Academic literature on the topic 'Ricerca efficacia'

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Journal articles on the topic "Ricerca efficacia"

1

Forti, Dario. "Perché una ricerca psicosocioanalitica sull'apprendimento." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 10–26. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013002.

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Abstract:
Questo primo articolo si propone di tracciare un quadro introduttivo della ricerca sull'apprendimento promossa da un gruppo di ricerca di Ariele. Della ricerca vengono ricostruite le origini e le motivazioni dell'interesse all'approfondimento teorico di un tema che costituisce da sempre il cuore del "compito primario" dell'Associazione e della sua scuola. Buona parte delle pagine sono dedicate alla ricostruzione del processo di sviluppo della ricerca e delle sue fasi, all'esplicitazione delle ipotesi che hanno guidato i ricercatori e delle scelte metodologiche (la piů importante delle quali č stata quella di realizzare interviste individuali condotte con approccio psicosocioanalitico, per assicurare coerenza ed efficacia al lavoro d'indagine e utilizzare al meglio i dati raccolti con le interviste).
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2

De Benedittis, Giuseppe. "AUTO-IPNOSI. Alla ricerca della risorsa interiore." IPNOSI, no. 1 (July 2022): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2022-001001.

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Abstract:
L'auto-ipnosi è una generalizzazione dell'etero-ipnosi, di cui rappresenta la necessaria integrazione. Benché largamente applicata in ambito clinico, poco si sa della sua fenomenologia, della relazione con l'etero-ipnosi e la mindfulness, dei suoi meccanismi neurofisiologici e neuropsicologici, della sua efficacia clinica e del suo profilo di sicurezza. La letteratura in merito è sorprendentemente scarna e aneddotica. L'auto-ipnosi costituisce un'importante risorsa interiore auto-regolatoria e terapeutica, qualitativamente differente dall'etero-ipnosi, ma verosimilmente di non diversa efficacia clinica in numerosi ambiti di applicazione (e.g. controllo del dolore, dell'ansia, dei disturbi della condotta alimentare, ecc.). I correlati neurofisiologici e neuropsicologici dell'auto-ipnosi restano virtualmente sconosciuti per la mancanza di studi dedicati e di confronto con l'etero-ipnosi. Si discute ancora se l'esperienza auto-ipnotica possa essere autogena o indotta dalla suggestione etero-ipnotica, mentre sembra accertata una correlazione positiva tra ipnotizzabilità e profondità della trance auto-indotta. Anche il profilo di sicurezza rimane largamente impregiudicato, perché la stragrande maggioranza degli studi clinici omette la prevalenza e la tipologia di eventi avversi e/o effetti collaterali dipendenti dalla pratica ipnotica in generale. Assiomaticamente, si tende a considerare l'auto-ipnosi come una pratica altamente sicura e priva di effetti collaterali. In conclusione, all'importanza clinica dell'auto-ipnosi corrisponde paradossalmente una sostanziale mancanza di studi clinico-sperimentali. L'auto-ipnosi è dunque una Terra Incognita che aspetta urgentemente di essere esplorata.
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3

Torrigiani, Claudio. "La visita all'Acquario di Genova: definizione di un indice di efficacia educativa." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 93–117. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049007.

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Abstract:
Questo saggio illustra un percorso di ricerca valutativa, richiesto dall'Acquario di Genova e sviluppato dal Dipartimento di Scienze Antropologiche, finalizzato alla costruzione di un indice di efficacia educativa della visita, che consentisse al management aziendale di avere un'indicazione sintetica e di individuare piů facilmente i punti di forza e di debolezza del percorso dal punto di vista educativo. A questo scopo, dopo una preliminare ricognizione della bibliografia di riferimento, il primo passo č consistito nella chiarificazione concettuale dell'evaluando, ricercata attraverso focus group e interviste in cui i dirigenti e gli operatori della struttura sono stati invitati a definire in maniera piů puntuale gli obiettivi educativi della visita. Trovato un accordo dei partecipanti su questo punto focale della ricerca, a partire dagli indicatori cosě individuati sono stati costruiti dei questionari somministrati ai visitatori sia prima della visita, per assicurarsi che gli obiettivi individuati dal management aziendale collimassero con le aspettative dei visitatori, sia dopo la visita, per valutarne l'efficacia. In fase conclusiva il personale della struttura č stato coinvolto nel processo di ponderazione degli indicatori di efficacia educativa precedentemente individuati, consentendo di rivalutare i punteggi ottenuti sui diversi indicatori con la somministrazione dei questionari e di calcolare cosě un indice di efficacia educativa, su una scala 0- 100, che rispettasse le prioritŕ relative degli obiettivi educativi come definiti da manager e esperti dell'Acquario. Il pregio dell'indice, cosě calcolato, č che esso rispecchia le prioritŕ assegnate ai diversi obiettivi educativi dal management aziendale e su queste basi restituisce un feed-back sintetico sull'efficacia educativa della visita. Il suo limite intrinseco consiste nella non necessaria coincidenza tra le prioritŕ assegnate agli obiettivi da dirigenti e operatori, da un lato, e la prioritŕ relativa delle aspettative degli utenti, dall'altro, e questo rappresenta un importante elemento di incertezza per la definizione di strategie aziendali appropriate.
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4

Matarese, Alessandro, Pier Giorgio Calò, Gabriele Materazzi, Viola Villardita, Maurizio Iacobone, Antonella Pino, Paolo Carcoforo, et al. "Analisi costo-efficacia del neuromonitoraggio nella chirurgia della tiroide." L'Endocrinologo 23, no. 3 (June 2022): 290–96. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01085-6.

