Academic literature on the topic 'Responsabilità dell'ente'

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Journal articles on the topic "Responsabilità dell'ente"

1

Piergallini, Carlo. "La maggiore età della responsabilità dell'ente : nodi ermeneutici e pulsioni di riforma." Archivio penale, no. 1 (2021): 329–41. http://dx.doi.org/10.12871/978883318097715.

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2

Piva, Daniele. "Concorso di persone e responsabilità dell'ente. Vuoti normativi, incertezze giurisprudenziali e prospettive di riforma." Archivio penale, no. 1 (2016): 131–64. http://dx.doi.org/10.12871/97888674166088.

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3

Spera, Mariangela, Elisa Colě, and Antonella Rissotto. "La Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma: un'esperienza di ricerca-intervento in contesto sociosanitario." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 191–207. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002011.

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Abstract:
Il progetto di "Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma", realizzato dall'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, nasce nel 2004 su incarico del Dipartimento alle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma. La ricerca-intervento realizzata rappresentava una risposta alle diverse esigenze: dell'Ente Locale, che sentiva la necessitŕ di dotarsi di strumenti di valutazione, e dei Servizi, che soffrivano una condizione di isolamento rispetto al contesto istituzionale e territoriale. Il progetto, frutto della dialettica tra i diversi, ha coinvolto numerosi attori dei 26 Centri Diurni romani e ha previsto la realizzazione di attivitŕ relative a: qualitŕ, organizzazione, rappresentazioni sociali, progettazione delle attivitŕ, formazione. Nell'articolo sono descritte le fasi di sviluppo del progetto ed evidenziati alcuni aspetti, come ad esempio il coinvolgimento attivo di operatori e responsabili nelle attivitŕ di ricerca; i cambiamenti attivati nel lavoro dei Centri Diurni; la ridefinizione del ruolo e delladell'Ente Locale. Sono inoltre proposte alcune riflessioni metodologiche.
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Pesce, Mario, Lavinia Bianchi, and Alberto Pesce. "Dalla dimensione disumana della tratta al riscatto sociale. Percorsi di violenza di genere." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (January 2021): 76–97. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002007.

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Abstract:
Le vittime di tratta, ostaggio della criminalità organizzata e destinate al mercato del sesso, sono un fenomeno omogeneo, che ha bisogno di buone prassi, particolari e ad hoc, proprio per superare la percezione emergenziale e le generalizzazioni deleterie. In prevalenza le vittime di tratta sono donne che provengono dall'est europeo, oppure di na-zionalità nigeriane o sono transessuali che arrivano principalmente dal Sud America e rap-presentano un business importantissimo per i criminali. Queste donne, invisibili e senza voce, sono il più delle volte ostaggio di chi organizza il viaggio e, di conseguenza, tutto questo ren-de difficile la presa in carico da parte dei servizi sociali. L'intervento prende in esame, come caso di studio, le buone pratiche di accoglienza e presa in carico del servizio Roxanne del Comune di Roma, e delle discipline di scarsità, di sospetto e resistenza (Theodossopoulos, 2014) che le vittime di tratta attivano al fine di gestire il disa-gio della migrazione e della violenza (Appadurai, 2005), ricomponendo i disagi psicofisici della loro condizione. Le narrazioni delle donne nigeriane, delle donne dell'Est Europa e delle transessuali, che hanno contattato il servizio Roxanne o sono state intercettate dall'unità di strada, sono la prima parte del corpus qualitativo della ricerca. La seconda parte è un lavoro di analisi dei contenuti relativamente alle schede conservate dal servizio Roxanne e nelle strutture dove le vittime di tratta vengono inviate. La terza parte del corpus è l'analisi delle narrazioni di alcu-ni uomini detenuti per il reato di sfruttamento della prostituzione nelle carceri di Pavia e di Bollate (MI) per comprendere la totale disumanizzazione e la retorica della cosiddetta "pro-tezione" da parte degli sfruttatori. Le donne vittime di tratta sono permanentemente controllate e abusate dai loro carcerieri, in una costellazione di violenze e di continui atti brutali. A loro volta, i maltrattanti, respingono totalmente ogni responsabilità proiettando ogni colpa verso le maltrattate. Racconta uno di loro "sono libere di fare quello che vogliono, noi siamo qui solo per proteggerle, lei non le aiuterebbe?". Quello che emerge, dall'analisi dei dati, è una forma di normalizzazione della violenza da parte delle vittime di tratta, una forte marginalità (Douglas, 1993) ma, anche, una propen-sione alla resilienza.
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Dissertations / Theses on the topic "Responsabilità dell'ente"

