Journal articles on the topic 'Repubblicano'

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1

Ridolfi, Maurizio. "Per una storia del "sentimento repubblicano". Il 2 giugno nel calendario civile." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 296 (August 2021): 174–92. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-296008.

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Abstract:
Nel testo si discute il rapporto tra storiografia e public history nella costruzione di un "sentimento repubblicano" nell'Italia del secondo dopoguerra. Si indagano i percorsi di ricerca e le nuove fonti grazie a cui ritessere una trama di narrazioni storico-culturali capaci di coniugare linguaggi, simboli e rituali civili nella storia del "patriottismo repubblicano". La data e l'anniversario della nascita della Repubblica - il 2 giugno - divengono l'occasione per prefigurare la "storia vissuta" di piu generazioni di uomini e donne. L'idea e l'immagine della Repubblica ritornano al centro del calendario civile, nel suo rapporto continuo e mutevole tra storie (individuali e di gruppo) e memorie pubbliche.
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2

Ghirardini, Gian Paolo. "Il fascismo repubblicano in Valtellina." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 267 (November 2012): 238–76. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-267003.

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Abstract:
Il saggio tratta dell'esperienza del fascismo repubblicano in Valtellina, inserendola nel contesto della seconda guerra mondiale, dell'occupazione tedesca, del collaborazionismo economico e della Resistenza partigiana. Intende cosě colmare un vuoto della storiografia che, di quel periodo, si č limitata a prendere in esame, peraltro separatamente, la questione della progettazione in provincia di Sondrio di un Ridotto alpino repubblicano e le vicende locali della Resistenza partigiana. Sono studiate le componenti del fascismo repubblicano valtellinese e la dialettica tra loro sviluppatasi sul piano ideologico, politico e degli orientamenti amministrativi, che di rado diede luogo a scontri frontali e fu fortemente condizionata dalla situazione economicosociale della provincia, contraddistinta da risorse insufficienti e immissione di quelle disponibili nel circuito dell'economia parallela, ammasso e distribuzione dei generi alimentari inefficienti, razionamento e disciplina dei prezzi inefficaci, mezzi di trasporto inesistenti, inadempienze e indebite appropriazioni. Nel quadro del ruolo assegnato alla Valtellina da un lato dall'amministrazione tedesca e dall'altro dalla Rsi, sono poi indagati i rapporti tra i fascisti repubblicani, le forze di occupazione tedesca e i collaborazionisti, oltre che l'atteggiamento delle forze partigiane nei confronti di ciascuno di questi tre soggetti.
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3

Rigano, Francesco. "Libertà individuale e rapporti sociali: lo statuto costituzionale del Terzo settore." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (June 2021): 137–58. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002007.

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Abstract:
Nel periodo repubblicano gli enti privati non lucrativi sono stati oggetto di leggi speciali e di favore. Questa legislazione ha ricevuto un consolidamento con l'adozione del Codice del Terzo settore, che pone a sistema la nozione di ente del Terzo settore, determina gli strumenti di raccordo con la pubblica amministrazione, disciplina i controlli. Il Codice trova legittimazione nella cornice del pluralismo aperto qualificato dalla indifferenza dei fini associativi, ma orientato dal principio di solidarietà prefigurato dalla Costituzione repubblicana. La corretta collocazione costituzionale del fenomeno aiuta ad affrontare la questione della limitazione dell'autonomia privata nelle scelte di organizzazione e in particolare dei rapporti tra ente e aderenti all'ente.
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Purcell, Nicholas. "Atrium Libertatis." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 125–55. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000996x.

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Abstract:
ATRIUM LIBERTATISLa tesi sostenuta in questo lavoro e' che il progetto del luglio del 54 a.C. per il quale Cicerone (Att. IV 16) usa l'Atrium Libertatiscome punto di riferimento non ha nulla a che fare con il Forum Iulium, e che il nome ‘Tabularium’ è un termine improprio per il grande complesso repubblicano al di sotto del Palazzo Senatorio. Conseguenza di tale problema è che un edificio estremamente importante resta senza conosciuta localizzazione, e uno dei principali monumenti della Roma repubblicana senza un nome. Alcuni indizi portano ad ipotizzare che il Palazzo Senatorio possa in realtà essere identificato con l'Atrium Libertatis. Le conseguenze di questa ipotesi sulla topografia storica dei centri del governo romano vengono esaminate.
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Podini, Andrea. "Il contrabbando di armi a Marsiglia: legislazione e pratiche illecite (1885-­1939)." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 321–42. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172004.

