Academic literature on the topic '"responsabilità politica"'

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Journal articles on the topic ""responsabilità politica""

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Vezzani, Bruno. "La responsabilità in politica." GRUPPI, no. 1 (July 2022): 15–50. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14019.

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Abstract:
In premessa si prende in esame, con l'aiuto della lingua latina, lo spazio semantico dei termini responsabilità e potere. Si analizzano successivamente le forme di potere alla luce del Katechon; di questo principio si illustra la doppia funzione: potere che frena e contemporaneamente promuove. Un breve percorso storico dal medio evo all'età moderna introduce il problema della connessione fra l'assolutismo del potere e l'avvento del macchinismo con il divorzio fra etica e politica. L'indebolimento katetonico degli stati nazionali sfocia nel nichilismo e nel narcinismo mettendo in crisi il concetto di responsabilità individuale nella prospettiva politica. Viene considerato il processo di globalizzazione per i suoi esiti nei campi correlati della governance e dell'identità comunitaria. Seguono appunti sul concetto di prossimità nel contesto della problematica multiculturale. La conclusione si avvale dei contributi della letteratura sui problemi del rapporto fra tecnica e politica con considerazioni finali sulle prospettive della restaurazione e del mantenimento della responsabilità.
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Ceri, Paolo. "La politica di Luciano Gallino: conoscenza, progettazione, responsabilità." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 115 (March 2018): 5–14. http://dx.doi.org/10.3280/sr2018-115001.

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3

Ibrido, Renato. "Fiscal rules e decisione di bilancio." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 1 (March 2021): 73–97. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-001004.

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Abstract:
Il contributo individua due fattori di trasformazione della originaria costituzione eco-nomica italiana, i quali affondano le loro radici culturali nei filoni del fiscal constitutionalism e dell'ordoliberalismo: da un lato l'incorporazione di fiscal rules in fonti rigide e di rango sovraordinato, anche per effetto del processo di integrazione europeo; dall'altro lato, l'incremento del tasso di razionalizzazione delle regole costituzionali sulla formazione della decisione di bilancio. Alla luce di tale evoluzione, il contributo si interroga sulla possibilità di una diversa organizzazione delle regole fiscali e di bilancio, la quale consenta di recuperare e saldare due principi che nell'impianto della Costituzione italiana fanno sistema: i principi di "responsabilità finanziaria" e di "responsabilità politica".
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Sferrazza Papa, Ernesto. "Materialismo e artefattualità. Una filosofia politica della materia." Revista de Filosofía (Madrid) 44, no. 1 (May 9, 2019): 113–29. http://dx.doi.org/10.5209/resf.64274.

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Abstract:
In questo saggio analizzo l’idea del mondo come coesistenza di umani e cose, e sostengo che tale coesistenza debba essere considerate sotto la lente concettuale della responsabilità. Nei primi due paragrafi sostengo che l’esperienza umana è sempre mediata da un sistema di artefatti. Nel terzo e nel quarto paragrafo sintetizzo due differenti approcci filosofici, ossia la teoria degli artefatti e il metodo materialista, i quali condividono la tesi della performatività degli artefatti nella costituzione dell’esperienza umana. Nelle conclusioni mostro la rilevanza etica e politica di questa possibile ermeneutica materiale del mondo.
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Rusconi, Gian Enrico. "QUALE «DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE»? LA CORTE FEDERALE NELLA POLITICA TEDESCA E IL PROBLEMA DELLA COSTITUZIONE EUROPEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 273–306. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024837.

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Abstract:
IntroduzioneLa Germania offre una interessante versione contemporanea dello «Stato costituzionale» o della «democrazia costituzionale» con le sue tipiche tensioni tra responsabilità politica parlamentare e giustizia costituzionale. Un esempio tanto più istruttivo in quanto si pone all'incrocio tra la tradizione tedesca dello «Stato di diritto» e la tendenza ad un «nuovo costituzionalismo» che suscita crescente attenzione nelle scienze politiche e giuridiche.Ma c'è di più. La centralità del ruolo della Germania in Europa fa sì che questa problematica si proietti sulla costruzione politico-costituzionale dell'Unione europea. L'istituzionalizzazione dell'Europa politica e la semplice ipotesi di una Costituzione europea rimettono in gioco i concetti classici di popolo, sovranità, statualità e legittimazione democratica e aggiornano i dilemmi del costituzionalismo e della Costituzione come statuto delle libertà, come contratto politico e come forma di governo. In questa ottica il progetto europeo acquista i tratti di una democrazia o Stato costituzionale tutto da esplorare, per il quale il modello tedesco diventa molto istruttivo.
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Del Bello, Sara. "donne di María Zambrano. L ’attualità del suo pensiero in una prospettiva filosofico-femminile." Bajo Palabra, no. 25 (June 14, 2021): 239–50. http://dx.doi.org/10.15366/bp2020.25.011.