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Rosin, Andrea <1983&gt. "Responsabilità amministrativa dell'ente: il legame tra attività bancaria, reati e segnalazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14562.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza quanto stabilito dal decreto legislativo 8 giugno2001, n. 231/01. Nello specifico si affronta il tema con il quale il legislatore adegua la normativa interna alle convenzioni internazionali in merito alla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, anche prive di personalità giuridica, attuando quanto richiesto dall'articolo 11, legge 29 settembre 2000, n. 300. Il primo capitolo, suddiviso in tre parti, analizza nel dettaglio il D.Lgs. 231/01. Nella prima parte si procede con la definizione dei principi generali, si determina l'ambito di applicazione del decreto e successivamente si individuano i soggetti ai quali tale provvedimento si rivolge. Nella seconda parte, invece, vengono prese in considerazione le sanzioni previste per chi commette un reato che rientra nelle fattispecie disciplinate da tale decreto. Infine, la terza parte individua le diverse tipologie di reato che si possono commettere e che sono regolamentate dal D.Lgs. 231/01. Il secondo capitolo analizza come un ente, e in questo caso un istituto di credito, attua e predispone misure con l'obiettivo di sensibilizzare tutti coloro che operano per conto della banca affinché tengano comportamenti lineari e corretti durante lo svolgimento delle proprie mansioni. Infine, il terzo capitolo identifica i reati contemplati dal D.Lgs. 231/01 ed individua le diverse attività, svolte nel settore bancario, ad essi potenzialmente associabili.
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Baki, Ozdzan <1995&gt. "Dalla responsabilità amministrativa dell'ente agli obblighi antiriciclaggio: due normative a confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21085.

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Abstract:
Il tema di antiriciclaggio è più che mai di estrema importanza nell’ambito politico-criminale attuale dovuto, in particolar modo, alla gravità offensiva che comportano le condotte criminose e a sempre più maggiore diffusività che queste hanno sia nel contesto imprenditoriale che economico lecito. Purtroppo, però, nonostante il legislatore abbia imposto dei principi normativi e delle regole per evitare il diffondersi di questi comportamenti illeciti, si ha tutt’ora delle significative difficoltà nel recepire questa regolamentazione per quanto concerne soprattutto l’applicazione pratica degli adempimenti normativamente imposti agli operatori e lo sviluppo delle attività repressive delle condotte illecite. Risulta doveroso riferire inoltre che risulta poco esplorato, a livello giurisprudenziale e non solo, il rapporto tra la normativa antiriciclaggio, sia le prescrizioni dettate che le loro conseguenti implicazioni operative, ed i sistemi di compliance volti alla prevenzione della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ex D.Lgs. 231/2001. Con questa tesi quindi cerchiamo di approfondire e comprendere al meglio le forti interrelazioni che legano i due sistemi preventivi muovendo, nello specifico, dall’esame degli obblighi antiriciclaggio imposti dal D.Lgs 231/2007 ai cd. soggetti obbligati e della loro trasposizione nell’ambito dei presidi previsti dai Modelli 231 per la prevenzione dei reati di cui all’art. 25-octies D.Lgs. 231/2001.
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Galli, Elisabetta. "La responsabilità penale dell'ente da reato ambientale (d.lgs. n. 231/2001)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423683.