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Abstract:
L'autore si propone di studiare i contrabbandi di armi avvenuti durante la Terza repubblica francese a Marsiglia. L'indagine da una parte analizza le disposizioni normative che oscillarono tra la completa liberalizzazione e il rigido controllo, suddividendo il periodo repubblicano in tre distinte fasi cronologiche; dall'altra, le pratiche con cui i contrabbandi di armi venivano organizzati, suddividendoli, a seconda del mercato a cui erano diretti, in traffici di natura locale - destinati al milieu urbano - o internazionale - rivolti a zone di guerra dove il commercio lecito era stato sospeso. L'autore mostra infine il caso di studio di Marcel Seytres, importante trafficante d'armi di Marsiglia, ricostruendone i traffici illeciti.
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Manzi, Alessandra. "Cosmopolitismo e piccola patria. La scrittura politica di Alvise Zenobio, nobile veneziano (1757-1817)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 117–45. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001005.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce l'avventurosa vita politica del nobile veneziano Alvise Zenobio, un repubblicano anglofilo che tra il 1789 e il 1815 si divise tra Londra e Parigi e intervenne a piu riprese sul significato degli anni rivoluzionari e napoleonici. Dapprima favorevole ai rivolgimenti francesi - tanto da tradurre in inglese un testo di Sieyes - guardo poi con preoccupazione alla nascita di una repubblica democratica per tornare in seguito a entusiasmarsi ai successi di Bonaparte in Italia. Nel 1797 plaudi al crollo della Serenissima e nel 1802 pubblico a Milano uno scritto di Hume, che gli sembrava dovesse ispirare la costituzione della Repubblica italiana. Presto deluso da Napoleone, tento, al momento del crollo dell'Impero francese, di perorare il ritorno all'indipendenza della Serenissima. Il saggio analizza i suoi molti scritti politici - spesso attribuendogliene alcuni pubblicati anonimi - e illustra un curioso percorso politico che esaurisce il cosmopolitismo dei Lumi nell'accettazione di una piccola patria ritrovata.
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Dendena, Francesco. "«Le cose della Nazione»: patrimonio librario e costruzione dello spazio repubblicano nel Triennio (1796-1799)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 81–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001004.

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Abstract:
Il testo analizza la nazionalizzazione delle risorse librarie nella Repubblica Cisalpina e la (mancata) creazione di un sistema bibliotecario nazionale, interrogando le dinamiche culturali che accompagnano l'instaurazione del regime repubblicano. La prima parte del saggio e consacrata ai dibattiti del Corpo legislativo e all'analisi della legge del 19 fiorile che porto alla confisca dei beni ecclesiastici, ponendo in luce le differenze rispetto a quanto avvenuto in Francia. Segue un'analisi delle pratiche dei sequestri attuati nei dipartimenti. Gli aspetti economici della nazionalizzazione acquistano progressivamente una dimensione sempre piu politica, pienamente evidenziata dallo studio dei provvedimenti presi nella seconda parte del 1798, che sfociano nella legge quadro del 3 pluvioso anno VII. Sebbene non applicata a causa dell'invasione austro-russa, quest'ultima getta le basi su cui si costruisce il sistema bibliotecario dell'epoca consolare, che trasforma lo spazio del sapere d'ancien régime in uno spazio civico al servizio del progetto rivoluzionario.
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Berardi, Silvio. "Le colonie italiane nel secondo dopoguerra: il Partito repubblicano e la questione somala (1948-1950)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 91–118. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001004.

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Abstract:
Il saggio intende ricostruire una tra le pagine piů complesse della politica coloniale italiana: la questione somala dai tragici fatti di Mogadiscio dell'11 gennaio 1948 al ritorno italiano in Somalia del 1950. La stampa nazionale fu concorde nel ritenere indirettamente responsabili dell'eccidio i funzionari britannici in Somalia, incapaci di tutelare e proteggere la comunitŕ italiana presente sul territorio. Il Partito repubblicano, impegnato in una difficile e complessa riorganizzazione interna, evitň di prendere nell'immediato una posizione ufficiale. Il ministro degli Esteri, il repubblicano Carlo Sforza, intervenendo a Napoli al XX congresso del partito, in cui l'orientamento prevalente fu quello di continuare a sostenere l'esecutivo e le politiche democristiane, escluse la responsabilitŕ del governo britannico nella strage. All'interno del partito, tuttavia, si stavano delineando delle frizioni, del resto sempre presenti, ma mai cosě ben avvertite: mentre la maggioranza era vicina alla posizione di Sforza di favorire il ritorno degli italiani negli antichi territori somali al fine di stimolare la collaborazione tra Europa ed Africa e salvare l'onore nazionale, una piccola minoranza, composta tra gli altri da Giovanni Conti e Giulio Andrea Belloni, richiamandosi agli antichi ideali del Partito repubblicano, era contraria a tale ritorno. La posizione "colonialista" risultň vincitrice, anche per l'emergere di una nuova classe dirigente, destinata a modificare, non senza contraccolpi, gli orientamenti del partito stesso.
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Napolitano, Giulio. "Massimo Severo Giannini, costruttore critico dello Stato repubblicano." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 1 (December 2011): 335–40. http://dx.doi.org/10.3280/ded02011-001019.

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Fantoni, Marcello. "Umanesimo repubblicano, umanesimo cortigiano. L’Italia del tre-quattrocento." Librosdelacorte.es, no. 22 (July 1, 2021): 235–54. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2021.13.22.008.

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Abstract:
L’umanesimo cortigiano costituisce il fondamento di un processo che portando alla formulazione di una nuova cultura in Italia, conferirà a questa le caratteristiche che ne determineranno l’irradiamento europeo sulla base di una forza catalizzatrice che è eminentemente politica. Le ‘piccole’ corti italiane del Quattrocento funzionano, in questo, da incubatrici dei nuovi modelli di civilizzazione per le grandi corti europee dell’Antico regime.
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Bertolotti, Maurizio. "Venezia 1848: tra patriottismo repubblicano e sentimento nazionale." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 749–55. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174005.

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Kleiner, Fred S., and Filippo Coarelli. "Il Foro Romano 2. Periodo repubblicano e augusteo." American Journal of Archaeology 93, no. 4 (October 1989): 616. http://dx.doi.org/10.2307/505348.

