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Dissertations / Theses on the topic 'Responsabilità penale delle piattaforme'

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1

SALARDI, SILVIA. "La responsabilità penale delle persone giuridiche. Profili teorico-giuridici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2005. http://hdl.handle.net/10281/10323.

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2

D'ACRI, VENETO. "La responsabilità delle persone giuridiche derivante da reato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/974.

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3

CARLES, Roberto Manuel. "La responsabilità penale delle gerarchie politiche e militari nei crimini contro l'umanità." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389414.

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Abstract:
The reopening of judgements of crimes against humanity committed by the last dictatorship in Argentina, poses again the question of the criminal liability of who, occupying hierarchical positions in the State, did not have direct contact with the attributed facts. Of course, criminal liability is not in discussion, but the way in which the superiors take part in the crime with their subordinates. From the times of Military Juntas Judgement, Argentine justice has followed the theory of domination of the act because of the domination of the will by means of an organization, in order to support the indirect perpetration of the superiors. This theory poses several problems, among which is crucial, the range of the control of the subordinateʼs will by the superior. Nevertheless, this theory, which is not majority, has been adopted by the Bundesgerichtshof and the International Criminal Court. The complexity of this theoretical construction, the effects of its applications on economical crimes, its dependence on empirical factors and, fundamentally, the possibility of reaching reasonable solutions by other ways, lead us to question its utility and applications in tackling the problem of criminal liability of political and military hierarchies of the State in crimes against humanity.
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Compostella, Roberto. "Diritto penale ed intelligenza artificiale: il caso delle auto a guida autonoma." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/315957.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce con l’obiettivo di indagare le possibili ripercussioni penali derivanti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale e più nello specifico dallo sviluppo delle auto a guida autonoma. In particolare, nel momento in cui si sta scrivendo questo lavoro, le auto a guida autonoma stanno già circolando per le strade di tutto il mondo, pur essendone autorizzata la circolazione, ad oggi, solo per le finalità di test scientifici. In breve tempo, tuttavia, tali veicoli potranno essere venduti ed utilizzati; questa circostanza impone una ricerca scientifica che indaghi quali potranno essere i più rilevanti problemi per il diritto penale; problemi che il legislatore, prima, ed i giudici, poi, si troveranno ad affrontare. Premessa tale finalità, la ricerca, metodologicamente, deve seguire necessariamente più direzioni. A fronte di una prima ricostruzione del fenomeno dell’intelligenza artificiale e delle auto a guida autonoma, ove si farà riferimento ai principali testi “normativi” che si sono finora interessati al tema, sarà necessario soffermarsi su due diverse “macro” aree della responsabilità penale: la responsabilità individuale del conducente dei veicoli a guida autonoma (fintanto che ci sarà la necessità di un conducente) e la responsabilità derivante dalla produzione dei veicoli. Medio tempore, tuttavia, fil rouge del lavoro sarà anche quello di comprendere se, per rispondere ai problemi che questo nuovo settore porrà, sia davvero necessario o consigliato l’utilizzo dello strumento penale o se, invece, non sia preferibile l’implementazione di strumenti giuridici diversi.
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5

Compostella, Roberto. "Diritto penale ed intelligenza artificiale: il caso delle auto a guida autonoma." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/315957.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce con l’obiettivo di indagare le possibili ripercussioni penali derivanti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale e più nello specifico dallo sviluppo delle auto a guida autonoma. In particolare, nel momento in cui si sta scrivendo questo lavoro, le auto a guida autonoma stanno già circolando per le strade di tutto il mondo, pur essendone autorizzata la circolazione, ad oggi, solo per le finalità di test scientifici. In breve tempo, tuttavia, tali veicoli potranno essere venduti ed utilizzati; questa circostanza impone una ricerca scientifica che indaghi quali potranno essere i più rilevanti problemi per il diritto penale; problemi che il legislatore, prima, ed i giudici, poi, si troveranno ad affrontare. Premessa tale finalità, la ricerca, metodologicamente, deve seguire necessariamente più direzioni. A fronte di una prima ricostruzione del fenomeno dell’intelligenza artificiale e delle auto a guida autonoma, ove si farà riferimento ai principali testi “normativi” che si sono finora interessati al tema, sarà necessario soffermarsi su due diverse “macro” aree della responsabilità penale: la responsabilità individuale del conducente dei veicoli a guida autonoma (fintanto che ci sarà la necessità di un conducente) e la responsabilità derivante dalla produzione dei veicoli. Medio tempore, tuttavia, fil rouge del lavoro sarà anche quello di comprendere se, per rispondere ai problemi che questo nuovo settore porrà, sia davvero necessario o consigliato l’utilizzo dello strumento penale o se, invece, non sia preferibile l’implementazione di strumenti giuridici diversi.
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6

RICCI, Mena. "La responsabilità delle imprese multinazionali per crimini internazionali." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2015. http://hdl.handle.net/11695/66350.