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Abstract:
SommarioVi sono prove sempre più rilevanti circa l’importanza di una più dettagliata valutazione dei costi delle nuove tecnologie usate in chirurgia. L’impatto innovativo della tecnologia ha il potenziale per ottenere miglioramenti clinici rivoluzionari. Tuttavia, esistono informazioni limitate sul tema costo-efficacia delle nuove strategie chirurgiche usate in chirurgia tiroidea. In questo studio descriviamo le recenti evidenze relative ai metodi di valutazione costo-efficacia delle strutture e delle funzioni per il neuromonitoraggio intraoperatorio (IONM) in chirurgia tiroidea. I nostri risultati suggeriscono che il modello di economia sanitaria, nell’elaborazione della struttura degli studi costo-efficacia relativi al neuromonitoraggio intraoperatorio, si è dimostrata realizzabile come metodo per migliorare l’efficacia della ricerca.
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5

Petrucco, Corrado, and Marina De Rossi. "Il Web 2.0 come mediatore dei processi di apprendimento formali ed informali tra scuola e territorio: il progetto «Didaduezero» della provincia di Trento." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 435–58. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5106.

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Abstract:
La ricerca presenta una sperimentazione sul campo in collaborazione con l’Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa of Trento (IPRASE) e ha sviluppato un nuovo modello (SoSoFIN – Social Software in formal, informal and non-formal context) per verificare se e come i processi di apprendimento degli studenti che si sviluppano nei contesti informali e non formali possono essere con efficacia integrati nel curriculum scolastico formale. Gli insegnanti e gli studenti sono stati accompagnati a sviluppare le loro competenze digitali attraverso l’uso degli strumenti del web 2.0 durante lo svolgimento di specifici progetti disciplinari. La ricerca ha sperimentato un ampio ventaglio di progetti in cui studenti e insegnanti hanno collaborato con le comunità locali creando artefatti digitali fortemente contestualizzati nel territorio e rendendoli disponibili a tutti. Questo approccio didattico, stimolando processi socio-culturali attraverso le tecnologie, ha migliorato la partecipazione e motivazione ad apprendere, così come le competenze digitali di insegnanti e studenti, che sono state messe alla prova sul campo.
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Davini, Francesca, and Marco Saettoni. "SARS COVID-19, quarantena e psicoterapie online. Alcune considerazioni sugli aspetti etici e gli stati interni del terapeuta." PSICOBIETTIVO, no. 3 (December 2021): 21–37. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003002.

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Abstract:
La quarantena imposta come norma di contenimento della pro¬pagazione epidemica del virus SARS COVID-19 ha dato impulso alla diffusione di un fenomeno iniziato e discusso da molti anni, ovvero il trasferimento del setting terapeutico tradizionale, in presenza nello studio dello psicoterapeuta, alla cosiddetta psicoterapia online. Ciò pone problemi di natura etica, questioni di natura pragmatica, logistica e organizzativa, necessità di specifica formazione e quindi di approfondimenti ulteriori su efficacia e strategie utilizzabili. Questo lavoro si propone di illustrare alcuni dati significativi sulle questioni citate e sollevare ulteriori quesiti di stimolo alla ricerca e alla comprensione delle tecniche psicoterapeutiche online.
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7

Signori, Paola, and Ilenia Confente. "Il marketing territoriale tra industry co-opetition e societing. Un progetto sperimentale nell'agroalimentare." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (September 2011): 85–103. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-003006.

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Abstract:
Il paper si propone di illustrare come un progetto di marketing territoriale possa essere declinato a strumento che abbia ricadute oltre i classici obiettivi di valorizzazione del territorio e di sviluppo economico, riuscendo a garantire la vitalitÀ di un sistema. A tal fine, l'impostazione teorica deriva dall'incrocio dei nodi cruciali di filoni paralleli di ricerca, riguardanti oltre al marketing territoriale, anche i concetti di funzionamento tipici della collaborazione verticale (Supply Chain Management) e orizzontale (Industry collaboration, Co-opetition), e i segnali provenienti dalle nuove frontiere del Societing (ricadute di efficacia sociale). Tali osservazioni sono state applicate in un progetto sperimentale nel settore dell'agroalimentare dell'area metropolitana vicentina.
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Santinello, Massimo, Francesca Cristini, Maria Luisa Girardi, and Giacomo Di Nola. "Orientare le attivitŕ di prevenzione verso programmi di prevenzione selettiva: l'esperienza del Veneto." S & P SALUTE E PREVENZIONE, no. 51 (February 2009): 77–92. http://dx.doi.org/10.3280/sap2008-051004.

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Abstract:
- Finalitŕ del presente studio č stata quella di analizzare le caratteristiche dei progetti di prevenzione del consumo di sostanze psicoattive presentati alla Regione Veneto in risposta alla Deliberazione della Giunta n. 456 relativa al Fondo Regionale di Intervento per la Lotta alla Droga. In particolare ci sě č posti l'obiettivo di indagare come le Agenzie del territorio hanno risposto alla richiesta di prevenzione selettiva e di confrontare i progetti presentati con i criteri stabiliti dalla ricerca scientifica circa gli interventi di prevenzione efficaci. Sono state analizzate le schede progettuali dei 70 progetti presentati alla Regione. I risultati evidenziano che i progetti sono coerenti con alcuni dei criteri di efficacia stabiliti dalla letteratura scientifica, soprattutto per quanto riguarda l'azione su diversi contesti e l'adozione di molteplici strategie. Le maggiori criticitŕ sono emerse rispetto all'adozione di uno specifico modello teorico su cui costruire il progetto ed alla identificazione del target a rischio utilizzando specifici fattori di rischio e di protezione.
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Onnis, Luigi, Marco Bernardini, Antonella Leonelli, Angela Maria Mulč, Agostino Vietri, Carla Granese, Stefano Ierace, and Cristina D'Onofrio. "L'organizzazione dei legami familiari nell'anoressia e nella bulimia. Efficacia di un trattamento integrato." PSICOBIETTIVO, no. 1 (August 2010): 137–57. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-001010.