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Kofanov, Leonid. "Composizione, lectio e competenze del senatus alto-repubblicano." PRÁVNĚHISTORICKÉ STUDIE 50, no. 2 (July 17, 2020): 11–36. http://dx.doi.org/10.14712/2464689x.2020.15.

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Migliucci, Debora. "«Senza distinzioni di sesso»: L'Unione femminile nazionale e l'attuazione del principio costituzionale di eguaglianza (1946-1975)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 3 (March 2011): 87–113. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-003004.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce il percorso evolutivo seguito dall'Unione femminile nazionale nel corso del primo trentennio postbellico. Lo sguardo sull'azione dell'Unione permette di cogliere le strategie di pressione sulla classe politica impostate dalle associazioni femminili nel primo periodo repubblicano, pressione indispensabile per il processo di attuazione dei principi piů avanzati contenuti nella Costituzione.
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Kogan, Norman, and Tommaso Fanfani. "Scelte Politiche e Fatti Economici in Italia nel Quarantennio Repubblicano." American Historical Review 95, no. 3 (June 1990): 864. http://dx.doi.org/10.2307/2164405.

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Grand, Alexander De, and Dianella Gagliani. "Brigate nere: Mussolini e la militarizzazione del Partito fascista repubblicano." American Historical Review 106, no. 2 (April 2001): 677. http://dx.doi.org/10.2307/2651779.

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Guarnieri, Carlo. "MAGISTRATURA E POLITICA: IL CASO ITALIANO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 1 (April 1991): 3–32. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009801.

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Abstract:
IntroduzioneNel periodo repubblicano, l'assetto istituzionale della magistratura italiana è stato radicalmente trasformato con l'obiettivo, almeno in apparenza, di salvaguardarne il piò possibile l'indipendenza. In realtà, la posizione assunta oggi dalla magistratura nel nostro sistema politico sembra per molti versi peculiare. Per valutare correttamente grado e implicazioni di questa peculiarità è però necessario partire da una considerazione del ruolo della magistratura nei regimi democratici e comparare l'attuale assetto della magistratura italiana con quello delle magistrature operanti in regimi simili.
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Di Carpegna Brivio, Elena. "Lavoro, previdenza e rapporti intergenerazionali." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2023): 81–104. http://dx.doi.org/10.3280/dc2023-002005.

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Abstract:
L'articolo esamina il disegno iniziale del sistema previdenziale italiano per evidenziare come le indicazioni costituzionali sui diritti sociali siano state contraddette da un sistema fortemente frammentato e diseguale che ha facilitato la capacità della rappresentanza politica di rappresentare interessi particolari sminuendo il significato intergenerazionale delle politiche previdenziali. Si considera poi, attraverso gli esiti della giurisprudenza costituzionale, come un sistema di welfare rispondente all'ordinamento repubblicano debba invece assumere una dimensione organica in grado di includere le posizioni delle nuove generazioni nelle decisioni politiche attuali.
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Forno, Mauro. "Il "Servizio informazioni" della Presidenza del consiglio nel primo ventennio repubblicano." PASSATO E PRESENTE, no. 90 (October 2013): 97–114. http://dx.doi.org/10.3280/pass2013-090006.

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Zamagni, Gianmaria. "Gianluigi Goggi, Diderot e il paradigma repubblicano: il ricorso all’eloquenza politica." Studi Francesi, no. 142 (XLVIII | I) (July 1, 2004): 199. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.40792.

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Montanari, Andrea. "I Gruppi giovanili della Democrazia cristiana da De Gasperi a Fanfani. Nascita di un movimento politico (1943-1955)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 46–71. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294002.

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Abstract:
L'associazionismo giovanile di partito č una realtŕ a tutt'oggi indagata solo in parte dalla ricerca storica. Il saggio ricostruisce, tramite una pluralitŕ di fonti, la nascita dei Gruppi giovanili della Democrazia cristiana, dal 1953 rinominati Movimento giovanile Dc, dalle origini nel 1944 al 1955, segnato dalla segreteria di Amintore Fanfani. L'intento č precisare alcune informazioni non corrette riportate da ricerche precedenti e dalla memorialistica, analizzando il dibattito interno all'organizzazione in alcuni tornanti decisivi del primo decennio repubblicano, mettendo in luce elementi di originalitŕ rispetto ai temi prevalenti fra gli "adulti" e offrendo, per quanto possibile, uno sguardo a livello europeo dell'associazionismo giovanile democristiano.
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Gambino, Silvio. "Parabole evolutive e problematiche attuali del regionalismo, fra riforme attuate, inattuate (federalismo fiscale, Carta delle autonomie) e aleggiate (regionalismo differenziato) .. a vent'anni dalla riforma del Titolo V della Costituzione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2022): 63–102. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002003.

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Abstract:
Dopo qualche cenno (anche di tipo metodologico) sulle problematiche evolutive del regionalismo nel primo dopoguerra repubblicano, nel contributo sono analizzate - anche in una prospettiva comparata con le omologhe forme di decentramento territoriale dei poteri osservabili negli Stati europei a forma regionale e in quelli a forma federale - alcune delle problematiche del riparto dei poteri alla luce dei venti anni successivi alle riforme costituzionali del Titolo V, per interrogarsi conclusivamente sui nuovi rapporti venutisi a determinare fra autonomia politica regionale, impatto della crisi economica, integrazione europea e problematiche di effettività dei diritti, soprattutto (sociali ma non solo).
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Osborne, John. "A Note on the Medieval Name of the So-Called ‘Temple of Fortuna Virilis’ at Rome." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 210–12. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009612.

