure of the philosophical curriculum that was conceived by Lipman for any class of school. This description aims at showing that such curriculum, as any other curriculum, proposes programmes of philosophical practice which are arranged around typically philosophical questions, with their own contents, specific exercises and activities to promote the skills of this field. In the Philosophy for Children, the philosophical dialogue performed during the sessions represents, at the same time, the activity, the method and the purpose of the curriculum. Though the success of a session is bound to many factors, such as in any other discipline, the knowledge of the subject structure by the facilitating teacher (i.e. his/her capacity of managing concepts and techniques typical of such discipline) and his/her expertise on such practices that facilitate the philosophical dialogue are both fundamental factors. Hence, a special focus is given to issues such as the philosophical/argumentative structure of novels and manuals and the main guidelines that the facilitator should take into account in order to drive a session. The fourth chapter outlines the features of the philosophical thought, as it is conceived in the P4C community of inquiry where it is interpreted as “wisdom”, i.e. as that philosophical quality of thought that binds philosophising to reflecting on life. In other words, the stress is on the original dimension of philosophising and on its practical function in helping people find out answers to the questions on existing and acting. According to this vision, philosophy is more than mere academic conceptualisation and is not confined to an élite of few experts. After clearing what type of philosophy is of interest for the P4C, the research analyses the privileged means by which philosophising, transmitted through natural language, takes place: informal logic or argumentation. The main features and recent interpretations of it, provided by dialectical argumentation systems, are described. Special attention is given to Douglas Walton’s theory named “New Dialectic”, based on a dialogic model differentiated in six types of argumentative dialogue and, therefore, particularly useful in interpreting the dialogic dynamics of the P4C community of inquiry. Indeed, the studies on the commitment in Walton’s dialogue of inquiry, made by Gregory, the Lipman’s student who is currently president of the American institute founded by him, open new areas of research and development for the evaluation of the argumentative skills in the P4C community of inquiry. The fifth chapter deals with the evaluation question of the Philosophy for Children and tries to understand not only what and how the international community of researchers interested in such activity have evaluated so far, but also which educational means have been produced to support the evaluating activity that is daily performed in class. As regards the latter, the only official reference for those who get close to such activity is found in the I.A.P.C. manual which contains a description of the evaluation criteria and means elaborated by the centre in order to support the educational activity of the P4C. This chapter introduces such part of the manual and shows that a clear definition of the evaluation criteria is missing, as well as a proper explanation accompanying the evaluation sheets at the facilitators’ disposal. The last part of the chapter deals with the new prospects that may provide a different approach to the evaluation question of the P4C community of inquiry. Such prospects constitute the starting point of my research, introduced in the last chapter, whose main target is to find educational means to perform an evaluation, training, integrated activity which can increase in the P4C community some necessary skills related to what is defined reasoning thought and to the field of philosophical research. We considered such means important because they promote attitudes of argumentative philosophical thought, thus improving the quality of the P4C community research, and also because they provide information on the philosophical session that can help the facilitating teachers manage, orient and evaluate the activity of both individuals and communities.
Il curricolo della nella Philosophy for Children (P4C) è stato ideato da Lipman negli anni ’70 per far filosofare gli alunni di ogni ordine di scuola trasformando la classe in “comunità di ricerca” attraverso il dialogo filosofico. Le sue finalità educative sono la convivenza democratica e lo sviluppo del pensiero “complesso” - critical, creative, caring – (Lipman, 2003) attraverso la pratica del ragionamento formale e informale. La ricerca che vado a presentare tratta del problema della valutazione della comunità di ricerca filosofica della P4C. La valutazione dell’efficacia della P4C è una questione aperta, affrontata dagli autori americani fin dall’inizio delle sperimentazioni, con diverse soluzioni proposte. Sono stati applicati test standardizzati su abilità cognitive specifiche (Californian Test of Mental Maturity, Metropolitan Achivement Test, Iowa Test of Basic Skills) e creato ad hoc il New Jersey Test of Reasoning Skills (NJTRS - Shipman, 1982), i cui risultati sono statisticamente significativi. Esistono anche checklist di osservazione dei comportamenti cognitivi (Lipman, 1989) e studi di caso documentati (Forth Worth, TX, 1979; Lynbrook, NY, 1995). Ma i test non consentono una valutazione integrata del curricolo né delle reali competenze più propriamente filosofiche messe in atto durante l’attività. Inoltre, c’è un forte bisogno di strumenti qualitativi per il monitoraggio dei joint-processes (Salomon, 1993) attivati nella comunità di ricerca filosofica nella P4C. Tale situazione lascia quasi del tutto disattrezzati gli insegnanti-facilitatori che hanno poche strumenti di tipo valutativo per guidare efficacemente la loro attività e per rilevare e documentare i percorsi di apprendimento che avvengono in tale attività. Trattare il problema della valutazione della comunità di ricerca filosofica della P4C, significa entrare in una zona di confine che incrocia molti ambiti inerenti l’educazione. Centrale è, qui, il concetto di Comunità di ricerca filosofica, che rimanda sia a nuovi modi di concepire e di valutare i processi di apprendimento che in essa vi avvengono, sia a nuovi modi di pensare la filosofia come attività. La trattazione teorica che precede il capitolo della ricerca propone un percorso di approfondimento intorno a tali tematiche per giungere a comprendere meglio cos’è e come funziona la comunità di ricerca filosofica e per capire se i modi e gli strumenti valutativi, che vengono proposti in questo studio, sono davvero efficaci e utili allo scopo didattico che la ricerca si è prefissata. Dopo una breve introduzione ai temi del sociocostrittivismo nel primo capitolo e una rapida descrizione della caratteristiche delle comunità, che ne rappresentano la realizzazione nell’ambito dell’apprendimento, nel secondo capitolo, si entra nel tema specifico della ricerca presentando le principali linee guida dell’impianto teorico della comunità di ricerca della P4C. Il terzo capitolo, infatti, oltre alle linee teoriche generali, presenta una descrizione della struttura del curricolo filosofico elaborato da Lipman per tutti gli ordini di scuola. La presentazione ha lo scopo di mostrare che tale curricolo, come ogni curricolo, propone dei programmi di pratica della filosofia che sono organizzati intorno a delle questioni tipiche della filosofia, con propri contenuti e con specifici esercizi ed attività per promuovere la competenza su tale ambito. Nel caso della P4C il dialogo filosofico che si realizza nelle sessioni rappresenta nel contempo, l’attività, il metodo e lo scopo del curricolo. Il successo di una sessione è collegato a molti fattori, ma, come per ogni altra disciplina di insegnamento, la conoscenza della struttura della materia da parte dell’insegnante-faciliatore (intesa come capacità di gestire i concetti e le tecniche tipiche della disciplina) e il suo expertise intorno a tale pratica di conduzione del dialogo filosofico, costituiscono due fattori fondamentali. Per tale ragione vengono approfonditi due aspetti: la struttura filosofica/argomentativa dei racconti e dei manuali e le linee guida più importanti che il facilitatore deve tener presenti per condurre una sessione. Nel quarto capitolo si delineano le caratteristiche del pensiero filosofico, così come viene concepito nella comunità di ricerca della P4C, interpretato, cioè, nella sua accezione di “saggezza”, come qualità filosofica del pensiero che lega il filosofare e il riflettere alla vita. Si valorizza, cioè, la dimensione originaria del filosofare, nella sua funzione pratica di aiutare ciascuno di noi a cercare risposte alle domande sull’esistere e sull’agire. Si tratta di una visione della filosofia non limitata alla sola concettualizzazione accademica, che la rende un campo di studio elitario ad uso di pochi esperti. Chiarito quale tipo di filosofia è di interesse per la P4C si prosegue con l’approfondimento dello strumento privilegiato attraverso cui il filosofare, veicolato dal linguaggio, naturale si manifesta: la logica informale o argomentazione. Se ne descrivono le caratteristiche principali e le recenti interpretazioni da parte dei sistemi argomentativi dialettici. Particolare attenzione viene posta alla teoria di Douglas Walton denominata “New Dialectic”, perché tale impostazione, che si fonda su un modello dialogico differenziato in sei tipi di dialogo argomentativo, è particolarmente adatta a leggere in modo più approfondito le dinamiche dialogiche della comunità di ricerca della P4C. Infatti, gli studi relativi all’uso del commitment nel dialogo di ricerca di Walton, fatti da Gregory, allievo di Lipman e attualmente presidente dell’istituto americano da lui fondato, aprono nuovi spazi di ricerca e di sviluppo per la valutazione delle competenze argomentative nella comunità di ricerca della P4C. Il quinto capitolo si chiude proprio intorno alla questione valutativa della P4C, non solo per capire cosa e come la comunità internazionale di ricercatori interessati a tale attività ha valutato fino oggi, ma per vedere anche quali strumenti didattici sono stato prodotti a sostegno dell’attività valutativa che si svolge quotidianamente nelle classi. Per quanto concerne quest’ultima, l’unico riferimento ufficiale per chi si avvicina a tale attività lo si trova nel manuale dello I.A.P.C, nel quale si presentano criteri e strumenti valutativi, elaborati dal centro a supporto dell’attività didattica della P4C. In tale capitolo, si presenta proprio questa parte del manuale evidenziando che ciò che emerge è la mancanza, sia di una chiara definizione dei criteri valutativi, sia di una adeguata spiegazione che accompagni le schede di valutazione, che sono messe a disposizione dei facilitatori. L’ultima parte di tale capitolo si muove intorno a nuove prospettive che possono fornire un approccio diverso alla questione valutativa della comunità di ricerca della P4C. Esse costituiscono il punto di partenza per la mia ricerca, presentata nell’ultimo capitolo, il cui obiettivo principale è individuare strumenti didattici per realizzare un’attività valutativa, formativa e integrata, capace di incrementare nella comunità della P4C alcune competenze necessarie ascrivibili a quello che viene definito pensiero argomentativo e riferite all’ambito della ricerca filosofica. Realizzare tali strumenti ci è parso importante perché, non solo possono promuovere disposizioni di pensiero filosofico argomentativo, migliorando la qualità del processo di ricerca della comunità della P4C, ma anche perché possono fornire informazioni relative alla sessione filosofica utili all’insegnante-facilitatore per gestire, orientare e valutare l’attività sia dei singoli partecipanti, sia della comunità.
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Artoni, Matteo <1980&gt. "Cittadinanza e impegno politico. Una ricerca empirica sulla presenza dei giovani nei contesti politici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1669/1/Tutta.pdf.

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Artoni, Matteo <1980&gt. "Cittadinanza e impegno politico. Una ricerca empirica sulla presenza dei giovani nei contesti politici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1669/.

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BRUMANA, Emanuela. "Ricerca valutativa e formazione. Indicatori per la valutazione dei percorsi di alfabetizzazione per immigrati adulti." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/494.