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Abstract:
In questo lavoro viene presentata una ricerca che valuta l'organizzazione dei legami familiari nell'anoressia e nella bulimia attraverso la somministrazione del Test "Family Life Space" alle famiglie di pazienti con DCA. La valutazione č stata effettuata per verificare l'efficacia di un rattamento integrato, che comprende la psicoterapia familiare piů l'abituale intervento medico nutrizionale (cui č stato sottoposto un campione sperimentale) messo a confronto col solo intervento medico-nutrizionale (cui č stato sottoposto un campione di controllo). Alle famiglie di entrambi i campione il FLS č stato somministrato prima e dopo il trattamento. La psicoterapia familiare permette una evidente trasformazione dell'organizzazione dello spazio familiare, valutata con il FLS. L'evoluzione familiare, ed individuale, che si realizza attraverso il ricorso ad un intervento integrato e multidisciplinare, permette inoltre la normalizzazione del BMI, un aumento del peso corporeo ed un ritorno del ciclo mestruale nelle pazienti con anoressia, ed una scomparsa delle manifestazioni sintomatiche tipiche della bulimia.
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Gerbasi, Giampaolo. "Il principio di coesione economica, sociale e territoriale tra governance multilvello, esigenze partenariali/collaborative e (conseguenti) trasformazioni nelle modalitŕ di funzionamento del potere." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 135–63. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001007.

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Abstract:
La presente analisi, unitamente alle principali innovazioni concernenti la politica comunitaria di coesione nel periodo 2007-2013, ne evidenzia la stretta connessione con le altre politiche comunitarie e le politiche nazionali di sviluppo socio-economico. La complementaritŕ, orizzontale e verticale, tra le stesse č chiamata a dispiegarsi nell'ambito di una necessaria governance multilivello proceduralmente integrata, cooperativamente caratterizzata ed alla costante ricerca di efficacia rispetto all'obiettivo di ridurre i divari nei livelli di sviluppo tra i diversi territori europei. Alla luce di ciň, l'analisi mira a dimostrare che l'integrazione negli aspetti procedimentali ed organizzativi ed il metodo del partenariato/ cooperativo si presentano quali condizioni di realizzabilitŕ e prioritŕ strumentali per la convergenza nelle scelte di fondo della politica unitaria regionale.
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Dissertations / Theses on the topic "Ricerca efficacia"

1

RODER, EMANUELA. "The complexity of therapeutic action in DBT: preliminary studies on process and outcome." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241311.

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Abstract:
La Dialectical Behavior Therapy (DBT) è un programma di trattamento cognitivo-comportamentale strutturato, complesso e ricco, messo a punto per pazienti con Disturbo Borderline di Personalità (BPD) e gravi comportamenti disfunzionali (tentativi suicidari, autolesività, instabilità relazionale, comportamenti impulsivi). DBT ha dimostrato la sua efficacia in numerosi studi: i tentativi suicidari e i comportamenti disfunzionali si sono ridotti, mentre la regolazione emotiva e il funzionamento generale dei pazienti sono migliorati. La ricerca presentata i prefigge di valutare l’efficacia e i meccanismi d’azione di DBT, esaminando sia la dimensione di outcome, sia la dimensione di processo. La prima parte dell’elaborato è dedicata alla presentazione del modello DBT. Se ne discutono i fondamenti teorici, gli accordi alla base del trattamento, le modalità del programma terapeutico e le strategie di intervento. La seconda parte dell’elaborato è una valutazione dell’efficacia di DBT, rispetto alle variabili target. Lo studio è di tipo longitudinale ed è stato condotto seguendo le linee guida internazionali. DBT è stata messa a confronto con un programma di trattamento comparabile per tipologia di pazienti, obiettivi e complessità. Il campione è composto da 95 pazienti ambulatoriali, valutati ogni tre mesi. Poiché ci si attendeva che il contributo della variabilità individuale fosse rilevante, sono stati utilizzati modelli lineari gerarchici con effetti casuali. I risultati hanno mostrato che i tentativi suicidari, i comportamenti autolesivi, la disregolazione emotiva e comportamentale sono diminuiti in entrambi i gruppi dopo un anno; i modelli hanno mostrato come i soggetti differissero nella quota di cambiamento. Inoltre, i risultati sul campione dei completer hanno suggerito che il setting di gruppo e l’intensità del trattamento potrebbero agire quali specifici meccanismi terapeutici. La terza parte dell’elaborato si compone di una serie di studi di processo con un disegno single case, inseriti nel filone della ricerca process-outcome: si tratta della valutazione di due coppie terapeutiche, una con esito favorevole ed una con esito parziale. Le pazienti erano due giovani donne con diagnosi di BPD, differenti per profilo di personalità e comportamenti disfunzionali; hanno seguito un programma DBT standard con il medesimo terapeuta, un clinico esperto. Sono state esaminate le sedute durante il primo anno di trattamento. Si sono considerate tanto la dimensione tecnica quanto quella relazionale del processo terapeutico, esaminando entrambe da una prospettiva macroanalitica e microanalitica. I risultati hanno mostrato come alcuni aspetti siano riscontrabili in ambedue le coppie terapeutiche: l’aderenza al modello di trattamento e l’atteggiamento del terapeuta orientato alla collaborazione. D’altra parte, sono emerse specificità relative alle coppie terapeutiche. Nel trattamento della paziente con esito positivo, è presente un clima relazionale globalmente positivo, terapeuta e paziente riescono ad affrontare in modo proficuo anche le incomprensioni. Invece, nel trattamento della paziente con esito parziale, terapeuta e paziente faticano a trovare una sintonizzazione e a lavorare in modo sinergico, rimanendo bloccati in dinamiche problematiche e senza riuscire a conseguire pienamente gli obiettivi prefissati. Nel loro insieme, i risultati hanno confermato l’efficacia e la complessità di DBT. Più precisamente, hanno messo in luce le sovrapposizioni e le differenze tra DBT e altri modelli teorici, in particolare con gli interventi che promuovono il funzionamento riflessivo. Inoltre, i risultati hanno confermato l’importanza di una relazione collaborativa tra terapeuta e paziente. In sintesi, è possibile concludere che i meccanismi dell’azione terapeutica in DBT possono essere compresi solo alla luce delle dinamiche del processo terapeutico entro cui si verificano.
Dialectical Behavior Therapy (DBT; Linehan, 1993, 2014) is a structured, complex and comprehensive cognitive-behavioral treatment program for patients with Borderline Personality Disorder (BPD) and severe dysfunctional behaviors (repeated suicidal attempts, self-harm behaviors, relational instability, other impulsive behaviors). Up to now, DBT proved its effectiveness in several studies: suicide attempts and dysfunctional behaviors decreased, while emotional regulation and general functioning improved. The present research aimed at assessing the effectiveness of DBT and its mechanisms of action, evaluating both outcome and process dimensions. The first part of the thesis is dedicated to the presentation of the DBT model, examining its theoretical foundations, the agreements underlying the treatment, the modalities of therapeutic program, and the strategies of intervention. The second part of the thesis is an evaluation of the effectiveness of DBT, examining the course over time of the target variables. The study is longitudinal, single-blind, with a two-arm parallel design, conducted following the international guidelines for the outcome studies on intention-to-treat samples. DBT was compared with another treatment program comparable by patient type, objectives, and complexity of interventions. The sample was comprised by 95 outpatients, assigned to groups with the minimisation procedure and assessed every three months. Since the individual variability was expected to be consistent, Hierarchical Linear Models with random effects were used. Results showed that suicidality, self-harm, emotional and behavioral dysregulation decreased in both groups after one year; unconditional growth models indicated that subjects differed in the elevation and in the rate of change. Moreover, results on the completers’ subsample suggested that the group setting and the intensity of treatment could represent specific therapeutic mechanisms. The third part of the thesis is composed by process studies with a single-case design, in the strand of the process-outcome research: the empirical evaluation of two therapeutic couples, one with a favorable outcome and one with a partial outcome, was conducted. The patients were two young women with a diagnosis of Borderline Personality Disorder, different for personality profile and dysfunctional behaviors at the beginning of treatment; they followed a DBT standard program with the same therapist, a male experienced clinician. Sessions over the first year of treatment were examined (N1 = 38; N2 = 37). The technical and the relational dimensions of the therapeutic process were assessed and examined through a macroanalytic and microanalytic perspective. Results showed that some aspects are present in both couples: namely, the adherence to the treatment model and the attitude of the therapist oriented towards collaboration. On the other hand, specificities relating to each therapeutic couple emerged. In the treatment of the patient with positive outcomes, there was a globally positive relational climate; furthermore, therapist and patient can deal even with episodes of misunderstanding. Instead, in the treatment of the patient with partial outcomes, therapist and patient struggled to find an attunement and to work in synergy, remaining trapped in problematic relational patterns and without fully achieving the therapeutic objectives previously agreed. Taken together, results confirmed the effectiveness and the complexity of DBT. More specifically, they shed light on overlaps and differences between DBT and other theoretical models, in particular interventions promoting reflective functioning. Furthermore, the importance of a collaborative relationship between therapist and patient was confirmed. Overall, results suggested that mechanisms of action in DBT can be understood only in light of the dynamics of the therapeutic process in which they occur.
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Massaro, Giorgio <1976&gt. "Metodi di gestione delle aree marine protette: attività di ricerca per l'applicazione di tecniche ed indicatori di efficacia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1009.

