Journal articles on the topic 'Responsabilità relazionale'

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Pendenza, Paolo. "Setting relazionale e apprendimento." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 183–206. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037017.

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Abstract:
Viviamo un momento storico nel quale il paradigma educativo ed organizzativo che ha ispirato la nascita e l'affermazione della scuola di massa novecentesca mostra tutti i propri limiti. La scuola pare che tenda inerzialmente ad autoconservarsi, a ripetersi eguale a se stessa. Ma non sempre e non ovunque. Nelle testimonianze di alcuni docenti che percorrono con successo nuove modalità didattiche intravediamo alcuni elementi che possono rappresentare una guida per costruire una didattica più adeguata ai nostri tempi. In particolare emerge con forza la centralità di una relazione tra docenti e studenti basata sulla fiducia e sulla responsabilità, che persegua l'obiettivo di rendere più efficace il processo di insegnamen-to/apprendimento. Queste conclusioni si basano sulle dinamiche peculiari che caratterizzano gli adolescenti di oggi, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Utilizzando tale approccio gli adulti possono diventare figure effettivamente significative ed autorevoli per i pro-pri allievi, capaci di accompagnarli nel loro percorso di crescita verso la vita adulta.
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Lo Piccolo, Alessandra. "Pedagogia e cura delle fragilità: suggestioni educative e proposte didattiche per la prevenzione dei comportamenti aggressivi." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 531–51. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9495.

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Abstract:
La scuola è un sistema relazionale complesso in cui abitano persone portatrici di bisogni, desideri, emozioni, aspettative, paure, angosce, ansie. La Pedagogia, che ha avuto da sempre il compito di interpretare, conoscere e orientare l'educazione e la formazione, ancora una volta deve cercare di fornire ad ognuno strumenti e competenze, lenti per leggere e criteri per, sviluppare abilità di adattamento, responsabilità, autonomia di pensiero e di azione. Una riflessione sui fenomeni di aggressività e violenza che caratterizzano il panorama sociale, oggi, specie tra le più giovani generazioni, impone domande specifiche su quali possano essere gli interventi educativi per gestirli e prima ancora, poterli prevenire. Si sente più che mai la necessità di percorsi educativi fondati sulla convivenza, la relazione pacifica, la condivisione, il riconoscimento di tutti e di ciascuno. In questa sede si è cercato di promuovere un approccio integrato, che tenga conto di istanze multidisciplinari e multidimensionali, individuando in una efficace educazione e formazione umana alle emozioni, una via possibile per rispondere a tale emergenza. Il contributo cerca di mettere in evidenza percorsi possibili, in una visione sistemica e complessa del fenomeno.
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3

Ciliberti, Rosagemma, Chiara Bonzano, Paolo Petralia, Luca Lalli, Marta Licata, Franco Manti, and Alessandro Bonsignore. "Survey condotta tra gli studenti di Medicina e quelli di Scienze Sociali sulla donazione del corpo a fini di ricerca e didattica." Medicina e Morale 70, no. 4 (December 21, 2021): 387–408. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.947.

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Abstract:
La legge italiana n. 10 febbraio 2020 “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica” mira a valorizzare la volontarietà della donazione del corpo (DC). In questo contesto assume rilievo il dibattito etico sul tema della donazione e sul suo significato profondo che pone in relazione la beneficialità con una visione relazionale dell’autonomia. Allo stesso tempo, non si possono trascurare le forti valenze simboliche che vengono attribuite al corpo. L’attuazione pratica della DC richiede, quindi, una strategia formativa ampia, capace di sviluppare l’assunzione di responsabilità rispetto al presente e alle generazioni future. In considerazione dell’importante ruolo che i medici, le professioni sanitarie e quelle sociali possono assumere nel promuovere tale pratica, è stata condotta un’indagine diretta a fare emergere le conoscenze e le convinzioni, presenti in tale ambito, tra gli studenti appartenenti alla Scuola Scienze Mediche e Farmaceutiche (SMF) e quelli frequentanti la Scuola di Scienze Sociali (SSS), nonché ad analizzare eventuali fattori che possono influenzare la DC. L’indagine ha evidenziato importanti carenze informative e formative su temi inerenti la cura, la donazione e il rispetto delle persone. Tali carenze risultano particolarmente significative per gli studenti appartenenti alla SMF che, quali futuri medici, potranno costituire un riferimento fondamentale per la diffusione della DC. Investire risorse economiche e intellettuali sulla competenza etica degli studenti può risultare un fattore di grande rilievo affinché la DC si configuri come una scelta responsabile, consapevole ed effettivamente praticata.
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Colucci, Massimiliano. "(Est)etica delle infezioni correlate all’assistenza / (Est)ethics of infections related to assistance." Medicina e Morale 66, no. 4 (October 11, 2017): 457–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.501.

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Abstract:
Le infezioni correlate all’assistenza sono un problema mondiale. Si possono prevenire attraverso programmi di igiene e abitudini corrette, come il lavaggio delle mani. Tra le cause ci sono probabilmente le unghie artificiali e gli anelli. Anche se manca un’evidenza definitiva per sostenere il divieto di indossarli durante la prassi assistenziale, in una condizione di incertezza, la migliore presa di posizione sul piano etico è di agire secondo precauzione. Inoltre, l’estetica può essere considerata un valore in sé, ma nell’ambiente sanitario le scelte estetiche non dovrebbero rappresentare un pericolo per il paziente. L’autonomia dei professionisti sanitari andrebbe perciò bilanciata coi principi di non-maleficenza e giustizia, in una prospettiva relazionale: è una questione di responsabilità verso i pazienti, i colleghi e la comunità. Infine, il professionista sanitario ha un suo specifico essere- in-relazione, che è la relazione di cura. Se un paziente affida se stesso a un professionista sanitario, un autentico valore estetico sta nell’impegno a non diminuirne le possibilità di esistenza. Bellezza, in questo caso, significa la migliore igiene delle mani. ---------- Healthcare-associated infections are a problem worldwide. They can be prevented through hygiene programs and good habits, like hand-washing. Among causes there are probably artificial fingernails and finger rings. Even if there is not a definitive evidence to support the prohibition to wear them during healthcare practice, in a condition of uncertainty the best ethical stance is to act according to precaution. Moreover, aesthetics may be considered as a value in itself, but in a healthcare setting aesthetical choices should not pose a threat to the patient. Therefore, health care professionals’ autonomy should be balanced with non-maleficence and justice principles, in a relational perspective: it is a matter of responsibility towards patients, coworkers, and community as well. Finally, the healthcare professional has a proper being-in-relationship, that is the cure relationship. If a patient entrusts himself to a healthcare professional, an authentic aesthetic value may be the commitment to not decrease the possibilities of patients’ existence. Beauty, in this case, means the best hand hygiene.
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Leonelli, Antonella. "Aurora: dal controllo onnipotente all'intima responsabilitŕ dell'amore." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2011): 116–23. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-002009.

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Abstract:
Viene commentato il caso di Aurora, una paziente con diagnosi di disturbo d'ansia e pregresso disturbo di panico. Vengono proposte alcune ipotesi circa i significati del sintomo ansioso e le sue correlazioni con la storia della paziente e le dinamiche relazionali del gruppo familiare nucleare e allargato nonché con la problematica esperienza di maternitŕ. Seguendo un approccio sistemico- relazionale si propone una presa in carico globale della famiglia e un intervento terapeutico multidisciplinare ed integrato.
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Curi, Umberto. "Il problema della responsabilitŕ." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 13–30. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001002.

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Abstract:
La responsabilitŕ non č un concetto assoluto. Ricondotta al suo fondamento etimologico, essa implica una relazione, in quanto č rispondere ad un soggetto che chiama. Di conseguenza, la responsabilitŕ č sempre connessa anche col suo opposto. Se rispondo ad una voce, per ciň stesso non rispondo ad altre voci che chiamano. Da questo punto di vista la nozione di responsabilitŕ si avvicina a concetti per molti aspetti simili, come č quello di obbedienza. In riferimento alla posizione di alcuni autori contemporanei - Heidegger, Ricoeur e Derrida soprattutto - viene sottolineata la forte aporeticitŕ insita nel concetto stesso di responsabilitŕ, al limite fra la sfera dell'etica e quella della fede.
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Bifulco, Daniele. "Nucleare e responsabilitÀ intergenerazionale." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 39 (January 2011): 20–34. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039002.