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Abstract:
This work tries to identify efficient instruments for the evaluation of processes of education. In particular, the final aim is the construction of a set of indicators to assess the programs offered to foreign adults by Italian Schools within the territory of Bergamo. The set of indicators allows to identify four dimensions which are crucial to understand the topic of interest: learning, welcoming, socialization, integration. For each one of the four dimensions above, this analysis identifies a set of primary and secondary indicators. Moreover, these indicators lead to the formulation of a series of specific questions concerning different aspects of the courses (organization, methodology, contents, teachers) useful to evaluate the processes. Moreover, this analysis allows to investigate in details on the problems and difficulties of the programs of Second Language Acquisition for foreign adults: the importance of immigration, new educational needs, the necessary coexistence of different cultures and languages, the identification of new strategies of education and organizational problems. As required, a twofold analysis is developed in this work: -Empirical: collection of data from the sample, use of semi-structured interviews, analysis and observation of secondary sources. -Theoretical: investigation of the theoretical framework behind the learning of L2 and of the efficiency of using indicators in order to assess education. The ultimate result of this work is the identification of an instrument which can be used in several other educational contexts, with particular regards to the activities concerning questionnaires, interviews and check-lists.
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Guariento, Serena. "Il teatro come pratica narrativa per l'orientamento formativo: una ricerca sul campo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426617.

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Abstract:
The contemporary world is characterized by social, cultural and economic complexities which make the transition from secondary school to university (and subsequently from university to the labour market) quite difficult to face for many students. This scenario contributes to enhance the need for genuine actions of vocational guidance, in particular towards secondary school students. As already known in the literature, the aim of all actions should be particularly focused toward enhancing students’ self-awareness and ability to choose the appropriate university curriculum, by weighting their strengths and weaknesses and also dealing with the world’s growing complexity. Furthermore, indications coming from the European Commission have already pointed out the urgency for pure vocational guidance and life-long learning, in order to support students and prevent dropouts. Quite surprisingly, however, in the last years we saw many initiatives of pure marketing actions organized by the Italian universities that seemed mainly devoted to purely attract new freshmen instead of offering a critic support to student’s self-awareness. Consequently, the purpose of this work is to propose and offer a preliminary test of an innovative and interactive theatre-based methodology for vocational guidance, that has never been used in Italy, at least to our knowledge. The use of theatre performance could be seen as an useful tool thanks to its educational and psychological implications and may be considered as a form of storytelling, capable of supporting the process of self-directed vocational guidance. A particular form of stage performance, called theatrical-lesson, has been designed and performed to an audience made up of 300 secondary school students coming from Belluno (Veneto, Italy). Before every performance a questionnaire was individually administered which aimed at capturing the participant’s needs, expectancies and beliefs. The results derived both from the questionnaires and from individual interviews after the performance revealed the value of all the basic elements of the project, such as the importance of emotional and cognitive involvement in the process of vocational guidance; the need for every student to make clear his/her knowledge and establish a dialectical relationship with it; the need for a network between institutions (schools, universities, colleges, etc.); the positive impact of the storyteller's performance in order to stimulate self-awareness and, finally, the importance of the storyteller's ability to combine educational and theatrical action.
Il contesto attuale, caratterizzato da mobilità e flessibilità della società, contribuisce ad accrescere l'importanza e il bisogno di orientamento, in particolare per le scuole superiori. Considerata l'attività di orientamento per gli studenti delle classi V degli istituti superiori, si ravvisa la moltiplicazione di iniziative informative e di azioni di marketing. Se la normativa italiana ed europea pone l’attenzione sul processo di scelta e sui metodi della decisione consapevole in una prospettiva di formazione continua, nella realtà l'orientamento informativo prevale su quello formativo, ed in rari casi si tenta il superamento dei metodi basati sulla lezione frontale. La ricerca di una metodologia didattica attiva innovativa per l'orientamento formativo ai giovani di classe V superiore ha costituito lo stimolo di partenza di questo lavoro. Il teatro è parso uno strumento utile a questo fine, per le sue implicazioni pedagogiche e psicologiche: dall’analisi della letteratura sull’argomento e dalle conseguenti riflessioni è emersa l’ipotesi che esso possa proporsi come possibile forma di narrazione in grado di favorire i processi di auto-orientamento. Il percorso presentato in questo lavoro ha avuto pertanto una funzione prevalentemente esplorativa, ai fini di analizzare come possa essere definito e articolato il contributo del teatro negli interventi di orientamento formativo. In particolare si è giunti alla progettazione di una modalità d’azione basata su una tecnica che è stata definita lezione-teatro, qui intendendo il teatro in tutta la pregnanza della sua originale vocazione relazionale, e alla successiva messa alla prova dell’intervento-tipo proposto, attraverso una ricerca sul campo che ha coinvolto, fin dall’indagine preliminare di analisi dei bisogni effettivamente sentiti, gli studenti di classe V superiore del territorio di Feltre-Belluno (Veneto, Italia) nell’ottica di un percorso che valorizzi una verifica ricorsiva ai fini di un continuo affinamento della tecnica e dei suoi contenuti. La ricerca, che ha coinvolto in totale 390 studenti, dopo un’ indagine preliminare esplorativa dei vissuti degli studenti in fase di scelta e la conseguente elaborazione di un testo teatrale finalizzato all’orientamento, ha visto l’erogazione dell’intervento presso il teatro comunale di Belluno in prima istanza e, in seguito all’analisi dei risultati e alle conseguenti modifiche, la sua ri-proposizione presso la Fiera Orient@ di Longarone (Bl), con due interventi. Lo studio ha evidenziato alcuni elementi irrinunciabili del progetto, quali il coinvolgimento emotivo e cognitivo nei processi di orientamento; l'attenzione da dover prestare nel cogliere, esplicitare e favorire la condivisione dei punti di vista degli studenti in fase di scelta, e nell’entrare in rapporto dialettico con essi; il lavoro di rete tra i soggetti istituzionali che si occupano di orientamento scolastico e professionale nel territorio, per un coordinamento e una condivisione di obiettivi e di risorse, finalizzati ad azioni di orientamento più efficaci; la centralità, all’interno dell’azione teatrale, della funzione di “risveglio delle coscienze” del Narratore; l’importanza di una figura in grado di condensare le competenze formative e quelle teatrali, definita in questa sede form-aut-attore.
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Emili, Enrico Angelo <1976&gt. "Progettualità e interventi educativi nella dislessia. Il progetto ProDSA e le prospettive future di ricerca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5873/1/Emili_Enrico_Angelo_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro è strutturato in quattro parti analizzando e comparando le pubblicazioni del settore scientifico italiano, anglofono e tedesco di riferimento. Nel primo capitolo della tesi viene proposta una riflessione sulle parole che ruotano attorno al tema dei DSA e della disabilità. Nel secondo capitolo vengono presentati, a partire dalla letteratura scientifica di riferimento, gli indicatori di rischio che segnalano possibili disturbi specifici di apprendimento e le caratteristiche di apprendimento dei DSA mettendo in luce potenzialità e talenti spesso intrinseci. Nel terzo capitolo viene vagliata la normativa di riferimento, in particolare la recente Legge 170/2010 e le relative Linee Guida. Nel quarto capitolo, partendo dal tema della diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (da ora in poi TIC) nel mondo della scuola, sono ampiamente trattati i principali strumenti compensativi (sintesi vocale, libri digitali, mappe concettuali, Lavagna Interattiva Multimediale) e le misure dispensative adottabili. Nel quinto capitolo viene analizzato in tutte le sue parti il Piano Didattico Personalizzato (da ora in poi PDP) e viene proposto un possibile modello di PDP pubblicato sul sito dell'Ufficio per l’Ambito Territoriale di Bologna. Nel sesto capitolo della tesi viene presentato il Progetto Regionale ProDSA. Il Progetto, rivolto a studenti, con diagnosi di DSA, delle scuole secondarie di primo grado e del primo biennio delle secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, ha visto, grazie a un finanziamento della Regione, la consegna in comodato d'uso gratuito di tecnologie compensative agli alunni che hanno aderito. La sezione empirica del presente lavoro indaga l’uso reale che è stato fatto degli strumenti proposti in comodato d’uso e le motivazioni legate alla scelta di non utilizzarli in classe. Nel settimo capitolo vengono proposti strumenti progettati per rispondere concretamente alle criticità emerse dall'analisi dei dati e per sensibilizzare il mondo della scuola sulle caratteristiche dei DSA.
This work consists of four sections and many international publications have been examined and analized. The first chapter presents a reflection about the word “Dislexya” and the differences between the Italian scientific community that does not consider it as a disability and the English scientific community that sees it as a “learning disability”. The second contains the basics and the characteristics of Dislexya, in addition, in the third one I have talked about the recent law about Dislexya, Law 170/2010 that, unfortunately is not so well-known yet, on the strength of a personal cognitive survey for parents and teachers in Bologna. The forth contemplates the main technological means (TTS, text-to-speech, digital books and ISB, Interactive Smart Board) and the projects like “Classi 2.0” and “Lab-InT”, which are relevant to teachers from all sectors at primary and secondary level (ages 6-13) to spread the use of technology inside the school context. The fifth concerns the PDP, a document for teaching plan that can be easily modified by teachers for their own particular classroom and the sixth chapter is dedicated on ProDSA, a regional project about students with Dislexya in Emilia Romagna, that consisted of giving a laptop and text to speech for free. The seventh deals with a range of different ways of promotion about Dislexya, by providing ideas which can stimulate and support the teachers and the parents, like different materials available to download from the official instructional site of Emilia Romagna and from my personal website www.inclusione.it as well. The final part refers to how much important is to leave room for technologies inside the inclusive context because they can favorite a good setting oriented to the instructional design and an accesible environment for everyone.
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Emili, Enrico Angelo <1976&gt. "Progettualità e interventi educativi nella dislessia. Il progetto ProDSA e le prospettive future di ricerca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5873/.

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Abstract:
Il presente lavoro è strutturato in quattro parti analizzando e comparando le pubblicazioni del settore scientifico italiano, anglofono e tedesco di riferimento. Nel primo capitolo della tesi viene proposta una riflessione sulle parole che ruotano attorno al tema dei DSA e della disabilità. Nel secondo capitolo vengono presentati, a partire dalla letteratura scientifica di riferimento, gli indicatori di rischio che segnalano possibili disturbi specifici di apprendimento e le caratteristiche di apprendimento dei DSA mettendo in luce potenzialità e talenti spesso intrinseci. Nel terzo capitolo viene vagliata la normativa di riferimento, in particolare la recente Legge 170/2010 e le relative Linee Guida. Nel quarto capitolo, partendo dal tema della diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (da ora in poi TIC) nel mondo della scuola, sono ampiamente trattati i principali strumenti compensativi (sintesi vocale, libri digitali, mappe concettuali, Lavagna Interattiva Multimediale) e le misure dispensative adottabili. Nel quinto capitolo viene analizzato in tutte le sue parti il Piano Didattico Personalizzato (da ora in poi PDP) e viene proposto un possibile modello di PDP pubblicato sul sito dell'Ufficio per l’Ambito Territoriale di Bologna. Nel sesto capitolo della tesi viene presentato il Progetto Regionale ProDSA. Il Progetto, rivolto a studenti, con diagnosi di DSA, delle scuole secondarie di primo grado e del primo biennio delle secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, ha visto, grazie a un finanziamento della Regione, la consegna in comodato d'uso gratuito di tecnologie compensative agli alunni che hanno aderito. La sezione empirica del presente lavoro indaga l’uso reale che è stato fatto degli strumenti proposti in comodato d’uso e le motivazioni legate alla scelta di non utilizzarli in classe. Nel settimo capitolo vengono proposti strumenti progettati per rispondere concretamente alle criticità emerse dall'analisi dei dati e per sensibilizzare il mondo della scuola sulle caratteristiche dei DSA.
This work consists of four sections and many international publications have been examined and analized. The first chapter presents a reflection about the word “Dislexya” and the differences between the Italian scientific community that does not consider it as a disability and the English scientific community that sees it as a “learning disability”. The second contains the basics and the characteristics of Dislexya, in addition, in the third one I have talked about the recent law about Dislexya, Law 170/2010 that, unfortunately is not so well-known yet, on the strength of a personal cognitive survey for parents and teachers in Bologna. The forth contemplates the main technological means (TTS, text-to-speech, digital books and ISB, Interactive Smart Board) and the projects like “Classi 2.0” and “Lab-InT”, which are relevant to teachers from all sectors at primary and secondary level (ages 6-13) to spread the use of technology inside the school context. The fifth concerns the PDP, a document for teaching plan that can be easily modified by teachers for their own particular classroom and the sixth chapter is dedicated on ProDSA, a regional project about students with Dislexya in Emilia Romagna, that consisted of giving a laptop and text to speech for free. The seventh deals with a range of different ways of promotion about Dislexya, by providing ideas which can stimulate and support the teachers and the parents, like different materials available to download from the official instructional site of Emilia Romagna and from my personal website www.inclusione.it as well. The final part refers to how much important is to leave room for technologies inside the inclusive context because they can favorite a good setting oriented to the instructional design and an accesible environment for everyone.
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Nalon, Barbara. "Orientamento e riflessioni didattiche nella scuola secondaria superiore. Una ricerca riguardante il punto di vista degli studenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427360.

