Academic literature on the topic 'Retroattività'

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Journal articles on the topic "Retroattività"

1

Mazza, Oliviero. "Introduzione ad un dibattito su "retroattività e 'legge Severino'"." Archivio penale, no. 1 (2014): 27–28. http://dx.doi.org/10.12871/97888674131572.

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2

Gambardella, Marco. ""Legge Severino" in materia di incandidabilità sopravvenuta e divieto di retroattività convenzionale (art.7 CEDU)." Archivio penale, no. 1 (2014): 94–102. http://dx.doi.org/10.12871/97888674131578.

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D'Ascola, V.Nico. "Alla ricerca di un diritto che non c'è. La presunta retroattività della "legge Severino", tra derive asistematiche e suggestioni moralistiche." Archivio penale, no. 1 (2014): 103–32. http://dx.doi.org/10.12871/97888674131579.

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4

Wołodkiewicz, Witold. "LEX RETRO NON AGIT. SFORMUŁOWANIE W POLSKIEJ DOKTRYNIE PRAWNICZEJ." Zeszyty Prawnicze 1 (January 27, 2017): 103. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2001.1.06.

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Abstract:
LEX RETRO NON AGIT. UN BROCARDO NELLA GIURISPRUDENZA POLACCAII problema della irretroattività della norma giuridica è stato trattato molto spesso nella dottrina giuridica generale e in quella romanistica. La regola lex retro non agit (che nella giurisprudenza e dottrina giuridica polacca esprime il principio délia irretroattività del diritto) è il brocardo latino il più spesso usato nella giurisprudenza polacca.Considerazioni a proposito del vigore délia norma giuridica nel tempo si incontrano nelle fond del diritto romano nelle varie epoche del suo sviluppo. Il problema délla retroattività délia legge fu affrontato già dai giuristi repubblicani. Fu toccato anche dai giuristi classici. La generalizzazione del principio secondo il quale la legge non deve retroagire, si trova peraltro in diverse costituzioni imperiali del Basso Impero. Il principio délia irretroattività del diritto compare più volte nella storia giuridica postgiustinianea.Nelle visioni dello Stato di diritto, sviluppate dai filosofi del Secolo dei Lumi il principio dell’irretroattività délia legge è stato trattato come un dogma fondamentale ed assoluto.II principio d’irretroattività è molto spesso enunciato nei codici contemporanei. E un elemento fondamentale della definizione classica del delitto penale, peró la dottrina e la pratica penale e costituzionale dopo la seconda guerra mondiale hanno cominciato, almeno in certa misura, ad allontanarsi dal principio d’irretroattività nel diritto penale. Questa tendenza fu stata già notata, a proposito del processo di Norimberga, dal Berger in un articolo del 1949. Le dichiarazioni e convenzioni internazionali sui crimini di guerra e contro l’umanità , hanno poi introdotto diverse eccezioni al principio dell’irretroattività della legge penale. Questi atti di diritto internazionale hanno tendenzialmente influenzato i sistemi nazionali di diritto costituzionale e penale (come esempio si puô citare l’art. 42 punto 1 della Costituzione polacca del 2 aprile 1997).II brocardo lex retro non agit non fu mai esplicitamente individuato eon queste parole, né ai tempi romani, né nella storia posteriore del diritto. Questa formulazione è infatti sconosciuta ai dizionari ed alle enciclopedie giuridiche in quasi tutta Europa al di fuori della Polonia.Nella romanistica polacca, l’autore che cita il brocardo lex retro non agit fu Stanisław Wróblewski (nel suo manuale di diritto romano, pubblicato nel 1916). E probabile che l’autorità del Wróblewski (a lungo professore di diritto romano a Cracovia, ed influente membro della Commissione di Codificazione polacca, chiamato spesso il „Papiniano polacco”) abbia influenzato la divulgazione del brocardo lex retro non agit nella dottrina e nella giurisprudenza polacca e radicato per conseguenza la persuasione della derivazione romanistica del concetto d’irretroattività del diritto, letteralmente cosi individuato, nell’odierna pratica giurisprudenziale polacca.
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5

Zampieri, Pier Paolo. "I costruttori di babele. quartieri marginali, outsider art e paesaggi retroattivi." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 106 (April 2015): 101–17. http://dx.doi.org/10.3280/sur2015-106008.