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ESPOSITO, LUCIA ISABELLA. "La psicoterapia di coppia e la sua valutazione. Prove di efficacia e di efficienza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/485.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi si colloca all’interno della tradizione di ricerca nota come Empirically Supported Therapy Relationships, un modello d’indagine centrato sulla natura e sulla funzione della relazione al di là della contrapposizione tra ricerca sugli esiti e ricerca sul processo. I tre studi in cui si articola il lavoro assumono come focus d'indagine porzioni progressive del trattamento: la prima seduta, le prime due sedute, l’intero percorso. Nel primo studio sono messi a confronto differenti esiti terapeutici per verificare se le ricadute sul piano clinico del metodo interpretativo siano riconducibili ad un criterio di presenza/assenza o da ricercare nell’intreccio con altri fattori caratterizzanti il percorso di cura. Il secondo studio si propone di affrontare casi di interruzione prematura del trattamento, differenziati in funzione del raggiungimento o meno della stipulazione di un contratto terapeutico: l’obiettivo è quello di evidenziare le caratteristiche connesse alla diversa fase di abbandono del contesto di cura. Infine il terzo studio, nella forma del single-case study, è incentrato sui momenti di frattura dell’alleanza terapeutica lungo un intero processo terapeutico di quaranta sedute.
The present dissertation refers to the theoretical background known in the literature as Empirically Supported Therapy Relationships, a research tradition focused on the relationship and its nature, beyond the outcome and process research opposition. The three studies included in this work focused on different portions of treatment: respectively the initial intake session, the first two sessions, and the overall treatment. In the first study different outcomes were compared in order to examine if the effects of interpretations were connected to specific factors of psychotherapeutic process. The second study aimed to assess clinical cases of premature termination, differentiated on the basis of the contract attainment: the purpose was to depict specificities due to the different phase of dropping out. Finally, the third study was a single-case research examining alliance ruptures within an entire clinical process of forty sessions.
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Rocchetti, Giulia. "Definizione di un piano d'azione per l'aumento del win rate delle offerte di servizi post-vendita mediante ricerca di variabili di correlazione che ne influenzino il trend. Il caso ACMA." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il progetto di tesi si occupa della definizione di un Action Plan, mediante l'applicazione del BPR, volto all'aumento dell'efficacia commerciale dei servizi di post-vendita di ACMA spa, azienda produttrice di macchine automatiche a media-alta velocità nel settore del packaging. Attraverso l'analisi delle performance misurate in termini di tasso di conversione da valore offerto a ordinato per le variabili rilevanti del mercato e l'analisi di correlazione tra di esse con il software Rapidminer, si è mappato il processo d'offerta scomponendolo in tutte le attività che lo compongono, rilevandone le criticità ed identificandone la causa-radice. Da qui la definizione delle azioni necessarie alla riprogettazione del processo in un ottica proattiva, secondo l'odierno orientamento del mercato di tipo customer-oriented, per la costruzione di una Value Proposition personalizzata al cliente: sviluppo del marketing relazionale, formazione, integrazione strategica del software CRM, ridefinizione della strategia d'offerta e sistematizzazione della metodologia di lavoro Si valuta infine il possibile impatto economico e organizzativo che l'implementazione dell'Action Plan apporterà al processo d'offerta sul lungo periodo.
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Comunello, Massimo. "La formazione dei formatori in Yoga Educativo. Una Ricerca-Azione per la definizione di un impianto metodologico-didattico efficace (Teacher's training in Educational Yoga. An Action Research for the definition of an effective methodological-didactic model)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3423295.

