Dissertations / Theses on the topic 'Ricerca con i bambini'
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Grassi, Elena. "Promuovere la salute attraverso l'educazione mediale: una ricerca quasi-sperimentale con bambini di 10 anni e i loro genitori." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423034.
Full textQuesta ricerca si colloca nell’ambito di studi denominato Health promoting media literacy education (Bergsma & Carney, 2008; Bergsma & Ferris, 2011) e affronta in particolare il tema della sana alimentazione dei bambini (Evans et al., 2006; Tanner et al. 2008). L’obiettivo della ricerca è indagare l’efficacia di un intervento di educazione mediale, svolto in ambito scolastico, sulla promozione del consumo di frutta e verdura, con lo scopo ultimo di prevenire l’obesità infantile. I partecipanti alla ricerca sono bambini italiani di 10 anni e i loro genitori. La ricerca utilizza un metodo misto, con un disegno quasi-sperimentale (un gruppo d’intervento – 27 bambini e uno dei loro genitori – e un gruppo di controllo – 33 bambini e uno dei loro genitori), integrato da un focus group, utilizzato come chiave interpretativa dei dati quantitativi. Il pre-test, post-test (dopo la conclusione dell’intervento) e delayed post-test (a tre mesi dalla conclusione dell’intervento) hanno misurato: con i bambini, consumo di frutta e verdura, motivazione, autoefficacia e supporto genitoriale percepito in relazione al consumo di frutta e verdura; con i genitori, motivazione e loro supporto all’assunzione di frutta e verdura da parte dei figli; inoltre, è stata rilevata la disponibilità e accessibilità di frutta e verdura a casa. Dopo la conclusione dell’intervento è stato condotto un focus group con i bambini del gruppo intervento, suddivisi in tre sottogruppi, durante il quale è stato chiesto loro di esprimere: concezioni e conoscenze sulla salute e sui media, abilità di analisi critica e di espressione, intenzioni di comportamento riguardo al consumo di frutta e verdura e opinioni in merito all’intervento stesso. L’intervento è durato 10 settimane ed è stato articolato in 12 sessioni così scandite: educazione alla salute; alfabetizzazione mediale; laboratorio, durante il quale i bambini sono stati impegnati nella produzione di affiche, newsletter e uno spot per la tv su frutta e verdura, che hanno avuto come target i loro genitori. Per verificare l’effetto dell’intervento sul cambiamento delle variabili indagate è stato utilizzato il T-test per campioni indipendenti. L’intervento è risultato efficace, incidendo sull’aumento del consumo di frutta e verdura da parte dei bambini (p<.05) e su tutte le determinanti psicosociali (con valori di p compresi tra 0.00 e 0.04) sia al post-test sia al delayed post-test. I genitori hanno riportato un aumento del supporto emotivo (p<.05) al delayed post-test. E’ stata eseguita l’analisi del contenuto del focus group, procedendo alla determinazione di codici e famiglie di codici. La relazione tra famiglie è stata esaminata con l’analisi delle co-occorrenze, dalla quale è emerso che l’abilità di espressione – una delle principali abilità stimolate dall’educazione mediale con approccio production – si trova al centro della rete di relazioni tra la maggior parte dei costrutti teorici indagati. Questi risultati indicano che l’intervento di educazionale mediale per la promozione della salute può essere un innovativo e promettente approccio metodologico per promuovere la sana alimentazione dei bambini
Serbati, Sara. "Valutare per meglio intervenire. Ricerca sugli esiti degli interventi educativi domiciliari con bambini e famiglie vulnerabili nell'Azienda ULSS di Belluno." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422018.
Full textNell’attuale contesto di crisi economica una quota sempre più ridotta di risorse è impegnata nella promozione del benessere dei bambini e delle famiglie vulnerabili che afferiscono ai servizi sociali. Da qui nasce l’esigenza di legittimazione delle risorse investite che ha portato la Conferenza dei Sindaci dell’A.Ulss n. 1 di Belluno e il Consorzio di Cooperative Sociali S.A.C.S. di Belluno a richiedere per il triennio 2008‐2010 un percorso di sperimentazione di metodi e strumenti per la valutazione di esito degli interventi educativi domiciliari a favore di bambini e famiglie vulnerabili, risorsa fondamentale dei servizi territoriali del Bellunese. La ricerca si è focalizzata sull’attività di 13 educatrici che nel periodo di sperimentazione hanno svolto interventi educativi domiciliari. La ricerca ha previsto la definizione condivisa degli strumenti per la verifica degli esiti e la progettazione degli interventi che sono stati utilizzati in tre momenti temporali successivi (maggio 2009, dicembre 2009, maggio 2010) dalle educatrici e dagli altri operatori dei 10 servizi coinvolti che le hanno affiancate. Le conoscenze che è possibile ottenere grazie alla valutazione dell’efficacia degli interventi offrono la possibilità di fondare i processi decisionali e programmatori di attività e servizi da mettere in campo sulla base di contributi informativi documentati e trasparenti. Con tali propositi, la ricerca ha avuto la possibilità di rispondere alle problematiche poste dai soggetti interessati (operatori e amministratori politici), realizzando il criterio di pertinenza sociale della ricerca e attendendo alla produzione di conoscenza utile a quanti operano sul territorio. La pertinenza sociale della ricerca non ha riguardato solo l’analisi del grado di conseguimento degli obiettivi nell’utilizzazione delle risorse, ma ha investito anche in una funzione emancipatrice delle pratiche degli operatori che hanno partecipato alla ricerca. Ci si è posti, dunque, nell’ottica di una valutazione che consentisse di apprendere dall’esperienza, attraverso l’assunzione di un approccio partecipativo che ha attribuito importanza agli operatori dei servizi. La costruzione partecipata del percorso valutativo ha posto i soggetti nelle condizioni di vagliare le proprie pratiche, avviando un processo di riflessione che ha condotto ad un percorso di apprendimento e di miglioramento delle pratiche in atto. La ricerca ha assunto una funzione modificatrice del contesto attraverso una “latenza formativa”, che ha promosso processi di cambiamento e ha portato all’acquisizione di nuove competenze da parte dei professionisti coinvolti (Bove, 2009; De Ambrogio, 2004; Santelli Beccegato, Varisco, 2000; Patton, 1998; Weiss, 1998). Attraverso l’ascolto e la raccolta sistematica dei punti di vista e dei bisogni degli operatori sociali partecipanti alla ricerca, il percorso valutativo ha inteso rispondere a due esigenze specifiche di apprendimento, l’una metodologica, l’altra contenutistica: - l’esigenza di definire con precisione percorsi e modalità di progettazione e di valutazione dell’efficacia degli interventi educativi; - l’esigenza di orientare i contenuti del lavoro educativo domiciliare con i bambini e le famiglie vulnerabili verso una maggiore valorizzazione della dimensione relazionale e dell’empowerment per le famiglie. Al termine del percorso sperimentale, la ricerca ha poi impiegato “il materiale raccolto per svilupparlo in conoscenza scientifica” (Cadei, 2008, p. 48), inserendo tutti i dati disponibili all’interno di una cornice teorica più ampia, anche alla luce dei risultati espressi dalla letteratura internazionale sull’efficacia degli interventi. Tale cornice, individuata nel modello ecologico dello sviluppo umano di Bronfenbrenner (1979, 2005), ha consentito di porre in relazione e in comunicazione tutti i risultati raccolti all’interno di una lettura complessiva che ha permesso di dare una spiegazione unitaria di ciò che sembra aver influenzato gli esiti.
Pereira, Rachel Freitas. "As crianças bem pequenas na produção de suas culturas." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2011. http://hdl.handle.net/10183/28813.
