Academic literature on the topic 'Repubblicano'

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Journal articles on the topic "Repubblicano"

1

Ridolfi, Maurizio. "Per una storia del "sentimento repubblicano". Il 2 giugno nel calendario civile." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 296 (August 2021): 174–92. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-296008.

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Abstract:
Nel testo si discute il rapporto tra storiografia e public history nella costruzione di un "sentimento repubblicano" nell'Italia del secondo dopoguerra. Si indagano i percorsi di ricerca e le nuove fonti grazie a cui ritessere una trama di narrazioni storico-culturali capaci di coniugare linguaggi, simboli e rituali civili nella storia del "patriottismo repubblicano". La data e l'anniversario della nascita della Repubblica - il 2 giugno - divengono l'occasione per prefigurare la "storia vissuta" di piu generazioni di uomini e donne. L'idea e l'immagine della Repubblica ritornano al centro del calendario civile, nel suo rapporto continuo e mutevole tra storie (individuali e di gruppo) e memorie pubbliche.
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Ghirardini, Gian Paolo. "Il fascismo repubblicano in Valtellina." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 267 (November 2012): 238–76. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-267003.

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Abstract:
Il saggio tratta dell'esperienza del fascismo repubblicano in Valtellina, inserendola nel contesto della seconda guerra mondiale, dell'occupazione tedesca, del collaborazionismo economico e della Resistenza partigiana. Intende cosě colmare un vuoto della storiografia che, di quel periodo, si č limitata a prendere in esame, peraltro separatamente, la questione della progettazione in provincia di Sondrio di un Ridotto alpino repubblicano e le vicende locali della Resistenza partigiana. Sono studiate le componenti del fascismo repubblicano valtellinese e la dialettica tra loro sviluppatasi sul piano ideologico, politico e degli orientamenti amministrativi, che di rado diede luogo a scontri frontali e fu fortemente condizionata dalla situazione economicosociale della provincia, contraddistinta da risorse insufficienti e immissione di quelle disponibili nel circuito dell'economia parallela, ammasso e distribuzione dei generi alimentari inefficienti, razionamento e disciplina dei prezzi inefficaci, mezzi di trasporto inesistenti, inadempienze e indebite appropriazioni. Nel quadro del ruolo assegnato alla Valtellina da un lato dall'amministrazione tedesca e dall'altro dalla Rsi, sono poi indagati i rapporti tra i fascisti repubblicani, le forze di occupazione tedesca e i collaborazionisti, oltre che l'atteggiamento delle forze partigiane nei confronti di ciascuno di questi tre soggetti.
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3

Rigano, Francesco. "Libertà individuale e rapporti sociali: lo statuto costituzionale del Terzo settore." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (June 2021): 137–58. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002007.

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Abstract:
Nel periodo repubblicano gli enti privati non lucrativi sono stati oggetto di leggi speciali e di favore. Questa legislazione ha ricevuto un consolidamento con l'adozione del Codice del Terzo settore, che pone a sistema la nozione di ente del Terzo settore, determina gli strumenti di raccordo con la pubblica amministrazione, disciplina i controlli. Il Codice trova legittimazione nella cornice del pluralismo aperto qualificato dalla indifferenza dei fini associativi, ma orientato dal principio di solidarietà prefigurato dalla Costituzione repubblicana. La corretta collocazione costituzionale del fenomeno aiuta ad affrontare la questione della limitazione dell'autonomia privata nelle scelte di organizzazione e in particolare dei rapporti tra ente e aderenti all'ente.
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Purcell, Nicholas. "Atrium Libertatis." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 125–55. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000996x.

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Abstract:
ATRIUM LIBERTATISLa tesi sostenuta in questo lavoro e' che il progetto del luglio del 54 a.C. per il quale Cicerone (Att. IV 16) usa l'Atrium Libertatiscome punto di riferimento non ha nulla a che fare con il Forum Iulium, e che il nome ‘Tabularium’ è un termine improprio per il grande complesso repubblicano al di sotto del Palazzo Senatorio. Conseguenza di tale problema è che un edificio estremamente importante resta senza conosciuta localizzazione, e uno dei principali monumenti della Roma repubblicana senza un nome. Alcuni indizi portano ad ipotizzare che il Palazzo Senatorio possa in realtà essere identificato con l'Atrium Libertatis. Le conseguenze di questa ipotesi sulla topografia storica dei centri del governo romano vengono esaminate.
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5

Podini, Andrea. "Il contrabbando di armi a Marsiglia: legislazione e pratiche illecite (1885-­1939)." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 321–42. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172004.

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Abstract:
L'autore si propone di studiare i contrabbandi di armi avvenuti durante la Terza repubblica francese a Marsiglia. L'indagine da una parte analizza le disposizioni normative che oscillarono tra la completa liberalizzazione e il rigido controllo, suddividendo il periodo repubblicano in tre distinte fasi cronologiche; dall'altra, le pratiche con cui i contrabbandi di armi venivano organizzati, suddividendoli, a seconda del mercato a cui erano diretti, in traffici di natura locale - destinati al milieu urbano - o internazionale - rivolti a zone di guerra dove il commercio lecito era stato sospeso. L'autore mostra infine il caso di studio di Marcel Seytres, importante trafficante d'armi di Marsiglia, ricostruendone i traffici illeciti.
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6