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6

Civelli, Gabriele. "La sentenza "Spinelli" sulla confisca di rpevenzione: resiste l'assimilazione alle misure di sicurezza, ai fini della retroattività della nuova disciplina normativa." Archivio penale, no. 1 (2015). http://dx.doi.org/10.12871/978886741544124.

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7

MORELLI, FRANCESCO. "Il nuovo requisito dell’“attualità” delle esigenze cautelari e le ordinanze emesse prima della legge n. 47 del 2015: un’ipotesi di retroattività favorevole della norma processuale penale." Archivio penale, no. 3 (2016). http://dx.doi.org/10.12871/978886741611018.

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8

"Lo Chassé-croisé della retroattivtà (in margine alla "Legge Severino"." Archivio penale, no. 1 (2014): 29–35. http://dx.doi.org/10.12871/97888674131573.

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9

"Diritto italiano. Minori." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (May 2011): 189–206. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001016.

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Abstract:
1. Corte di cassazione 3.2.2011 n. 2647 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - presupposto della eccezionalitŕ - esclusione - valutazione prognostica del danno - ammissibilitŕ.2. Consiglio di Stato 22.6.2010 n. 2919 - minore affidato a parenti - raggiungimento della maggiore etŕ - rilascio di permesso di soggiorno - irretroattivitŕ della legge n. 94/2009.3. Tribunale amministrativo regionale Campania - 16.12.2010 n. 27535 - minore non accompagnato non affidato - raggiungimento della maggiore etŕ - rilascio di permesso di soggiorno - diniego.4. Tribunale amministrativo regionale Lazio 11.2.2011 n. 1362 - minore non accompagnato - raggiungimento della maggiore etŕ - rilascio di permesso di soggiorno - irretroattivitŕ della legge n. 94/2009.NOTA di Lorenzo Miazzi, Minori non accompagnati: retroattivitŕ e irretroattivitŕ della riforma nei primi orientamenti della giurisprudenza amministrativa.5. Tribunale per i minorenni di Bari 16.2.2011 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - espulsione del genitore - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - accoglimento.NOTA di Claudio Cottatellucci, Dopo le Sezioni unite 21799/2010: primo impatto sulle pronunce di merito.RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA6. Corte d'appello di Torino 1.12.2010 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - minore quattordicenne nato in Italia - espulsione di uno dei genitori - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - sussistenza.7. Corte appello di Torino 15.12.2010 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - espulsione di uno dei genitori - esigenze di conservazione dei legami familiari - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - sussistenza - irrilevanza di precedenti condanne.8. Corte d'appello di Brescia 14.1.2011 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - espulsione di uno dei genitori - esigenze di conservazione dei legami familiari - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - sussistenza.9. Tribunale per i minorenni di Sassari 26.10.2010 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - espulsione del genitore - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - accoglimento del ricorso.10. Tribunale per i minorenni di Firenze 2.11.2010 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - espulsione del genitore - gravi motivi di salute del minore - accoglimento del ricorso.11. Tribunale per i minorenni di Milano 30.11.2010 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - espulsione di uno dei genitori - ricorso finalizzato a ottenere una regolarizzazione definitiva - rigetto della richiesta.12. Tribunale per i minorenni di Milano 3.12.2010 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - mancanza di radicamento sul territorio - espulsione di uno dei genitori - mancanza di pregiudizio - motivi di salute - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - sussistenza.13. Tribunale per i minorenni di Catania 22.12.2010 - autorizzazione ex art. 31 co. 3 - espulsione dei genitori - sradicamento dall'Italia, in alternativa, dell'intero nucleo familiare - gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico - sussistenza.14. Tribunale amministrativo regionale Piemonte - 10.2.2011 n. 130 - minore affidato o sottoposto a tutela - conversione del permesso di soggiorno - applicazione del nuovo art. 32 TU n. 286/98 - questione di legittimitŕ costituzionale.
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"Diritto italiano. Soggiorno." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 230–42. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002017.

