Dissertations / Theses on the topic 'RESTAURO ARCHITETTONICO E MONUMENTALE'

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1

Banzola, Angelo. "Casa Caldesi. Un'ipotesi di restauro per il complesso architettonico faentino." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8664/.

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Abstract:
Il Palazzo è un'architettura ben presente nell’immaginario collettivo soprattutto per il fatto che sia comunemente indicato come l’antica dimora dei Manfredi, signori della città. Tanto importante da sollevare sulla stampa locale periodiche ondate di indignazione per il suo stato di abbandono. Il recente studio di Lucio Donati dimostra come gli antichi proprietari fossero in realtà i Bazolini prima e i Viarani poi. A conclusione dell’articolo proponeva quindi di chiamare il fabbricato secondo il nome dei reali proprietari. In questa tesi ho deciso invece di chiamare il fabbricato con il nome di Casa Caldesi. Il precario stato di conservazione indica l’urgenza di un pronto intervento di restauro. Questa tesi propone una delle possibili ipotesi di progetto. Visto lo stato delle cose ho scelto un progetto di restauro che prevedesse una funzione mista residenziale e ad uffici. Mantenendo lungo via Manfredi le vetrine e quindi la funzione commerciale al dettaglio negli spazi che già una volta ospitavano i negozi. Il progetto si è soffermato in particolare nel disegno delle residenze. L’obiettivo di ripristinare i grandi ambienti decorati è stato rispettato attraverso un paziente lavoro di distribuzione capace di conservare e valorizzare la bellezza dei locali, senza perdere i requisiti di funzionalità e comodità adeguati alle moderne residenze. Questa scelta funzionale anche se può sembrare scontata e compatibile con un palazzo che da sempre è stata una residenza, presenta tuttavia alcune problematiche. L’ipotesi di restauro quindi si pone il problema di organizzare gli spazi del palazzo in appartamenti ed uffici, ripristinare la spazialità di tutti i grandi ambienti decorati e renderli compatibili con le esigenze abitative odierne.
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2

Sarti, Emanuele. "Restauro monumentale e nascita di una identità nazionale: il caso San Marino." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25204/.

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Abstract:
L’obiettivo di questa ricerca è stato quello di indagare quale sia la relazione tra gli interventi edilizi eseguiti nella Repubblica di San Marino, con particolare riguardo agli interventi di restauro, e il processo di costruzione dell’identità nazionale della Repubblica. La ricerca è partita dall’analisi dei restauri del Palazzo Pubblico di San Marino, realizzata per il corso di Teoria del restauro, indagato attraverso una ricerca bibliografica e archivistica. La ricerca qui proposta ha inizialmente proposto un breve resoconto sulla formazione dell’identità statale di San Marino partendo dalle prime tracce di associazione civile presente sul Monte Titano e ripercorrendo poi la vicenda storica fino a giungere alla conformazione definitiva del suo territorio, nel 1463; mentre sono stati individuati i passaggi storici attraverso i quali la Repubblica è giunta fino ai giorni nostri. La seconda parte riguarda l’analisi effettuata, Castello per Castello, indagando i passaggi attraverso i quali esso è stato associato alla Repubblica di San Marino. Un breve resoconto storico illustra le principali vicende dei singoli Castelli; la successiva analisi storico-architettonica di alcuni “edifici notevoli”, ha portato l’attenzione su alcune caratteristiche, degli edifici e degli interventi eseguiti. Sono stati suddivisi per categorie funzionali prendendo in esame i singoli interventi che li hanno riguardati. Nella terza parte si è andati ad analizzare le informazioni raccolte, tentando di individuare quali relazioni esistano tra gli interventi eseguiti sugli edifici e il percorso di costruzione dell’identità della Repubblica nelle varie fasi storiche tentando di comprendere legami, differenze, distanze, cause ed effetti tra i fenomeni delle due categorie di eventi.
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3

SALVALAGGIO, MATTEO. "Soluzioni integrate con componenti in legno per la protezione sismica del patrimonio architettonico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3460021.

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Abstract:
I campi dell’Ingegneria e del Recupero del patrimonio esistente hanno visto, negli ultimi anni, una crescita costante dell’attenzione verso le tematiche della protezione sismica e, nel contesto dei cambiamenti climatici in atto, della sostenibilità, vista l’ormai palese necessità di migliorare, da tale punto di vista, il panorama delle costruzioni e del costruito, sia in termini di materiali impiegati che di consumi. In tale contesto, le componenti costruttive in legno sono state rivalutate grazie alle loro ottime caratteristiche strutturali accompagnate da una massa ridotta, che le rendono idonee all’impiego in zone sismiche, e alla loro sostenibilità, sia in funzione della valutazione del ciclo di vita, che delle proprietà di isolamento termico. Tra queste, il cosiddetto Cross Laminated Timber (CLT) ha avuto un notevole successo, legato anche alla sua velocità di assemblaggio, che si basa su connessioni a secco in acciaio. Tuttavia, queste sono anche legate a possibili riduzioni del comfort acustico dell’edifico, il cui superamento viene in genere realizzato mediante l’interposizione di una guaina elastomerica isolante. L’attività di ricerca, sperimentale e numerica, presentata in questa tesi, riguarda l’implementazione di nuove soluzioni integrate in legno (CLT), da implementarsi sia nei sistemi di nuova costruzione che all’interno del patrimonio architettonico esistente. Il tema dell’integrazione ha una duplice valenza, sia dal punto di vista delle prestazioni (strutturali, energetiche, acustiche), che della eventuale collaborazione con altri sistemi esistenti. Le prestazioni delle connessioni, tradizionali e ad isolamento acustico, sono caratterizzate sperimentalmente a scala locale e a scala globale, mediante prove distruttive a taglio e prove di identificazione dinamica su campioni a scala di edificio reale. La calibrazione di modelli numerici su tali prove ha permesso di indagare l’interazione tra la scala locale ed il comportamento globale dell’edificio. A partire dalla caratterizzazione locale delle connessioni, è stato progettato un sistema di collegamento dissipativo, la cui efficacia è stata valutata mediante l’applicazione numerica ad una parete di riferimento da letteratura. La conoscenza acquisita circa le componenti in legno, e la loro simulazione, ha permesso di validare una metodologia per il recupero di edifici esistenti in muratura. Questa è basata sulla valutazione delle prestazioni integrate strutturali ed energetiche di pareti accoppiate legno-muratura e la loro estensione ad un edificio. Tale approccio è stato definito Nested Building ed applicato ad un edificio esistente in muratura del XVII secolo, la cosiddetta ‘Cattedra’ nella zona alpina veneta, oggetto di numerose trasformazioni ed interventi nel corso degli anni.
The research activities of Engineering and Restoration have recently moved towards the topics of seismic protection of buildings and selection of sustainable materials, from both hygrothermal performances (i.e., energy consumptions) and material points of view (e.g., Life Cycle Assessment). In such a contest, timber components have gained a renewed interest, thanks to their optimal structural characteristics per low mass, which make them suitable for seismic prone areas, and sustainability. Among these, Cross Laminated Timber (CLT) has a strong success in the construction market, mainly due to the dry assembling technique of such prefabricated panels, based on dry steel fasteners and brackets. Unfortunately, these are also related to possible reductions of acoustic comfort. To overcome it, insulation of joints is usually applied. The experimental and numerical research activity discussed in this Doctoral Thesis concerns the implementation of new timber-based integrated solutions, to be adopted in both new systems or built heritage. Integration theme concerns a double value, with reference to multiple performances addressed (structural, hygrothermal or acoustic) and potential embedment within other (existing) systems. Traditional and insulated connections have been characterized by junction-scale and building-scale specimens, through shear testing and dynamic identification, respectively. The updating of numerical model by mode parameters has led to the detection of joints influence on the overall behavior. Following, based on such local characterization, a yielding connection system has been designed, and its effectiveness assessed by pier-scale cyclic simulations. The acquired knowledge about timber (CLT) components and their simulation has led to the validation of a methodology for the refurbishment of masonry existing buildings. This is based on the assessment of integrated hygrothermal-structural performances of coupled CLT-masonry walls, and the further extension to a structural system. Such approach was named ‘Nested Building’ and applied to a masonry construction of XVII century, the so-called ‘Cattedra’ in the Italian Alpine region, which underwent various alterations during years.
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4

Volpato, Emmanuele <1994&gt. "Valorizzazione di un bene culturale architettonico: il caso di studio della Chiesa di S. Margherita a Treviso." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15278.