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Abstract:
L’attività di ricerca nell'ambito del Dottorato di ricerca “Persone, imprese e lavoro: dal diritto interno a quello internazionale” ha consentito di studiare ed approfondire una tematica nuova del diritto internazionale, ossia “La responsabilità delle imprese multinazionali per crimini internazionali”. Il progetto di ricerca è stato strutturato su tre parti dedicate rispettivamente alla soggettività giuridica delle imprese multinazionali, ai diversi profili di responsabilità che possono essere riferiti alle imprese multinazionali e, infine, alla responsabilità penale che può essere loro contestata. Per quanto riguarda il primo capitolo, “L’impresa multinazionale come realtà multiforme”, l’analisi si è concentrata principalmente sulla nozione di impresa multinazionale e sul relativo problema dell’ammissibilità della personalità giuridica di diritto internazionale delle imprese multinazionale. Il profilo definitorio è stato oggetto di un iter argomentativo che si è mosso lungo l’analisi delle fonti di diritto internazionale e il modus operandi delle imprese multinazionali. Alla luce di ciò, l’indagine definitoria si è conclusa propendendo per una nozione di impresa multinazionale che va specificata in concreto attraverso i suoi elementi costitutivi. In definitiva, l’impresa multinazionale è un’organizzazione che esercita la sua attività produttiva in Paesi diversi da quello di origine avvalendosi di aziende affiliate, che, seppure sono qualificate come satelliti delle imprese multinazionali, sono dotate di personalità giuridica e di autonomia giuridica. Risolto il problema definitorio, l’indagine si è concentrata su una problematica complessa, che ha sollecitato l’intervento della dottrina più autorevole. Al di là del dibattito dottrinario che ne è scaturito, attualmente si potrebbe propendere per la personalità giuridica delle imprese multinazionali. Il riconoscimento che ne è derivato è stato determinato da una serie di “criteri sintomatici”. Valga a titolo esemplificativo il riferimento alla loro partecipazione nei procedimenti giurisdizionali ed arbitrali al fine di garantire i diritti riconosciuti (esempio significativo si può indicare nell’istituzione dell’Iran-United States Claims Tribunal risalente al 1981, che è stato oggetto del Rapporto dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, ove è stato dichiarata in modo esplicito la colpevolezza dell’impresa multinazionale che si mostra tollerante ovvero ignora i fatti criminali riservati ai diritti umani.). Il primo capitolo è introduttivo del secondo capitolo dal titolo “La disciplina giuridica internazionale dell’attività delle imprese multinazionali”. La seconda parte della tesi ha avuto ad oggetto un ambito di indagine piuttosto esteso, che non è stato di difficile inquadramento in quanto le problematiche sottese hanno trovato adeguate risposte attraverso l’intervento dottrinario, ma soprattutto attraverso l’intervento della giurisprudenza e l’operato del legislatore. L’attività delle imprese multinazionali si lega inesorabilmente con la tematica della responsabilità sociale delle imprese multinazionali (indicato con l’acronimo inglese CSR, Corporate Social Responsability). Gli unici strumenti in grado di fornire un’adeguata risposta sanzionatoria alle condotte delle imprese multinazionali si possono rinvenire nei Codici di Condotta, anche detti codici etici. Gli esempi più rilevanti di Codici di Condotta, che sono stati oggetto di una puntuale analisi, sono da riscontrare nella Dichiarazione Tripartita dell'OIL sulle imprese multinazionali e la politica sociale (1977/2000/2006), nelle Guidelines dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali (2000/2011) e nel Global Compact delle Nazioni Unite (2000/2010). Per ragioni di completezza sistematica, il secondo capitolo ha tenuto conto anche dei c.d. Codici di Condotta privati, quali documenti volontariamente sottoscritti dalle imprese multinazionali raggruppanti norme e principi non vincolanti tesi a disciplinare la condotta sul mercato delle stesse imprese. Resta da prendere in esame la parte centrale della tesi che si incentra sulla responsabilità internazionale delle imprese multinazionali per i crimini internazionali. Il terzo, il quarto e il quinto capitolo sono il cuore della tesi di dottorato, che si riferiscono ad un ambito del diritto internazionale inesplorato e su cui si concentrano le numerose perplessità della dottrina nazionale ed internazionale. L’attività di ricerca ha seguito un determinato filo d’indagine tenendo anche conto che il progetto di ricerca si inserisce nel ciclo di dottorato dal Titolo “Persone, imprese e lavoro: dal diritto interno al diritto internazionale”. In altri termini, l’indagine ha tenuto conto della penale responsabilità delle imprese multinazionali partendo dalla normativa interna dell’ordinamento italiano, che com’è noto è segnata dal d.lgs. n. 231 del 2001. Al di là della scelta strutturale che segna il terzo, il quarto e il quinto capitolo, è bene precisare che la responsabilità penale delle imprese multinazionali è stata definita dal presunto ambito operativo. Difatti, l’indagine si è concentrata principalmente sull’ammissibilità della responsabilità penale delle imprese multinazionali per i crimini internazionali, sugli elementi tipizzanti il fatto illecito e sul relativo disvalore penale. E’ bene precisare che i crimini internazionali sono, generalmente, di esclusiva competenza della Corte penale internazionale, salva l’applicazione del noto principio della giurisdizione penale universale. In tal modo si garantisce l’intervento giurisdizionale anche dei Tribunali interni, che possono sindacare la illiceità della condotta offensiva. In astratto, non vi sarebbero ostacoli a riconoscere la responsabilità penale delle imprese multinazionali per i crimini internazionali. Ma, in concreto, le perplessità persistono. Il primo problema che è stato affrontato attiene alla copertura normativa. L’analisi ha consentito di comporre un adeguato sostrato normativo, partendo dalla bozza dello Statuto della Corte penale internazionale e da autorevole dottrina e completando con il rapporto del 2013 del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Quindi, il problema attinente alla copertura normativa è stato risolto, ma ciò che ha destato immediate difficoltà è stata l’individuazione degli elementi costitutivi della responsabilità penale delle imprese multinazionali e, di conseguenza, l’imputazione diretta della violazione dei diritti umani. La responsabilità delle imprese multinazionali per crimini internazionali, attualmente, si può risolvere in un duplice modo: 1. non intervenire con lo strumento sanzionatorio, ma ciò vorrebbe dire lasciare impunite le condotte delle imprese multinazionali; 2. riferire la condotta delle imprese multinazionali allo Stato ospite. In questo secondo caso, sono ben note le conseguenza che derivano, basti considerare che l’illecito internazionale materialmente lesivo dei diritti degli individui è subordinato alla giurisdizione dello Stato che ne è autore. Invece, per quanto concerne il primo profilo si corre il rischio di fare andare impunite le condotte delle imprese multinazionali violando indirettamente il principio di legalità e direttamente i principi sottesi alla comunità internazionale. In altri termini, se il sistema di diritto internazionale non aziona gli strumenti previsti dalla normativa sopra esaminata a tutela dei diritti umani si può determinare una doppia violazione a danno di quest’ultimi. Di conseguenza, l’esigenza di attivare strumenti idonei previsti dall’ordinamento internazionale ha fatto sì che si possa utilizzare uno strumento idoneo a riscontrare la diretta imputabilità delle imprese multinazionali, ossia l’interpretazione estensiva . E’ noto che il sistema penale ripudia l’analogia, ma allo stesso tempo consente l’interpretazione estensiva . Avvalendosi dell’interpretazione estensiva l’interprete può adoperare gli strumenti che sono contenuti nel Progetto 2001, ove si tiene conto della responsabilità dello Stato. Di conseguenza, anche per le imprese multinazionali sarà possibile riscontrare, a seguito dell’interpretazione estensiva, la sussistenza degli elementi costitutivi del fatto illecito. Pertanto, si configura anche in capo alle imprese multinazionali l’elemento oggettivo della violazione delle norme internazionali e l’elemento soggettivo attinente alla diretta imputazione del comportamento antigiuridico. In tal modo entrambi gli elementi sono riconducibili direttamente alla condotta delle imprese multinazionali, che, come più volte chiarito, può essere intesa come una condotta attiva ovvero una condotta omissiva. In altri termini, la condotta può essere attiva quando le imprese violano direttamente per un profitto proprio le disposizioni di legge a tutela dei diritti umani determinando effetti incidenti sugli individui, che sono collocati stabilmente nell’area ove operano le imprese multinazionali; invece, la condotta è omissiva, quando le imprese multinazionali omettono di adottare le misure di prevenzione (che potrebbero corrispondere ai c.d. compliance programs) finalizzate a ridurre o eliminare le conseguenze offensive derivanti dalla loro condotta a danno dei diritti umani. In definitiva, accertato che l’attività delle imprese multinazionali è coperta normativamente da atti delle organizzazioni internazionali e ritenuta ammissibile l’interpretazione estensiva degli elementi essenziali costitutivi del fatto illecito dello Stato, le imprese multinazionali possono essere responsabili per i crimini internazionali. In conclusione, la soluzione positiva offerta è stata frutto di una ricostruzione che ha preso le mosse principalmente dagli esempi degli ordinamenti nazionali e ha trovato la sua ratio nella bozza dello Statuto della Corte penale internazionale, ma nonostante ciò la scelta incriminatrice non vuole essere esaustiva di una tematica che dispone di un notevole ambito operativo e che è risultata essere connessa con diversi fattori (economici, politi e sociali) non sempre di facile comprensione.
