Dissertations / Theses on the topic 'Resincronizzazione cardiaca'

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Valzania, Cinzia <1975&gt. "La terapia elettrica di resincronizzazione cardiaca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/838/1/Tesi_Valzania_Cinzia.pdf.

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Valzania, Cinzia <1975&gt. "La terapia elettrica di resincronizzazione cardiaca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/838/.

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Ziacchi, Matteo <1977&gt. "Strategie di personalizzazione della terapia di resincronizzazione cardiaca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5332/1/Ziacchi_Matteo_tesi.pdf.

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Abstract:
Solo il 60% dei candidati alla resincronizzazione cardiaca risponde in termini di rimodellamento ventricolare inverso che è il più forte predittore di riduzione della mortalità e delle ospedalizzazioni. Due cause possibili della mancata risposta sono la programmazione del dispositivo e i limiti dell’ approccio transvenoso. Nel corso degli anni di dottorato ho effettuato tre studi per ridurre il numero di non responder. Il primo studio valuta il ritardo interventricolare. Al fine di ottimizzare le risorse e fornire un reale beneficio per il paziente ho ricercato la presenza di predittori di ritardo interventricolare diverso dal simultaneo, impostato nella programmazione di base. L'unico predittore è risultato essere l’ intervallo QRS> 160 ms, quindi ho proposto una flow chart per ottimizzare solo i pazienti che avranno nella programmazione ottimale un intervallo interventricolare non simultaneo. Il secondo lavoro valuta la fissazione attiva del ventricolo sinistro con stent. I dislocamenti, la soglia alta di stimolazione del miocardio e la stimolazione del nervo frenico sono tre problematiche che limitano la stimolazione biventricolare. Abbiamo analizzato più di 200 angiografie per vedere le condizioni anatomiche predisponenti la dislocazione del catetere. Prospetticamente abbiamo deciso di utilizzare uno stent per fissare attivamente il catetere ventricolare sinistro in tutti i pazienti che presentavano le caratteristiche anatomiche favorenti la dislocazione. Non ci sono più state dislocazioni, c’è stata una migliore risposta in termini di rimodellamento ventricolare inverso e non ci sono state modifiche dei parametri elettrici del catetere. Il terzo lavoro ha valutato sicurezza ed efficacia della stimolazione endoventricolare sinistra. Abbiamo impiantato 26 pazienti giudicati non responder alla terapia di resincronizzazione cardiaca. La procedura è risultata sicura, il rischio di complicanze è simile alla stimolazione biventricolare classica, ed efficace nell’arrestare la disfunzione ventricolare sinistra e / o migliorare gli effetti clinici in un follow-up medio.
Only 60% of the candidates for biventricular pacing responds in terms of left ventricular reverse remodeling that appears to be the strongest predictor of reduction in hospitalizations and mortality. The causes of non-response are not clear, but they could be found in the setting of the device and in the limitations of transvenous approach. I studied three problems looking strategies tailoring therapy of cardiac re synchronization to reduce the number of patients non-responders. The first study evaluates the interventricular delay. In order to optimize resources and provide a real benefit to the patient I researched the presence of predictors of the interventricular delay different from simultaneous, set in the basic programming. The only predictor of interventricular delay is QRS interval >160ms, so I proposed a flow chart to optimize only those patients who have a range in programming optimal interventricular not simultaneous. The second paper evaluates the active fixation of left ventricular lead. The displacements, the high threshold of myocardial stimulation and stimulation of the phrenic nerve appear to be three major problems that limit the biventricular pacing. We analyzed more than 200 angiograms to see the anatomical conditions predisposing displacement. Prospectively we decided to use a stent for the establishment of active left ventricular lead in all patients presenting with the anatomical features favoring the displacement. The active fixation has eliminated the problem of dislocations, improved response in terms of reverse ventricular remodeling and did not alter the electrical parameters of the lead. The third work evaluates left ventricular endocardial pacing. We implanted 26 patients judged to be non-responders to cardiac resynchronization therapy. The procedure was safe having a risk of complications at all comparable to classic biventricular pacing and effective in arresting the degeneration of heart failure and / or improve the clinical effects in the midterm follow-up.
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Ziacchi, Matteo <1977&gt. "Strategie di personalizzazione della terapia di resincronizzazione cardiaca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5332/.