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Abstract:
L’attenzione che María Zambrano presta all’universo femminile si concretizza sia attraverso pagine di intensa riflessione socio-politica, sia grazie ad una ricerca linguistico-concettuale della quale le sue donne sono viva espressione. Toccando, in particolare, il mondo di Eloisa e Antigone, in questo breve spazio abbiamo l’opportunità di sviluppare temi quali la responsabilità, l’etica e la coscienza, grazie ad un’analisi politica, caratteristica fondamentale del suo pensiero, anche quando non si manifesta esplicitamente. E ancora una volta la filosofa spagnola fa sì che emergano i suoi tratti distintivi, spesso precursori di molti temi posteriori, come il pensiero della differenza sessuale.
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Grimaldi, Angelo. "La forma di governo nella Costituzione Romana del 1849." Misión Jurídica, no. 20 (July 1, 2021): 174–96. http://dx.doi.org/10.25058/1794600x.1916.

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Abstract:
Dalla Costituzione romana del 1849 emerge una forma istituzionale “quasi dualistica” o “dualismo zoppo”. Si prevede una separazione dei poteri che però non rende possibile l’influenza ex post di un organo sulla funzione dell’altro, uno dei due organi costituzionali è claudicante: il Presidente collegiale della Repubblica, pur partecipando direttamente alla funzione legislativa, non può esercitare il veto sospensivo (accompagnato dalle osservazioni presidenziali), ma può soltanto, “senza ritardo”, promulgare la legge. L’Assemblea nomina il Presidente collegiale della Repubblica; i tre consoli non possono essere scelti fra i parlamentari, quindi si stabilisce la separazione dei due più importanti attori costituzionali. Il Presidente collegiale della Repubblica era a capo del Governo, ad esso spettava la nomina e la revoca dei ministri, quindi i ministri erano legati al Consolato da un rapporto “interno” di fiducia, ma tale rapporto di fiducia non poteva instaurarsi tra il Consolato-Governo e l’Assemblea. I due poteri, Legislativo e Capo dello Stato-Esecutivo, si costituiscono in due centri di autorità distinti, congegnati in un modo tale ed unico da potersi definire forma “quasi dualistica”. L’istituto della controfirma stabilisce il principio della “non responsabilità dei Consoli”, ma in che modo la Costituzione avrebbe garantito la irresponsabilità del Presidente (collegiale) della Repubblica se si afferma l’esatto contrario negli articoli 43, 44, 45 e 55? Risulta difficile immaginare un’evoluzione al parlamentarismo, cioè la responsabilità giuridica avrebbe aperto la strada alla responsabilità politica e, di conseguenza, al sistema parlamentare?
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Nato, Alessandro. "La politica d'asilo dell'Unione europea tra crisi e sovranismi: quale futuro per il principio di solidarietà?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2020): 191–213. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001007.

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Abstract:
L'efficacia del principio di solidarietà ex art. 80 TFUE è stata influenzata dalle resistenze degli Stati membri sovranisti del c.d. gruppo di Visegrad sul ricollocamento dei richiedenti asilo giunti nell'UE durante la crisi migratoria. Nondimeno, il generale funzionamento della politica di asilo UE e la solidarietà tra Stati Membri risentono delle carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo, quali la ripartizione delle responsabilità, la cooperazione, il sostegno finanziario dell'UE. In tale contesto, la Cor-te di Giustizia è intervenuta nella diatriba accesa dai Paesi Membri sovranisti chiarendo cau-tamente alcuni aspetti inerenti la discrezionalità dell'azione statale sui ricollocamenti e la portata del principio di solidarietà, come dimostra anche la recente sentenza Commissione c. Polonia, Ungheria e Slovacchia. Allo scopo di illustrare il ruolo del principio di solidarietà nella politica di asilo UE, il contributo esaminerà sia le carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo sia la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia.
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Perna, Valerio. "Cristianesimo etico e socialismo metafisico in Mario Pomilio." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (April 15, 2020): 428–38. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910881.

