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1

Tullia, Magrini, ed. Uomini e suoni: Prospettive antropologiche nella ricerca musicale. Bologna: CLUEB, 1995.

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2

Vitali, Maurizio. Alla ricerca di un suono condiviso: L'improvvisazione musicale tra educazione e formazione. Milano: F. Angeli, 2004.

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3

Scaldaferri, Nicola. Musica nel laboratorio elettroacustico: Lo Studio di fonologia di Milano e la ricerca musicale negli anni Cinquanta. Lucca: Libreria musicale italiana, 1997.

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4

Leprino, Francesco. La musica dal vivo nel territorio regionale lombardo: Note problematiche, dati, statistiche, considerazioni critiche, intorno a un'esperienza di ricerca, nel triennio 1987/1989, sulla produzione musicale in Lombardia. Milano: Unicopli, 1991.

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5

1963-, Arbo Alessandro, Corale goriziana "C.A. Seghizzi."., and Convegno sul canto corale. (17th : 1986 : Gorizia, Italy), eds. La Lettura musicale fra tradizione, ricerca sperimentale, utopia e operatività didattica: Atti e documentazioni : XVII Convegno europeo promosso e organizzato dall'Associazione corale "C.A. Seghizzi", Gorizia, Sala congressi, settembre 1986. Gorizia: Grafica Goriziana, 1988.

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6

Bartolomei, Girolamo. Didascalia cioè dottrina comica libri tre (1658-1661). Edited by Sandro Piazzesi. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-490-9.

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Abstract:
La composizione di azioni con soggetti sacri e profani e il riutilizzo di fabulae antiche, declinate secondo il principio dell’utilità morale dei temi trattati, caratterizza la ricerca letteraria di Girolamo Bartolommei che si cimentò nelle forme della scrittura lirica, epica, drammaturgica e musicale, richiamando ‘i benigni lettori’ delle sue opere alla funzione etica e sociale della poesia. La sua Didascalia cioè dottrina comica (stampata a Firenze nel 1658 e ristampata nel 1661), di cui presentiamo l’edizione critica, si rende interessante per la peculiarità della proposta teorica, riconducibile alle ragioni del teatro d’accademia, tesa a dimostrare ai giovani letterati, procedendo da questioni di poetica generale fino agli ‘abbozzi di commedie di mezzo’ da lui stesso composti, come solo l’ ‘onestà’ e il decoro di una ‘ben ordinata commedia’ potessero risollevare le sorti dell’arte comica dal degrado in cui era caduta.
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7

J, Tafuri, and McPherson Gary, eds. Orientamenti per la didattica strumentale dalla ricerca all'insegnamento. Lucca: Libreria musicale italiana, 2007.

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8

Radole, Giuseppe. Ricerche sulla vita musicale a Trieste, 1750-1950. Trieste: Edizioni "Italo Svevo", 1988.

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9

Teresa, Camellini, ed. Prove e saggi sui saperi musicali: Ricercare per insegnare. Pisa: ETS, 2003.

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10

Dolfi, Anna, ed. «Per amor di poesia (o di versi)». Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-767-2.

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Abstract:
Giorgio Caproni è sicuramente tra i poeti più amati del nostro Novecento. Anna Dolfi ha intercettato questa diffusa passione per coinvolgere in nuove ricerche non solo noti capronisti ma anche giovani ricercatori. Il risultato è un libro di notevole ricchezza che, assieme a una visione complessiva, propone una serie di approfondimenti ermeneutici su temi fi nora meno battuti (la memoria, i bestiari…) accostando nuove letture di testi esemplari a documenti inediti, a riflessioni sulla lingua, la poetica, le suggestioni musicali, pittoriche, mitiche, senza scordare la caproniana attività di traduzione, auto commento ed impegno civile. Una funzionale suddivisione del libro in Percorsi e attraversamenti, Letture (e immediati dintorni), Risultanze tra/dalle carte d’archivio esalta la diversità delle off erte critiche e dei serrati confronti, dei sondaggi ed esperimenti di commento, di explication de texte, e mette in rilievo la grande perizia tecnica e l’estrema profondità lirica di un autore che, tra cantabilità e dissonanze, arpeggi e apostrofi , cabalette e cadenze, svolazzi e dilazioni, vocalizzi e versicoli, riprese e congedi, loquacità e afasia, ha saputo interpretare la contraddittoria ricerca, le domande, i timori, le colpe, le ferite insanabili del nostro tempo.
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11

Balboni, Paolo. Sillabo di riferimento per l’insegnamento dell’italiano della musica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-270-3.