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Abstract:
Aim of this PhD research is to understand how and whether the school helps students of secondary school to define their own personal identity and make choices for their own professional future. This PhD research is divided in five parts: four chapters analyze different issues as guidance at school, the use of biographical methods, and the law of guidance in Europe and in Italy, the last chapter describes the research. The research consists of two parts: the pre-research and the research. The specific objectives of the empirical pre- research are due mainly to the intention to explore the students prospects in last years of secondary school ( second degree), through the gathering of autobiographies with the following task "I ask you to tell me about your relationship with the school and how this has influenced you and your choices for the future", in order to define a map of dimensions which are helpful to analyse the school contribution to the development of the students personal identity and to their decisions for the future. The autobiography outline stems from Di Vita and Salerno research (2007). 55 Students (school year 2007/2008) have been involved, in particular: 27 students of two classes (fourth year) of professional Institute, section of Mechanical Engineering technics, 14 students (last year) of Sciences secondary school, PNI dpt (Computer National Plan ), 14 students of Sciences secondary school (fourth year), Languages dpt. We have chosen to collect the data in secondary schools that are so different with the purpose to have a broader spectrum of information. In fact, the students of Sciences secondary school, for the intrinsic nature of the choice made after the first degree Secondary School , are more likely to enter the university life while the population of professional institutes is mostly composed by students oriented to the immediate access to the occupational world. The qualitative analysis on texts provided by the students of secondary school (second degree) has been led using the software Atlas.ti. Starting from the already described investigative stage, and based on the matrix resulting from the analysis carried out with Atlas.ti on students autobiographies, a questionnaire that collected all the dimensions that emerged in the pre-Search converting them into item was created. The questionnaire is subdivided into a first section common to all the students in secondary schools and includes 49 item, The students who have responded to the questionnaire are a total of 674 students of upper secondary school equally divided between those who attend the Science secondary school and those who attend professional institute, and equally divided as well for gender identity. The schools involved in quantitative research are located in the province of Venice and Padua (Veneto Region). The data gathered after submitting the questionnaire were subjected to factorial analysis (main components and Varimax rotation) using the statistical package SPSS. Afterwards we proceeded to name and interprete the factors emerging from factorial analysis (based on an index of saturation >. 300), and to the review of internal consistency (through Alpha of Cronbach (α). The analysis of the answers provided by the teenagers involved in the search outlines a model that shows how the school actually helps students to develop their own personal identity and the choices for the future.
L'obiettivo della ricerca è capire come e se la scuola aiuti gli studenti della scuola secondaria superiore a definire la propria identità personale e a compiere scelte professionali per il proprio futuro. La tesi di dottorato si divide in 5 parti: i primi quattro capitoli analizzano la parte teorica in particolare si affrontano i temi dell’orientamento a scuola, l’uso dei metodi autobiografici, e la normativa europea ed italiana in materia di orientamento, l’ultimo capitolo, invece, descrive la ricerca. La ricerca si compone di due parti. Gli obiettivi specifici della pre-ricerca empirica sono infatti riconducibili principalmente all’intenzione, di esplorare la prospettiva degli studenti degli ultimi anni della scuola secondaria di secondo grado, attraverso la raccolta di autobiografie con la seguente consegna “ Ti chiedo di raccontarmi il tuo rapporto con la Scuola e di quanto questo abbia influito su di te e sulle tue scelte per il futuro”, allo scopo di far emergere una mappa di dimensioni per valutare l’apporto della scuola alla formazione dell’identità personale degli studenti e sulle decisioni per il futuro. Tale traccia dell’autobiografia è stata costruita a partire dalla ricerca svolta presso il Dipartimento di Psicologia Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Palermo da Di Vita A. e Salerno A nel 2007 e pubblicata nella rivista nazionale Infanzia ed Adolescenza. Gli studenti nell’anno scolastico 2007/2008 coinvolti sono stati 55, così distribuiti: 27 studenti di due classi IV dell’Istituto Professionale ad indirizzo Tecnico delle Industrie Meccaniche, 14 studenti di classe V del Liceo Scientifico ad indirizzo PNI (Piano Naziona-le di Informatica), 14 studenti di classe IV del Liceo Scientifico ad indirizzo Linguistico. Per condurre l’analisi qualitativa sui testi prodotti dagli studenti della scuola secondaria di secondo grado si è utilizzato il software Atlas.ti. A partire dalla fase esplorativa appena descritta, e sulla base della matrice risultante dalle analisi effettuate con Atlas.ti sulle interviste agli studenti, è stato dunque costruito un questionario che raccoglie tutte le dimensioni emerse nella pre-ricerca traducendole in item. Il questionario è suddiviso in una prima sezione comune a tutti gli studenti della scuola secondaria costituita da 49 item, di conseguenza gli ultimi 5 item del questionario sono differenziati a seconda che il questionario sia stato somministrato in un liceo scientifico o in un istituto professionale. Gli studenti che hanno risposto al questionario sono in totale di 674 studenti di Scuola Secondaria Superiore divisi equamente tra frequentanti il Liceo Scientifico e gli Istituti Professionali e ripartiti in modo uguale inoltre per identità di genere. Le scuole coinvolte nella ricerca quantitativa sono ubicate in Provincia di Padova e Venezia (Regione del Veneto). I dati ottenuti dalla somministrazione del questionario sono stati sottoposti ad analisi fattoriale (componenti principali e rotazione Varimax) utilizzando il pacchetto statistico SPSS. Si è poi proceduto alla nomina e all’interpretazione dei fattori emersi dall’analisi fattoriale (considerando una varianza > .350), e all’analisi della coerenza interna (o attendibilità) tramite l’Alpha di Cronbach (α) Le analisi delle risposte fornite dagli studenti evidenziano un modello che dimostra come la scuola effettivamente aiuti gli studenti a costruire la propria identità.
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MARAGLIANO, ANDREA. "Gioco e Cambiamento Sociale. Fra ricerca educativa, edu-larp e intercultura." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1048809.

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Abstract:
I giochi possono essere agenti di cambiamento sociale? Possono cioè permettere di esplorare questioni civiche, politiche, valoriali o etiche? Se si, quali sono i fondamenti del gioco da impiegare in questo tracciato? E quali le esperienze culturali, ludiche ed educative vive chi partecipa a questa tipologia di giochi? Sono queste alcune delle domande che hanno aperto la strada a questo lavoro di ricerca, diviso in tre parti. Nel capitolo 1 sono descritte quelle che in questa tesi vengono identificate come le vertebre del gioco, le strutture nascoste, ma portanti. Quando guardiamo al gioco esso ci coinvolge, ammalia e ingaggia come in un carnevale. Ci facciamo rapire dai movimenti ipnotici e seduttivi del corpo giocante, ma cosa pulsa sotto quei vestiti di festa? Quali sono le ossature portanti del corpo del gioco, su cosa si poggia, e come mai risulta essere così potente, persuasivo e problematicamente bello? Nel capitolo 2 viene presentato uno studio sperimentale sull’edu-larp “Youth on The Run” di Croce Rossa Italiana, gioco di ruolo educativo dal vivo sul tema dei richiedenti asilo in Italia. La ricerca presentata avrebbe dovuto riguardare lo studio comparato di due edu-larp a tema migrazione: “Youth On The Run”, un gioco che simula per 24 ore il viaggio migratorio di una famiglia dalla Somalia fino all’Italia, e “300, la battaglia delle tendopoli” (Coccia, 2020) che simula per 4 ore una riunione municipale in cui si deve decidere il collocamento di 300 profughi. In seguito alla chiusura degli istituti scolastici per le disposizioni anti contagio COVID-19, non si sono potute svolgere le sperimentazioni del secondo gioco, portando a presentare la ricerca come studio caso singolo del gioco YOTR. La ricerca ha voluto sondare se e come la partecipazione a questo tipo di giochi possa avere impatti significativi sul grado di empatia, di pregiudizio etnico e sulle rappresentazioni rispetto alle tematiche migratorie di chi partecipa. Si è quindi cercato di indagare se e come quegli elementi costitutivi del gioco trattati nel Capitolo 1 possano portare ad un cambiamento sociale effettivo nell’ambito interculturale. Infine, nel capitolo 3 e 4 vengono riportate le analisi e la discussione dei dati, che mostrano come il gioco si costituisca realmente come regione speciale dell’umano e spazio di cambiamento.
Can games be agents of social change? Can they allow for the exploration of civic, political, value, or ethical issues? If so, what are the foundations of play to be employed in this track? And what are the cultural, playful and educational experiences experienced by those who participate in this type of games? These are some of the questions that paved the way for this research work, divided into three parts. Chapter 1 describes what in this thesis are identified as the fundamentals of the game, the hidden but important structures. When we look at game, it involves us, bewitches us and engages us as in a carnival. We are enraptured by the hypnotic and seductive movements of the playing body, but what is pulsing under those festive clothes? What are the supporting frameworks of the game body, what does it rest on, and how is it so powerful, persuasive and problematically beautiful? Chapter 2 presents an experimental study of the Italian Red Cross edu-larp "Youth on The Run", a live educational role-playing game on the topic of asylum seekers in Italy. The research presented should have concerned the comparative study of two edu-larp on the theme of migration: "Youth On The Run", a game that simulates for 24 hours the migratory journey of a family from Somalia to Italy, and "300, la battaglia delle tentopoli" (Coccia, 2020) which simulates for 4 hours a municipal meeting in which the placement of 300 refugees must be decided. Due to the closure of educational institutions due to COVID-19 anti-contagiousness regulations, experimentation of the second game could not take place, leading to the presentation of the research as a single case study of the YOTR game. The research aimed to probe whether and how participation in this type of game can have significant impacts on the degree of empathy, ethnic bias, and representations with respect to migration issues of those who participate. It was then attempted to investigate if and how those constituent elements of the game discussed in Chapter 1 can lead to effective social change in the intercultural sphere. Finally, Chapters 3 and 4 report the analysis and discussion of the data, which show how play really constitutes itself as a special space of human and a space for change.
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ROCCO, Vincenza Elisabetta. "Costruire competenze valutative in chiave Inquiry Based Science Education. Un percorso di ricerca all'interno del progetto europeo INQUIRE." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30563.