The research activities within the framework of the PhD "People, businesses or jobs: domestic law to the international" made it possible to study and discuss a new subject of international law, i.e. "the responsibility of transnational corporations for international crimes". The research project has been structured on three sections devoted respectively to legal subjectivity of various MNEs liability profiles that may be related to transnational corporations and, finally, the criminal liability that may be disputed. As regards the first chapter, "The multinational enterprise as a multiform reality", the analysis focused primarily on the notion of multinational enterprise and its problem of eligibility of legal personality under international law of multinational enterprises. The Definitory profile has been the subject of an argumentative process that moved along the analysis of sources of international law and the modus operandi of the multinational companies. In light of this, the survey definition ended inclinations for a notion of multinational enterprise must be specified in concrete terms through its constituent elements. Ultimately, the multinational firm is an organization that carries on his production activity in countries other than the country of origin through affiliated companies, which, although they are classified as satellites of multinational companies, have legal personality and legal autonomy. Fixed issue Definitory, the investigation has focused on a complex issue, which has prompted the intervention of the most authoritative doctrine. On the other side of the debate that has been doctrinaire, currently you might lean towards the legal personality of multinational enterprises. The recognition that resulted was determined by a series of "symptomatic criteria". It is not limited to the reference to their participation in court proceedings and arbitral tribunals to ensure that the statutory rights (example you can indicate in the establishment of the Iran-United States Claims Tribunal dating from 1981, which was the subject of the report of the High Commissioner for human rights of the United Nations, where it has been explicitly declared guilty of multinational enterprise that is tolerant or ignores the facts private human rights criminals.). The first chapter is an introduction to the second chapter entitled "international legal regulation of the activities of transnational corporations". The second part of the thesis had such a scope object of investigation rather extended, which was not difficult to monitor because the underlying problems have found adequate responses through a doctrinaire, but especially through the intervention of the law and the work of the legislature. The activity of multinational enterprises is bound inexorably with the issue of social responsibility of multinational companies (referred to by the acronym CSR, Corporate Social responsibility). The only instruments capable of providing an adequate response to the conduct of disciplinary multinational enterprises can be found in the codes of conduct, also called ethical codes. The most important examples of codes of conduct, which were the subject of a detailed analysis, are to be found in the ILO Tripartite Declaration on multinational enterprises and social policy (1977/2000/2006), in the OECD Guidelines for multinational enterprises (2000-2011) and the United Nations Global Compact (2000/2010). For the sake of completeness, the second chapter systematically took account also of the so-called private codes of conduct, which documents voluntarily undertaken by transnational corporations involving non-binding standards and principles designed to govern the conduct of business on the market. It remains to consider the central part of the thesis that focuses on international responsibility of transnational corporations for international crimes. The third, fourth and fifth chapter are at the heart of the doctoral thesis, which refer to an international law which is unexplored and concentrate the many concerns of national and international doctrine. The research activity has been following a certain thread of investigation taking into account also that the research project is part of the doctoral cycle entitled "People, businesses or jobs: domestic law with international law". In other words, the survey took account of the responsibility of the criminal multinationals from the internal legislation of the Italian law, which as you know is marked by d.lgs. No. 231 of 2001. Beyond the structural choice that marks the third, fourth and fifth chapter, it is good to point out that the criminal responsibility of transnational corporations was allegedly operating scope defined. Indeed, the investigation has focused primarily on the admissibility of criminal liability of multinational corporations to international crimes, on particular toxins the tort and criminal disvalue. It is good to point out that international crimes are, generally, the exclusive jurisdiction of the International Criminal Court, without prejudice to the application of the principle of universal criminal jurisdiction. This ensures the jurisdiction of domestic Courts, which can review the unlawfulness of conduct offensive. In principle, there would be obstacles to recognise the criminal liability of multinational corporations to international crimes. But, in practice, the concerns persist. The first problem that has been addressed as far as the regulatory coverage. The analysis made it possible to compose an appropriate regulatory milieu, starting with the draft statute of the International Criminal Court and by authoritative doctrine and completing with the 2013 report of the Secretary-General of the United Nations. Then, the problem pertaining to legislation coverage is resolved, but what aroused immediate fix was the identification of the constituent elements of criminal responsibility of transnational corporations and, consequently, on charges of human rights violations. The responsibility of transnational corporations for international crimes, currently, you can resolve in a twofold way: 1. do not use the instrument of sanctions, but that would mean leaving unpunished the conduct of multinational enterprises; 2. report the conduct of transnational corporations to the host State. In this second case, are well known the consequence arising, suffice it to note that the international offence materially detrimental to the rights of individuals shall be subject to the jurisdiction of the State which is the author. On the other hand, as regards the first profile you run the risk of making go unpunished the conduct of multinational companies indirectly violating the principle of legality and the principles governing the international community. In other words, if the international law system propels the tools foreseen by examined above legislation protecting human rights can determine a double violation to the detriment of the latter. As a result, the need to activate suitable instruments under international law meant that we could use a suitable tool to experience the direct eligibility of multinational enterprises, i.e. the interpretation. It is known that the penal system rejects the analogy, but at the same time allows for broad interpretation. Using the interpretation the interpreter can use tools that are contained in the 2001 Draft, which takes into account the responsibility of the State. As a result, even for multinational enterprises will encounter as a result of the interpretation, the existence of the constituent elements of the tort. Therefore, it also configures in Chief for multinational enterprises the objective element of the violation of international standards and the subjective element relating to objectionable material behavior directly attributable. Thus both elements can be traced back directly to the conduct of multinational enterprises, which, as repeatedly explained, can be understood as active behaviour or conduct of omission. In other words, the conduct can be activated when companies violate directly for a profit its legal provisions for the protection of human rights, causing accident effects on individuals, who are placed firmly in the area where multinational enterprises operate; Instead, the conduct is of omission, when multinational companies fail to adopt prevention measures (which might correspond to so-called compliance programs) designed to reduce or eliminate offensive consequences resulting from their conduct to the detriment of human rights. Ultimately, ensured that the activity of multinational enterprises is covered by law from international organizations and acts deemed eligible for the interpretation of the essential elements constituting the tort State, multinational companies may be responsible for international crimes. In conclusion, the positive outcome was the result of a reconstruction that took the moves primarily by examples of national laws and found its ratio in the draft statute of the International Criminal Court, but nevertheless the choice event is not intended to be exhaustive of a subject that has significant operational and scope that was found to be connected with various factors (economicpolitical and social), not always easy to understand.
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Galli, Elisabetta. "La responsabilità penale dell'ente da reato ambientale (d.lgs. n. 231/2001)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423683.