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Abstract:
Nel 2015 il Ministero degli Esteri dedicò l’anno alla riflessione mondiale sul rapporto tra lingua italiana e musica. La prima cosa che emerse, passando dai ‘proclami’ sull’importanza dell’italiano della musica alla progettazione di linguistica educazionale, fu l’assenza di una visione sistemica e scientifica del concetto di ‘italiano della musica’ e del suo insegnamento. La Società Dante Alighieri e i Laboratori Itals e LabCom di Ca’ Foscari hanno avviato un approfondimento su questo tema: il risultato della ricerca, affidata a Paolo E. Balboni, è questo sillabo di italiano per strumentisti, cantanti d’opera, direttori, compositori e musicologi, con ampie differenziazioni tra questi diversi gruppi. Il sillabo è gratuitamente a disposizione di autori di manuali, di insegnanti, di enti certificatori e formatori.
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12

L'antico organo di Tribiano: Ricerche, studi e approfondimenti sulla storia e il restauro : dai fratelli Chiesa ad Angelo Cavalli. Guastalla: Associazione "Giuseppe Serassi,", 2015.

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13

Musica italiana nella Germania del Seicento: I ricercari dell'intavolatura d'organo tedesca di Torino / Candida Felici. Firenze: L.S. Olschki, 2005.

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14

Giovani, Giulia. Fonti musicali senesi: Storie, prassi e prospettive di ricerca : atti della giornata di studi, Siena, Complesso museale di Santa Maria della Scala, 17 ottobre 2016. Siena: Accademia senese degli Intronati, 2018.

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15

Per una storia dei popoli senza note: Atti dell'atelier del Dottorato di ricerca in musicologia e beni musicali (F. A. Gallo), Ravenna, 15-17 ottobre 2007. Bologna: CLUEB, 2010.

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16

Dolfi, Anna, ed. Stabat mater. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-688-0.

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Abstract:
Lo stabat mater, come pochi altri oggetti della tematologia, vede una stessa postura tradursi in linguaggi diversi, registra il modificarsi e il persistere di una gestualità che dà voce all’inaccettabilità della perdita e alla durata immobile del dolore. Dalle mères en deuil dell’antichità classica al venir meno di Maria ai piedi delle crocifissioni che hanno scandito la storia dell’arte, da Jacopone da Todi, dal Giotto degli Scrovegni ad oggi, rilievi in pietra e in marmo, pannelli lignei, affreschi, vetrate, incisioni, tempere, olii, manoscritti, scrittura, accanto alle note di Palestrina, Vivaldi, Scarlatti, Pergolesi, Boccherini, Rossini…, hanno riproposto la figura della madre dolente. In questo libro si è cercato di registrare le costanze e le alterazioni del topos, sottolineando le differenze che esistono tra espressioni verbali, musicali, visive in relazione al mutamento dei tempi, al rovesciamento del ruolo. Se la narrativa, soprattutto italiana, è presente con Manzoni, Fogazzaro, D’Annunzio, Gadda, Vittorini, Pavese, Dessí, la Morante, Calvino…; la poesia con Gatto, Jaccottet, la Szymborska, la Merini, Yves Bichet…, quanto intriga, in questo complesso volume ideato e curato da Anna Dolfi , è il tentativo di muoversi su terreni quasi di confine, facendo parlare il cinema (Pasolini), l’architettura, facendo interagire la musica con la letteratura e i libretti d’opera, intrecciando colonne sonore con film di successo, dando modelli figurativi alla fotografi a (con gli scatti di Letizia Battaglia). Testi poetici di De Signoribus e Vegliante, per l’occasione ricondotti al tema, sigillano una ricerca che si interroga su modelli e tipologie, mostrando anche l’esistenza di un ulteriore recente rovesciamento, quello, inedito, che vuole che sia la pietas del figlio a posare accanto alla madre.
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17

Curinga, Luisa, and Marco Rapetti, eds. Skrjabin e il Suono-Luce. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-807-5.