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Abstract:
Mario Pomilio è scrittore dimenticato, e invece il valore del suo messaggio risulta tuttora attuale. Nelle sue opere, come critico e scrittore, si evidenzia un percorso che vuole essere coerenza vissuta prima che teorizzata. Ricerche, domande e inquietudini risultano sempre legate alla religiosità e agli ideali politici dell’autore. Per l’intellettuale socialista lacerato dall’ansietà del mondo contemporaneo, la ricostruzione del “mito” nell’animo degli uomini si configura come esigenza di verità etiche assolute; per il credente immerso totalmente nella storia, la verifica della presenza di un Dio assente, manifesta l’esistenza di un testimone trascendente. In un contesto del genere, ogni azione comporta responsabilità morali senza alcuna compromissione. La scelta politica di Pomilio diventa così utopia morale: l’idea di una società più giusta, che percorre in sottofondo la storia e ne è il lievito. Allo stesso modo il suo cristianesimo è inquieto e interrogante, tanto da prospettare il bisogno di una nuova Sacra Scrittura: il mito del Quinto Evangelio.
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Manfrelotti, Raffaele. "Il governo europeo della moneta e le sfide del costituzionalismo contemporaneo." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (February 2022): 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001006.

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Abstract:
L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione a-politica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabili-tà economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Dissertations / Theses on the topic ""responsabilità politica""

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TUNESI, STEFANIA. "Dalla responsabilità individuale del medico alla responsabilità della struttura sanitaria. Un'indagine di politica criminale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2017. http://hdl.handle.net/11571/1203368.

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MAMOLI, MASSIMO. "Comunicare una politica di responsabilità sociale attraverso l'utilizzo di iniziative di cause marketing." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26707.

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Locatello, Davide Maria <1992&gt. "La responsabilità per attività (d'impresa) pericolosa: nuovi rischi di danno e scelte di politica legislativa nell'ambito dell'U.E." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10089/1/Davide%20Maria%20Locatello_Tesi%20di%20dottorato.pdf.

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Abstract:
La tesi analizza il criterio di responsabilità civile fondato sull'esercizio di attività pericolose (art. 2050 c.c.), proponendone un inquadramento all'interno del campo della responsabilità oggettiva. Viene dunque approfondito, in quest'ottica, il problema del contenuto della prova liberatoria. Anche alla luce del confronto con altri ordinamenti giuridici, poi, l'elaborato si sofferma sulla indefinita nozione di pericolosità e sulle possibili strade per circoscriverla. Nell'ultima parte della tesi, ci si intrattiene sulle interferenze tra responsabilità civile disciplinata a livello comunitario (in particolare quella per danni cagionati da prodotti difettosi) e criterio di imputazione fondato sul pericolo. Tale ampia disamina consente infine di affrontare il problema della regolazione dei rischi di danno implicati dallo sviluppo delle tecniche di Intelligenza artificiale. Lo scopo è quello di contribuire al dibattito che è in corso presso la dottrina e presso le Istituzioni dell'Unione europea, dal punto di osservazione del modello nazionale delle "attività pericolose".
The thesis analyses the civil liability criterion based on the conduct of dangerous activities (Article 2050 of the Italian Civil Code), and proposes a classification of it within the field of strict liability. From this point of view, the problem of the defence available to the defendant is examined in depth. Then, also in the light of some comparative remarks with other legal systems, the paper dwells on the undefined notion of dangerousness and on the possible ways to precise it. In the last part of the thesis, the interference between civil liability regulated at european level (especially the one concerning damages caused by defective products) and the criterion of liability based on danger is discussed. Finally, the above wide-ranging examination brings to the issue of regulating the risks of harm arising from the development of artificial Intelligence techniques. The aim is to contribute to the debate that is taking place in the academic community and at the European Union institutional level, from the standpoint of the national model of "dangerous activities".
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Fanelli, Domenico <1981&gt. "Three essays on ethical consumption and social responsibility." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1034.