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Abstract:
My PhD research is focused on the theme of the extension of essentially criminal liability to corporate entities in terms of environmental crimes as provided in the Legislative Decree n. 231/2011. It intends to review the innovation aspects of such a legislative choice. In compliance with the European regulations and especially and implementation of EU Directive n. 2008/99CE on the Protection of the Environment through Criminal Law, as well as EU Directive n. 2009/123/EC relating to pollution caused by ships, Italy has issued the Legislative Decree n. 121/2011 which extends the liability for a certain number of personal profit environmental crimes to corporate entities (the art. 25-undecies has been inserted in Legislative Decree n. 231/2011). My research project has studied many points in detail with reference to the development of legal principles and in case law: the implementation of the contents of above-mentioned directives, the catalogue of contemplated crimes, the consistency of requisite of personal interest or profit with offences (fraud and fault liability crimes), compliance programs development, check and management fit for facing environment risk-crime. Finally, a few proposals concerning, for example, the catalogue of contemplated crimes, compliance programs have been put forward as they could minimize the environmental risk-crime in accordance with the precautionary measures provided by environmental management systems devised on the grounds of standards UNI/EN ISO 14001:2004 (International Organization for Standardization) and the Regulation EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).
La tesi di Dottorato affronta il tema dell’estensione della responsabilità penale degli enti di cui al d.lgs. n. 231/2001 ai reati ambientali. Esamina gli aspetti di innovazione di tale scelta normativa. Su sollecitazione europea, ed in specie delle direttive comunitarie n. 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente e n. 2009/123 sull’inquinamento provocato dalle navi, l’Italia ha emanato il d.lgs. n. 121/2011 che estende alle persone giuridiche la responsabilità per alcuni reati ambientali commessi nel loro interesse o vantaggio (inserendo l’art. 25-undecies nel corpus del d.lgs. n. 231/2001). Molte sono le questioni approfondite nel lavoro, tenendo conto dell’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale: il rispetto delle indicazioni contenute nelle sopraccitate direttive; il catalogo dei reati-presupposti; la compatibilità del requisito dell’interesse o del vantaggio con le contravvenzioni (reati punibili sia a titolo di dolo sia di colpa), la possibilità di elaborare modelli di organizzazione, gestione e controllo che siano veramente efficaci nel contrastare il rischio-reato ambientale. Infine, si sono formulate alcune proposte, ad esempio, in tema di reati-presupposto o di modelli di organizzazione, gestione e controllo atti a minimizzare il rischio-reato ambientale, che tengano conto in particolare dei sistemi di gestione ambientale elaborati sulla base alle norme UNI/EN ISO 14001:2004 (International Organization for Standardization) e al Regolamento c.d. EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).
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NICOLICCHIA, Fabio. "Interferenze fra accertamento della responsabilità dell'ente e procedimento penale a carico della persona fisica." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2016. http://hdl.handle.net/11392/2403415.

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Abstract:
La ricerca è dedicata all’analisi del procedimento di accertamento dell’illecito ex d.lgs. n. 231 del 2001, prendendo in specifica considerazione il tema relativo alle relazioni tra ente e persona fisica imputata del reato presupposto. L’autore si occupa della questione dapprima attraverso un punto di vista strettamente processuale, soffermandosi nello studio delle più rilevanti implicazioni discendenti dalla regola di celebrazione congiunta degli accertamenti a carico di soggetto collettivo ed individuo sancita all’art. 38 del Decreto. Successivamente vengono analizzati i rapporti d’interesse talvolta conflittuali che possono caratterizzare le relazioni tra la società e la persona fisica. Nella seconda metà della trattazione il lavoro evidenzia infatti come detto conflitto - alimentato dalla struttura dell’illecito ascrivibile all’ente e spesso non immediatamente percepibile agli occhi degli stessi protagonisti dell’accertamento - sia capace di influenzare in maniera rilevante l’applicabilità della disciplina processuale, richiedendo l’elaborazione di opportune strategie normative ed interpretative atte a prevenire derive poco rispettose delle garanzie da assicurare al singolo ed alla persona giuridica.
The research is dedicated to the analysis of the proceeding ex Legislative Decree no. 231 of 2001, considering specifically the issue regarding the relationships between the corporation and the individual. The author firstly deals with the topic from a strictly procedural point of view, focusing on the study of the most relevant effects coming from the so called rule of simultaneus processus established by article 38 of the Decree. Later, the conflict of interest which may characterize the relationships between the corporation and the human defendant is analyzed. In the second half of the dissertation the work highlights how such a conflict – favored by the structure of the corporation wrongdoing and often not immediately noticeable by the main subjects of the proceedings themselves – could influence the applicability of the procedural rules, showing the necessity to elaborate adequate strategies in order to prevent from any infringement of the fundamental warranties which need to be ensured to the individual and to the corporation.
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DE, NINO FRANCESCO. "La responsabilità da reato dell'ente in materia di salute e sicurezza del lavoro. Profili problematici e prospettive di tutela." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1232.

