Academic literature on the topic 'Resistenza al cambiamento'

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Journal articles on the topic "Resistenza al cambiamento"

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Di Fabio, Annamaria, and Letizia Palazzeschi. "Intelligenza emotiva e resistenza al cambiamento: uno studio empirico." RISORSA UOMO, no. 3 (September 2009): 309–21. http://dx.doi.org/10.3280/ru2009-003007.

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Abstract:
- This study aims to analyze the relationship between emotional intelligence and resistance to change. Two hundred thirteen university students (mean age = 24.41, SD = 2.61) were administered the Emotional Intelligence Scale (EIS) and the Resistance to Change Scale (RCS). It emerged that the Appraisal and expression of emotions dimension on the EIS is a better inverse predictor both of the Routine seeking dimension and the Emotional reaction to imposed change dimension on the RCS. These results provide a more in-depth look at the relationship between emotional intelligence and resistance to change within an Italian context, defining new areas for future research and intervention.Keywords: emotional intelligence, resistance to change, Italian context.Parole chiave: intelligenze emotiva, resistenza al cambiamento, contesto italiano.
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2

Girgenti, Rosario, Vincenzina Lo Re, and Maria Antonina Buttafarro. "Resilienza e resistenza al cambiamento: l'attività psicoterapica con pazienti trapiantati." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 47 (June 2018): 79–93. http://dx.doi.org/10.3280/pr2018-047006.

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3

Bobbio, Andrea, Anna Maria Manganelli, and Valentina Filippini. "La resistenza al cambiamento. Validitŕ della versione italiana della scala di oreg (2003)." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (May 2009): 7–30. http://dx.doi.org/10.3280/rip2008-004001.

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Abstract:
- The aim of the study is to propose the Italian version of the multifactor resistance to change scale (RTC) developed by Oreg (2003), and to examine its psychometric properties. The research was conducted via self-administered questionnaires on a group of 324 adults, men and women, currently employed. Correlations were computed between RTC and measures of personality factors (Big Five), sensation seeking, need for cognitive closure, emotional control, cognitive abilities, and political orientation. Then, the correlation between RTC and social desirability was computed. Moreover, differences in RTC scores between sub-groups with a different amount of change experiences were analysed. Finally, via multiple regression analysis, the best predictors of RTC were identified. RTC factorial structure, made up of four first-order factors and a single second-order factor, was supported by confirmatory factor analysis results. The internal consistency was also acceptable. RTC measure was negatively correlated with extraversion, agreeableness, emotional stability and openness (Big Five), sensation seeking, and emotional control. The correlation between RTC and need for cognitive closure was high and positive. The correlation between RTC and social desirability was week and negative, and no correlations at all resulted between RTC, cognitive ability and political orientation. Participants with a high number of change experiences had a lower RTC scores when compared with those with a low number of change experiences. Finally, need for cognitive closure was the most important predictor of resistance to change score.
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Cristiani, Eloisa. "Modelli di agricoltura “sostenibile” con particolare attenzione al settore vitivinicolo." Przegląd Prawa Rolnego, no. 1(22) (June 1, 2018): 133–41. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.22.1.9.

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Abstract:
Il 25 settembre 2015, le Nazioni unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile indicando 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030 tra i quali compare la promozione di un’agricoltura sostenibile. Questo nuovo modello di crescita mette in luce il ruolo chiave dell’agricoltura nell’attenuazione dei cambiamenti climatici e nell’adattamento ad essi. Alla Conferenza di Marrakech (novembre 2016) delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP22), è emersa la necessità di “mettere l’agricoltura al centro degli interventi sul clima”: se è vero infatti che l’agricoltura contribuisce per quasi il 20% alle emissioni di gas serra, è essa stessa una parte fondamentale della soluzione in termini di mitigazione degli impatti, di esternalità positive per aumentare la resistenza e combattere l’impatto del cambiamento climatico. Ma a quale tipo di agricoltura ci riferiamo? Esiste una definizione condivisa e univoca di agricoltura “sostenibile”, la sola che sembra capace di migliorare la gestione di risorse naturali come l’acqua, di conservare la biodiversità e i servizi eco-sistemici? La scelta del case study dedicato al vino deriva dalla circostanza che in tale settore è possibile individuare oltre 15 forme di disciplinari, protocolli o certificazioni che in qualche modo si richiamano al concetto di “sostenibilità” e intendono comunicarlo al consumatore.
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Masotti, Stefano. "Il corpo emotivo e poetico." GROUNDING, no. 2 (January 2013): 43–63. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002004.