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Abstract:
Una recente letteratura sulla Responsabilità Sociale d’Impresa – che presentiamo nel Capitolo 1 – evidenzia come solo una quota di consumatori che si dichiara “socialmente responsabile” acquisti i prodotti delle imprese etiche . Questa divergenza non sembra dipendere interamente da eventuali differenze nei prezzi dei beni. A partire da queste considerazioni, sviluppiamo il lavoro contenuto nel Capitolo 2 e nel Capitolo 3. Nel Capitolo 2 presentiamo un modello di equilibrio parziale dove le imprese decidono se essere etiche (aderendo ad una Responsabilita’ Sociale d’Impresa) o standard. Il gruppo di consumatori etici desidera un mercato dove operino le imprese etiche, ma considera i beni prodotti dalle due imprese come perfetti sostituti. Studiamo come la dimensione del gruppo dei consumatori etici influenzi la decisione delle imprese di investire o meno nella produzione etica. Nel Capitolo 3 presentiamo un modello di equilibrio economico generale dove i consumatori etici, oltre un certo livello di reddito, preferiscono acquistare i beni etici anzichè acquistare una quantità maggiore di beni standard. Assumiamo che solo un gruppo di lavoratori riceva, oltre al proprio salario, i profitti realizzati dalle due diverse imprese e troviamo le condizioni affinchè vi sia un circolo virtuoso tra l’espansione del settore etico e la riduzione della diseguaglianza di reddito.
A recent literature on Corporate Social Responsibility in economics – reviewed in Chapter 1 – shows that not all the consumers who declare to be socially concerned purchase ethical products. Such divergence does not seem to be fully explained by potential price differences. Starting from this consideration, we develop Chapters 2 and Chapter 3. In Chapter 2 we present a partial equilibrium model in which firms choose either to be ethical (i.e. to commit to Corporate Social Responsibility) or standard. The group of socially concerned consumers desire to have a market where ethical firms operate, but they consider the goods produced by the two types of firms as entirely homogeneous. We investigate how the size of the group of socially concerned consumers affects firms' decisions to commit to ethical production. In Chapter 3, we present a general equilibrium model in which an increase in income may induce socially concerned consumers to switch from standard to ethical products, rather than consuming more standard goods. The economy is divided into two sectors -- the standard and the ethical -- and only a group of workers receive a share of profits in addition to their wages. We study the conditions under which there exists a virtuous circle which ties together increases in the size of the ethical sector to reductions in income inequality.
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TAVERRITI, SARA BIANCA. "L'AUTOCONTROLLO PENALE. RESPONSABILITÀ PENALE E MODELLI DI AUTONORMAZIONE DEI DESTINATARI DEL PRECETTO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/619498.