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Abstract:
NOTA SULLA DENOMINAZIONE MEDIEVALE DEL COSIDDETTO “TEMPIO DELLA FORTUNA VIRILIS” A ROMAIl piccolo tempio repubblicano, che si trova presso la sponda del Tevere, generalmente noto come “Tempio della Fortuna Virile”, fu convertito, nei primi secoli del Medioevo, in una chiesa cristiana. L'identificazione della sua dedicazione è stata oggetto di controversie. L'autore ritiene che, se lo Stefano che era menzionato quale fondatore della chiesa in una perduta iscrizione può essere riconosciuto nello Stefano che detenne la carica di “secundicerius” nei primi anni del pontificate di Giovanni VIII, ciò raforzerebbe l'ipotesi avanzata da coloro che identificavano questo edificio con la chiesa di “S. Maria Sccundicerii”.
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Zamagni, Gianmaria. "Marina Sozzi, Virtuoso e felice. Il cittadino repubblicano di C.-A. Helvétius." Studi Francesi, no. 142 (XLVIII | I) (July 1, 2004): 200–201. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.40803.

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Francesco H., Maiello. "Il calendario repubblicano negli almanacchi (1739-an II) : insegnamento della nuova storia." Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 101, no. 1 (1989): 383–97. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1989.4029.

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Ostinelli, Marcello. "La legittimità dell’educazione alla cittadinanza. Questioni filosofiche." Swiss Journal of Educational Research 42, no. 1 (June 3, 2020): 23–45. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.42.1.3.

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Abstract:
Recentemente il compito educativo della scuola pubblica è stato ripetutamente oggetto di contestazione. Pure l’educazione alla cittadinanza non è stata risparmiata dalle critiche e la sua legittimità è stata messa in discussione. L’articolo discute il problema della legittimità dell’educazione alla cittadinanza nella scuola pubblica, precisando il significato del principio di neutralità e proponendone un’interpretazione ristretta.Su questa base l’articolo esamina quattro modelli filosofici dell’educazione alla cittadinanza (comunitarismo, umanesimo civico, liberalismo, repubblicanesimo). L’esito di questo esame è che il modello repubblicano dell’educazione alla cittadinanza risulta il più adeguato; esso necessita tuttavia di una correzione liberale. La soluzione proposta di un repubblicanesimo liberale è esemplificata con un esame critico del dovere di comportamento civile (duty of civility).
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Austin, Kenneth, and William J. Connell. "La Citta dei Crucci. Fazioni e Clientele in uno Stato repubblicano del '400." Sixteenth Century Journal 33, no. 3 (2002): 875. http://dx.doi.org/10.2307/4144071.

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Stanco, Enrico Angelo. "Un contesto ceramico medio-repubblicano nella Valle del Mignone (Frassineta Franco Q. 266)." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 97–130. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000177x.

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Abstract:
A SITE WITH MID-REPUBLICAN POTTERY IN THE VALLE DEL MIGNONE (FRASSINETA FRANCO Q. 266)During field survey in the area of the Monti della Tolfa, carried out by the Gruppo Archeologico Romano between 1975 and 1984, a clandestine excavation was discovered. It yielded a concentration of pottery sherds from the rubbish dump of a small rural settlement of the second quarter of the second century BC. Some of the pottery was of local production, whilst some had been imported. The study of the finds in comparison with those from published sites dated to between the middle of the third and the end of the second centuries BC allows this pottery facies to be placed clearly within a quite precise chronological framework. This phase coincides with the construction, or the definitive laying out, of the Via Claudia, within the context of the general territorial restructuring that was taking place in South Etruria and central Italy, undertaken by the Roman state between the end of the Second Punic War and the middle of the second century.
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López García, José-Ramón. "Memoria e nazione: la poesia dell’esilio repubblicano del 1939 e la Transizione democratica." Caietele Echinox 44 (June 1, 2023): 231–47. http://dx.doi.org/10.24193/cechinox.2023.44.16.

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Abstract:
"The poetry of the Republican exile of 1939 was judged on the basis of some clichés that led to the neutralization of its most critical components. Usually enclosed in the sphere of a time shift (melancholic and/or utopian), this poetry testifies an alleged detachment from the historical, political and cultural challenges of the Spain of its time. This reading also frequently included the Political Transition. After highlighting the critical possibilities of “reflective nostalgia” as an opening to the social and political dimension of memory, I analyse the cases of three exiled poets who wanted to join the project of the new nation that many wanted to build: Ernestina de Champourcin, Rafael Alberti and José Bergamín."
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Melloni, Alberto. "“CHIESA E STATO” FRATTURA DI COSA, FRATTURE PER COSA." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 255–67. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.248.