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Abstract:
1. Consiglio di Stato Ad. Plen. 10.5.2011 n. 7 - regolarizzazione ex art. 1 ter l. 102/2009 - pregressa condanna ex art. 14, co. 5 ter TU n. 286/98 - non ostativitŕ della causa - contrasto con gli artt. 15 e 16 della direttiva 2008/115/CE (cd. direttiva rimpatri) - normativa europea direttamente applicabile - decisione della Corte di Giustizia del 28.4.2011 causa C-61/11 PPU El Dridi - non applicazione della normativa in contrasto da parte del giudice nazionale; abolitio criminis - retroattivitŕ ex art. 2 c.p. - effetti anche sui provvedimenti amministrativi - rapporto giuridici non definitivi - inapplicabilitŕ del principio tempus regit actum 2. Tribunale amministrativo regionale Emilia Romagna - 23.2.2010 n. 1339 - permesso di soggiorno - straniero soggiornante in Italia da 40 anni - attuale disagio sociale - persona sostenuta dai Servizi sociali - diniego di rinnovo del titolo per insufficienza reddituale - mancata valutazione del periodo di tempo trascorso, dei legami familiari e sociali - illegittimitŕ del diniego 3. Tribunale amministrativo regionale Lazio 3.11.2010 n. 33120 - permesso di soggiorno - procedimento per il suo rilascio - superamento del termine di conclusione del procedimento - silenzio della PA - illegittimitŕ - ordine giudiziale alla questura di provvedere; ritardo - risarcimento del danno - mancata allegazione probatoria - rigetto per genericitŕ della domanda 4. Tribunale amministrativo regionale Lombardia 1.2.2011 n. 325 - regolarizzazione - decorso del termine per la definizione del procedimento - silenzio della PA - ricorso avverso il silenzio - accoglimento per inutile decorso del termine; ostativitŕ delle condanne in capo al datore di lavoro - insussistenza; interesse giuridico anche del lavoratore all'informazione sull'esito del procedimento; ricorso avverso il silenzio - contestuale richiesta di risarcimento dei danni - necessitŕ di mutamento del rito processuale ex art. 117, co. 6 codice processo amministrativo 5. Tribunale amministrativo regionale Friuli Venezia Giulia 24.2.2011 n. 100 - regolarizzazione - ostativitŕ delle condanne ex artt. 380 e 381 c.p.c. - automatismo preclusivo - impossibilitŕ di valutare la lievitŕ o la gravitŕ del fattoreato e/o l'allarme sociale - sospetta illegittimitŕ costituzionale della norma per violazione dei principi di ragionevolezza, paritŕ di trattamento e adeguatezza - rinvio alla Corte costituzionaleRASSEGNA DI GIURISPRUDENZA6. Tribunale amministrativo regionale Emilia Romagna 25.5.2010 n. 211 - decreto flussi - nulla osta negato per asserita insufficienza reddituale del datore di lavoro - mancata valutazione del reddito attuale - illegittimitŕ; criteri di verifica della capacitŕ reddituale del datore di lavoro predeterminati dalla D.P.L. - procedimento di diniego di nulla osta - comunicazione preavviso di rigetto ex art. 10 bis l. 241/90 e s.m. - obbligo della PA di tenere conto dell'attivitŕ Partecipativa 7. Tribunale amministrativo regionale della Campania 19.1.2011 n. 362 - permesso CE per soggiornanti di lungo periodo - diniego per pregresse condanne ritenute automaticamente ostative - mancata valutazione della effettiva ed attuale pericolositŕ sociale e dei legami familiari - violazione della direttiva 2003/109/CE, dell'art. 8 CEDU e dell'art. 9 TU n. 286/98 - illegittimitŕ 8. Tribunale amministrativo regionale Sardegna 17.2.2011 n. 83 - permesso di soggiorno - diniego di rinnovo - mancata valutazione delle ragioni della mancata stipula del contratto di soggiorno con il richiedente la regolarizzazione - illegittimitŕ - omessa valutazione del principio che vieta di collegare la perdita del titolo di soggiorno alla perdita del lavoro
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Dissertations / Theses on the topic "Retroattività"

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Di, Martino Carla. "I limiti della retroattività legislativa non penale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2019. http://hdl.handle.net/10447/339905.