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Abstract:
Abstract La tesi intende prendere in esame gli aspetti storici e gestionali della chiesa di Santa Margherita a Treviso, edificio di culto dalla storia travagliata, in stato di completo abbandono dal 1997 al 2011, anno in cui il Ministero dei beni culturali e del turismo si prese carico della struttura intraprendendo una serie di lavori destinati al restauro e consolidamento strutturale dell’immobile, nonché ad ospitare la collezione Salce e offrire alla cittadinanza e agli studiosi spazi e opportunità per poter fruire di questo insigne patrimonio. Nell’analisi di questo caso, dopo aver ripercorso il passato e le vicende storiche più significative, ci si è concentrati sulla descrizione dei lavori già completati e di quelli in corso, da presentarsi presumibilmente entro il 2020. In primis verranno analizzati i vari interventi, realizzati per stralci, da un punto di vista tecnico-descrittivo e successivamente secondo una prospettiva economico gestionale. Verrà poi analizzato il percorso attraverso il quale il Ministero dei beni culturali e gli addetti ai lavori hanno deciso di investire nella valorizzazione della chiesa di Santa Margherita esplicando le motivazioni e i criteri che hanno portato alla scelta di un determinato progetto in funzione degli obiettivi preposti. Da ultimo si discuteranno le ricadute che il progetto di valorizzazione della chiesa potrà avere in termini di affluenza turistica e di entrate economiche per la città, e di vantaggi per i cittadini di Treviso.
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Pompili, Nicolò. "Conservazione e valorizzazione della chiesa di Santa Maria Nuova in Orciano (PU): eccellenza di scuola rinascimentale Toscana nelle Marche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tesi tratta la conservazione, il recupero e la valorizzazione della chiesa di Santa Maria Nuova di Orciano, una eccellenza di epoca rinascimentale toscana nelle Marche. Il portale attribuito al grande Raffaello, la chiesa opera dell’architetto fiorentino Baccio Pontelli e la torre malatestiana completata dal Terzi, senza dimenticare i pregevoli stucchi del Brandani all’interno di essa, fanno di questa opera un gioiello di inestimabile valore. Per questo il lavoro mira alla conservazione di tutte le parti della chiesa, sia esterne che interne, e al recupero e consolidamento della copertura, della torre e della vela campanaria al fine di salvaguardare la vita dell’opera e l’incolumità di chi ne usufruisce. L’attento lavoro di rilievo architettonico, la grande ricerca storica e lo studio metrologico e dimensionale del manufatto sono le basi fondamentali per procedere alla corretta progettazione tecnica che ha come scopo, appunto, la conservazione e la valorizzazione di un monumento storico tanto importante.
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BRUSCHI, GRETA. "Il calcestruzzo armato nel restauro architettonico in Italia : l'opera di Ferdinando Forlati tra le due guerre." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278691.

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Terenzi, Filippo. "Palazzo ducale di Sassuolo:unicum monumentale e paesaggistico. Prospettive per il restauro dei giardini e la valorizzazione del polo museale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
La tesi si propone l’obbiettivo di esporre una proposta progettuale e di valorizzazione sia monumentale che paesaggistica del complesso Palazzo Ducale di Sassuolo, rispettivamente del prospetto meridionale che si affaccia sul giardino e parco ducale. Il progetto della Delizia di Sassuolo, coordinato dal RUP Emanuela Storchi, Funzionario Architetto presso Soprintendenza, Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, è all’interno di un piano ancora più vasto chiamato ‘’Ducato Estense’’ promosso dal MiBACT e ha come principale obiettivo la valorizzazione del territorio compreso tra Emilia–Romagna e Garfagnana. A seguito della progressiva “erosione” del parco dovuta all’urbanizzazione ed industrializzazione del territorio, dopo una lunga parentesi novecentesca di gestione da parte prima del salumificio Bellentani, e poi da parte dell’Accademia Militare di Modena, che per l’esercizio delle proprie attività evidentemente ne precludeva l’accesso al pubblico, il complesso necessitava di diffusi interventi di restauro conservativo. La proposta, è l’obbiettivo di ampliare il percorso di visita nella manica meridionale del Palazzo e di restituire alla fruizione dei visitatori il fronte Sud, ripristinando il collegamento fisico oltre che visivo, che dal Cortile d’Onore attraverso i fornici, (attualmente tamponati e chiusi con infissi di recente fattura) permetteva di raggiungere la quota del parterre attraverso un sistema di terrazze e percorsi esterni e di traguardare dal palazzo Ducale, la Villa Belvedere mediante la concretizzazione del cannocchiale visivo costituito dal filare di pioppi. Il progetto dell’allestimento museografico si è avvalso dello studio di importanti esperienze analoghe italiane degli anni 50’, che rappresentano la lezione di metodo valida ancora oggi.
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Galeotti, Claudia. "Il "Palatium Novum" in Imola: Valorizzazione, restauro e miglioramento sismico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’oggetto della tesi è la parte del Palazzo Comunale di Imola detta Palazzo Nuovo. L’intendo è quello di promuovere una serie di interventi volti alla valorizzazione del palazzo, all'adeguamento normativo e al miglioramento sismico della struttura. Nella produzione della tesi si sono quindi succedute varie fasi partendo dalla ricerca storica che ha interessato l’intero Palazzo Comunale. Si è poi proseguito con analisi tematiche mirate a determinare le caratteristiche meccaniche, geometriche e tipologiche della fabbrica. Sono stati valutati gli orizzontamenti, gli allineamenti murari, l’IQM, l’IQCM. Parallelamente è stato individuato il quadro fessurativo delle strutture e il degrado delle superfici. È stato poi elaborato un progetto delle campagna di indagini diagnostiche prima di svolgere l’analisi del comportamento sismico e la valutazione dei cinematismi attivabili. In conclusione è stata elaborata una proposta di progetto che permette l’adeguamento dell’edificio alla normativa vigente e gli interventi per migliorarne il comportamento sismico.
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Mariani, Vanessa. "Trattamenti autopulenti a base di nano-biossido di titanio per le superfici lapidee del patrimonio architettonico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
L’inquinamento ambientale è una delle principali cause di degrado del patrimonio architettonico, soprattutto in ambito urbano, e negli ultimi decenni ha notevolmente accelerato il processo di deterioramento delle superfici lapidee. Al fine di ridurre la frequenza degli interventi di pulitura e restauro e minimizzarne i danni, la ricerca scientifica si è dedicata allo sviluppo di trattamenti innovativi. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è quello di fare il punto sulle conoscenze sinora raggiunte sui trattamenti autopulenti a base di nano-biossido di titanio e le applicazioni nel campo del restauro del patrimonio architettonico, mettendo in luce le potenzialità ma anche i problemi ancora irrisolti. Dopo una disamina delle principali caratteristiche e applicazioni del biossido di titanio, sono state esaminate diverse pubblicazioni, inerenti le sperimentazioni condotte negli ultimi decenni, circa i trattamenti autopulenti a base di nano-biossido di titanio da applicare sulle superfici lapidee del patrimonio architettonico. Sono state valutate anche le applicazioni in campo reale ed i possibili rischi legati all’uso delle nano-particelle sia per l’ambiente che per la salute.
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Masi, Margherita, Marta Ronzoni, and Marco Barzanti. "Il complesso monumentale di Canossa: studi e proposte per il consolidamento delle rovine del castello e la valorizzazione del suo contesto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La presente tesi si pone come obiettivo lo studio e la valorizzazione del complesso monumentale di Canossa, scena di importanti avvenimenti durante lo scontro politico della ‘lotta per le investiture’ tra Papato e Sacro Romano Impero. Il lungo periodo di studio della documentazione di archivio, condotto parallelamente alle diverse campagne di rilievo che hanno coinvolto la totalità della rupe e le rovine del castello, ha portato all’elaborazione di un quadro conoscitivo sviluppato in più ambiti. L’analisi maturata ha permesso di porre le basi per una proposta progettuale accorta e consapevole volta a valorizzare l’intorno della rupe e a consolidare gli antichi ruderi. Partendo dal contesto territoriale e paesaggistico in cui la rupe e il castello sono inseriti e tenendo conto della forte valenza storica del sito, il progetto intende esprimere la volontà di creare un nuovo sistema di percorrenze fruibile e di chiara lettura. Inoltre, le ipotesi di intervento per il consolidamento dei resti hanno l’obiettivo di rendere possibile la conservazione della materia storica per tramandare il manufatto e il suo forte valore identitario.
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Bergamini, Erica. "La Chiesa di San Possidonio (Mo) dopo il sisma 2012: problemi di consolidamento e ricerca di segni diacronici per la reintegrazione delle lacune." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La tesi analizza e risolve in termini strutturali ed architettonici la Chiesa di San Possidonio, colpita dal sisma del 2012. 1. Analisi e rilievi: ricerca storica per ricostruire le fasi costruttive; piano di saggi e indagini eseguiti per lo studio dei materiali e di dettaglio costruttivo, studio delle unità stratigrafiche, analisi dei fuori piombo, analisi del quadro fessurativo. 2-Progetto architettonico: si è voluto ragionare la ricostruzione in termini di ripristino dei volumi e materiali leggeri contemporanei. La forma è stata attentamente studiata per riprendere le proporzioni e portarle in “negativo” così da richiamare, seppur solo parzialmente, la mancanza dell’originale. I materiali leggeri sono stati scelti per infondere sicurezza nella popolazione, ormai segnata dagli eventi traumatici che ne hanno colpito più volte la memoria e per un miglioramento energetico. 3-Consolidamento strutturale: dopo un excursus normativo, si ha lo studio dei cinematismi attivati durante il sisma, attraverso le schede reluis e un confronto con dei modelli fem. Per finire il progetto di consolidamento delle murature, dei solai, delle volte, nonché ricostruzione delle stesse nelle parti mancanti, con materiale originale o ripristinando la volumetria con materiali leggeri, in funzione dei casi. La copertura lignea viene consolidata dove possibile e ricostruita, insieme al tiburio, ove crollata. Il campanile si prevede di consolidarlo con strutture interne verticali e trefoli esterni di contenimento nei corsi di malta. Questo sarà poi ricostruito riprendendo le linee originarie ma rendendo identificabile la ricostruzione attraverso elementi in negativo e materiali moderni. Il solaio interno alla chiesa, crollato per una superficie di 100 mq sarà ripristinato. La facciata riprenderà anch’essa le linee volumetriche originali eliminando i decori mancanti, e consolidando i pochi resti.
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Tamerlani, Silvia. "Il valore unitario dei portici nelle trasformazioni urbane di Bologna: "Avvertenze d'arte" per la loro valorizzazione e restauro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19675/.