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Abstract:
Solo il 60% dei candidati alla resincronizzazione cardiaca risponde in termini di rimodellamento ventricolare inverso che è il più forte predittore di riduzione della mortalità e delle ospedalizzazioni. Due cause possibili della mancata risposta sono la programmazione del dispositivo e i limiti dell’ approccio transvenoso. Nel corso degli anni di dottorato ho effettuato tre studi per ridurre il numero di non responder. Il primo studio valuta il ritardo interventricolare. Al fine di ottimizzare le risorse e fornire un reale beneficio per il paziente ho ricercato la presenza di predittori di ritardo interventricolare diverso dal simultaneo, impostato nella programmazione di base. L'unico predittore è risultato essere l’ intervallo QRS> 160 ms, quindi ho proposto una flow chart per ottimizzare solo i pazienti che avranno nella programmazione ottimale un intervallo interventricolare non simultaneo. Il secondo lavoro valuta la fissazione attiva del ventricolo sinistro con stent. I dislocamenti, la soglia alta di stimolazione del miocardio e la stimolazione del nervo frenico sono tre problematiche che limitano la stimolazione biventricolare. Abbiamo analizzato più di 200 angiografie per vedere le condizioni anatomiche predisponenti la dislocazione del catetere. Prospetticamente abbiamo deciso di utilizzare uno stent per fissare attivamente il catetere ventricolare sinistro in tutti i pazienti che presentavano le caratteristiche anatomiche favorenti la dislocazione. Non ci sono più state dislocazioni, c’è stata una migliore risposta in termini di rimodellamento ventricolare inverso e non ci sono state modifiche dei parametri elettrici del catetere. Il terzo lavoro ha valutato sicurezza ed efficacia della stimolazione endoventricolare sinistra. Abbiamo impiantato 26 pazienti giudicati non responder alla terapia di resincronizzazione cardiaca. La procedura è risultata sicura, il rischio di complicanze è simile alla stimolazione biventricolare classica, ed efficace nell’arrestare la disfunzione ventricolare sinistra e / o migliorare gli effetti clinici in un follow-up medio.
Only 60% of the candidates for biventricular pacing responds in terms of left ventricular reverse remodeling that appears to be the strongest predictor of reduction in hospitalizations and mortality. The causes of non-response are not clear, but they could be found in the setting of the device and in the limitations of transvenous approach. I studied three problems looking strategies tailoring therapy of cardiac re synchronization to reduce the number of patients non-responders. The first study evaluates the interventricular delay. In order to optimize resources and provide a real benefit to the patient I researched the presence of predictors of the interventricular delay different from simultaneous, set in the basic programming. The only predictor of interventricular delay is QRS interval >160ms, so I proposed a flow chart to optimize only those patients who have a range in programming optimal interventricular not simultaneous. The second paper evaluates the active fixation of left ventricular lead. The displacements, the high threshold of myocardial stimulation and stimulation of the phrenic nerve appear to be three major problems that limit the biventricular pacing. We analyzed more than 200 angiograms to see the anatomical conditions predisposing displacement. Prospectively we decided to use a stent for the establishment of active left ventricular lead in all patients presenting with the anatomical features favoring the displacement. The active fixation has eliminated the problem of dislocations, improved response in terms of reverse ventricular remodeling and did not alter the electrical parameters of the lead. The third work evaluates left ventricular endocardial pacing. We implanted 26 patients judged to be non-responders to cardiac resynchronization therapy. The procedure was safe having a risk of complications at all comparable to classic biventricular pacing and effective in arresting the degeneration of heart failure and / or improve the clinical effects in the midterm follow-up.
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Ripa, Ilaria. "La resincronizzazione cardiaca: indicazioni terapeutiche, punti di attenzione e criticità." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L'insufficienza cardiaca è una malattia che danneggia il 2-3% della popolazione generale colpendo maggiormente i soggetti con età superiore a 65 anni e costituisce una delle principali cause di mortalità e ospedalizzazione.Negli ultimi tempi si è assistito ad un'allungamento dell'età media di vita e per questo si suppone un forte incremento della malattia.Tuttavia esistono varie terapie per far fronte a questo problema.Quella che negli anni è risultata essere la più efficace è la Terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT).La CRT prevede l’uso di un dispositivo impiantabile in grado di stimolare simultaneamente i ventricoli e quindi capace di correggere la dissincronia.Questo trattamento è risultato essere molto efficace,tuttavia circa un terzo della popolazione non risulta trarne alcun beneficio.Molteplici studi si sono occupati di investigare questa mancata risposta.Questi sono stati condotti con lo scopo di chiarire quali potessero essere le condizioni per ottimizzare gli esiti.Uno di questi studi,chiamato progetto Trajectories,si è concentrato sulla ricostruzione della traiettoria 3D dell'elettrodo in CS durante i diversi cicli cardiaci.Lo scopo di questo studio è stato quello di sviluppare un metodo per misurare la posizione dinamica dell'elettrodo in CS e di testarlo confrontando la sua posizione all'impianto con quella a 6 mesi,utilizzando la fluoroscopia.Mediante questa indagine è emerso essere di fondamentale importanza il corretto posizionamento dell'elettrodo il quale,essendo mobile,potrebbe essere soggetto a disclocazioni che possono modificare l'esito favorevole della terapia.Inoltre si è anche dedotto che,per ottimizzare la performance,è necessaria una corretta stimolazione biventricolare che può venir meno in presenza di tessuto cicatriziale.Infine,individuare una forma della traiettoria più regolare nel momento dell’inizio della stimolazione potrebbe essere una condizione predittiva della risposta alla CRT,che sarà definita 6 mesi dopo l’impianto.
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Bertini, Matteo <1976&gt. "Resincronizzazione cardiaca: razionale, selezione dei pazienti ed ottimizzazinone della terapia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2648/1/BERTINI.MATTEO.TESI.pdf.

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Bertini, Matteo <1976&gt. "Resincronizzazione cardiaca: razionale, selezione dei pazienti ed ottimizzazinone della terapia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2648/.

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PADELETTI, MARGHERITA. "Stimolazione simultanea del fascio di His e del ventricolo sinistro per una ottimale terapia di resincronizzazione cardiaca: valutazione emodinamica con le curve pressione-volume in acuto." Doctoral thesis, Università di Siena, 2017. http://hdl.handle.net/11365/1009239.

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Abstract:
Background—Previous studies have investigated the role of intrinsic conduction in optimizing cardiac resynchronization therapy. We investigated the role of fusing pacing-induced activation and intrinsic conduction in cardiac resynchronization therapy by evaluating the acute hemodynamic effects of simultaneous His-bundle (HIS) and left ventricular (LV) pacing. Methods and Results—We studied 11 patients with systolic heart failure and left bundle-branch block scheduled for cardiac resynchronization therapy implantation. On implantation, LV pressure–volume data were determined via conductance catheter. Standard leads were placed in the right atrium, at the right ventricular apex, and in a coronary vein. An additional electrode was temporarily positioned in the HIS. The following pacing configurations were systematically assessed: standard biventricular (right ventricular apex+LV), LV-only, HIS, simultaneous HIS and LV (HIS+LV). Each configuration was compared with the AAI mode at multiple atrioventricular delays (AVD). In comparison with the AAI, right ventricular apex+LV and LV-only pacing resulted in improved stroke volume (85±32 mL and 86±33 mL versus 58±23 mL; P<0.001), stroke work, maximum pressure derivative, and systolic dyssynchrony at individually optimized AVD. The optimal AVD was close to the P-H interval in the majority of patients. By contrast, HIS-LV pacing improved hemodynamic indexes at all AVD (stroke volume >76 mL at all fixed intervals and 88±31 mL at optimal interval; all P<0.001). Conclusions—Standard right ventricular apex+LV and LV-only pacing enhanced systolic function and LV synchrony at individually optimized AVD close to the measured intrinsic P-H interval. By contrast, HIS+LV pacing yielded improvements, regardless of AVD setting. These findings support the hypothesis of the crucial role of intrinsic right ventricular conduction in optimal cardiac resynchronization therapy delivery
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Schena, Patrizia. "Valutazione dell'efficacia dell'elettrocatetere ventricolare sinistro quadripolare nella terapia di resincronizzazione cardiaca." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3478/.