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Mariani, Elena <1990&gt. "Il rapporto tra irretroattività e retroattività nel diritto amministrativo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9364/1/mariani_elena_tesi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato si propone di verificare la sussistenza ed estensione del principio di irretroattività nell’ambito del diritto amministrativo, valevole con riferimento all’efficacia temporale tanto delle norme quanto dei provvedimenti amministrativi. L’esplicita previsione di un principio inderogabile di irretroattività soltanto in ambito penale induce ad interrogarsi sulla vigenza di un analogo divieto di retroattività degli atti anche in relazione ai rapporti pubblicistici, idonei a far sorgere in capo ai soggetti coinvolti interessi qualificati in ordine alla stabilità dei rapporti stessi. L’analisi svolta in relazione agli scarni riferimenti normativi in tema di irretroattività amministrativa ha condotto ad evidenziarne un profondo paradosso di base: la generale e tradizionale qualificazione della irretroattività quale valore fondamentale dello Stato di diritto, essenziale ai fini della piena realizzazione del principio di certezza del diritto, non ha infatti impedito il progressivo avanzamento del fenomeno retroattivo, ossia la proliferazione di fattispecie pubblicistiche i cui effetti retroattivi risultano ordinariamente ammessi da parte dell’ordinamento, in quanto idonei a garantire interessi meritevoli di tutela. L’esame delle principali categorie di retroattività “normativa” e “provvedimentale” ha fatto emergere, in assenza di chiare basi giuridiche sul tema, posizioni dottrinali e giurisprudenziali discordanti in ordine all’individuazione dei limiti opponibili a siffatti interventi manipolativi degli effetti temporali delle fattispecie esaminate. A fronte della vasta molteplicità di istituti tipicamente produttivi di effetti retrospettivi, in astratto idonei a determinare un ribaltamento della tradizionale concezione del rapporto tra irretroattività e retroattività come rapporto di regola ed eccezione, occorre interrogarsi sulla sussistenza di strumenti idonei a garantire la tutela della sfera giuridica degli amministrati, fra i quali è destinato ad assumere una posizione privilegiata il principio di tutela dell’affidamento, in ragione della sua idoneità a fungere non tanto da principio di cui tenere in considerazione ai fini del bilanciamento fra interessi contrapposti, quanto da parametro autonomo di valutazione della legittimità degli atti.
The principle of non-retroactivity represents one of the fundamental principles both in the Italian legal system and in the supranational one, which is the reason why legal acts produce their effects in the moment of their perfecting. Usually the phenomenon of retroactivity is an exception, which it realises only if certain requirements are satisfied. However, it is widely believed that the principle in question presents its most critical aspects in the field of administrative law, because it lacks a general provision regarding the principle of non-retroactivity. Moreover, the Italian Constitution protects its citizens against the retroactive effects of legal norms, even though only when it comes to the field of criminal law. This brought many European Member States’ jurisdictions to question the legal nature of the retroactivity phenomenon, in addition to its legal foundations in public law. It is fundamental to reflect on the weight and value of the interests at stake, both public and private, in order to provide national legislators and judges with useful criteria to balance conflicting views on the matter. This issue can be resolved by analysing to what extent the principle of legitimate expectations can be stretched.
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BOGA, VICTORIA ALLEGRA. "La retroattività nel sistema penale: prospettive di tutela dell'affidamento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/366466.