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Abstract:
L’oggetto specifico della ricerca è costituito dalle previsioni legislative sulla responsabilità degli enti collettivi per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza del lavoro. L’indagine analizza la novità normativa in questione, alla luce delle previsioni del t.u. 81/2008, nel quadro generale della responsabilità penale in materia di salute e sicurezza del lavoro e della responsabilità da reato dell’ente. A tale fine, individuato il problema “empirico” degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali e il potenziale criminogeno degli enti collettivi e focalizzata l’attenzione sulle risposte giuridiche invalse in Inghilterra, Francia e Spagna, partendo dall’analisi della responsabilità individuale per i reati di omicidio e lesioni sul terreno della sicurezza del lavoro si procede alla disamina dei rapporti fra i reati presupposto di cui all’art. 25 septies e i criteri generali d’imputazione della responsabilità dell’ente e ad un’analisi specifica dei modelli di organizzazione in materia di sicurezza del lavoro. Infine, vengono tracciate possibili linee di evoluzione del sistema di tutela della salute e della sicurezza del lavoro e dell’assetto della responsabilità da reato dell’ente, anche avendo riguardo alle proposte di legge di modifica del d.lgs. 231/2001.
The research specifically focuses on the statutory provisions on corporations’ liability for offenses of manslaughter and unintentional injuries committed in breach of the rules on protection of work health and safety. The survey analyses the new legislation in this area, in light of the provisions of Italian t.u. 81/2008, within the framework of criminal liability in work health and safety and the related corporate accountability. To this end, having identified the "empirical" problem of work accidents and diseases and the criminal potentiality of corporate bodies, and based on the assessment of the legal responses formulated in England, France and Spain, the research - starting from the analysis of individual liability for crimes of homicide and injury in the field of work safety – proceeds, on one hand, to consider the relationship between the offenses referred to in article 25 septies and the general criteria of attribution of corporate responsibility; on the other, to specifically analyse the business models in the field of work safety. Finally, the research draws the possible trends of development of the health protection and work safety system, and of the legal regime of corporate liability arising out from offenses; in this respect, the statutory proposals for amending the D.Lgs. 231/2001 are also taken into account.
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Russo, Elisa Maria. "Il volto "poliedrico" dell'ente nel modello processuale ex d.lgs. n. 231/2001." Doctoral thesis, Università di Catania, 2018. http://hdl.handle.net/10761/4196.

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Abstract:
La ricerca mira ad esaminare il ruolo attualmente ricoperto dalle persone giuridiche in seno al procedimento penale a seguito dell'entrata in vigore del d.lgs. n. 231 /2001. La normativa citata ha, infatti, introdotto una nuova ipotesi di responsabilità per la societas, la cui natura è ancora piuttosto dibattuta, e che - sebbene sia formalmente qualificata come amministrativa -cela in realtà un volto sostanzialmente penale. Alla luce della riforma introdotta nel 2001, sul piano processuale si è assistito ad una vera e propria rivoluzione copernicana, atteso che le persone giuridiche - in precedenza chiamate a rivestire il ruolo di meri soggetti eventuali del procedimento - sono ora chiamate ad assumere una posizione assimilabile a quella dell'imputato, venendo quindi in considerazione nell'inedito ruolo di soggetti necessari. L'arduo compito del legislatore è, dunque, coinciso con la necessità di adeguare alla partecipazione di questi nuovi "ingombranti soggetti" le strutture processuali preesistenti e costruite intorno alla figura di imputato-persona fisica, con non poche frizioni in ordine all'osservanza di principi fondamentali quali il diritto di difesa e la tutela risarcitoria della vittima del reato.
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MALDONATO, LUCIA. "QUESTIONI DI ANTICIPAZIONE DELLA TUTELA PENALE A PARTIRE DAI REATI AMBIENTALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/61786.