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Abstract:
La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) si è imposta negli ultimi dieci anni come l'alternativa migliore all'approccio farmacologico primario nella cura allo scompenso cardiaco: la stimolazione biventricolare utilizzando un elettrocatetere in ventricolo sinistro si è infatti rivelata uno dei metodi più efficaci per migliorare la dissincronia ventricolare negli stadi più avanzati anche nei pazienti che necessitano di una stimolazione continua e permanente come coloro che sono stati sottoposti ad ablazione del nodo AV. Esistono diversi punti irrisolti su cui la ricerca sta ancora lavorando per poter ottimizzare questa terapia, in particolar modo la percentuale (circa il 25-30%) dei pazienti in cui non si registrano miglioramenti dovuti alla terapia. Questa tesi, proposta dall'azienda St.Jude Medical Inc., segue la costruzione di un registro osservazionale per poter valutare l'efficacia della tecnologia quadripolare di ultima generazione. Dai dati emersi, la possibilità di programmare dieci diversi vettori di stimolazione contro i tre offerti dagli attuali dispositivi bipolari permette una maggiore libertà nel posizionamento dell'elettrocatetere ventricolare sinistro e una più semplice gestione delle complicanze come la stimolazione del nervo frenico (PNS), oltre a strutturare una terapia più specifica a seconda della risposta del paziente; inoltre la tecnologia quadripolare ha evidenziato migliori prestazioni in sede di impianto – tempi minori, più percentuali di successo e maggiori possibilità di posizionamento del catetere in zona ottimale con buoni valori di soglia – e meno interventi in seguito a complicanze. Il miglioramento della percentuale dei responder non è stato particolarmente significativo e necessita di ulteriori studi, ma è comunque incoraggiante e mostra che un numero più alto di configurazioni di stimolazione può essere una soluzione ottimale per la ricerca di una cura personalizzata, specialmente verso quei pazienti che durante l'impianto verrebbero esclusi per mancanza di stimolazioni corrette e possono, in questo modo, rientrare nella terapia fin dall'inizio.
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Di, Giacomo Susanna. "Valutazione dell'efficacia clinica della terapia di resincronizzazione cardiaca con cateteri quadripolari mediante deep learning." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16311/.

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Abstract:
La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) si è dimostrata essere il metodo più efficiente e adeguato nel trattamento di pazienti affetti da insufficienza cardiaca caratterizzata da asincronia ventricolare. Essa consiste in una stimolazione biventricolare mediante pacemaker o defibrillatore impiantabili finalizzata ad aiutare i due ventricoli a pulsare in sincronia. Nonostante i benefici, circa il 30% dei pazienti risulta non responder. Uno dei problemi è l’ottimizzazione del posizionamento dell’elettrocatetere per ventricolo sinistro nel seno coronarico, fattore critico per la riuscita della terapia. Questo lavoro di tesi si concentra sul secondo obiettivo dello studio TRAJECTORIES avviato dal gruppo Corsi et al., ovvero l’analisi delle traiettorie 3D degli elettrodi in cateteri quadripolari per ventricolo sinistro, per valutare se le loro variazioni possano guidare nella selezione della definitiva configurazione di pacing tra quelle possibili. Al fine di individuare gli elettrodi che con più probabilità determineranno una risposta alla terapia di resincronizzazione cardiaca, si sono confrontate le traiettorie pre-accensione (T-1) e post-accensione (T0) del dispositivo di tutti gli elettrodi che sono stati stimolati, utilizzando una metodica che prevede tre fasi: estrazione delle coordinate dei quattro elettrodi mediante segmentazione semantica con rete neurale; ricostruzione tridimensionale delle traiettorie di ogni elettrodo a T-1 e T0; estrazione dei parametri geometrici che descrivono le traiettorie e confronto tra T-1 e T0, in base al quale, per ogni elettrodo stimolato, si potrà classificare il paziente come responder o non responder. In particolare, il parametro indicativo di una risposta o meno alla terapia di resincronizzazione è la variazione percentuale del rapporto tra i due valori singolari, parametri che indicano come la traiettoria sia distribuita lungo le tre direzioni principali.
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Mottola, Margherita. "Sviluppo e ottimizzazione di algoritmi per predire la risposta alla terapia di resincronizzazione cardiaca." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7947/.

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Abstract:
La necessità di indagine sul fronte dell’insufficienza cardiaca deriva dall’elevato impatto sociale della patologia, non soltanto per l’effetto invalidante sulla condizione del paziente che ne è affetto, bensì anche per la notevole incidenza sui servizi sanitari nazionali, per l’importante valore di mortalità e morbilità che ne è associato. Il numero di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco è consistente; ciò rende ragione dell’elevato assorbimento di risorse dovuto a questa patologia. Il razionale dell’impiego della Terapia di Resincronizzazione Cardiaca (CRT) consiste nella correzione della dissincronia cardiaca come causa di disfunzione meccanica atriale e ventricolare. Il metodo analitico sviluppato origina dalle indagini sugli spostamenti dell’elettrocatetere posizionato in Seno Coronarico, sulla base del fatto che il sito di stimolazione risulta un fattore determinante per la buona risposta alla terapia. Dovendo studiare le posizioni nel tempo del catetere, si è pensato di valutarne le variazioni nel periodo pre e post attivazione della CRT ricostruendone la traiettoria in 3D. Lo studio parametrico di quest’ultima ha permesso di individuare un indice predittore della risposta alla CRT al follow-up a sei mesi. La prosecuzione della ricerca presentata ha l’intento di migliorare gli algoritmi di elaborazione dei dati per rendere più robuste le misure, sfruttando tecniche che possano aumentare riproducibilità, ripetibilità, e ininfluenza rispetto alla variabilità delle condizioni analitiche. Sviluppando nuovi modelli si è eliminata l'interazione dell'operatore nelle fasi d'indagine, rendendo le analisi completamente automatiche. I metodi sono stati testati e applicati.
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Cocco, Luca. "Analisi di nuovi indici di dissincronia da mappe cardiache 3D: un approccio innovativo imaging-based al problema clinico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
A seguito di diverse malattie, il cuore può perdere gran parte della sua efficacia manifestando, a causa di fibrillazione atriale e/o insufficienza cardiaca, una contrazione scoordinata detta dissincronia. I pazienti con fibrillazione atriale possono essere sottoposti ad ablazione transcatetere mentre quelli con insufficienza cardiaca, qualora soddisfino dei requisiti, possono essere idonei alla terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) mediante pacemaker o defibrillatore. Tuttavia, circa il 30-50% dei pazienti non risponde correttamente alla terapia. Uno degli aspetti più critici è la posizione dell'elettrodo del ventricolo sinistro. Ad oggi, si sono cercati, senza successo, indici di deformazione o di ritardo temporale derivati da dati di ecocardiografia o risonanza magnetica con l'obiettivo di migliorare la riuscita della terapia. In questo lavoro di tesi si è implementato un workflow per stimare, partendo da dati di risonanza magnetica preimpianto, un nuovo indice di spostamento che possa descrivere la dissincronia cardiaca. L'indice è stato calcolato in soggetti sani, in soggetti con contrattilità regionale compromessa, in pazienti con scompenso cardiaco e in pazienti con fibrillazione atriale. I risultati sono promettenti e sembrano confermare l'utilizzo di questa nuova metodologia nell'ambito della valutazione della dissincronia cardiaca, in particolare per valutare la presenza di tessuto fibroso, per predire la risposta alla CRT in uno scenario preimpianto e infine per valutare il miglior punto d'impianto dell'elettrodo del ventricolo sinistro di un dispositivo per CRT.
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Esposito, Lorena. "Studio e sviluppo di un nuovo approccio alla terapia di resincronizzazione cardiaca con cateteri multipolari." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15702/.