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Abstract:
Skrjabin, figura eccentrica nel panorama musicale di inizio secolo, ha spesso suscitato tanto i più accesi entusiasmi quanto le critiche più feroci. Importanti ricerche effettuate negli ultimi decenni in Italia e all’estero hanno tuttavia condotto a una visione più equilibrata dell’uomo e della sua opera. I contributi ospitati nel presente volume provengono in buona parte dal convegno Svetozvuk, il ‘Suono-Luce’ (Conservatorio Cherubini di Firenze, 2015), e intendono apportare un tassello significativo agli studi skrjabiniani affrontando tematiche diverse e complementari. Lo sfaccettato caleidoscopio che ne risulta mette in luce il ruolo chiave di Skrjabin nel Novecento, non solo in quanto precursore della multimedialità, ma soprattutto come creatore di un linguaggio originalissimo destinato a influenzare generazioni di musicisti di differente formazione.
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18

Coppi, Antonella. REMUS: Reggio Emilia musica Università scuola studi e ricerche sulla formazione musicale: Atti e documenti del III e IV convegno-concerto, anni 2006-2007. Perugia: Morlacchi, 2009.

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19

Leydi : con la collabora, Roberto., ed. Canti tradizionali e tradizioni liturgiche: Ricerche e studi sulle tradizioni musicali ebraiche e sui loro rapporti con il canto cristiano : 1954-1971. Lucca: Libreria musicale italiana, 2002.

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20

1928-, Leydi Roberto, and Baroffio Giacomo, eds. Canti tradizionali e tradizioni liturgiche: Ricerche e studi sulle tradizioni musicali ebraiche e sui loro rapporti con il canto cristiano : 1954-1971. Lucca: Libreria musicale italiana, 2002.

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21

Ricerca sulle fonti musicali in Italia e il ruolo dell'associazionismo regionale, stato attuale e prospettive future (Conference) (2018 Tropea, Italy). La ricerca sulle fonti musicali in Italia e il ruolo dell'associazionismo regionale: Stato attuale e prospettive future : atti del convegno di studi, Capo Vaticano-Tropea (VV), 6-7 ottobre 2018. Vibo Valentia: Istituto di bibliografia musicale calabrese, 2021.

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1953-, Wright Peter, Trento (Italy : Province). Servizio beni librari e archivistici., and Biblioteca musicale L. Feininger, eds. I codici musicali trentini: Nuove scoperte e nuovi orientamenti della ricerca : atti del convegno internazionale The Trent codices, new findings and new directions : Trento, Castello del Buonconsiglio, 24 settembre 1994. [Trento]: Provincia autonoma di Trento, Servizi[o] beni librari e archivistici, 1996.

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23

Caproni, Giorgio. Il mondo ha bisogno dei poeti. Edited by Melissa Rota. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-677-0.