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Abstract:
La ricerca prende l’abbrivio dalla constatazione della crescente importanza acquisita, nel panorama delle fonti penalistiche, dal fenomeno dell’autonormazione: prodotto del diritto penale post-moderno consistente nell’autoimposizione, da parte dei destinatari stessi della norma, di precetti comportamentali in chiave criminal-preventiva. Oltre al ruolo ambivalente del principio di legalità penale (effetto e causa, al contempo, del fenomeno qui preso in considerazione), l’interesse del penalista per l’approfondimento scientifico del fenomeno è sollecitato dal potenziale che quest’ultimo rivela come alternativa (sostitutiva o integrata) rispetto al diritto penale. Il primo capitolo è dedicato alla ricostruzione delle cause che hanno dato origine al fenomeno, all’uopo ripartite in due macro-categorie: (i) le cause di ordine generale, per l’enucleazione delle quali è stata condotta una ricerca che spazia nelle materie sociologiche, economiche e giusfilosofiche; (ii) le cause di natura giuridica, che sono state investigate considerando sia le manifestazioni comuni all’intero ordinamento giuridico, sia quelle specifiche della penalistica, in cui la crisi del principio della riserva di legge e il declino del diritto penale classico assumono un’importanza cruciale. Nel secondo capitolo, il focus dell’analisi si concentra sulla dimensione strutturale del paradigma autonormativo per come emerso nelle sue principali manifestazioni e nelle concettualizzazioni teoriche maturate soprattutto grazie all’approfondimento riservato al fenomeno della Self-Regulation dagli studiosi di area anglosassone. La paradigmatica dell’autonormazione viene scrutinata tanto nelle sue singole componenti costitutive statiche, quanto nei suoi moti dinamici come strategia regolatoria all’interno dell’ordinamento. La ricerca si sposta nel terzo capitolo dalla struttura alla funzione, con l’obiettivo di ricavare i criteri di politica-criminale strumentali all’impiego dell’autonormazione nel sistema penale. A tal fine, sono state esplorate le possibili relazioni interordinamentali di raccordo tra sistemi autonormativi e ordinamento statale, applicando una metodologia mutuata dall’impostazione di Santi Romano ma ambientata sul terreno del diritto penale e delle sue alternative. Nel quarto capitolo l’indagine si rivolge verso i più eminenti esempi di autonormazione manifestatisi nell’ordinamento italiano: i modelli organizzativi ex D. Lgs. 231 del 2001; i piani per la prevenzione della corruzione nella P.A.; le linee guida medico-chirurgiche per lo svolgimento delle attività sanitaria. Oltre a una disamina ricognitiva della disciplina di questi sub-sistemi normativi, i tre banchi di prova vengono scandagliati in chiave struttural-funzionalistica alla luce dei criteri di analisi illustrati nel secondo capitolo e ricavati nel terzo. Il capitolo 5 chiude il lavoro proiettando i risultati delle ricerche sul piano della teoria del reato, per verificare quale impatto abbia/possa avere l’autonormazione sulla dogmatica. Dopo aver passato in rassegna le possibili ricadute sulle diverse categorie penalistiche, la chiosa finale valorizza il potenziale del diritto riflessivo come candidato ideale per la concretizzazione della clausola di extrema ratio in materia penale. L’uso dell’autonormazione come strumento alternativo rispetto al diritto penale viene ritenuto, infatti, il profilo applicativo più promettente e degno di essere ulteriormente esplorato.
One of the crucial challenges of Criminal Law in the new millennium is to deal with the complexity of contemporary society. The traditional approach based on the State monopoly on criminal matters keeps abreast no longer with the scientific-technological sophistication and the rate of changes in criminal behavior in the era of globalization. In this scenario, we witness the rise of Self-Regulation as an auxiliary tool of crime prevention, whose main goal is to fill the vacuum and to compensate for the rapid obsolescence of state legislation. Compliance Programs, Anti-Bribery Plans, Clinical Guidelines are some of the elements of a diverse constellation of cases in which preventive measures, behavioral rules, surveillance, and sanctions are issued and enforced by a legislator who coincides with the recipient, and which is often a private actor. Nevertheless, the ambivalence of Self-Regulation lies in the fact that – in the face of some positive externalities promised – this paradigm could jeopardize some of the fundamental principles of Criminal Law. The aim of this work is to provide a critical analysis of such phenomenon in order to verify the compatibility of Self-Regulation with the Rule of Law and to assess its efficacy in deterring and detecting misconducts.
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Nardelli, Jacopo. "Governo della moneta e Costituzione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424762.