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Abstract:
La tesi si pone l’obiettivo di indagare il ruolo del portico nella città, non come singolo episodio architettonico, bensì come bene culturale diffuso in maniera capillare. Si vuole sottolineare l’importanza del binomio portici e tessuto urbano, poiché spesso ci si limita a studiarne solo l’evoluzione dei metodi costruttivi e del linguaggio. Il susseguirsi di episodi porticati, indistintamente dalla propria ricchezza architettonica, definisce la forma della città ed eleva il tessuto edilizio a monumento, pertanto una distinzione tra emergenze architettoniche ed edilizia minore, in termini di valore, non risulta soltanto superflua, ma bensì fuorviante. Il valore del portico è intrinseco alla sua presenza e si incorrerebbe in una serie di disguidi ad affermare che sono gli edifici monumentali a dare valore alla città: Portici monumentali e seriali dialogano nel continuum dando vita ad un unicum che assume valore in quanto intero, non totale, come più volte affermato da Cesare Brandi. La ricerca in parallelo sull’evoluzione urbanistica della città e sull’origine e lo sviluppo dei portici, intrecciata con i dati relativi ai rilievi diretti delle sezioni stradali e dei casi studio, ha permesso la ricostruzione dello sviluppo del portico in relazione all’evoluzione del tessuto urbano nel corso dei secoli, individuando tre momenti ritenuti fondamentali: la diffusione dell’elemento porticato nelle città medievali, la risposta politica di bologna e il portico come elemento determinante l’evoluzione del linguaggio della città. Si è così dimostrato come la città, in ogni epoca storica, abbia identificato nei portici un mezzo tramite il quale rinascere senza perdere la propria storicità e continuità architettonica. In conclusione, si è elaborata una “carta del restauro dei portici”, che possa indirizzare l’intervento di restauro verso un approccio culturale, al fine di garantire la salvaguardia dell’intero sistema porticato, a prescindere dal linguaggio del singolo manufatto.
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STARA, MIRIAM. "Riqualificazione energetica dell'edilizia storica. Criticità e strategie d’intervento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266547.

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Abstract:
The pressing need to operate a cost-effective reuse of historic buildings, with the aim of reducing energy and soil consumption, places us in front of a conflict between the observation of the principles of restoration and the limits imposed by European Community law about the energy consumption reduction. In fact, we know that whenever we operate on a "sensitive" heritage, such as the historic-architectural building, we have to consider the possibility of decreasing its cultural and economic value. The transformations of the historic building derive by the necessity of adapting it to contemporary life exigencies, and at the same time of warranting its conservation, at the architectural and urban scale. To achieve this aim, with reference to system component, usually the interventions are carried out almost exclusively in the inner parts of the constructions, because of legal constraints. The study begins with an analysis of the state of art about energy retrofit of ancient buildings, with particular reference to theory of conservation of architectural heritage and related legislation. Was also carried out a study on bioclimatic traditional characteristics - nowadays very often forgotten - of the fabric and of some architectural episode, and considers the possibility and the potentiality of the use of ancient and new technologies, to obtain a suitable thermal insulation of housing. Starting by these considerations, the present work aims to think over some cultural questions, and to show the results of some studies concerning the historical district of Castello in Cagliari, Sardinia. With reference to this context, specifically, three different buildings typologies will be analysed, emblematic of the urban fabric, and very useful to demonstrate how it is possible to retrain energetically the existing architectural heritage, in full compliance with the modern conservation principles.
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MAIETTI, Federica. "Trasparenza e Restauro. Aspetti teorico-critici, metodologie, materiali e tecnologie per la protezione e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico: dal vetro ai materiali di sintesi." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2009. http://hdl.handle.net/11392/2388694.

Full text
Abstract:
The research concerns the technological innovation applied to the architectonical heritage conservation and restoration field, particularly for what concern the use of non-traditional materials in conservative interventions and how they are received on the basis of the principles of restoration. Starting from the comprehension of the values of the architectonical heritage up to the studying of the traditional technologies, methodologies and materials used for the protection conservation and enhancement of the historical surfaces the research field has been restricted in the study of the synthetic transparent materials aimed at the enhancement. protection and conservation of the historical architectonical external structures. The technical properties of the synthetic transparent materials, shaped in horizontal or vertical sheets or protective panels, and the characteristic of transparency represent, for the intervention on the historical materials, a protective System and a means with important potentiality thanks to the large compatrbility with the needs that an intervention on historical surfaces requires. The topic of the transparency is Iinked with the double need of protection of the historical architectonical structures or surfaces and, at the mean time, the warrant of a good vision of the monument with the minimum possible visual and environmental impact. The starting point of the research is the introduction of the synthetic transparent materials as protective and enhancing means in restoration field. The aim of the research is the definition of the actual outline of the synthetic transparent materials applications in conservative field. the definition of the outline of best-practices and the experimental definition of the best synthetic materials for the protection of surfaces.
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Verdier, Nicolas. "Conservazione e Valorizzazione dell'area archeologica di Santa Croce a Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’area archeologica della chiesa di Santa Croce a Ravenna, risulta essere una diretta testimonianza del passare del tempo. Ha una densa storia e una serie di stratificazioni e, trasformazioni architettoniche che si possono distinguere in cinque sequenze di cui la prima è rappresentata dalla presenza sottostante la chiesa di alcuni ambienti di una domus romana databile al III sec d.C., di cui alcuni reperti - essenzialmente pavimenti musivi - sono stati riportati alla luce durante le molteplici e successive campagne di scavo del XX sec. La seconda fase corrisponde alle origini proprie del complesso della chiesa dedicata alla S. Croce, fatta edificare dall’imperatrice Galla Placidia, circa nel 425 d.C. Originariamente la chiesa era composta da una aula unica orientata seconda l’asse Ovest/Est, presentava un nartece, l’abside era di forma quadrata e comprendeva due bracci orientati secondo l’asse Nord/Sud. Poi, circa nel 450 d.C. un ampiamento delle dimensioni della chiesa venne realizzato, con due portici colonnati aggiunti a Nord e Sud dell’aula unica. Appartengono sempre a questa fase anche due sacelli ad ogni estremità del nartece - tra cui il mausoleo Galla Placidia -.In seguito, la chiesa di S. Croce subirà ulteriori modifiche, in primo luogo, durante il XII sec., una cripta sarà costruitta e nel XVI sec., la facciata principale fu arretrata per lasciare spazio alla via G. Placidia. Fu anche realizzato durante il XVI sec., un abside semicircolare ed un campanile. Durante il XX sec., numerose campagne di scavo si sono succedute per provare ad identificare meglio qual’era la storia di questo complesso. Una condizione idraulica singolare molto vincolante, ha contribuito a rendere questa area archeologica sempre più soggetta ad invasioni di moltiplici speci vegetali. In questa tesi proveremo ad affrontare le problematiche esistenti nell’intenzione di valorizzare il complesso, cercando di renderlo parte integrante di un unico sistema storico conoscitivo.
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Amadio, Eleonora. "Recupero di Palazzo Rasponi dalle Teste a Ravenna. Analisi delle modalità e delle tecnologie di intervento." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12200/.

