Academic literature on the topic 'Relazioni organizzative'

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Journal articles on the topic "Relazioni organizzative"

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Dazzi, Davide. "Lavoro agile tra rottura del vincolo spaziale e ricerca di una nuova dimensione del luogo di lavoro." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001004.

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Abstract:
Il procedere incerto della legislazione e della contrattazione tra un orientamento welfaristico e organizzativistico del lavoro agile rischia di produrre una dis-locazione della prestazione del lavoro senza una ridefinizione organizzata delle relazioni di lavoro. La remotizzazione del la-voro al di fuori di un ridisegno dell'organizzazione del lavoro rischia di contraddire le prero-gative legislative del lavoro agile di autonomia, produttività e conciliazione e di entrare in con-correnza con alcune traiettorie della digitalizzazione del mercato del lavoro. Se le relazioni di lavoro travalicano i confini aziendali, anche le parti sociali, e il sindacato in primo luogo, han-no bisogno di costruire politiche organizzative e contrattuali che sappiano andare oltre il solo perimetro aziendale.
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2

Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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D'Amico, Renato. "Benessere organizzativo, dinamiche di gruppo ed equilibrio omeostatico nelle pubbliche amministrazioni." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001001.

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Abstract:
La necessitŕ di innovazione delle pubbliche amministrazioni puntando sulla loro dimensione organizzativa e sul fattore umano ha aperto la strada ad un ampio dibattito su temi come il benessere organizzativo. Ciň ha implicato una riflessione anche sugli assetti paradigmatici che operano come sense making nei confronti della pubblica amministrazione. L'unitŕ di osservazione scelta in questo articolo č la relazione sociale tra individui ovvero le relazioni fra gruppi. Ne deriva per l'organizzazione la permanente ricerca di un punto di equilibrio, che nel quadro della dinamicitŕ delle relazioni viene qui definito equilibrio omeostatico. Con questo approccio, centrale diventa la dimensione soggettiva delle relazioni di forza che assicurano il governo della sequenza "equilibrio - rotture e crisi - nuovo equilibrio". Specie nel caso italiano, la principale questione diviene allora quella del cambiamento, nella versione trasformativa piuttosto che evoluzionistica, e dell'apprendimento organizzativo visto qui nella sua dimensione processuale.
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Chiarini, Rosalba. "L'ALTA BUROCRAZIA MINISTERIALE: MODELLI DI RECLUTAMENTO E CARRIERA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 119–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023352.

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Abstract:
Il problema e le ipotesiIl rendimento e la ricettività dei sistemi politici democratici in termini di capacità di risoluzione dei problemi da parte di apparati e strutture amministrative sono stati spesso interpretati facendo riferimento a caratteristiche culturali, politico-partitiche, socio-economiche. L'adozione di diverse angolazioni analitiche di questo tipo ha senza dubbio contribuito ad accrescere la conoscenza degli apparati pubblici e del loro grado di funzionalità. Tuttavia, sembra produttivo insistere nell'analisi delle dimensioni organizzative delle burocrazie pubbliche, in particolare dei fattori attinenti al reclutamento e alla socializzazione in quanto, ormai da tempo, hanno dimostrato la loro importanza al fine di interpretare il comportamento di un'organizzazione anche nelle sue relazioni con l'ambiente esterno.
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Salomoni, Luciano. "Le reti di imprese nella gestione dei servizi pubblici locali: verso nuove forme organizzative di collaborazione tra società pubbliche." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003003.

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Abstract:
Le reti di imprese sono un istituto di diritto civile di recente introduzione, che si colloca a metà strada tra la costituzione di un nuovo soggetto giuridico e la for-ma contratto. Il saggio intende affrontare le relazioni tra questo istituto e i servizi pubblici locali: considerando alcune esperienze recenti di costituzioni di reti da parte di società pubbliche, il contributo indaga le problematiche connesse all'utilizzo delle reti nell'ambito dei servizi pubblici a rete quali il servizio idrico e il servizio rifiuti.
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Foddis, Carlo, Daniele Di Girolamo, Lucio Silingardi, Beatrice Manfredi, and Silvia Mazzoni. "Proposta di un algoritmo decisionale a supporto della procedura di valutazione delle relazioni triadiche di famiglie fragili condotta attraverso il Lausanne Trilogue Play (LTP)." TERAPIA FAMILIARE, no. 125 (June 2021): 107–24. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-125006.