Manzi, Alessandra. "Cosmopolitismo e piccola patria. La scrittura politica di Alvise Zenobio, nobile veneziano (1757-1817)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 117–45. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001005.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce l'avventurosa vita politica del nobile veneziano Alvise Zenobio, un repubblicano anglofilo che tra il 1789 e il 1815 si divise tra Londra e Parigi e intervenne a piu riprese sul significato degli anni rivoluzionari e napoleonici. Dapprima favorevole ai rivolgimenti francesi - tanto da tradurre in inglese un testo di Sieyes - guardo poi con preoccupazione alla nascita di una repubblica democratica per tornare in seguito a entusiasmarsi ai successi di Bonaparte in Italia. Nel 1797 plaudi al crollo della Serenissima e nel 1802 pubblico a Milano uno scritto di Hume, che gli sembrava dovesse ispirare la costituzione della Repubblica italiana. Presto deluso da Napoleone, tento, al momento del crollo dell'Impero francese, di perorare il ritorno all'indipendenza della Serenissima. Il saggio analizza i suoi molti scritti politici - spesso attribuendogliene alcuni pubblicati anonimi - e illustra un curioso percorso politico che esaurisce il cosmopolitismo dei Lumi nell'accettazione di una piccola patria ritrovata.
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7

Dendena, Francesco. "«Le cose della Nazione»: patrimonio librario e costruzione dello spazio repubblicano nel Triennio (1796-1799)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 81–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001004.

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Abstract:
Il testo analizza la nazionalizzazione delle risorse librarie nella Repubblica Cisalpina e la (mancata) creazione di un sistema bibliotecario nazionale, interrogando le dinamiche culturali che accompagnano l'instaurazione del regime repubblicano. La prima parte del saggio e consacrata ai dibattiti del Corpo legislativo e all'analisi della legge del 19 fiorile che porto alla confisca dei beni ecclesiastici, ponendo in luce le differenze rispetto a quanto avvenuto in Francia. Segue un'analisi delle pratiche dei sequestri attuati nei dipartimenti. Gli aspetti economici della nazionalizzazione acquistano progressivamente una dimensione sempre piu politica, pienamente evidenziata dallo studio dei provvedimenti presi nella seconda parte del 1798, che sfociano nella legge quadro del 3 pluvioso anno VII. Sebbene non applicata a causa dell'invasione austro-russa, quest'ultima getta le basi su cui si costruisce il sistema bibliotecario dell'epoca consolare, che trasforma lo spazio del sapere d'ancien régime in uno spazio civico al servizio del progetto rivoluzionario.
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8

Berardi, Silvio. "Le colonie italiane nel secondo dopoguerra: il Partito repubblicano e la questione somala (1948-1950)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 91–118. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001004.

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Abstract:
Il saggio intende ricostruire una tra le pagine piů complesse della politica coloniale italiana: la questione somala dai tragici fatti di Mogadiscio dell'11 gennaio 1948 al ritorno italiano in Somalia del 1950. La stampa nazionale fu concorde nel ritenere indirettamente responsabili dell'eccidio i funzionari britannici in Somalia, incapaci di tutelare e proteggere la comunitŕ italiana presente sul territorio. Il Partito repubblicano, impegnato in una difficile e complessa riorganizzazione interna, evitň di prendere nell'immediato una posizione ufficiale. Il ministro degli Esteri, il repubblicano Carlo Sforza, intervenendo a Napoli al XX congresso del partito, in cui l'orientamento prevalente fu quello di continuare a sostenere l'esecutivo e le politiche democristiane, escluse la responsabilitŕ del governo britannico nella strage. All'interno del partito, tuttavia, si stavano delineando delle frizioni, del resto sempre presenti, ma mai cosě ben avvertite: mentre la maggioranza era vicina alla posizione di Sforza di favorire il ritorno degli italiani negli antichi territori somali al fine di stimolare la collaborazione tra Europa ed Africa e salvare l'onore nazionale, una piccola minoranza, composta tra gli altri da Giovanni Conti e Giulio Andrea Belloni, richiamandosi agli antichi ideali del Partito repubblicano, era contraria a tale ritorno. La posizione "colonialista" risultň vincitrice, anche per l'emergere di una nuova classe dirigente, destinata a modificare, non senza contraccolpi, gli orientamenti del partito stesso.
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9

Napolitano, Giulio. "Massimo Severo Giannini, costruttore critico dello Stato repubblicano." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 1 (December 2011): 335–40. http://dx.doi.org/10.3280/ded02011-001019.

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10

Fantoni, Marcello. "Umanesimo repubblicano, umanesimo cortigiano. L’Italia del tre-quattrocento." Librosdelacorte.es, no. 22 (July 1, 2021): 235–54. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2021.13.22.008.

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Abstract:
L’umanesimo cortigiano costituisce il fondamento di un processo che portando alla formulazione di una nuova cultura in Italia, conferirà a questa le caratteristiche che ne determineranno l’irradiamento europeo sulla base di una forza catalizzatrice che è eminentemente politica. Le ‘piccole’ corti italiane del Quattrocento funzionano, in questo, da incubatrici dei nuovi modelli di civilizzazione per le grandi corti europee dell’Antico regime.
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Dissertations / Theses on the topic "Repubblicano"

1

Scocchi, Raffaella. "Il partito fascista repubblicano a Trieste." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 1996. http://hdl.handle.net/10077/21664.

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2

SAVOIA, GIOVANNI. "UNA ISTITUZIONE DELLA DEMOCRAZIA. IL PARTITO POLITICO NELL'ORDINAMENTO REPUBBLICANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6087.