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Abstract:
Intrigante e apparentemente facile, l’intervista può a volte essere generatrice di stress. In ogni caso è quello che pensava Caproni, che però era anche convinto che solo nel rapporto con il lettore la poesia potesse trovare il “suo reale valore” e la sua possibilità di esistenza. Per questo, piegandosi con garbo e ritrosia alle domande, accettò negli anni di guidare i suoi interlocutori nel mondo misterioso e inafferrabile dell’arte, là dove si producono idee e emozioni con la sola “musica delle parole”. Per aiutarci ad afferrarla, quella imprendibile musica, in questo libro struggente ed ironico, ci parla delle dimore vitali (Genova, Livorno), delle figure lariche, delle passioni giovanili, delle ferite immedicate (Olga, la guerra), del bisogno di scrivere, tradurre, conoscere, e della proustiana introiezione del passato sulla “carta velina della memoria”. Per oltre centoquaranta volte (tanti sono i pezzi ricostruiti e riuniti adesso per la prima volta grazie al prezioso e accurato lavoro di ricerca di Melissa Rota) le interviste restituiscono – come sottolinea Anna Dolfi nella bella introduzione – al di fuori di ogni retorica e gigantografia, le grain de la voix , le grain de la vie di un intellettuale ‘eretico’, libero nelle scelte e nella determinazione del proprio destino. Sì che una sottile malia ci guida nel seguire su queste pagine troppo a lungo dimenticate i segni di una vocazione, e il ‘tremore’ che, stroncando una carriera, lasciò gli scatti nervosi del violinista all’inconfondibile piglio dei versi a venire.
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Dalmati, Margherita. Lettere agli amici fiorentini. Edited by Sara Moran. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-634-7.

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Abstract:
Il fortunato ritrovamento ad Atene degli epistolari di Luzi, Traverso e Macrí a Margherita Dalmati ha consentito di completare con quelle dei corrispondenti le lettere della poetessa e clavicembalista greca conservate negli archivi di Firenze ed Urbino. I 341 pezzi disponibili grazie alle ricerche di Sara Moran permettono di ricostruire i suoi contatti con i grandi protagonisti della Firenze letteraria del dopoguerra, mostrandone i legami anche con l’ambiente romano e milanese. Negli anni del «disgelo» la corrispondenza ci parla della militanza della Dalmati nella lotta per l’indipendenza di Cipro, dell’amicizia con Cristina Campo, delle traduzioni in neo-greco della poesia di Luzi. A scandire gli anni 60 e 70 è invece la sua promozione della poesia italiana in Grecia e di quella greca in Italia tramite la collaborazione a riviste e la traduzione per Einaudi, assieme a Nelo Risi, delle poesie di Kavafi s. Le lettere, tenere, divertenti, ironiche e affettuose, delle quattro voci coinvolte nel libro illuminano momenti importanti non solo della cultura del secondo Novecento ma della vita dei singoli protagonisti, mentre al centro e intorno a tutti si muove, con voce cantante e musicale, un’incantevole figura di donna di cui finora si conosceva poco più del nome.
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Dolfi, Anna, ed. Biblioteche reali, biblioteche immaginarie. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-865-1.

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Abstract:
In uno degli scritti teorici di Calvino troviamo la suggestiva e borgesiana proposta della biblioteca non solo come raccolta di opere, ma come sistema incrociato di combinazioni. La stessa letteratura altro non sarebbe che una biblioteca continuamente soggetta a mutamenti tesi a scalzare gli autori canonici per fare emergere gli apocrifi . Giacché, se la letteratura nasce e si nutre di desiderio, non può accontentarsi del dato, ma proiettarsi nel luogo di quello che non c’è, o che, se anche c’è, è nascosto, ancora invisibile e lontano. Le biblioteche allora non solo sono infinite, ma cambiano il senso di un libro a seconda della sezione in cui lo dispongono, della collocazione, delle modalità di consultazione e utilizzo, del modo di giocare gli spazi, di aprire/chiudere alla luce, all’ombra (in grattacieli, in sotterranei), facendo della biblioteca un luogo dove libri e lettori interagiscono in spazi talvolta mitici. Raccolta come sono, le biblioteche, per interposto racconto, non solo dei libri sopravvissuti alle catastrofi della storia, ma di quelli bruciati, perduti, inventati, che, per il solo fatto di essere stati almeno una volta scritti o pensati, hanno lasciato traccia. In questo libro, di grande ricchezza e suggestione, ideato e curato da Anna Dolfi , si riflette, con esemplificazioni dalla grande letteratura moderna, sul rapporto tra ombre di carta e di celluloide, tra inconturnables e marginalia, alla ricerca dei libri dentro le biblioteche e delle biblioteche dentro i libri. Sullo sfondo la musica, la geniale recitazione di Carmelo Bene, le strisce dei graphic, i progetti architettonici, gli schermi dei computer, e le pagine di un romanzo incompiuto di Giuseppe Dessí che parla di una biblioteca murata e di una cascata di libri all’origine di un immaginario romanzesco.
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La lettura musicale fra tradizione, ricerca sperimentale, Utopia e operatività didattica: XVII Convegno Europeo, promosso e organizzato dall 'associazione Corale Goriziana "C.A. Seghizzi". Gorizia: Sala Congressi (Espomego), 1986.