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Abstract:
Lo yoga per bambini è una disciplina interessante ed in rapida diffusione. Non sono rinvenibili nella letteratura percorsi per la formazione di educatori in Yoga per bambini che ne sviluppino giustificatamente gli aspetti metodologico-didattici e i principi yogici. Tale formazione, per risultare efficace, deve essere supportata da modelli dalla solida base teorica, impianto metodologico-didattico e pratica yogica. La ricerca fornisce un modello, prendendo in esame e perfezionando il “Corso di Formazione Internazionale in Yoga Educativo” (COFYE). Con il termine “Yoga Educativo” (Y.E.) s’intende un metodo basato sulle pratiche yogiche, con bambini/ragazzi attraverso il movimento giocoso, l’ascolto interno, il rafforzamento e la collaborazione che permettono, di trovare tempi e spazi per lo sviluppo di autoconoscenza, consapevolezza, stabilità ed empatia coinvolgendo il corpo, la mente ed il cuore, attraverso la sensibilità e le emozioni. In riferimento al COFYE la ricerca si pone le seguenti domande: a. Quali devono essere i riferimenti teorici più appropriati all’interno del vasto panorama dello yoga, per la definizione di un percorso formativo dello Y.E. ? b. Quale dev’essere l’impianto didattico-metodologico? c. Può esso essere in grado di trasmettere principi, contenuti, metodologia e tecnica in modo efficace? 1. L’indagine teoretica (bibliografica) ha indicato, due testi dello yoga classico, la Bagavad Gita e lo Yogasutra di Patanjali, quali riferimenti storici fondamentali per lo Y.E, poiché colgono basilari principi e contenuti, a cui lo Yoga Moderno dovrebbe attenersi. Rispetto al panorama contemporaneo l’Okido Yoga rappresenta un riferimento per lo Y.E., coniugando l’atteggiamento introspettivo al carattere sociale, incontrando così i bisogni relazionali di bambini/ragazzi. Si contraddistingue inoltre per l'equilibrio tra l’attenzione verso la condizione fisica, quella mentale e dello stato d’animo, ben corrispondendo ai principi e al percorso indicato da Patanjali nello “Yogasutra”. 2. L’attività di Ricerca-Azione, si sostanzia nell’analisi (con il software “Release”) di 495 report, compilati dai corsisti al termine di ogni incontro di formazione e nelle successive riflessioni del team di ricerca. Ciò ha permesso di andare oltre le risposte alle iniziali domande di ricerca, mostrandosi come strumento efficace per migliorare il COFYE nella didattica e nei contenuti, definendo un possibile modello per la formazione dei formatori in Y.E. Dall’analisi testuale è risultato che la valorizzazione del background dei corsisti, assieme alle attività laboratoriali-partecipative: simulazioni, flipped classroom, cooperative learning, stage e lavoro tra gruppi di pari, hanno coinvolto i partecipanti fisicamente, mentalmente ed emotivamente, sia come singoli che in gruppo. Ciò ha favorito la comprensione dei principi, delle tecniche dello Y.E. e l’acquisizione di un atteggiamento di apertura per un rispettoso approccio a bambini/ragazzi. In conclusione nell’ambito della ricerca educativa (Baldacci e Frabboni, 2013), l’indagine qualitativa (Cardano, 2011) ed il metodo R-A, (Losito-Pozzo, 2008), hanno permesso allo Y.E. di affinare l’impianto metodologico-didattico (Castagna, 2002) e di scoprirne e migliorarne progressivamente le possibilità applicative, riuscendo a unire la dimensione storica dello yoga, (Patanjali, 2015) con le esperienze e gli studi contemporanei, nell’ambito delle scienze della formazione (Dionisi e Garuti, 2011). Tale ricerca apre nuovi possibili spazi di indagine e attesta la rilevanza di uno stretto legame tra ricerca universitaria e pratica formativa, anche in un campo emergente come quello dello yoga educativo. Traccia nuove piste di indagine sull’integrazione tra i principi, le pratiche yogiche e la professionalità dell’insegnante.
Yoga for children is an interesting and rapidly spreading discipline. No academic literature or specific educational path for scholars and trainers that develops the methodological and didactic aspects of the yogic principles for children has been formulated yet. Such pioneer approach, in order to be effective, it must be supported by models with a solid theoretical base, a methodological-didactic system and a yogic practice. The present research aims to provide a model, grounding its conclusions on the assessment and evaluation of the "International Training in Educational Yoga" (ITEY). The term "Educational Yoga" (EY) represents a didactic method based on yogic practices, applied to children through playful activities, meditation, physical strengthening and cooperation group-activities that allow them to find time and space for the development of self-knowledge and awareness, mental stability and empathy by involving the body, mind and heart, through sensitivity and emotions. Intrinsically rooted to the ITEY approach, the present investigation provides the answer to the following questions: to. What should be the most appropriate theoretical references within the extensive realm of yoga, for the definition of a training path of EY for teachers and trainers? b. What should be the didactic-methodological system beneath it? c. Is such educational method able to transmit principles, contents, methodology and techniques to future teachers and trainers effectively? 1. The present inquiry has highlighted two fundamental manuscripts of traditional Yoga, namely the Bagavad Gita and the Yogasutra of Patanjali, considered to be the fundamental historical references for EY, since they capture the very basic principles and contents, to which contemporary Yoga grounds its roots in. With respect to the present yogic context, the Okido Yoga is considered to be the most suitable source for EY to rely on, since it combines the introspective attitude to the more social one, satisfying this way both the relational needs of children / teenagers as well as the more meditational inclination of the yogic tradition. It also stands out for its attention to the critical balance between the physical, the mental and the emotional condition of kids, which may be found also in the Yogasutra doctrine introduced by Patanjali. 2. The Action Research methodology consists in the analysis (through the “Release” software) of the 495 surveys on students, which at the end of each EY training have been asked to fill out specific questioners with regard to the benefits and impact that the EY practice have had on them, directly and indirectly. These first hand resources allowed us to demonstrate the ever-growing potential of the ITEY as an effective educational tool able to improve and develop the quality of trainers by providing a structural model for the application of the EY methodology. The literature analysis has shown that the enhancement of the students' background, together with the workshop-participatory activities, proposed by the ITEY through simulation laboratories, flipped classroom approach, cooperative learning, internships and teamwork between groups of peers, have successfully attracted the interest and the active participation of all students physically as well as mentally and emotionally, both as individuals and in groups. Such acknowledgment of the positive benefits and impact of the EY approach has significantly favored a deeper and more sound understanding of guiding principles, holistic techniques and above all the acquisition of an attitude of openness for a respectful approach towards children and teenagers. In conclusion in the field of educational research (Baldacci and Frabboni, 2013), the qualitative survey (Cardano, 2011) and the Action-Research method, (Losito-Pozzo, 2008), allowed EY to refine its methodological-didactic structure (Castagna, 2002) and to discover and progressively improve its applicability, keeping a strong connection with the traditional dimension of yoga (Patanjali, 2015) as well as with the contemporary experiences and studies in the field of educational sciences (Dionisi and Garuti, 2011). This research opens up new possibilities for investigation. First of all, it attests to the relevance of a significant correlation between academic research and training practice, even in an emerging field such as educational yoga. Secondly, it traces new avenues of investigation regarding the possible integration between holistic principles, yogic practices and professional development of teachers and trainers.
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Perissinotto, Silvia <1990&gt. "Il task-based approach nasce negli anni '80 del secolo scorso e negli anni ha trovato ampio riscontro a livello mondiale. E' attualmente uno degli approcci maggiormente utilizzati nel campo dell'insegnamento linguistico grazie alla sua natura comunicativa; trova infatti le sue radici nel Communicative Language Teaching degli anni '70 con il quale condivide la forte contrapposizione per gli approcci basati sull'esposizione di rigide regole grammaticali. L'biettivo comunicativo che ci si pone nella progettazione dei task è strettamente legato all'autenticità delle attività, ovvero la loro concretezza e capacità di riprodurre situazioni di vita reale. L'approccio per task è fonte di ricerca in quanto dimostra essere particolarmente proficuo nelle classi di L2 e LS: i maggiori effetti sono riscontrabili sul miglioramento delle abilità comunicative dei discenti. Se da una parte la letteratura sul task-based approach è molto ampia e in fase di continua sperimentazione, un aspetto più ristretto che è stato considerato in misura minore è la sua efficacia all'interno di classi di principianti (basic user, secondo il quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue: livelli A1 e A2). Pochi ricercatori hanno finora investigato gli effetti dell'utilizzo di task su questo campo di discenti e i principali risultati ottenuti sono legati alle abilità di comprensione. Operando con apprendenti la competenza linguistica è ai primi stadi di sviluppo l'applicazione di attività di comprensione risulta limitante: è a questo proposito che l'orientamento suggerito dai ricercatori è quello di impiegare dapprima dei task che favoriscano la comprensione linguistica per poi passare ad attività di produzione. Gli effetti dei task di comprensione sono ancora una questione in fase di ricerca." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12962.