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Abstract:
My PhD research is focused on the theme of the extension of essentially criminal liability to corporate entities in terms of environmental crimes as provided in the Legislative Decree n. 231/2011. It intends to review the innovation aspects of such a legislative choice. In compliance with the European regulations and especially and implementation of EU Directive n. 2008/99CE on the Protection of the Environment through Criminal Law, as well as EU Directive n. 2009/123/EC relating to pollution caused by ships, Italy has issued the Legislative Decree n. 121/2011 which extends the liability for a certain number of personal profit environmental crimes to corporate entities (the art. 25-undecies has been inserted in Legislative Decree n. 231/2011). My research project has studied many points in detail with reference to the development of legal principles and in case law: the implementation of the contents of above-mentioned directives, the catalogue of contemplated crimes, the consistency of requisite of personal interest or profit with offences (fraud and fault liability crimes), compliance programs development, check and management fit for facing environment risk-crime. Finally, a few proposals concerning, for example, the catalogue of contemplated crimes, compliance programs have been put forward as they could minimize the environmental risk-crime in accordance with the precautionary measures provided by environmental management systems devised on the grounds of standards UNI/EN ISO 14001:2004 (International Organization for Standardization) and the Regulation EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).
La tesi di Dottorato affronta il tema dell’estensione della responsabilità penale degli enti di cui al d.lgs. n. 231/2001 ai reati ambientali. Esamina gli aspetti di innovazione di tale scelta normativa. Su sollecitazione europea, ed in specie delle direttive comunitarie n. 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente e n. 2009/123 sull’inquinamento provocato dalle navi, l’Italia ha emanato il d.lgs. n. 121/2011 che estende alle persone giuridiche la responsabilità per alcuni reati ambientali commessi nel loro interesse o vantaggio (inserendo l’art. 25-undecies nel corpus del d.lgs. n. 231/2001). Molte sono le questioni approfondite nel lavoro, tenendo conto dell’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale: il rispetto delle indicazioni contenute nelle sopraccitate direttive; il catalogo dei reati-presupposti; la compatibilità del requisito dell’interesse o del vantaggio con le contravvenzioni (reati punibili sia a titolo di dolo sia di colpa), la possibilità di elaborare modelli di organizzazione, gestione e controllo che siano veramente efficaci nel contrastare il rischio-reato ambientale. Infine, si sono formulate alcune proposte, ad esempio, in tema di reati-presupposto o di modelli di organizzazione, gestione e controllo atti a minimizzare il rischio-reato ambientale, che tengano conto in particolare dei sistemi di gestione ambientale elaborati sulla base alle norme UNI/EN ISO 14001:2004 (International Organization for Standardization) e al Regolamento c.d. EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).
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8