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Abstract:
L'articolo delinea l'architettura di un algoritmo decisionale pensato a supporto di un metodo di scoring informatizzato da applicare alla procedura osservativa semi-strutturata del Lausanne Trilogue Play (LTP). Tale metodo consente l'individuazione del tipo di alleanza familiare prevalente a partire dai punteggi espressi dal clinico nel set delle 15 scale previste dalla procedura Viene pertanto descritto, in maniera dettagliata, il lavoro di operazionalizzazione dei differenti tipi di alleanza familiare, sviluppato con preciso riferimento al manuale di utilizzo del LTP (Sistema FAAS 6.3). Sono presentate, infine, le possibili ricadute cliniche ed organizzative dell'utilizzo dell'algoritmo nella valutazione di sistemi familiari triadici, entro il contesto sanitario pubblico dell'UO di Psicologia Clinica Minori e Famiglie.
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Carugati, Felice, and Patrizia Selleri. "Guardando al futuro: sviluppo, educazione, apprendimento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Abstract:
Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si è interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessità di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficoltà sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in età evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine è possibile individuare aspetti significativi dell'eredità che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione. 
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Tognetti, Bordogna Mara. "Gli immigrati tra innovazione organizzativa e cambiamenti culturali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 181–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122013.

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Abstract:
La presenza di immigrati ha determinato trasformazioni sociali che hanno interessato in generale la struttura e l'organizzazione della societŕ. Il vero cambiamento è stato prodotto, nel sistema di welfare sanitario. Partendo dal presupposto che questi, nelle societŕ moderne, è uno dei principali sistemi esperti, nel nostro contributo andremo a cogliere, sia i gradi di apertura o chiusura reciproca degli attori, sia le strategie messe in atto nella relazione di cura. Partendo dall'analisi di studi di caso, nel paper, evidenzieremo, come la presenza d'immigrati, che accedono alle risorse sanitarie, è una questione che interroga le politiche sanitarie costituendo un'occasione per innovare i sistemi organizzativi che si occupano della cura. I soggetti migranti nel sistema dei servizi possono essere, in alcune realtŕ operative, occasione per l'apprendimento di nuove regole procedurali, nuovi stili relazionali, forme di collaborazione interorganizzative ma anche di sperimentazione di pratiche di innovazione organizzativa.
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Farnese, Maria Luisa. "Relazioni di convivenza: studio esplorativo sulle associazioni semantiche." RISORSA UOMO, no. 2 (February 2012): 163–84. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002003.

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Abstract:
L'aumento di frequenza e complessitŕ degli scambi sociali e la maggiore incertezza nelle regole di riferimento rende il tema della convivenza di crescente rilevanza nella letteratura recente di diverse discipline. Il contributo presenta il primo studio di una ricerca piů ampia e si propone di porre a confronto le concezioni della convivenza nei contesti lavorativi (livello organizzativo) e sociali (livello sociale). Attraverso un que- stionario a risposte aperte (2721 soggetti) sono state studiate le libere associazioni sul costrutto e sulle criticitŕ della convivenza negli ambienti lavorativi e sociali. L'analisi del contenuto del corpus di risposte ha consentito di individuare tre cluster sulle rappresentazioni del processo di vivere insieme e tre cluster sulle difficoltŕ del convivere nei contesti organizzativi e sociali.
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Barani, Azio. "Fiducia e leadership: spunti per una lettura della dimensione organizzativa, in particolare nella prospettiva socio-relazionale ed etica." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 47–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113004.

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Abstract:
Obiettivo del presente contributo è quello di approfondire l'ipotesi teorica di un rapporto virtuoso tra fiducia, leadership eticamente fondata e sviluppo organizzativo. Il tema della leadership è caratterizzato da numerosi studi, teorie ed approcci; non è, pertanto, semplice arrivare ad una definizione rigorosa di leadership su cui appoggiare i successivi passi del percorso analitico. Il saggio si apre pertanto con un sintetico quadro dei diversi approcci e dalle diverse teorie di studio che emergono dalla letteratura sul tema. I paragrafi centrali sono invece dedicati all'analisi degli stili e delle competenze socio-relazionali del leader per giungere ad alcune riflessioni conclusive sul circuito virtuoso etica-relazioni-fiducia-leadership per il benessere e lo sviluppo organizzativo.
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Dissertations / Theses on the topic "Relazioni organizzative"

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Za, Stefano. "Fiducia e tecnologia nelle relazioni elettroniche inter-organizzative." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200794.