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Abstract:
Task-based approach was initially used during the 80s of the previous century and since then it has been widely used all over the world. Thanks to its communicative feature it is currently among the most used approaches to language teaching.
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SBRANA, ALESSANDRO. "Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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Abstract:
mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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Books on the topic "Ricerca efficacia"

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Lotti, Alessandra. Adolescenti e consultorio, un incontro possibile?: Una ricerca sulla qualità ed efficacia di un servizio rivolto ai teen-agers. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1998.

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Mortari, Luigina. Azioni efficaci per casi difficili: Il metodo ermeneutico nella ricerca narrativa. [Milan, Italy]: B. Mondadori, 2013.

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Jasink, Anna Margherita, and Luca Bombardieri, eds. AKROTHINIA. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-766-1.

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Abstract:
Akrothinia raccoglie i contributi di ventitre giovani studiosi con l’obiettivo di tentare un quadro di insieme delle linee di indagine e degli interessi che nel corso degli ultimi anni hanno animato la ricerca nel campo della Preistoria e Protostoria del bacino dell’Egeo, attraverso la prospettiva degli ‘allievi’ e non dei ‘maestri’. L’orizzonte ampio delle tematiche archeologiche e filologiche e i nuovi spunti di approfondimento che si possono registrare nei lavori presentati in questo volume dimostrano con efficace chiarezza la vivacità e allo stesso tempo il valore della tradizione dell’egeistica italiana. In questo senso, il filo rosso che lega l’insieme dei contributi raccolti è rappresentato proprio dall’equilibrio fra il valore riconosciuto dagli autori alla lunga tradizione degli studi italiani, da un lato, e l’interesse positivo verso progetti in cui sperimentare la capacità di individuare nuove prospettive di indagine, dall’altro.
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Cerrina Feroni, Ginevra, and Veronica Federico, eds. Società multiculturali e percorsi di integrazione. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-596-8.

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Abstract:
Governare la complessità delle società multiculturali contemporanee pone grandi sfide ed una tensione costante tra eguaglianza sostanziale, diritto alla differenza e ordine sociale. Strumenti, percorsi e strategie per integrare comunità ed individui diversi dentro un medesimo orizzonte di diritti e doveri sono essenziali per dare vita a nuove tipologie di cittadinanza e a nuovi sentimenti di appartenenza. Il volume si pone l’obiettivo di aprire una riflessione critica in materia, capace di coniugare l’orizzonte teorico con l’effettività del diritto, analizzando quattro esperienze di rilievo nel panorama europeo: Regno Unito, Francia, Germania ed Italia. Si tratta di esperienze che propongono modelli e meccanismi di integrazione differenti, ma tutte attraversate dalla esigenza di ricercare e sperimentare percorsi innovativi ed efficaci a fronte di uno dei più delicati nodi del nostro tempo.
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Cresci Marrone, Giovannella, Giovanna Gambacurta, and Anna Marinetti. Il dono di Altino. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-380-9.