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Abstract:
L'insegnamento della bioenergetica presso due Accademie d'Arte Drammatica, diviene occasione per riflettere sulla possibile implementazione di conoscenze e pratiche delle psicoterapie a mediazione corporea nei contesti di formazione degli attori, per contribuire ad aumentare quella credibilitŕ del teatro contemporaneo che si ritiene oggigiorno indebolita. Il teatro della rappresentazione dell'altro, del personaggio come soggetto altro da sé, per ottenere l'approvazione del pubblico, č ipotizzato come una reiterazione del meccanismo che ha prodotto il falso Sé nelle persone, per ricercare nell'infanzia l'approvazione familiare. Č ritenuto una forma di resistenza al cambiamento, per la difficoltŕ di incontrare se stessi.
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6

Scotti, Laura. "L'aggressività in un gruppo di psicodramma analitico tra affermazione di sé e resistenza al cambiamento." GRUPPI, no. 3 (January 2017): 74–90. http://dx.doi.org/10.3280/gru2015-003009.

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7

Brunazzi, Fabio, and Dario Forti. "Il lavoro dell'apprendere. Ansie e difese nell'apprendimento." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 117–32. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013009.

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Abstract:
A completamento delle riflessioni sviluppate negli articoli degli altri membri del gruppo di ricerca, queste pagine si propongono di esplorare gli aspetti di fatica e di disagio presenti nell'esperienza di apprendere la psicosocioanalisi. Partendo dalla definizione che Jaques dŕ del lavoro, si esaminano gli aspetti simbolici presenti nell'esperienza di apprendere e la possibilitŕ che il soggetto in apprendimento risponda con resistenza e meccanismi di difesa alle ansie suscitate dal confronto con gli altri, dalla possibilitŕ di conflitto, ma soprattutto dalla prospettiva del cambiamento personale cui l'apprendimento inteso come attraversamento e superamento degli stereotipi espone il soggetto stesso. Al termine del contributo, gli autori si interrogano sull'utilitŕ interpretativa del concetto di "falso apprendimento", ricavato da quello di "Falso Sé" di D. Winnicott.
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Basso, Pietro, and Fabio Perocco. "Immigrazione e trasformazione sociale dell'Europa: una svolta epocale e le sue prospettive." Perspectiva 38, no. 4 (January 13, 2021): 1–24. http://dx.doi.org/10.5007/2175-795x.2020.e67413.

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Abstract:
Il passaggio dal continente di emigrazione al continente di immigrazione è stato un enorme cambiamento per l'Europa. Dal 1945, decine di milioni di immigrati sono arrivati in Europa occidentale, prima di altre regioni europee, dopo dei quattro angoli del mondo. Così si è verificata un'enorme trasformazione sociale: la nascita (definitiva) di società multinazionali, multirazziali, multiculturali, multireligiose. Per molto tempo i governi e le aziende hanno voluto che gli immigrati fossero solo temporanei, per avere una massa di lavoratori precari, poco integrati e vulnerabili. Questa rivendicazione, tornata con forza negli ultimi anni, ha incontrato l'orgogliosa resistenza delle popolazioni immigrate, che hanno creato un sempre maggiore radicamento sociale. Lo stesso vale per l'analoga rivendicazione dei poteri istituiti di sottoporre le popolazioni e i lavoratori migranti a uno sfruttamento differenziato e ad ogni tipo di discriminazione, che sono state affrontate con lotte e ribellioni. Per decenni, nel fondo minaccioso della grande crisi irrisolta del 2008, questo conflitto si è aggravato fino a trasformare la “questione immigrazione” in una questione militare, che deve essere risolta con le marine militari e la polizia di frontiera. Questo articolo spiega che c’è tanta cosa in gioco: o torniamo a un modello di società e stato basato sulla più brutale oppressione “razziale” e di classe, oppure passiamo a una società definitivamente liberata da queste e altre forme di oppressione
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Maria Oteri, Annunziata, and Oana Cristina Tiganea. "La dimensione urbana delle epidemie: riflessioni su città e malattie in Europa nel xix secolo." TERRITORIO, no. 97 (February 2022): 11–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12922.