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Abstract:
Una caratteristica cruciale della storia italiana è il poliedrico rapporto tra Stato e papato, un rapporto a volte conflittuale, a volte amichevole ma sempre presente nelle diverse fasi del processo di costruzione della nazione. Da un lato, la Questione Romana e le vicende dell'Unità del XIX secolo si basano su diverse fratture e ne evidenziano l'antagonismo. Dall'altro, una riconciliazione si può vedere dopo il Movimento di Resistenza, quando la Chiesa è diventata protagonista del sistema democratico repubblicano e durante il periodo della stesura della Costituzione, basata sugli sforzi reciproci e sull'utopia di un dialogo fecondo. Nel complesso, e questo è vero fin dalla Cattura di Roma (1870), lo Stato italiano ha sempre dovuto misurarsi con la presenza duratura del papato.
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Barsotti, Edoardo Marcello. "Un cospiratore repubblicano e la "Nazione-guida". Giuseppe Mazzini e gli Stati Uniti d'America." SOCIETÀ E STORIA, no. 152 (July 2016): 255–82. http://dx.doi.org/10.3280/ss2016-152002.

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Caferro, William. "La citta dei crucci: fazioni e clientele in uno stato repubblicano del '400 (review)." Catholic Historical Review 88, no. 2 (2002): 351–53. http://dx.doi.org/10.1353/cat.2002.0070.

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Mattei, Franco. "OPINIONE PUBBLICA E COMPETIZIONE PRESIDENZIALE NEGLI STATI UNITI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 105–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008960.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso degli ultimi vent'anni, il processo di selezione dei candidati alla presidenza americana ha prodotto frequenti sorprese politiche ed alcuni vincitori inattesi. Il rapido declino di Muskie e la nomina di McGovern nel 1972, la scelta di Jimmy«Who?»Carter nel 1976, i successi di piò breve periodo di Bush e di Anderson nel 1980, la meteorica ascesa di Hart e le impreviste difficoltá di Mondale nel 1984 sono i casi piò noti offerti dalle recenti campagne elettorali pre-congressuali del partito democratico e repubblicano. L'analisi dei modi e dei tempi con i quali diversi candidati alla Casa Bianca hanno visto mutare radicalmente la propria posizione nella competizione intrapartitica é centrata sulla nozione dimomentum; in essa sono state condensate l'instabilitá e l'incertezza ricorrenti nell'attuale sistema di nomina dei candidati alla presidenza.
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Gambino, Silvio. "Il regionalismo differenziato: l’attuazione dell’art. 116, comma 3 della Costituzione italiana, fra principi costituzionali e diritti di cittadinanza." Revista Estudios Jurídicos. Segunda Época, no. 24 (March 7, 2024): e8612. http://dx.doi.org/10.17561/rej.n24.8612.

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Abstract:
Nel quadro delle forme di stato unitarie a base regionale – lette alla luce del principio costituzionale di unità e di indivisibilità dell’ordinamento repubblicano – si pongono complesse questioni soprattutto con riguardo ai rapporti fra principio di autonomia territoriale (regionale e locale), principio di uguaglianza e principio di solidarietà. Nella prospettiva di attuazione del regionalismo differenziato nell’ordinamento italiano, tali tematiche sollevano dubbi di rilievo soprattutto con riguardo alle garanzie di effettività della protezione dei diritti fondamentali sociali. In tale prospettiva, lo snodo fondamentale dell’analisi di tale tematica rimane quello dei rapporti fra unità giuridico-politica della Nazione, forme della distribuzione territoriale del potere (anche eventualmente asimmetriche nell’ottica della previsione di “ulteriori forme e condizioni particolare di autonomia”, ai sensi dell’art. 116, c. 3., Cost.) e diritti di cittadinanza (‘unitaria’ e ‘sociale’).
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Mouritsen, Henrik. "Pits and politics: Interpreting colonial fora in Republican Italy." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 37–67. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000266x.

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Abstract:
POZZI E POLITICA: INTERPRETANDO I FORA DELLE COLONIE NELL'ITALIA REPUBBLICANAL'articolo affronta il rapporto tra Roma e le sue colonie in Italia nel periodo repubblicano attraverso un'analisi dei fora delle colonie e, in particolare, di una serie di pozzi trovati a Cosa, Alba Fucens, Fregellae e Paestum. Le moderne interpretazioni di queste strutture come parte della messa in opera pratica e rituale dei luoghi in cui si tenevano le assemblee popolari viene valutata criticamente e vengono chiariti i problemi metodologici e pratici che riguardano l'applicazione di questa teoria ai resti archeologici. L'esistenza di un modello romano specifico viene messa in discussione, così pure l'applicabilità delle descrizioni antiquarie degli spazi inaugurati (templa) alle strutture coloniali. I pozzi sembrano troppo eterogenei per essere collocati entro un unico modello esplicativo e probabilmente servivano ad un numero vario di attività sia pratiche che rituali.
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Allegretti, Umberto. "La crisi italiana tra sistema politico e malfunzionamento del "quotidiano": è possibile un "credo repubblicano"?" DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 1 (March 2014): 30–49. http://dx.doi.org/10.3280/ded2013-001002.

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Barone, Giuseppe. "Napoleone Colajanni: tra Positivismo e ideale repubblicano. Ritratto di un grande intellettuale meridionale ed europeo." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (July 2022): 5–14. http://dx.doi.org/10.3280/asso2021-001001.

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Abstract:
Il saggio ripercorre le principali fasi dell'attività politica e di pensiero di Napoleone Colajanni, ricostruendo per questo tramite uno spaccato della storia d'Italia dal risorgimento al fascismo e analizzando un passaggio cruciale nella costruzione della Questione Meridionale e la transizione dal vecchio al nuovo meridionalismo.
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Calisee, Mauro, and Renato Mannheimer. "COME CAMBIANO I GOVERNANTI DI PARTITO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, no. 3 (December 1986): 461–83. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001618x.