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Abstract:
In questo volume colleghi e amici rendono omaggio a Margherita Tirelli, archeologa, curiosa e vivace interprete di un metodo archeologico che ha improntato una stagione particolarmente florida di scavi, scoperte, studi e iniziative non superficiali di valorizzazione. Ad Altino, quale progenitrice di Venezia, Margherita Tirelli ha dedicato e dedica la sua attenzione ininterrotta, dagli scavi fino alla delicata transizione verso la nuova prestigiosa sede museale. In questa prospettiva, la studiosa ha sviluppato una proficua collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia, concretizzata in una convenzione di studi e ricerche e in sei convegni di studi altinati, volti ad approfondire svariate tematiche: dal funerario, al sociale, al sacro. Lo spettro diacronico dei suoi interessi archeologici, storici ed epigrafici trova riscontro nell’articolazione dei contributi che le sono qui dedicati: dalla cultura dei Veneti antichi alle tematiche della romanità, fino a una specifica attenzione sulla produzione vetraria. Il volume si chiude con un lavoro sul vetro di età ‘storica’, argomento che vede ancora oggi in lei una figura di riferimento nella realtà veneziana, e uno dedicato alle scelte dell’allestimento museale, un tema di comunicazione in cui ha saputo coniugare con i suoi collaboratori eleganza ed efficacia.
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Botti, Federica. Manipolazioni del corpo e mutilazioni genitali femminili. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg244.

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Abstract:
Le mutilazioni genitali femminili costituiscono nei paesi d’origine una pratica identitaria di carattere culturale o rispondono a prescrizioni di carattere religioso? Hanno un’origine unica o non, piuttosto, un’origine policentrica? Esse vengono riscoperte in Occidente nelle comunità migranti come una forma di rispetto delle tradizioni e riproposte come pratiche attraverso le quali mantenere l’identità? In che misura le Mgf sono (o sono state) solo un fenomeno afro-asiatico e non piuttosto una pratica anche occidentale di controllo della sessualità della donna? Quale rapporto c’è tra la tendenza della componente maschile a stabilire delle forme di controllo del corpo femminile, della sua sessualità e queste pratiche? Qual è il rapporto tra le Mgf e le moderne pratiche di manipolazione del corpo femminile? Quale efficacia ha avuto la lotta delle donne negli organismi internazionali e nei paesi africani? Di quale legislazione e di quali strumenti giuridici si sono dotati questi ultimi per contrastare la pratica delle Mgf? Quali sono l’efficacia e le caratteristiche della legge italiana sulle Mgf e i rapporti con la legislazione generale relativa all’emigrazione? A tali domande risponde in modo documentato e puntuale questo volume. Federica Botti è assegnista di ricerca presso la cattedra Diritto Ecclesiastico della Facoltà di Giurisprudenza, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna e Dottore di ricerca in Bioetica.
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Tordini Cagli, Silvia. Principio di autodeterminazione e consenso dell'avente diritto. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg238.

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Abstract:
La tematica del consenso dell’avente diritto viene affrontata con particolare riferimento al fondamento, alla collocazione sistematica e ai limiti di efficacia di questo istituto, attraverso un percorso che coinvolge profili di diritto costituzionale, di filosofia morale e di criminologia, oltre, che, naturalmente, più prettamente penalistici. Il riconoscimento di una rilevanza alla volontà della vittima nell’ambito dell’ordinamento penale non è un dato di immediata evidenza, essendo il diritto penale ramo del diritto pubblico caratterizzato da un rapporto di subordinazione del singolo allo Stato; ciononostante il consenso ha sempre avuto un ruolo nella determinazione della responsabilità penale. Negli attuali ordinamenti democratici, soprattutto con l’entrata in vigore delle Costituzioni repubblicane, si riscontra una tendenza ad una sempre maggiore valorizzazione della libertà di autodeterminazione del soggetto in relazione alla gestione dei propri beni e/o diritti. Affrontare la questione del fondamento del consenso dell’avente diritto e della sua efficacia nell’ambito del diritto penale significa interrogarsi sul fondamento e sui limiti del diritto di autodeterminazione, essenza del consenso stesso. Poter individuare un fondamento costituzionale del diritto di autodeterminazione significa, oggi, garantire la massima estensione al consenso dell’avente diritto. È in questa ottica che si snoda il percorso di approfondimento seguito dall’autrice, al fine di ampliare l’alveo dei diritti disponibili, con un rifiuto netto del principio del c.d. paternalismo (forte) quale criterio di legittimazione dell’intervento penale e negazione, dunque, della legittimità di una tutela (penale) dell’individuo "da se stesso". Silvia Tordini Cagli è attualmente ricercatore di Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna. È altresì titolare dell’insegnamento di Diritto penale generale e del lavoro nell’ambito del corso di laurea per Consulente del lavoro. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Parma ed è stata titolare di assegno di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Bologna. Tra le sue pubblicazioni si segnala: "Peculato e malversazione", voce in Digesto delle discipline penalistiche , vol. IX, Torino, 1995, 334 ss.; Condotta della vittima ed analisi del reato , in "Rivista italiana di diritto e procedura penale", 2000, 3, 1148 ss.; "La rilevanza penale dell’eutanasia tra indisponibilità della vita e principio di autodeterminazione", in Nuove esigenze di tutela nell’ambito dei reati contro la persona , a cura di S. Canestrari e G. Fornasari, Bologna, 2001; "Delitto preterintenzionale e principio di colpevolezza", in Casi e materiali di diritto penale , Parte generale, vol. I, a cura di A. Cadoppi, S. Canestrari, Milano, 2002; "Accanimento terapeutico o eutanasia neonatale?", in Medicina, bioetica e diritto , a cura di P. Funghi e F. Giunta, Pisa, 2005, 265 ss.; "Consenso dell’avente diritto", voce in Il Diritto , Enc. Giur. del Sole 24 ore, 2007, vol. III.
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Scharpf, Fritz W. Governare l'Europa: Legittimit a democratica ed efficacia delle politiche nel'Unione Europea (Studi e ricerche). Il Mulino, 1999.

