Academic literature on the topic 'Responsabilizzazione'

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Journal articles on the topic "Responsabilizzazione"

1

Turri, Giancristoforo, and Antonella Zanfei. "Responsabilizzazione versus cambiamento: come ottenerlo?" MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (March 2013): 18–23. http://dx.doi.org/10.3280/mg2013-001002.

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2

Costarelli, Igor. "Edilizia sociale e nuovi modelli di gestione inclusiva: selettività e responsabilizzazione." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 125 (August 2021): 133–55. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125008.

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Abstract:
Il saggio prende in esame un nuovo modello di inclusione abitativa sperimentato in un progetto di edilizia sociale nei Paesi Bassi. Il progetto prevede un mix sociale fra giovani olandesi e giovani titolari di protezione internazionale e l'autogestione di tutti i servizi abitativi da parte degli stessi inquilini. Il saggio presenta e discute gli aspetti più innovativi di questo modello dal punto di vista dell'organizzazione che lo ha promosso e degli inquilini che fanno parte del progetto.
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3

Bergamaschi, Maurizio. "Coltivare in cittŕ. Orti e giardini condivisi." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 98 (July 2012): 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098001.

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Abstract:
L'autore si concentra su esperienze di orti - giardini condivisi che, a volte anche molto diverse le une dalle altre, vanno a ridisegnare, almeno parzialmente, la morfologia e l'immagine delle cittŕ. Sempre piů persone avanzano una domanda di verde urbano non solo da ammirare e fruire passivamente, ma nel quale intervenire attivamente progettando e organizzando attivitŕ culturali e iniziative di animazione sociale. Se la presenza di orti - giardini in cittŕ non č del tutto inedita, questi oggi presentano tratti del tutto specifici. Queste pratiche si configurano come micro-processi locali che fanno emergere nuove forme di urbanitŕ a partire dal coinvolgimento attivo dell'abitante, nonché una sua responsabilizzazione nella gestione di questi spazi.
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4

Marramao, Giacomo. "Introduzione." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001001.

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Abstract:
La categoria della responsabilitŕ č oggi piů che mai al centro di dilemmi che toccano la metafisica, l'etica e la politica e che ci invitano a risalire al significato etimologico del termine, dal latino re-sponsare, re-spondere, ossia assumere un impegno solenne di natura religiosa. Partendo di qui č possibile delineare una prospettiva nuova e decisiva per la filosofia del futuro: il passaggio dall'etica della responsabilitŕ alla politica della responsabilizzazione. Ciň implica la costituzione di soggetti liberi, che non siano, come l'individuo moderno, giŕ costituiti nella loro presunta autonomia, ma, al contrario, capaci di costituirsi nella loro autonomia reale, attraverso pratiche reciproche (e conflittuali) di corresponsabilitŕ.
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Curci, Francesco. "Il Mit Public Service Center. 25 anni di university engagement e responsabilizzazione delle nuove generazioni." TERRITORIO, no. 66 (September 2013): 52–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2013-066011.

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6

Caruso, Silvia. ""Io non fuggo, io volo"." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 54 (January 2022): 78–86. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-054005.

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Abstract:
L'autore, attraverso una personale rilettura autobiografica, si propone di dar voce ai possibili vissuti che un figlio genitorializzato può sperimentare lungo il suo percorso evolutivo, in particolare all'interno di nuclei familiari monogenitoriali, durante il delicato e difficoltoso processo di individuazione. La forza della lealtà familiare, attraverso quei fili tanto invisibili quanto potenti, può far vivere il proprio bisogno di differenziazione come un forte tradimento verso la famiglia, accompagnandosi a un vissuto di colpa schiacciante, che talvolta ne im-pedisce l'individuazione. La scoperta della reciprocità, aiuta a ridimensionare i vissuti di ri-sentimento, colpa e iper-responsabilizzazione, favorendo il passaggio dal desiderio di "fuga" alla leggerezza del "volo". Perché è veramen-te libero, solo colui che vola nella certezza di avere una propria base sicura.
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7

Bianchi, Francesca. "La formazione continua tra apprendimento organizzativo e nuovi diritti individuali: i risultati di un'indagine comparata in Francia e Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120008.

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Abstract:
L'obiettivo del saggio č il confronto dei sistemi di formazione continua francese e italiano attraverso due specifici studi di caso. Sono state realizzate interviste ai direttori delle risorse umane e/o dell'ufficio Formazione e a lavoratori di due grandi aziende bancarie per verificare l'introduzione nel 2004 di nuovi strumenti normativi tra cui il diritto individuale alla formazione (Dif), in Francia, e i Fondi paritetici interprofessionali in Italia. Se anche in ambito normativo si afferma una concezione della formazione continua che sembra evidenziare il ruolo piů attivo del lavoratore per cui la formazione viene considerata come un vero e proprio diritto individuale, una scelta che non dipende soltanto dalle decisioni imprenditoriali ma che vuole invece essere intrapresa con maggiore autonomia dal lavoratore, occorre capire fino a che punto i nuovi provvedimenti normativi sembrano rendere possibile una reale attivazione e responsabilizzazione dei soggetti.
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8

Barberis, Eduardo, and Domenico Carbone. "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione. Un'introduzione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160002.