Full textA presente dissertação centra-se no estudo das relações que as crianças bem pequenas, com idade entre um ano e meio a dois anos e meio estabelecem entre si. O objetivo é analisar os processos de organização de um grupo de vinte crianças do berçário II, de uma Escola Municipal de Educação Infantil de Porto Alegre. Busca-se compreender a complexidade de suas dinâmicas interativas, e identificar de que forma elas criam uma organização e produzem uma cultura infantil entre elas. O referencial teórico-metodológico que subsidia a investigação é a perspectiva da Sociologia da Infância, em uma abordagem socioantropológica, e também a perspectiva da Psicologia cultural de Barbara Rogoff. Minha pretensão é contemplar as contribuições teóricas que tomam como base a agência desses sujeitos nas relações sociais. Trata-se de uma pesquisa de cunho etnográfico com e não sobre crianças. A partir de observações participativas estruturei o material empírico da seguinte forma: 1) anotações em diário de campo; 2) registro fotográfico; 3) registro em vídeo gravação do cotidiano das crianças; 4) transcrição dos vídeos; 5) microanálise dos vídeos, ao extraí-los em fotografias seqüenciadas; 6) triangulação dos dados: diários, fotografias e vídeos. As categorias de análise ressaltaram as ações que as crianças desenvolvem entre elas, como: as ações convidativas, de rejeição, de conflito, as ações (re)produtivas, as compartilhadas, a sozinhez, e as relações de amizade. Estas ações evidenciaram-se no cerne da organização dos grupos de pares do berçário II, os núcleos sociais de crianças, constituindo sua comunidade cultural, as culturas infantis, concebidas como formas singulares de significação e apreensão do mundo, as quais as crianças criam e compartilham nos seus grupos de pares (SARMENTO, 2003), não somente pela oralidade, mas através de outras formas tácitas de linguagem.
Carbonin, Claudia. "Il punto di vista dei bambini nei processi di affidamento familiare. Ricerca esplorativa con gli operatori dei servizi del Comune di Genova." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3426754.
Full textLa presente tesi di dottorato si propone di esplorare il contesto dei servizi per l’affidamento familiare in relazione alla partecipazione dei bambini ai progetti di affidamento familiare pensati per loro. Dare la possibilità ai bambini di esprimere il loro punto di vista sugli avvenimenti che li riguardano, prima che essere un diritto riconosciuto dalla Convenzione dei diritti del bambino (art.12 CRC 1989), è il presupposto della visione pedagogica contemporanea che vede il bambino “protagonista” (Cian, 1993) in grado di agire sul mondo che lo circonda e “costruttore” (Vygotskij, 1978) attivo delle sue conoscenze nel contesto a cui appartiene. Nell’ambito dei Servizi di Tutela e Protezione che si occupano dei bambini e delle loro famiglie in situazione di difficoltà, tale diritto sembra garantito con difficoltà in quanto risulta prevalere il mandato istituzionale focalizzato sulla funzione di “protezione”, che presuppone la capacità dell’adulto di sapere cosa è meglio per il bambino e decidere nel suo migliore interesse. Il presente progetto si sviluppa all’interno della prospettiva ecologica dello sviluppo umano (Bronfenbrenner 1979, 2005) e intende indagare quindi il tema del “punto di vista del bambino” in riferimento all’esperienza di affido etero-familiare che sta vivendo, al fine di evidenziare i possibili ambiti di riflessione e innovazione nelle pratiche di progettazione dell’intervento di affido familiare degli operatori dei servizi coinvolti. Il gruppo di indagine riguarda 16 operatori sociali e 8 bambini di età compresa tra i 5 e 10 anni e le loro famiglie che sono in carico presso i servizi del Comune di Genova, in quanto questo Comune è stato individuato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per sperimentare le Linee di Indirizzo Nazionali per l’Affido Familiare approvate il 25.10.2012. Assumendo un approccio prettamente qualitativo, attraverso il modello della Ricerca Formazione Intervento, l’indagine sarà condotta avvalendosi degli strumenti del Mosaic Approach (Clark, 2001,2005) che sono stati adattati alla tipologia del gruppo di indagine. Saranno, dunque, utilizzate tecniche visuali come l'uso della fotografia, la costruzione dell’album fotografico per raccogliere il punto di vista del bambino, che verrà in seguito integrato con quello degli adulti (famiglia d’origine, famiglia affidataria, operatori dei servizi di tutela sociale) attraverso interviste semistrutturate e focus group. La rassegna della letteratura ha riguardato l’approfondimento delle radici culturali, legislative, psicologiche e pedagogiche degli aspetti riguardanti l’ascolto e la partecipazione del minore alle decisioni che lo riguardano (Dame-Butler Sloss, 2001) all’interno dei servizi per i minori, e in particolare nei servizi territoriali tutela minori. La valutazione dell’esperienza di formazione prima e ricerca-intervento poi insieme agli operatori coinvolti, ha delineato gli aspetti pedagogici che sono al centro del dibattito europeo e internazionale sulla effettiva realizzazione del diritto di ascolto e partecipazione in particolare dei bambini inseriti nei percorsi di protezione e tutela e in affidamento familiare nello specifico; inoltre, ha prospettato interessanti sviluppi sulla dimensione organizzativa dei servizi coinvolti in cui gli operatori lavorano o con cui si interfacciano, come elemento determinante nel realizzare pratiche sistematiche e non occasionali che mettano al centro il punto di vista del bambino nelle decisioni che lo riguardano.
Polato, Enrica. "La lettura di un TIB (Tactile Illustrated Book) come contesto per l'espressione di domande da parte dei bambini con deficit visivo. Una ricerca esplorativa." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3425270.