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Parisini, Laura. Notus in arte sua. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/disciant7.

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Abstract:
Il saggio approfondisce alcuni aspetti peculiari della documentazione epigrafica urbana relativa ai mestieri del lusso, che, soprattutto nell’ultimo ventennio, si è rivelata una fonte preziosa per ricostruire la fisionomia del mercato esclusivo di Roma tra la fine della Repubblica e l’Alto Impero. Tuttavia, a prescindere dal suo significato economico e prosopografico, l’epigrafia dei professionisti del lusso è innanzitutto un segno rivelatore della psicologia sociale di questa vastissima categoria di lavoratori urbani. Dalle iscrizioni, che ricordano principalmente artifices e negotiatores di estrazione libertina, ma anche alcuni individui liberi di nascita, accanto all’irrinunciabile orgoglio di classe emergono infatti evidenti tracce di un condizionamento mentale derivato dai contatti con l’ideologia aristocratica, ostile e diffidente, se non addirittura sprezzante, nei confronti delle occupazioni e di chi le praticava. L’epigrafia dei mestieri del lusso si conferma dunque un efficace strumento per indagare la forma mentis dei ceti subalterni benestanti dell’antica Roma e il loro modo di rapportarsi alla società. Laura Parisini ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia Culture Civiltà presso l’Università di Bologna. I suoi interessi di studio riguardano principalmente la storia sociale e la storia delle professioni nel mondo romano, con particolare attenzione alle tematiche del lavoro femminile e del lavoro infantile. Ha inoltre collaborato con il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e con il Museo Civico di Modena per attività di ricerca in ambito epigrafico.
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Book chapters on the topic "Ricerca efficacia"

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Sadouni, Rachida. "What Really Works in Telecollaborative Pedagogy? A Case Study of an Algerian-Moldovan Project." In Studi e ricerche. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-529-2/004.

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Abstract:
This chapter presents and discusses an international telecollaborative text-writing and translation project conducted during the second semester of a translation course in 2017, 2018 and 2019. The participants were non-native intermediate students of French from universities in Algeria and Moldova. This paper firstly provides theoretical background on telecollaboration and its benefits for learners from different geographical, linguistic, and cultural contexts. Secondly, it analyses the challenges of telecollaborating via asynchronous and exolingual communication (email). To do this, I analyse student perspectives on the efficacy of the approach in the form of reports administered before and after the tellecollaborations. The chapter concludes that telecollaboration between learners from different backgrounds is difficult, but can succeed and remains an opportunity to develop linguistic, cultural and digital skills along with intercultural awareness. In the conclusions I give an overall evaluation of the case study, and suggestions for a future telecollaborative work.
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Condrat, Viorica. "Teaching Writing in EAP Contexts." In Studi e ricerche. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-227-7/034.

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Abstract:
Academic writing is a particular type of scholarly interaction which signals the writer’s affiliation to a specific discourse community. Developing academic writing skills should become a priority for higher education. This paper describes a small-scale study which investigates the role of blogging in developing academic writing skills in undergraduate students. Blogging is viewed as a platform where the scholarly interaction between members of the same discourse community can take place. The paper is based on the survey data and observation during the experiment conducted at Alecu Russo Balti State University of Moldova. It reports on how EFL students reacted to the use of blogs for academic writing tasks. The findings suggest that students seem to have a positive attitude to blogging pointing out to such benefits as: enhanced self-efficacy, awareness of the writing process, development of reader awareness, increased responsibility for the quality of the writing. We argue that blogging can yield significant improvement in undergraduate students’ academic writing.
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Conference papers on the topic "Ricerca efficacia"

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Blečić, Ivan, Arnaldo Cecchini, Maurizio Minchilli, and Valentina Talu. "Progettare la cittá di prossimitá per promuovere le "capacitá urbane" degli abitanti svantaggiati." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8001.

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Abstract:
La promozione della qualità della vita urbana passa necessariamente attraverso la costruzione di una città inclusiva, una città effettivamente "usabile" da tutti i suoi abitanti. Anche e soprattutto da chi, a causa di una qualche condizione (permanente o temporanea), si discosta dall'immagine dell'abitante-tipo adulto, maschio, sano, istruito, ricco e automunito e non é quindi "capace" (o non lo è pienamente) di accedere ai luoghi, ai servizi, alle opportunità e alle informazioni della città che sono progettate, organizzate e governate precisamente in funzione delle esigenze e dei desideri di questo abitante-tipo. Rilevanti sono in tal senso i progetti e le politiche che si concentrano soprattutto sulle periferie con l'intento di promuovere la qualità della vita urbana quotidiana degli abitanti . Accanto ai grandi (e costosi) interventi di riqualificazione, particolarmente utili sono le trasformazioni a scala di quartiere, le "micro" trasformazioni, perché sono in grado di migliorare concretamente l'usabilità di quella che può essere definita "città quotidiana e di prossimità", la città, cioè, che gli abitanti conoscono, "usano" (o "userebbero" se fosse effettivamente accessibile e usabile) e di cui possono prendersi cura. L'articolo cerca di mostrare perché è efficace e pertinente un approccio legato ad una dimensione "micro" degli interventi, anche attraverso il racconto di alcune esperienze sul campo condotte da Tamalacà, un gruppo di ricerca e azione del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica (DADU) dell'Università di Sassari. Upgrading the quality of urban life necessarily goes hand in hand with building up an inclusive city, a city actually “usable” by all its inhabitants. The kind of project that is important from this point of view will focus on the most marginal areas of the city. Alongside the large, costly urban redevelopment interventions, transformations on a neighbourhood scale and "micro" dimension are particularly useful. This article attempts to show why an approach involving intervention linked with a “micro” dimension is effective and pertinent, and also describes a significant experiment carried out by the action research group TaMaLaCà of the Department of Architecture Design and Planning - Architecture at Alghero (University of Sassari) in the town of Sassari.
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Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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Abstract:
I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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