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Bernardi, Stefano <1996&gt. "Organizzazione aziendale e innovazione: il ruolo chiave delle relazioni inter-organizzative." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18873.

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Abstract:
Questa tesi si pone l’obbiettivo di analizzare le principali variabili organizzative e gestionali che, combinate tra loro, permettono alle imprese di raggiungere performance elevate ed una maggiore capacità innovativa, con particolare attenzione alle relazioni inter-organizzative. L’elaborato risulta suddiviso in tre capitoli. 1. Nel primo capitolo verranno approfondite le variabili dimensionali e le principali variabili di struttura che più si adattano ai processi innovativi. Inoltre, saranno chiariti i concetti di exploratory innovation, exploitative innovation, di organizzazioni ambidestre e verrà sottolineata l’importanza della modularità e delle strutture loosely coupled per lo sviluppo di innovazioni di successo. 2. Il secondo capitolo riguarderà, invece, il rapporto che le organizzazioni instaurano con i propri partner. Partendo da un’analisi generale in merito alla collaborazione tra imprese, si andranno poi ad individuarne le forme e le modalità più diffuse e l’apporto che ognuna di queste può fornire alla performance e al grado di innovazione delle parti coinvolte. Infine, all’interno di una strategia di outsourcing, verrà approfondita la questione della gestione dei fornitori, identificando due approcci diametralmente opposti: relazioni arm’s lenght e rapporti di collaborazione fondati sulla fiducia reciproca. Saranno successivamente analizzati i sistemi exit-based e voice-based, utilizzati dalle imprese per la risoluzione delle problematiche che si generano tra cliente e fornitore. 3. Nel terzo capitolo verrà presentata l’industria di riferimento, fornendo un quadro generale sull’andamento del settore motociclistico nei principali paesi produttori e individuando i trend da monitorare con più attenzione. . Verrà, poi, analizzato il caso pratico in cui saranno riprese le basi teoriche affrontate in precedenza per cercare un riscontro al successo o al fallimento di determinate strategie gestionali e organizzative, nonché il loro impatto sulla performance e sulle capacità innovative dell’impresa, focalizzandosi principalmente sull’innovazione collaborativa.
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Maffini, Lorenzo <1993&gt. "L'Open Innovation nel settore automobilistico: una prospettiva delle relazioni inter-organizzative nei produttori di componentistica automotive italiani." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13725.

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Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di andare ad analizzare il concetto di Open Innovation presentato da Chesbrough, che sottolinea la necessità per le imprese di fare affidamento a fonti esterne di innovazione per mantenere la propria competitività. Nel settore automotive è possibile osservare come tale concetto di innovazione collaborativa abbia già caratterizzato l’industria nel corso dell’ultimo secolo: si passa, infatti, da imprese completamente integrate all’inizio del Novecento, a una rete di fornitori gerarchizzata e multilivello che caratterizza i giorni nostri. Tuttavia è possibile osservare come senza lo sviluppo di competenze interne e pratiche inter-organizzative, il processo di esternalizzazione dell'innovazione non presenti caratteri di efficienza ed efficacia. La gestione delle relazioni, quindi, si rivela di fondamentale importanza: nonostante la scarsa propensione alla collaborazione da parte degli attori operanti nella filiera, le dinamiche di innovazione collaborativa sviluppate all’interno della filiera stessa, influenzano le performance innovative delle imprese e, di conseguenza, le performance economiche.
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Agliata, Nicola <1996&gt. "Il settore automotive italiano: lo sviluppo e l’efficacia di relazioni inter-organizzative e i loro effetti sulla performance innovativa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18435.