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Abstract:
La tesi si propone l'obiettivo di investigare il ruolo che il diritto penale può avere nel fronteggiare i cosiddetti "problemi della modernità". In particolare, ci si interroga sulle reali capacità che lo strumento penalistico, attraverso i reati di pericolo astratto e delle fattispecie incentrate sul principio di precauzione, può avere nel garantire adeguata tutela ai sistemi ecologici. Il primo capitolo del lavoro è dedicato alla disamina critica delle posizioni dottrinali emerse in ordine alla definizione del pericolo quale elemento costitutivo della fattispecie, mentre il secondo si concentra sull'analisi del principio comunitario di precauzione, con l'obiettivo di segnalare i rischi dell'appiattimento della legislazione penale su tale principio. Nel corso dei successivi capitoli lo studio si concentra sulla complessa realtà della legislazione ambientale e vuole evidenziare, da un lato, come le fattispecie di pericolo astratto presunto mal si prestino a garantire opportuna salvaguardia al sistema complesso costituito dalle matrici ecologiche e, dall'altro, come la recente introduzione dei reati contro il bene ambiente all'interno del codice penale non abbia affatto rimediato ai diversi profili di ineffettività del sistema. In conclusione del lavoro, si propone un nuovo modello di gestione della questione ambientale, fondato su una più marcata valorizzazione dei profili di responsabilità della persona giuridica, unico soggetto realmente in grado di prevenire e contrastare i più gravi fatti di compromissione ambientale.
The thesis aims to investigate the role that criminal law can play in dealing with the so-called "problems of modernity". In particular, the paper investigates the real capabilities that the criminal instrument can have in guaranteeing adequate protection to ecological systems. The first chapter of the work is dedicated to the critical examination of the doctrinal positions in order to define danger as a constitutive element of the crime, while the second focuses on the analysis of the precautionary principle. In the following chapters, the study focuses on the complex reality of environmental legislation and aims to highlight, on one hand, how crimes of abstract danger cannot guarantee adequate protection to the complex system constituted by the ecological matrices and, on the other hand, how the recent introduction of crimes against the environment within the criminal code has not at all remedied the different profiles of ineffectiveness of the system. In conclusion, a new model of managing environmental issue is proposed, based on a more marked enhancement of the profiles of responsibility of the legal person, the only subject really able to prevent and counter the most serious facts of environmental compromise.
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TAVERRITI, SARA BIANCA. "L'AUTOCONTROLLO PENALE. RESPONSABILITÀ PENALE E MODELLI DI AUTONORMAZIONE DEI DESTINATARI DEL PRECETTO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/619498.