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Abstract:
Il lavoro indaga il tema della posizione costituzionale dei partiti politici ai sensi dell’art. 49 della Costituzione. L’interesse per tali soggetti, antico ma sempre attuale, è motivato dalla violenza delle critiche da cui sono investiti e, al contempo, dal loro ruolo tuttora centrale. In una prospettiva che si potrebbe definire neo-liberale, la tesi difende la centralità, nel sistema repubblicano, di queste istituzioni, ritenute indispensabili in una matura democrazia rappresentativa; al contempo, è affermata la necessità – e certamente la possibilità – costituzionale di una legislazione che garantisca la democraticità dell’attività dei partiti, anche nella loro vita interna, senza limitarsi alla questione del finanziamento e ai controlli sulla provenienza e sulla destinazione delle risorse economiche di queste organizzazioni. Ciò al duplice scopo di tutelare effettivamente i diritti del singolo all’interno dei partiti e di valorizzare il ruolo che la Costituzione assegna loro.
The aim of this study is to examine the constitutional position of political parties in accordance with art. 49 of the Italian Constitution. The interest for these groups, an ancient but living matter, is motivated by both the violent criticism against them and by their role, which remains fundamental. This study defends, from a “neo-liberal” point of view, the importance, in the republican system, of these institutions, which are considered to be necessary in a solid and mature representative democracy. At the same time, it asserts the constitutional need – and the possibility, of course – for a regulation that is able to guarantee the democratic nature of the parties’ work, even inside their internal activities, without focusing only on issues such as funding or inspections on the source and destination of the assets of these organizations. This regulation aims to protect the rights of the individual inside the parties and to value their role in accordance with the Constitution.
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SAVOIA, GIOVANNI. "UNA ISTITUZIONE DELLA DEMOCRAZIA. IL PARTITO POLITICO NELL'ORDINAMENTO REPUBBLICANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6087.

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Abstract:
Il lavoro indaga il tema della posizione costituzionale dei partiti politici ai sensi dell’art. 49 della Costituzione. L’interesse per tali soggetti, antico ma sempre attuale, è motivato dalla violenza delle critiche da cui sono investiti e, al contempo, dal loro ruolo tuttora centrale. In una prospettiva che si potrebbe definire neo-liberale, la tesi difende la centralità, nel sistema repubblicano, di queste istituzioni, ritenute indispensabili in una matura democrazia rappresentativa; al contempo, è affermata la necessità – e certamente la possibilità – costituzionale di una legislazione che garantisca la democraticità dell’attività dei partiti, anche nella loro vita interna, senza limitarsi alla questione del finanziamento e ai controlli sulla provenienza e sulla destinazione delle risorse economiche di queste organizzazioni. Ciò al duplice scopo di tutelare effettivamente i diritti del singolo all’interno dei partiti e di valorizzare il ruolo che la Costituzione assegna loro.
The aim of this study is to examine the constitutional position of political parties in accordance with art. 49 of the Italian Constitution. The interest for these groups, an ancient but living matter, is motivated by both the violent criticism against them and by their role, which remains fundamental. This study defends, from a “neo-liberal” point of view, the importance, in the republican system, of these institutions, which are considered to be necessary in a solid and mature representative democracy. At the same time, it asserts the constitutional need – and the possibility, of course – for a regulation that is able to guarantee the democratic nature of the parties’ work, even inside their internal activities, without focusing only on issues such as funding or inspections on the source and destination of the assets of these organizations. This regulation aims to protect the rights of the individual inside the parties and to value their role in accordance with the Constitution.
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Todisco, Flavia. "Propaganda politica e lotta anticlericale in un almanacco repubblicano francese ai tempi della Seconda repubblica : l'almanach des opprimés, 1849-1851 /." Milano : Università degli studi, Facoltà di lettere e filosofia, 1999. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb372074772.

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5

Bruzzesi, Marco <1977&gt. "La ricostruzione dell'assetto topografico della VI regio augustea di Roma dal periodo repubblicano all'età tardoantica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6070/1/Bruzzesi_Marco_tesi.pdf.

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Abstract:
La VI regio augustea di Roma rappresenta uno dei settori urbani maggiormente investiti dalle modifiche radicali compiute dall’uomo nel processo di urbanizzazione della città che ne hanno modificato profondamente la situazione altimetrica e la conformazione originaria. Questi notevoli cambiamenti ebbero origine sin dall’età antica, ma si intensificarono profondamente soprattutto nel periodo rinascimentale quando a partire da Pio IV e soprattutto con Sisto V, attivo in tante altre zone della città, si svilupparono numerose opere di rinnovamento urbanistico che incisero notevolmente sul volto e sulle caratteristiche della zona in esame. A partire dal Rinascimento fino ad arrivare ai grandi scavi della fine del 1800 tutto il quartiere incominciò a “popolarsi” di numerosi edifici di grande mole che andarono ad intaccare completamente le vestigia del periodo antico: la costruzione del Palazzo del Quirinale e dei vari palazzi nobiliari ma soprattutto la costruzione dei numerosi ministeri e della prima stazione Termini alla fine dell’800 comportarono numerosi sventramenti senza la produzione di una adeguata documentazione delle indagini di scavo. Questa ricerca intende ricostruire, in un’ottica diacronica, la topografia di uno dei quartieri centrali della Roma antica attraverso l’analisi dei principali fenomeni che contraddistinguono l’evoluzione del tessuto urbano sia per quanto riguarda le strutture pubbliche che in particolar modo quelle private. Infatti, il dato principale che emerge da questa ricerca è che questa regio si configura, a partire già dal periodo tardo-repubblicano, come un quartiere a vocazione prevalentemente residenziale, abitato soprattutto dall’alta aristocrazia appartenente alle più alte cariche dello Stato romano; oltre a domus ed insulae, sul Quirinale, vennero costruiti lungo il corso di tutta l’età repubblicana alcuni tra i più antichi templi della città che con la loro mole occuparono parte dello spazio collinare fino all’età tardoantica, rappresentando così una macroscopica e costante presenza nell’ingombro dello spazio edificato.
The Augustan VI Regio of Rome is one of the most urban areas hit by man-made radical changes in the process of urbanization of the city that have fundamentally altered the situation altitude and the original conformation. These remarkable changes originated from the age old but deeply intensified especially during the Renaissance when starting Pius IV and above with Sixtus V, active in many other areas of the city, developed numerous works of urban renewal that they recorded significantly on face and on the characteristics of the area. Since the Renaissance up to the large-scale excavations in the late 1800s around the neighborhood began to "populate" to many buildings of great size that went to undermine completely the vestiges of the ancient period: the construction of the Palazzo del Quirinale and the various palaces but especially the construction of numerous ministries and the first station Termini to the 800 behaved numerous eventrations without the production of a proper documentation of investigations of excavation. This research aims to reconstruct, in a diachronic way, the topography of one of the central districts of ancient Rome through the analysis of the main phenomena that characterize the evolution of the urban fabric both in terms of public buildings especially private ones. In fact, the main result that emerges from this research is that regional configuring, starting as early as the late Republican period, as a vocation mainly residential district, inhabited mainly by the high aristocracy belonging to the highest offices of the Roman state; as well domus and insulae, on the Quirinal, were built along the course of the republican age some of the oldest temples of the city with their size of the space occupied hill until Late Antiquity, representing a macroscopic and constant presence overall size of the space center.
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VIDALI, ANDREW. "I rituali della giustizia e del conflitto in un sistema repubblicano: il patriziato veneziano nel Cinquecento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Trieste, 2020. http://hdl.handle.net/11368/2961238.