PIVA, DANIELE. "Contributo all’analisi della responsabilità penale nelle organizzazioni complesse, con particolare riferimento all’impresa giornalistica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/202159.

Full text
Abstract:
Il lavoro, dopo un’introduzione volta a delimitare concettualmente il tema trattato ed a illustrarne la rilevanza sul piano pratico-applicativo, nella parte iniziale ripercorre le varie tecniche normative di individuazione del soggetto attivo del reato nell’ambito delle organizzazioni complesse caratterizzate dai requisiti della spersonalizzazione, della divisione del lavoro e della specializzazione delle competenze, distinguendo criteri “sostanziali” facenti leva sui concetti di gestione, amministrazione o esercizio dell’attività, criteri “formali” consistenti nella titolarità di provvedimenti autorizzatori o nella rappresentanza giuridica dell’ente collettivo, e formule “impersonali” volte semplicemente a sanzionare la violazione oggettiva di regole normative. L’esame dei differenti testi legislativi, dai più datati ai più recenti, è compiuta ricostruendo le fattispecie penali ivi previste, nel tentativo di attribuire un preciso significato ad ogni diversa opzione normativa, a muovere dalle definizioni dei soggetti responsabili. Il tutto con particolare attenzione ad alcune clausole generali volte a fissare “in alto” le responsabilità di impresa, in spregio del principio di personalità della pena: si tratta infatti di ricostruire in via sistematica il loro significato, sulla base dei legami con altre disposizioni di contesto, della specificità della materia e soprattutto dell’esigenza di raccordo con istituti connessi, quali le c.d. posizioni di garanzia e il trasferimento di funzioni. Ciò anche al fine di porre un freno alle operazioni giurisprudenziali di “verticalizzazione” delle responsabilità, realizzate tanto a livello sostanziale quanto a livello processuale, specie attraverso inversioni probatorie in tema di delega di funzioni. In applicazione di quanto tracciato sul piano generale, nella seconda parte il lavoro esamina analiticamente il sistema delle responsabilità penali nell’ambito dell’impresa giornalistica nella quale, pur a fronte del princìpio di generale responsabilità del direttore contenuto nell’art. 3, l. 47/1948, diversi sono i criteri di individuazione normativa del soggetto responsabile a seconda del singolo precetto: accanto all’utilizzo di formule impersonali, tipiche dei reati comuni, la disciplina prevede una serie di reati propri riferiti al proprietario, all’editore ovvero al direttore. L’analisi è essenzialmente diretta a stabilire i rapporti tra la legislazione di settore e quella codicistica al fine di individuare i soggetti responsabili, distinguendo i reati di “stampa” da quelli realizzati col mezzo della pubblicazione: il tutto escludendo una posizione di garanzia del direttore estesa a tutti i reati commesso nell’esercizio dell’attività giornalistica, e con particolare attenzione alla delimitazione delle sue responsabilità secondo il princìpio di personalità della pena che esclude forme surrettizie di responsabilità “da posizione”. Nelle conclusioni, si riassumono i risultati dell’indagine, ribadendo come il significato di ogni formula normativa in tema di soggetti attivi del reato possa cogliersi soltanto nella integrazione del suo significato letterale e dei principi che governano il sistema di imputazione prescelto: mentre il primo costituisce infatti il limite ultimo dell’attività ermeneutica potendo essere interpretato ma mai oltrepassato, i secondi, oltre ad assumere nel caso di specie rilevanza costituzionale, esprimono le garanzie individuali che l’ordinamento attribuisce a fronte della irrogazione di sanzioni particolarmente afflittive, come quelle penali
After an introduction that is focused on the general feature of the issue, and it’s relevance on the practical point of view, the first part of this work examines the different legislative techniques used for the individuation of the author of the crime in companies organized according to structural criteria of management such as: the division of duties and competences. The main techniques may be described as “ substantial”, when they refer to concepts like “direction” and “administration”, or “formal” when they consist in impersonal formulas or in the detention of a certain authorizing power. The examination of different laws is made with the aim of recognize its own meaning to any single rule, starting with definition of who could be liable for these crimes. The research is pursued with particular attention towards those general clauses that, in shame to the principle of “personal liability”, try to set the liability at the highest level of those companies. The main goal is to make a systematic reconstruction of the meaning of those rules, according to other rules operating in the same context, the peculiarity of the subject and especially their coherence with general principles like the so called “duty of guarantee” and the delegation of duties, That is also made to stop dangerous jurisprudential trends that raise “vertically” the liability in those companies and tend to modify the usual regime of evidences, especially for what concern the discipline of the delegation of duties. The second part of the work, according with the general statements made in the first part, analyzes deeply the criminal liability among journalistic companies. In this kind of companies the editor is usually liable, according to the art. 3 L. 47/1948. In spite of this general clause, there are many single crimes where other subjects are liable, for example the owner of the company and the publisher. The study wants to link the general rules of the code of law and the specific legislation, in order to recognize who should be liable for those crimes and making a distinction between the so called “Press crimes” and the crimes made by publication. The aim is to exclude that the editor may be holder of “duty of guarantee” for all those crimes linked with journalism, in order to delimitate his liability according to the general principle of personality of the punishment, which radically excludes any kind of “positional liability”. In the conclusions the results of the analyze are summarized and is underlined how the meaning of these rules, especially for the recognition of the author, should be red literally and together with the general principles of the chosen charging system, because a good interpretation should never go beyond the literal meaning of the law, and the observance of constitutional guarantees become fundamental in a subject where criminal punishments are inflicted.
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9

GRECO, ELIANA. "LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50309.

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Abstract:
L’indagine svolta si è proposta di realizzare un’analisi sistematica dell’illecito della persona giuridica, così come delineato dal decreto legislativo 231/2001, con lo scopo di ricercare, da un lato, un ordine metodologico funzionale alla lettura critica del concetto di colpa organizzativa e di evidenziare, dall’altro, i tratti di eccentricità – o di continuità strutturale – rispetto al modello della colpa penale pensato per la persona fisica. Il lavoro – che si è avvalso altresì del raffronto con la nozione di corporate criminal liability elaborata nell’ordinamento inglese – ha dimostrato come l’illecito della corporation ricalchi, benché con le peculiarità proprie del paradigma, le caratteristiche strutturali del tipo colposo d’evento, presentandosi anzitutto come inadempimento di un dovere prudenziale al quale segue la verificazione di un fatto lesivo in cui si concretizza il rischio specifico che lo standard cautelare era volto a scongiurare. All’analisi degli elementi costitutivi dell’illecito della persona giuridica hanno fatto seguito alcune proposte di revisione del sistema, sulla base delle problematiche e degli spunti emersi in relazione al meccanismo ascrittivo della responsabilità, ai criteri di verificabilità empirica del modello organizzativo, nonché all’ambito di estensione soggettiva della disciplina.
This research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.
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GRECO, ELIANA. "LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50309.