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Abstract:
Il saggio analizza l'impatto che l'energia nucleare puň avere sulla relazione fra riscaldamento terrestre e generazioni future, sulla base delle prese di posizione degli organismi internazionali di regolazione del settore nucleare. Da un lato, l'energia nucleare viene vista da alcuni come contributo alla lotta al cambiamento climatico, dall'altro avrebbe impatti problematici sulle generazioni future: l'articolo illustra questo dilemma, puntando l'attenzione soprattutto sulla questione delle scorie e sulla tutela giuridica delle generazioni future. Si considera inoltre la questione dell'energia nucleare dal punto di vista della sua valutazione complessiva, sottolineando la necessitÀ di una discussione ampia - che č mancata nel nostro paese.
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Squitieri, Anna Eugenia. "Mi prendo cura di te. Commento al caso." PSICOBIETTIVO, no. 2 (January 2011): 118–25. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-002010.

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Abstract:
L'autore nel commentare l'articolo sul caso clinico di un trattamento ad una persona con diagnosi di pedofilia e con la rivelazione di avere abusato di una minore, pone l'attenzione sulla centralitŕ dell'etica alla professione di psicoterapeuta come professionista della cura quando gli aspetti giuridici lo obbligano al venir meno del segreto professionale. Entrambi questi aspetti debbono necessariamente incrociarsi laddove forse non possono mai coincidere temporalmente. Utilizzando uno sguardo sistemico sul lavoro delle autrici del caso clinico, l'autore sembra rintracciare la possibilitŕ di rispondere all'etica professionale e al dettato giuridico attraverso un lavoro individuale con l'abusante che si sancisce solo dopo aver costruito un patto relazionale tra lui e lo psicoterapeuta. Patto che permette una prima e fondamentale assunzione di responsabilitŕ da parte dell'abusante, per poi sviluppare il lavoro clinico sul riconoscimento dei meccanismi disfunzionali e l'apprendimento dei nuovi e piů funzionali modelli interni. Ciň permette di lavorare con la coppia coniugale affinché venga costruito il contesto relazionale dove le dinamiche familiari e di coppia possono ricostruire il dramma dell'abuso. Infine l'autore ipotizza che un ulteriore spazio di terapia possa essere considerato, che preveda l'inclusione della minore abusata e cosě liberarla dall'identificazione con l'aggressore e dal senso di colpa per quanto accaduto. A ciň si puň giungere solo se l'abusante davanti alla vittima riconosce la sua piena responsabilitŕ dell'accaduto.
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Parise, Miriam, Raffaella Iafrate, Claudia Manzi, and Ariela Francesca Pagani. "E' tutta colpa mia! Il self-serving bias nella relazione di coppia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2012): 521–37. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004003.

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Abstract:
Il self-serving bias e un bias cognitivo che porta gli individui a compiere attribuzioni di responsabilita interne in seguito ad un successo ed attribuzioni esterne in seguito ad un fallimento. Nel presente lavoro il self-serving bias e stato analizzato all'interno della relazione di coppia attraverso un compito sperimentale. Alla ricerca hanno partecipato 32 coppie intime e 32 pseudocoppie formate da due estranei abbinati dallo sperimentatore in laboratorio. I partecipanti, dopo avere svolto un compito dal risultato interdipendente, hanno ricevuto un feedback rispetto alla propria performance congiunta e hanno attribuito la responsabilita per l'esito del compito. I risultati hanno mostrato che le coppie manifestano l'otherserving bias ovvero tendono ad attribuire il merito per un successo al partner e la colpa per un fallimento a se stessi. Tale risultato e stato letto come un indicatore dell'identita di coppia dei partner.
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Binetti, Paola. "Etica della relazione terapeutica in psichiatria." Medicina e Morale 49, no. 1 (February 28, 2000): 85–102. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.751.

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Abstract:
L’etica pone alla psichiatria una serie di interrogativi molto precisi, che possono essere sintetizzati in una triade così strutturata definizione del quadro antropologico di riferimento: identificazione dei criteri di qualità della relazione terapeutica; consapevolezza che il contesto in cui il paziente inserito è contestualmente fattore di sofferenza e risorsa irrinunciabile. Le tre domande rispondono ad un’ottica multifocale che assume di volta in volta come punto di vista privilegiato Chi è il paziente; il Chi siamo del rapporto medico paziente; il Chi sono del contesto socio-familiare. Dalla conoscenza e dal rispetto reciproco scaturiscono modelli decisionali eticamente accettabili perché centrati su di una comune tensione verso il bene reciproco. Il rischio della manipolazione nella relazione terapeutica in psichiatria è però costantemente in agguato e scaturisce dalla sostanziale diffidenza nelle capacità dell’altro, sia sul piano della comprensione degli eventi che su quello della loro corretta gestione. Verità ed errore in psichiatria vanno analizzati nella concretezza delle situazioni individuali e vanno collocati nell’ottica della gradualità e della progressività con cui l’uomo si accosta alla conoscenza, sempre attraverso tentativi ed errori. Un aspetto etico irrinunciabile nella relazione in psichiatria è quello che permette al soggetto malato di potersi esprimere con piena autenticità, evitando sostituzioni indebite si da parte dei familiari che del personale sanitario. L’autenticità come espressione singolare della propria identità, accettata da sé stesso e sa chi prede incarico la sua sofferenza è un fattore terapeutico dei più importanti ed efficaci. Una decisione per essere eticamente valida deve essere presa in piena libertà e nel pieno rispetto della coscienza soggettiva, per questo è essenziale l’aiuto offerto al paziente perché esprima le sue scelte e gradatamente ne comprenda la rilevanza attraverso le conseguenze operative. La libertà nella relazione con il paziente psichiatrico va sempre intesa come una conquista continua, che lo psichiatra presidia senza manipolazioni falsificazionistiche. Il problema del rapporto tra eticità come responsabilità personale ed oggettività come referente normativo universale si chiarisce solo se ci si pone nell’ottica dei diritti umani: diritto a conoscere la verità, diritto a formulare scelte coerenti, diritto a ricevere l’aiuto necessario a riscattare la propria libertà da condizionamenti di vario tipo e genere. Ossia assumendo il principio della autonomia personale come fondamento della relazione di aiuto psico-terapeutico, anche quando l’autonomia presente come diritto va sostenuta fino al punto di acquisizione come altro nome quello della responsabilità verso sé stesso e verso gli altri.
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Giusberti, Tiziana. "Prendersi cura della famiglia adottiva per prevenire i fallimenti." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002009.

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Abstract:
E importante adattare i servizi che si occupano di adozione per sostenere nel tempo le famiglie che accolgono bambini difficili, al fine di prevenire i fallimenti adottivi e di contenere le sofferenze psicologiche e relazionali intrafamiliari. Il sostegno e rivolto sia alla singola famiglia sia ai gruppi di famiglie: i gruppi sono articolati per eta omogenee dei figli, vedono da una parte i genitori che si interrogano sulle proprie responsabilita e dall'altra i bambini e i ragazzi che a loro volta rielaborano la loro storia adottiva attraverso proposte specifiche. L'attivita psicologica di accompagnamento e sostegno leggero in tempi lunghi rappresenta un antidoto alla solitudine e aiuta i genitori a operare scelte educative e relazionali rispettose dei bisogni dei figli e in grado di tutelare le relazioni familiari.
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Sanna, Gian Luca. "John Dewey e la lettura fenomenologica di una soggettivitÀ drammatica." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 35 (September 2009): 95–112. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035006.