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Abstract:
IntroduzioneLa forma di governo in Italia sta cambiando. Da almeno un decennio si fanno sempre più frequenti i segnali che il governo repubblicano sta uscendo da quella sindrome di « parlamentarismo integrale » che aveva caratterizzato il primo trentennio di instaurazione di un regime democratico di massa in questo paese. Una maggiore autonomia e capacità decisionale dell'esecutivo si manifesta su più piani. Anche a voler tralasciare i mutamenti nello stile di leadership, alcune modifiche rilevanti hanno investito la struttura e la forma medesima dell'iter decisionale del governo: basta pensare al ruolo sempre più determinante della decretazione d'urgenza e ad alcune importanti modifiche organizzative come il Consiglio di Gabinetto e il tanto atteso varo della riforma della Presidenza prevista dall'articolo 95 della Costituzione. Senza peraltro dimenticare quel rafforzamento del potere di intervento della Presidenza del Consiglio che investe ambiti operativi forse meno visibili sotto il profilo istituzionale, ma che toccano gangli vitali del sistema politico, quali i media e i servizi di intelligence.
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Bellucci, Paolo, and Pierangelo Isernia. "OPINIONE PUBBLICA E POLITICA ESTERA IN ITALIA: IL CASO DELLA BOSNIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 441–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028914.

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Abstract:
IntroduzioneLa guerra contro la Repubblica Federale di Jugoslavia ha evidenziato i problemi della politica estera italiana degli anni '90. Con non più del 40% dell'opinione pubblica stabilmente a favore dei raid aerei contro la Serbia ed il Kosovo, una veemente opposizione del Vaticano e del Papa in prima persona ed una maggioranza di governo divisa al suo interno tra negoziatori ad oltranza ed auspici di una immediataescalationterrestre, si riproponeva, con maggiore evidenza del passato, il ridotto margine di autonomia dell'esecutivo nel settore della politica di sicurezza. A poco meno di due anni dalla crisi albanese, la leadership politica italiana si è trovata così ad affrontare l'ennesima prova di politica estera, per giunta sul terreno delle armi, un terreno sul quale nell'ultimo quarantennio repubblicano raramente un governo si era avventurato. Rispetto all'ambiente tut to sommato «placido» nel quale la politica estera italiana ha operato nel secondo dopoguerra, gli anni '90, con un ininterrotto susseguirsi di crisi (dal Golfo alla Somalia, dall'Albania alla Bosnia, per finire con il Kosovo) hanno prodotto un maggior numero di sfide, in aree molto più vicine e rilevanti per gli interessi nazionali italiani e in un quadro di minore possibilità di far ricorso al proprio tradizionale alleato, gli Stati Uniti, per risolvere i propri fondamentali problemi di sicurezza. Da qui la necessità di costruire un consenso nazionale intorno alle scelte del governo e, di conseguenza, il crescente interesse per il ruolo che l'opinione pubblica assume nella politica estera italiana. Il Kosovo tuttavia non è il primo caso in cui l'opinione pubblica entra nei calcoli dei decisori nazionali. In questo saggio intendiamo esplorare questo ruolo in un'altra recente crisi che ha visto coinvolta l'Italia, quella relativa al dissolvimento della ex-Jugoslavia, con particolare riferimento alla crisi in Bosnia-Herzegovina. Come diremo nelle conclusioni, da questa esperienza è possibile trarre alcune considerazioni che sembrano dimostrarsi valide anche nel caso del Kosovo.
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Castellozzi, Massimo. "Giuseppe Piazza e La nostra Terra Promessa." Cuadernos de Filología Italiana 28 (July 15, 2021): 267–89. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.68282.

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Abstract:
La nostra terra promessa è il titolo del reportage pubblicato presso l’editore monarchico Lux dal giornalista messinese Giuseppe Piazza nel 1911 ed è il frutto delle corrispondenze inviate dalla Libia al quotidiano La Tribuna nella primavera dello stesso anno. Nel 1912 Piazza pubblicava inoltre Come conquistammo Tripoli (Lux, 1912), ove raccoglieva le nuove corrispondenze al giornale inviate dal fronte di guerra. La nostra terra promessa costituisce una descrizione chimerica e magniloquente della Libia e volta a presentarne la conquista come un obiettivo irrinunciabile in termini di prestigio ed economici. In quelle pagine, inoltre, Piazza sviluppa chiaramente il concetto della guerra coloniale come un potente mezzo di unificazione popolare e di riscatto politico e sociale delle masse italiane. Contro la voce di Piazza, così come di Giuseppe Bevione o di Enrico Corradini che pure avevano tratto dalle loro corrispondenze giornalistiche alcuni fortunati instant books, si schierarono i democratici, tra cui Gaetano Salvemini e il repubblicano Napoleone Colajanni. Scopo del presente intervento è quello di porre al centro di un’analisi retorica e filologica i reportage di Piazza, inserendoli all’interno del loro contesto storico e giornalistico
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Santomassimo, Gianpasquale. "L'ereditŕ degli anni ottanta." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 260 (February 2011): 383–91. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260001.