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Abstract:
Obiettivo della tesi è la descrizione dell'iter storico e progettuale di Palazzo Rasponi dalle Teste, residenza nobiliare situata nel centro storico di Ravenna. Protagonista nel corso di oltre 300 anni di interventi di risanamento, consolidamento e restauro, l'edificio è stato costruito tra la fine del '600 e gli inizi dell' '800 per evidenziare la dinastia della Famiglia Rasponi, una delle più potenti della Romagna. Interventi realizzati con il fine di recuperare il valore di quest'antica Famiglia e portare a nuova vita un'edificio oggi luogo privilegiato di attività artistico-culturali, turistiche, espositive, convegnistiche. Il suo restauro, risponde infatti a tutte queste finalità: la cultura per l'interesse dell'immobile e la socialità, favorendo l'apertura di un luogo di incontro e scambio per la comunità.
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Renard, Thomas <1980&gt. "Architecture et figures identitaires de l'Italie unifiée (1861-1921)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1260.

Full text
Abstract:
Questa tesi si occupa del ruolo svolto dall’architettura nel processo di costruzione della nazione italiana tra XIX e XX secolo. A questo fine abbiamo scelto di isolare alcune figure identitarie studiandole attraverso il prisma delle commemorazioni organizzate in Italia nei primi decenni dell’Unificazione (1861 – 1921). Il nostro studio é scandito dall’analisi di tre distinte commemorazioni accomunate dall’attività dello storico dell’arte Corrado Ricci. L’ottavo centenario della fondazione dell’Università di Bologna nel 1888 e le opere architettoniche di Alfonso Rubbiani si configurano come uno dei primi esempi di celebrazione segnata dalla reinvenzione di un monumento antico. La commemorazione del cinquantenario dell’Unità d’Italia nel 1911, e in modo particolare la mostra regionale ed etnografica organizzata a Roma, permettono di definire una nuova articolazione tra le identità regionali e quella nazionale. In seno a questa celebrazione, l’unità del genio artistico nazionale emerge dalla giustapposizione dei molteplici genius loci regionali manifestati attraverso forme architettoniche del Medioevo comunale e del primo Rinascimento. Infine i festeggiamenti per il seicentenario della morte di Dante Alighieri nel 1921 costituiscono il centro della presente analisi. In questa occasione furono restaurati numerosi edifici su tutto il territorio nazionale e in particolare a Firenze e Ravenna. In queste due città i lavori si estesero alla scala urbana portando alla creazione di zone dantesche e alla reinvenzione di un’immagine dell’architettura medioevale a vocazione identitaria.
This dissertation questions the place and role of architecture in the Italian national building process at the turn of the twentieth century. We chose to isolate several paradigmatic figures of identity (such as Dante or some distinctive features of medieval architecture) and to study them through the prism of a number of commemorations held in Italy in the first decades after unification (1861-1921). The analysis of three commemorations bound together by the activity of the art historian Corrado Ricci constitutes the core of our study. The eighth centenary of the creation of the University of Bologna in 1888 and the architectural activity of Alfonso Rubbiani are studied as one of the first examples of a commemoration not marked by the construction of a new monument but by the reinvention of an old one. The careful consideration of the 1911 celebrations for the 50th anniversary of Italian unification and especially the regional and ethnographic exhibition held in Rome on this occasion allowed us to define a new articulation between national and regional identity, defined as a unity of national artistic genius through a multiplicity of genius loci “rediscovered” in the architecture of late Middle Ages and early Renaissance Commune. The third and main object of our analysis are the commemorations for the 600th anniversary of Dante's death in 1921. For this event many buildings were restored throughout Italy, especially in Florence and Ravenna. In both cities, the impact of commemorations reached an urban scale, leading to the creation of whole areas known as zone dantesche: spatial evidences of the powerful myth that the figure of Dante embodied in this historical conjuncture. Supported by the newly acquired value of heritage in the national building process, this commemoration was a crucial step in the invention of a neomedieval city and its mass diffusion through a set of visual stereotypes.
Ce travail porte sur la place et le rôle de l’architecture dans le processus de construction de la nation italienne au tournant des XIXe et XXe siècles. Pour cela, nous avons choisi d’isoler un certain nombre de figures identitaires et de les étudier à travers le prisme de commémorations organisées en Italie durant la première période de l’unification (1861-1921). Notre étude est rythmée par l’analyse de trois commémorations liées entre elles par l’activité de l’historien d’art Corrado Ricci. Le huitième centenaire de la création de l’université de Bologne en 1888 et les travaux architecturaux d’Alfonso Rubbiani nous offrent un des premiers exemples d’une fête marquée par la réinvention d’un monument ancien. Les célébrations du cinquantenaire de l’unité italienne en 1911, et plus particulièrement l’exposition régionale et ethnographique organisée à Rome, nous ont permis de définir une nouvelle articulation entre les identités régionales et l’identité nationale ; selon l’idée de l’époque l’unité du génie artistique national émergerait de la diversité des genius loci illustrée par l’architecture des communes de la fin du Moyen Âge et de la première Renaissance. Enfin, les commémorations du 600e anniversaire de la mort de Dante en 1921 constituent le pivot de notre étude. Au cours de ce centenaire, on restaura un grand nombre d’édifices dans toute l’Italie, et plus particulièrement à Florence et à Ravenne. Dans ces deux villes, les travaux s’étendirent à l’échelle urbaine, aboutissant à la création de zones dantesques et à la réinvention de l’image d’une architecture médiévale à vocation identitaire.
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Bollettino, Annalisa. "Il palazzo della provincia di Ravenna: alcune riflessioni sul rapporto tra conservazione e sicurezza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
In questo elaborato si pone attenzione al progetto di restauro dell'architettura storica in rapporto agli aspetti del consolidamento. Partendo dall'excursus storico dell'evoluzione del consolidamento sulle fabbriche esistenti, evidenziando le acquisizioni metodologiche a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, si delinea il quadro attuale delle tematiche in discussione, constatando che la complessità della disciplina comporta ripercussioni sia nel campo della ricerca, che in quello della prassi operativa. Si illustrano poi gli importanti passaggi che hanno caratterizzato l’evoluzione legislativa in Italia, sia in ambito sismico che dei beni culturali, evidenziando gli aspetti positivi delle Linee Guida (DPCM 9/2/2011). Affrontando il caso studio, si evidenziano alcune criticità. Le risposte alle istanze di conservazione e sicurezza non sono lineari nonostante la normativa vigente. Molti edifici storici sono costituiti da strutture portanti in muratura e legno, che risultano però oggi compromesse dalle diverse trasformazioni o ricostruzioni subite in epoca moderna. L’impianto strutturale pertanto non risulta identificabile nelle tipologie costruttive individuate dall’attuale quadro normativo e di conseguenza non perfettamente rispondente alle indicazioni e prescrizioni da esso dettate. Si riscontra che, per lo studio del consolidamento di un edificio soggetto a tutela è necessaria la sovrapposizione di più discipline, quali: la Tecnica delle costruzioni, la Scienza delle costruzioni, nonché l’Architettura e il Restauro e in particolare quest’ultimo non può limitarsi ai soli aspetti di analisi, ma deve estendersi anche alla fase progettuale del sistema strutturale, quale parte integrante dell'architettura da conservare. E’ necessaria dunque una approfondita riflessione e attività di ricerca al fine di riuscire a dirimere anche per queste particolari, ma frequenti, architetture la questione fra sicurezza e conservazione.
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Bortolotti, Laura. "La ricomposizione del rudere: un centro polifunzionale per Villa Sampieri - Talon di Casalecchio di Reno." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17805/.