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Abstract:
- L'articolo assume come sfondo specifico le dinamiche della relazione uomo-natura in John Dewey, cercando di ricostruire in chiave drammatica il problema della personalitÀ individuale. Attraverso l'utilizzo di un metodo di tipo fenomenologico, vengono messe in luce le tappe che conducono l'individuo a un processo di realizzazione etica di sé. Particolare risalto viene dato al dramma che il soggetto vive nella scelta razionale dei valori. Dramma che induce il filosofo americano a trovare nell'etica lo sviluppo finale della logica. Questa svolta muove l'intero processo della soggettivitÀ sul piano della responsabilitÀ. Una responsabilitÀ drammatica e rischiosa, che costituisce l'unica via che il soggetto puň percorrere se aspira a qualificare la realtÀ in cui si trova inscindibilmente incarnato in modo intelligente, personale e creativo.
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Pozzoli, Tiziana, and Gianluca Gini. "Bullismo a scuola: fattori psico-sociali associati ai ruoli di difensore della vittima e osservatore passivo." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 133–38. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001013.

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Abstract:
Adottando l'approccio Ruoli dei Partecipanti allo studio del bullismo, il presente studio ha analizzato: (a) le caratteristiche individuali (atteggiamenti, responsabilitŕ personale e strategie di coping) di difensori e osservatori passivi; (b) la relazione esistente tra i due ruoli e l'accettazione da parte dei pari in bambini di scuola primaria e media. I risultati mostrano un atteggiamento piů positivo nei confronti delle vittime, una maggiore responsabilitŕ personale per l'intervento e un maggior utilizzo di strategie di problem solving e di internalizzazione da parte dei difensori ri- spetto agli osservatori passivi. Infine, i difensori risultano essere piů accettati dai compagni rispetto agli osservatori passivi. Questi risultati hanno importanti implicazioni per i programmi anti-bullismo.
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Leanza, Calogero. "Trasporto aereo: ipotesi di responsabilità da "contatto sociale" per lesione dei diritti delle persone a mobilità ridotta." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 35 (April 2022): 91–104. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-035007.

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Abstract:
Il Tribunale di Firenze ha affrontato la questione relativa alla richiesta di ri-sarcimento del danno (morale) da parte di un soggetto affetto da tetraplegia in occasione dell'imbarco su un volo aereo e si è espressa nel ritenere configurabile l'ipotesi di una responsabilità da "contatto sociale". Pur in assenza di uno specifico legame contrattuale, le parti in questione sono entrate in contatto per effetto del contratto di trasporto che è stato concluso. Si è, in-fatti, in presenza di un'ipotesi in cui il rapporto obbligatorio rinviene il proprio fondamenta in una relazione specifica che intercorre tra soggetti determinati, che pur non avendo formalmente fonte contrattuale, è in grado di produrre effetti obbligatori diretti, inquadrabili sia nell'ambito dell'art. 1173 c.c. (quali «altri atti o fatti idonei a produrre effetti obbligatori i conformità dell'ordinamento giuridico») sia nell'alveo della responsabilità per inadempimento ex art. 1218 c.c.
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Durand, Jorge. "Le asimmetrie del potere. Politiche migratorie fra Messico e Stati Uniti." MONDI MIGRANTI, no. 2 (October 2009): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002004.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi 100 anni l'azione politica del Messico ha attraversato cinque fasi: i primi decenni del ventesimo secolo con l'attuazione di interventi finalizzati a dissuadere i potenziali migranti dal lasciare il Messico; una politica di negoziazione durante e dopo la seconda guerra mondiale; un approccio orientato al "laissez faire" negli anni '70 ed '80, una politica della "limitazione dei danni" negli anni '90; infine le proposte ed i discorsi centrati sulla "responsabilitŕ condivisa". Questo contributo esamina ogni fase e come queste abbiano dato forma alle contemporanee modalitŕ di relazione tra gli Usa ed il Messico in relazione ai processi migratori e alla direzione delle politiche migratorie del Messico.
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Demattè, Adriano. "Relazione etica degli studenti con un documento tratto dalla storia della matematica." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 12 (November 21, 2022): 22–44. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.2.

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Abstract:
Un’attività di interpretazione di un brano tratto da Introductio in analysin infinitorum di Eulero, in una classe quinta della scuola secondaria di secondo grado, consente di evidenziare varie problematiche riguardanti una relazione di responsività e responsabilità – che in questo articolo viene denominata etica – da parte degli studenti con un testo matematico e in particolare con un documento storico. L’analisi viene operata alla luce del pensiero dei filosofi Emmanuel Levinas e Hans-Georg Gadamer. L’attenzione è rivolta a come gli studenti orientino la loro interpretazione, come affrontino la situazione di alterità – di confronto con il punto di vista dell’Altro – e come seguano l’autore nei suoi ragionamenti.
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Monaco, Lorena. "Il gruppo del Ruolo: spazi e confini di un'appartenenza." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 122 (February 2013): 13–46. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-122003.

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Abstract:
All'interno del Seminario greco del 2009 organizzato da Il Ruolo Terapeutico, Sergio Erba presenta un suo scritto "La struttura della relazione terapeutica". Alcuni dei responsabili dei gruppi locali del Ruolo partecipano con il proprio contributo riferito a tale scritto. Ne nasce un importante momento di confronto e scambio all'interno del gruppo su tematiche fondamentali e ancora aperte all'interno del gruppo del Ruolo e un'occasione per cercare proposte innovative all'organizzazione interna del Ruolo Terapeutico.
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Gałkowski, Tomasz. "Prawo kanoniczne a środowisko naturalne i środowisko ludzkie." Prawo Kanoniczne 41, no. 1-2 (June 15, 1998): 201–21. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.1-2.08.

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Abstract:
Nei giorni 4-5 dicembre è stato celebrato a Varsavia il Simposio Internazionale intitolato: Emergenza Ambiente — Emergenza Vita. Diritto all'ambiente e diritto alla vita. L'autore della relazione soprappresentata si è soffermato sul tema dell'apporto del diritto canonico alla odierna discussione sulla tutela giuridica dell'ambiente naturale e della vita. Egli procede nella relazione esponendo e unificando il diritto all'ambiente e alla vita sotto lo stesso titolo del diritto considerato in un modo più ampio, ma fondamentale, come diritto all'ambiente umano. Il diritto alla vita riguarda la vita nel suo valore che è proprio la vita e concerne tutto ciò che è ad essa legato e la condiziona. Esponendo le cause della situazione odierna si sofferma su quelle indirette legate alla consapevolezza dell'uomo, della sua responsabilità per l'ambiente in cui vive. Procede nell'ambito metagiuridico postulando che il problema della discussione intorno al diritto deve precedere le formulazioni positive del diritto e le diverse prove della soluzione. In seguito presenta il diritto canonico come diritto che offre agli ordinamenti moderni un esempio della tutela dell'uomo stesso mostrando il senso del diritto che deriva dalla sua realtà.
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Forte, Bruno. "Considerazioni teologiche intorno all'ingegneria genetica." Medicina e Morale 41, no. 6 (December 31, 1992): 1063–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1081.

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Abstract:
Lo studio, prendendo le mosse dalla considerazione che l'ingegneria genetica tocca la relazione tra uomo, natura e cosmo, nonché quella tra l'uomo ed i suoi simili, prende atto della diversità di ritmi che i tempi biologici hanno rispetto a quelli storici per via delle rilevanti possibilità che l'uomo ha di intervenire sulla realtà. L'ingegneria genetica è, così, inquadrata nella più generale "crisi ecologica", dalle profonde radici filosofiche che sono tratteggiate dall'Autore. Vengono poi valutate criticamente le accuse che la filosofia ha mosso alla tradizione ebraico-cristiana riguardo al rapporto uomo-natura. Lo studio evidenzia ed analizza, infine, come tale tradizione si fondi non sull'autonomia bensì sull'eteronomia dell'uomo, ovvero sulla relazione tra l'essere umano e il Creatore nella solidarietà con tutto il creato, visto nella sua "interiorità". Alla luce di tali premesse saranno eticamente accettabili quegli interventi di ingegneria genetica che riconoscono come premessa l'eteronomia fondatrice prima citata, cioè il rispetto della centralità ed il valore assoluto della persona umana, in una dinamica di etica della solidarietà e della responsabilità.
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Trotta, Domenico. "Funzione erettiva, concezione e sessualitŕ di coppia." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 88–91. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002018.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Simonelli, Chiara. "L'eiaculazione precoce e la sessualitŕ di coppia." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 81–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002016.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Cerpolini, Silvia, and Maria Cristina Meriggiola. "Potere procreativo e contraccezione maschile." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 77–80. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002015.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Caruso, Salvatore. "Sessualitŕ e infertilitŕ." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 92–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002019.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Giammusso, Bruno. "Eiaculazione precoce: quali trattamenti?" RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 84–87. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002017.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Barbera, Marzia. "Trasformazioni della figura del datore di lavoro e flessibilizzazione delle regole del diritto." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 126 (July 2010): 203–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126001.