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Abstract:
L’indagine svolta si è proposta di realizzare un’analisi sistematica dell’illecito della persona giuridica, così come delineato dal decreto legislativo 231/2001, con lo scopo di ricercare, da un lato, un ordine metodologico funzionale alla lettura critica del concetto di colpa organizzativa e di evidenziare, dall’altro, i tratti di eccentricità – o di continuità strutturale – rispetto al modello della colpa penale pensato per la persona fisica. Il lavoro – che si è avvalso altresì del raffronto con la nozione di corporate criminal liability elaborata nell’ordinamento inglese – ha dimostrato come l’illecito della corporation ricalchi, benché con le peculiarità proprie del paradigma, le caratteristiche strutturali del tipo colposo d’evento, presentandosi anzitutto come inadempimento di un dovere prudenziale al quale segue la verificazione di un fatto lesivo in cui si concretizza il rischio specifico che lo standard cautelare era volto a scongiurare. All’analisi degli elementi costitutivi dell’illecito della persona giuridica hanno fatto seguito alcune proposte di revisione del sistema, sulla base delle problematiche e degli spunti emersi in relazione al meccanismo ascrittivo della responsabilità, ai criteri di verificabilità empirica del modello organizzativo, nonché all’ambito di estensione soggettiva della disciplina.
This research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.
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Amalfitano, Antonio. "La responsabilità penale delle persone giuridiche in Europa : un' indagine teorica e comparatistica per la costruzione di un modello comune." Thesis, Bordeaux, 2014. http://www.theses.fr/2014BORD0133/document.

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Abstract:
Nous sommes partis, dans notre recherche, d’une analyse étymologique du mot persona. Ainsi,nous avons commencé notre recherche avec la tentative d'en circonscrire l’objet entre les limitesd’une dynamique linguistique de la subjectivité juridique. Dans cette perspective, nous avonschoisi une définition fondamentalement normative de subjectivité juridique: dans un senspurement normatif, les personnes morales sont des entités capables d’agir et de produire desfaits juridiquement significatifs. Le droit pénal est un droit des “faits”2. Autrement dit, un droitqui prend pour objet de sa discipline les faits dérivants des actions ou des omissions matérielles.Ainsi, nous devrions en déduire que les personnes morales devraient être considérées commedes sujets provenant d’un phénomène autonome pré-juridique. Cette dérivation, en tant quephénomène pré-juridique, trouve son évidence dans la constatation historique de l’existence desentités collectives créées de fait et de la constatation que leur existence, ainsi déterminée, donnelieu à des faits sociaux objectivement constatables. Certes, dans l’histoire de la définitiondoctrinaire des personnes morales, l’observation selon laquelle ce sont les personnes physiquesqui agissent matériellement au sein des personnes morales a suscité nombreuses difficultés. Ils’agit ici de savoir si, lorsque l'on parle de la personne morale, nous entendons fictivement faireréférence à l’ensemble des individus qui la constitue par le biais d’un mécanisme pratique desimplification juridique ou, au contraire, si nous faisons référence plutôt à une unité collectivedotée d’une autonomie propre par rapport aux individualités humaines qui la composent
This juridic inquiry aim at definition of model of penal responsibility (or para-penal) forcorporations, trough a theoretical analyse of corporation’s personality nature. It hasdeveloped a responsibility model, with the purpose of combining the theoretical coherencewith an adequate generalization degree, for launch of harmonized rules to this matter in theEU. This purpose has run into certains difficulties, in particular it needed to: 1) convergecriminologies reasons with contemporaries concepts concerning risk, precaution's andprevention's principles; 2) face the problem of State’s legal person and his membersresponsibility; 3) to exceed deeps differences among nationals pragmatic systems andnationals systems most keen to doctrinal elaborations. In order to face this problems, i haveoperated a theoretical analyse of legals person’s responsibility, for a better definition of aimof the research (Cap. I). Forwards (Cap. II) it have ahead in a construction of a legalperson's model responsibility for European Union, with a particular attention for acomparative analyse systems (Cap. III) assumed in certains europeans nations (with aparticularly attention for Italian and France systems). The end result of this system isoriented to corporates responsibilities that, after a mass transfer of general interest frompublic service to privates services, corporates have to attend to relatives guarantees.Established the increase of social's insecurity level, i have produce a subjectif model ofcorporation’s organisation incorporated to an engagement of security position, that exceedthe traditional criterions of culpability
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Aragona, Valentina. "Il nuovo diritto penale finanziario “algoritmico”: dalla rivisitazione delle categorie classiche alla responsabilità della persona fisica attraverso il rischio artificiale consentito." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2022. http://hdl.handle.net/11385/220159.

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Abstract:
I mercati finanziari: dalla finanziarizzazione dell’economia al dominio degli algoritmi. I Capisaldi del diritto penale finanziario alla prova delle nuove tecnologie. Le fattispecie di abuso di mercato alla luce dell'Algo-Trading. L’abusivismo finanziario nel roboadvisory: la consulenza finanziaria illegale. I modelli di imputazione della responsabilità penale tra investitori umani e investitori algoritmici. Tentativi di regolamentazione dell’IA tra Europa e America. Conclusioni e prospettive De iure condendo: dalla posizione di garanzia algoritmica al rischio artificiale consentito.
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IAVARONE, CARLA. "IL CASO DELLA LEGISLAZIONE PENALE ALIMENTARE. PROSPETTIVE E LIMITI DI UNA TUTELA INTEGRATA IN TEMA DI CRIMINALITA' SISTEMICA E RESPONSABILITA' DELLE PERSONE GIURIDICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73306.

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Abstract:
La ricerca rappresenta lo studio delle prospettive e dei limiti delle strategie di contrasto alla criminalità agroalimentare, in particolare su larga scala, in una prospettiva anche sovrannazionale. Lo studio suggerisce alcune proposte in tema di criminalità economica agroalimentare e responsabilità delle persone giuridiche.
The research represents the study of the perspectives and limits of strategies to combat agri-food crime, in particular on a large scale, also in a supranational perspective. The study suggests some proposals regarding agri-food economic crime and corporate liability.
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IAVARONE, CARLA. "IL CASO DELLA LEGISLAZIONE PENALE ALIMENTARE. PROSPETTIVE E LIMITI DI UNA TUTELA INTEGRATA IN TEMA DI CRIMINALITA' SISTEMICA E RESPONSABILITA' DELLE PERSONE GIURIDICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/73306.