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Abstract:
Il tema progettuale propone un intervento teso alla ricomposizione del rudere di Villa Sampieri - Talon, che ora si erge abbandonata tra la vegetazione nel Parco della Chiusa di Casalecchio di Reno (BO). Nel lavoro di ricerca presentato, l’aspetto primario è stato individuato nella relazione con l’antico, che fornisce le linee guida progettuali per l’intervento compositivo, posto come un innesto teso a restituire la configurazione di una villa atipica nel panorama storico, governata dalle innovazioni e dalle capacità illusionistiche dei fratelli Bibiena. Data la particolare natura dell’intervento non si può prescindere da quelli che sono i dettami del restauro: leggibilità e reversibilità, che vengono posti alla base della progettazione. Il volume delineato si pone dunque come il riempimento della lacuna in una trasposizione materica del rigatino brandiano, mediante una pelle esterna di listelli orizzontali continua su tutta la superficie, capace di enfatizzare la forza compositiva dell’esistente e di regolare i fattori di luce e privacy necessari. All’interno trovano posto un centro intergenerazionale e un polo espositivo. In particolare la ricerca condotta analizza gli anziani, i loro bisogni, i centri diurni e la relazione con i bambini, ritenuta altamente proficua per entrambe le generazioni.
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BILLI, ELIANA. "LA POLICROMIA DELLA SCULTURA ARCHITETTONICA MONUMENTALE DAL XII AL XIV SECOLO. Rilievo e analisi materiale delle coloriture nell’Italia centro-settentrionale e approfondimenti storici sul ruolo della policromia nella riscoperta ottocentesca del Medioevo in Francia." Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11573/872299.

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Abstract:
La ricerca si è concentrata sull'individuzione di casi studio di monumenti scultorei di età medievale nell'italia centro-settentrionale con datazione compresa tra XI e XIV secolo.Lo studio si è caratterizzato per un approfondimento di tipo tecnico- conservativo sulle policromie e anche su una ricostruzione storica del fenomeno di riscoperta ottocentesca del colore della scultura e dell'architettura medievali. L'approfondimento storico ha riguardato la Francia e l'Italia
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BERTI, MAURIZIO. "Conservazione del patrimonio architettonico di pietra corallina. Conoscenza, restauro e fruizione." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11573/351492.

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Abstract:
Tesi di dottorato
Conservation of the coral stone architectural heritage: knowledge, restoration and use. Abstract. In my studies about conservation of the coral stone architectural heritage, I’ve dealt with five main themes. The first one describes the organization method of the subjects concerning the natural and historical contexts. Nature and art form an important part of our cultural heritage and, as such, they can be critically interpreted. In the second theme I have developed the issue of how coral reefs have been studied and the interest they have raised, using the fundamental works of the naturalists, geologists and travellers of the 19th and early 20th centuries. In the third theme I have focused on the previous studies on the use of coral limestone in buildings. The fourth theme examines the methodologies aimed at conserving the historical settlements on the tropical coasts, giving special attention to the environmental aspects. Then, in the fifth and last theme I have analysed the experiences related to field studies. Particular attention has been given to coastal settlements in East Africa: Zanzibar, Lamu, Ilha do Ibo, Ilha de Mozambique, Inhambane, discussing the technology and methodology used, a field still relatively unexplored.
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BERTI, MAURIZIO. "Conservazione del patrimonio architettonico di pietra corallina. Conoscenza, restauro e fruizione." Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/11573/917611.