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Abstract:
Il saggio analizza le trasformazioni subite dalla figura del datore di lavoro a seguito dei grandi mutamenti economici e sociali che hanno interessato l'ultima parte del secolo scorso, nonché le risposte che il diritto del lavoro ha dato a questi mutamenti. Viene, dapprima, descritta la disarticolazione dello spazio interno dell'impresa, con i processi di frammentazione ed esternalizzazione del ciclo produttivo, che hanno dato nuova centralitŕ alla questione di chi sia il datore di lavoro; e, successivamente, la disarticolazione spaziale esterna, dovuta all'allargarsi dei confini del mercato su scala transnazionale, che ha determinato un'accresciuta scelta da parte del datore del diritto che governa il rapporto di lavoro. Il saggio descrive poi come il diritto del lavoro ha affrontato le conseguenze di tali processi, ed in particolare la disarticolazione delle responsabilitŕ datoriali e la creazione per il datore di nuovi ambiti di immunitŕ nell'esercizio dei propri poteri. Le nuove tecniche di tutela impiegate sono prevalentemente di tipo relazionale, intervengono, cioč, in relazioni nelle quali diritti e doveri delle parti non sono interamente determinati a priori, e lo fanno attraverso strumenti quali l'adozione di criteri di attribuzione funzionale delle responsabilitŕ datoriali fra diverse entitŕ economiche e attraverso varie forme di bilanciamento di interessi, mediate dalle clausole generali e dai principi di eguaglianza e ragionevolezza. Ne risultano un'accentuata flessibilizzazione delle regole giuridiche e un tasso piů elevato di incertezza e imprevedibilitŕ del diritto, ma anche la scoperta di nuove funzioni dei principi e dei diritti fondamentali.
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Antonietta Guida, Maria. "La specializzazione del giudice della famiglia tra diritto e psicologia." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 42–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001005.

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Abstract:
L'autrice esamina la relazione tra sapere giuridico e sapere psicologico, e tra i rispettivi linguaggi, nell'esercizio della giurisdizione in materia familiare. Sottolinea la rilevanza di una specializzazione del giudice che lo renda consapevole delle dinamiche affettive nel processo e capace di decisioni che sollecitino nei destinatari l'elaborazione dei propri vissuti, presupposto per una possibile attenuazione dei conflitti anche nell'interesse preminente dei figli minorenni. Sulla base della pluriennale esperienza di giudice tutelare nei procedimenti di vigilanza previsti dall'art. 337 c.c., evidenzia come la collaborazione sinergica tra interventi giudiziari e interventi di cura, possa favorire una presa di coscienza da parte dei destinatari dei propri bisogni di vita e una assunzione di responsabilità necessaria per una possibile soluzione esistenziale dei problemi sottostanti alla domanda di giustizia.
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Temple, Nicholas. "Quando la speranza è attaccata: la violenza come difesa dalla colpa." PSICOANALISI, no. 2 (January 2021): 41–55. http://dx.doi.org/10.3280/psi2020-002003.

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Abstract:
Il lavoro affronta il tema della distruttività umana come modalità di difesa dai sentimenti di colpa. Come già evidenziato da Freud e dalla Klein, sia a livello individuale che collettivo, la distruttività può essere proiettata negli altri, oppure può essere attribuita a un trauma del passa-to che determina una reazione distruttiva, in modo da evitare l'assunzione della responsabilità. Ogni riconoscimento della responsabilità per la propria distruttività produce un senso di colpa doloroso che, di conseguenza, può essere negato o proiettato. Inoltre, il senso di colpa si inten-sifica quando c'è la consapevolezza che il danno è stato inflitto a qualcosa sentito come buono e prezioso. Attraverso l'analisi di alcuni casi clinici, l'autore ci mostra la difficoltà presente nel lavoro analitico con pazienti suicidi o violenti. L'analista deve confrontare il paziente con il proprio desiderio di utilizzare la violenza per sterminare ciò che è danneggiato e vulnerabile dentro se stesso, o attaccare un'immagine persecutoria per neutralizzarla. Allo stesso tempo, viene mes-so nel transfert nella posizione di essere un oggetto che può essere incolpato, e poi attaccato e ucciso nella fantasia. Il trattamento psicoanalitico, infatti, rappresenta una speranza di cambia-mento e di sviluppo e può facilmente provocare una ritorsione violenta per aver disturbato l'equilibrio psichico e aver offerto una via d'uscita da una relazione interna vincolata. La paura di questo cambiamento psichico può provocare una pericolosa reazione terapeutica negativa.
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Bignamini, Angelo A. "Il rischio calcolato e la relazione con l’assistito: aspetto ambivalente della medicina." Medicina e Morale 52, no. 6 (December 31, 2003): 1175–202. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.658.

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Abstract:
I medici ed i loro assistiti sono sottoposti a pressioni perché venga regolarmente valutato il rischio di patologie future e vengano applicate misure di prevenzione primaria e secondaria. Si rilevano alcuni problemi relativi a questa politica, che investono l’affidabilità degli algoritmi e la difficoltà a raggiungere gli obiettivi fissati. A partire dall’osservazione di dati reali da uno studio osservazionale, viene discusso l’impatto sulla giustificazione etica dei meccanismi di screening di popolazione, dell’applicazione sistematica delle misure di prevenzione raccomandate dalle linee guida, e più in generale sulla cosiddetta “cultura della prevenzione”. I punti critici evidenziati sono la necessità di considerare che il singolo soggetto non è il rappresentante medio della popolazione, ma un soggetto individuale con caratteristiche, bisogni, e sensibilità proprie; la consapevolezza che la prevenzione può essere efficace sulla popolazione ma non necessariamente sul singolo; la presa di coscienza che gli obiettivi da raggiungere per la riduzione del rischio devono essere raggiungibili nella realtà mettendo in gioco la libertà-responsabilità del soggetto al di là delle raccomandazioni delle linee guida, e che comunque non può garantire un esito favorevole. Viene infine sottolineato che l’insistenza sulle misure di prevenzione sono anche l’espressione della perdita del senso del limite al diritto alla vita e alla tutela della salute, cioè un’espressione del rifiuto del significato della malattia e della morte.
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Pegoraro, Renzo. "Comunicazione della verità al paziente." Medicina e Morale 41, no. 3 (June 30, 1992): 425–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1100.

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Abstract:
La comunicazione della verità al paziente assume il carattere di un caso paradigmatico per il coinvolgimento sia del teologo moralista sia del medico, a livello di riflessione teoretica e di prassi. Nella prospettiva di un possibile dialogo interdisciplinare, l'autore, in questa seconda parte, traccia le linee per una miglior comprensione del rapporto tra medico e paziente in termini di alleanza, basata sulla fiducia e il rispetto reciproci. Tale contesto di fedeltà rende possibile una relazione e comunicazione autentiche, seguendo un cammino di gradualità che conduce il malato verso la piena verità sulla sua condizione. La veracità del medico saprà assumersi tale responsabilità valutando il senso delle singole affermazioni e dei silenzi, nelle diverse circostanze e situazioni, per il rispetto della dignità del paziente e della stessa professione medica.
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Cargnello, G. "Ricerche volte a definire il paradigma e un prontuario “completo” di descrittori materiali, immateriali, …(ora oltre 150000) base della “Carta della Sostenibilità Universale Olistica MetaEtica 4.1C.17.18”: Descrittori che vanno oltre l'immaginabile, oltre “la terra, i cieli e gli universi”." BIO Web of Conferences 12 (2019): 01006. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191201006.