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Abstract:
L'autore colloca negli anni ottanta le origini della "costruzione degli italiani" di oggi e del berlusconismo. In Italia l'individualismo si traduce in un privatismo asociale che mette al bando l'eguaglianza, aspirazione e in parte conquista degli anni settanta; il liberismo, declinato come ideologia intimamente totalitaria, si coniuga con l'‘individualismo proprietario' in cui trionfano ceti cresciuti sull'enorme redistribuzione di ricchezza indotta da una lunga svalutazione. Divengono dominanti parole come modernizzazione, modernitŕ, successo, alla cui diffusione contribuiscono le televisioni di Berlusconi (cui si consegna il monopolio di quella privata). Protagonista politico del decennio č Bettino Craxi. Sebbene la sua ereditŕ per nulla univoca impedisca di vedere una linea di continuitŕ assoluta tra lui e Berlusconi, č su impulso del Psi che la vecchia prassi di occupazione dello Stato e del parastato da parte dei partiti diviene sistema regolato e codificato di finanziamento illegale e corruzione. La lunga contesa tra i maggiori partiti della sinistra si concluderŕ con l'estinzione di entrambi e con il collasso dell'arco costituzionale su cui si era fondato il sistema repubblicano.
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Colozza, Roberto. "Ferruccio Parri, la "legge truffa" e la nascita di Unitŕ popolare 1952- 1953." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 263 (December 2011): 217–38. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263003.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce le ragioni dell'uscita dal Partito repubblicano italiano (Pri) di Parri e il suo contributo alla creazione di Unitŕ popolare (Up), cartello elettorale di ascendenza azionista che uně le ali sinistre del Pri e del Partito socialista democratico italiano (Psdi), staccatesi da questi partiti. La genesi di Up ha radici nel dibattito sulla legge elettorale presentata dal governo De Gasperi e promulgata nel marzo 1953. Detta dagli oppositori "legge truffa", essa sollevň profondi contrasti intorno ai connotati della democrazia pluralista e agli strumenti per difenderne l'integritŕ, in particolare nella "terza forza", l'area laica che operava per strutturare una proposta politica alternativa alla logica dei blocchi delineatasi a livello geopolitico. Anticomunismo e antifascismo polarizzarono il confronto. Pur avversando il sistema proporzionale vigente, Parri temeva che la legge favorisse l'avvento di un nuovo fascismo sotto vesti clericali, giacché garantiva un consistente premio alla coalizione che avesse ottenuto la maggioranza assoluta. Alle elezioni del giugno 1953 nessuna forza ebbe perň la maggioranza assoluta, Up vinse la sua battaglia e avviň un'originale parabola politica di cui Parri sarebbe stato protagonista.
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Guarnieri, Carlo. "BUROCRAZIE PUBBLICHE E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO: IL CASO ITALIANO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 1 (April 1988): 73–103. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017275.

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Abstract:
IntroduzioneIl ruolo svolto dalle burocrazie pubbliche nei processi di consolidamento democratico è stato anche di recente ricordato sottolineando l'importanza di disporre, in questo contesto, di strutture amministrative politicamente leali, cioè ricettive (responsive) nei confronti della nuova leadership democratica, e operativamente efficaci, in grado quindi di raggiungere gli obiettivi da questa stessa leadership posti. Infatti, si può ritenere che strutture amministrative «serventi», migliorando il rendimento complessivo del regime, ne facilitino così la legittimazione e, in ultima analisi, il consolidamento. Prendendo in esame il caso di un consolidamento democratico relativamente riuscito, approfondiremo questa ipotesi cercando di valutare il grado di lealtà democratica ed efficacia operativa mostrato dalle strutture amministrative italiane nel corso della transizione dal regime autoritario fascista a quello democratico repubblicano. In realtà, l'ambito temporale dell'analisi sarà necessariamente piò ampio: come vedremo, per mettere a fuoco il funzionamento di certi meccanismi organizzativi sarà necessario, per un verso, risalire fino all'instaurazione del regime fascista e, per un altro, spingerci a considerare almeno i primi dieci anni di vita del nuovo regime democratico.
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Scudieri, Pietro. "Romolo divino, Romolo fatto a pezzi. L’uso politico del mito della scomparsa del primo re alla fine della Repubblica." ACME 76, no. 1-2 (May 3, 2024): 25–36. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/23022.

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Abstract:
La complessità della tradizione letteraria sui primi secoli della vita di Roma è ormai nota, e proverbiale è quella sulla biografia romulea, imperniata su informazioni ambigue e contrastanti che, tra luci e ombre, rendono affascinante lo studio della sua figura, fin dall’antichità. Non da meno il caso della sua scomparsa, che presenta due varianti principali: in effetti, se in una il primo sovrano di Roma era assunto in cielo tra gli dei, nell’altra era brutalmente smembrato dalla furia dei patres. Nel presente contributo, che si colloca solo in coda a una lunga storia di studi storiografici, attraverso una prospettiva prettamente politica, si è cercato di comprendere le motivazioni sottostanti alla presenza di queste due, non solo diverse, ma diametralmente opposte tradizioni sulla scomparsa di Romolo. Il taglio politico conferito intende giustificare tale doppia esistenza partendo dallo sfruttamento del mito di Romolo all’interno dell’evoluzione e degli sconvolgimenti politici del I secolo a.C., divenendo oggetto centrale nel dibattito politico repubblicano: nella lotta tra le fazioni o negli scontri tra gli imperatores che dominarono la scena.
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Osheim, Duane J. "Reviews of Books:La citta dei crucci: Fazioni e clientele in uno stato repubblicano del '400 William J. Connell." American Historical Review 107, no. 4 (October 2002): 1314–15. http://dx.doi.org/10.1086/532821.