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Abstract:
Il consociato vanta nei confronti dello Stato un'aspettativa in ordine alla (tendenziale) stabilità delle scelte normative, che si ricollega alla tutela della sicurezza giuridica dei cittadini e alla calcolabilità delle scelte d’azione degli individui. Muovendo dal presupposto che la tutela di tale aspettativa è un elemento indispensabile dello Stato di diritto, nel presente elaborato si approfondiscono gli strumenti predisposti a difesa dell’affidamento, anche in considerazione dei mutamenti che hanno interessato il diritto penale post-moderno. Se, infatti, nell’ambito del diritto penale si è a lungo ritenuto che la tutela di tale aspettativa necessariamente passasse per il perseguimento dell’ideale – inizialmente ritenuto realizzabile – della certezza del diritto, gli studi più recenti consentono di abbandonare questa illusione. Il tempio di garanzie volte a perseguire l’ideale della certezza, individuate nel divieto di retroattività, nel principio di precisione e di tassatività, nonché nel divieto di applicazione analogica della norma penale, ha mostrato importanti cedimenti. La certezza del diritto è, infatti, messa in crisi dalla progressiva processualizzazione che ha interessato il sistema penale, da intendersi sia come aumento del ruolo del diritto processuale rispetto a quello sostanziale – che ha portato al superamento della sua concezione come servo muto per arrivare ad una sua qualificazione in termini di socio tiranno – sia come crescente aumento del ruolo del diritto giurisprudenziale a dispetto del diritto di produzione legislativa. Questi fattori hanno così messo in luce l’impossibilità di perseguire l’ideale della certezza del diritto. Tale maturata consapevolezza consente di far emergere la problematica della disciplina intertemporale del diritto processuale e del diritto giurisprudenziale nel sistema penale, tema, peraltro, di crescente interesse in considerazione dell’aumento del tasso di volatilità del diritto, sia in generale, sia nel settore penale. Il presente elaborato, dopo aver circoscritto l’ambito di interesse dello studio, ovverosia le modalità di tutela dell’affidamento rispetto alle modifiche legislative processuali e ai mutamenti giurisprudenziali, approfondisce gli strumenti di tutela elaborati negli altri settori dell’ordinamento. A differenza di quello penale, in tali ambiti la tutela dell’aspettativa della sicurezza giuridica è passata per elaborazioni proprie della dottrina, oltre che della giurisprudenza costituzionale, europea e convenzionale, in ragione della mancanza di una norma costituzionale che, analogamente a quanto accade con l’art. 25, co. 2, Cost. per la materia penale, assicurasse una tutela ex ante.
The citizen has an expectation towards the State regarding the stability of legislative choices. This legitimate expectation is linked to the protection of the legal security of citizens and the calculability of the choices of action of individuals. Assuming that the protection of this expectation is a fundamental element of the rule of law, this thesis examines in depth the instruments set up to defend this expectation, also considering the developments in post-modern criminal law. From a criminal law perspective it has long been assumed that the protection of such an expectation would necessarily be achieved by the ideal of legal certainty, which was initially considered feasible. However, recent studies have shown that this illusion should be discarded. The traditional legal guarantees (such as the ideal of certainty, the prohibition of retroactivity, the principle of precision and the prohibition of analogical application) have shown significant weaknesses. The principle of certainty of law is, in fact, threatened by the progressive processualisation of the criminal system, as well as by the case law. Furthermore, by virtue of the increasing rate of volatility of the law, this topic is of growing interest. Therefore, the present study deals with the instruments of protection developed in other fields of the legal system, in which the lack of a constitutional prohibition of ex post facto laws has led scholars as well as constitutional, European and conventional case law to find new routes to protect the legitimate expectations of the citizen.
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Riondato, Giulia. ""Favor" e suoi limiti nella successione di leggi penali nel tempo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427536.