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Abstract:
Attraverso un’analisi della letteratura, di dati qualitativi e quantitativi, e grazie all'utilizzo di un questionario specifico, è stata avviata un’indagine per capire se esiste una relazione positiva tra lo sviluppo di relazioni inter-organizzative e la capacità di innovazione delle imprese automotive italiane; quindi i loro effetti sulla performance produttiva, sui processi di R&S e sulla capacità di mantenere il vantaggio competitivo d'impresa. Dopo un inquadramento teorico nel quale si descrivono i principali obiettivi, vantaggi e limiti dei network inter-organizzativi, si è presentata la situazione globale del settore auto, con un focus particolare sulla filiera italiana. Ciò che emerge è che i network sono forme organizzative indipendenti dai mercati e dalle gerarchie in quanto funzionano con meccanismi propri, distinguendosi per la caratteristica sociale delle relazioni. Tali reti di imprese, se governate diligentemente, evitando abusi di potere e comportamenti opportunistici, possono essere fonte di innovazione e di accesso a competenze diversificate, fondamentali per affrontare l’evoluzione dell’industria automobilistica in atto, in un contesto di incertezza e transizione elettrica. Dall'analisi del settore si evince che sta lentamente cambiando il concetto di mobilità: intesa non più come meramente privata ma piuttosto come un servizio condiviso, in grado di cambiare abitudini ed esigenze dei consumatori, favorendo nuovi modelli di business e lo sviluppo di tecnologie innovative. Il quadro numerico del settore, proposto nel terzo Capitolo, mostra una significativa ripresa dell’industria globale a seguito della crisi economica del 2008 e l’affermarsi della Cina come il maggiore produttore di batterie elettriche, in grado di esercitare un ruolo significativo nel futuro della mobilità sostenibile. L’analisi sulla filiera italiana evidenzia un ritardo tecnologico significativo rispetto ai rivali americani e asiatici, causato soprattutto dalla mancanza di infrastrutture capaci di sviluppare e abilitare le innovazioni e da processi di internazionalizzazione poco efficaci. L’elaborato termina con l’analisi analitica dei dati raccolti a livello nazionale attraverso il questionario 2020 fornito da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) in collaborazione con il CAMI (Center for Automotive and Mobility Innovation Cà Foscari) e con l’Osservatorio sulla Componentistica Automotive Italiana.
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Palumbo, Rocco. "L'imperativo della collaborazione: la prospettiva inter-organizzativa per una nuova lettura dell'integrazione socio-sanitaria." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1760.