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Abstract:
ABSTRACT DELLE ATTIVITÀ DI STUDIO. 0.1. I temi Il primo tema proposto in questo studio tratta dell’organizzazione della materia con riguardo ad un duplice contesto, quello fisico e quello storico. I due contesti, tuttavia, non sono delineati per includervi rispettivi gruppi d’argomenti caratteristici, da valutare in contrapposizione. La semplificazione che identifica il contesto fisico con la natura e quello storico con la cultura non offre, necessariamente, alla nostra valutazione conseguenti nitide contrapposizioni fra la natura e l’arte. In proiezione storica sia la natura sia l’arte sono parte del nostro patrimonio e, in quanto dati della nostra storia, sono soggetti a comparazioni e interpretazioni critiche. In questa prospettiva il conservatore che si interessa di coste tropicali potrà adottare con profitto la stessa impostazione critica sia rivolgendosi all’architettura o agli agglomerati urbani sia alla conoscenza geografica e geologica delle scogliere coralline. Il secondo tema proposto riguarda la connotazione storica dell’interesse per le scogliere coralline. Per questo è stato necessario l’esame di alcune tappe del percorso conoscitivo delle coste tropicali ricorrendo alle opere fondamentali dei naturalisti, dei geologi e, nella generalità, dei viaggiatori dell’Ottocento e del primo Novecento. Dalle memorie dei viaggiatori ricaviamo le prime osservazioni sugli insediamenti e sulle costruzioni tradizionali in prossimità di banchi corallini ma, allo stesso tempo, queste stesse osservazioni ci fanno comprendere meglio quanto recente e di quale consistenza sia il patrimonio architettonico e urbano degli insediamenti costieri coloniali. Il bilancio degli studi compiuti fino ad oggi sull’impiego del calcare corallino nelle costruzioni è il terzo tema di questo lavoro. In larga misura sono stati valutati i dati e gli studi specifici raccolti presso istituti culturali internazionali, sia governativi sia non governativi. Inoltre, con riguardo alle aree geografiche dove sono state eseguite le osservazioni dirette, è stato fatto ricorso ai centri di studio e promozione regionali. Il quarto tema è rivolto alla teoresi e alle metodologie per la conservazione del patrimonio degli insediamenti storici sulle coste tropicali. Il riconoscimento del patrimonio, storico e naturale, è stato definito sulla base della teoria dei contesti di Karl W. Butzer. Oltre a fornire un metodo per il riconoscimento, il ricorso a Butzer ha permesso di mettere a fuoco alcuni indirizzi per la conservazione del patrimonio costiero che così sono stati confrontati con le carte e le raccomandazioni più recenti in materia di restauro. Nelle discussioni e negli studi svolti in preparazione del piano regolatore dell’isola di Ibo è stata formulata una fortunata ipotesi: che il difficile equilibrio tra l’ambiente naturale e quello umano possa diventare l’oggetto della conservazione. Nell’economia di questi studi la partecipazione alla formulazione del Piano di Ibo è stata un’applicazione davvero fortunata in quanto l’ipotesi di conservare l’equilibrio fra natura e arte è stata recepita dallo Stato mozambicano. Esperienze e studi applicativi sono l’oggetto del quinto tema. Diversamente da quanto previsto nella fase iniziale è stato possibile circoscrivere lo studio solo alle culture tradizionali degli insediamenti costieri dell’Africa orientale: Zanzibar, Lamu, Ibo, Ilha de Mozambique, Inhambane. Gli insediamenti e le architetture lungo le coste sud-americane e lungo quelle caraibiche che avrei voluto studiare potranno, forse, essere oggetto di studi futuri. Ai lettori più prudenti, le tipologie di questo patrimonio che è diffuso nelle varie regioni tropicali, potranno sembrare, in questa trattazione, frutto di una casistica limitata. Per altro verso lo studio si è rivolto con maggiore completezza ai casi regionali permettendo così di trattare aspetti tecnologici e metodologici ancora poco esplorati, con riguardo ai materiali complementari al calcare corallino, alle tecniche di lavorazione dei materiali impiegati e ai metodi di costruzione più diffusi. 0.2. Il problema all’origine dello studio L’idea di questo studio è nata nella città di Inhambane nel 2004, osservando la disgregazione delle murature di pietra corallina la cui causa principale è stata attribuita alla presenza dei sali solubili all’acqua, fin dalle prime osservazioni. I sali in questione sono il cloruro di sodio (NaCl) o i suoi composti. In soluzione acquosa essi possono essere assorbiti dall’ambiente esterno, ma possono essere già presenti nei materiali impiegati per l’edificazione, in soluzione o in stato cristallino. Nel corso degli studi e durante le osservazioni sistematiche nella città di Inhambane, nell’Ilha de Moçambique e a Ibo è stato possibile ricondurre i fenomeni di disgregazione ad un processo connotabile, semplicemente, secondo le categorie della causa e dell’effetto. Data la vastità geografica delle regioni in cui si manifestano questi fenomeni è sembrato appropriato ricorrere all’esplorazione scientifica, nonostante l’argomento sia poco trattato nella letteratura della conservazione e del restauro. Lo scopo iniziale di individuare metodi efficaci per la conservazione del patrimonio architettonico lungo le coste marine tropicali appariva facilmente realizzabile mediante il chiarimento del processo fisico e chimico che disgrega la materia; tuttavia il percorso di studio ha permesso di riconoscere una più ampia complessità fenomenologica in cui contestualizzare lo sgretolamento delle murature coralline. Questi fenomeni, che potrebbero essere processati dal restauro con gli strumenti della tecnologia e della storia, sono prospettati in uno spazio speculativo in cui si confrontano il contesto naturale e quello culturale. In anni recenti, in luoghi storici della costa dell’Africa orientale e della Penisola Arabica sono stati eseguiti alcuni limitati restauri e nuovi programmi di recupero sono tuttora in corso, confermando l’interesse culturale, locale e internazionale, che è stato avviato con l’iscrizione di Ilha de Moçambique (UNESCO, 1991), Zanzibar (UNESCO, 2000) e Lamu (UNESCO, 2001) nella Lista del Patrimonio Storico e Culturale dell’Umanità1. Dall’osservazione dei restauri già eseguiti emerge che le patologie degli edifici di calcare corallino sono trattate spesso con modesta efficacia o talvolta misconosciute e solo in rari casi è stato conseguito un conveniente e durevole successo. 0.3. L’obiettivo Con speciale attenzione alla cultura della manutenzione, questo studio è stato diretto verso due principali obiettivi. Il primo obiettivo è stato la messa a punto di strumenti e metodi utili alla conoscenza e al dominio dei fenomeni fisici e chimici delle costruzioni di calcare corallino nonché utili ai relativi restauri e alle pratiche manutentive. Il secondo obiettivo è stato l’organizzazione dei problemi generali e specifici in conformità all’ipotesi di conservare gli insediamenti costieri in un ottimale equilibrio con le attività ambientali naturali. Entrambi gli obiettivi sono rivolti ad interlocutori privilegiati quali le popolazioni che possiedono questo patrimonio, gli istituti pubblici o privati cui ne spetta la tutela, i conservatori e i restauratori. 0.4. Le discussioni Gli studi delle norme di tutela nei dispositivi sovranazionali e locali nonché del ruolo dei governi e delle associazioni non governative sono stati compiuti spesso anche sul campo. È stata un’esperienza applicativa fruttuosa quella svolta nell’ambito di quattro progetti curati dall’UNESCO nel Kosovo perché ha permesso di osservare come i finanziamenti e le procedure sovranazionali e locali su casi patrimoniali tutelati sono soggetti ad imprevedibili sfasamenti temporali e, soprattutto, condizionati dalle differenti culture regionali cui sono rivolti. Le discussioni, tenute su vari argomenti di questo studio, sono avvenute presso gli istituti o i luoghi dove sono stati raccolti i dati o dove sono stati trattati i casi osservati: il Dottorato di Ricerca in Riqualificazione e Recupero Insediativo nell’Università La Sapienza di Roma, la Faculdade de Arquitectura e Planeamento Físico nell’Universidade Eduardo Mondlane di Maputo - Mozambico, l’International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property - ICCROM in Roma, la United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) - Regional Bureau for Science and Culture in Europe (BRESCE) - Antenna Office in Sarajevo, l’Aga Khan Foundation - Mozambique Office in Maputo e l’ArchNet - Massachusetts Institute of Technology (MIT).
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MU, XINGYU. "Per la tutela delle città storiche in Cina : il caso di Wuhan, criteri di conservazione e sviluppo in riferimento ai principi del restauro architettonico e urbano italiano." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/1319957.

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Abstract:
Una ricerca iniziata dallo studio della storia della città di Wuhan e, parallelamente, della teoria di restauro italiano. Seguendo la modalità di studio utilizzate per la conservazione di alcune città italiane, si è ugualmente condotta la ricerca storica su Wuhan. Questa fase di ricerca ha fatto capire il processo di formazione della città di Wuhan e come la concezione urbana occidentale abbia influenzato, in questi ultimi tempi, le città cinesi. Ovviamente, il cambiamento in atto nelle città non è tanto un risultato della teoria urbanistica né, tanto meno, di un’attenzione alle ragioni del restauro, ma anche un frutto degli sviluppi della cultura, dell’economia e della politica. In certo modo, l’influenza economica e politica è la più consistente e rappresenta un potente fattore pratico. Con lo sviluppo della ricerca, l’impatto ‘politico’ riguardo alla conservazione si è fatto più forte, perciò nella tesi c’è un capitolo che illustra la relazione tra l’espansione delle città e la produzione legislativa sulla conservazione dei monumenti e la tutela della zone storiche in Cina. Saranno discusse anche alcune idee e proposte per la conservazione delle città cinesi. Approfondendo la ricerca, si è potuta sempre più riconoscere l’importanza di riscoprire l’antica cultura tradizionale cinese, al fine di trovare una strada culturale e operativa propria, che fosse adatta per la Cina. Se si conosce a fondo la cultura tradizionale, si possono capire più facilmente le idee originali cinesi riguardo alle città storiche, anche con prospettive che possono sembrare strane da un punto di vista occidentale. L’architettura cinese, infatti, è nata all’interno della cultura cinese tradizionale, che è molto diversa dalla cultura occidentale e tanti atteggiamenti altrimenti incomprensibili possono venire spiegati solo attingendo alla logica originale cinese. Sulla base di questa idea la ricerca si è orientata verso l’approfondimento della filosofia cinese antica e dei suoi concetti fondamentali.
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CAPERNA, Maurizio. "La basilica di S. Prassede in Roma: trasformazioni e restauri." Doctoral thesis, 1993. http://hdl.handle.net/11573/501519.

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MASI, ANDREA. "Problematiche di progetto e costruzione delle opere postume." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/923932.

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Abstract:
La tesi di dottorato analizza le problematiche di progetto e costruzione degli edifici realizzati successivamente alla morte del primo progettista architettonico incaricato attraverso uno studio comparativo di diversi casi studio incentrati in particolare su due maestri dell'architettura quali Giovanni Michelucci e F.L. Wright
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MARTELLI, MILA. "Problematiche della Conservazione Programmata applicata agli apparati decorativi e scultorei dell'architettura monumentale Il caso dei protettivi idrorepellenti." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1153832.