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Abstract:
The dissertation discusses the subject of favor and its limitations in the different criminal statutes across time. We analyze the problem of the constitutional basis of favor in a new dimension, which takes into account important international and European developments in both statutory and case law. The Court of Justice of the European Communities held that the principle of the retroactive application of the more lenient penalty formed part of the constitutional traditions common to the member States (CJEC, May 3rd 2005, Berlusconi et al., joined cases C-387/02, C-391/02, C-403/02). The European Court of Human Rights established that Article 7 of the European Convention on Human Rights guarantees also the principle of retrospectiveness of the more lenient criminal law (ECHR, September 17th 2009, Scoppola v. Italy). Article 49 of the European Union’s Charter of Fundamental Rights, which entered into force with the Treaty of Lisbon on December 1st 2009, explicitly states the criminal favor. In light of international and European law, we critique doctrinal and Courts’ vision which considers the principle of equality as the basis of the principle of retrospectiveness of the more lenient criminal law. We explore the opportunity of a strengthening of favor at the national level, and at the same time its new limits, also taking into consideration the recent decisions of Italian Courts. These rulings, leveraging influences from European criminal doctrines, try to conform with a system for protecting fundamental rights which not only takes into consideration transnational law, but also enriches the system of criminal law sources with the case law.
La tesi affronta il tema del favor e dei suoi limiti nella successione delle leggi penali nel tempo, proponendo la questione del suo fondamento costituzionale in una nuova dimensione, segnata dagli importanti sviluppi normativi e giurisprudenziali che negli ultimi anni hanno caratterizzato il panorama internazionale ed europeo. La giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee ha qualificato la regola della retroattività della legge penale favorevole quale principio generale ricavabile dalle tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri (CGCE, 3 maggio 2005, Berlusconi et al., cause riunite C-387/02, C-391/02, C-403/02). La Corte europea dei diritti umani ha affermato che l’art. 7 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo consacra anche il principio di retroattività favorevole (CorteEDU, 17 settembre 2009, Scoppola c. Italia). L’art. 49 della Carta dei diritti fondamentali dell’uomo, entrato in vigore con il Trattato di Lisbona nel dicembre 2009, sancisce espressamente il favor penalistico. Alla luce del precipitato del diritto internazionale e del diritto dell’Unione europea, si sottopongono a vaglio critico le elaborazioni della dottrina e della giurisprudenza italiana, che fondano il principio di retroattività della lex mitior nel principio di eguaglianza. Si sperimenta la possibilità di un rafforzamento del ruolo del favor a livello nazionale e, al contempo, i suoi nuovi limiti, anche attraverso le recenti pronunce della giurisprudenza italiana, che sulla scorta delle acquisizioni provenienti dalla dottrina penalistica europea, tende ad adeguarsi ad un sistema di protezione dei diritti fondamentali che non solo non prescinde dal dato sovranazionale, ma anche ridetermina la concezione delle fonti del diritto penale, includendovi il diritto giurisprudenziale.
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Galante, Andrea [Verfasser], Gabriele [Akademischer Betreuer] Fornasari, Christoph [Akademischer Betreuer] Burchard, Anna Maria [Gutachter] Maugeri, and Giuseppe [Gutachter] Amarelli. "Fondamento e limiti del divieto di retroattività dei mutamenti giurisprudenziali sfavorevoli nel diritto penale / Andrea Galante ; Gutachter: Anna Maria Maugeri, Giuseppe Amarelli ; Gabriele Fornasari, Christoph Burchard." Frankfurt am Main : Universitätsbibliothek Johann Christian Senckenberg, 2020. http://d-nb.info/1217029206/34.

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Benvenuti, Mauro <1989&gt. "Il requisito di attualità della capacità contributiva (e i prelievi retroattivi)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5328.

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Abstract:
L'elaborato affronta il tema della retroattività in ambito tributario. Inizialmente si espone il concetto di retroattività in generale per poi passare alla contestualizzazione del principio nella materia tributaria. Si analizza quindi i limiti che la norma retroattiva trova nella disciplina arrivando così al focus della disamina: il requisito di attualità della capacità contributiva. Ci si sofferma in questo caso ad osservare come si sono evolute le posizioni della dottrina e della giurisprudenza sulla questione. Lo studio continua con l'analisi di altre fonti normative che regolamentano l'effetto temporale di una norma tributaria; prima fra tutte lo Statuto dei diritti del contribuente. Si evidenziano così punti di forza e perplessità rispetto allo Statuto.
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NARDI, VALERIE. "Successione di leggi penali e giudicato." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11570/3131892.

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Abstract:
Obiettivo della presente indagine è rendere conto della travagliata evoluzione che ha interessato la retroattività in mitius, da un lato, e la firmitas del giudicato, dall'altro. La ricerca muove dai presupposti applicativi e dalle più significative e dibattute questioni interpretative sorte con riferimento ai commi 2-4 dell'art. 2 c.p., per poi soffermarsi sull'individuazione del fondamento della lex mitior, dando atto del suo progressivo riconoscimento come principio fondamentale nella dimensione nazionale, europea ed internazionale. La seconda parte dello studio si concentra, invece, sul processo di progressiva erosione che ha coinvolto il principio di intangibilità del giudicato, per poi passare a esaminare le ragioni che storicamente hanno sorretto la prevalenza di questo sbarramento rispetto all'operatività della retroattività favorevole. In questa prospettiva, alla stregua di un'attenta opera di bilanciamento tra interessi contrapposti si procederà ad accertare se sia ancora legittima la prevalenza che il legislatore accorda al giudicato a fronte di modifiche favorevoli della disciplina o se, piuttosto - anche alla luce della nuova valenza che entrambi gli istituti rivestono nell'ordinamento - , non sarebbe auspicabile una revisione della vigente disciplina normativa in punto di successione di leggi.
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PAGANO, FABIO FRANCESCO. "Il principio del legittimo affidamento nella giurisprudenza nazionale e sovranazionale." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/873956.