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Abstract:
Attraverso lo studio di fonti processuale, legislative, familiari e notarili, diari e suppliche, la presente tesi di ricerca intende, in primo luogo, restituire la storicità di un fenomeno negato dalla storiografia: l’esistenza della pratica della vendetta all’interno del ceto dirigente veneziano. L’ambito cronologico preso in esame è il Cinquecento, dai primi anni fino alla ‘Correzione’ del Consiglio dei Dieci. Ciò rappresenta il punto di partenza per una più complessiva ricerca che punta ad evidenziare le strette interrelazioni tra il campo della giustizia e quello della violenza nobiliare. In particolare, la tesi di ricerca si propone di dimostrare come le trasformazioni avvenute in seno al panorama della giustizia criminale veneziana, innescate da crisi politiche e maturate all’interno di un regime costituzionale non scritto, abbiano influenzato le modalità di gestione delle inimicizie tra famiglie patrizie. Analogamente, si ricondurranno alcune scelte politiche-giudiziarie messe in atto dalla Repubblica ad alcune specifiche manifestazioni – inedite fino a quel momento – della conflittualità nobiliare nella laguna. I rapporti tra le ritualità adottate dai diversi tribunali e quelle che caratterizzarono le rivalità, anche violente, tra famiglie e gruppi nobiliari sono al centro di questa tesi. L’obbiettivo è ricostruire un percorso che evidenzi come le procedure processuali, gli indirizzi politici-giudiziari, l’attribuzione di prerogative giurisdizionali e la decisione di favorire o inasprire le condizioni per ottenere l’annullamento della sentenza condannatoria siano intimamente connesse con le modalità di conduzione del conflitto, le forme, i tempi ed i luoghi della violenza, la gravità delle discordie, soprattutto se dividevano membri dello stesso gruppo familiare e l’avere conseguito o no la pace con gli offesi. I momenti di crisi politica e militare ebbero una chiara incidenza nel modificare i rapporti tra queste due sfere, come si è evidenzierà soprattutto in merito alla via supplicationis. Un altro fondamentale aspetto di raccordo è la pena del bando, finalizzata a permettere la ricomposizione degli equilibri rotti dalla violenza, ma che nel corso del Cinquecento verrà sostituita da forme più repressive, come la relegazione, ed usata con scopi diversi. La tesi si compone di cinque capitoli. Il primo presenta l’impalcatura costituzionale, giuridica e giudiziaria veneziana, tracciando le trasformazioni avvenute nei secoli precedenti e nel corso del Cinquecento. Il secondo capitolo si focalizza sulla pena del bando, delineando gli orientamenti politici e giudiziari adottati dal ceto dirigente veneziano tra fine Duecento e fine Cinquecento e sottolineando i rapporti tra confini, assetti giurisdizionali e banditismo. Il terzo capitolo entra in profondità nelle dinamiche processuali dei principali tribunali veneziani e, al tempo stesso, pone enfasi sull’incontro tra le pratiche giudiziarie e quelle extra-giudiziarie attraverso le suppliche e la legislazione premiale, attivata dal ceto dirigente nel corso del Cinquecento per contrastare il banditismo, che si pose come alternativa alla via supplicationis. Il quarto capitolo esamina da vicino gli episodi di conflitto tra famiglie e gruppi patrizi nei primi quarant’anni del XVI secolo, mentre il quinto capitolo indaga i quarant’anni successivi. Le conclusioni, oltre a riassumere i principali risultati raggiunti, offrono delle ulteriori riflessioni, possibili solo dopo aver acquisito un quadro generale della violenza nobiliare. In particolare, si avanzeranno delle considerazioni sul rapporto tra esplosione del conflitto e ambiente, sui linguaggi politici impiegati per descrivere i partecipanti del conflitto, sull'identificazione dei gruppi che si contrapposero come fazioni e, infine, si stabilirà l'aderenza delle dinamiche veneziane a quelle italiane.
Through the study of trial, legislative, family and notarial sources, diaries, and pardon requests, this thesis aims at restoring the truthfulness of a problem so far neglected by historical research, i.e. the use of vengeance by the Venetian ruling class. The period investigated is the sixteenth century, from the beginning until the years of the Council of Ten ‘reform’. This is the starting point for a research whose purpose is highlighting the close interrelationships between the realm of justice and noble violence. In particular, it wishes to prove how the changes that took place in the Venetian criminal justice’s framework influenced the management of enmities between patrician families. These transformations were triggered by a political crisis and they developed in the setting of an unwritten constitution, which was more open to fluctuations of power. Likewise, some political and judicial decisions put in place by the Republic will be reconnected to some unprecedented displays of noble feud in the lagoon. The thesis puts at its centre the relations between the rituality adopted by the courts and those shaping violent rivalries between noble families and groups. The object is tracing the complex path resulting from the overlap of justice and conflict. We will show how trial procedures; the political and judicial guidelines; the assignment of particular jurisdiction; and the resolve to ease or complicate the requirements for being pardoned, are intimately connected to how enmities were managed by the families; the shape, timing, and place of violence; the seriousness of quarrels, in particular those inside the family; and whether peace was achieved or not. The moments of political and military crisis had a clear role in modifying the interactions between these two spheres, as it will be explained in relation to the pardon system. Another fundamental element of connection is banishment, which was a penalty meant to promote the re-establishment of peace, shattered by the violence, between families. But during the sixteenth century, banishment is slowly replaced by more repressive sentences, as confinement, which had a punitive purpose. The thesis is made of five chapters. The first summarizes the constitutional, juridical and judicial framework, and outlines the changes that took place in late medieval and renaissance Venice. The second chapter focuses on banishment, by examining the politics adopted by the Venetian ruling class between the late 13th and late 16th century. It also emphasizes the relationships between boundaries, jurisdictional aspects, and banditry. The third chapter explores the trial procedures of the most important Venetian courts and it concentrates on the overlap of judicial and extrajudicial practices by investigating pardon requests and the reward system established in the sixteenth century to reduce banditry. The fourth chapter examines the several instances of conflicts between patrician families and groups in the first forty years of the 16th century, whereas the fifth chapter focuses on the following forty years. The conclusions outlines a summary of the main results achieved and, besides, they offer further reflections by reconsidering the data collected. They investigate the relationships between violence and environment; the political languages employed to describe the protagonists of enmities; the possible identification of the quarrelling groups as factions; and to what measure the Venetian case adhered to the Italian context.
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Lescure, Jean-Claude. "Le Parti républicain italien : 1943-1948." Paris, Institut d'études politiques, 1994. http://www.theses.fr/1994IEPP0005.