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Abstract:
La ricerca prende l’abbrivio dalla constatazione della crescente importanza acquisita, nel panorama delle fonti penalistiche, dal fenomeno dell’autonormazione: prodotto del diritto penale post-moderno consistente nell’autoimposizione, da parte dei destinatari stessi della norma, di precetti comportamentali in chiave criminal-preventiva. Oltre al ruolo ambivalente del principio di legalità penale (effetto e causa, al contempo, del fenomeno qui preso in considerazione), l’interesse del penalista per l’approfondimento scientifico del fenomeno è sollecitato dal potenziale che quest’ultimo rivela come alternativa (sostitutiva o integrata) rispetto al diritto penale. Il primo capitolo è dedicato alla ricostruzione delle cause che hanno dato origine al fenomeno, all’uopo ripartite in due macro-categorie: (i) le cause di ordine generale, per l’enucleazione delle quali è stata condotta una ricerca che spazia nelle materie sociologiche, economiche e giusfilosofiche; (ii) le cause di natura giuridica, che sono state investigate considerando sia le manifestazioni comuni all’intero ordinamento giuridico, sia quelle specifiche della penalistica, in cui la crisi del principio della riserva di legge e il declino del diritto penale classico assumono un’importanza cruciale. Nel secondo capitolo, il focus dell’analisi si concentra sulla dimensione strutturale del paradigma autonormativo per come emerso nelle sue principali manifestazioni e nelle concettualizzazioni teoriche maturate soprattutto grazie all’approfondimento riservato al fenomeno della Self-Regulation dagli studiosi di area anglosassone. La paradigmatica dell’autonormazione viene scrutinata tanto nelle sue singole componenti costitutive statiche, quanto nei suoi moti dinamici come strategia regolatoria all’interno dell’ordinamento. La ricerca si sposta nel terzo capitolo dalla struttura alla funzione, con l’obiettivo di ricavare i criteri di politica-criminale strumentali all’impiego dell’autonormazione nel sistema penale. A tal fine, sono state esplorate le possibili relazioni interordinamentali di raccordo tra sistemi autonormativi e ordinamento statale, applicando una metodologia mutuata dall’impostazione di Santi Romano ma ambientata sul terreno del diritto penale e delle sue alternative. Nel quarto capitolo l’indagine si rivolge verso i più eminenti esempi di autonormazione manifestatisi nell’ordinamento italiano: i modelli organizzativi ex D. Lgs. 231 del 2001; i piani per la prevenzione della corruzione nella P.A.; le linee guida medico-chirurgiche per lo svolgimento delle attività sanitaria. Oltre a una disamina ricognitiva della disciplina di questi sub-sistemi normativi, i tre banchi di prova vengono scandagliati in chiave struttural-funzionalistica alla luce dei criteri di analisi illustrati nel secondo capitolo e ricavati nel terzo. Il capitolo 5 chiude il lavoro proiettando i risultati delle ricerche sul piano della teoria del reato, per verificare quale impatto abbia/possa avere l’autonormazione sulla dogmatica. Dopo aver passato in rassegna le possibili ricadute sulle diverse categorie penalistiche, la chiosa finale valorizza il potenziale del diritto riflessivo come candidato ideale per la concretizzazione della clausola di extrema ratio in materia penale. L’uso dell’autonormazione come strumento alternativo rispetto al diritto penale viene ritenuto, infatti, il profilo applicativo più promettente e degno di essere ulteriormente esplorato.
One of the crucial challenges of Criminal Law in the new millennium is to deal with the complexity of contemporary society. The traditional approach based on the State monopoly on criminal matters keeps abreast no longer with the scientific-technological sophistication and the rate of changes in criminal behavior in the era of globalization. In this scenario, we witness the rise of Self-Regulation as an auxiliary tool of crime prevention, whose main goal is to fill the vacuum and to compensate for the rapid obsolescence of state legislation. Compliance Programs, Anti-Bribery Plans, Clinical Guidelines are some of the elements of a diverse constellation of cases in which preventive measures, behavioral rules, surveillance, and sanctions are issued and enforced by a legislator who coincides with the recipient, and which is often a private actor. Nevertheless, the ambivalence of Self-Regulation lies in the fact that – in the face of some positive externalities promised – this paradigm could jeopardize some of the fundamental principles of Criminal Law. The aim of this work is to provide a critical analysis of such phenomenon in order to verify the compatibility of Self-Regulation with the Rule of Law and to assess its efficacy in deterring and detecting misconducts.
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PETELLA, SARA. "LA RESPONSABILITA' DA REATO DELL'ENTE PER GLI ILLECITI AMBIENTALI IN ITALIA E NEL REGNO UNITO." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/917872.

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Books on the topic "Responsabilità dell'ente"

1

Mino, Antonella. La disciplina sanzionatoria dell'attività giornalistica: Dalla responsabilità penale del direttore alla responsabilità da reato dell'ente. Milano: Giuffrè editore, 2012.

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2

Vinciguerra, Sergio. La responsabilità dell'ente per il reato commesso nel suo interesse (D.lgs. n. 231/2001). Padova: CEDAM, 2004.

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3

Masullo, Maria Novella. Colpa penale e precauzione nel segno della complessità: Teoria e prassi nella responsabilità dell'individuo e dell'ente. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2012.

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