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Zorzi, Eleonora. "L'insegnante improvvisatore - una ricerca esplorativa tra l'insegnamento e le arti performative." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423740.

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Abstract:
This PhD research deals with the exploration of the relationship between teaching and improvisation as its possible inspiring concept. The aim of the research is to explore how the complex concept of improvisation can contribute to rethinking about the teaching in the classroom and about the teacher’s competences, from a new perspective. The hypothesis is that the exploration of the concept and the practice of improvisation, can be useful to look at teacher’s competences and profile from a new perspective, making emerge an explicit “teacher improviser” profile that can bring significant advantages to the managing of the classroom activities and of the classroom in general, within the contemporary society. The phenomenon of improvisation is explored trying to catch its essential characteristics. To do this in the most authentic and deepen way, the disciplinary approach has been overstepped, and the phenomenon is investigated starting from different artistic practices (theater, music, dance) where improvisation is more formally recognized as a valuable expertise needed to be acquired, trained, achieved, and where improvisers are aware to be improviser and to do improvisation. The choice of a qualitative methodology, has been suggested from the exploratory aim of the research. This choice is made explicit from a theoretical and methodological point of view, through the phenomenological-hermeneutical approach. Moreover, this approach has allowed to find support on the socio-cultural-constructivist approach and on Grounded Theory as regard as the data gathering and analysis. The both of these approaches has been used to explore and better investigate the essential principles of the improvisational phenomenon. The semi-structured interview has been chosen as method to gather the data: ten privileged witnesses have been interviewed. They are professionals in the artistic field (national and/or international level) and they regularly work on improvisation also teaching it, from at least ten years. By the phenomenological and hermeneutical bottom-up analysis made on the gathered material, an ontological status of improvisation and of the improviser have been outlined. At the same time the profile of a teacher improviser has been driven. The teacher improviser is a teacher who is able to grasp and/or initiate improvisational processes in his own teaching. The final focus of attention and reflection has been placed on the figure and the role of the teacher as improviser, observing the traits that characterize him and comparing this profile with the profile of the teaching profession outlined by the scientific literature. Also some reflections on the affinities with the educational requirements made to schools and to the teaching staff by international organizations and by the social and historical contemporary context, have been developed.
La presente ricerca nasce dal proposito di esplorare l’improvvisazione come concetto ispiratore per l’insegnamento e come pratica influente per il rinnovamento della didattica. La finalità della ricerca è di far emergere se e in che modo il costrutto complesso di improvvisazione può contribuire al ripensamento dell’insegnamento in classe ed essere utile ad una rilettura delle competenze dell’insegnante in chiave improvvisativa. L’ipotesi è che l’esplorazione del concetto e della pratica dell’improvvisazione, possano essere utili per guardare alle competenze e al profilo dell’insegnante da una nuova prospettiva: far emergere un esplicito profilo di “docente improvvisatore”, che possa portare vantaggi rilevanti nella gestione dell’attività scolastica così come si presenta nelle nostre società contemporanee e di fronte alle sfide del nuovo millennio. Al fine di esplorare e comprendere la pratica dell’improvvisazione in modo approfondito e concreto, nella maniera più autentica possibile, andando quindi oltre gli approcci disciplinari, si è deciso di indagarla ricercandone i tratti caratteristici, partendo da differenti pratiche artistiche (teatro, musica, danza), nelle quali l’improvvisazione è più formalmente riconosciuta come un valore esperto, da acquisire, formare, conquistare, e soprattutto dove gli improvvisatori sono consapevoli di essere tali e di fare improvvisazione. Lo scopo esplorativo della ricerca ha suggerito la scelta di una metodologia qualitativa, esplicitata dal punto di vista teorico e metodologico attraverso l’approccio fenomenologico-ermeneutico. Questo approccio ha permesso di appoggiarsi inoltre, per quanto ha riguardato la raccolta dei dati e la loro analisi, al supporto teorico e procedurale dell’approccio costruttivista-socio-culturale e della Grounded Theory. Entrambe sono stati utilizzati per esplorare ed investigare al meglio i principi essenziali del fenomeno improvvisativo. L’intervista semi-strutturata è stata scelta come metodo di raccolta dati: sono stati scelti dieci testimoni privilegiati che fossero dei professionisti in campo artistico-performativo (a livello nazionale e/o internazionale) e che regolarmente lavorassero sull’improvvisazione facendone anche oggetto di insegnamento e di attività didattiche, da almeno dieci anni. Dall’analisi fenomenologico-ermeneutica bottom-up fatta a partire dai testi delle interviste raccolte, sono emersi dei principi essenziali che hanno permesso di delineare lo statuto ontologico del fenomeno improvvisazione e dell'improvvisatore. Al contempo è stato possibile tracciare il profilo dell'insegnante improvvisatore, ossia di un insegnante che è in grado di cogliere e/o avviare processi improvvisativi durante il suo insegnamento. Il focus finale di attenzione e di approfondimento è stato posto sulla figura e sul ruolo dell'insegnante come improvvisatore, osservando i tratti che lo caratterizzano e confrontandolo con il profilo della professionalità docente delineato dalla letteratura scientifica. Alcuni spunti di riflessione sono emersi anche dalle possibili affinità con le richieste e le sfide educative che gli organismi nazionali ed internazionali e il contesto storico e sociale contemporaneo, pongono alla scuola e al corpo docenti, oggi.
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Aquario, Debora. "Didattica universitaria e processi valutativi in prospettiva internazionale. Una ricerca sulle opinioni degli studenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426263.

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Abstract:
In the international panorama the issue concerning teaching evaluation in higher education has been widely discussed. It clearly emerges the importance of undertaking a multidimensional view over the teaching process as well as involving the main actors of the university life according to a participative evaluation model, differentiating the various disciplinary contexts in order to determine which aspects are specific and which ones are transversal to faculties. On the basis of these assumptions, it was carried out a research (under the coordination of Prof. Raffaella Semeraro) across four faculties of Padua University (Humanities, Psychology, Educational Sciences, Maths), to be considered as a preliminary study for the development of an instrument of teaching evaluation. The aim of the pre-research was to ask the students of the four faculties chosen, through a semi-structured interview, to express the criteria they consider important in the evaluation of the university teaching. Forty students (ten for each faculty mentioned above) were the subjects involved in the preliminary study. Qualitative analysis of the data collected were conducted using the software Atlas.ti, showing a multidimensional conception of teaching process and differences among faculties. On the basis of the results of this preliminary study, it was developed a questionnaire composed by 92 items. Respondents are asked to answer on a 5-points Likert scale. It was administered to 440 students representatives of three faculties: Psychology, Educational Sciences and Engineering. Quantitative data obtained were analysed using SPSS. A factor analysis with Varimax rotation was conducted (factor loading criteria: 0.40), allowing the extraction of five factors (Focus on discipline, Critical thinking, Relationship, Practical implications of the course, Focus on student); internal reliability of each factor was computed and Alpha coefficients for each of the 5 scales resulted very high (> .80). Moreover, there were conducted cross-analyses with respect to the faculties, revealing significant differences between Psychology, Educational Sciences on one side and Engineering on the other. The unique transversal element resulted to be Factor 1 (Focus on discipline). The emerging factors refer to a complex and multidimensional idea of university teaching. This complexity should be the precondition for the design of effective evaluation activities.
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Vio, Filippo <1996&gt. "IL LAVORO NELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA E DELLA TECNOLOGIA DIGITALE Tracce di ricerca sulle competenze per l’agire lavorativo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20980.

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Abstract:
Il dirompente impatto delle tecnologie digitali ha generato profonde trasformazioni non solo nella tradizionale divisione del lavoro manuale ed intellettuale, ma anche nella capacità dei soggetti di essere protagonisti della loro vita. Si presentano quindi brevi cenni sulla divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale dall’antica Grecia al Novecento, proponendo una riflessione sull’impatto delle nuove tecnologie digitali su tale distinzione. Dopo aver approfondito i modelli di competenza finora utilizzati, si decrive il caso di un’azienda metalmeccanica del Nordest italiano che nel 2020 ha investito in azioni formative mirate al rafforzamento delle competenze digitali dei propri lavoratori, al fine di mantenere i livelli di competitività nel mercato internazionale. Dal caso particolare, ci si proietta verso vero un’analisi dei rapporti DESI e INAPP, i quali presentano un Italia non ancora pienamente allineata alle politiche di sviluppo europee. Delineate quindi le coordinate principali della “rivoluzione digitale”, apparirà evidente come un modello di competenza digitale basato sull’accumulo di nozioni tecniche non sia sufficiente ad accogliere un cambiamento così sostanziale nell’agire lavorativo. Si è pertanto verificato sul campo la connessione tra competenze trasversali e digitali, interrogando le ipotesi che alcune delle prime possano agire sulle seconde. Lo scopo di questa indagine è fornire un ulteriore strumento di lettura, dal punto di vista formativo, del rapporto tra agire lavorativo e soggettività nei processi di digitalizzazione.
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RIGAMONTI, ALESSANDRA. "Apprendere dai ritmi. Una ricerca composizionale con operatori dell’affido familiare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241181.