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Abstract:
Un possibile trattamento per lo scompenso cardiaco è la stimolazione elettrica simultanea dei ventricoli (terapia di resincronizzazione cardiaca, CRT). Tuttavia, si riscontra una variabilità di risposta al trattamento: circa il 30% dei soggetti risulta non-responder. Elemento chiave della terapia è una corretta stimolazione del ventricolo sinistro tramite un catetere situato in un ramo tributario del seno coronarico. Il lavoro presentato in questo elaborato si inserisce nel progetto TRAJECTORIES, uno studio che cerca di predire la risposta al trattamento analizzando la traiettoria degli elettrodi stimolatori pre e post stimolazione biventricolare (BiV). Il lavoro descritto si concentra sullo sviluppo di metodi per l’estrazione delle coordinate degli elettrodi di cateteri quadripolari a partire da viste di fluoroscopia. Nello specifico vengono sviluppati due algoritmi: il primo di basa su una segmentazione tramite tecniche dell’elaborazione delle immagini, come sogliatura e modello Chan-Vese con conseguente post-processing dell’immagine binaria, mentre il secondo fa uso di una rete neurale addestrata per la segmentazione semantica dell’immagine in due classi predefinite, elettrodo e background. A partire dalle coordinate estratte in due viste fluoroscopiche vengono ricostruite le traiettorie 3D tramite analisi stereofotogrammetrica Roentgen. Infine vengono confrontate per ciascun elettrodo catodo analizzato le traiettorie pre e post stimolazione BiV e viene scelto come indice di una futura risposta o meno alla terapia di resincronizzazione cardiaca la variazione percentuale del rapporto tra i due valori singolari principali della traiettoria. Il metodo viene applicato a 13 soggetti e per 8 di questi viene effettuato un confronto con la risposta clinica valutata al follow-up a sei. In 6 soggetti su 8 si riscontra una corrispondenza tra la risposta predetta e quella effettiva.
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Urgo, Alessandro Francesco Enrico. "Valutazione della risposta alla terapia di resincronizzazione cardiaca mediante studio della traiettoria dell'elettrocatetere in seno coronarico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5371/.

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Valenti, Viola. "Valutazione della stima della traiettoria dell'elettrodo in seno coronarico in pazienti sottoposti a terapia di resincronizzazione cardiaca." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6992/.

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Abstract:
La tesi tratta della mancata efficacia della terapia di resincronizzazione cardiaca e valuta un metodo per poterne predire la futura efficacia o meno. Si propone ciò studiando la traiettoria 3D dell'elettrodo in seno coronarico e analizzando se le variazioni che la caratterizzano possono essere indicative di una futura risposta positiva alla terapia. Sono inoltre state apportate alcune modifiche al programma Matlab che ricostruisce la traiettoria 3D per eliminare alcune approssimazioni.
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Regoli, Francois Diederik <1970&gt. "Gli effetti della terapia di resincronizzazione cardiaca in pazienti con fibrillazione atriale permanente sulla sopravvivenza a lungo-termine: l'importanza dell'ablazione del nodo atrio-ventricolare." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/143/1/CRT%26FA_DOTTORATO_COMPLETO.pdf.