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Abstract:
Relativamente alla “sostenibilità” facendo seguito alle ricerche pregresse, ultimamente abbiamo coinvolto oltre 3500 signori italiani e non italiani che vanno dai ricercatori ai semplici, umili ma colti, illuminati ed illuminanti cittadini, nonché teologi, filosofi, psicologi, sociologi, moralisti, umanisti, ambientalisti, economisti, politici, amministratori, imprenditori, tecnici, …. Queste attività e ricerche hanno definito un paradigma sulla sostenibilità e reso possibile scrivere un prontuario “completo” di descrittori (ora oltre 150000: compresi quelli materiali ed immateriali, “fisici” e “metafisici”, spirituali e non spirituali, dei credenti e dei non credenti, degli atei, dei “credenti atei”, dell' “humanae sàpere” compresi, …, “MetaEtici 4.1C”) prima, mai visti i quali, pure, vanno oltre l'immaginabile, oltre “la terra, i cieli, gli universi, i multiversi, …”. Paradigma e prontuario che hanno pure attinto, come dovevano attingere da: “Dichiazione di Stoccolma”, “Rapporto di Brundtland”, ONU, UNESCO, CE, OIV, SQNPI, VIVA, EQUALITAS, GiESCO 2015, GiESCO 2017, Tergeo, Magis, SOStain, Prowine, ECO-Prowine, Ita.Ca/Gea.Vite, Vino Naturale, Dinamic wine, Vino Libero, New Green Revolution, Organic wine, VinNatur …e dai vari progetti, programmi, protocolli, regolamenti, associazioni, norme sulle “sostenibilità”, nonché, ed in particolare, dall' “humanae sàpere”. Queste attività e queste ricerche sono risultate fondamentali per scrivere, come è stata scritta, la “Carta della Sostenibilità Universale Olistica.MetaEtica 4.1.18 Liberi ma nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico.MetaEtico 4.1C” secondo la così detta “Grande Filiera Metaetica 4.1C” del Conegliano Campus 5.1C, la quale carta è risultata rappresentare, pure, un' importante opportunità spirituale, culturale, relazionale e di sensibilizzazione per ulteriori riflessioni e approfondimenti dell'anima, culturali, “di vita”, “Politici”, terminologici, concettuali, relazionali, metodologici teorici di base ed applicativi in generale e in particolare, ad esempio, per chi opera: 1-sulla “sostenibilità” intesa come “Sostenibilità Universale Olistica.MetaEtica 4.1.18 Liberi ma nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico. MetaEtico 4.1C”, 2-sulla fondamentale indispensabile urgente: 2.1-massima sburocratizzazione, totale alla fine, sburocratizzazione già in corso, 2.2-per eliminare il conflitto di interessi, eliminazione, già in atto, 3-sulle auto-dichiarazioni 4.1C, auto-certificazioni 4.1C e auto-garanzie 4.1C sburocratizzanti, responsabili, veritiere, facilmente controllabili, garantite “MetaEticamente 4.1C” già in fase applicativa le quali non escludono innovativi, rivoluzionari, originali interventi di terzi “MetaEtici 4.1C”, 4- e non per ultimo, ma in primis, attività e ricerche condotte per contribuire a rendere tutto, ogni sistema “Libero nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico.MetaEtico Sostenibile 4.1C”.
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Manfrida, Gianmarco, and Elisa Serafini. "La famiglia dell'emigrante č sempre una risorsa? Reti sociali e vissuti familiari nelle donne nigeriane vittime di tratta." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 31 (October 2010): 29–42. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-031003.

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Abstract:
Nell'ultimo decennio in Italia la tratta degli esseri umani ha assunto maggiore rilevanza e importanza. Il fenomeno si caratterizza per la sua complessitŕ e la sua rapida trasformazione, per questo gli autori hanno deciso di guardarlo ponendo attenzione ad un aspetto specifico: le reti sociali. In particolare si sono soffermati sulla situazione individuale e familiare di donne nigeriane inserite in programmi di protezione previsti dall'art. 18 D.Lgs. 286/98, con l'obiettivo di svolgere una prima analisi su handicap e risorse sociali, attraverso due strumenti descrittivi e proiettivi: genogramma e disegno simbolico dello spazio vitale. I risultati hanno permesso di evidenziare una sostanziale differenza fra la struttura descritta nel primo strumento e quella piů corrispondente ai vissuti individuali che appare nel secondo. Secondo gli autori tale discrepanza puň riflettere la differenza esistente fra un supporto reale ambivalente della rete sociale e il supporto sociale effettivamente percepito dal soggetto, libero dai condizionamenti negativi impliciti nelle "lealtŕ invisibili". Si aprono cosě spazi e responsabilitŕ per gli operatori formati in un modello relazionale sistemico.
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Villa, Roberta, Alessia Repossi, Vaninka Riccardi, and Elisabetta Cozzi. "Il Progetto Teatrando. Un ponte di connessioni." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 105–16. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002008.

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Abstract:
Il Progetto Teatrando è un'esperienza territoriale di comunità lunga quasi vent'anni, che oggi viene descritta dalle autrici rispondendo agli spunti innovativi del welfare contemporaneo. Un contributo riferito a esperienze sul campo e buone pratiche che vedono, a livello metodologico, il connubio tra teatro sociale e sguardo gestaltico. I protagonisti che partecipano al Progetto Teatrando non sono solo i singoli individui, ma anche gruppi che grazie all'esperienza del teatro sperimentano e si allenano a forme diverse e nuove di cittadinanza attiva. È un esempio di creatività e responsabilità sociale, partecipazione, ideazione, attivazione di sistemi locali di welfare informale. Inoltre la descrizione di questa esperienza in termini evolutivi, ha condotto le autrici a tenere in considerazione i fattori di cambiamento in atto a seguito dell'emergenza sanitaria: come si sono rimodulate le pratiche del teatro nel dover impiegare gli strumenti tecnologici e la relazione a distanza?
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Cheli, Mariagnese, and Salvatore Busciolano. "Il ruolo del Trauma e del Linguaggio nel sistema penale minorile." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 116–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002011.

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Abstract:
L'articolo mette in luce la necessità di una prospettiva trauma orientata nell'ambito degli interventi sui minori devianti perché la letteratura scientifica evidenzia sempre più come, da un lato, il Disturbo di Personalità Antisociale (Dpa) possa collegarsi a una storia traumatica e, dall'altro, come i ragazzi reduci da esperienze sfavorevoli infantili (Esi) più frequentemente possono avere condotte devianti. Questo orientamento porta a modificare l'approccio ai ragazzi all'interno di una nuova e necessaria progettualità sistemica che parte dalla giustizia minorile fino a toccare tutti gli attori istituzionali coinvolti e le famiglie dei minori, una progettualità coerente e condivisa negli obiettivi, nelle prescrizioni e nelle azioni. In questa progettualità è fondamentale, all'interno del processo minorile, il ruolo di un linguaggio istituzionale comprensibile ai ragazzi, medium necessario per attivare una relazione che porti a una corretta assunzione delle proprie responsabilità, per poter riattivare un itinerario educativo efficace.
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Ruggeri, Martina, and Laura Massi. "Il Trauma Complesso come disturbo dello sviluppo: analisi di un caso clinico." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2020): 107–17. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002006.

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Abstract:
Il contributo si pone l'obiettivo di evidenziare la dannosità e pervasività del Complex Trauma sullo sviluppo del bambino, attraverso l'esposizione di un caso clinico esemplifica-tivo, sia per l'analisi della compromissione funzionale della vittima sia per porre l'attenzione sui limiti dell'attuale sistema di classificazione diagnostico, che ad oggi fa riferimento uni-camente alla diagnosi di PTSD (Post Traumatic Stress Disorder), ritenuta non sufficiente-mente esaustiva per descrivere e riconoscere i traumi relazionali precoci, multipli e cronici, responsabili dei diversi possibili esiti disadattivi. Diversamente, il Disturbo Traumatico del-lo Sviluppo (DTS), non ancora inserito nei manuali diagnostici, viene ritenuto più consono a descrivere la complessità degli effetti del trauma interpersonale precoce e cronico, consi-derando ed includendo le molteplici espressioni sintomatiche del disturbo e, di conseguen-za, individuando i percorsi terapeutici più adeguati per i bambini.
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Di Pietro, Maria Luisa. "La comunicazione della verità al paziente: diritti e doveri nel nursing." Medicina e Morale 39, no. 6 (December 31, 1990): 1223–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1157.