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Abstract:
Questo contributo introduce il numero monografico su "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione". La prima parte ricostruisce il contesto dell'introduzione di misure neoliberali nelle logiche di funzionamento delle pubbliche amministrazioni, definendo le caratteristiche di fondo del New Public Management ed individuando sia la loro rilevanza per i sistemi di istruzione, sia la necessità di non considerare la governance neoliberale come l'unico fattore trasformativo per le professioni e le organizzazioni educative. La seconda parte si concentra sugli effetti degli ingredienti manageriali nelle pratiche professionali, ove appunto le ricette neoliberali si inseriscono su modelli organizzativi preesistenti. La terza parte pone l'attenzione sui risvolti relativi all'identità professionale dei lavoratori e delle lavoratrici dell'istruzione, in particolare sul tema della frammentazione delle professioni e della responsabilizzazione individuale. Infine, vengono introdotti i contributi che fanno parte della special issue.
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9

Daugareilh, Isabelle. "La legge francese sul dovere di vigilanza al vaglio della giurisprudenza." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 159–77. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170001.

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Abstract:
La legge francese del 27 marzo 2017 sul dovere di vigilanza si inscrive in un processo di giu-ridificazione della responsabilità sociale d'impresa e di responsabilizzazione delle imprese transnazionali che segna una tappa fondamentale nella trasformazione da impegno a carattere volontario in obbligo legale. Una delle sfide più rilevanti del processo di attuazione della legge riguarda precisamente la traduzione concreta di tale obbligo di predisposizione di un piano di vigilanza come semplice obbligo documentale o come obbligazione di mezzi rafforzata. Il pre-sente contributo intende sottolineare la tensione esistente tra i due tipi di obbligo, all'origine della resistenza delle imprese e di controversie giudiziali e dottrinali alimentate dalle carenze e ambiguità di un testo legislativo molto breve su un tema nuovo e complesso, che presuppone un esercizio completamente diverso dai comuni obblighi di reporting, contrariamente a quanto auspicano le imprese a cui tale disciplina deve applicarsi.
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Colasanto, Michele. "Forza e debolezza del nuovo welfare." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 29–39. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117003.

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Abstract:
Il paradigma del welfare state attivo, se non opportunamente contestualizzato, conduce ad alcune aporie. La prima č legata al lavoro inteso come carattere determinante del nuovo welfare: l'accesso all'occupazione puň anche essere considerata un'opportunitŕ e non un diritto, ma solo se tale opportunitŕ si caratterizza come effettiva. Inoltre, l'obiettivo dell'occupabilitŕ non č proponibile in termini puramente funzionali: non occorre solo l'occupazione, ma una occupazione valutabile positivamente per il soggetto. Una seconda aporia deriva dal peso dato all'apprendimento continuo e alla formazione come fattori di protezione e risorsa per l'occupabilitŕ. La formazione č condizionata da fattori di carattere normativo, organizzativo, finanziario e anche contrattuale per il lavoro dipendente, dalla motivazione individuale, che č fortemente correlata al livello di istruzione. Occorrono politiche di attivazione che mettano insieme lavoro, formazione, assistenza, partecipazione civile e politica: per dare spazio a una maggiore responsabilizzazione degli individui e delle famiglie, tenendo conto di come cambiano i corsi di vita.
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Dissertations / Theses on the topic "Responsabilizzazione"

1

PINTUS, GIACOMO. "Responsabilizzazione della dirigenza pubblica e nuove logiche sanzionatorie nell’amministrazione di risultato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266719.