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Abstract:
La terapia di resincronizzazione cardiaca (TRC) è un presidio non farmacologico che riduce la mortalità e la morbosità nei pazienti con scompenso refrattario alla terapia medica. La maggior parte dei dati riguardanti gli effetti della TRC coinvolgono i pazienti con le indicazioni consolidate seguenti: classe NYHA III-IV, ritardo della conduzione ventricolare (QRS>opp= 20 msec), disfunzione sistolica ventricolare sinistra (frazione di eiezione ventricolare sinistra >opp= 35%) e ritmo sinusale (RS). Mentre è noto che la fibrillazione atriale permanente (FA) sia presente in una porzione consistente dei pazienti con scompenso cardiaco, vi sono pochi dati riguardanti la sopravvivenza e gli effetti a lungo-termine della TRC in pazienti con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale (FA); la maggior parte degli studi sono osservazionali ed hanno dimostrato che la TRC potrebbe conferire dei benefici a corto e medio termine anche in pazienti con FA permanente. Solo recentemente un ampio studio osservazionale ha descritto che, a lungo-termine, la TRC migliora significativamente la capacità funzionale, la frazione di eiezione e induce il rimodellamento inverso del ventricolo sinistro solamente in quei pazienti con FA dove la TRC viene combinata con l’ablazione del nodo atrio-ventricolare (NAV). La strategia ablativa del NAV infatti conferendo una stimolazione completa e costante, permette di eliminare gli effetti del ritmo spontaneo di FA (ritmo irregolare e tendenzialmente tachicardico) cheinterferisce in maniera importante con la stimolazione biventricolare in particolare durante gli sforzi fisici. Sulla base di queste premesse il presente studio si propone di valutare gli effetti a lungo-termine della TRC su pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente focalizzando su due aspetti principali: 1) confrontando la sopravvivenza di pazienti con FA permanente rispetto ai pazienti in RS; 2) confrontando la sopravvivenza di pazienti in FA suddivisi secondo la modalità di controllo della frequenza con somministrazione di farmaci antiaritmici (gruppo FA-farm) oppure mediante controllo ablazione del NAV (gruppo FA-abl). Metodi e risultati: Sono presentati i dati di 1303 pazienti sottoposti consecutivamente ad impianto di dispositivo per la TRC e seguiti per un periodo mediano di 24 mesi. Diciotto pazienti sono stati persi durante il follow-up per cui la popolazione dello studio è rappresentata da una popolazione totale di 1295 pazienti di cui 1042 in RS e 243 (19%) in FA permanente. Nei pazienti con FA il controllo della frequenza cardiaca è stato effettuato mediante la somministrazione di farmaci anti-aritmici (gruppo FA-farm: 125 pazienti) oppure mediante ablazione del NAV (FA-abl: 118 pazienti). Rispetto ai pazienti in RS, i pazienti in FA permanente erano significativamente più vecchi, più spesso presentavano eziologia nonischemica, avevano una frazione di eiezione più elevata al preimpianto, una durata del QRS minore e erano più raramente trattati con un defibrillatore. Lungo un follow-up mediano di 24 mesi, 170/1042 pazienti in RS e 39/243 in FA sono deceduti (l’incidenza di mortalità a 1 anno era di 8,4% e 8,9%, rispettivamente). I rapporti di rischio derivanti dall’analisi multivariata con il 95% dell’intervallo di confidenza (HR, 95% CI) erano simili sia per la morte per tutte le cause che per la morte cardiaca (0.9 [0.57-1.42], p=0.64 e 1.00 [0.60-1.66] p=0.99, rispettivamente). Fra i pazienti con FA, il gruppo FA-abl presentava una durata media del QRS minore ed era meno frequentemente trattato con il defibrillatore impiantabile rispetto al gruppo FA-farm. Soli 11/118 pazienti del FA-abl sono deceduti rispetto a 28/125 nel gruppo FA-farm (mortalità cumulativa a 1 anno di 9,3% e 15,2% rispettivamente, p<0.001), con HR, 95% CI per FA-abl vs FA-farm di 0.15 [0.05-0.43],,p<0.001 per la mortalità per tutte le cause, di 0.18 [0.06-0.57], p=0.004 per la mortalità cardiaca, e di 0.09 [0.02-0.42], p<0.002 per la mortalità da scompenso cardiaco. Conclusioni: I pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente trattati con la TRC presentano una simile sopravvivenza a lungo-termine di pazienti in RS. Nei pazienti in FA l’ablazione del NAV in aggiunta alla TRC migliora significativamente la sopravvivenza rispetto alla sola TRC; questo effetto è ottenuto primariamente attraverso una riduzione della morte per scompenso cardiaco.
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Regoli, Francois Diederik <1970&gt. "Gli effetti della terapia di resincronizzazione cardiaca in pazienti con fibrillazione atriale permanente sulla sopravvivenza a lungo-termine: l'importanza dell'ablazione del nodo atrio-ventricolare." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/143/.

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La terapia di resincronizzazione cardiaca (TRC) è un presidio non farmacologico che riduce la mortalità e la morbosità nei pazienti con scompenso refrattario alla terapia medica. La maggior parte dei dati riguardanti gli effetti della TRC coinvolgono i pazienti con le indicazioni consolidate seguenti: classe NYHA III-IV, ritardo della conduzione ventricolare (QRS>opp= 20 msec), disfunzione sistolica ventricolare sinistra (frazione di eiezione ventricolare sinistra >opp= 35%) e ritmo sinusale (RS). Mentre è noto che la fibrillazione atriale permanente (FA) sia presente in una porzione consistente dei pazienti con scompenso cardiaco, vi sono pochi dati riguardanti la sopravvivenza e gli effetti a lungo-termine della TRC in pazienti con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale (FA); la maggior parte degli studi sono osservazionali ed hanno dimostrato che la TRC potrebbe conferire dei benefici a corto e medio termine anche in pazienti con FA permanente. Solo recentemente un ampio studio osservazionale ha descritto che, a lungo-termine, la TRC migliora significativamente la capacità funzionale, la frazione di eiezione e induce il rimodellamento inverso del ventricolo sinistro solamente in quei pazienti con FA dove la TRC viene combinata con l’ablazione del nodo atrio-ventricolare (NAV). La strategia ablativa del NAV infatti conferendo una stimolazione completa e costante, permette di eliminare gli effetti del ritmo spontaneo di FA (ritmo irregolare e tendenzialmente tachicardico) cheinterferisce in maniera importante con la stimolazione biventricolare in particolare durante gli sforzi fisici. Sulla base di queste premesse il presente studio si propone di valutare gli effetti a lungo-termine della TRC su pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente focalizzando su due aspetti principali: 1) confrontando la sopravvivenza di pazienti con FA permanente rispetto ai pazienti in RS; 2) confrontando la sopravvivenza di pazienti in FA suddivisi secondo la modalità di controllo della frequenza con somministrazione di farmaci antiaritmici (gruppo FA-farm) oppure mediante controllo ablazione del NAV (gruppo FA-abl). Metodi e risultati: Sono presentati i dati di 1303 pazienti sottoposti consecutivamente ad impianto di dispositivo per la TRC e seguiti per un periodo mediano di 24 mesi. Diciotto pazienti sono stati persi durante il follow-up per cui la popolazione dello studio è rappresentata da una popolazione totale di 1295 pazienti di cui 1042 in RS e 243 (19%) in FA permanente. Nei pazienti con FA il controllo della frequenza cardiaca è stato effettuato mediante la somministrazione di farmaci anti-aritmici (gruppo FA-farm: 125 pazienti) oppure mediante ablazione del NAV (FA-abl: 118 pazienti). Rispetto ai pazienti in RS, i pazienti in FA permanente erano significativamente più vecchi, più spesso presentavano eziologia nonischemica, avevano una frazione di eiezione più elevata al preimpianto, una durata del QRS minore e erano più raramente trattati con un defibrillatore. Lungo un follow-up mediano di 24 mesi, 170/1042 pazienti in RS e 39/243 in FA sono deceduti (l’incidenza di mortalità a 1 anno era di 8,4% e 8,9%, rispettivamente). I rapporti di rischio derivanti dall’analisi multivariata con il 95% dell’intervallo di confidenza (HR, 95% CI) erano simili sia per la morte per tutte le cause che per la morte cardiaca (0.9 [0.57-1.42], p=0.64 e 1.00 [0.60-1.66] p=0.99, rispettivamente). Fra i pazienti con FA, il gruppo FA-abl presentava una durata media del QRS minore ed era meno frequentemente trattato con il defibrillatore impiantabile rispetto al gruppo FA-farm. Soli 11/118 pazienti del FA-abl sono deceduti rispetto a 28/125 nel gruppo FA-farm (mortalità cumulativa a 1 anno di 9,3% e 15,2% rispettivamente, p<0.001), con HR, 95% CI per FA-abl vs FA-farm di 0.15 [0.05-0.43],,p<0.001 per la mortalità per tutte le cause, di 0.18 [0.06-0.57], p=0.004 per la mortalità cardiaca, e di 0.09 [0.02-0.42], p<0.002 per la mortalità da scompenso cardiaco. Conclusioni: I pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente trattati con la TRC presentano una simile sopravvivenza a lungo-termine di pazienti in RS. Nei pazienti in FA l’ablazione del NAV in aggiunta alla TRC migliora significativamente la sopravvivenza rispetto alla sola TRC; questo effetto è ottenuto primariamente attraverso una riduzione della morte per scompenso cardiaco.
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Lucchi, Sofia. "Possibili approcci per la predizione del rimodellamento miocardico in pazienti con terapia di resincronizzazione cardiaca sulla base del segnale di impedenza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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L’impedenza toracica viene considerata un parametro utile per valutare il peggioramento dello scompenso cardiaco in pazienti con terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT). Nonostante ciò, non si è ancora scoperta la relazione tra i cambiamenti dell’impedenza toracica e le modifiche del muscolo cardiaco in pazienti impiantati. Oggi, le diagnostiche cliniche presenti nella maggior parte di dispositivi per la CRT offrono incredibili informazioni. L'obiettivo del presente lavoro è quello di valutare una possibile correlazione tra andamento temporale dell'impedenza toracica e il rimodellamento cardiaco. I report che sono stati analizzati risalgono a 19 pazienti con impianto Medtronic. Con lo scopo di analizzare in dettaglio i risultati notati in una prima osservazione e stabilire i metodi e gli attributi più significativi nella predizione di rimodellamento miocardico si è scelto di implementare tre differenti algoritmi di Machine Learning: un algoritmo non supervisionato (K-Means) e due algoritmi supervisionati (Decision Tree, Naive Bayes).
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Santarelli, Giulia. "Predizione della risposta alla terapia di resincronizzazione cardiaca attraverso un nuovo metodo basato sulla ricostruzione della traiettoria 3D dell'elettrodo di stimolazione nel seno coronarico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Lo scompenso cardiaco è una condizione patologica caratterizzata dall’incapacità del cuore di pompare una quantità di sangue adeguata alle necessità metaboliche dell’organismo,p comunque, di farlo solo a spese di un aumento delle pressioni di riempimento in una o più camere cardiache e nel circolo venoso a monte. Attualmente la terapia di resincronizzazione cardiaca di è imposta come terapia per pazienti con severa compromissione contrattile del ventricolo sinistro, sintomatici malgrado terapia medica ottimale e segni di dissincronismo elettroneccanico. Nonostante sussistano forti evidenze sugli effetti benefici apportati dalla CRT, si riscontra una certa variabilità di risposta al trattamento e circa un terzo dei pazienti non risponde adeguatamente alla terapia. Lo studio TRajectories nel quale si inserisce questo progetto di tesi si fonda su algoritmi di elaborazione dei dati che dai risultati pubblicati in uno studio preliminare condotto su 22 pazienti hanno mostrato di avere indice di predittività massimo nel classificare i pazienti sottoposti a CRT in Responder e Non responder. L’obiettivo di questa tesi è stato quello di confermare considerando una popolazione più ampia e multicentrica (119 pazienti arruolati in 6 centri) che le variazioni indotte in acuto dalla stimolazione biventricolare sulla traiettoria del catodo di stimolazione nel seno coronarico, siano predittive della risposta clinica alla CRT, definita attraverso valutazioni ecocardiografiche del volume ventricolare sinistro,a 6 mesi dall’impianto.
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Corzani, Alessandro <1983&gt. "Confronto tra elettrocateteri bipolari e elettrocateteri quadripolari nella terapia di resincronizzazione cardiaca: efficacia e profilo di sicurezza nella stimolazione del ventricolo sinistro." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8829/1/corzani_alessandro_tesi.pdf.