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Abstract:
L’affido familiare è un processo sistemico complesso e temporaneo, che coinvolge molti attori (bambini, operatori, famiglia affidataria, famiglia d’origine, istituzioni, Tribunale), coinvolti in processi di apprendimento interconnessi e interdipendenti, determinati da temporalità esplicite e implicite, nelle quali si intrecciano dimensioni sistemiche, sociali e culturali. Il concetto di tempo è stato scelto in questo lavoro per mettere a fuoco la complessità, la composizione e il coordinamento tra questi processi incorporati e simultanei. Da una prospettiva pedagogica, la ricerca si interroga in particolare sul ritmo come categoria analitica e pratica nei processi di affido familiare: da cosa è determinato e cosa determina? Queste domande di ricerca sono volte a delineare una teoria/modello del ritmo nei processi di affido, che possa ispirare la formazione degli operatori impegnati nei processi di affido in modo utile e innovativo. La cornice metodologica della ricerca è narrativa, partecipativa e interpretativa. Sono state condotte 18 interviste semi-strutturate a ricercatori e professionisti, centrate sulla rappresentazione e sulla pertinenza del concetto di ritmo per pensare i processi di affido. Un secondo studio ha realizzato una co-operative inquiry con il coinvolgimento diretto e la com-partecipazione di 12 operatori, con i quali si sono esplorate criticamente le cornici di significato e le teorie implicite e le loro implicazioni pratiche riguardanti le dimensioni temporali che sostengono, nascondono o trasformano i ritmi individuali, relazionali e istituzionali. Una delle riflessioni ricorrenti nell’analisi dei dati è stata la presenza di ritmi antagonisti, contradditori e complementari. Queste polarità ritmiche aiutano a riconoscere la complessità, la composizione e il superamento degli opposti, verso il coordinamento delle dimensioni temporali e dei loro effetti sui processi di affido.
Foster care is a complex and temporary process in which many actors (children, social workers, birthparents, foster families, social and health agencies, court) are involved, interacting and learning by their explicit and implicit temporalities intertwined with systemic, social and cultural dimensions. Thus, the concept of rhythm has been used in this work to illuminate the complexity, composition and coordination of these embodied and simultaneous processes. From a pedagogical view, this research will investigate rhythm, as an analytical and practical category in foster care: how does it affect and is affected by foster care processes? These research questions are aimed at outlining a theory/model of rhythm in foster care processes, apt to inspire useful and innovative professional training for professionals in foster care. A narrative, participatory and interpretative methodological framework guides the research. Semi-structured interviews with 18 researchers and professionals were used to explore their representations and the pertinence of the concept of rhythm in thinking about foster cares. A second study was based on a co-operative inquiry with 12 practitioners, aimed at illuminating the frames of meaning and implicit theories, as well as practical implications, regarding the temporal dimensions which may sustain, hinder or transform individual, relational and institutional rhythms. A main line of reflection from the analysis of data concerns the presence of antagonistic, contradictory, and complementary rhythms in foster care. These rhythmic polarities sustain the recognition of complexity, the composition and the overcoming of the opposing dimensions, towards the coordination of temporal dimensions and their effects in foster care.
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La, Vecchia Loredana. "Linguaggio scientifico e web ontologies. Una ricerca esplorativa sull'uso di mappe concettuali in contesto formativo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425585.

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Abstract:
The paper will attempt to show that the deepest meaning of knowledge - and, as a consequence, of learning itself - lies in the ability to structure a justified and rational speech starting from some conceptualisations.
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Imola, Alice <1980&gt. "Il filo di Arianna - Una ricerca multi ed interdisciplinare per il superamento degli handicap che la x fragile propone." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5460/1/Imola_Alice_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi verte sulla ricerca-azione formazione triennale “Il Filo di Arianna” realizzata in convenzione tra Associazione Italiana Sindrome X Fragile e Dipartimento Di Scienze dell’Educazione – Università di Bologna, finalizzata alla superamento degli handicap che la X fragile propone. La ricerca ha un fuoco in Pedagogia Speciale e un carattere multidisciplinare e inter istituzionale grazie alla sinergia con l’area neuroriabilitativa (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) San Raffaele Pisana di Roma) e l’area della Psicologia Clinica (Ospedale Bambin Gesù di Roma). Il lavoro di tesi descrive il percorso per giungere alle linee guida di intervento scaturite dalla ricerca, per il potenziamento cognitivo ed affettivo di bambini e persone con x fragile nei contesti di casa, scuola e tempo libero.
The thesis focuses on the three-year action research named "Ariadne's Thread" organized by the agreement between Associazione Italiana Sindrome X Fragile and the Dipartimento di Scienze dell’Educazione of the University of Bologna. The main target of the research, focus on "Pedagogia Speciale" (Special Pedagogy and Didactics of Integration), is the overcoming of the handicap related to X fragile Syndrome. It has a multi-disciplinary and inter-institutional character thanks to the synergy with the neurorehabilitation area(Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) San Raffaele Pisana di Roma) and the area of Clinical Psychology (Ospedale Bambin Gesù di Roma). The final project analyses the path to reach the guidelines for the cognitive and affective enhancement of X fragile children and people at home, school and during spare time.
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Imola, Alice <1980&gt. "Il filo di Arianna - Una ricerca multi ed interdisciplinare per il superamento degli handicap che la x fragile propone." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5460/.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi verte sulla ricerca-azione formazione triennale “Il Filo di Arianna” realizzata in convenzione tra Associazione Italiana Sindrome X Fragile e Dipartimento Di Scienze dell’Educazione – Università di Bologna, finalizzata alla superamento degli handicap che la X fragile propone. La ricerca ha un fuoco in Pedagogia Speciale e un carattere multidisciplinare e inter istituzionale grazie alla sinergia con l’area neuroriabilitativa (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) San Raffaele Pisana di Roma) e l’area della Psicologia Clinica (Ospedale Bambin Gesù di Roma). Il lavoro di tesi descrive il percorso per giungere alle linee guida di intervento scaturite dalla ricerca, per il potenziamento cognitivo ed affettivo di bambini e persone con x fragile nei contesti di casa, scuola e tempo libero.
The thesis focuses on the three-year action research named "Ariadne's Thread" organized by the agreement between Associazione Italiana Sindrome X Fragile and the Dipartimento di Scienze dell’Educazione of the University of Bologna. The main target of the research, focus on "Pedagogia Speciale" (Special Pedagogy and Didactics of Integration), is the overcoming of the handicap related to X fragile Syndrome. It has a multi-disciplinary and inter-institutional character thanks to the synergy with the neurorehabilitation area(Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) San Raffaele Pisana di Roma) and the area of Clinical Psychology (Ospedale Bambin Gesù di Roma). The final project analyses the path to reach the guidelines for the cognitive and affective enhancement of X fragile children and people at home, school and during spare time.
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RATTI, MARIA MONICA. "MULTICULTURALITA’, DISAGIO SOCIO ECONOMICO E VIOLENZA CONTRO LE DONNE: ACTION RESEARCH DI PREVENZIONE E AZIONE CON UTENTI E OPERATORI DI ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/180887.

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Abstract:
La violenza contro le donne costituisce un problema a livello mondiale. 1 donna su 3, in tutto il mondo, subisce violenza fisica e/o sessuale da parte del partner (WHO, 2013). 2 milioni di persone si trovano in condizioni di grave povertà (Istat, 2016).Questi fattori possono incidere anche sulla sfera della genitorialità, in particolare intaccando la capacità di promuovere e supportare lo sviluppo fisico, emotivo, sociale, economico ed intellettuale del proprio figlio (Bornstein M.H., 19919. Diversi studi mostrano come specifiche caratteristiche di queste esperienze siano associate a conseguenze psicologiche e come la gravità e la cronicità degli atti di violenza subiti mostrino un legame con distress psicologico, vissuti di ansia, depressione, PTSD e altri sintomi (Dutton, 1992; Ahlfs-Dunn S.M.,2016). Gli scopi di questa ricerca sono quindi valutare l’impatto psicologico della violenza sulle donne in condizioni di povertà, sulla dimensione della genitorialità e sugli operatori che lavorano nell’ambito dell’assistenza socio-sanitaria. Lo studio si è svolto al Centro del San Fedele di Milano, un’organizzazione che riserva particolare attenzione all’accompagnamento sociale e all’educazione sanitaria .Sono state costruite ad hoc due batterie testali., costituite da una scheda anagrafica; il General Health Questionnaire (GHQ-12), (Piccinelli et al., 1993); il Clinical Outcomes in Routine Evaluation-Outcome Measure (CORE-OM); il Parenting Stress Index (PSI-SF) (Guarino, 2008). La batteria per gli operatori comprende una scheda anagrafica; il Maslach Burnout Inventory (MBI) (Maslach & Jackson, 1981), il Coping Inventory for Stressful Situations (CISS-2) (Endler & Parker, 1990), il Balanced Emotional Empathy Scale (BEES). Il campione è compost da 150 donne (età media: 44,92; d.s.=± 13,93) . Il 58,7% è stata vittima di un qualche tipo di violenza. Le persone che hanno subito un qualche tipo di violenza hanno riportato livelli significativamente peggiori di Benessere (t=-2,13;p=,035), Sintomi (t=-2,36;p=,02), Funzionamento (t=-2,92;p=,004), Rischio (t=-2,68;p=,008) e Distress Totale (t=-2,96;p=,004) rispetto a chi non ha sperimentato alcun tipo di violenza. Inoltre, le vittime di violenza fisica o psicologica hanno riportato livelli significativamente peggiori in tutte le sottoscale del questionario CORE-OM e peggiori livelli di salute generale. La provenienza geografica non è invece risultata influenzare nessuna delle variabili indagate (p>,05). Su 150 donne 108 sono madri (età media: 39,90; d.s.=± 11,35). In un’ottica preventiva, è stato scelto di testare solo le madri di bambini sotto gli 11 anni. Le donne che hanno subito violenza riportano maggiore compromissione del Funzionamento (t(138)=-2,37;p=,02) e CORE-Totale (t(138)=-2,16;p=,03). Le vittime di violenza economica hanno riportato un maggiore livello di distress genitoriale, in particolare connesso con la gestione di un bambino difficile (PSI)(t(50)=-2,14; p=,038). Quest’ultima variabile risulta inoltre essere predetta dal livello di GHQ con effetto dell’avere un partner quale variabile moderatrice(F(3;47)=4,199;p=,0103). Il campione degli operatori invece è compost da 22 volontari (D:16; M=6; età media: 55,32; s.d.=16,65), che hanno riportato bassi livelli di Esaurimento Emotivo (m=11,71; d.s.=11,88) e moderati di Depersonalizzazione (m=4,41; d.s.=4,39) e Realizzazione Personale (m=36,48; d.s.=6,98). Uomini e donne non differiscono significativamente rispetto ad alcuna sottoscala. I volontari che lavorano a diretto contatto con gli utenti riportano livelli significativamente più elevati di Esaurimento Emotivo (t=2,235, p<,05) rispetto ai colleghiSecondo diversi autori (Briere, 2004; Krantz & Garcia-Moreno, 2005; Krauss, 2006) lavorare su questi aspetti potrebbe essere rilevante al fine di identificare l'emergere di disagio e fornire interventi di prevenzione.
Violence against women is known to be a worldwide emerging issue. In fact, 1 in 3 women throughout the world experience physical violence and/or sexual violence by a partner (WHO, 2013). 2 million women in Italy deal with severe poverty (Istat, 2016) and 6 million deal with physical violence (Istat, 2015).All these factors may also influence parenting, the ability to promote and support physical, emotional, social, economic and intellectual development of a child (Bornstein M.H., 1991) Several studies show that specific characteristics of these experiences are associated with psychological consequences and how the severity and chronicity of suffered violent acts are linked with psychological distress, anxiety, depression, PTSD and other symptoms (Dutton, 1992; Ahlfs-Dunn SM, 2016). In the light of these considerations, it is evident the complexity of the operators’ work in specialized centers that make contact with people who live in these dramatic conditions.Aims of this research are therefore to evaluate the psychological impact of violence on needy women, on the parenting experience and on operators involved in human services. The study takes place at Centro San Fedele in Milan, an organization that have particular attention on social aspects and sanitary education, aimed at hosting, taking care and supporting people who need help. Two series of tests were created ad hoc,composed by a registry paper,General Health Questionnaire (GHQ-12), (Piccinelli et al., 1993); Clinical Outcomes in Routine Evaluation-Outcome Measure (CORE-OM), Parenting Stress Index (PSI-SF) (Guarino, 2008). The series of tests dedicated to operators was composed by a registry paper; Maslach Burnout Inventory (MBI) (Maslach & Jackson, 1981); Coping Inventory for Stressful Situations (CISS-2)(Endler & Parker, 1990), Balanced Emotional Empathy Scale (BEES).The sample is composed by 150 women (mean age: 44.92; s.d.=±13.93). 58,7% has been victim of any type of violence. People who have been victim of any type of violence reported significantly worse levels of Wellbeing (t=-2.13;p=.035), Symptoms (t=-2.36;p=.02), Functioning (t=-2.92;p=.004), Risk (t=-2.68;p=.008), Total Distress (t=-2.96;p=.004) than who didn’t report any type of violence. Furthermore victims of physical or psychological violence reported significantly worse levels of all the subscales of CORE-OM and worse levels of general health. The number of types of violence experienced was significantly correlated with Symptoms (r=.226;p<.01), Risk (r=.254;p<.01), Total Distress (r=.259;p<.01). The geographic origin didn’t significantly influence any variables investigated (p>.05). Out of 150 women 108 are mothers (mean age=39.90; s.d=± 11.35). Women who have been subject to violence have a greater impairment of their functioning (t(138)=-2,37;p=,02)and total CORE (t(138)=-2,16;p=,03). Victims of economic violence reported a greater level of parental distress, particularly connected with the managing of a child (PSI)(t(50)=-2,14; p=,038). The latter variable seems to be foretold by GHQ level with the effect of having a a partner as a moderator variable(F(3;47)=4,199;p=,0103). The sample of operators is composed instead by 22 volunteers (W=16; M=6; mean age=55,32; ds=16,65), who reported low levels of Emotional Exhaustion (m=11.71; s.d.=11.88) and moderate levels of Depersonalization (m=4.41; s. d.=4.39) and Personal Accomplishment (m=36.48;s.d.=6.98). Men and women did not differ significantly on levels of any subscales. Volunteers who has a direct contact with patients reported significantly higher levels of Emotional Exhaustion (t=2.235, p<.05) compared to others . According to different authors (Briere, 2004; Krantz&Garcia-Moreno, 2005; Krauss, 2006) work on these aspects could be relevant in order to identify the emergence of discomfort and provide preventive psychological interventions.
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ZECCA, LUISA. "I laboratori pedagogico-didattici nella formazioni iniziale degli insegnanti. Il caso di scienze della formazione primaria di Milano-Bicocca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/53436.