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Abstract:
The thesis is entitled “Monetary policy and the Constitution” and is organized in four areas corresponding to the four chapters the document is divided into. The first introductory chapter aims at providing the definition of monetary policy: the candidate, in particular, while determining the fundamental lines of such definition highlights how monetary flows management, although having an undeniable technical component, is, as a matter of fact, a political activity. At the same time the candidate analyzes some issues that are traditionally disregarded in other juridical studies on the matter, such as the transmission mechanism in monetary policy. The examination of such subject enables to fully understand the importance and the effects of all monetary policy decisions, whose influence on real economy needs a certain amount of time to be acknowledged and which, being potentially affected by many variables, suffer for undeniable uncertainties. At the same time, the candidate analyzes issues connected with central bank independence dedicating a remarkable attention to the institution’s accountability. In almost all judicial systems central banks are entrusted with monetary policy governance; to that end, a comparative examination of different institutions appears quite crucial: in particular, the candidate deepens the architecture of the European Central Bank, the Federal Reserve, the Bank of England and the Bank of Japan. The second chapter, entitled “Monetary policy in the Constitution”, first of all contains a deep and thoughtful investigation concerning the Constitution’s preparatory minutes and puts a particular accent on those by the De Maria Commission. Such analysis is also accompained by an examination of the work of public law’s experts and of the Constitutional Court’s case law which, during the years dealt with monetary stability and with its position within constitutional values’ hierarchy. Such study concludes that in the original canvas of the Constitution the monetary metre’s defense, although representing a value enjoying a certain protection, was not considered an objective to be absolutely obtained but, on the opposite, appeared as a value to be balanced with others. The third chapter begins with a deep examination of the work of those authors who dealt with Bank of Italy’s independence as it was before the enforcement of all reforms implemented so that Italy could join the European monetary and economical union. The same chapter deepens the new features brought by Maastricht Treaty in the field of currency governance, such as monetary stability becoming the sole and absolute end of Eurozone’s monetary policy and the consequences of such an innovation: its recognition determined the clear overturning of the drawers of the Constitution idea, deleting the previously widely recognized opinion according to which monetary policy was to be considered ancillary to economic policy. In the last chapter the candidate meditates on the European System of Central Banks’ architecture and modus operandi, together with its compatibility with the so called counter-limit of the democratic principle: if, on one hand, the European Central Bank – as all of us are aware of – is entrusted with powers having a strong impact on all citizen of the old continent, on the other the institution seems to lack any mechanism fostering its accountability. On the contrary, the European Central Bank remains jealously attached to a certain secrecy which has been abandoned by other central banks by now. Such an issue appears, on the other hand, sharpened by two other elements: first of all, the broad interpretation the Eurotower gives to its mandate, which brought German Constitutional Court to raise the notorious reference for preliminary ruling before the European Court of Justice. Secondly, the impossibility to enforce such counter-limit within Italian judicial system, in which no mechanism of individual access to constitutional ruling is granted, unlike in German and Spanish experience.
La ricerca ha per titolo “Governo della moneta e Costituzione” ed è articolata in quattro aree tematiche, ciascuna delle quali viene trattata, rispettivamente, nei quattro capitoli in cui è strutturato l’elaborato finale. Il primo capitolo ha carattere introduttivo e prende le mosse dalla nozione di governo della moneta: nello specifico, il dottorando, nel tracciare i confini del concetto in parola, pone in risalto come la regolazione dei flussi monetari, nonostante la sua innegabile componente tecnica, rappresenti un’attività invincibilmente politica. Nel medesimo contesto, egli indaga, altresì, temi che sono abitualmente trascurati negli studi giuridici sulla materia de qua, come, ad esempio, il meccanismo di trasmissione della politica monetaria: l’analisi di un simile argomento permette di comprendere appieno la portata e gli effetti delle decisioni attinenti del governo della moneta, le quali necessitano di un significativo lasso di tempo per incidere sull’economia reale e, risultando influenzate da numerose variabili, scontano margini di incertezza. Allo stesso tempo, il candidato affronta i problemi attinenti all’indipendenza della banca centrale, dedicando molta attenzione all’accountability dell’istituzione alla quale, nella quasi totalità degli ordinamenti, è affidata la conduzione della politica monetaria: a tal fine, assume centrale importanza l’analisi di carattere comparatistico, che coinvolge la Banca Centrale Europea, la Federal Reserve, la Banca d’Inghilterra e la Banca del Giappone. Il secondo capitolo, intitolato “Governo della moneta e politica monetaria nella Costituzione”, contiene, anzitutto, una meditata lettura dei lavori preparatori della Costituzione ed, in particolare, di quelli condotti dalla Commissione presieduta da G. De Maria, alla quale si affianca lo studio della dottrina pubblicistica e della giurisprudenza costituzionale che, nel corso degli anni, hanno affrontato le questioni che attengono alla stabilità monetaria e, nello specifico, alla sua collocazione nella gerarchia dei valori costituzionali: una simile ricostruzione pone in luce come, nel disegno originario della Carta fondamentale, la difesa del metro monetario, pur rappresentando un bene di rango costituzionale, non possa essere reputata una finalità da perseguire in via assoluta e sottratta, quindi, ad ogni possibile bilanciamento. Il terzo capitolo, poi, inizia con un ampio esame della letteratura che ha avuto modo di esprimersi sui margini di autonomia riconosciuti alla Banca d’Italia prima dell’attuazione delle riforme funzionali all’adesione del nostro paese all’Unione economica e monetaria. Lo stesso, inoltre, indaga una delle principali novità introdotte dal Trattato di Maastricht nell’ambito del governo della moneta, ovverosia l’elevazione della stabilità dei prezzi a fine unico ed assoluto della politica monetaria dell’Eurozona, nonché le conseguenze di una simile innovazione: l’isolamento dell’obiettivo de quo, infatti, ha determinato un netto rovesciamento dell’opzione fatta propria Costituenti, eliminando tra l’altro l’idea, precedentemente consolidata, della subordinazione della politica monetaria alla politica economica. Il capitolo conclusivo ospita le riflessioni del dottorando in merito alla struttura ed al modus operandi del Sistema Europeo delle Banche Centrali, nonché alla compatibilità dei medesimi con il c.d. controlimite costituito dal principio democratico: infatti, se, da un lato, la Banca Centrale Europea – come ognuno ormai sa – dispone di poteri di notevole impatto sulla vita di ogni cittadino del Vecchio continente, dall’altro, sembra mancare qualunque momento di vera responsabilizzazione dell’istituzione in parola, la quale, anzi, rimane gelosamente affezionata a pratiche di segretezza ormai abbandonate da tutte le altre banche centrali. La criticità appena evidenziata appare, peraltro, acuita da due ulteriori fattori: in primis, dall’interpretazione estensiva che la l’Eurotower dà al proprio mandato, la quale ha indotto il Tribunale costituzionale tedesco al sollevare il ben noto rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione Europea; in secondo luogo, dalla impossibilità di far valere il suddetto controlimite nell’ambito dell’ordinamento italiano, che non conosce meccanismi di accesso individuale al sindacato di legittimità costituzionale, paragonabili a quelli che contraddistinguono l’esperienza tedesca e quella spagnola.
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LI, YUAN. "RESPONSABILITA' DI GOVERNO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1649.