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Abstract:
Within the new polycentric organization structured on the separation between politics and administration, the real responsibility of the public management constitutes a fundamental passage for the full realization of the ‘result administration’ model. In front of the lack of effectiveness of the principles such as valuation and responsibility, the system has recently registered the emersion of a new approach which ‘penalizes’ the public management, inspired not by logics of correction but, on the contrary, by ones based on sanctions. The objective of the dissertation is to comprehend if the new punitive approach is effectively able to offer a real contribution to the problem of the lack of effectiveness of accountability, to then evaluate if its function within the system has changed. To do this the starting point is the analysis of the evolution of the relationship between politics and administration, in order to understand which is the current role of public management inside the system. On the basis of this premise, the theme of the forms adopted from the accountability of the ‘result administration’ model has been confronted: first through the observation of what should have been its contribution, and then, with the highlight of the critiques emerged on the grounds of the concrete implementation and the responses elaborated by the system. Furthermore, an in-depth study has been carried out on the computerization process of the public administrations: in this area of interest, in fact, an important example of acceptance of the new sanctionbased logic has been registered, used as leverage to force the public management into implementing the law provisions contained in the CAD (the italian ‘Digital Administration Code’). The analysis carried out has, on one side, brought out the tough operational issues in the utilization of the new sanction mechanisms, on the other, has revealed certain intrinsic and extrinsic limits. This has therefore prevented the achievement of the scope of covering the lack of effectiveness of accountability, and has contributed to generate an alteration of its structure that seems to be capable to affect its peculiar function, to them traditionally attributed within the scope of the ‘result administration’ model.
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Merlo, Giulia. "La formazione professionale continua tra responsabilizzazione dell'impresa e individualizzazione dei percorsi professionali. Lezioni dal modello francese." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. http://hdl.handle.net/11572/242312.

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Abstract:
This research aims to explore the most relevant legal tools developed to support the access of people, already active in the labour market, to vocational training measures; focusing on the protective role they may play both in the individual employment relationship and in the labour market. Regarding the first thematic core, the research will point out that current flexible productive structures require continuous realignment process of workers’ professional capital vis-a-vis the organizational needs. As far as the labour market dimension is concerned, according to the most recent theoretical perspectives, it is highlighted how training tools can assume an essential function in the dimension of professional security when projected towards the preventive protection of employment transitions. Starting from these premises, this research investigates possible regulatory answers to empower employers in order to maintain their workers professionalism, as well as to guarantee the employment security dimension. 2 In order to identify the most pertinent regulatory solutions, different approaches and instruments are analysed. In particular, the French and Italian legal systems are compared. These systems have adopted extremely different approaches to vocational training: in France the development of a complete and organic continuing training framework has been one of the absolute priorities in the field of social legislation, while in Italy, at the moment, there is no structured and unitary discipline on the matter. In particular, the comparative analysis reveals that in the French legal system, both the needs of adapting professional skills to organizational changes, and the "preventive" protection of employment transitions have found suitable regulatory responses. They have been provided through the provision of a complex system of employers’ duties, as well as by forecasting specific tools allowing direct and individual access to training measures. To the contrary, the Italian legal framework lacks clear requirements designed to empower companies with regard to the adaptation or development of the human capital of their workforce Furthermore, the Italian legal system does not provide for an individual right to training, which would allow workers to independently access training, on the basis of a personal and conscious prospect of professional development.
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COSTARELLI, IGOR SEBASTIAN. "Reframing social mix and the management of mixed communities in the new welfare state. Evidence from social housing projects in Italy and the Netherlands." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241303.