Full text
Abstract:
La première partie s'intéresse au PRI dans une période de transition démocratique : force ancienne mais anéantie, le PRI n'est qu'un parti républicain parmi d'autres, groupuscule qui réussit grâce à son travail de propagande, à son discours d'hostilité à la monarchie et à ses propositions, peu actualisées, puisées dans l'héritage d'avant-guerre. Reconstruction et préalable institutionnel conditionnent ses réactions face aux pouvoirs politiques. La seconde partie traite de la culture politique républicaine fondée sur des choix philosophiques et l'action de ses hommes. Usant d'une symbolique et de rites politiques, le PRI propose ses valeurs comme solutions aux problèmes du temps. Il précise ses structures et tente de les rationaliser tout en s'entourant d'organisations actives dans toutes les sphères du politique. La sociologie du parti permet d'aborder les militants et les élites qui se reconnaissent dans cette culture. La troisième partie met en évidence le passage de la contestation au pouvoir. Dès le 2 juin 1946, le préalable institutionnel s'efface et la mutation gouvernementale commence. Entrainant un renouvellement des hommes, des programmes et des idées. Choisie par les militants, ou imposées de l'extérieur par les relations internationales, les modifications contribuent à la défaite
The first part deals with the IRP in a period of democratic transition: an old but died out force, the IRP is but a republican party among others, a faction whose success is due to its active propaganda its declared hostility towards monarchy whose propositions come from a pre-war heritage and lack actualization. Reconstrution and institutional prerequisite determine its position towards the political powers. The second part deals with the republican political culture based on philosophical options and its militants'action. Through symbolic and political rites, the IRP presents its values as a solution to the problems of the time. It sharpens its structures and strives to rationalize them even as it tries to win itself the support of active organizations from the whole political spectrum. The party's sociology allows to reach the militants and the elites who identify with this culture. The third part focuses on the transition from protest to power. From June 2, 1946 onwards, the institutional prerequisite vanishes and the governmental mutation begins, entailling a renewing of men, programs and ideas. Chosen by the militants, or imposed from outside by international relations, the modifications contribute to the defeat of 1948
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Karrer, Livio. "I Funerali della Repubblica. Riti funebri e identità nazionale nell'Italia repubblicana." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423813.