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Abstract:
Il saggio analizza gli effetti di epidemie e malattie nell'organizzazione e nell'uso degli spazi urbani in età contemporanea in ambito europeo. L'obiettivo è di indagare, in una prospettiva storica, la relazione tra città e malattie e riflettere sui cambiamenti che le epidemie hanno comportato nel tempo nei modi di percezione e fruizione della città. Il saggio indaga inoltre le resistenze al cambiamento che in molti casi hanno compromesso l'efficacia dei provvedimenti adottati, sottolineando quella propensione alla ‘dimenticanza' che l'umanità sempre manifesta di fronte alle catastrofi.Il contributo analizza strategie, metodi e pratiche, talvolta rivoluzionari, posti in atto dal tardo Settecento per prevenire e contrastare il dilagare di epidemie e mali contagiosi, nonché gli esiti indotti, e propone una riflessione finale su similitudini e differenze tra le esperienze del passato e quanto sta accadendo nell'attuale stagione pandemica.
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10

De Vivo, Paola, and Enrico Sacco. "La manifattura meridionale. Cambiamenti e strategie di resistenza." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 139 (September 2015): 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-139011.

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Dissertations / Theses on the topic "Resistenza al cambiamento"

1

PROPETI, SARA. "Business Intelligence e resistenza al cambiamento: il caso di un'associazione di rappresentanza imprenditoriale." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263478.

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Abstract:
Nell’ambito degli studi economico-aziendali, quelli dedicati ai sistemi di rappresentanza imprenditoriale appaiono ancora oggi limitati. Eppure, in Italia, il sistema di rappresentanza degli interessi imprenditoriali è forte e radicato: nonostante si tenda a definirlo in declino, i numeri danno evidenzia di come le imprese continuino nel tempo ad aderire alle varie realtà associative esistenti. Piuttosto che di crisi del sistema di rappresentanza degli interessi sembra quindi più corretto parlare della necessità di intraprendere, per gli enti in parola, una fase di ripensamento strategico al fine di evolvere e adeguarsi al contesto competitivo di riferimento, sempre più dinamico e flessibile. Un tipo di cambiamento che le associazioni di rappresentanza imprenditoriale stanno tentando di implementare è quello relativo all’introduzione di nuove tecnologie e nuovi sistemi di ICT che dovrebbero consentire un miglior controllo dell’attività dell’ente e/o l’ampliamento dei servizi offerti agli associati. L’obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare il processo di cambiamento legato all’introduzione di nuove tecnologie, nella specie di un sistema di Business Intelligence, all’intero di un’associazione di rappresentanza imprenditoriale della provincia di Ancona al fine di comprendere gli elementi che possono supportare od ostacolare il successo dell’innovazione. Il caso di studio proposto, sviluppato considerando leve e barriere di carattere sia “tecnico” che “organizzativo”, evidenzia come la mancata capacità di gestione della fase embrionale del progetto di implementazione, abbia portato la struttura ad attivare inerzie e resistenze che hanno inevitabilmente condotto al fallimento dell’iniziativa. Inoltre, fa emergere quanto il localismo e l’autodeterminazione siano caratteristiche imprescindibili di cui tener necessariamente conto nei processi di cambiamento che si vogliono attivare nei contesti in questione.
In business economics studies, those dedicated to entrepreneurial representation systems are still limited. In Italy, however, the system of entrepreneurial representation is strong and rooted: despite the tendency to define it in decline, the numbers show how companies continue over time to adhere to the various existing associations. Rather than a crisis in the system of representation of interests, it seems therefore more correct to speak about the need to undertake, for them, a strategic rethinking phase in order to evolve and adapt to the increasingly dynamic and flexible external context. A type of change that the business representation associations are trying to implement is the one concerning the introduction of new technologies and new ICT systems that should allow a better control of the institution's activity and/or the expansion of the services offered to associated. The objective of this work is to analyze the process of change linked to the introduction of new technologies, specifically of a Business Intelligence system, in an association of entrepreneurial representation of Ancona in order to understand the elements that can support or hinder the success of innovation. The proposed case study, developed considering levers and barriers of both "technical" and "organizational" character, shows how the lack of management capacity on implementing the project, has led the structure to activate inertias and resistances that have inevitably caused the failure of the initiative. Moreover, it shows how localism and self-determination are essential characteristics that must be taken into consideration in the change process that want to be activated in this kind of context.
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COLAIANNI, Gabriele. "FATTORI ANTECEDENTI DEL COMPORTAMENTO INNOVATIVO AL LAVORO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/342673.