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BACKGROUND: La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) mediante elettrocatetere quadripolare in ventricolo sinistro (VS) permette un maggior numero di configurazioni rispetto ai cateteri bipolari, garantendo maggiore stabilità, minore stimolazione del nervo frenico (PNS) e migliori parametri elettrici. METODI: 106 pazienti con indicazioni CRT-D sono stati consecutivamente impiantati con catetere LV bipolare (66) o quadripolare (40). Sono stati analizzati tre endpoint primari: 1-reverse remodeling (RR) ecocardiografico; 2- libertà da “failure” del catetere VS (dislocazione/disattivazione CRT); 3- libertà da ogni evento avverso (OEA) comprendente mortalità totale, ospedalizzazione per scompenso cardiaco/revisione catetere VS, dislocazione catetere VS, disattivazione CRT, PNS, soglia di stimolazione VS>2 V o margine di sicurezza<2 V. Come endpoint secondari sono stati analizzati: 1-outcome clinico composito (mortalità cardiovascolare, ospedalizzazione per scompenso cardiaco o revisione elettrocatetere), 2-PNS clinicamente rilevante, 3-performance elettriche (soglia di stimolazione VS, margine di sicurezza). RISULTATI: Le caratteristiche basali dei 2 gruppi erano sovrapponibili. Tra bipolari e quadripolari non sussistevano differenze nel RR (rispettivamente 55,7 vs 64,1%) e nel failure-LV (12,1 vs 5%). Dopo un FU di 28,6 mesi, l’incidenza di OEA nel gruppo quadripolare era quasi dimezzata rispetto ai bipolari (35 vs 62,1%, p=0,04), con Number-Needed-to-Treat (NNT) di 5 per evitare OEA. Nei 2 gruppi (rispettivamente bipolari vs quadripolari) non sono state rilevate differenze nell’outcome clinico composito (33,3 vs 27,5%) e nel PNS (15,2 vs 10%). Gli elettrocateteri quadripolari hanno mostrato performance elettriche migliori, presentando minore soglia all'impianto (1,3 vs 1,1 V, p=0,03) e nel FU (1,6 vs 1,2 V, p=0,002) e mostrando maggiore margine di sicurezza all'impianto (3,3 vs 4,6 V, p=0,0007) e nel FU (3 vs 4,4 V, p=0,0001). CONCLUSIONI: I cateteri quadripolari hanno riportato outcome clinici simili ai bipolari, mostrando sovrapponibile failure del catetere e analogo reverse remodeling. D’altra parte il gruppo quadripolare ha riportato un’incidenza di OEA quasi dimezzata con performance elettriche significativamente migliori
BACKGROUND: Cardiac resynchronization therapy (CRT) using quadripolar left ventricular (LV) leads provides more pacing vectors compared to bipolar leads, with more stable lead positioning, better management of phrenic nerve stimulation (PNS) and improved pacing parameters METHODS: 106 consecutive patients with CRT-D indications were implanted with bipolar (66) or quadripolar (40) LV leads. Three primary endpoints were analyzed: 1-echocardiographic reverse remodeling (ERR), 2-freedom from LV lead failure (displacement/CRT termination), 3-freedom from composite adverse events (CAE) resulting in overall mortality, hospitalization due to heart failure or LV-lead revision/displacement, CRT termination, clinically relevant PNS, LV pacing threshold>2 V or safety margin<2 V. We evaluated 3 secondary endpoints: 1-composite clinical outcome (cardiovascular mortality, hospitalization due to heart failure/LV-lead revision), 2-clinically relevant PNS, 3-LV lead performance (LV pacing threshold and safety margin at implantation and FU) RESULTS: Baseline characteristics of both groups were similar. No differences were found in ERR between bipolar and quadripolar leads (respectively 55,7 vs 64,1%) and in LV lead failure (12,1 vs 5%). Over a FU of 28,6 CAE in quadripolar group were almost halved in comparison to CAE occurred in bipolar group (35 vs 62,1% p=0,04). The NNT to avoid any CAE was 5. There was no difference in composite clinical outcome (33,3 vs 27,5%) and in clinically relevant PNS (15,2 vs 10 %) between bipolar and quadripolar leads. Conversely, quadripolar leads showed significantly better performances in LV threshold both at implantation (1,3 vs 1,1 V p=0,03) and in FU (1,6 vs 1,2 V p=0,002) compared to bipolar leads, with higher safety margin both at implantation (3,3 vs 4,6 V, p=0,0007) and in FU (3 vs 4,4 V p=0,0001) CONCLUSION: Quadripolar leads achieved similar CRT clinical outcome, similar LV-lead failure and similar ERR as bipolar LV leads, but quadripolar leads group showed almost halved CAE and significantly better electrical performance
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Bertaglia, Emanuele. "Left Bundle Branch Block definition predicts response to cardiac resynchronization therapy." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3426779.