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Dovere, Elio. "Il ruolo ‘costituzionale’ etrusco tra regnum e Romana respublica: esegesi e critica delle fonti." Specula Iuris 3, no. 1 (October 11, 2023): 31–84. http://dx.doi.org/10.30682/specula0301b.

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Abstract:
Grazie alla esegesi di molte fonti letterarie, e col conforto dell’esame di importanti ritrovamenti archeologici, e possibile, per la Roma arcaica, ricostruire il passaggio dalla monarchia alla repubblica in maniera parzialmente diversa da come esso e rappresentato dagli storici repubblicani e da quelli dell’età di Augusto. In questa proposta di ricostruzione emerge un ruolo in qualche modo catalizzatore del nuovo sistema costituzionale svolto dalle forze etrusche presenti nel territorio a seguito della conquista militare della Civitas realizzata da Porsenna, re di Chiusi: un evento, questo, per varie ragioni intenzionalmente cancellato da tutta la storiografia tradizionale.
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Gentiloni Silveri, Umberto. "La politica internazionale e Amintore Fanfani." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 64–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262004.

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Abstract:
Negli ultimi anni il dibattito storiografico sul secondo dopoguerra ha privilegiato i tentativi di superare le narrazioni nazionali, rimettendo in discussione i confini tradizionali delle discipline di riferimento. Il percorso biografico di Amintore Fanfani rappresenta un punto di osservazione privilegiato, segnato dall'incontro tra la politica estera e le scelte che hanno caratterizzato diverse fasi della storia della repubblica. Il contributo analizza alcune questioni chiave che attraversano e ridefiniscono il sistema internazionale, con particolare attenzione agli indirizzi e ai condizionamenti del sistema bipolare. Il ruolo centrale di Fanfani nella Democrazia cristiana e negli esecutivi che lo vedono capo del governo o ministro degli Esteri viene utilizzato come chiave di lettura per seguire le trasformazioni dei nessi tra quadro interno e contesto internazionale. La storia della repubblica diventa parte di una piů ampia dinamica che caratterizza una lunga fase del secondo dopoguerra, fino a condizionare gli assi portanti della proiezione internazionale dell'Italia repubblicana.
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Violante, Luciano. "INTRODUZIONE." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 5–24. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.233.

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Abstract:
La storia delle istituzioni repubblicane è caratterizzata da profonde fratture, a partire dalla nascita della Repubblica. Il regime democratico nasce e si afferma sulla base di tre radicali discontinuità. La prima fu la guerra di Liberazione dal nazismo e dal fascismo che fu anche guerra tra italiani. La seconda fu il referendum tra monarchia e repubblica, che mise fine alla dinastia sabauda. La terza frattura nacque dalla prima decisione della Corte Costituzionale, che, respingendo le istanze dell’Avvocatura dello Stato, intervenuta in difesa dell’art.113 TULPS, affermò la propria competenza a giudicare della conformità alla Costituzione di tutte le leggi, comprese quelle precedenti alla sua istituzione, riconfermando la felice frattura tra fascismo e Repubblica. Negli anni successivi, il paese è stato colpito da undici stragi politiche, due opposti terrorismi con 460 uccisi in quindici anni (1969-1984), due stragi di mafia, tre tentativi di rovesciamento violento del governo, l’omicidio di un uomo di Stato, di 24 magistrati e di 11 giornalisti. A queste tragedie possono aggiungersi l’autodistruzione di una classe politica dirigente incapace di assumersi le proprie responsabilità in seguito alle vicende di Tangentopoli, il processo di crescente denigrazione [Continua]
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Keay, Simon, Martin Millett, and Kristian Strutt. "An archaeological survey of Capena (La Civitucola, provincia di Roma)." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 73–118. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003238.

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Abstract:
UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA A CAPENA (LA CIVITUCOLA, PROVINCIA DI ROMA)Questo articolo presenta i risultati della ricognizione geofisica e topografica condotta a Capena, come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. I risultati si basano su precedenti lavori e forniscono nuove informazioni sull'organizzazione e lo sviluppo del sito all'incirca dall'VIII secolo a.C. fino al periodo tardo-antico. L'indagine geofisica rivela che l'insediamento antico fu strutturato intorno ad una sistema stradale che seguiva la sommità della Civitucola, con strade che si diramavano da essa. Le evidenze emerse, inoltre, indicano che nel periodo arcaico, il sito occupava probabilmente 3 ha, espandendosi fino a circa 8, 7 ha nel periodo repubblicano perpoi contrarsi fino a circa 6 ha in quello imperiale. Strutture antiche appaiono sia verso l'estremità occidentale dell'insediamento, intorno alle strutture emergenti del cosiddetto Castellaccio, dove esse sono verosimilmente collegate al Foro della città, sia ad un più basso livello sull'estremità orientale della città. Complessivamente i risultati raggiunti suggeriscono che, sebbene Capena sia stata una citta relativamcnte piccola rispetto ad altri centri come Falerii Novi, essa doveva probabilmente essere abbastanza densamente occupata e giocava un importante ruolo amministrativo nel territorio.
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Durand, Jean-Dominique. "Tommaso Fanfani, Scelte politiche e fatti economici in Italia nel quarantennio repubblicano, Turin, G. Giappicchelli editore, 1988, 281 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 46, no. 4 (August 1991): 875–77. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900068864.

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