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Abstract:
La presente ricerca prende le mosse dalla vivace discussione intorno al tema della 'conservazione programmata' dei beni culturali e dalla constatazione di come la strada della programmazione sia ancora piuttosto difficile da percorrere, specie per quanto riguarda gli interventi sulle superfici di pregio dell'architettura. Le ragioni di questa 'resistenza' sono già da tempo sotto osservazione; questo studio si è focalizzato sugli aspetti più operativi: la Conservazione Programmata contempla e comprende la ciclicità di interventi, ma quali dati abbiamo realmente a disposizione per poter programmare la ciclicità di questi interventi? Lo stato dell'arte ne evidenzia la mancanza; paradossalmente, il problema non risiede tanto nella carenza di studi o sperimentazioni, quanto piuttosto nella loro estrema specificità, nell'assenza di un quadro di insieme e nel mancato trasferimento di informazioni tra i campi più specialistici della ricerca e quelli dell’operatività. In questo quadro generale, l’indagine sull'efficacia residua dei trattamenti conservativi delle superfici decorate dell'architettura è apparsa appropriata per affrontare alcune delle problematiche della programmazione ed è quindi diventata l’oggetto specifico di questo studio. Banco di prova il complesso Cattedrale di San Zeno e Battistero di San Giovanni in Corte in Pistoia, dove il metodo dell’Assorbimento capillare di acqua tramite spugna di contatto (UNI 11432:2011) è stato utilizzato non tanto come test trattato/non trattato, quanto piuttosto come confronto tra trattamenti con ‘anzianità’ diverse e note. Lo studio è stato quindi incentrato sulla possibilità di ‘misurare’ e ‘quantificare’ l’efficienza residua dei trattamenti protettivi dopo un determinato lasso di tempo dalla loro applicazione, e quindi la loro 'durabilità'. Sul piano generale questa tesi porta un contributo alla riflessione e alla sistematizzazione dei dati in vista di una reale utilità per la manutenzione dei beni monumentali affrontando inoltre con una diversa prospettiva la nozione di durabilità per la conservazione dei beni monumentali e richiamando al confronto sulle diverse scelte conservative. The present research is placed in the lively discussion around the theme of preventive conservation of cultural heritage and is motivated by the observation of how the road to temporal planning of interventions is still rather difficult to pursue, especially with regard to interventions on decorated architectural surfaces. The reasons for this 'resistance' is still under observation; this study focused on the most operational aspects: preventive conservation contemplates the cyclical nature of interventions, but what data do we really have at disposal to program the repetition of these interventions? The literature review highlights their lack; paradoxically, the problem does not lie so much in the lack of studies or experiments, but rather in their extreme specificity, in the absence of an overall picture and in the failure to transfer information between the most specialized fields of research and those of operations. In this general framework, the investigation into the residual effectiveness of conservative treatments of decorated architectural surfaces appeared appropriate to address some of the problems of programming and has therefore become the specific object of this study. The test stand has been the Cathedral complex of San Zeno and the Baptistery of San Giovanni in Corte in Pistoia, where the Contact sponge water absorption test (UNI 11432: 2011) was used not so much as a treated / untreated test, but rather as a comparison test between treatments with different, and known, aging. The study therefore focused on the possibility of "measuring" and "quantifying" the residual efficiency of protective treatments after a certain period of time from their application, and therefore their "durability". At a general level this thesis brings a contribution to the issue and to the systematization of data with the objective of a real utility for the maintenance of monumental assets; it also addresses, providing a different perspective, the notion of durability for the preservation of monumental assets and finally calls back to the comparison between different conservative choices.
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branchi, maddalena. "Rielaborazioni in stile e "coraggiosi restauri" tra Ottocento e Novecento. Indagine storica e studi diagnostici per il restauro del complesso monumentale della SS. Annunziata di Firenze." Doctoral thesis, 2022. https://hdl.handle.net/2158/1287677.

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Abstract:
In the period identified from the second half of the 19th century to the second half of the 20th century, a tendency to reconsider monuments with the evocative values of their origins, altering their figurative, material and structural characteristics can be found in some restorations. The interest of this research is to offer a documentary study of the restoration experiences carried out between 1850 and 1970 in the case study of the historic complex of the SS. Annunziata in Florence. Two study areas were identified for the historical complex, divided into two distinct research itineraries: the monumental entrance to the complex with the Oratory of S. Sebastiano and the Greater cloister (Chiostro Grande) of the convent. The study was conducted by proceeding from the historical investigation, conducted on the published literature for events from the 13th to the 18th century, and through archive research for the chronological interval from 1750 to 1970. Some of the conservation problems encountered on the monument were investigated using non-invasive diagnostic tools, which allowed the qualities of the structures and materials of the architecture to be examined in depth. In order to better understand the working methods of 19th and 20th century restorers, the first part of the research examined some interventions by two leading figures in Florentine monumental restoration, Luigi del Moro (1845-1897) and Guido Morozzi (1909-2003), who were also the authors of some of the interventions carried out at the SS. Annunziata. The research has clarified some fundamental passages in the construction history of the complex, highlighting new characterisations of the contemporary monument whose forms are also the result of nineteenth- and twentieth-century visions. Furthermore, the thesis aims to highlight the critical issues related to the operational methods of restoration and the prospects of an integrated and multidisciplinary approach that is now considered indispensable for architectural restoration.
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ATOCHE, INTILI JAVIER. "Lima, la moderna: migrazioni europee e sviluppo dell’architettura peruviana del XX secolo (1937-1969). Gli edifici multipiano come patrimonio architettonico." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1553520.