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Abstract:
La connotazione del concetto di mix socio-abitativo è strettamente legata al contesto storico e socio-economico di riferimento, nonché alle specificità nazionali, locali e micro-locali. Negli anni Novanta, il concetto di mix sociale è entrato nell'agenda urbana di molti paesi dell'Europa occidentale nel quadro delle politiche di riqualificazione urbana area-based di contrasto alla segregazione urbana. L’aumento delle disuguaglianze socio-economiche, della segregazione residenziale, delle forme di diversità urbana e del problema dell’affordability nel mercato abitativo, che colpisce gruppi sociali sempre più diversificati, rappresentano alcune delle tendenze principali che caratterizzano le società urbane del XXI secolo. Tali dinamiche offrono l’occasione per studiare la trasformazione dell'idea di mix sociale nell’attuale contesto storico. Ciascuna tendenza assume risvolti specifici a seconda del contesto nazionale e locale di riferimento, anche per effetto dei diversi sistemi abitativi e di welfare. L'obiettivo di questa tesi è comprendere se e come le attuali tendenze e sfide macro-economiche e sociali stanno trasformando la concettualizzazione del mix sociale e comprendere il ruolo giocato dai fattori contestuali, in particolare quelli relativi ai recenti sviluppi dei sistemi abitativi e di welfare, nel determinare similitudini e/o differenze in questo processo di trasformazione. La tesi esamina come la trasformazione dell’idea di mix sociale sta modificando i ruoli, le strategie e la mission di policy-makers e operatori, nonché le interazioni tra inquilini e le loro relazioni con gli stessi operatori. La tesi confronta Italia e Paesi Bassi, due paesi con regimi di welfare e sistemi abitativi differenti. Di fronte all'aumento della domanda di alloggi a prezzi accessibili che riguarda un’utenza sempre più ampia e diversificata, in entrambi i paesi si osserva lo sviluppo di nuovi progetti di edilizia sociale indirizzati ad un mix di diversi gruppi sociali, in particolare tra inquilini “consapevoli” (es. studenti, giovani ecc.) e inquilini “vulnerabili” (es. nuclei socio-economicamente svantaggiati, rifugiati, ecc.). La tesi si basa sull'analisi di casi studio, ovvero due progetti di “Magic Mix”, cioè Startblok Riekerhaven ad Amsterdam e Majella Wonen a Utrecht, e tre progetti di housing sociale, cioè Casa dell'Accoglienza, ViVi Voltri e Ospitalità Solidale nell’area di Milano. Sono state condotte 48 interviste semi-strutturate con operatori, responsabili di progetto, policy-makers e un focus group con inquilini. La tesi contribuisce alla letteratura sul mix sociale, proponendone una nuova concettualizzazione. A differenza della cornice entro cui si innestava l’idea di mix sociale negli anni Novanta, ovvero contrasto alla segregazione residenziale tramite ristrutturazione e diversificazione abitativa di interi quartieri, attualmente l’elemento cardine del mix sociale è la responsabilizzazione individuale. La tesi analizza le strategie volte ad aumentare il grado di responsabilizzazione degli inquilini. Da un lato si tratta di sperimentare approcci innovativi alla gestione abitativa, quali l’autogestione nei Paesi Bassi e la Gestione Sociale in Italia, che implicano nuovi ruoli e obblighi per gli inquilini; dall’altro si introduce un principio di condizionalità tale per cui l’assegnazione degli alloggi sociali avviene a condizione che gli inquilini si impegnino regolarmente in attività di sostegno all'interno del progetto abitativo. La tesi dimostra che l’idoneità a beneficiare delle nuove soluzioni abitative, sviluppate per contrastare il crescente e sempre più diffuso problema della scarsa affordability, comporta anche nuovi obblighi a carico degli inquilini legati al dovere di attivarsi nei confronti della propria comunità di abitanti.
Discourses, values and connotation attached to the concept of social mix in housing studies are strongly shaped by the broad socio-economic and historical context as well as the specifics at national, city, and neighbourhood level. In the 1990s, the notion of social mix entered the housing and urban agenda of many Western European countries in the policy frame of area-based, state-led urban renewal programmes against residential segregation. The 21st century society is characterized by global dynamics and societal trends, such as the growing socio-economic inequalities and residential segregation; the increasing problem of housing affordability affecting a variety of social groups, and the growing urban diversity, which provide new opportunities to reframe the ideal of social mix. Such macro dynamics unfold differently from context to context, due also to the role played by different welfare regimes and housing systems. In this light, the aim of this dissertation is to better understand whether and how contemporary macro trends and societal challenges are reshaping the current framing of social mix, and to provide a better understanding of the role of contextual factors, in particular those related to current developments in welfare and housing systems, in determining different and/or similar patterns of such reframing process. The dissertation specifically looks at how the current framing of social mix is re-shaping housing professionals’ roles, strategies and missions as well as the interactions between tenants and their relationships with professionals. This dissertation compares Italy and the Netherlands, which are characterized by different welfare regimes and housing systems. However, facing rising demand for affordable housing by a widespread and differentiated audience, in both countries policy-makers and practitioners address this emerging need by implementing new social housing projects targeting diverse social groups, which results in a fine-grained social mix between ‘resourceful’ tenants (e.g. students, young households, etc.) and ‘vulnerable’ tenants (e.g. welfare dependents, refugees, etc.). The dissertation is based on case study analysis of two Magic Mix projects, i.e. Startblok Riekerhaven in Amsterdam and Majella Wonen in Utrecht, and three Housing Sociale projects, i.e. Casa dell’Accoglienza, ViVi Voltri and Ospitalità Solidale in Milan and its metropolitan area. Totally, 48 semi-structured interviews with professionals, project managers, policy-makers and one focus group with tenants have been conducted. This dissertation contributes the existing literature on social mix by elaborating a new conceptualization of this notion. While the 1990s-framing of social mix was mainly focused on combating residential segregation at neighbourhood level, central to such new conceptualization of social mix is the promotion of individuals’ self-responsibilisation. The dissertation examines specific strategies that are promoted by professionals to increase tenants’ responsibilities. First, it investigates innovative housing management approaches, e.g. self-management and Social Management, in which tenants’ are assigned wider roles and obligations in the processes of housing management,. Second, it examines the principle of conditionality underling these projects, i.e. allocating social dwellings provided that tenants regularly engage in supportive activities within the housing project. The dissertation shows that the eligibility for new social housing opportunities, which aim to address the widespread problem of affordable housing, entails also new obligations and behavioral patterns for tenants in terms of additional duties towards the community.
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