Full text
Abstract:
The Phd thesis reconstruct the most significant political funerals held in republican era since the first years of the 50's till the late 80's: through the principals State funerals of Italian politicians come out the strategic role of this kind of rites in national life. In my work I focused on non just the logistic aspects that preside in a funeral (organization, ritual moments, speeches) but even on the analysis of the public discourse as condensed by the time of dead of some of the most important "father of the nation", in the period coming along nationalistic and fascist stress on patriotic narrative. The funerary rite is here related both to the process of nationalization of new republican citizen and to the culture of ruling élite of post war years. On these themes some of the historical questions were: which forms did the political funeral took in the second half of XX century Italy and which images and representations of the power did the mortuary rituals gives back observing them today or did want to teach at that times? In public commemoration, the memory and the national identity are cultural construction made by a subject (or a group which stages and celebrate them, of course) and so they are subjected to frequent transformations e changes regarding sense according to necessity and historical context. Thus they are historical phenomenon to study carefully in order to clarify how changes the relation among national identity and collective memory in every moment of the past. This research is referred to the national building projects - and historiography on this subject as well - developed by Italian ruling class in the last 150 years of national unity. Thanks to point of view granted by a funeral, I tried to explain which cultural codes - political pedagogies, identity narratives, iconic and symbolic representations - were elaborated by the élites in the afterwards of double transition 1943-48, between monarchy and republic and between fascism and democracy. On rituals aspects, by the way, but this is obvious, the outlook must be of long period as is not possible to not referring to the heritage model coming from monarchy and survive in republican era.
La tesi di dottorato ricostruisce i più significativi funerali politici celebrati in regime repubblicano trai primi anni Cinquanta del Novecento e la fine degli Ottanta: dalle principali esequie di Stato ai funerali più celebri dei segretari di partito, si delinea la funzione strategica di questi riti nella vita nazionale. Nel lavoro mi sono concentrato non solo sulle modalità di svolgimento dei funerali (organizzazione logistica, momenti rituali, orazioni funebri etc) ma anche sull'analisi del discorso pubblico nazionale così come si condensa alla morte di alcuni trai più importanti uomini della Repubblica, dopo un ventennio di retoriche politiche autoritarie e nazionaliste. Il rito funebre, dunque, viene qui posto in rapporto sia ai processi di nazionalizzazione del nuovo cittadino repubblicano sia alla cultura delle classi dirigenti dell'epoca. Su questi aspetti gli interrogativi all'origine della mia indagine sono stati: quali forme ha assunto il funerale politico nella seconda metà del Novecento italiano e quali immagini e quali rappresentazioni del potere restituiva e intendeva perseguire la ritualità funebre della neonata Repubblica, all'indomani della guerra e della dittatura fascista? Nelle commemorazioni pubbliche, la memoria e l’identità collettiva sono produzioni culturali soggettive (di un gruppo che le porta in scena e le celebra, ovviamente) e, dunque, soggette a continue trasformazioni e cambiamenti di senso ma non per questo meno rilevanti, anzi, sottolineerei proprio per questo, fenomeno storico da studiare e raccontare dettagliatamente, al fine di rendere più chiaro come muti l’interrelazione tra identità e memoria collettiva nelle diverse fasi storiche. La mia indagine sui riti funebri nell'Italia repubblicana si ricollega dunque problematicamente alle relazioni che intercorrono tra funerali nazionali e identità italiana all'interno del processo di nation-building messo in atto nel nostro paese negli ultimi 150 anni. Grazie al punto di vista che offre un funerale si è tentato di ricostruire quali codici culturali - le pedagogie politiche, le narrazioni identitarie, le rappresentazioni simboliche ed iconografiche - sono stati prodotti dalle classi dirigenti italiane all'indomani della doppia transizione del 1943-48 tra monarchia e repubblica e tra fascismo e democrazia. In materia di rituali, però, ma ciò è poco più che ovvio, la prospettiva non può che essere di lungo periodo e quindi non è possibile prescindere dai modelli che la Repubblica eredita dal sistema politico precedente, vale a dire l'Italia monarchica compresa tra l'unificazione e il regime fascista.
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9

Nasso, Ilario <1986&gt. "Il potere estero e militare del Presidente della Repubblica: gli antecedenti storici, il modello costituzionale e la recente prassi repubblicana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8684/1/Tesi%20di%20dottorato%20integrale%20e%20definitiva.pdf.

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Abstract:
La presente tesi afferma come il Capo dello Stato – pur formalmente estraneo al circuito dell’indirizzo politico coinvolgente Parlamento e Governo – non sia un mero osservatore esterno della dialettica politica, chiamato a scongiurare il rischio del travalicamento di competenze e procedure, ma eserciti attribuzioni idonee ad influire – dall'interno – sulle decisioni politiche assunte dai poteri Esecutivo e Legislativo: quanto sopra, anche nella materia degli esteri e della difesa, soprattutto rammentando alcuni accadimenti occorsi nell'esperienza istituzionale più recente. Essa si fonda tanto sull’argomentum a contrario dell’esistenza, in Costituzione, di un solo potere considerabile autenticamente neutro – la magistratura – quanto sulla disamina delle disposizioni positive che delineano un Capo dello Stato eletto, rappresentativo, e interlocutore necessario di ciascuno dei restanti e tradizionali poteri dello Stato, avente un ruolo non di rado cruciale, anche in corrispondenza dei momenti nevralgici per la vita istituzionale della Repubblica.
The present thesis argues that the Head of State - although formally extraneous to the circuit of the political implications involving Parliament and Government - is not a mere external observer of political dialectics, called to avert the risk of overcoming competences and procedures. As a matter of e influences - from inside - the political decisions taken by the Executive and Legislative powers: the above, also in the matter of foreign affairs and defense, especially considering some events that occurred in the most recent experience. In the Author's opinion, there's only one genuinely neutral constitutional power: the Judiciary. The Italian Constitution outlines an elected and representative Head of State, to be considered as a necessary interlocutor of the remaining traditional powers of the State. The President plays an often decisive role, particularly at the crucial institutional moments of the Republic.
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Piana, Anna <1987&gt. "Il MOvimento Anarchico nella Cina Pre-Repubblicana e Repubblicana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3288.

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Books on the topic "Repubblicano"

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Romualdi, Pino. Fascismo repubblicano. Carnago, Varese, Italia: SugarCo edizioni, 1992.

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2

Zaffagno, Elena. Espressionismo latino tardo-repubblicano. [Genova]: Università di Genova, Dipartimento di archeologia , filologia classica e loro tradizioni, 1987.

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3

Gentile, Sara. Mitterrand il monarca repubblicano: La trasmissione del carisma nella 5. Repubblica. Milano: F. Angeli, 2000.