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Abstract:
La ricerca rappresenta lo studio delle prospettive e dei limiti delle strategie di contrasto alla criminalità agroalimentare, in particolare su larga scala, in una prospettiva anche sovrannazionale. Lo studio suggerisce alcune proposte in tema di criminalità economica agroalimentare e responsabilità delle persone giuridiche.
The research represents the study of the perspectives and limits of strategies to combat agri-food crime, in particular on a large scale, also in a supranational perspective. The study suggests some proposals regarding agri-food economic crime and corporate liability.
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emanuele, Birritteri. "I reati alimentari tra responsabilità individuali e degli enti collettivi : Tassonomia delle forme di intervento punitivo ed esigenze di riforma." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2021. http://hdl.handle.net/11385/210520.

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Abstract:
Profili criminologici e categorie generali. Oggetto, confini e scopo dell’indagine. Il sistema italiano di repressione degli illeciti in materia alimentare: beni giuridici e tecniche sanzionatorie tra individuo ed ente collettivo. Il contrasto agli illeciti alimentari nel Regno Unito e negli Stati Uniti: sistemi diversi, problemi comuni.
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Dimastromatteo, Francesco. "Responsabilità Sociale d' Impresa e modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs.231/2001." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3669.

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Abstract:
2008/2009
Nella prima parte della ricerca indagheremo, in ambito economico-aziendale, il fenomeno della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) cercando di tracciare un breve percorso per comprendere la nascita nell’impresa dell’esigenza di rendicontare le performance, non solo economiche, ma anche sociali ed ambientali, redigendo, accanto al bilancio d’esercizio anche quello sociale o di sostenibilità. Nella seconda parte cercheremo di dimostrare come l’interesse dell’impresa al controllo della regolarità e della legalità dell’operato sociale – in buona sostanza l’orientamento alla RSI – possa ridurre il rischio di incorrere nella responsabilità penale degli enti introdotta per la prima volta nel nostro ordinamento dal Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231. Inoltre, evidenzieremo che la responsabilità amministrativa degli enti rientra nel più ampio tema della responsabilità d’impresa e stimola l’adozione di regole sugli assetti di governo e organizzativi volti al controllo preventivo dei rischi ed a rafforzare la fiducia non solo degli investitori ma di tutti gli stakeholders. Infine, proporremo il percorso d’adozione dei Modelli organizzativi previsti dal Decreto/231 in un gruppo di imprese italiane che hanno comunicato il loro orientamento alla Responsabilità d’Impresa considerandolo parte integrante della visione aziendale
XXII Ciclo
1965
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PIVA, DANIELE. "Tecniche di individuazione del soggetto attivo del reato: contributo all’analisi della responsabilità penale nelle organizzazioni complesse, con particolare riferimento all’impresa giornalistica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/941.

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Abstract:
After an introduction that is focused on the general feature of the issue, and it’s relevance on the practical point of view, the first part of this work examines the different legislative techniques used for the individuation of the author of the crime in companies organized according to structural criteria of management such as: the division of duties and competences. The main techniques may be described as “ substantial”, when they refer to concepts like “direction” and “administration”, or “formal” when they consist in impersonal formulas or in the detention of a certain authorizing power. The examination of different laws is made with the aim of recognize its own meaning to any single rule, starting with definition of who could be liable for these crimes. The research is pursued with particular attention towards those general clauses that, in shame to the principle of “personal liability”, try to set the liability at the highest level of those companies. The main goal is to make a systematic reconstruction of the meaning of those rules, according to other rules operating in the same context, the peculiarity of the subject and especially their coherence with general principles like the so called “duty of guarantee” and the delegation of duties, That is also made to stop dangerous jurisprudential trends that raise “vertically” the liability in those companies and tend to modify the usual regime of evidences, especially for what concern the discipline of the delegation of duties. The second part of the work, according with the general statements made in the first part, analyzes deeply the criminal liability among journalistic companies. In this kind of companies the editor is usually liable, according to the art. 3 L. 47/1948. In spite of this general clause, there are many single crimes where other subjects are liable, for example the owner of the company and the publisher. The study wants to link the general rules of the code of law and the specific legislation, in order to recognize who should be liable for those crimes and making a distinction between the so called “Press crimes” and the crimes made by publication. The aim is to exclude that the editor may be holder of “duty of guarantee” for all those crimes linked with journalism, in order to delimitate his liability according to the general principle of personality of the punishment, which radically excludes any kind of “positional liability”. In the conclusions the results of the analyze are summarized and is underlined how the meaning of these rules, especially for the recognition of the author, should be red literally and together with the general principles of the chosen charging system, because a good interpretation should never go beyond the literal meaning of the law, and the observance of constitutional guarantees become fundamental in a subject where criminal punishments are inflicted.
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Panattoni, Beatrice. "L'impatto della rivoluzione digitale sul diritto penale dell'informatica. Verso nuovi modelli di responsabilità penale." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11562/1069767.