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Abstract:
La ricerca si compone di una parte teorica di ricognizione della letteratura sulla formazione iniziale degli insegnanti primari, e sui Laboratori Pedagogico-Didattici (LPD). La seconda parte è invece un’indagine naturalistica, che si ispira alla Grounded Theory e al metodo fenomenologico. Presso Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Milano-Bicocca sono state realizzate interviste semi-strutturate in profondità con docenti responsabili di 4 aree disciplinari (psico-pedagogica, scientifico-matematica, storico-geografica, motoria-artistica e musicale), 16 studenti laureandi o appena laureati e 8 insegnanti ex studenti. Obiettivi della ricerca sono verificare l’efficacia, già provata da precedenti studi, del metodo laboratoriale in ambito universitario e capirne in profondità le metodologie, evidenziando punti di forza e criticità. Criteri fondamentali dell’approccio sono: apprendere dalla propria esperienza e costruire e immaginare possibili ‘pratiche’ da sperimentare in classe. Le competenze attese sono: imparare a interrogarsi su di sé come persona e sulle proprie rappresentazioni d’infanzia, dell’insegnamento e apprendimento, imparare ad ascoltare e osservare, a problematizzare e a riflettere sull’esperienza. Gli studenti individuano due tipi di Laboratori: ‘teorici’ e ‘pratici’; i primi sono valutati ‘inutili’ e le teorie sono percepite come poco connesse alle pratiche. I secondi sono al contrario utili e corrispondono all’approccio proposto dai docenti responsabili. Fattore determinante per un laboratorio di qualità è il ruolo del conduttore. Il conduttore di qualità sa gestire situazioni di apprendimento esperienziale ed è in grado di tenere legate ‘teoria’ e ‘pratica’. Una criticità emerge durante il Tirocinio o all’inizio della vita professionale: la scuola ‘reale’ viene percepita come molto ‘distante’ da quella ‘ideale’. Nella scuola reale è poco praticata una didattica laboratoriale, in cui piccoli gruppi cooperativi imparano facendo ricerca. Questa discrasia invita a intraprendere nuove strade di ricerca sulla formazione dei conduttori di LPD e su dispositivi formativi che connettano le scuole e l’università.
The present research envisages a theoretical section that recognizes previous studies carried out on Primary Teacher Education and on on-campus laboratories (LPD pedagogical-didactical laboratories). The second section is empiric and relates to a naturalistic case-study, based both on the phenomenological method and on the Grounded Theory. The experience of Milano-Bicocca involved teachers from four curriculum areas (psycho-pedagogical, scientific-mathematical, historical-geographical, motor-artistic and musical), 16 graduating or newly graduated students and 8 former-student teachers, that have all been involved in broad semi-structured interviews. The aim of the research is to verify the effectiveness, already proved through different studies, of on-campus laboratories, and fully understand their methodology, highlighting strengths and weaknesses. Experiental Learning is used in the LPD (pedagogical-didactical laboratories) in order to comprehend curricular subject matters and a teaching method, to improve reflexivity and didactic based on social-constructivism. Core criteria of this approach are learning from one’s own experience, learning by doing and by reflecting on new pedagogical methodologies. The expertise to be gained is: learning to understand ourselves and our childhood representation, teaching and learning, listening and observing. Students have pointed out two types of laboratories: ‘theoretical’ and ‘practical’; the former are considered ‘useless’ because theories are not linked to practice; the latter are useful and reflect the teachers’ approach. In order to run a high quality laboratory the role of the person in charge is key. A skilled laboratory leader is capable of managing experimental learning situations and of linking ‘practice’ to ‘theory’. During apprenticeship or at the beginning of one’s professional career, a specific issue emerges: the actual real school is completely different from the ideal one. The real school seldom teaches through laboratory where small cooperating groups learn by researching. These issues open up new paths of research on LPD education leaders and on training devices aimed at better connecting schools and Universities.
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nobile, elena. "Teoria, base empirica, scoperta. per una epistemologia della ricerca in ambito educativo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423410.

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Abstract:
The main question of this research is whether it is possible - and if so, under what conditions - to carry out scientific research in the field of education. The first research step was a systematic and in-depth examination of Nineteenth-century epistemology. The aim of this study was to comprehend the key issues that have questioned the notion of science, the search of truth in science, scientific progress and contemporary scientific practice. Through this exploration, it was possible to examine how the aspects which make up what we call science, can help us to define the particular field of research in education. The first survey allowed the development of a set of diagnostic tools to assess the epistemic model that implicitly affects our understanding of scientific research in the field of education. In the third chapter, we assess whether the different ways in which the research in the education field (research on education/educational research; educational research-pedagogical research) are understood to generate cognitive progress. What emerges from this analysis is that the research is conceived as empirical research, so it doesn’t produce cognitive progress. Therefore, we reflect on the possibility to use lakatosian methodology in education field research. As a result, we propose a new set of methodological rules and a new function of the theoretic and empirical factors.
La questione principale attorno a cui ruota l'intera ricerca è la seguente: è pensabile e dunque praticabile e, se sì in che termini, la ricerca in ambito educativo come ricerca scientifica? A partire da questa questione, abbiamo ritenuto di fondamentale importanza un'incursione sistematica e in profondità nell'epistemologia del '900, al fine di poterci impossessare con rigore delle questioni cruciali, ovvero: la stessa nozione di scienza, il problema della ricerca della verità nella scienza, e dell’avanzamento conoscitivo . Grazie a questa esplorazione è stato possibile esaminare in che modo, gli aspetti costitutivi di ciò che chiamiamo scienza, possano aiutarci a delimitare una regione particolare di quel territorio, la ricerca scientifica ambito educativo. Questa prima indagine ci ha consentito di ricavare un insieme di strumenti diagnostici attraverso i quali compiere una valutazione epistemica dei documenti internazionali implicitamente assunti nel modo corrente di intendere la ricerca scientifica in ambito educativo. All'interno del terzo capitolo abbiamo cercato di comprendere se i diversi modi in cui viene intesa la ricerca in ambito educativo (research on education - educational research/ ricerca pedagogica - ricerca educativa), permettano di generare avanzamento conoscitivo. Da questa analisi è emerso che tale ricerca è principalmente concettualizzata come ricerca empirica e, conseguentemente, non genera progresso conoscitivo. A partire da questa constatazione è stato proposto l’innesto della ricerca in ambito educativo sulla metodologia dei programmi di ricerca lakatosiana. In questo modo è stato possibile ripensare ad una prima sistemazione delle regole metodologiche fondamentali e una revisione dell’impianto della ricerca assegnando una nuova funzione al fattore teorico e al fattore empirico.
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Saso, Monica. "Strumenti informatici, digitalizzazione e multimedialità per le fonti storiche e la ricerca nell'area umanistica." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/980.

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Abstract:
La rivoluzione digitale offre una straordinaria opportunità di condivisione della conoscenza, informazione e crescita culturale. Ha cambiato il modo di fare ricerca, non solo storica; è ormai un obiettivo essenziale per garantire la conservazione degli oggetti culturali, nel presente e per le generazioni future. La ricerca e la fruizione sono potenziate grazie all integrazione dei diversi media, alla comunicazione e alla diffusione attraverso internet, alle potenzialità delle cyberinfrastrutture, che garantiscono la condivisione dei materiali e la velocità d accesso. Attraverso l'analisi degli standard e delle pratiche della digitalizzazione e analizzando alcuni progetti di digitalizzazione e di realizzazione di prodotti multimediali, questo lavoro affronta il modo in cui l'informatica ha cambiato e continua a cambiare il lavoro dello storico e il modo di fare ricerca nell'area umanistica.
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BARBANTI, CAMILLA VIRGINIA. "Actor-Network Theory e ricerca educativa: il ruolo degli artefatti in una scuola steineriana." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170821.