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S, Gentile. Mitterrand, il monarca repubblicano: La trasmissione del carisma nella V Repubblica. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2000.

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5

D'Angeli, Roberto. Storia del Partito fascista repubblicano. Roma: Castelvecchi, 2016.

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6

Forlani, Luciano. Luigi Sassi: Un repubblicano-collettivista. Imola (Bo) [i.e. Bologna, Italy]: La mandragora, 2005.

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7

Carlo, Giannuzzi, ed. La Nascita del Senato repubblicano. Roma: Servizio studi del Senato della Repubblica, 1989.

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8

Silvano, Labriola, and Istituto per la documentazione e gli studi legislativi (Italy), eds. Il parlamento repubblicano: 1948-1998. Milano: Giuffrè, 1999.

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9

Pimentel, Eleonora Fonseca. Il monitore repubblicano del 1799. Bologna: Il Mulino, 2000.

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10

Pimentel, Eleonora Fonseca. Il monitore repubblicano del 1799. Bologna: Il mulino, 2000.

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Book chapters on the topic "Repubblicano"

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Ungari, Andrea. "Repubblica Sociale Italiana and Spain." In A Fascist Decade of War, 42–56. Abingdon, Oxon ; New York : Routledge, [2020] |: Routledge, 2020. http://dx.doi.org/10.4324/9780203701232-3.

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2

Polito, Fiorenzo. "I molti volti degli anni Ottanta nella cooperazione allo sviluppo. Nuovi paradigmi, riforme e ascesa delle Ong." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 179–200. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.09.

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Abstract:
The 1980s marked a pivotal moment for development cooperation, both globally and in Italy. This chapter provides an analysis of the intertwined economic, political and social issues that shaped development assistance during this period. It examines shifts in international paradigms and Italian legislative interventions that reflected evolving interpretations of international solidarity. The period witnessed a surge in political and public interest in cooperation, particularly evident in the adoption of three laws and an increase in the volume of public aid. The chapter also examines how non-governmental organisations (NGOs) navigated this transformative decade and emerged as prominent actors.The analysis in this chapter offers insights into the trends of the 1980s and their lasting impact on the sector.
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Cassamagnaghi, Silvia. "Le adozioni a distanza del Foster Parents’ Plan: aiuti americani nell’Italia in trasformazione (1947-1969)." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 39–60. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.03.

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Abstract:
From 1947 to 1969, when Italy still had severe disparities and vast pockets of deprivation, the Foster Parents' Plan (FPP), an international organization, operated to support children who were victims of war – abandoned, refugees or orphans –, creating “personal bonds” with foster parents who supported them from a distance. The first activities of the Plan were aimed at those admitted to institutions, but soon it was dedicated, through tested organizational methods, to helping children living with their families, aiming not only at their mere subsistence, but by enabling them to provide for themselves and become active members of the community
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Ercolani, Sara. "Il canone inverso. Il governo italiano e i missionari cattolici in Somalia (1950-1970)." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 107–31. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.06.

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Abstract:
This paper examines the relationships established between the 1950s and 1970s between the Italian government and the Catholic missionaries in Somalia as part of international cooperation. Using mainly unpublished documentation found at the Historical Archives of the Order of Friars Minor in Rome and the Archives of the St. Anthony Province of the Friars Minor in Milan, the essay reconstructs the collaboration that took place between the Italian authorities and the missionaries in the field of educational activities, technical preparation and health care, over about three decades.
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Renzo, Chiara. "«There is no second chance at childhood»: pratiche e politiche di child welfare nella comunità ebraica italiana nell’immediato dopoguerra." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 19–38. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.02.

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Abstract:
At the end of the Second World War, recovering, safeguarding, rehabilitating and educating Jewish children who survived the Shoah became a common mission for humanitarian organizations involved in the rescue of European civilians, for the Jewish minorities devoted to the reconstruction of their communities, and for Zionist movements involved in the rescue operations and the organization of young Jews’ migration to “the land of Israel”. The essay offers a first survey of the debate on child welfare and child education within the Italian Jewish minority. It emerges that the modern concepts of welfare and education promoted by humanitarian organizations in Republican Italy was unable to replace pre-existing assistance and educational models.
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Tonolo, Giovanni. "Il primo Fondo europeo per lo sviluppo: prospettive dall’Italia e dalla Somalia (1958-1963)." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 133–53. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.07.

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Abstract:
This chapter aims to shed light on the results of the first European Community aid in Somalia and the role played by Italian and Somali actors in the allocation of funds. As development policy was not one of Italy's priorities in European integration, Somalia was initially the most neglected territory by the European Commission. Italy's passivity was countered by Somali politicians, who demanded an increase in funding as early as 1958. After independence, taking advantage of the Cold War aid competition, they won a greater commitment from the EEC, but this was far from the end of Somalia's dependence on external funding
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Salvatici, Silvia, and Annalisa Urbano. "Gli aiuti internazionali. Attori, politiche e pratiche nell’Italia repubblicana." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 7–18. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.01.

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Abstract:
This chapter introduces the themes and case studies discussed in the volume and briefly delineates their historical background. It presents the variety of sources and methodological approaches adopted in the volume and considers the broader implications of the volume’s findings for Italy’s as well as international scholarship.
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Polsi, Alessandro. "Un intervento sottotraccia. L’ospedale della Croce rossa italiana in Corea (1950-55)." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 61–83. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.04.

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Abstract:
In the summer of 1950 the United States asked Italy for a military contribution, even symbolic, to be used in the war in Korea. The Italian government instead decided to send a humanitarian mission, as Sweden did, and sent a Red Cross field hospital. The mission, initially underfunded, encounters various problems until, to avoid a dangerous scandal, the government agreed to provide adequate means. After the armistice was signed, Italy decided to quickly withdraw the hospital, despite local requests to stay, showing little interest in developing a political and economic presence in the Far East.
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Urbano, Annalisa. "La formazione della classe dirigente somala: la prima coorte di studenti somali dell’Università di Padova (1956-69)." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 85–106. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.05.