Full text
Abstract:
2012 - 2013
Il lavoro di tesi propone una sistematizzazione dei contributi scientifici in materia di “relazioni inter-organizzative” (inter-organizational relationships, secondo la definizione anglosassone), nell’intento di pervenire alla formulazione di un framework teorico unitario da impiegare per lo studio – sia in chiave concettuale che empirica – delle dinamiche di cooperazione e collaborazione che si innescano tra le aziende del settore pubblico. Sebbene il quadro teorico proposto possa trovare applicazione in tutte le sfere di azione in cui sono impegnate entità di natura pubblica, l’Autore concentra la sua attenzione sul caso dell’integrazione socio-sanitaria, da intendersi quale complesso processo di ricomposizione della condizione di frammentazione istituzionale, professionale, culturale, organizzativa e operativa che si riscontra all’interno del sistema dei servizi di assistenza alla persona in stato di bisogno. Alla luce del graduale processo di evoluzione che si riscontra nei modelli di gestione tipicamente adottati in ambito pubblico, l’elaborato evidenzia la tensione in seno al sistema socio-sanitario verso l’implementazione di un approccio sistemico, evocativamente definito di New Health Governance, inteso a enfatizzare l’importanza assunta dalle relazioni inter-organizzative ai fini dell’efficace ed efficiente perseguimento delle finalità istituzionalmente assegnate alle aziende sanitarie e sociali. D’altro canto, malgrado comunemente descritte come parti di un “sistema a legami deboli”, queste ultime si dimostrano il più delle volte non in grado di valorizzare in maniera appropriata le sinergie latenti che le caratterizzano, con profonde ripercussioni sia sulla loro capacità di rispondere in maniera appropriata alle complesse istanze dell’utenza che sulle loro condizioni di sostenibilità economica e gestionale. A partire da tali riflessioni, le relazioni inter-organizzative sono presentate quale fattore critico per il successo delle aziende pubbliche in generale e delle organizzazioni sanitarie e sociali in particolare. In considerazione, da un lato, della condizione di frammentazione che è possibile riscontrare nella letteratura in materia di relazioni inter-organizzative e, dall’altro, della rilevanza di queste ultime sotto il profilo strategico, organizzativo e gestionale, è stata condotta una minuziosa literature review “a doppio strato” dei principali contributi scientifici di rilievo nazionale e internazionale sull’argomento, nel precipuo intento di pervenire a una sistematizzazione di quanto argomentato e dibattuto in dottrina. In primo luogo, l’analisi della letteratura è stata finalizzata alla raccolta di argomentazioni teoriche e di evidenze empiriche in merito ai determinanti delle strategie collaborative tra due o più organizzazioni, alle dinamiche di nascita e governo delle relazioni inter-organizzative a esse sottese, ai benefici e ai costi associati a queste ultime, nonché ai modelli di governo e agli approcci di gestione delle interazioni sistemiche. Le locuzioni “inter-organizational relation”, “inter-organizational relationship”, “interorganizational relation” e “interorganizational relationship” sono state impiegate come query ai fini della ricerca per “parole chiave, titolo e abstract” all’interno del database “Scopus-Elsevier”, senza assumere vincoli temporali o criteri di esclusione basati sulla tipologia della pubblicazione. Un totale di 1.333 fonti bibliografiche è stato raccolto; queste ultime sono state successivamente catalogate in appositi fogli di lavoro elettronici e sistematizzate, nell’intento di scremare le ridondanze – vale a dire i contributi considerati più volte in ragione della loro rispondenza a più chiavi di ricerca – e pervenire alla redazione di un elenco finale delle opere da sottoporre a scrutinio per l’inclusione all’interno della literature review. Tale attività di filtraggio ha determinato l’eliminazione di ben 603 item, consentendo di focalizzare l’attenzione sui restanti 730 contributi, sottoposti a una minuziosa analisi del contenuto dei rispettivi abstract. Sulla base di opportuni criteri di selezione, diretti a rimuovere dall’elenco il materiale bibliografico non coerente alle finalità perseguite nel presente lavoro di tesi, sono stati identificati 157 contributi rilevanti – rappresentati per tre quarti da articoli in rivista e, per la restante parte, da capitoli in volumi collettanei e monografie. In secondo luogo, il quadro teorico in materia di relazioni inter-organizzative è stato tradotto nella prospettiva dell’integrazione socio-sanitaria. Utilizzando in maniera congiunta le banche dati “Scopus Elsevier”, “PubMed” ed “Emeroteca Virtuale”, è stata avviata un’ulteriore attività di reperimento del materiale bibliografico, focalizzando l’attenzione sugli studi aventi ad oggetto l’organizzazione e/o la gestione integrata delle prestazioni socio-assistenziali. I termini “integrated care”, “health and social care integration”, “healthcare and social care integration” e “social care and healthcare integration” – per il reperimento dei contributi internazionali – e le locuzioni “integrazione socio-sanitaria”, “assistenza integrata”, “sistema socio-sanitario” e “sistema integrato di assistenza” – per il reperimento della letteratura italiana – sono stati impiegati quale parametro di ricerca principale all’interno del campo “parole chiave, titolo e abstract”. Il loro utilizzo è stato affiancato da termini di ricerca secondari, ricavati dai risultati della revisione della letteratura condotta durante lo step precedente, tra cui – a titolo esemplificativo, ma non esaustivo – “inter-organizational relation”, “alliance”, “collaboration” e “cooperation” per le pubblicazioni internazionali e “sinergie”, “interazioni organizzative” e “interdipendenze organizzative” per i contributi nazionali. Anche in tal caso, nessun vincolo temporale e nessun criterio di esclusione sono stati impiegati in sede di configurazione dei parametri della ricerca. La query ha condotto alla raccolta di un numero complessivo di circa 600 contributi scientifici, tra cui articoli in rivista, contributi in atti di convegno, monografie e capitoli in volumi collettanei; in seguito all’eliminazione dei documenti ridondanti, il numero originario si è ridotto a 472 documenti, su cui è stata condotta un’analisi di significatività e di rilevanza ai fini degli obiettivi della presente ricerca, attraverso la lettura dei relativi abstract. Ad esito di tale attività di scrematura, sono state selezionate poco più di 200 pubblicazioni, che hanno rappresentato la base per l’inquadramento dell’integrazione socio-sanitaria nella prospettiva delle relazioni inter-organizzative. Più dell’85% di questi ultimi rientra nella categoria degli articoli su rivista; la parte residua si compone prevalentemente di rapporti istituzionali, capitoli in volumi collettanei e, in via residuale, monografie. All’inquadramento concettuale dell’integrazione socio-sanitaria nella prospettiva delle relazioni inter-organizzative segue la descrizione sistematica dei determinanti che contribuiscono a spiegare la nascita e lo sviluppo di queste ultime. Particolare attenzione è dedicata alle motivazioni che spingono le aziende sanitarie e sociali a ricorrere a strategie collaborative piuttosto che competitive. In questa prospettiva, i benefici associati alle interazioni sono confrontati ai sacrifici che emergono a seguito della loro istituzione, soprattutto in termini di restrizione della discrezionalità organizzativa e di perdita di autonomia strategica e gestionale. In aggiunta, si propone a una sistematizzazione dei modelli più comuni di governo e gestione delle relazioni inter-organizzative, cui si congiunge un’approfondita discussione in merito agli approcci di valutazione più appropriati per la misurazione delle performance interorganizzative. Nella parte conclusiva, l’integrazione socio-sanitaria è indagata precipuamente in relazione ai suoi caratteri di stabilità e di intensità. Coerentemente, alcune “regole empiriche” per l’implementazione dell’integrazione socio-sanitaria sono esposte, identificando i fattori abilitanti e ostativi a essa. Diversi casi internazionali, tra cui il “Budget di salute” nella regione Campania, sono impiegati quali esperienze empiriche protese a tradurre in termini teorici il costrutto teorico proposto nello sviluppo del lavoro di tesi. Dalle evidenze riportate, le relazioni inter-organizzative emergono quale strumento indispensabile, ma di difficile implementazione ai fini del recupero di efficienza, efficacia ed economicità nelle attività di assistenza alle persone in stato di bisogno. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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Brunello, Cinzia <1974&gt. "Le relazioni tra assetto istituzionale, struttura organizzativa e sistemi operativi nelle cooperative sociali." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/139.