Full textIl presente lavoro di dottorato trova la sua motivazione in una carenza e in un intento. La carenza (e, in certi Paesi, addirittura l’assenza) riguarda la disponibilità di TIB (Tactile Illustrated Books), cioè di libri tattilmente illustrati, pensati per bambini con deficit visivo in età prescolare. A tale carenza ha cercato di dare risposta il Gruppo internazionale di lavoro e di ricerca BiTiB (Baby infant Tactile illustrated Books), elaborando alcuni prototipi di libri. Uno di essi è stato affidato all’Università per essere valutato in alcuni aspetti, con l’obiettivo di ricevere dei feedback utili alla sua messa a punto, in vista di una pubblicazione in larga tiratura. L’intento della presente ricerca è, quindi, quello di contribuire al miglioramento qualitativo di questo prodotto editoriale (che si vorrebbe uscisse dalla nicchia dell’editoria speciale per diventare un libro “per tutti”), elaborando, inoltre, delle indicazioni operativo-didattiche per la sua lettura congiunta tra bambino e adulto (educatore o genitore). L’indicatore usato per la ricerca è rappresentato dalle domande formulate dai bambini con deficit visivo nel corso della lettura: pertanto, la presente ricerca esplora l’attività di lettura congiunta di un TIB tra adulto e bambino, intesa come contesto per l’esplicitazione di domande da parte del bambino stesso. La Prima Parte contestualizza la ricerca all’interno di una cornice più ampia, composta da riferimenti provenienti dalla letteratura scientifica, dalla legislazione ma anche da riflessioni espresse da professionisti che, quotidianamente, operano con i bambini ciechi e ipovedenti. Partendo da un’imprescindibile introduzione al deficit visivo, si è analizzato come la lettura e i libri concorrano all’alfabetizzazione emergente dei bambini ciechi ed ipovedenti, svolgendo un ruolo di mediatori cognitivi e affettivi. L’interessante tematica delle immagini mentali nei soggetti con deficit visivo introduce l’importanza della lettura di libri tattilmente illustrati, soprattutto se realizzata all’interno del formato transattivo della lettura congiunta tra adulto e bambino. Si giunge, quindi, al focus della ricerca, cioè la tematica (scarsamente indagata in letteratura) delle domande poste dai bambini, in generale, e dai bambini con deficit visivo, in particolare, nella consapevolezza che “non c’é introduzione migliore alla logica del bambino che lo studio delle sue domande spontanee (Piaget, 1958)”. Nella seconda parte vengono riportati gli esiti della ricerca, che ha coinvolto 33 bambini ciechi ed ipovedenti di età compresa tra i 2 e i 6 anni, i loro educatori e genitori nella lettura di un TIB, presso le sedi della Fondazione Hollman di Padova e Cannero Riviera. In primo luogo, sono state esplorate le differenze tra i sottogruppi determinati da alcune variabili del gruppo di riferimento (entità del deficit visivo, presenza o assenza del deficit aggiuntivo, sesso); tali differenze riguardano la percentuale di domande espresse e la loro distribuzione, nella successione delle riprese e nelle diverse categorie di contenuto (analisi per variabili). In secondo luogo, è stata realizzata un’analisi del contenuto relativa ad alcuni degli elementi presenti nel TIB (illustrazioni tattili, personaggio, scrittura in nero e in Braille…), anche al fine di restituire al Gruppo BiTiB e alla Casa Editrice Les Doigts Qui Rêvent alcune riflessioni, utili per la messa a punto del libro, in vista di una sua pubblicazione. I risultati dell’analisi per singole variabili evidenziano che i bambini appartenenti a sottogruppi più compromessi dai deficit (i ciechi rispetto agli ipovedenti, i bambini con deficit aggiuntivo rispetto a quelli senza deficit aggiuntivo) pongono percentuali di domande più alte dei bambini meno compromessi dai deficit (gli ipovedenti rispetto ai ciechi, i bambini senza deficit aggiuntivo rispetto a quelli con deficit aggiuntivo). Emerge, inoltre, che la rilettura del libro dopo sei mesi di intervallo riaccende il comportamento di domanda nei bambini appartenenti ai sottogruppi più compromessi dai deficit (i ciechi rispetto agli ipovedenti, i bambini con deficit aggiuntivo rispetto a quelli senza deficit aggiuntivo), ma non in quelli appartenenti ai sottogruppi meno compromessi dai deficit (gli ipovedenti rispetto ai ciechi, i bambini senza deficit aggiuntivo rispetto a quelli con deficit aggiuntivo). Infine, nell’analisi della distribuzione dei codici nelle categorie di contenuto, riscontriamo che i bambini più compromessi dal deficit visivo (ciechi) formulano percentuali di domande più alte dei bambini meno compromessi (ipovedenti), principalmente nelle categorie dell’Informazione e della Relazione. Considerando, invece, il deficit aggiuntivo, i bambini con deficit aggiuntivo formulano percentuali di domande più alte dei bambini senza deficit aggiuntivo, principalmente nelle categorie della Relazione e dell’Informazione. Un ulteriore approfondimento, ottenuto tramite l’incrocio delle due variabili “deficit visivo” e “deficit aggiuntivo”, ha evidenziato che la percentuale complessiva delle domande è risultata massima per i bambini ciechi senza deficit aggiuntivo, per poi diminuire nel sottogruppo dei bambini ipovedenti con deficit aggiuntivo, dei bambini ciechi con deficit aggiuntivo e, infine, dei bambini ipovedenti senza deficit aggiuntivo. L’analisi della distribuzione delle domande dei quattro sottogruppi, nelle quattro riprese, ci ha fatto ipotizzare che, in assenza di deficit aggiuntivo, il diverso livello di gravità del deficit visivo influisca sul numero di domande poste, ma non molto sulla loro distribuzione nelle quattro riprese; mentre, in presenza di deficit aggiuntivo, il diverso livello di deficit visivo influisca non tanto sul numero delle domande poste, quanto sulla loro distribuzione nelle quattro riprese. Dall’analisi per contenuti, sono emerse numerose indicazioni per la messa a punto del libro, destinate al Gruppo BiTiB e alla Casa Editrice Les Doigts Qui Rêvent: la principale è quella di ricercare sempre il massimo livello di corrispondenza tra gli aggettivi usati nel testo per definire i materiali di cui sono composte le immagini (“ruvido”, “freddo”, “che punge”) e la reale sensazione tattile da essi trasmessa ai bambini. Essi vanno coinvolti in prima persona in questa ricerca, dando loro modo di esprimere opinioni ed eventuali perplessità, anche tramite la formulazione di domande. In conclusione, dalla presente ricerca emerge il seguente intento: parafrasando la dichiarazione di Madrid 2002 , “niente libri tattili per i bambini con deficit visivo senza l’apporto dei bambini con deficit visivo”. Tale apporto può essere fornito anche tramite le domande, che rappresentano una preziosa modalità di partecipazione attiva del bambino alla lettura del TIB il quale, nella sua veste di mediatore, favorisce lo scambio relazionale con l’adulto.
DE, VITA ANASTASIA. "Frammenti di complessità dell'esistenza. Questioni di significato nell'infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23679.
Full textRIPAMONTI, DONATA ANTONELLA. "Bambini e tecnologie digitali:opportunità, rischi e prospettive di ricerca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/211648.
Full textAbstract The recent and massive spread of digital technologies has brought along radical changes in educational and training environments, triggering a growing debate on how and if such devices can/must become part of younger children’s everyday life, even though their use is already widespread in many households and educational frameworks. The present research unfolds within this scenery, it deals with the relationship between children below the age of three and digital technologies from a pedagogic perspective, and aims at investigating both touch technologies exploration and use experience in young children, and ideas, representations, and doubts of parents and educators about such phenomenon. The study method is based on the combination of educational qualitative research process (such as observation and focus groups) with data collecting and analysis tools typical of a quantitative approach (notably, questionnaires), according to the rationalist point of view of the research from which the mixed methods theory ensued. After starting a systematic review of the literature on this subject, the explorative stage of the research started with the creation of a series of focus groups with parents and educators operating within educational services for early childhood, in order to investigate the adult’s representations regarding the exposure of children below 3 years of age to touch devices and, at the same time, to formulate questions for a questionnaire to be handed out to parents. The data collected proved that Italian children as well access digital devices at a very young age and the use of technology increases with age. As regards their using habits of touch-screen media, questionnaires revealed that watching videos, mostly cartoons, is the predominant activity, followed by listening to music and using apps devised to teach them: colors, shapes, alphabet letters, or leisure apps such as puzzle and memory games. The parents seem barely prepared to select the digital contents accessible to their children, loosely directing towards free apps or those advertised as “educational”, without questioning the real quality of the software. Only a minority declares lacking the necessary skills to make a reasoned choice, although acknowledging its importance. The data collected also highlight very diverse levels of awareness in the parents and the existence of habits that seem in partial contradiction with the worries they declared. It is amazing that, although many parents think that the early introduction of touch devices might increase the risks for the children’s psychical and physical health, cause addiction and affect their social relationships negatively, at least a part of them admits using technologies to calm and entertain the children starting from the first year of life, and increasing the habit with age. At the same time, a lot of parents, avoiding a superficial contraposition between favorable and contrary, prefer to maintain a mildly critic position towards their children’s digital mastering and declare a shared use of DT in their own households. Educators seem to be more aware and worried, questioning themselves over the role that educational services should take in the process of accompanying the children towards digital mastering and supporting the parents dealing with the fine-tuning of a balanced “digital diet”, necessary to “nourish” the digital natives, to enable them to exploit the DT potential while avoiding possible dangers arising from an excessive and indiscriminate use.
MORGANDI, TIZIANA. "Esperienze e processi di conoscenza dei bambini: un percorso di ricerca e formazione nei Centri per Bambini e Famiglie." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88068.