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Abstract:
This chapter looks at Italy’s scholarship programmes to promote higher education in Somalia. It focuses on a group of Somali students who, in between 1956 and 1969, started their university career in Mogadishu and completed it in Padua. It argues that on the one hand these programmes reflected Italy’s efforts to promote its culture and links with the former colony. On the other, these were also affected by the interaction with Somali students and international actors such as the UN and its agency UNESCO.
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Salvatici, Silvia. "La cooperazione prima della cooperazione. Il movimento dei volontari per il Terzo mondo nei lunghi anni Sessanta." In L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali, 155–78. Florence: Firenze University Press, 2024. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0389-0.08.

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Abstract:
This essay examines the Third World volunteer movement that developed within the Catholic world in the late 1950s and the following decade. Groups and associations selected applications from dozens of young people, trained aspiring lay missionaries, and sent them to religious missions in Africa and Latin America to work as volunteers in the fields of education, health care, and construction. The essay reconstructs the activities of the organisations, but also the way in which aid to "poor countries" was conceived, in terms of the ethical values it invoked and the effects it hoped to produce. The history of Italian cooperation is placed in an international context, going beyond the measurement of Italy's backwardness in the field of aid policy, to capture some elements of specificity through the categories of analysis provided by the historiographic debate on contemporary humanitarianism.
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Conference papers on the topic "Repubblicano"

1

Biondani, Federico. "Il mercato ceramico a Regium Lepidi (Aemilia) dal periodo repubblicano al tardo antico: prodotti regionali e importazioni." In 31st Congress of the Rei Cretariae Romanae Fautores, Cluj-Napoca, Romania. Archaeopress Archaeology, 2020. http://dx.doi.org/10.32028/9781789697483-19.

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2

Maksurov, Aleksey. "PROBLEMI DI CONSOLIDAMENTO DELLE NORME DI COORDINAMENTO NELLA REPUBBLICA ITALIANA." In RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE: ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-12.11.2021.v1.17.

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3

Maksurov, Aleksey. "COORDINARE LA TECNOLOGIA GIURIDICA NELLA ZONA DI LAZIO NELLA REPUBBLICA ITALIANA." In IMPATTO DELL'INNOVAZIONE SULLA SCIENZA: ASPETTI FONDAMENTALI E APPLICATI. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074//26.06.2020.v2.42.

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Borgia, Carola. "Language contacts and deonyms in contemporary journalistic Italian language." In International Conference on Onomastics “Name and Naming”. Editura Mega, 2022. http://dx.doi.org/10.30816/iconn5/2019/47.

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Abstract:
This paper focuses its attention on the presence of deonyms – in this case, new words derived from the surnames of foreign heads of state – in presentday journalistic Italian language. The research was conducted by analyzing the historical archive of two of the most relevant newspapers in Italy: la Repubblica and La Stampa. The purpose is to emphasize the main different semantic nuances of the words consisting of politicians’ surnames and Italian suffixes and to demonstrate the language contacts between Italian and other languages. As it can easily be guessed, most of the words investigated in this study were derived from names of American presidents as a result of the influence of American politics on the Italian system.
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Maxsurov, Alexey. "COORDINAMENTO STATALE DELLE ATTIVITÀ EDUCATIVE NELLA REPUBBLICA ITALIANA (CON L'ESEMPIO DELL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA)." In RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE: ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-14.05.2021.v1.15.

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"Il Commonwealth veneziano tra 1204 e la fine della Repubblica: Identità e peculiarità." In Visions of Community. Vienna: Austrian Academy of Sciences Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1553/0x0038be22.

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Canino, Dario. "Mura urbiche nell’Italia centro-settentrionale: significato e funzione tra la fine della repubblica e la prima età imperiale." In Landscape Archaeology Conference. VU E-Publishing, 2016. http://dx.doi.org/10.5463/lac.2014.29.

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Mussari, Bruno. "Architettura e vicende costruttive della Rocca di Capalbio (GR): un modello di torrione quattrocentesco ai confini della Repubblica senese." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11488.

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Abstract:
Architecture and construction events of the fortress of Capalbio (GR): a fifteenth century tower model on the borders of the Republic of SienaCapalbio (GR) is located in the heart of the southern Maremma, along the border strip that in the second half of the fifteenth century marked the line between the Republic of Siena –became part of the Grand Duchy of Tuscany with the peace of Cateau-Cambrésis of 1559– and the Papal State. The historic center, built around the hill on which it stands, enclosed by a double circle of walls, emerges in the skyline of the surrounding landscape. The fortified structure of Capalbio has a non-simple construction history, especially for the remote phases, but that gradually becomes simpler from the second half of the sixteenth century. The reasons why the defence structure was built were exhausted in a relatively short period of time. The advent of firearms and the evolution of the tools and techniques to which the art of war used, as is well known, imposed a radical transformation of military architecture, which only in some cases, responding to a necessarily changed strategy, they were updated or completely renewed. The fortress of Capalbio was not part of the renovation program and this decision allowed the Maremma village to maintain its historic medieval core until the modern era. The results of this research derive from the identification and study of fifteenth century construction accounting documents, compared with the structures that still exist. It was thus possible to retrace the main construction and transformation phases of the fortified complex, identifying the period in which it was built. Finally, it is not by chance that in that context the fortress of the Rocca replicates a reiterated model, probably due to the widespread use of Ticino and itinerant Lombard workers, also documented on this site.
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