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Abstract:
L’attività di ricerca condotta dal candidato ha ad oggetto il principio del legittimo affidamento e la sua tutela nei confronti dell’attività legislativa alla luce delle elaborazioni della dottrina e, soprattutto, della giurisprudenza costituzionale e sovranazionale. In particolare, la tesi si sofferma sulla salvaguardia delle posizioni di affidamento maturate dai singoli nei confronti di leggi retroattive in senso proprio o improprio potenzialmente lesive delle situazioni di vantaggio ormai consolidate in capo ai privati in forza della normativa pregressa ricostruendo criticamente gli orientamenti della Corte costituzionale mettendone in evidenza la distanza rispetto alla giurisprudenza della Corte di giustizia e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Nello specifico, la disamina condotta dal candidato affronta da prima il rapporto tra buona fede oggettiva e legittimo affidamento alla luce delle principali ricostruzioni della dottrina civilistica per poi soffermarsi sull’estensione dei principi in parola all’alveo dei rapporti pubblicistici. Al riguardo, l’Autore mette in evidenza come, nonostante alcuni elementi di prossimità, il principio di affidamento si atteggi diversamente nei confronti dell’attività legislativa e di quella amministrativa, sicché risultano difficilmente condivisibili le conclusioni cui è pervenuta la dottrina amministrativistica, in gran parte recepite dalla giurisprudenza amministrativa e incentrate sull’operatività del principio di buona fede oggettiva non solo nell’ambito dei rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione, ma anche in quelli tra i privati e l’esercizio dell’attività legislativa. Esclusa la possibilità che il principio di buona fede oggettiva, inteso quale principio costituzionale implicito, possa disciplinare i rapporti tra i cittadini e il legislatore, l’Autore si sofferma sulla ricerca del fondamento costituzionale del principio in parola al fine di ricostruire il parametro alla stregua del quale sindacare le leggi lesive dell’affidamento. Orbene, benché la giurisprudenza della Consulta, mediante una progressiva evoluzione, abbia individuato il referente costituzionale del principio di cui si discute nell’art. 3, comma 1, Cost., l’Autore mette in luce come l’affidamento trovi il proprio fondamento in una molteplicità di norme costituzionali optando in tal modo per una tutela sistemica dello stesso e non esclusivamente agganciata al principio di ragionevolezza. Ciò detto, dopo aver messo in evidenza la distinzione tra l’affidamento, continuità normativa e, soprattutto, certezza del diritto, il dott. Pagano si sofferma sulla diversa portata e configurazione dell’affidamento nell’ordinamento interno, in quello dell’Unione Europea e nel sistema della CEDU. Soprattutto, viene messo in luce come tanto la giurisprudenza della Corte di giustizia e quella della Corte di Strasburgo sovrappongano certezza del diritto e legittimo affidamento riconoscendo, almeno in astratto, un’estensione molto ampia al principio di cui si discetta dando origine ad una contrapposizione interpretativa che ha ad oggetto principalmente l’ammissibilità di leggi retroattive e, soprattutto, di interpretazione autentica. Le riflessioni del candidato si concentrano, poi, su una puntuale analisi della giurisprudenza costituzionale tesa ad individuare alcune figure sintomatiche di lesione dell’affidamento ad opera del legislatore in modo da evitare, quantomeno nei casi in cui ricorrano dette figure, di dover ricorrere a complesse operazioni di bilanciamento tra la situazione di vantaggio fatta valere dal singolo e le ragioni di interesse pubblico che inducono il legislatore a modificare la disciplina pregressa retroattivamente o anche solo pro futuro, ma incidendo su rapporti di durata sorti sotto la vigenza della precedente normativa. La seconda parte della ricerca si sofferma in modo più puntuale sul rapporto tra legittimo affidamento e alcune tipologie di leggi particolarmente idonee ad incidere su detto principio, ossia le già menzionate leggi interpretative e, più in generale, le leggi – provvedimento. In particolare, con riferimento a