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Abstract:
Negli studi sull’innovazione numerosi fattori individuali e contestuali sono stati individuati come antecedenti del comportamento innovativo, tuttavia, esistono ancora alcuni aspetti importanti che meritano di essere approfonditi riguardo alla relazione tra il comportamento innovativo al lavoro (IWB) ed i suoi antecedenti. Uno di questi aspetti concerne l'influenza che i fattori antecedenti dell’innovazione possono esercitare sulle differenti fasi dell’IWB (Generazione, Promozione e Realizzazione delle idee). Un altro aspetto concerne, invece, lo studio dei processi psicologici che mediano gli effetti dei fattori individuali e contestuali sul comportamento innovativo. Infatti, i meccanismi psicologici che si trovano alla base della relazione tra antecedenti e comportamento innovativo non sono ancora stati ben sistematicamente analizzati (Choi, 2004). Pertanto lo scopo generale del presente progetto di tesi è stato quello di approfondire la conoscenza della relazione tra fattori antecedenti l’innovazione e il comportamento innovativo rispetto alle tre fasi di cui si compone e di comprendere come questi fattori interagiscono tra loro nel favorire o inibire tale comportamento. Nello specifico, due obiettivi di fondo hanno guidato l’intero progetto di ricerca: I. Lo studio degli antecedenti dell’innovazione in relazione alle tre fasi del comportamento innovativo al lavoro. Nella letteratura scientifica di riferimento sono stati studiati ed individuati molti fattori che influenzano il comportamento innovativo al lavoro (Innovative Work Behaviour, IWB), ma sono relativamente poche le ricerche che hanno indagato in che modo gli effetti di questi antecedenti dell’innovazione cambiano a seconda della fase del processo d’innovazione considerata. Il comportamento innovativo al lavoro, infatti, è un comportamento complesso che implica diversi compiti e oltre ad includere una componente individuale e creativa è per definizione sempre relativo ad un contesto organizzativo e implica perciò una componente sociale che ha un grosso peso soprattutto nelle fasi d’implementazione delle idee. II. Lo studio del ruolo della motivazione al lavoro nell’interazione tra antecedenti dell’innovazione e comportamento innovativo, secondo la prospettiva della Self-Determination Theory (SDT). Il secondo obiettivo della presente ricerca è stato quello di approfondire la conoscenza dei processi psicologici che sottendono alla relazione tra il comportamento innovativo ed i suoi antecedenti. Infatti, non basta conoscere quali fattori favoriscono o ostacolano il comportamento innovativo, ma è di estrema importanza comprendere perché si realizzano queste relazioni e capire in che modo questi fattori agiscono la loro funzione. Pertanto è stato analizzato il ruolo di mediazione da parte della motivazione al lavoro, operazionalizzata in base alla prospettiva della Self-Determination Theory (SDT) (Deci & Ryan 1985, 1991), in particolare secondo le due dimensioni della motivazione autonoma e della motivazione controllata. Questi due obiettivi di fondo sono stati analizzati attraverso due studi. Nel primo studio è stata analizzata l’influenza di alcuni fattori individuali e organizzativi relativamente alle tre fasi del comportamento innovativo indicate nel modello di Janssen (2000) al fine di verificare l’ipotesi generale secondo cui i diversi fattori influenzano in maniera differente le tre fasi dell’IWB. Le variabili indipendenti considerate in questo studio erano: la resistenza al cambiamento, il conflitto a livello delle relazioni, il supporto organizzativo, l’orientamento all’innovazione da parte dell’organizzazione, la qualità della comunicazione e la pressione al raggiungimento degli obiettivi. I risultati, basati su un campione di 117 dipendenti di un presidio ospedaliero di un comune del Centro Italia, hanno mostrato che alcune delle variabili analizzate influenzano il comportamento innovativo in maniera diversa a seconda della fase del comportamento innovativo considerata, inoltre, i risultati mostrano che i fattori interagiscono tra loro nell’influenzare il comportamento innovativo. Nel secondo studio, lo scopo principale è stato quello di analizzare il ruolo che la motivazione al lavoro gioca nella relazione tra antecedenti e IWB ed è stato scelto come modello di riferimento quello della Self-Determination Theory (SDT; Deci & Ryan 1985, 1991) in quanto permette di distinguere tra livelli differenti di motivazione e studiare come questi interagiscono con i vari fattori. Sono stati sviluppati sei modelli che rappresentano le differenti combinazioni tra i due livelli della variabile mediatrice (motivazione autonoma vs motivazione controllata) e le tre fasi del comportamento innovativo. Questi modelli sono stati testati attraverso uno studio svolto in due industrie del Centro Italia. I risultati hanno confermato il ruolo cruciale della motivazione come mediatore nella relazione tra gli antecedenti dell’innovazione considerati e il comportamento innovativo al lavoro, confermando, inoltre, la validità della prospettiva della SDT nello studio del comportamento innovativo. In particolare, è risultato che la motivazione autonoma e la motivazione controllata, pur in differente misura, sono entrambe associate positivamente all’IWB per tutte le sue fasi ed esercitano un importante ruolo di mediazione, anche se in molti casi questa mediazione è di tipo parziale. Inoltre, I risultati, tendono a supportare l'ipotesi secondo cui il comportamento innovativo è associato in maniera differente agli antecedenti a seconda della fase considerata. Infatti, la motivazione autonoma, pur essendo risultata, rispetto alla motivazione controllata, quella maggiormente associata all’IWB, presenta la sua maggiore associazione con la fase di generazione delle idee, mentre la motivazione controllata, presenta l'associazione più alta con le fasi di implementazione delle idee. Per