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Abstract:
Il diritto del paziente a conoscere la verità e il corrispondente obbligo di informativa da parte dell'operatore sanitario hanno subito nel tempo molteplici e controverse interpretazioni: questo è dovuto anche al modificarsi della relazione tra il paziente e l'operatore sanitario, che ai nostri tempi appare sempre di più fondata, anche fino all'estreme conseguenze, sul principio di autonomia e di autodeterminazione del malato. Nel presente articolo, partendo dall'analisi di un caso clinico e alla luce dei principi dell'etica personalista (il principio di libertà-responsabilità, la regola della fiduciarietà e della veridicità), della deontologia medica ed applicata al nursing, delle Carte sui diritti dei pazienti, si cerca di dare una risposta ai due principali interrogativi posti dal tema in esame: il paziente ha diritto a conoscere la verità sul proprio stato di salute? A chi spetta il compito di comunjcare la verità? Al medico, all'infermiere o a un familiare?
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Ragaini, Cecilia, and Francesco Panzeri. "Le false ritrattazioni da parte dei minori vittime di abuso sessuale: le dinamiche intrapsichiche e relazionali come emergono da uno studio di caso." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (September 2012): 107–15. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-002006.

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Abstract:
Il presente lavoro č finalizzato a formulare delle ipotesi relative ai principali fattori responsabili delle false ritrattazioni da parte dei minori vittime di abuso sessuale attraverso l'analisi di un caso. L'analisi degli elementi rilevati dal fascicolo del caso in esame ha identificato variabili coerenti con quelle evidenziate in letteratura. La falsa ritrattazione sembra determinata, infatti, dal forte legame affettivo del minore con il genitore abusante, da quello non supportivo con il genitore non abusante e dalla messa in atto di pressioni sul minore stesso affinché ritratti le iniziali rivelazioni. Sul piano psicodinamico, i fattori ipotizzati come coinvolti nel processo della falsa ritrattazione del minore vittima di abuso sessuale sono stati: la dissociazione dai vissuti traumatici e la costruzione di un falso Sé.
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Calefato, Patrizia. "La via delle mascherine." dObra[s] – revista da Associação Brasileira de Estudos de Pesquisas em Moda, no. 31 (April 14, 2021): 103–17. http://dx.doi.org/10.26563/dobras.i31.1288.

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Abstract:
In questo articolo mi concentrerò sul ruolo delle mascherine facciali, resesinecessarie in tutto il mondo a causa della pandemia da Coronavirus del 2020, e trasformatesiin indumento alla moda. Inquadrerò la funzione delle mascherine nell’ambito del concettoantropologico (Lévi-Strauss), sociologico e semiotico della maschera, e le analizzeròin relazione all’immagine del corpo grottesco (Bakhtin). Partirò da una definizione dellamoda come sistema di segni (Barthes) e dalla riflessione su come i segni della moda contemporaneaesprimano in modo spiccato le aperture del corpo e le inversioni semantichecaratteristiche dello stile grottesco. La funzione protettiva delle mascherine, cioè quella diimpedire le aperture e le contaminazioni tra i corpi, caratteristiche del grottesco in sensobachtiniano, viene ad essere però semioticamente “contesa” proprio dal divenire di modadi questi oggetti, che assumono colori, fantasie, forme, dimensioni, affidate all’inventivastilistica e alla creatività più sfrenata, anche personale. Le mascherine alla moda diventanocosì il simbolo dell’epoca del Coronavirus in quanto oggetti che “resistono” idealmentealla separazione tra i corpi imposta dal distanziamento sociale, e al tempo stesso interpretanoin forma emblematica l’idea di responsabilità solidale e collettiva dei corpi rivestiti,anche oltre la pandemia.
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Abbatecola, Emanuela, Davide Filippi, and Marco Omizzolo. "Incursioni L'inconsistenza dei diritti. Il Grave Sfruttamento del Lavoro migrante in Italia. Introduzione. Dal caporalato al padronato. Riflessioni critiche sul sistema del Grave Sfruttamento Lavorativo." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 9–36. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002001.

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Abstract:
L'articolo analizza la complessità del fenomeno del grave sfruttamento lavorativo e la sua sistematizzazione organica quale espressione propria del capitalismo con-temporaneo. Assunti i limiti entro cui, nel mondo accademico e nel dibattito pub-blico, si riflette su queste dinamiche, gli autori propongono una nuova definizione del concetto di grave sfruttamento lavorativo, tentando di integrare approcci e sguardi che in letteratura risultano frammentati. Questa definizione è fondata su tre dimensioni: economica, sociale-riproduttiva, ambientale, da considerare in una relazione circolare nella quale le conseguenze dell'una si ripercuotono sulle altre. In questo quadro, la condizione della forza lavoro, soprattutto migrante, si è trasfor-mata in un crocevia sul quale converge un pluralismo regolativo, formale e infor-male, che determina subordinazione e gravi forme di sfruttamento. È un processo che non è circoscrivibile nel solo ambito agricolo, ma diffuso in molteplici settori produttivi, ognuno dei quali con specifiche modalità di funzionamento. La rifles-sione supera dunque la centralità assunta negli anni dal concetto di caporalato per introdurre quella di padronato, dove le responsabilità sono da individuare nella si-stematicità dei fenomeni connessi al grave sfruttamento lavorativo.
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Garofalo, Lorella, and Vincenza Mele. "Approccio bioetico e biogiuridico al “counseling” genetico per malattia di Alzheimer." Medicina e Morale 50, no. 1 (February 28, 2001): 41–59. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.716.

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Abstract:
L’articolo, dopo aver analizzato gli aspetti etici legati alla medicina predittiva e dopo aver illustrato la malattia di Alzheimer da un punto di vista patologico ed eziologico, si sofferma sulla significatività etica del ruolo del counseling genetico, in particolare in relazione al caso in cui la richiesta del test predittivo venga da parte di soggetti a rischio, asintomatici, che presentano una familiarità la cui eziologia è nota, e per i quali il test è disponibile. In questo caso la riflessione etica è maggiormente problematizzante e coinvolge diversi aspetti: l’uso di test sicuri ed efficaci in strutture sanitarie ben identificate con standard di qualità garantiti; le problematiche legate alla consulenza (autonomia decisionale dell’utente, il consenso informato, l’assistenza psico-sociale); la formazione professionale del personale sanitario. In seguito gli autori riportano e commentano i dati di un’indagine conoscitiva in merito al test predittivo e alle strutture sanitarie. Infine, nel delineare le direttive etiche per i consulenti, viene messo in risalto lo spessore bioetico e biogiuridico del ruolo dell’operatore nel counseling genetico, spessore che viene ulteriormente messo in luce dalla peculiare responsabilità che l’operatore si assume nella protezione dei dati genetici.
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Maria Samuelli, Anna. "Il diritto dei più vulnerabili e dei più deboli non è un diritto debole: povertà e difficoltà educative nel tempo della pandemia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004003.

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Abstract:
La pandemia ha reso visibile il tema della povertà educativa ereditato dal passato. Si parla di generazione Covid che vede il futuro come incognita. La mancanza di attenzione da parte della politica verso la scuola, la ricerca e la cultura non è nuova. Lo sviluppo economico teso alla conquista del benessere, ha subìto una accelerazione senza precedenti e ha determinato nel mondo globalizzato lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali con la conseguenza di catastrofi umanitarie. La violazione dei diritti umani solo formalmente conquistati ma di fatto negati hanno reso più fragili le nostre democrazie. Urge una mobilitazione civile, possibile se si ripensa il processo di formazione della persona. La sollecitazione alla resilienza e il ripristino del valore della relazione per ricreare la dimensione comunitaria, è compito degli educatori. La scuola è il luogo della cura, non il problema. Gariwo, Il Giardino dei Giusti dell'Umanità, propone un diverso approccio al lavoro storico nelle scuole, fondato sulla memoria del bene. I giusti che riconoscono il volto dell'altro, esemplificano il valore del coraggio, della libertà, dell'autonomia di pensiero e ripropongono il tema della responsabilità personale per affrontare le sfide del presente. Aprono al cambiamento e al futuro.
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Salerno, Alessandra, and Sebastiana Giuliano. "La coppia sterile tra lutto, coping e resilienza." TERAPIA FAMILIARE, no. 96 (August 2011): 27–45. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-096002.