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Abstract:
Background. Cardiac resynchronization therapy (CRT) was proved to be effective in patients with heart failure and left bundle branch block (LBBB). Recently, new ECG criteria have been proposed for the diagnosis of LBBB. These criteria are stricter than the current American Heart Association (AHA) criteria and thus increase the specificity of LBBB diagnosis. We assessed the rate of echocardiographic response to CRT in patients who did and did not meet new criteria (Strict-LBBB). Methods. Consecutive patients who received CRT defibrillators were enrolled in the CRT MORE registry. Patients with no-LBBB QRS morphology according to AHA, atrial fibrillation, right bundle branch block and right ventricular pacing were excluded from the analysis. Strict-LBBB was defined as: QRS ≥140ms for men and ≥130ms for women, QS or rS in V1–V2, mid-QRS notching or slurring in ≥2 contiguous leads. Patients showing a relative decrease of ≥15% in left ventricular end systolic volume (LVESV) at 12 months were defined as responders. Results. Among 335 patients with AHA LBBB, 131 (39%) had Strict-LBBB. Patients with and without Strict-LBBB showed comparable baseline characteristics except for QRS duration (166±20ms vs 152±25ms, p<0.001). At 12-month evaluation responders were 205 (61%). 85 (65%) patients had Strict-LBBB and 120 (59%) had no Strict-LBBB (p=0.267). On multivariate analysis, history of atrial fibrillation, larger LVESV, and presence of mid-QRS notching in ≥1 lead (OR 1.96; 95%CI 1.04 to 3.70, p=0.038) were independently associated with the echocardiographic response. Conclusions. Recently proposed stricter criteria for LBBB diagnosis did not improve the identification of CRT responders. Among ECG variables, only the presence of mid-QRS notching in at least 1 lead was associated with the echocardiographic response.
Introduzione. La terapia di re sincronizzazione cardiaca (RCT) si è dimostrata efficace nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco e blocco di branca sinistro (BBSn). Recentemente sono stati proposti nuovi criteri ECG per definire il BBSn. Questi criteri sono più restrittivi rispetto a quelli utilizzati nella definizione dell’American Heart Association (AHA), incrementando la specificità della diagnosi di BBSn. In questo studio abbiamo determinato la risposta alla RCT in termini ecocardiografici in pazienti che rispettvano (Strict-LBBB) o no (Traditional-LBBB) la nuova definizione di BBSn. Metodi. Abbiamo arruolato pazienti consecutivi sottoposti ad impianto di RCT (pacemaker o defibrillatore) inclusi nel Regustro CRT MORE. Sono stati esclusi dall’analisi pazienti che non rispettavano i criteri di BBSn secondo la definzione dell’AHA, fibrillazione atriale, blocco di branca destro e già portatori di pacemaker. Strict-LBBB è stato definito come: QRS ≥140ms per I maschi e ≥130ms per le femmine, QS o rS in V1–V2, mid-QRS notching o slurring in ≥2 derivazioni contigue. I pazienti che hanno dimostrato una riduzione relativa ≥15% del volume telesistiolico ventricolare sinistro (VTS) a 12 mesi sono stati definiti “responder”. Risultati. Tra 335 pazienti con BBSn second la definizione LBBB, 131 (39%) presentavano Strict-LBBB. I pazienti com e senza Strict-LBBB presentavano caratteristiche cliniche ed elettrocardiografiche simili a parte la durata del QRS (166±20ms vs 152±25ms, p<0.001). Al controllo a 12 mesi sono risultati “responder” 205 (61%) pazienti: 85 (65%) pazienti con Strict-LBBB e 120 (59%) con Traditional-LBBB (p=0.267). All'analisi multivariata, la storia di fibrillazione atriale, il VTS più grande, e la presenza di mid-QRS notching in ≥1 derivazione (OR 1.96; 95%CI 1.04 to 3.70, p=0.038) sono risultati indipendentemente associati alla risposta ecocardiografica. Conclusioni. La definizione più restrittiva di BBSn recentemente proposta non migliora l’identificazione dei pazienti responder” alla RCT rispetto alla definizone dell’AHA. Tra le variabili elettrocardiografiche, solo la presenza di mid-QRS notching in almeno una derivazione si correla alla risposta ecocardiografica alla CRT.
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PERROTTA, LAURA. "Effetti emodinamici della stimolazione ventricolare sinistra endocardica nella terapia di resincronizzazione cardiaca." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/803898.