quanto riguarda le altre variabili analizzate, invece, la resistenza al cambiamento e l'autonomia dei compiti sono risultate avere la loro maggiore associazione con la fase di generazione delle idee, mentre il supporto organizzativo tenderebbe ad esercitare la sua influenza principalmente attraverso la mediazione della motivazione autonoma. In generale, i risultati sottolineano l’importanza di distinguere le differenti fasi dell’IWB e l’utilità dell’applicazione della SDT nella ricerca sull’innovazione. Inoltre, questo lavoro di tesi ha confermato l’importanza di considerare la resistenza al cambiamento come un costrutto disposizionale e multifattoriale. Infatti, i risultati mostrano che i differenti fattori della disposizione alla resistenza al cambiamento esercitano influenze diverse sull’IWB. In particolare, il fattore Routine Seeking influenzerebbe l’IWB attraverso la mediazione della motivaizone autonoma, mentre il fattore Cognitive Rigidity eserciterebbe un’influenza diretta sull’IWB, ed infine il fattore Emotional Reaction modererebbe la relazione tra la motivazione al lavoro e l’IWB.
In the studies of innovation a number of individual and contextual variables that contribute to innovative behaviour have been identified (Anderson et al., 2004). However, there are some aspects regarding the relation among the antecedents and innovative work behaviour (IWB) that deserve more attention. One of these is the study of the relation between the antecedents of innovation and innovative work behaviour respect to its different phases. A second important aspect is the study of the psychological processes through which dispositional and organizational antecedents influence the IWB. The purpose of this research is to contribute to an empirical understanding of the relationship among dispositional and contextual characteristics on Work motivation and Innovative behaviour, in the perspective of Self-Determination Theory (SDT; Deci & Ryan, 1985). Specifically, two main objectives leaded the entire project of this thesis: I. The study of the relation on the antecedents of innovation on the three phases of IWB. In fact, in the studies of innovation a number of contextual and individual antecedent of the innovative behaviour have been identified. However, few studies have studied how the influence of these antecedents change depending on the phase of IWB considered. In fact, IWB is a complex process composed of three tasks, generation, promotion and realization of the ideas, and each phase is characterized by specific characteristics. II. The study of the role of motivation in the relationship among individual and organizational antecedents on IWB, in the perspective of Self-Determination Theory (SDT). A second aspect to consider is the study of psychological processes by which individual and organizational antecedents influence IWB. One purpose of this study was to contribute to a better understanding of the relationship between motivation to work, resistance to change, support from supervisor and IWB in perspective of SDT. These two main objectives have been analyzed by two studies: In the first study, the influence of a number of positive and negative antecedents of innovation were analyzed respect to the three different phases of IWB. The independent variable were: resistance to change, conflict in relationships, pressure on goal, perceived organizational support, orientation towards innovation and communication quality. The results, based on a sample of 117 employees of a hospital located in Central Italy, partially confirmed that the influence of the antecedents on IWB depends on the phase of IWB considered and they shown that individual and contextual variables interact to predict the innovative behaviour. In the second study, the main research object was the study of work motivation as mediator in relationship between antecedents and the three phases of IWB, in perspective of SDT. The SDT has been chosen as theory of reference because it makes be possible to consider different levels of motivation. Six models, resulting from the combination of the two levels of Motivation and the three levels of IWB were proposed and tested in a population of 202 employees in two private companies located in Central Italy. The results showed that both autonomous and controlled motivation have an important mediation role in the relationship between the antecedents and IWB. Moreover, the results showed differences between Autonomous and Controlled motivation in the way they influence IWB. Specifically, Autonomous motivation was the most influential factor on IWB and had his greater influence on the Idea generation phase, on the contrary, the controlled motivation exerted its major influence on the Idea promotion and Idea realization phases. Regarding the other variables, resistance to change and task autonomy had their greater influence on Idea generation, on the contrary, the perception of organizational support exerts its influence on IWB mainly by the mediation of work motivation, specially of autonomous motivation. In general, the results underline the importance of distinguishing the different phases of IWB and the usefulness of applying SDT perspective in the research on innovation. Moreover, this study also confirmed the importance of studying resistance to change as a dispositional and multifactorial construct. In fact, the results showed that the different factors of the Dispositional Resistance to change construct exert different types of influence on IWB. Particularly, Routing Seeking influences IWB by the mediation of Autonomous motivation, Cognitive Rigidity influences directly IWB, and Emotional Reaction moderates the relation between Work motivation and IWB.
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Mucci, Silvia. "Tra spazi contesi e luoghi comuni. Etnografia di una piazza di confine nel centro antico di Genova." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426629.