Full textSodi, Denise <1994>. "I pronomi clitici in bambini con DSL e bambini con DSA: l'uso in frasi semplici e in frasi complesse con verbi a ristrutturazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15178.
Full textPiras, Rita. "Lessico Psicologico nei testi narrativi e Attaccamento: una ricerca su bambini di età scolare." Doctoral thesis, La Sapienza, 2006. http://hdl.handle.net/11573/917246.
Full textRUGGERI, ELISA. "“Quanto sei felice della tua vita?”: Il benessere dei bambini attraverso una ricerca internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/946174.
Full textChinellato, Elena <1985>. ""OLTRE L'OPERA... IL PENSIERO DEI BAMBINI NELL'ARTE. Linee di ricerca di didattica costruttivista nelle sale del MART"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4084.
Full textSTEFANELLO, LAURA. "Dire è fare. Una ricerca sulle interazioni verbali tra insegnanti e bambini nella Scuola dell'Infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/50224.
Full textPASTORI, GIULIA GABRIELLA. "Bambini “fra due mondi”: idee e rappresentazioni di identità di educatrici di scuola dell’infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/48871.
Full textONNIVELLO, SARA. "La variabilità in bambini e adolescenti con sindrome di Down." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3448670.
Full textDown syndrome (DS) is characterized by a marked inter-individual variability on both the global and the domain-specific levels. The present dissertation explores the variability in the syndrome from different angles. Understanding the timing of developmental milestones facilitates intervention planning and the early detection of risk for co-occurring conditions. The normative timing for typically-developing children to acquire cognitive and communication skills has been established, but little is known about what happens in DS. The aims of Study I were: to provide foundational information on when infants with DS acquire cognitive and communication skills; to facilitate the early identification of infants at risk of concomitant developmental delays. 74 infants with DS (4-18 months) completed the Bayley Scales of Infant Development-III (BSID-III). Parents provided information regarding their infant’s developmental and family history. The percentages of the infants acquiring each skill were calculated within 2-month age bands for selected items from the cognitive and communication scales. For those failing to acquire a given skill within each age band, the rates of prematurity, heart defects, corrective heart surgery and significant illness were calculated. This study generated information for developing a timetable for the cognitive and language development of infants with DS. As they grow up, individuals with DS are generally predisposed to a pattern of relative developmental strengths and challenges, but a great deal of within-syndrome heterogeneity is also apparent. This prompted Study II, which aimed: to explore the overall developmental profile of infants with DS; to examine whether any heterogeneity is detectable already during infancy; to identify any associations with various health-related and environmental factors that might influence early skills acquisition. 54 infants with DS (3-17 months) completed the BSID-III. Parents provided information on their developmental and family history. Scores obtained on the BSID-III scales were analyzed to ascertain the developmental profile of the sample and to identify any different profiles using a clustering approach. Associations with chronological age (CA), prematurity, medical problems, therapies and mothers’ education level were also explored. At group level, expressive communication emerged as a relative strength and gross motor skills as a weakness. Two different developmental profiles emerged, one more and one less advanced developmentally, with infants in the first group being younger. Heterogeneity in individuals with DS was further explored in Study III, shifting the focus to childhood and adolescence. The goals of this study were: to explore the cognitive profile of children and adolescents with DS; to examine whether their inter-individual variability could be classified in terms of subgroups with different cognitive profiles; to investigate the association between cognitive profile(s) and developmental milestones, medical conditions, and parents’ education levels. 72 children/adolescents with DS (7-16 years old) were assessed with the Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence – III. Age-equivalent scores were adopted, and Verbal and Non-Verbal indexes were obtained. These scores were first analyzed to explore the cognitive profile of the whole group, then used for a cluster analysis. Considering the whole sample, similar scores in the verbal and non-verbal domains emerged, while cluster analysis identified three different profiles, the “Non-Verbal”, “Verbal” and “Homogeneous”. The first subgroup had the lowest scores and the typical DS profile; the second had intermediate scores and fared better on verbal tasks; the third, with the highest scores, fared equally well in the two domains. CA did not differ in these subgroups. Environmental variables seemed to have had a role in shaping the Verbal and Homogeneous profiles.
Pegoraro, Elena. "Famiglie e vita quotidiana in Veneto. Una ricerca sull'educazione di bambini da zero a sei anni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2007. http://hdl.handle.net/11577/3425548.
Full textGIUSTI, LORENZO. "SUPPORTARE I GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA: VALUTAZIONE E INTERVENTO CON VIDEO-FEEDBACK." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98838.
Full textPARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS ASSESSMENT AND VIDEOFEEDBACK INTERVENTION ARE HERE DISCUSSED IN RELATION TO CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE FIRST CHAPTER IS A PRESENTATION OF THE PICCOLO, A OBSERVATIONAL EMPIRICALLY VALIDATED TOOL TO EVALUATE PARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS IN THE FIRST YEARS OF CHILDREN. SUCH INSTRUMENT APPEARS FITTED TO BE IMPLEMENTED WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY IN A HOSPITAL OR HOME SETTING. THE SECOND CHAPTER IS THE ITALIAN ADAPATION OF PICCOLO IMPLEMENTED WITH 181 MOTHER-INFANTS DYADS. THE SAMPLE HAS BEEN RECRUITED IN DIFFERENT PART OF ITALY AND THE MOTHERS WERE ASKED TO INTERACT FOR 10 MINUTES WITH THE CHILD- THE RECORDING HAS BEEN CODED FOLLOWING THE INSTRUMENTS MANUAL AND AFTER A TRAINING IN CONNECTION WITH AMERICAN ORIGINAL AUTHORS. THE RESULTS SHOWS SOM WEAKNESS IN PSYCHOMETRIC VALUES FOR ITALIAN ADAPTATION. THE THIRD CHAPTER PRESENTS A SYSTEMATIC REVIEW INVESTIGATING THE USE OF VIDEOFEEBACK INTERVENTION WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE STATE OF ART OF SUCH METHOD IMPLMENTATION ARE DISCUSSED, AND THE DIFFERENT METHODOLOGIES ARE PRESENTED. FINALLY, THE ABC-D MODEL, A META THEORY TO GUIDE PARENTAL PSYCHOLOGICAL INTERVENTIONS IN THE CONTEXT OF NEURODEVELOPMTAL DISABILITY, IS DISCUSSED. THE ABC-D MODEL HAS BEEN CONCEPTUALIZED AS COMPOSED BY FOUR DIMENSIONS: AFFECT, BEHAVIOR, COGNITION, AND DISABILITY. IMPLICATIONS FOR PRACTICTIONERS AND RESEARCHERS ARE PRESENTED.
GIUSTI, LORENZO. "SUPPORTARE I GENITORI DI BAMBINI CON GRAVE DISABILITA’ NEUROEVOLUTIVA: VALUTAZIONE E INTERVENTO CON VIDEO-FEEDBACK." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98838.