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Abstract:
La ricerca si inserisce nell’ambito delle ricerche qualitative in educazione e si rifà in particolare agli studi che, a livello nazionale e internazionale, indagano il tema materialità nei processi educativi e formativi. Al centro delle analisi di tali studi sono gli elementi eterogenei che concorrono a creare materialmente e quotidianamente le esperienze educative. Per studiare le condizioni situate e materiali che producono e riproducono gli eventi educativi, si è fatto riferimento all’Actor-Network Theory (ANT). Tale approccio sociomateriale permette di tracciare come elementi umani e non-umani si assemblano, articolando e disarticolando le pratiche formative. Tali assemblaggi danno vita a reti attive nelle quali persone, regole, discorsi, artefatti si connettono in una relazione di reciprocazione. Nella prospettiva ANT ad essere capaci di agency (la capacità di modificare uno stato di cose) e ad influenzare la pratica educativa non sono solamente gli individui ma anche gli artefatti. L’ipotesi di fondo da cui muove la ricerca è che portare in primo piano gli aggregati sociomateriali che performano le pratiche educative permette di tracciare ciò che quotidianamente mette in scena l’azione educativa e di ripensare i processi formativi in un ottica non human centred. Si è svolta una ricerca sul campo facendo uno studio di caso (instrumental case study) presso una scuola Steineriana del Nord Italia. Attraverso un’osservazione etnografica si sono tracciate le interazione tra umano e non umano presenti nella scuola e ricostruite le reti a cui esse davano vita. Si sono poi integrati i dati dell’osservazione con delle interviste agli insegnanti chiedendo loro, coerentemente con l’approccio ANT, di raccontare ancorandosi agli oggetti. Attraverso la ricerca, si sono potute riscostruire alcune delle reti sociomateriali e dei significati agenti nella scuola. Si è visto come gli artefatti osservati influenzano le pratiche della scuola steineriana. L’ANT inoltre si è rivelato essere un approccio utile in ambito pedagogico poiché permette di indagare lo scarto tra il dichiarato e l’agito dell’azione formativa.
This research belongs to the field of qualitative inquiries in education. Specifically, it draws from national and international studies that investigate the role of materiality in educational processes. These studies focus on the heterogeneous elements that create the educational experience on a daily basis, with particularly attention to materiality. According to these studies the educational experience is something that emerges from a social and material organization. The educational process is viewed as an entanglement of temporality, spatiality, corporality, artifactuality and symbols. In order to study the situational and material elements that produce and replicate the educational event, the framework of reference is provided by the Actor-Network Theory (ANT). Such sociomaterial approach allows to trace how human and non-human elements assemble, thus entangling and dis-entangling the educational practices. These assemblages enact active networks in which people, rules, narratives, artifacts, and such are interconnected and exert influence on each other. From the ANT perspective, not only individuals, but also the artifacts themselves have agency and have an impact on the educational practice. The research hypothesis is that bringing to the forefront the sociomaterial assemblages in education allows to trace the enactment of every day educational practices and to re-think the educational processes in a non human-centred perspective. The research was an instrumental case study at a Waldorf School in northern Italy. Through an ethnographic observation, the interactions between human and non-human elements were identified, as well as the networks these elements generated. Data from such observation were integrated with teacher interviews asking them, consistently with ANT approach, to tell the experience starting with objects. Through this research, it was possible to identify some of the sociomaterial networks of the school and their attached meaning. It was observed that the selected artifacts had an impact on the school practices and modes of this impact were described. ANT also became a useful approach in this pedagogical inquiry since it allowed to reveal the discrepancy between the declared intention and the actions in the educational practice.
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Bittante, Claudio. "Leadership e middle management nella scuola per gli adulti. Una ricerca nelle istituzioni scolastiche del Veneto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422552.

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Abstract:
Lifelong learning it’s a crucial dimension in the “society of knowledge”, straticagelly recognised by the European Union. In all the countries, the prospect of lifelong learner concerns the education system in its whole, in particular the schools aimed at adults. In Italy, this sector is waiting for an organic reform and for a redefinition of the organizational and educational asset of CPIA(Provincial Centre of Education for Adults), expected by DM 25 October 2007, sees its legislative iter still in progress and waiting for the final approvement. The rearrangement of the system, in any case, cannot be detached from the headmaster and from the teachers figures called to operate in the schools for adults. The research introduced in this work focuses its attention on the role and on the functions of the leadership in the current view of EdA based schools of Veneto and in the full view of the reorganization of the order and the planning of the sector
Il lifelong learning è una dimensione cruciale nella “società della conoscenza”, riconosciuta come strategica dalla stessa Unione Europea. In tutti i Paesi, la prospettiva del lifelong learner interessa i sistemi di istruzione nel loro complesso, ma in modo particolare le scuole specificamente rivolte alla formazione degli adulti. In Italia, questo settore attende un’organica riforma e la ridefinizione dell’assetto organizzativo e didattico dei CPIA, previsti dal DM 25 ottobre 2007, vede il suo iter legislativo ancora in corso e in attesa dell’approvazione definitiva. Il riordino del sistema, in ogni caso, non potrà prescindere dalle figure dei dirigenti e degli insegnanti chiamati ad operare nelle scuole per gli adulti. La ricerca presentata in questo lavoro focalizza la sua attenzione sul ruolo e sulle funzioni della leadership nell’attuale panorama delle scuole sedi EdA del Veneto e in vista del riassetto ordinamentale e organizzativo del settore
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ARIOLI, ANTONELLA. "Disagio esistenziale e ricerca di senso in adolescenza: prospettive pedagogiche e orientamenti educativi alla luce del pensiero di Vicktor E. Frankl." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1030.

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Abstract:
La ricerca propone una lettura pedagogica del disagio esistenziale degli adolescenti: un fenomeno che assume toni sempre più allarmanti nella nostra società. In riferimento ai consueti modelli interpretativi, di carattere psichiatrico, psicologico e sociologico, si avanza l’ipotesi che la frustrazione dell’inalienabile motivazione umana di trovare un senso nella vita possa costituire la matrice comune alle molteplici forme in cui si esprime il malessere giovanile: il bullismo, la demotivazione, il disorientamento, l’apatia, l’aggressività e la tossicodipendenza. Tale insoddisfazione esistenziale non può non chiamare in causa l’educazione e la modalità, specificatamente pedagogica, di rispondere al disagio facendo leva sull’educabilità e sulle risorse potenziali dei soggetti in formazione, al di là sia degli elementi patologici che dei bisogni da soddisfare. Così, alla luce dell’Analisi Esistenziale di Viktor E. Frankl, che funge da quadro teorico di riferimento lungo l’intero percorso di studio, si delineano i contorni della dimensione esistenziale del disagio degli adolescenti, nonché i fondamenti di un’antropologia pedagogica capace di legittimare le esigenze di significato della persona. La ricerca si conclude con la proposta di alcuni lineamenti metodologici utili per declinare la finalità generale dell’«affinamento della coscienza», cuore di un’educazione autenticamente orientata alla ricerca di senso.
The research suggests a pedagogic reading about adolescents’ existential disease: a phenomenon which assumes more and more alarming appearances in our society. Referring to usual interpretative psychiatric, psychological and sociological models, we express the hypothesis that the frustration of the inalienable human motivation of giving sense to life could be the common matrix of the various forms of youth disease: bullying, unconcern, disorientation, apathy, aggressiveness and addiction. This existential dissatisfaction involves education and the pedagogic way to give an answer to uneasiness through educability and potential resources of the growing subjects, beyond pathological elements and needs to be fulfilled. So, considering Viktor E. Frankl Existential Analysis, which is the theoretic background of this research, the borders of the existential dimension of the adolescents' discomfort reveal themselves, together with the foundation of a pedagogic anthropology able to legitimate the human being’s needs of meaning. The research ends with a proposal of some methodological features, useful to explain the general aim of the “conscience refinement”, heart of genuine search of meaning oriented education.
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Errani, Francesco <1973&gt. "La Città Inclusiva. Educazione, democrazia e giustizia sociale: la ricerca di una prospettiva e di strategie che promuovano umanizzazione e inclusione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7032/1/Francesco_Errani_tesi.pdf.

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Abstract:
L'interrogativo da cui nasce la ricerca riguarda la possibilità di individuare, in controtendenza con la logica neoliberista, strategie per l'affermarsi di una cultura dello sviluppo che sia sostenibile per l'ambiente e rispettosa della dignità delle persone, in grado di valorizzarne le differenze e di farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare nel corso della propria esistenza. Centrale è il tema del lavoro, aspetto decisivo delle condizioni di appartenenza sociale e di valorizzazione delle risorse umane. Vengono richiamati studi sulla realtà in cui siamo immersi, caratterizzata dal pensiero liberista diventato negli ultimi decenni dominante su scala globale e che ha comportato una concezione delle relazioni sociali basata su di una competitività esasperata e sull’esclusione di chi non sta al passo con le leggi di mercato: le conseguenze drammatiche dell'imbroglio liberista; la riduzione delle persone a consumatori; la fuga dalla comunità ed il rifugio in identità separate; il tempo del rischio, della paura e della separazione fra etica e affari. E gli studi che, in controtendenza, introducono a prospettive di ricerca di uno sviluppo inclusivo e umanizzante: le prospettive della decrescita, del business sociale, di una via cristiana verso un'economia giusta, della valorizzazione delle capacità delle risorse umane. Vengono poi indagati i collegamenti con le esperienze attive nel territorio della città di Bologna che promuovono, attraverso la collaborazione fra istituzioni, organizzazioni intermedie e cittadini, occasioni di un welfare comunitario che sviluppa competenze e diritti insieme a responsabilità: l'introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici per la realizzazione professionale delle persone svantaggiate; la promozione della responsabilità sociale d'impresa per l'inclusione socio-lavorativa; la valorizzazione delle risorse delle persone che vivono un’esperienza carceraria. Si tratta di esperienze ancora limitate, ma possono costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile, che convenga a tutti, compatibile con i limiti ambientali e umanizzante.
This research came from the issue of how to identify suitable strategies for the affirmation of a development culture sustainable for the environment and respectful of a person's dignity, strategies that are in contrast with neoliberal logic and instead are able to value differences and take charge of the problems people face during their lives. The central theme is work, an aspect that is decisive for the conditions of social belonging and the value of human resources. This research takes into account the studies about the reality we are immersed in, a reality characterized by the liberal thought dominant at a global scale in recent decades leading to a conception of social relationships based on an exasperated competitiveness and exclusion of anyone not in line with the laws of the market: the dramatic consequences of the liberal swindle; reducing people to consumers; the escape from the community and refuge in separate identities; the era of risk, fear and separation between ethics and business. In contrast, this research also takes into account studies from a research prospective that introduce an inclusive and humanizing development: the prospects of decline; social business; a Christian path towards a just economy; the promotion of the capacity of human resources. This research then examines the connections with the ongoing experiences in the territory of Bologna that promote opportunities for a community welfare through a collaboration between institutions, intermediary organizations and citizens: the introduction of social clauses in public contracts for the professional fulfilment of the disadvantaged; the promotion of corporate social responsibility for social-labour inclusion; the resource value of people living through a prison experience. Although these are limited experiences, they can constitute a cultural and operative reference point for a possible developmental model that can suit everyone and remain compatible with humanizing and environmental limits.
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Errani, Francesco <1973&gt. "La Città Inclusiva. Educazione, democrazia e giustizia sociale: la ricerca di una prospettiva e di strategie che promuovano umanizzazione e inclusione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7032/.