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Abstract:
La disciplina dell’informatica ha subìto una forte ed incessante evoluzione a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Dalla rivoluzione del computer all’apertura al pubblico della rete Internet, si è arrivati oggi nel pieno di quella che può definirsi la rivoluzione digitale, in cui algoritmi sempre più complessi creano un turbinio di processi informatici automatizzati ed autonomi, grazie alla grande mole di dati disponibili (Big data), al maggiore potere computazionale e al progresso delle tecniche di machine learning. Nell’arco di questo percorso evolutivo si può registrare un cambio di paradigma. Le tecnologie digitali non sono più inquadrabili entro un paradigma meramente strumentale, che le concepisce quali dispositivi al servizio dell’utente, ma sono divenute tecnologie “ambientali”, capaci di influenzare e modellare l’ambiente sociale in cui viviamo, e, conseguentemente, la condizione individuale. Questi mutamenti incidono sulla realtà materiale nel suo complesso, compresi quindi anche i fatti criminosi che si legano ai processi dell’informatica. Il settore del diritto penale che si è dedicato allo studio di questi fenomeni, il diritto penale dell’informatica, ha quindi subìto un altrettanto vivace evoluzione. Nel presente elaborato si articoleranno due domande di ricerca. La prima si concentrerà sull’individuazione e concettualizzazione degli effetti della normatività tecnologica in un preciso settore applicativo, delineando quali siano gli “effetti trasformativi” delle tecnologie digitali sui fatti offensivi di beni giuridici protetti dal diritto penale, per poi verificare se e in quale misura questi effetti incidano sulle categorie penalistiche a cui si ricorre per configurare le fattispecie incriminatrici applicabili. I risultati di questa prima indagine permetteranno di mettere in luce la tenuta delle attuali forme di protezione e le eventuali lacune di tutela che il progresso delle tecnologie informatiche e digitali ha creato. Inoltre, essi costituiranno la base necessaria sui cui articolare la seconda domanda della ricerca, fornendo i riferimenti dogmatico-interpretativi entro cui articolare i regimi d’imputazione della responsabilità penale che occorrerà elaborare per colmare le eventuali lacune di tutela che siano emerse. Spostandosi dunque sui modelli di responsabilità penale, si verificherà quali risultino più idonei a prevenire e contrastare forme di criminalità in cui “porzioni” della realtà materiale siano riconducibili alla sola “azione” del codice informatico. In altre parole, diventa sempre più pressante elaborare una risposta alla domanda di «who we hold responsible for what code does». Il caso di studio su cui si articolerà l’indagine sarà circoscritto ai fatti criminosi legati al c.d. social web, ossia i fatti diffusivi di contenuti illegali online, prendendo in esame due insieme di fattispecie: le “degenerazioni del discorso pubblico” da una parte e i “contenuti contro la persona” dall’altra. Una volta delineati quali siano gli effetti trasformativi delle tecnologie digitali in questo contesto e di come essi incidano sulle categorie penalistiche volte a regolarli, si sonderà la tenuta di modelli di responsabilità penale ancorati alla persona dell’utente. Si evidenzierà come le capacità di controllo dei singoli individui nella società digitale stia progressivamente rivelando la sua insufficienza nell’ambito delle politiche criminali che intendono regolare le dinamiche create dal digitale, per l’azione erosiva del consolidarsi di una realtà di rete, costruita dall’apporto sia delle linee di codice che costituiscono i software e gli algoritmi che governano il web e i servizi ivi offerti, sia dei diversi attori privati che creano, gestiscono e attualizzano questo codice. La parte finale dell’indagine dovrà quindi volgere la sua attenzione alle forme di responsabilità penale dei soggetti che stanno “dietro” alle tecnologie, che nel caso preso in esame coincidono con le piattaforme online.
Computer science has deeply evolved since the second half of the last century. From the revolution of the computer to the opening of Internet to the public, we are now living in what can be defined the digital revolution, in which increasingly complex algorithms create a whirlwind of automated and autonomous digital processes, thanks to the large amount of data available (Big data), a greater computational power and machine learning techniques. This evolution created a paradigm shift. Digital technologies can no longer be framed within a purely instrumental paradigm, which conceives them as devices at the service of the user, but they have become “environmental” technologies, capable of influencing and shaping the social environment in which we live, and consequently our individual condition. These transformations affect the “material reality”, including therefore also criminal acts that are linked to IT processes. Two research questions will be articulated. The first will focus on the identification and conceptualisation of the implications of technological normativity in a specific sector of application, outlining which are the “transformative effects” of digital technologies on crimes, and then verify whether and to what extent they affect the criminal categories used to configure the applicable criminal offences. The results of this initial investigation will make it possible to highlight the shortcomings of the current forms of protection and whether there are any gaps in the legal protection. Moreover, they will provide the necessary concepts on which to articulate the second question of the research, providing the dogmatic-interpretative references within which to articulate the regimes of imputation of criminal responsibility that will need to be developed to fill any gaps that may have emerged. Therefore, moving on to the modes of criminal responsibility, it will be evaluated which ones are more suitable to prevent and fight forms of crime where “portions” of the material reality are ascribable only to the “action” of the computer code, or, alternatively, how they must adapt to the scenarios of the digital society. In other words, it becomes more and more urgent to elaborate an answer to the question of “who we hold responsible for what code does”. The case study on which the research will be focused will be limited to criminal acts related to the so-called social web, i.e., the diffusion of illegal content online, taking into account two sets of cases: “degenerations of public discourse” on the one hand, and “contents against the person” on the other. Once the transformative effects of digital technologies on Criminal Law categories will be outlined, the research will examine the resilience of criminal responsibility modes of the user. It will be highlighted how the “capacity to control” in digital society is progressively becoming inadequate in the context of criminal policies that intend to regulate it, due to the erosive action of its network reality, built by the contribution of both lines of code that constitute the software and algorithms that govern the web, and the various private actors that create, manage and implement this code. The final part of the research turns its attention to the forms of criminal responsibility of the private actors which stay “behind” technologies, which in the case under consideration are online platforms.
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SOTO, SOLANO Miller. "LA RESPONSABILITÀ PENALE DEI PROVIDERS." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/416337.

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Abstract:
La tesi che qui si presenta, dopo quattro anni di dottorato, analizza la responsabilità penale di pertinenza del provider di servizi Internet. Il lavoro si sviluppa in quattro capitoli che riguardano rispettivamente le leggi internazionali, la normativa italiana sulla responsabilità penale del provider, e l'analisi comparata della legislazione straniera. Quest'analisi tiene conto del modo e lo spazio intorno ai quali si configura il reato commesso in Internet e del rapporto che c’è fra il soggetto attivo e colui che proporziona lo spazio in cui o attraverso il quale si commette il reato on-line: il Internet Service Provider.
The thesis here presented after four year PhD, analyzes the criminal responsibility attributable to the Internet Service Provider. The work is developed in four chapters that concern respectively the international laws, the Italian legislation on criminal responsibility of the Provider, and the comparative analysis of foreign legislation. This analysis takes account of the way and the space around which constitutes the offense committed on the Internet and the relationship that exists between the active subject and the one proportional space in which or through which they commit the crime online : the Internet Service Provider.
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