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Abstract:
This PhD thesis enquires about the meanings of public space and multicultural cohabitation in urban environments going through transformation processes, enquiring the relations between social actors, structured space and diversity in the contemporary town. The work presented is the result of a research held in downtown Genoa, between 2005 and 2008, based on ethnographic methodology and tools: participating observation, interviews and life histories. Genoa is an interesting town for describing several urban changes, passed through urban redevelopment and gentrification: in the last decades the historical centre went from being a bond to a resource of the town, passing from neglected area to new centre of interest. The specific field of enquiry is represent by the ancient harbour, where there is an open space that may be investigated as a boundary zone. A place where the boundary works in a polisemic way, showing the various meanings that the “limit” device may take. According to the single situation taking place on the square and town scenario, the “boundary square” may work as a clash area, but also as a peaceful zone, pulling for cohabitation among different identities. A boundary zone in both metaphorical and physical sense, the square actually hosts a real boundary, dividing the apparently homogeneous open public space in two separated entities, two regions referring to different ways of managing public space: public and private entities. An invisible but powerful space boundary, based on a time-boundary: after having been abandoned for a long time, since approximately ten years the old commercial port, an area historically closed to citizens, has been renewed and “opened” to the public, becoming an area dedicated to consumption and tourist attractions. A boundary therefore becoming powerfully symbolic, determining a change also in the self-representation that the town makes if itself and its future. The ethnographic research has been chosen in order to give voice to some categories of the inhabitants who use the square coming from different paths, points of view that may be used in order to tell the story of a part of daily life in downtown Genoa. It has been chosen to underline border visions, who may better express various forms of resistance, shaped as tactics or strategies: old and new inhabitants, children, immigrants, youngsters, and a lot of those “useless” people who live in contemporary town interstices. From such voices emerges the increasing desertification ongoing in public spaces, but also the marginalization of change processes, decided elsewhere and expressed with a language stigmatizing the open air life. And still, right from the disagreement experiences it is possible to start again, in order to create a new sense of town, listening to the implicit recognition requests, as well as the critical proposals, emerging from public spaces and submitted to the public attention.
Questa tesi di dottorato si interroga sui significati dello spazio pubblico e sulla convivenza multiculturale in ambiti urbani in trasformazione, indagando i rapporti tra attore sociale, spazio costruito e diversità nella città contemporanea. Il lavoro è frutto di una ricerca condotta nel centro storico di Genova dal 2005 al 2008, basata su metodi e strumenti etnografici: osservazione partecipante, interviste e racconti di vita. Genova è una città adatta a descrivere molti cambiamenti urbani, attraversata da fasi di riqualificazione urbana e gentrification: negli ultimi decenni il centro storico si è trasformato da vincolo a risorsa della città, passando da area negletta a nuovo centro di interesse. Il campo di indagine specifico è rappresentato dal porto antico, che contiene uno spazio aperto indagato come luogo di confine. Un luogo dove il confine funziona in modo polisemico, rivelando le diverse accezioni e significati che