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Abstract:
L'interrogativo da cui nasce la ricerca riguarda la possibilità di individuare, in controtendenza con la logica neoliberista, strategie per l'affermarsi di una cultura dello sviluppo che sia sostenibile per l'ambiente e rispettosa della dignità delle persone, in grado di valorizzarne le differenze e di farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare nel corso della propria esistenza. Centrale è il tema del lavoro, aspetto decisivo delle condizioni di appartenenza sociale e di valorizzazione delle risorse umane. Vengono richiamati studi sulla realtà in cui siamo immersi, caratterizzata dal pensiero liberista diventato negli ultimi decenni dominante su scala globale e che ha comportato una concezione delle relazioni sociali basata su di una competitività esasperata e sull’esclusione di chi non sta al passo con le leggi di mercato: le conseguenze drammatiche dell'imbroglio liberista; la riduzione delle persone a consumatori; la fuga dalla comunità ed il rifugio in identità separate; il tempo del rischio, della paura e della separazione fra etica e affari. E gli studi che, in controtendenza, introducono a prospettive di ricerca di uno sviluppo inclusivo e umanizzante: le prospettive della decrescita, del business sociale, di una via cristiana verso un'economia giusta, della valorizzazione delle capacità delle risorse umane. Vengono poi indagati i collegamenti con le esperienze attive nel territorio della città di Bologna che promuovono, attraverso la collaborazione fra istituzioni, organizzazioni intermedie e cittadini, occasioni di un welfare comunitario che sviluppa competenze e diritti insieme a responsabilità: l'introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici per la realizzazione professionale delle persone svantaggiate; la promozione della responsabilità sociale d'impresa per l'inclusione socio-lavorativa; la valorizzazione delle risorse delle persone che vivono un’esperienza carceraria. Si tratta di esperienze ancora limitate, ma possono costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile, che convenga a tutti, compatibile con i limiti ambientali e umanizzante.
This research came from the issue of how to identify suitable strategies for the affirmation of a development culture sustainable for the environment and respectful of a person's dignity, strategies that are in contrast with neoliberal logic and instead are able to value differences and take charge of the problems people face during their lives. The central theme is work, an aspect that is decisive for the conditions of social belonging and the value of human resources. This research takes into account the studies about the reality we are immersed in, a reality characterized by the liberal thought dominant at a global scale in recent decades leading to a conception of social relationships based on an exasperated competitiveness and exclusion of anyone not in line with the laws of the market: the dramatic consequences of the liberal swindle; reducing people to consumers; the escape from the community and refuge in separate identities; the era of risk, fear and separation between ethics and business. In contrast, this research also takes into account studies from a research prospective that introduce an inclusive and humanizing development: the prospects of decline; social business; a Christian path towards a just economy; the promotion of the capacity of human resources. This research then examines the connections with the ongoing experiences in the territory of Bologna that promote opportunities for a community welfare through a collaboration between institutions, intermediary organizations and citizens: the introduction of social clauses in public contracts for the professional fulfilment of the disadvantaged; the promotion of corporate social responsibility for social-labour inclusion; the resource value of people living through a prison experience. Although these are limited experiences, they can constitute a cultural and operative reference point for a possible developmental model that can suit everyone and remain compatible with humanizing and environmental limits.
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Ursella, Laura <1963&gt. "Intercultura, progetto sociale: responsabilità, sfide e impegni nei Servizi alla persona. Linee di ricerca nei Servizi pubblici della città di Udine." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17350.

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Abstract:
Nell'ambito dei Servizi pubblici, i professionisti sociali e sanitari si interfacciano quotidianamente con i bisogni, le esigenze, le difficoltà, le complessità, ma anche con le risorse e le potenzialità delle comunità con cui operano. Dal loro osservatorio, essi incrociano ed assistono ai cambiamenti socio-demografici, politici ed economici in atto nelle società e negli Stati, e sono chiamati a rendere operativo il sistema di welfare che lo Stato nazione definisce in un determinato momento storico, traducendolo in azioni a favore della collettività o dei singoli individui che ne facciano richiesta. Nelle ultime decadi fenomeni quali la globalizzazione e le politiche neoliberali hanno portato a trasformazioni più rapide e pervasive che in passato, e gli operatori dei Servizi pubblici hanno dovuto affrontare i cambiamenti rivedendo e aggiornando le pratiche professionali; uno di questi cambiamenti riguarda l'approccio alle persone straniere o appartenenti a minoranze culturali, che portano una molteplicità di visioni, prospettive, punti di vista con cui gli operatori devono inevitabilmente interagire. Ma gli operatori dei Servizi socio-sanitari sono preparati ad affrontare questa nuova realtà? E quali sono le pratiche che mettono in atto nel gestire quotidianamente la relazione con un'"alterità" portatrice - in genere - di grandi complessità? Questa tesi ha affrontato tali interrogativi attraverso un'analisi delle pratiche professionali in atto presso i Servizi sociali e socio-sanitari pubblici della città di Udine, effettuando interviste in Focus Group agli operatori e individualmente ad alcune persone immigrate o di minoranza culturale; i risultati della ricerca sono stati successivamente confrontati con uno specifico modello di "approccio interculturale", che ha fornito un possibile percorso nell'affrontare la complessità degli attuali fruitori dei Servizi.
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LUCCHESINI, FEDERICA. "Immagini del cambiamento: una ricerca-formazione sulle immagini della preadolescenza nella sua scuola." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77217.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca presentato ricostruisce l’apprendimento e la messa in opera di una metodologia di ricerca educativa situata, dialogica, interpretativa, relazionale, partecipativa in istituzione. La motivazione iniziale si riconduce alla constatazione dell’urgenza di un cambiamento nell’assetto istituzionale della scuola “media”. Innanzitutto si è voluta collegare tale questione pedagogica all’individuazione di una metodologia di ricerca educativa idiografica, situata e partecipativa che consentisse una rielaborazione critica della propria esperienza da parte di coloro che praticamente lavorano come educatori e formatori nella scuola. L’incontro con il pensiero e l’epistemologia pedagogica, critica e radicale, di Riccardo Massa e soprattutto con il suo libro Cambiare la scuola ha permesso di riconoscere nella proposta della Clinica della formazione un approccio alla ricerca situata in istituzione che unisse il rigore metodologico al rispetto delle istanze pedagogiche e politiche del cambiamento. Riconoscere il nesso tra come si pensa la scuola e come se ne parla; pensare la scuola come dispositivo pedagogico; interrogare le rappresentazioni delle docenti e le loro latenze attraverso un lavoro sul setting e il linguaggio sono possibilità offerte dalla proposta di ricerca e formazione messa a punto da Riccardo Massa e dalla sua scuola. Nella Parte I del lavoro si dà conto di un primo attraversamento di alcuni testi di Massa e della comprensione di concetti quali: competenza pedagogica; dispositivo pedagogico; materialità educativa; setting e mediazione pedagogica. La scuola media è sempre stata definita “scuola del preadolescente”: sulle immagini che si hanno del soggetto educativo in questa età della vita (sue qualità, possibilità, desideri e bisogni ) si è deciso di fare ricerca con un gruppo di docenti. Nella Parte II del lavoro si descrive il percorso di apprendimento e di comprensione della proposta di ricerca e di formazione che è stata messa a punto sotto il nome di Clinica della formazione nel corso degli anni Novanta. Contemporaneamente si illustra come si è pensato di declinare la proposta clinica nello specifico contesto e situazione di ricerca. Si descrivono la messa a punto del congegno euristico e la progettazione dell’allestimento del setting. Viene dato conto del quadro di riferimenti multidisciplinari contro il quale la ricercatrice ha potuto pensare gli oggetti di ricerca: le rappresentazioni delle docenti; l’età della vita detta preadolescenza; il grado di scuola specificatamente dedicato a essa. Il lavoro di tesi è sotterraneamente percorso da una rete di rimandi analogici tra due temi. La prima questione epistemologica è quella delle latenze delle rappresentazioni e la loro interrogazione in un’attività (auto)riflessiva interattiva e sociale. La seconda questione pedagogica è quella del discorso sulla preadolescenza come area della risignificazione: tempo in cui sarebbe (im)possibile rigiocarsi e ri-conoscere i termini delle proprie differenze e predeterminazioni sia individuali che sociali. Dunque scuola media come scuola di tutti, scuola della cittadinanza attiva in quanto luogo dell’elaborazione culturale delle differenze. Nella Parte III della tesi si racconta infine l’esperienza di ricerca sul campo. Dopo la preparazione, illustrata nelle parti I e II, si narra lo svolgimento della ricerca-formazione in una determinata scuola e con un determinato gruppo di docenti: la pratica trova nel racconto la sua teoria. Nel resoconto sono centrali sia il tema dell’interrogazione ermeneutica dei testi prodotti e usati nelle ricerche idiografiche sia il tema del riconoscimento delle immagini e delle nominazioni di questi riconoscimenti. Il lavoro presentato è in definitiva soprattutto il racconto di un apprendistato ai metodi della ricerca educativa di taglio clinico, sulla scorta di un’urgenza concreta di natura pedagogica.
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Maiorca, Elisa. "Dalla pratica militante allo slancio profetico. Aldo Capitini e la pedagogia della tramutazione in un contesto di ricerca teorico e di prassi operativa." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/201.

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Abstract:
Il lavoro nella prima parte ricostruisce il pensiero pedagogico, politico e religioso di Aldo Capitini; analizza la sua personalita' all'interno del contesto storico in cui visse e del dibattito culturale del suo tempo. Aldo Capitini fu un intellettuale della pace e della nonviolenza; il suo messaggio e' estremamente attuale e vivo in un mondo ancora ricco di conflitti e di guerre. Capitini fu un pensatore scomodo e isolato, fondamentalmente anarchico; fu ispirato anche da una profonda religiosita', da alti principi etici, dal bisogno di ricercare la giustizia, il bene e la verita' per tutti. Il suo pensiero si fonda sul dialogo e sullâ incontro in nome di un totale rispetto della dignita' dell'altro uomo. Per Capitini lâ educatore deve ricercare l'altro e saper ritrovare in lui la piu' compiuta umanita'. Pertanto Capitini si colloca nel dibattito mondiale del pensiero pacifista. Egli non fu soltanto un filosofo, un uomo spirituale, ma ha fornito, anche a noi contemporanei, indicazioni su come fare educazione e su chi e' il vero educatore nonviolento. Il suo messaggio e' originale, perche' ricco di stimoli etici, politici, religiosi, pedagogici. In Capitini teoria e pratica dell'educare si intrecciano per diventare pedagogia democratica e azione concreta in funzione della cooperazione, della solidarieta' e percio' puo' essere considerato come un modello per operare sul territorio con adolescenti a rischio e per costruire una societa' veramente democratica ed aperta al cambiamento.
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VITALE, ALESSIA. "Trasformazioni sensibili. Una ricerca - formazione sulle rappresentazioni in due servizi educativi per la famiglia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23554.

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Abstract:
The inquiry was carried out starting from the following question: what are the reciprocal representations that are generated and interchanged between practitioners and families in educational family-care services? This question arose from a premise that the existence of a connection between the ideas/images of both practitioners and families and their actions inside the services. Moreover, we considered the possibility to generate reflexivity about the practices and possibly transformations in the services while studying the world of ideas. In the fist part of my thesis, I focused on the epistemological premises of the research. I have chosen as a framework the ecological paradigm and the social constructivist perspective. I discussed the state-of-the-art of the family pedagogy and I defined the term "representation". I treated the term representation in its sensitive dimension, I focused on the way the senses build the ideas and knowledge. In the second part of my dissertation, I presented the research I carried out in two different services dealing with family issues. In these services, I carried out a it recherche-formation involving both practitioners and families. I used as a methodological model the so called "Spiral of knowledge" and I analysed the materials produced during the meetings together with the other researchers involved. The materials have been analysed in the framework of a model inspired by the "Spiral of knowledge". At the end of the research, we organised a meeting with all practitioners and families to discuss about the research. The third part of the thesis outlines the two main lines of reflection I followed in my dissertation. The first one concerns the representation of the services generated by the subjects: services appeared as "liquid places". The second line concerns the reflection on the transformative aspects related to the research methodological and theoretical basis.
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