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Ameri, Giacomo. Ricetta Musicale: Scherzo Poetica in Sesta Rima. HardPress, 2020.

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Elena, Ferrari Barassi, Fracassi Marco, Gregori Gianpaolo, and Ente triennale internazionale degli strumenti ad arco., eds. Strumenti, musica e ricerca: Atti del convegno internazionale, Cremona, 28-29 ottobre 1994. Cremona: Ente triennale internazionale degli strumenti ad arco, 2000.

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29

Bach, Johann Sebastian. Ricercar a 6 for Two Keyboards: From the Musical Offering (Early Keyboard Series). P R B Productions, 1995.

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30

Chiese E Musica a Lucca : Dalle Dotazioni Rinascimentali Alle Soppressioni Napoleoniche: Una Ricerca Documentaria. Casa Editrice Leo S. Olschki, 2021.

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31

Levy, Benjamin R. Discontent and Early Experiments (1950–56). Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780199381999.003.0002.

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Abstract:
At the outset of the 1950s Ligeti began to compose secret musical experiments that would not get past the censors of the communist regime in Hungary. Musica ricercata can be seen as an initial attempt to move past the compositional model of Bartók, and in turn, this piano piece worked as a study for the String Quartet no. 1, Métamorphoses nocturnes. Alongside this, however, is a series of unpublished and unfinished projects including the Chromatische Phantasie, Variations concertantes, an unfinished Requiem movement that parallels the choral works Éjszaka and Reggel, and a setting of Sándor Weöres’s Istar pokoljárása. These all show the influence of Schoenberg’s twelve-tone composition at a time when Ligeti claimed to have had only a desultory knowledge of the concept.
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Sumner, F. Adriano Banchieri : Fantasie Overo Canzoni Alla Francese per Suonare dell'Organo et Altri Stromenti Musicali, Quattro Voci (Venice, 1603) and Ascanio Mayone : Primo Libro di Ricercari a Tre Voci (Naples, 1606). Routledge, 1995.

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Levy, Benjamin R. Metamorphosis in Music. Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780199381999.001.0001.

Full text
Abstract:
In the 1950s and 1960s György Ligeti went through a remarkable transition from writing music in the style of Bartók to working at the cutting edge of the avant-garde. Through careful study of the sketches and drafts, as well as analysis of the finished scores, Metamorphosis in Music takes a detailed look at this compositional evolution. The book begins with Ligeti’s synthesis of folk music and modernism in Musica ricercata and continues through the turn of the 1970s, examining nearly every major work as well as numerous unpublished studies. It shows Ligeti’s early discovery of twelve-tone technique, the influence of electronic music on his orchestral writing, and his involvement with the absurdist Fluxus group, and it argues that the repertoire of techniques he developed in this experimental period was incrementally codified into the composer’s personal style in the mid- and late 1960s. The conclusion looks at Ligeti’s approach to form and expression at the turn of the 1970s, when one phase of his metamorphosis had run its course, and the new challenge of composing an opera loomed on the horizon. Throughout the book, sketch study works alongside comments from interviews—counterbalancing the composer’s crafted public narrative, revealing hidden influences, lingering attachments, and insights into the creative process, and ultimately helping complete the picture of how he found his voice in a generation straddling the divide between the modern and postmodern eras.
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