questo dispositivo può assumere. A seconda della situazione che si presenta sulla scena della piazza e della città, la “piazza di confine” può funzionare come terreno di scontro ma anche come zona adatta alla pacificazione e alla convivenza delle diversità. Oltre a essere un luogo di confine in senso metaforico, nella piazza esiste un confine reale, che divide lo spazio aperto (apparentemente omogeneo) in due entità distinte, due regioni che fanno riferimento a diverse modalità di gestione dello spazio pubblico (ente pubblica ed entità privata). Un confine spaziale invisibile ma potente, costruito a partire da un confine temporale: a partire da una decina di anni, infatti, il vecchio porto commerciale, area da sempre chiusa alla cittadinanza, dopo un lungo periodo di abbandono è stato riqualificato e “aperto”, trasformandosi in una zona dedicata a luoghi di consumo e attrazioni turistiche. Un confine che quindi diventa potentemente simbolico, determinando un cambiamento anche nella rappresentazione che la città fa di se stessa e del suo futuro. Con l’indagine etnografica si è voluto dare voce ad alcune categorie di abitanti che utilizzano la piazza a partire da percorsi differenti, punti di vista attraverso i quali è possibile narrare una parte della vita quotidiana in centro storico. Si è dato maggiormente risalto a visioni dal margine, che meglio possono esprimere forme di resistenza distinte, che prendono la forma di tattiche o strategie: vecchi e nuovi abitanti, bambini, immigrati, giovani, e molta di quella popolazione degli “inutili” che abita gli interstizi della città contemporanea. Da queste voci emerge la progressiva desertificazione in corso negli spazi pubblici, ma anche una marginalizzazione dai processi di cambiamento, che vengono decisi altrove e che usano linguaggi stigmatizzanti nei confronti della vita all’aperto. Tuttavia proprio dalle esperienze di dissenso è ancora possibile ripartire per costruire un nuovo senso della città, ascoltando le richieste implicite di riconoscimento e le proposte critiche che emergono dagli spazi pubblici, e che vengono poste all’attenzione della collettività.
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Agostini, Enrica <1996&gt. "La Pubblica Amministrazione all'epoca del Covid-19: tra resistenze e cambiamenti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20347.

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Abstract:
L'elaborato approfondisce il tema delle risorse umane nella Pubblica Amministrazione, attraverso un'analisi degli elementi che strutturano il Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, sottoscritto dal Governo con i Sindacati nel marzo 2021. Una particolare attenzione viene rivolta alle esperienze negli Enti Locali, i quali assumono una rilevanza significativa per la loro vicinanza all'immaginario collettivo e, in particolare, al mio, dal momento che lavoro per il Comune della mia città. Un'ultima parte è dedicata allo "stato dell'arte" del processo di digitalizzazione in Italia.
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Books on the topic "Resistenza al cambiamento"

1

Giangreco, Antonio. La resistenza ai cambiamenti del management nelle strutture complesse: Il caso ENEL, Ente nazionale per l'energia elettrica. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2001.

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2

Betrone, Luigi. Resistenza e Cambiamento. un Sindacato Umano per Difendere la Specie. Lulu Press, Inc., 2016.

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Book chapters on the topic "Resistenza al cambiamento"

1

Giannini, Marco. "La gestione delle resistenze nei processi di cambiamento organizzativo." In Dinamiche nelle strutture organizzative : riflessioni sullo sviluppo e sulla tecnologia a supporto. Pisa University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.12871/97888333938656.

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