Full textPARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS ASSESSMENT AND VIDEOFEEDBACK INTERVENTION ARE HERE DISCUSSED IN RELATION TO CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE FIRST CHAPTER IS A PRESENTATION OF THE PICCOLO, A OBSERVATIONAL EMPIRICALLY VALIDATED TOOL TO EVALUATE PARENTING INTERACTIVE BEHAVIORS IN THE FIRST YEARS OF CHILDREN. SUCH INSTRUMENT APPEARS FITTED TO BE IMPLEMENTED WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY IN A HOSPITAL OR HOME SETTING. THE SECOND CHAPTER IS THE ITALIAN ADAPATION OF PICCOLO IMPLEMENTED WITH 181 MOTHER-INFANTS DYADS. THE SAMPLE HAS BEEN RECRUITED IN DIFFERENT PART OF ITALY AND THE MOTHERS WERE ASKED TO INTERACT FOR 10 MINUTES WITH THE CHILD- THE RECORDING HAS BEEN CODED FOLLOWING THE INSTRUMENTS MANUAL AND AFTER A TRAINING IN CONNECTION WITH AMERICAN ORIGINAL AUTHORS. THE RESULTS SHOWS SOM WEAKNESS IN PSYCHOMETRIC VALUES FOR ITALIAN ADAPTATION. THE THIRD CHAPTER PRESENTS A SYSTEMATIC REVIEW INVESTIGATING THE USE OF VIDEOFEEBACK INTERVENTION WITH PARENTS OF CHILDREN WITH NEURODEVELOPMENTAL DISABILITY. THE STATE OF ART OF SUCH METHOD IMPLMENTATION ARE DISCUSSED, AND THE DIFFERENT METHODOLOGIES ARE PRESENTED. FINALLY, THE ABC-D MODEL, A META THEORY TO GUIDE PARENTAL PSYCHOLOGICAL INTERVENTIONS IN THE CONTEXT OF NEURODEVELOPMTAL DISABILITY, IS DISCUSSED. THE ABC-D MODEL HAS BEEN CONCEPTUALIZED AS COMPOSED BY FOUR DIMENSIONS: AFFECT, BEHAVIOR, COGNITION, AND DISABILITY. IMPLICATIONS FOR PRACTICTIONERS AND RESEARCHERS ARE PRESENTED.
Lisi, Federica <1990>. "Comprensione e produzione di frasi relative: un confronto tra bambini a sviluppo tipico e bambini con diagnosi di DSL." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9791.
Full textGardinale, Federica. "Traduzione automatica in simboli di libri per bambini con disabilità comunicative." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9817/.
Full textFasan, Elisabetta <1996>. "Leggere per, con e da bambini. L'importanza della lettura in età infantile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18246.
Full textMARTINAZZOLI, CATERINA. "Bambini con disabilità provenienti da contesti migratori: aspetti culturali, educativi e didattici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1027.
Full textPupils with disability coming from migratory backgrounds are frequently present in current, multi-ethnic and in constant changing society and school. Scientific attention to the phenomenon in Italy is still limited. The purpose of the work is to analyse educational and didactic aspects of this category of children, which are characterized by a double inclusion difficulty, through the understanding of migratory dynamics and cultural representations of health, illness and disability. Transcultural questions of migratory shock and different conceptions of health, illness and disability in the world and in foreign countries are addressed in this study with respect to the inclusion of pupils with disability and pupils coming from migratory backgrounds in Italy, for the purpose of focusing on “children with disability coming from migratory backgrounds”. An exploratory field research at schools in the province of Piacenza, with interviews to teachers and analysis of scholar documents, has allowed a practical understanding of the phenomenon. Theoretical and experimental research conducted support a trans-cultural special Education and Didactics approach, which considers children with disability coming from migratory background and their needs through a multidimensional view: both disability and different cultural belonging need to be addressed through a global and integrated action and method.
MARTINAZZOLI, CATERINA. "Bambini con disabilità provenienti da contesti migratori: aspetti culturali, educativi e didattici." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1027.
Full textPupils with disability coming from migratory backgrounds are frequently present in current, multi-ethnic and in constant changing society and school. Scientific attention to the phenomenon in Italy is still limited. The purpose of the work is to analyse educational and didactic aspects of this category of children, which are characterized by a double inclusion difficulty, through the understanding of migratory dynamics and cultural representations of health, illness and disability. Transcultural questions of migratory shock and different conceptions of health, illness and disability in the world and in foreign countries are addressed in this study with respect to the inclusion of pupils with disability and pupils coming from migratory backgrounds in Italy, for the purpose of focusing on “children with disability coming from migratory backgrounds”. An exploratory field research at schools in the province of Piacenza, with interviews to teachers and analysis of scholar documents, has allowed a practical understanding of the phenomenon. Theoretical and experimental research conducted support a trans-cultural special Education and Didactics approach, which considers children with disability coming from migratory background and their needs through a multidimensional view: both disability and different cultural belonging need to be addressed through a global and integrated action and method.
Grementieri, Serena. "Risorse genetiche animali: ricerca terminologica in collaborazione con la FAO." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10624/.
Full textDi, Pede Serena. "Ricerca di neutrini dal piano galattico con il telescopio ANTARES." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13413/.
Full textRIGAMONTI, ALESSANDRA. "Apprendere dai ritmi. Una ricerca composizionale con operatori dell’affido familiare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241181.
Full textFoster care is a complex and temporary process in which many actors (children, social workers, birthparents, foster families, social and health agencies, court) are involved, interacting and learning by their explicit and implicit temporalities intertwined with systemic, social and cultural dimensions. Thus, the concept of rhythm has been used in this work to illuminate the complexity, composition and coordination of these embodied and simultaneous processes. From a pedagogical view, this research will investigate rhythm, as an analytical and practical category in foster care: how does it affect and is affected by foster care processes? These research questions are aimed at outlining a theory/model of rhythm in foster care processes, apt to inspire useful and innovative professional training for professionals in foster care. A narrative, participatory and interpretative methodological framework guides the research. Semi-structured interviews with 18 researchers and professionals were used to explore their representations and the pertinence of the concept of rhythm in thinking about foster cares. A second study was based on a co-operative inquiry with 12 practitioners, aimed at illuminating the frames of meaning and implicit theories, as well as practical implications, regarding the temporal dimensions which may sustain, hinder or transform individual, relational and institutional rhythms. A main line of reflection from the analysis of data concerns the presence of antagonistic, contradictory, and complementary rhythms in foster care. These rhythmic polarities sustain the recognition of complexity, the composition and the overcoming of the opposing dimensions, towards the coordination of temporal dimensions and their effects in foster care.
MOLTENI, STEFANIA. "Creatività e comprensione delle emozioni. Studi empirici con bambini a sviluppo tipico e con disturbo dello spettro autistico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77220.
Full textCreativity is a multidimensional construct, not easy to define (Antonietti, Colombo & Pizzingrilli, 2011a, 2011b; Runco, 2008). It represents a psychological potential that each individual owns in different measures and a fundamental Life Skill for the well-being and the adaptation to the environment. Creativity and emotional competence - like the ability to understand, express and regulate emotions (Denham, 2006) - seem to be related to each other: especially fluidity (generating a great number of ideas) and flexibility (generating original ideas, different from each other) are linked to emotional competence and to self-esteem (Sanchez-Ruiz, Hernandez-Torrano, Pérez-González, Batey & Petrides, 2011; Hoffman & Russ, 2012) in children with typical development. Studies with children with atypical development highlight that children with autism spectrum disorder seem to show high creativity but they find some difficulties in using emotional competence. In particular, some specific traits of the autism disorder – like tendency toward perfection, focus on details and good memory (Happé & Vital, 2009) – seem to be particularly favorable for the development of creativity. However, research often focuses only on their deficit, not considering the potentialities that these children may have. With the aim to investigate the link between creativity and emotion comprehension in children with typical development and with autism spectrum disorder, two empirical studies have been carried out, assessing fluid intelligence, creativity and emotion comprehension. The first one involved about 400 children aged between 5 and 11, considering also the direct effect that some socio-demographic variables might have on the variation of creativity scores. Afterwards, attention was focused on a group of about 40 children with high-functioning autism and 40 children with typical development paired for gender and age. The first Study shows that, differently from fluid intelligence and emotion comprehension, creativity does not grow with age. Creativity and emotion comprehension show interesting correlations (fluidity and mental component: p<.05; flexibility and external component: p<.05; flexibility and mental component: p<.01; elaboration and mental/reflexive component: p<.05). An interesting interaction effect among the variables emerges, particularly in relation to fluidity and flexibility. The data suggest that the development of the two aspects is, in some way, related. The second study shows that children with autism produce elaborate and original ideas, but show a more rigid way of thinking (Fluidity: p<.05; Flexibility: p<.001) and significant difficulties in emotion comprehension. Among the three investigated aspects, interesting correlations emerged: emotion comprehension appears to be linked to fluidity (External component: p<.05, Mental component: p<.01, Reflexive component: p<.001), flexibility (External component: p<.05; Reflexive component: p<.05) and elaboration (Mental component: p<.01). In relation to these interesting findings, we propose an educational training for small groups of autistic children, focused on fluidity and flexibility, with the aim to increase emotion comprehension.