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Abstract:
Valutazione degli effetti emodinamici acuti della stimolazione ventricolare sinistra epicardica convenzionale e endocardica in diversi siti ventricolari mediante a) mappaggio elettroanatomico e b) registrazione delle curve pressione volume (PV), al fine di determinare in quale sito di ritardo elettrico la stimolazione induce la miglior risposta emodinamica.
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MASCIA, GIUSEPPE. "Effetti della terapia di resincronizzazione cardiaca sul profilo cognitivo, funzionale e psicologico del paziente." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1089769.

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Abstract:
Many trials demonstrated the beneficial effects on hospitalizations and mortality of cardiac resynchronization therapy (CRT). The purpose of this manuscript was to evaluate CRT effects on functional performance and cognition, two determinants of disability, frailty development and survival. In our study.CRT is associated with higher functional and cognitive profile. These findings let us hypothesize a powerful effect of treatment to slow disability and frailty development in heart failure.
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MIRABELLI, FRANCESCA. "Analisi dello svuotamento ventricolare sinistro mediante ecocardiografia tridimensionale in tempo reale prima e dopo terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT)." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918254.

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Abstract:
Scopo del nostro studio è stato quello di analizzare mediante ecocardiografia tridimensionale (RT3DE) i seguenti parametri: • la presenza e la distribuzione della dissincronia intraventricolare sinistra in pazienti sottoposti a terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT), prima e dopo CRT mediante il calcolo dell’indice di dissincronia (SDI) • la sequenza di svuotamento sistolico del ventricolo sinistro (VS) prima e dopo CRT • Il potere predittivo dei due parametri sopra elencati (SDI e sequenza di svuotamento) nel predire la risposta alla CRT, singolarmente e in associazione. La popolazione oggetto di studio comprendeva 166 pazienti sottoposti all’impianto di PM biventricolare secondo le attuali linee guida. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a esame ecocardiografico 2D e 3D prima della CRT e dopo un intervallo di 6 mesi. Dopo 6 mesi di follow-up dall’impianto, il 62% dei pazienti (n=103) è stato classificato come responder alla CRT e il 38% (n=63) come non-responder. E’ stato effettuato un confronto tra le caratteristiche basali dei pazienti responder e non responder. La maggior parte dei pazienti responder presentava in condizioni basali entrambi i criteri 3D di dissincronia da noi proposti, cioè SDI elevato (> 5%) e assenza della sequenza di svuotamento apice-medio-base (n=82, 86.3%). Viceversa, la maggior parte dei pazienti non-responder non presentava in condizioni basali i due criteri ecocardiografici di dissincronia intraventricolare sinistra (n=32, 97%). L’analisi univariata e multivariata, effettuata per identificare i predittori di risposta alla CRT, ha mostrato che i valori basali di SDI elevati, l’assenza della sequenza di svuotamento apice-medio-base in condizioni basali e l’etiologia non ischemica erano gli unici parametri predittori indipendenti di risposta alla CRT. L’utilizzo di entrambi i criteri di dissincronia intraventricolare sinistra (SDI + sequenza di svuotamento) ha un valore incrementale sulla sola valutazione clinica nel predire la risposta alla CRT (aumento del chi-square da 11.63 a 59.32, p<0.0001). Nel gruppo dei responder abbiamo confrontato i parametri ecocardiografici basali e dopo CRT. E’ stata osservata la riduzione dei valori di SDI sotto la soglia del 5%, nonché la ricomparsa della fisiologica sequenza di svuotamento apice-medio-base, presente nel 72/103 pazienti (70%). Tale sequenza era presente in condizioni basali in 23/103 pazienti (22.3%). Quindi la risposta alla CRT comporta il recupero della fisiologica sequenza di svuotamento AMB e la sua assenza in condizioni basali è un parametro predittivo di risposta a medio termine. Viceversa, nel gruppo dei non responder, la sequenza apice-medio-base, è già presente in condizioni basali in 41/63 pazienti (65%). Questa tecnica semplice e affidabile si aggiunge all’ampia gamma di metodiche che analizzano la presenza di dissincronia ventricolare, ma anzichè misurare il complesso movimento miocardico, valuta il suo prodotto finale, cioè lo svuotamento del ventricolo sinistro. Questi risultati confermano l’utilità del RT3DE nello studio della dissincronia intraventricolare sinistra e, in particolare, dimostrano che la combinazione di due indici differenti di dissincronia può identificare con maggior precisione i responder.
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PAOLETTI, PERINI ALESSANDRO. "Fattori prognostici di sopravvivenza a lunghissimo termine (9 anni) in pazienti affetti da cardiopatia ipocinetico-dilatativa e sottoposti a terapia di resincronizzazione elettrica cardiaca: il ruolo del genere femminile." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/853894.

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Abstract:
Il presente studio ha dimostrato, per la prima volta, il ruolo favorevole del genere femminile nel determinare la sopravvivenza a lunghissimo termine (9 anni) dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca a ridotta frazione di eiezione e complesso QRS prolungato, sottoposti a terapia di resincronizzazione elettrica cardiaca tramite impianto di pace-maker biventricolare. Sono stati analizzati i dati di mortalità complessiva e di mortalità per cause cardiache di 266 pazienti consecutivi impiantati da Gennaio 2003 a Gennaio 2005 presso il nostro Centro Universitario. Questo è il primo studio che abbia valutato l'esito della terapia 9 anni dopo l'impianto del pace-maker. Lo studio inoltre ha dimostrato che la risposta ecocardiografica precoce, valutata dopo 6 mesi, rimane un predittore favorevole di sopravvivenza anche a un follow-up così esteso. Età e stato funzionale all'impianto sono risultati gli unici altri predittori prognostici indipendenti. The present study was meant to identify the baseline and early predictors of overall and cardiac survival at very long follow-up (9 years) of patients affected by systolic Heart Failure with prolonged QRS, who underwent Cardiac Resynchronization Therapy by the implant of a biventricular pacemaker. The study was conducted in 266 consecutive patients implanted at our University Hospital between January 2003 and January 2005. We could confirm, for the first time, that the previously described favorable role of female gender is present also at such extended follow-up; moreover, we could demonstrate, for the first time, that the early cardiac structural response, i.e. the occurrence of left ventricular reverse remodeling, is still a predictor of higher overall and cardiac survival 9 years post-implantation.
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