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Abstract:
L'articolo fornisce una panoramica delle implicazioni psicologiche e sociali dell'infertilitŕ sulla coppia. Con unsull'evoluzione dell'attuale comprensione teorica in questo settore, le autrici esplorano i vissuti di coppia di fronte alla sterilitŕ, tenendo conto delle differenze di genere e dell'impatto che l'impossibilitŕ a generare produce sulla relazione, in bilico tra lo sgretolamento ed il rafforzamento del legame. Vengono analizzati sia gli effetti di alcune strategie di coping, che appaiono adattive per uno dei partner, ma che risultano causa di stress e depressione per l'altro e, dunque, sinonimo di un basso adattamento coniugale; sia le strategie di coping piů funzionali, quali la non esclusiva accettazione della responsabilitŕ e l'attribuzione di significato all'evento sterilitŕ. Viene inoltre approfondito il concetto di resilienza come fattore critico per sostenere le interazioni positive e le percezioni nelle coppie sterili. Infine, si focalizza l'attenzione sull'importanza di un percorso di sostegno o terapeutico per le coppie "in crisi", al fine d'integrare la ferita della perdita della fertilitŕ nella propria identitŕ e nella propria storia di coppia e di rivedere i propri obiettivi di vita.
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Giacci, Vittorio. "Cinematografia e ispirazione letteraria socialista." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 31, 2020): 473–557. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910925.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della relazione tra letteratura e cinema sia in termini generali che in ambito più strettamente politico, soffermandosi sugli adattamenti di opere letterarie scritte da autori di area e ispirazione socialista, ma anche su opere cinematografiche, tratte da soggetti originali, realizzate da registi che si sono riconosciuti, stabilmente o temporaneamente, nel socialismo italiano. Si vuole colmare l’evidente lacuna di una critica che ha preferito guardare alle esperienze di autori che palesavano altre ispirazioni, come quelle cattolica e comunista, benché il contributo di cineasti dell’area socialista sia stato altrettanto, se non più ampio e profondo, come il presente saggio intende dimostrare. Lo studio considera anche l’apporto fornito dai socialisti laddove hanno operato, con incarichi di responsabilità, nelle politiche culturali italiane, partecipando anche alla definizione legislativa di settore, con posizioni di rilievo in importanti istituzioni del cinema pubblico (Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Italnoleggio, Istituto Luce), senza escludere la Biennale, i vari festival e le organizzazioni del settore pubblico. Ne risulta il ruolo determinante giocato dal pensiero e dai valori socialisti nel quadro del rinnovamento culturale del paese attuato mediante lo strumento della settima arte. La relazione cinema/socialismo non può essere colta in tutte le sue articolazioni se non la si inscrive in un più ampio contesto storico/politico e all’interno delle due anime che hanno da sempre caratterizzato le vicende del Partito Socialista, la tensione massimalista e la progettualità riformista, le scissioni ed i tentativi di riunificazione, l’unità d’azione e il contrasto a sinistra tra Partito Comunista e Partito Socialista, la propensione del primo al monopolio culturale ed a tacciare di “revisionismo” qualunque tentativo di innovazione politica che fosse al passo con i tempi e la refrattarietà del secondo a ogni forma di immobilismo ideologico, di egemonia culturale e di subalternità.
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Fiscella, Patrizia. "Il respiro del passo: il cammino come metafora biografica." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018011.

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Abstract:
La "metafora del cammino" qui utilizzata, fa riferimento ad un cammino adulto consapevole e dotato di senso che, in quanto tale, affronti nel suo procedere quelle tematiche che non possono essere disgiunte da un discorso formativo adulto: riflessivitŕ, esperienza, autoapprendimento, consapevolezza, responsabilitŕ, libertŕ di scelta. Ma il cammino esprime la sua forza metaforica anche attraverso la presenza dell'elemento fisico, il coinvolgimento dell'elemento corporeo che č immagine di un apprendere attraverso l'esperienza. Le metodologie formative esperienziali consentono agli adulti un apprendimento che, a partire dalla propria specificitŕ e soggettualitŕ, passando attraverso l'azione, le emozioni e la dimensione relazionale, generi un reale sviluppo delle capacitŕ cognitive. Dare voce a cammini di donne č per l'autore sia opportunitŕ per rammentare una lacuna storica in tutte le scienze sociali, cui č mancata una delle due voci, sia occasione per evidenziare che la formazione degli adulti deve prendere le distanze dalla generalizzazione. L'attenzione al genere č un punto di partenza, occasione per arrivare a sviluppare una prospettiva piů ampia che focalizzi la centralitŕ del soggetto, pur con la sua peculiaritŕ di genere, che in ambito formativo equivale a scegliere metodologie che mettano effettivamente il soggetto al centro, come, appunto, i metodi narrativi e autobiografici: dare voce alla biografia, e tramite essa al soggetto che la narra, ri-costruire la propria identitŕ ed empowerment, fino alla ricerca di senso e alla ricostruzione di senso. Legittimare il duale, dunque, per arrivare al singolare; legittimare la differenza per evidenziare l'individualitŕ.
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Castellano, Nicola. "Modelli e misure di performance aziendale: analisi della letteratura e spunti di ricerca." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001003.

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Abstract:
I sistemi di misurazione delle performance (SMP) nascono e si diffondono con l'obiettivo di orientare in maniera dinamica i comportamenti dei responsabili aziendali verso l'attuazione delle strategie. L'esigenza di utilizzo di questi strumenti si rafforza peraltro con la presa d'atto che gli strumenti di controllo tradizionale, a base esclusivamente contabile, impediscono una lettura efficace dei risultati e delle relative cause gestionali ed offuscano la ricerca delle conseguenti azioni volte al miglioramento. Questo articolo si propone di analizzare la piů recente letteratura in campo internazionale sul tema dei SMP, allo scopo di delineare i temi su cui si concentra l'attenzione dei ricercatori, le principali metodologie adottate ed i piů significativi risultati ottenuti. La classificazione dei contributi di ricerca selezionati č stata realizzata in relazione alle principali fasi del ciclo di vita di questi strumenti, cioč progettazione, implementazione ed utilizzo dei SMP. Nella parte finale sono proposti alcuni spunti per lo sviluppo futuro della ricerca.
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Mennella, Stefano. "Attraversamento dei confini e percorsi di inclusione: il piccolo gruppo psicoterapico come osservatorio di confronti culturali e fenomeni di integrazione." GRUPPI, no. 1 (October 2020): 56–70. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2020oa10482.

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Abstract:
Chi vive, sia dalla parte di chi si sposta che da quella di chi accoglie, esperienze di integrazione all'interno di fenomeni migratori, sperimenta le difficoltà di un lungo, a volte impossibile, sforzo per mediare, con una congiunta assunzione di responsabilità, tra esaltanti emozioni umane e amari compromessi, tra accessi a opportunità e risorse e crisi psicologiche, affettive e culturali. Nella parte introduttiva sono descritte ipotesi relative al ruolo dello straniero rispetto alla terra che lo ospita e alle fantasie che stimola il suo arrivo. L'autore è interessato, in questo scritto, a focalizzare l'attenzione sui fenomeni relativi all'attraversamento dei confini del gruppo da parte di nuovi arrivati e alle dinamiche, nell'ordine, di ospitalità, di acquisizione edi apparentamento; l'autore propone che all'interno del piccolo gruppo psicoterapico sia possibile osservare dinamiche collegate ai fenomeni di ingresso relative non solo alla condizione del nuovo come ultimo nato di una fratria ma, da un altro punto di vista, come straniero portatore di una cultura diversa. Attraverso il contributo di vignette cliniche viene evidenziato l'aspetto relativo al lavoro di ridefinizione dei confini del gruppo che si attiva a ogni nuovo ingresso, ma anche al lavoro, attraverso il confronto con il nuovo arrivato, di ridefinizione e riplasmatura dell'identità e degli elementi della cultura del gruppo. Infine, così come nei fenomeni migratori chi migra acquisisce, dal punto di vista relazionale, una posizione rispetto a chi rimane nella terra di origine, anche nel piccolo gruppo il nuovo arrivato attiva fantasie relative ai fratelli che hanno lasciato il gruppo.
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Gozzelino, Giulia, and Federica Matera. "Pedagogical lines and critical consciousness for quality education at the time of the Covid-19 pandemic." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 191–99. http://dx.doi.org/10.36253/form-10178.