Guberti, Diletta. "Analisi quantitativa della competenza locomotoria in bambini con disturbo dello sviluppo della coordinazione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textFreddi, Egidio <1955>. "L’acquisizione dell'italiano come lingua seconda in bambini con adozione internazionale : una prospettiva linguistica." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4642.
Full textFranchin, Marta <1991>. "Con gli occhi dei bambini. La figura del bambino-protagonista nel romanzo contemporaneo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9701.
Full textZAMPINI, LAURA. "Fenomeni tipici e atipici nello sviluppo linguistico di bambini con sindrome di Down." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/39208.
Full textCAMIA, MICHELA. "Le abilità pragmatiche e la loro relazione con la Teoria della mente, le Funzioni Esecutive e la salute psicologica in bambini a sviluppo tipico, bambini con differenti disturbi del neurosviluppo e adulti con Disturbi Specifici di Apprendimento." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1236817.
Full textDespite the importance of the pragmatics skills in the interactions with other people and in the communicative exchanges, little research focused on these abilities and on their relationships with psychological well-being and other cognitive domains in typically developing (TD) children and in individuals with Specific Learning Disorders (SLD). Previous works focused mainly on pragmatic abilities in patients with neurological and psychiatric disorders, Autism Spectrum Disorder (ASD), Developmental Language Disorders (DLD) and Schizophrenia. In these clinical populations, the studies reported close relationships between pragmatic abilities and both quality of life (QoL) and behavioural problems. Surprisingly, the link between pragmatic skills and psychological health in TD children is still underinvestigated. Studying more in depth the relationships between pragmatics and psychological health in TD children appears as a central issue to better understand the child’s development and prevent later behavioural and emotional difficulties. Moreover, in Italy, the instruments for the identification of pragmatic difficulties in children are still limited and the discrimination between children with various language difficulties into different diagnostic profiles remains a major challenge in clinical settings. Regarding clinical populations, little is known about pragmatic abilities in individuals with (SLD). Studying pragmatic abilities and their relationships with other cognitive domains, i.e. Theory of Mind (ToM) and Executive functions (EFs) in patients with SLD could contribute to define their cognitive functioning and plan an effective support. Guided by this evidence, three studies were designed. Study 1 aimed at analysing the relationships between pragmatic abilities, school well-being and behavioural problems in a group of 66 TD children. The data collected suggested a strong relationship between pragmatic skills and both school well-being and children behavioural features. Study 2 evaluated and compared pragmatic skills in children with TD (n = 26) and with different neurodevelopmental disorders: ASD with good intellectual functioning (n = 19), SLD with associated DLD (n=23) and SLD without linguistic impairments (n = 21). The findings contributed to discriminate the pragmatic profile between these clinical populations. We investigated and confirmed the validity of the Children Communication Checklist (CCC-2) as screening measure for pragmatic skills as well. Study 3 assessed the pragmatic comprehension abilities in 26 young adults with SLD and in 30 adults from the general population. We studied the relationship between pragmatics, QoL, ToM and EFs as well. Our results showed that pragmatic abilities were compromised in young adults with SLD. In this clinical population we found also a link between pragmatic comprehension and ToM. Independently from the presence of SLD, pragmatics abilities were in relationship with QoL. Overall, this work contributes to shed light on the relationships between pragmatic abilities and other psychological and cognitive domains in both typically developing individuals and clinical samples, SLD in particular. Moreover, our data suggest that pragmatic difficulties should be considered as a possible risk factor for emotional and behavioural problems during development. Thus, an early identification of pragmatic difficulties, even in children without evident psychopathological symptoms, may prevent psychological problems that could occur later in the development. To date pragmatic abilities still appear underestimated and rarely evaluated in clinical settings. Our results highlight the importance of including the evaluation of these abilities in the clinical assessment of children and adults with SLD, in order to better define their cognitive profile and plan an intervention.
Dallo, Yuri <1984>. "Apprendere la lingua giapponese con i videogiochi. Una ricerca sul campo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2798.
Full textFinelli, Manuel <1972>. "Bambini di famiglie con il cancro: interazioni tra agency dell'infanzia e rotture biografiche eterovissute." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9224/1/MFinelli%20Phd%20Tesi.pdf.
Full textWhen cancer affects a relative in the household, the younger members tend to be marginalised within the family relationship system; this implies consequences on individual lives and the family emotional wellbeing. Testing this hypothesis, the research aimed to understand whether and how the involvement of children and adolescents in caring for family members in oncology treatments can represent a resource for the family. Since the design phase, the investigation was implemented in adopting a Grounded Theory approach tapping into the experiences of professionals questioned through semi-structured interviews which lead to focus a parallel literature review ranging from sociology of childhood, sociology of health and sociology of family. The review identified children’s agency (Favretto, Zaltron, Fucci:2017), along with semantics and experienced illnesses (Maturo:2007) as crucial concepts to understand cancer-related biographical disruptions (Bury:2001) through a narrative-based medicine approach (Kleinman:1988) adopted from child-centred point of view (Alanen and Mayall:2001, 2015). Based on these principles and concepts, 16 children and youth were consulted through in-depth interviews; their age ranging from 13 to 26 y.o., they all have had a family member suffering from cancer during their childhood and adolescence. The participants’ narratives were organised in five thematic frames: 1) attributions of meaning to a primary relative’s illness, 2) modalities and effects of shared biographical disruptions, 3) normalization processes implemented towards the oncological illnesses, 4) opportunities of participation in caring practices 5) perceptions of positive and negative effects of being involved as children/adolescents in the care of a family member. In harmonising theories from sociology of health and childhood studies, the paper sustains the worthiness of re-thinking and re-defining the interplay between children’s agency and family’s biographical disruptions. The combination of alternative models from usually separated disciplines offers an epistemological contribution in researching on intergenerational relationships within sociology of health and illness frameworks.
Personeni, Fabrizio. "Educazione, media e ricerca formativa: indagine esplorativa sui criteri produttivi e valutativi e sulla qualità dei cartoni animati rivolti all'infanzia e alla preadolescenza." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3422253.