quest’ultime si mette in evidenza come, tra le molteplici tipologie di leggi provvedimentali, quelle in luogo o in sostituzione di provvedimento siano le più problematiche con riguardo all’affidamento e si suggerisce uno scrutinio di costituzionalità particolarmente attento ai profili di lesione del principio in parola pur nel contesto di una giurisprudenza costituzionale tradizionalmente incline a far salve le leggi - provvedimento. Parimenti si giudica cnon sospetto la possibilità che il giudice possa comunque, alla stregua della più recente giurisprudenza europea, disapplicare le leggi provvedimentali qualora l’ordinamento nazionale non fornisca un adeguata tutela avverso quest’ultime o quando risulti violato il diritto dell’UE. Infatti, in disparte dei profili di diffusione del sindacato di costituzionalità, che verrebbero ulteriormente ampliati, si dubita che lo strumento della disapplicazione possa risolvere delle antinomie tra una norma interna e un principio generale dell’Unione quale l’affidamento. Ne consegue la sola possibilità di impugnare la legge sostitutiva del provvedimento davanti alla Consulta facendo valere la lesione delle norme parametro che fondano il principio di cui si tratta. L’ultima parte della tesi è volta a dimostrare come vi sia una netta divaricazione tra la nozione di legge a livello europeo e sul piano interno e come ciò si rifletta sulla diversa estensione dell’affidamento. Nello specifico, nell’ambito dell’Unione si assiste ad una sovrapposizione tra legge e atto amministrativo che, in ragione di molteplici fattori, non ultimo l’influenza dello stesso diritto UE, si registra anche nel nostro ordinamento attraverso l’estensione all’attività legislativa, in un numero di casi sempre maggiore, di istituti e forme di partecipazione tradizionalmente appannaggio del diritto amministrativo. La conseguenza di una situazione di tal fatta è, evidentemente, la perdita della politicità della legge che viene sempre più trattata alla stregua di un qualsiasi atto del pubblico potere mettendo in crisi il principio democratico. Da ultimo, l’autore si sofferma sulla possibilità di riconoscere una tutela risarcitoria nei confronti del cittadino danneggiato da una legge lesiva dell’affidamento. Esclusa l’operatività di una qualsiasi forma di illecito costituzionale e l’applicazione della responsabilità del legislatore per la mancata attuazione del diritto europeo, l’Autore prospetta una residua responsabilità per l’adozione delle leggi sostitutive del provvedimento lesive dell’affidamento. Quest’ultime, quindi, in forza del principio di prevalenza della forma accolto nel nostro ordinamento rimarrebbero soggette al sindacato della Consulta quoad forma, mentre quanto al loro contenuto si atteggerebbero alla stregua provvedimento amministrativo del quale producono i medesimi effetti, sicché la lesione dell’affidamento così prodotta potrebbe essere risarcita sulla falsariga della lesione dell’interesse legittimo. Inoltre, potrebbero configurarsi, secondo l’Autore, delle forme di ristoro indennitario a carico dello Stato tutte quelle volte in cui, all’esito di un ragionevole bilanciamento, il legislatore sacrifichi legittimamente delle posizioni di affidamento. In tal caso, si potrebbe discorrere secondo quanto suggerito nella tesi di una forma di responsabilità del legislatore da atto lecito.
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Books on the topic "Retroattività"

1

Ciatti, Alessandro. Retroattività e contratto: Disciplina negoziale e successione di norme nel tempo. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2007.

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2

Teoria Della Retroattività Delle Leggi, Volume 2... (Italian Edition). Nabu Press, 2012.

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Book chapters on the topic "Retroattività"

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Fabian, Lorenzo. "Paleoalvei della laguna Scenari retroattivi per Venezia, verso un lago di acqua dolce." In La laguna di Venezia. Un grande magazzino di idee e di progetti, 61–76. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2sbm89c.8.

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