Full text
Abstract:
Come funziona la struttura interna istituzionale una performance di governo? In questo lavoro, ci si concentra sulla Cina moderna, cercando di spiegare i meccanismi che possono indurre un governo autocratico di adottare politiche coerenti.
How does the internal institutional structure affect government performances in autocracies? In this paper, we focus on modern China, trying to explain what the mechanisms are that might induce an autocratic government to adopt congruent policies. Although there is no party or electoral competition, the leader worries deposition by coup d état by the selectorate and revolutionary threats from the citizens. We build a three players political-agency model, with the leader being the agency, the selectorate and the citizens being the principles. The effectiveness of the selectorate and the existence of revolutionary threats are two factors determining the outcomes. As the size of the selectorate and the willingness to revolt vary dramatically across countries, different types of autocracies arise, with some being kleptocraitc and some being accountable.
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LI, YUAN. "RESPONSABILITA' DI GOVERNO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1649.

Full text
Abstract:
Come funziona la struttura interna istituzionale una performance di governo? In questo lavoro, ci si concentra sulla Cina moderna, cercando di spiegare i meccanismi che possono indurre un governo autocratico di adottare politiche coerenti.
How does the internal institutional structure affect government performances in autocracies? In this paper, we focus on modern China, trying to explain what the mechanisms are that might induce an autocratic government to adopt congruent policies. Although there is no party or electoral competition, the leader worries deposition by coup d état by the selectorate and revolutionary threats from the citizens. We build a three players political-agency model, with the leader being the agency, the selectorate and the citizens being the principles. The effectiveness of the selectorate and the existence of revolutionary threats are two factors determining the outcomes. As the size of the selectorate and the willingness to revolt vary dramatically across countries, different types of autocracies arise, with some being kleptocraitc and some being accountable.
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9

Noschese, Giovanna <1994&gt. "Responsabilità sociale d'impresa. Le politiche di governance." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16485.

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Abstract:
La mia tesi magistrale ha come obiettivo quello di discutere la tematica della responsabilità sociale d’impresa (RSI) o anche definita come corporate social responsibility (CSR). L’elaborato è diviso in tre capitoli, i quali trattano aree differenti. Il primo capitolo verte sulla presentazione dell’argomento passando dalle prime letterature fino ad arrivare all’esistenza di nuove forme d’impresa che abbiano come core business la RSI. Facendo il caso del vincitore del Premio Nobel per la Pace ed inventore del Microcredito “Muhammad Yunus”. Il secondo capitolo darà un taglio all’elaborato sulle politiche di governance e aspetto normativo andando a fare un lavoro dapprima a livello mondiale poi spostando il focus a livello europeo, nazionale e regionale, dando maggiore attenzione alle politiche a livello regionale in particolar modo la Regione Veneto. Il terzo capitolo invece è un lavoro sperimentale che darà alla mia tesi magistrale un valore aggiuntivo, in quanto verranno analizzati i dati del progetto “Responsabilmente”.
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CARLES, Roberto Manuel. "La responsabilità penale delle gerarchie politiche e militari nei crimini contro l'umanità." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389414.