Full textIl lavoro di ricerca, che si focalizza sul cartone animato, intende esplorare e mettere in luce la complessità del rapporto comunicativo tra case di produzione e bambini, indagando i criteri adottati per realizzare questo testo mediale, i criteri utilizzati per valutarlo e le diverse concezioni che portano a definirlo di qualità. Il lavoro si riconduce, da una parte, alla ricerca formativa, che promuove la collaborazione tra produttori e ricercatori durante le fasi di produzione e studia, in particolare, le dimensioni di appeal, attenzione e comprensione di un prodotto, indispensabili per guidare la fruizione ed ottenere un impatto formativo intenzionale sul pubblico, e dall’altra parte, ai principali studi internazionali sulla qualità televisiva, intesa come concetto multidimensionale e relazionale. L’obiettivo principale del lavoro è quello di contribuire a delineare un procedimento di ricerca indirizzato a realizzare prodotti audiovisivi che risultino contemporaneamente accattivanti per i bambini, di qualità e capaci di agire positivamente sul loro sviluppo, cercando di “mettere in dialogo”, sopratutto, produttori e fruitori, al fine di rilevare degli indicatori operativi che configurino delle “linee guida” per una produzione “educativamente orientata”. Sono state coinvolte nello studio sei categorie di soggetti: dieci case di produzione di cartoon italiane, dieci bambini della scuola dell’infanzia, dieci bambini della scuola primaria, i rispettivi genitori e dieci esperti del rapporto bambini-tv. Attraverso una metodologia qualitativa e utilizzando un’intervista semi-strutturata – appositamente realizzata e focalizzata sulle dimensioni fondamentali del testo mediale cartoon (contenuti, forma e funzione) e su quelle principalmente coinvolte nella sua elaborazione (attenzione, comprensione e appeal) – la ricerca indaga: i criteri produttivi impiegati dalle case di produzione per la realizzazione del cartone animato, i criteri valutativi adottati dai bambini nel processo di fruizione del cartoon, le opinioni degli esperti e dei genitori, rispettivamente, sui criteri produttivi e sui criteri valutativi, le concezioni di qualità relative ai cartoon delle categorie di soggetti coinvolti. Attraverso l’analisi testuale delle interviste effettuate, condotta con l’ausilio di Atlas.ti, si sono evidenziati gli aspetti più significativi esplicitati dai partecipanti alla ricerca rispetto alle dimensioni considerate, cercando di trovare analogie e differenze tra di essi e verificando l’efficacia di una circolarità tra criteri produttivi, criteri valutativi e concezioni di qualità, in grado di offrire spunti di riflessione e contributi inediti utili alla buona riuscita di questo prodotto mediale e alla delineazione di modelli di “ricerca formativa partecipativa”.
MARINO, MARIA GIULIA. "Strategie per il miglioramento della copertura vaccinale nei bambini con patologia cronica: il progetto V+." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/209157.
Full textCapobianco, micaela. "Gesti, parole e prime combinazioni nello sviluppo tipico e primo confronto con bambini nati pretermine." Doctoral thesis, La Sapienza, 2006. http://hdl.handle.net/11573/917232.
Full textBRAMBILLA, PAOLA. "Competenza pragmatica e comprensione delle emozioni. Training studies con bambini a sviluppo tipico e atipico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43781.
Full textBraga, Barbara <1991>. "Comprensione e produzione di frasi relative e di frasi passive: un confronto tra bambini a sviluppo tipico e bambini con diagnosi di DSA in età scolare." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9293.
Full textIus, Marco. "Traiettorie biografiche di piccole stelle. Una ricerca su resilienza ed educazione a partire da 21 storie di bambini nascosti durante la Shoah." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426439.
Full textNell’ultimo decennio, la ricerca educativa ha riconosciuto grande valore alla prospettiva della resilienza intesa come capacità di riprendere uno sviluppo di vita positivo a seguito dell'aver vissuto un evento traumatico che avrebbe potuto portare ad esiti negativi. Conoscere i fattori protettivi sembra essere molto importante per chi si occupa di processi educativi con l’obiettivo di sostenere e promuovere i processi di costruzione e sviluppo dell’identità, all’interno dei diversi contesti: famiglia, scuola, servizi, comunità locali. La resilienza sembra rivestire, oggi, particolare rilevanza nei confronti di quei bambini che vivono in una famiglia vulnerabile, o che hanno subito il trauma dell’allontanamento dalla famiglia di origine, temporaneo (affido in famiglia o in comunità) o definitivo (iter adottivo). Gli operatori che hanno inserito questo concetto all’interno della propria pratica, si interrogano, inoltre, sulla possibilità di valutare i processi resilienti e sugli strumenti utilizzabili per tale scopo. Studiando l’esperienza traumatica vissuta dai bambini durante la Shoah nella II Guerra Mondiale, abbiamo ipotizzato la presenza di alcune affinità tra l’esperienza di questi bambini, soprattutto i cosiddetti “bambini nascosti” e i bambini emigrati, e quella dei bambini attualmente allontanati dalla famiglia d’origine. Se da una parte siamo consapevoli che tale esperienze sono profondamente diverse, dall’altra riteniamo sia possibile imparare dalle storie di vita dei bambini sopravvissuti per aiutare i bambini oggi. L’obiettivo della nostra indagine è stato pertanto quello di effettuare l’analisi longitudinale di alcune storie di vita di bambini sopravvissuti alla Shoah per conoscere i fattori protettivi che hanno loro permesso di sviluppare resilienza, al fine di acquisire elementi utili alla promozione di positivi processi resilienti anche nei bambini che oggi vengono allontanati dalle loro famiglie d’origine. Le ipotesi iniziali consistevano nel ritenere che: - sia possibile incrementare la comprensione dei F.P. dello sviluppo umano attraverso l’analisi di biografie di persone resilienti, per acquisire elementi utili alla promozione della resilienza nelle situazioni di allontanamento dalla famiglia d’origine; - l’educazione possa imparare dalle storie di vita dei sopravvissuti resilienti; - esistano aspetti (assiologici, comportamentali, relazionali, cognitivi, sociali, affettivi) appartenenti alla cultura ebraica che contribuiscono alla capacità dei sopravvissuti di sviluppare resilienza; - esistano delle affinità tra le esperienze di separazione vissute dai bambini sopravvissuti e quelle dei bambini allontanati oggi dalla loro famiglia d'origine. Dal momento che eravamo interessati alla prospettiva soggettiva delle persone rispetto alla propria storia, la ricerca è stata condotta utilizzando un approccio narrativo biografico. Le unità di studio sono consistite nel materiale testuale relativo alle traiettorie biografiche di un gruppo di bambini sopravvissuti che hanno sviluppato resilienza raccolto attraverso 19 interviste semi-strutturate a bambini sopravvissuti, soprattutto bambini nascosti, 3 deportati, 1 rifugiato (raccolte presso United States Holocaust Memorial Museum, Washington D.C., Yad Vashem, Jerusalem, e in Italia) e 2 autobiografie pubblicate. Le interviste sono durate in media 1.30 h. Il centenuto del materiale testuale raccolto è stato codificato e analizzato attraverso il software Atlas.ti. I risultati non sono certamente generalizzabili, tuttavia sembrano portare un contributo riflessivo interessante riguardo al lavoro con i minori separati attualmente dalla loro famiglia d'origine, soprattutto in riferimento alla possibilità di mantenere appartenenze multiple e aiutare i bambini a integrare le identità plurali che emergono da esse, in modo unitario all'interno della propria storia.
Benini, Manuele. "Ricerca con mezzi geofisici del ramo 'perduto' dell'acquedotto romano a Casalecchio di Reno." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9466/.
Full textVecchiettini, Alex. "Alla ricerca di grafi di grandi dimensioni con diametro e grado massimo fissati." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5382/.
Full textMALACRIDA, LAURA. "RICOSTRUIRE IL PUZZLE DELLA PROPRIA STORIA Una ricerca partecipativa con le persone adottate." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75453.
Full textThis thesis, carried out under the mandate of CTA Milan, shows the results of a participatory research on the process of reconstruction of pre-adoptive history by Italian adult adoptees. According to the participatory model, four experts by experience were involved in a research group (steering group), and work in tandem with the researcher on all the research project. Integrating researcher’ s technical skills with experiential skills of co-researchers, we defined the research question and decided to use semi-structured interviews to collect data. Text analysis of the transcripts of the 16 interviews carried out, was also made in the steering group, according to the literature review and to the personal experience of co-researchers. The interviews analysis shows the whole complexity of the origins’ research process: what is the meaning of origins’ research in the view of adoptees; how Italian adoptees try to find the identity of their birth family; by whom they have been supported during this research process; the relationships with adoptive family, with other people who live adoptive experiences, with the Juvenile Court and social workers. With these results we could learn more about origins’ research and provide significant suggestions on how adopted people could be supported in their experience of research.