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Abstract:
In a global context of children’s material and cultural deprivation, the Covid-19 pandemic contributed to redefine the human condition’s vulnerability, favoring the emergence of new forms of poverty and invisibility. Starting from the analysis of the consequences caused by the spread of the pandemic on children’s environment and fundamental development factors, the contribution focuses on the emerging educational challenges, to offer a pedagogical reflection on the possibilities of quality education at the time of emergency. The interviews – carried out as part of the Research Project Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori – make possible to restore visibility and voice to the discomfort of mothers and children between zero and six years old, acting as a starting point for the development of some work’s lines for a reappropriation of relationality, awareness and corporeality, with a look at the children’s rights and at the society’s ethical and civil responsibility in their global protection. Linee pedagogiche e sentieri di coscientizzazione per un’educazione di qualità al tempo della pandemia Covid-19. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla diffusione della pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca “Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori” hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Colucci, Massimiliano, and Renzo Pegoraro. "“Il Piccolo Principe” e la Medicina dell’Invisibile: relazione, organizzazione e prevenzione / "The Little Prince" and the Invisible Medicine: relationship, organization and prevention." Medicina e Morale 65, no. 3 (September 21, 2016): 275–91. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.436.

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Abstract:
In questo articolo, tentiamo di guardare a quattro temi di bioetica attraverso gli occhi del Piccolo Principe: il contesto di fine vita, la relazione medico-paziente, l’etica dell’organizzazione, la prevenzione/precauzione. Useremo un prospettiva che abbiamo chiamato “Medicina dell’Invisibile”, focalizzata sul valore. Il Piccolo Principe ci suggerisce di cercare l’invisibile come un nuovo tipo di “dato clinico” che può aiutare a rendere l’intervento assistenziale più etico ed efficace. Tale invisibile – che è la «cosa importante», la «cosa seria», anche su un piano gnoseologico ed epistemologico – è raggiungibile solo all’interno di una relazione. Perciò, il medico ha bisogno di essere “addomesticato” dal paziente, e il paziente dal medico – ognuno diventando responsabile dell’altro, ognuno diventando se stesso attraverso il dialogo con l’altro. Ma responsabilità significa anche attenzione al futuro, verso minacce alla vita che sono ancora ignote. Infatti, il Piccolo Principe ci insegna che possedere una parte di mondo – il “possesso utile” – implica l’imperativo etico di agire, al fine di salvaguardare la vita. Ma, senza la concretezza di una relazione – impregnata di tempo vissuto, di esperienze condivise, e dell’unicità individuale – non si dà alcun significato né valore. Per questo motivo la Medicina dell’Invisibile ricorda alla Bioetica che «quello che è importante, non lo si vede». ---------- In this paper, we attempt to look at four bioethical issues through the Little Prince’s eyes: the end-life context, the patient-physician relationship, the organization ethics, the prevention/precaution. We will use a perspective we have called “Medicine of the Invisible”, that is value-focused. The Little Prince suggests us to seek the invisible as a new type of ‘clinical data’ which may help to make the healthcare intervention more ethical and effective. Such an invisible – the “thing that is important”, the “matters of consequence”, even on a gnoseological and epistemological level – is attainable only within a relationship. Therefore, the physician needs to be tamed by the patient, and the patient by the physician – each one becoming responsible of the other, each one becoming himself through the dialogue with the other. But responsibility also means attention towards the future, against threats to life that are still unseen and unknown. Indeed, the Little Prince teaches us that owning a part of the world – the “useful possession” – entails the ethical imperative to act, in order to safeguard life. But, without the concreteness of a relationship – saturated with lived time, shared experiences, and individual’s uniqueness – no meaning and no value is given. For this reason the Medicine of Invisible reminds Bioethics that «the thing that is important is the thing that is not seen».
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Maddock, Clementine, and Carmine M. Pariante. "How does stress affect you? An overview of stress, immunity, depression and disease." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 153–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005285.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Il termine “stress” viene spesso usato come sinonimo di “vita moderna”. In questa revisione della letteratura abbiamo valutato la relazione tra lo stress e l'insorgenza o il decorso della depressione maggiore, dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, le maggiori cause di morbidità e di mortalita nel mondo occidentale. Abbiamo anche discusso come i cambiamenti nei parametri del sistema immunitario indotti dallo stress possano essere considerati, almeno in parte, responsabili di questa relazione tra stress e malattia. Metodo – Abbiamo condotto una ricerca su Medline per il periodo 1996-2000, utilizzando i termine stress, disease (malattia) e immune system (sistema immunitario), allo scopo di identificare i più recenti sviluppi della ricerca in questo campo. Abbiamo anche rintracciato le più importanti pubblicazioni citate in questi articoli. Risultati – Gli studi in letteratura confermano il legame tra lo stress e l'insorgenza della depressione. Lo stress sembra anche avere un effetto negativo sulla prognosi dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, ed evidenze preliminari suggeriscono che interventi di gestione dello stress possono migliorare la sopravvivenza in questi pazienti. Situazioni di stress cronico sono associate ad una soppressione della funzionalità del sistema immunitario, mentre stress acuti hanno un effetto sia attivante, sia inibitorio. La liberazione di citochine infiammatorie, mediatori solubili della risposta immunitaria, può indurre la comparsa di sintomi depressivi. Conclusioni – Studi epidemiologici prospettici sono necessari per chiarire il ruolo dello stress nell'insorgenza, decorso e prognosi delle malattie. L'utilizzo di terapie di gestione dello stress allo scopo di migliorare la prognosi dei pazienti con disturbi cardiovascolari, malattie tumorali ed altre malattie croniche, è un'area di ricerca particolarmente interessante. Gli effetti dello stress sul sistema immunitario sono importanti per capire il legame tra stress e malattia. In particolare, l'aumentata produzione di citochine infiammatorie durante situazioni di stress costituisce un possibile meccanismo biologico per spiegare il legame tra stress e depressione.
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Cozzoli, Mauro. "Il trapianto di organi nella prospettiva valoriale del dono." Medicina e Morale 46, no. 3 (June 30, 1997): 461–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.877.

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Abstract:
La chirurgia dei trapianti e la legge di una regolazione giuridica devono rispondere a una logica del dono. Questa pratica medica, infatti, si compie nel contesto di una relazione umana tra il soggetto dell'espianto e il soggetto dell'impianto. L'indole interpersonale dell'evento richiede che il rapporto sia da donatore a beneficiario, che sia cioè riconosciuta e tutelata la natura del dono dei tessuti e organi da trapianto. Si configura così un'etica del dono. Come esigenza etica la gratuità è sotto l'istanza del dovere e della responsabilità. Ovviamente nessuno può costringere a donare. Il dono non è coercibile: si annullerebbe come dono. Ma anche il dono esprime un dovere: non il dovere della legge ma dell'amore/carità, che ci lega al prossimo come nostro “fratello” nell'“economia” della paternità universale divina. Da qui l'invito che l'autore muove a tutti gli operatori sanitari ad annunciare e testimoniare questa etica del dono che ha nella medicina dei trapianti un campo inedito e singolare di promozione oggi di “qualità della vita”, della vita tout court. L'etica del dono non solo non contrasta ma appella essa stessa un ordine legale che la supporti e la favorisca. Una legalità che offra la possibilità effettiva a tutti, attraverso un'organica azione di informazione e formazione, di fare la propria scelta e di esprimerla, e che si faccia giuridicamente garante delle esigenze e della vita del donatore anche in merito al “consenso presunto”.
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