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Abstract:
The reopening of judgements of crimes against humanity committed by the last dictatorship in Argentina, poses again the question of the criminal liability of who, occupying hierarchical positions in the State, did not have direct contact with the attributed facts. Of course, criminal liability is not in discussion, but the way in which the superiors take part in the crime with their subordinates. From the times of Military Juntas Judgement, Argentine justice has followed the theory of domination of the act because of the domination of the will by means of an organization, in order to support the indirect perpetration of the superiors. This theory poses several problems, among which is crucial, the range of the control of the subordinateʼs will by the superior. Nevertheless, this theory, which is not majority, has been adopted by the Bundesgerichtshof and the International Criminal Court. The complexity of this theoretical construction, the effects of its applications on economical crimes, its dependence on empirical factors and, fundamentally, the possibility of reaching reasonable solutions by other ways, lead us to question its utility and applications in tackling the problem of criminal liability of political and military hierarchies of the State in crimes against humanity.
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Books on the topic ""responsabilità politica""

1

Curcio, Gennaro Giuseppe. Bellezza e responsabilità: I fondamenti della virtù politica. Bologna: Società editrice Il mulino, 2013.

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2

Jaspers, Karl. La questione della colpa: Sulla responsabilità politica della Germania. Milano: Cortina, 1996.

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3

Rubini, Antonia. Educare i giovani alla responsabilità: La politica come partecipazione. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2013.

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4

Buratti, Andrea. Rappresentanza e responsabilità politica nella forma di governo regionale. Napoli: Jovene, 2010.

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5

Manti, Franco. Bíos e pólis: Etica, politica, responsabilità per la vita. Genova: Genova University Press, 2012.

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6

Donati, Filippo. La responsabilità politica dei ministri nella forma di governo italiana. Torino: G. Giappichelli, 1997.

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7

L'umanesimo radicale di Edward W. Said: Critica letteraria e responsabilità politica. Milano: Mimesis, 2012.

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8

Azzariti, Gaetano. La responsabilità politica nell'era del maggioritario e nella crisi della statualità. Torino: G. Giappichelli, 2005.

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9

Pellizzetti, Pierfranco. Società o barbarie: Il risveglio della politica tra responsabilità e valori. Milano: Il saggiatore, 2015.

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10

Valdés, Ernesto Garzón. Tolleranza, responsabilità e Stato di diritto: Saggi di filosofia morale e politica. Bologna: Mulino, 2003.

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Book chapters on the topic ""responsabilità politica""

1

Pizzoccaro, Alessandro. "Reti sociali e politiche concrete di responsabilità sociale di impresa." In Il senso ritrovato, 101–7. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2832-6_6.

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2

Cerutti, Monica. "La responsabilità politica della narrazione con protagonisti giovani, donne, migranti." In Desideri decisi di democrazia in Europa, 76–77. Rosenberg & Sellier, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.4356.

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3

Hodieb, Liliane. "Quelle politique linguistique pour le Cameroun ?" In Plurilinguisme et tensions identitaires, 35–44. Editions des archives contemporaines, 2021. http://dx.doi.org/10.17184/eac.3772.

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Abstract:
Le Cameroun compte plus de 230 langues. Avec le français et l’anglais comme langues officielles, les langues nationales ou « indigènes » n’ont aucun statut réel. La situation linguistique du Cameroun est doublement conflictuelle. En effet on assiste d’un côté, à une « guerre » entre anglophones et francophones, et de l’autre côté, entre les langues officielles et les langues nationales. La colonisation a certes une grande part de responsabilité dans ce problème, mais il serait simpliste de considérer ce facteur comme l’unique cause de la crise qui sévit actuellement au Cameroun. Plus qu’une crise politico- linguistique, il s’agit manifestement d’une crise identitaire. D’où la question, quelle politique linguistique pour le Cameroun ? Après avoir fait une revue de la littérature sur la sociolinguistique du Cameroun, nous montrerons, à partir de la « Language Management Theory » (Nekvapil et Sherman 2015), qu’une politique linguistique plus inclusive, c’est-à-dire de type «bottom-up », pourrait aider à pallier les conflits.
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Conference papers on the topic ""responsabilità politica""

1

Middea, Alexandra. "Identita', cultura, paesaggio: costruzione di una responsabilità condivisa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Abstract:
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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