MALACRIDA, LAURA. "RICOSTRUIRE IL PUZZLE DELLA PROPRIA STORIA Una ricerca partecipativa con le persone adottate." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75453.
Full textThis thesis, carried out under the mandate of CTA Milan, shows the results of a participatory research on the process of reconstruction of pre-adoptive history by Italian adult adoptees. According to the participatory model, four experts by experience were involved in a research group (steering group), and work in tandem with the researcher on all the research project. Integrating researcher’ s technical skills with experiential skills of co-researchers, we defined the research question and decided to use semi-structured interviews to collect data. Text analysis of the transcripts of the 16 interviews carried out, was also made in the steering group, according to the literature review and to the personal experience of co-researchers. The interviews analysis shows the whole complexity of the origins’ research process: what is the meaning of origins’ research in the view of adoptees; how Italian adoptees try to find the identity of their birth family; by whom they have been supported during this research process; the relationships with adoptive family, with other people who live adoptive experiences, with the Juvenile Court and social workers. With these results we could learn more about origins’ research and provide significant suggestions on how adopted people could be supported in their experience of research.
Cuoco, Rosangela. "Docenti genitori e rappresentazioni della disabilità: una ricerca con l'ausilio dell'analisi del testo." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/279.
Full textL’integrazione scolastica della disabilità e l’intervento educativo, didattico e relazionale dei docenti è l’argomento del lavoro di tesi. Il lavoro è suddiviso in due parti: la prima rappresenta il radicamento teoretico ed epistemologico del progetto; la seconda parte concerne la ricerca sul campo vera e propria, presentata sul piano metodologico e degli strumenti, illustrando i dati e sviluppando alcune chiavi interpretative. All’interno di una panoramica sulla metodologia della ricerca educativa, è stato illustrato il metodo qualitativo e l’approccio narrativo-biografico, a partire dai quali è stata organizzata l’indagine euristica. In particolare, la rappresentazione sociale delle disabilità nei docenti e nei genitori di soggetti normodotati e di soggetti disabili è stata ottenuta analizza in alcune scuole dell’infanzia, elementari e secondarie di primo e secondo grado, partecipanti alla ricerca, un’analisi del testo basata sull’utilizzo del software “T-Lab”.[a cura dell’autore]
X n.s.
MORAES, ANTONIO JOSE DE. "ANALISI DELLE PREGHIERE EUCARISTICHE PER MESSA CON BAMBINI: A PARTIRE DALLA METODOLOGIA MISTAGOGICA DI CESARE GIRAUDO." PONTIFÍCIA UNIVERSIDADE CATÓLICA DO RIO DE JANEIRO, 2009. http://www.maxwell.vrac.puc-rio.br/Busca_etds.php?strSecao=resultado&nrSeq=31609@1.
Full textCONSELHO NACIONAL DE DESENVOLVIMENTO CIENTÍFICO E TECNOLÓGICO
L analisi delle Preghiere Eucaristiche per Messa con bambini, a partire dalla me-todologia mistagogica di Cesare Giraudo, mostra che la Anafora non è uma serie di piccole preghiere che precedono le parole della consacrazione e ad esse seguono, ma un testo unitario di composizione letterario-teologica che riflette una precisa teologia dell Eucaristia, la cui struttura è bipartita, com sezione anamnetico-celebrativa e sezione epicletica, avendo come matrice di origine la preghiera di alleanza vetero-testamentaria denominata todá, con le sue parti: prefazio, santo, post-santo nella prima parte e epiclesi sui doni, racconto istituzionale, anamnesi, epiclesi su quelli che ricevono la comunione, intercessioni e dossologia nella seconda parte. L analisi in questione identifica la corrispondenza delle due grandi sezioni di ogni preghiera di alleanza, secondo la tradizione vetero- testamentaria, e giudaica, insieme al flusso logico-teologico dei suoi nove elementi particolari. Questo studio dimostra che la domanda fondamentale di ogni preghiera eucarística é chiedere al Padre che invii il suo Spirito sui doni e sull assemblea, affinché per mezzo della comunione con i doni del pane e del vino, transustanziati nel corpo e sangue di Cristo, lo Spirito trasformi l assemblea nel corpo ecclesiale di Cristo. Trattandosi di Preghiera Eucaristica per Messa con bambini, la finalitá pedagogico-catechetica deve avere ben presente la dimensione mistagogica dell Anafora nell elaborasione della sua traduzione.
A análise das Orações Eucarísticas para missa com crianças, a partir da metodologia mistagógica de Cesare Giraudo, mostra que a anáfora não é uma série de pequenas orações que precedem as palavras da consagração e a elas se seguem, mas é um texto unitário de composição literário-teológica que reflete uma teologia precisa da eucaristia, cuja estrutura é bipartida, com seção anamnéticocelebrativa e seção epiclética, tendo como matriz de origem a oração de aliança vétero-testamentária denominada todá, com seus componentes: prefácio, santo, pós-santo na primeira parte e epiclese sobre os dons, relato institucional, anamnese, epiclese sobre os comungantes, intercessões e doxologia na segunda parte. A análise em questão identifica a correspondência teológica das duas grandes seções próprias de toda oração de aliança segundo a tradição vétero-testamentária e judaica, junta-mente com o fluxo lógico-teológico dos seus nove elementos particulares. Este estudo demonstra que o pedido fundamental de toda oração eucarística é suplicar ao Pai que envie seu Espírito sobre os dons e sobre a assembléia, para que, pela comunhão nos dons do pão e do vinho transubstanciados em corpo e sangue de Cristo, o Espírito transforme a assembléia em corpo eclesial de Cristo. Em se tratando de Oração Eucarística para missa com crianças, a finalidade pedagógico-catequética precisa ter bem presente a dimensão mistagógica da anáfora na elaboração de sua tradução.
Toffoli, Elena <1996>. "La produzione narrativa come strumento di valutazione e analisi linguistica in bambini monolingui con dislessia evolutiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18138.
Full textBERTOLONE, SILVIA. "José Ignacio Linazasoro e la ballena blanca : alla ricerca di un'architettura con sentido, progettare con la storia, per la città." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/11578/278735.
Full textRavaglia, Alex. "Chatbot per la memorizzazione e la ricerca di informazioni multimediali con indicizzazione semi-automatica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17022/.
Full textTURATI, MARIA. "GIOVANI CON DISABILITA' INTELLETTIVA E CO-PROGETTAZIONE DEI PERCORSI DI AIUTO. UNA RICERCA PARTECIPATIVA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135271.
Full textThe research explores the issue of the involvement of people with intellectual disabilities in planning social interventions for themselves. The research focuses on the participation experience of young people with intellectual disabilities (from 18 to 35 years) and on the social workers’ role: 42 young people with ID and 15 social workers participated in the focus groups conducted. The research was conducted by adopting the participatory approach: from the definition of the research questions to the return of the results, the research process was shared with three people with intellectual disabilities. The research reveals an in-depth and specific knowledge on the link between participation and self-determination in this field of social work. The data collection also highlighted the difficulties faced by young people with disabilities and social workers in the implementation of helping processes. Research results offer a contribution to the reflection on the methodological challenges proposed by the application of people with disabilities’ right to participate to social workers working in this field. The discussion of the results in the light of the literature on the subject allows to outline a change of approach to social work with people with intellectual disabilities, more focused on their intents and aspirations.