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Abstract:
La presente ricerca indaga sul trasferimento di europei a Lima, tra gli anni Trenta e la fine degli anni Sessanta del Novecento, e si interroga sull’influenza di questo fenomeno sull’evoluzione architettonica e urbanistica nella capitale peruviana. La partecipazione di europei nella pianificazione della cosiddetta Ciudad de los Reyes, principale centro amministrativo per i territori del subcontinente americano dominati dalla Corona spagnola tra il XVI e XIX secolo, si è mantenuta nel secondo dopoguerra. Tale caratteristica, frutto dei rapporti plurisecolari tra il paese andino e la penisola iberica, non è ancora diventata oggetto di interesse da parte degli storici di architettura. La ricerca ha tentato di colmare questa “lacuna” storiografica analizzando le modalità di migrazione della cultura moderna occidentale nel Novecento nella regione latino-americana. Al fine di comprendere la diffusione del modernismo in Perù, si sono innanzitutto analizzati gli storici rapporti tra Vecchio e Nuovo Continente, che hanno stabilito un’egemonia culturale europea e che hanno influenzato notevolmente i cambiamenti novecenteschi nella città di Lima. Successivamente, la ricerca si è focalizzata sullo studio dei progettisti europei più attivi in Perù, il tedesco Paul Linder, l’italiano Mario Bianco, lo svizzero Theodor Cron, le cui biografie documentano le motivazioni politiche, economiche e culturali di espatrio. Nonostante le molteplici esperienze peruviane di queste figure, nei campi della docenza universitaria, dell’urbanistica e della progettazione, la loro cospicua opera costruita resta l’influenza più incisiva sugli architetti locali. La loro eterogenea produzione progettuale presenta diversi casi di edifici riconducibili alla tipologia multipiano, la cui realizzazione ha agevolato l’introduzione di una nuova scala architettonica nel tessuto urbano di epoca vicereale. Sono dunque state indagate le circostanze economiche, politiche e culturali che hanno portato questi tecnici a progettare tali edifici nel centro storico di Lima, dalla emanazione della normativa in materia urbanistica, alla presenza di committenze e imprese costruttrici di origine europea. Gli edifici multipiano limegni rappresentano la materializzazione del progetto economico e politico messo a punto dal governo e dai suoi consulenti per il centro della capitale peruviana. Ad un periodo di auge e di ampio riconoscimento delle loro qualità architettoniche ne è seguito uno di obblio, durante il quale molte di queste costruzioni sono state ristrutturate, demolite o, nel migliore dei casi, abbandonate. Per questo motivo, sono stati indagati i temi della tutela, della conservazione e della valorizzazione del vasto patrimonio costruito nel XX secolo in Perù, con particolare riguardo agli edifici multipiano ideati da progettisti esteri e locali. L’approccio dell’indagine ha seguito un modus operandi che coniuga la ricerca archivistica e l’analisi delle fonti testuali, iconografiche e orali allo studio diretto degli edifici, caratterizzato dall’esame delle tecniche costruttive e dei materiali. Il progetto di co-tutela siglato tra Sapienza Università di Roma e l’Università della Svizzera Italiana è stato fondamentale al fine di inquadrare la ricerca nel quadro storiografico italiano e svizzero.
This research studies the migration of Europeans to Lima between the 1930s and the late 1960s and analyses their influence on the evolution of architecture and urbanism in the Peruvian capital. The so-called Ciudad de los Reyes was the main administrative centre of the South American territories dominated by the Spanish Crown between the 16th and 19th centuries. The participation of Europeans in its urban planning has continued into the 20th century. This characteristic is the result of the centuries-old relations between the Andean country and the Iberian Peninsula and has not yet been a topic of interest for architectural historians. This research aims to fill this historiographical "gap" by analysing the channels through which Western modern culture migrated to the Latin American region. In order to understand the diffusion of modernism in Peru, firstly the historical relations between the Old and the New Continent have to be analysed. These relations have established an European cultural hegemony and have greatly influenced the changes of the last century in the city of Lima. Secondly, the research has focused on the study of the most active European architects and engineers in Peru. These are the German Paul Linder, the Italian Mario Bianco and the Swiss Theodor Cron, whose biographies document the political, economic and cultural motivations for their emigration. Despite the multiple Peruvian experiences of these figures in the fields of university teaching, urban planning and architectural design, their influence on local architects occurred mainly through their built work. Their heterogeneous design output includes examples of high-rise buildings whose construction has meant the introduction of a new architectural scale in the urban centre, originally mainly an example of the viceregal era. For this reason, the economic, political and cultural circumstances that led these architects to create such buildings have been investigated, from the emanation of urban norms to the participation of clients and construction companies of European origin. The high-rise buildings in Lima embody the economic and political project developed by the government and its advisors for the centre of the Peruvian capital. After a period of boom and widespread recognition, a period of neglect has followed in which many of these buildings have been remodelled, demolished or, in the best of cases, abandoned. For this reason, research has been carried out on the issues of protection, conservation and valorisation of the vast heritage built in the 20th century in Peru, with special attention to high-rise architecture designed by foreign and local architects. The approach of the present research has followed a modus operandi that combines the study of archives, textual, iconographic and oral sources with the direct analysis of buildings, characterised by the examination of construction techniques and materials. The co-supervision agreement signed between the Sapienza Università di Roma and the Università della Svizzera Italiana has been fundamental in giving the present work the Italian and Swiss historiographical framework.
La presente investigación estudia la migración de europeos a Lima, entre los años 30 y finales de los 60, y analiza su influencia en la evolución urbana y arquitectónica de la capital peruana. La participación de europeos en el planeamiento urbano de la llamada Ciudad de los Reyes, principal centro administrativo de los territorios sudamericanos dominados por la Corona española entre los siglos XVI y XIX, se ha mantenido en el siglo XX. Esta característica, fruto de las relaciones seculares entre el país andino y la Península Ibérica, no ha sido aún tema de interés para los historiadores de la arquitectura. La investigación se propone llenar este "vacío" historiográfico analizando los canales a traves de lo cuales la cultura moderna occidental ha migrado hacia la región latinoamericana. Para entender la difusión del modernismo en el Perú se ha analizado en primer lugar las relaciones históricas entre el Viejo y el Nuevo Continente que han establecido una hegemonía cultural europea y que han influido en gran medida en los cambios del siglo pasado en la ciudad de Lima. Posteriormente, la investigación se ha focalizado en el estudio de los arquitectos e ingenieros europeos más activos en Perú, el alemán Paul Linder, el italiano Mario Bianco y el suizo Theodor Cron, cuyas biografías documentaron las motivaciones políticas, económicas y culturales de su emigración. A pesar de sus múltiples experiencias en Perú, en los campos de la enseñanza universitaria, el urbanismo y el diseño arquitectónico, su cuantiosa obra construida ha sido la influencia más importante en los arquitectos locales. Su heterogénea producción proyectual presenta ejemplos de edificios en altura, cuya construcción ha significado la introducción de una nueva escala arquitectónica en el casco urbano de época virreinal. Por ello, se ha investigado las circunstancias económicas, políticas y culturales que llevaron a estos diseñadores a crear tales edificios, desde la emanación de las normas urbanas, a la participación de los clientes y empresas constructoras, con particular atención a la presencia de inmigrantes europeos. Los edificios en altura limeños representan concretamente el proyecto económico y político desarrollado por el gobierno y sus asesores para el centro de la capital peruana. A un periodo de auge y de amplio reconocimiento ha seguido otro de olvido en el que muchas de estas construcciones han sido remodeladas, demolidas o, en el mejor de los casos, abandonadas. Por ello, se han investigado los temas de protección, conservación y valorización del vasto patrimonio construido en el siglo XX en Perú, con especial atención a las arqutitecturas en altura diseñadas por arquitectos extranjeros y locales. El enfoque de la presente investigación ha seguido un modus operandi que combina el estudio de archivos, fuentes textuales, iconográficas y orales con el analisis directo del edificio, caracterizado por el examen de las técnicas y los materiales de construcción. El acuerdo de co-supervisión firmado entre la Sapienza Università di Roma y la Università della Svizzera Italiana ha sido fundamental para dar al presente trabajo el marco historiográfico italiano y suizo.
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CINGOLANI, Sofia. "IL TEATRO ROMANO DI POLLENTIA-URBS SALVIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251615.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce con l’obiettivo primario dello studio organico del teatro romano della città di Pollentia-Urbs Salvia. Sebbene infatti sulla città e sui suoi principali monumenti esista un’ampia letteratura e rilevanti contributi recenti, ancora sostanzialmente inedito sin dalle prime indagini scientifiche condottevi a partire dalla metà del secolo scorso, rimaneva proprio l’edificio teatrale. Questo, quale monumento chiave nell’ambito dell’urbanistica della città tardo-repubblicana e augustea ed è oggetto infatti, nel corso degli anni, di brevi cenni e di contributi parziali ma mai esclusivi. Un nuovo rilievo del monumento ha consentito di chiarirne la genesi e l’esistenza di diverse fasi architettoniche giungendo alla precisazione cronologica di quattro diverse fasi edilizie. Una prima fase relativa all’impianto dell’edificio originario inquadrabile tra la fine dell’età tardo-repubblicana, contestualmente alla fondazione della colonia e il 23 d.C., anno entro il quale, come documentata dall’epigrafe di C. Fufius Geminus, il primo teatro dovette essere completato. Una seconda fase inquadrabile orientativamente tra l’età tiberiana e l’età claudia che, in concomitanza con la costruzione dell’imponente complesso del tempio-criptoportico - conclusione monumentale della risistemazione urbanistica della città avviatasi in età augustea -, vede il massiccio intervento di ampliamento strutturale e planimetrico dell’edificio; una terza ed ultima fase in età domizianea che, come documentato anche dall’epigrafe di C. Salvius Liberalis e C. Salvius Vitellianus, è contrassegnata da una serie di interventi di ornamento e restauro e, soprattutto, dalla costruzione del piazzale porticato restrospiciente l’edificio stesso. Sulla base dell’inquadramento cronologico di una parte delle sculture provenienti dal teatro a tale fase pare verosimile ipotizzare sia seguita, in età adrianea-antonina, un’ulteriore fase forse dedita all’abbellimento della ornamentazione dell’edificio. Con l’obiettivo di una comprensione organica del monumento si è infine proceduto all’esame dei materiali architettonici, scultorei ed epigrafici da esso provenienti. Il lavoro di raccolta e censimento svolto sui materiali provenienti dai vecchi scavi effettuati ha messo in evidenza la dispersione, per alterne vicende, di gran parte del materiale e l’inevitabile decontestualizzazione del restante e reso necessaria un’analisi di tipo essenzialmente archivistico e bibliografico, focalizzata soprattutto sul consistente apparato scultoreo ritenuto appartenente all’edificio, finalizzata ad istituire nuovamente la connessione tra contesto di provenienza e documentazione d’archivio. Sebbene solo in casi isolati, ed esclusivamente per le sculture, sia stato possibile giungere ad ipotizzare la collocazione precisa di taluni elementi nell’ambito dell’edificio stesso, l’indagine effettuata sugli elementi ornamentali ed epigrafici è risultata di fondamentale importanza per meglio definire e sostanziare le diverse fasi edilizie e di ristrutturazione individuate ed all’interno delle quali gli stessi materiali sembrano trovare oggi una più adeguata collocazione cronologica e stilistica
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