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Abstract:
L'obiettivo della ricerca consiste nell'enucleazione delle dinamiche intercorrenti fra l'assetto istituzionale, la struttura organizzativa e i sistemi operativi delle cooperative sociali, con particolare riguardo alle dinamiche endogene ed ai cicli di auto-alimentazione della gestione, nonché alle interazioni con gli attori sociali determinanti. Il punto di partenza sul quale poggia l'intero costrutto è la visione dell'azienda in chiave unitaria: tale concezione assume rilevanza cruciale nelle imprese sociali, caratterizzate dalla necessità di ricercare un continuo equilibrio dinamico tra economicità e socialità al fine di garantire, oltre al raggiungimento degli scopi istituzionali, la sopravvivenza e lo sviluppo dell'ente nel tempo. Il lavoro è composto da due parti: la prima riferita alla analisi della letteratura di riferimento, la seconda all'indagine empirica che ha consentito lo studio di sette casi di cooperative sociali. Le cooperative analizzate sono state raggruppate in quattro insiemi in base alla loro maggiore o minore propensione a generare utilità sociale secondo tre fattori: la presenza di altri concorrenti, l'acquisto di fattori produttivi a condizioni di mercato ed il livello di correlazione dei prezzi di vendita ai costi sostenuti. Le ipotesi assunte a base della ricerca sono le seguenti: 1) l'esistenza di un legame tra la partecipazione diffusa dei soci alle politiche aziendali e una struttura organizzativa snella e contenuta; 2) la presenza di strumenti manageriali più sofisticati e la disponibilità di maggiori informazioni gestionali nelle cooperative caratterizzate da una partecipazione democratica dei soci e da strutture organizzative contenute; 3) la partecipazione attiva a reti inter-organizzative da parte di cooperative fondate sul principio di partecipazione democratica e con organizzazioni medio-piccole; 4) la gestione maggiormente equilibrata delle tensioni contrapposte tra la spinta economica e quella verso la massimizzazione dell'utilità sociale da parte delle cooperative che verificano la seconda ipotesi. Rispetto ai quattro insiemi indicati il terzo è quello che risponde in modo maggiormente positivo alle ipotesi di partenza. E' emerso che le cooperative che vi appartengono si caratterizzano per i seguenti aspetti: 1) ampia partecipazione dei soci alle politiche aziendali, imprenditorialità diffusa e struttura organizzativa contenuta e dinamica. Organizzazioni snelle sembrano favorire la partecipazione democratica dei soci, la quale, a sua volta, incide positivamente sulla loro assunzione di responsabilità e la loro imprenditorialità. Questi elementi contribuiscono a determinare una maggiore soddisfazione dei soci e un moderato tasso di turn-over; 2) disponibilità di maggiori informazioni interne e di strumenti di programmazione e controllo più sofisticati. Tutto questo si giustifica con la necessità dei soci-imprenditori di disporre di tempestive informazioni per poter intervenire direttamente nei processi aziendali; 3) politica di sviluppo per vie esterne, con partecipazione attiva a diverse reti inter-organizzative, in particolare ai consorzi. Tale scelta sembra essere motivata dalla volontà di mantenere le dimensioni dell'ente medio-piccole al fine di facilitare la partecipazione dei soci alla vita aziendale e di salvaguardare il principio di democraticità; 4) gestione maggiormente equilibrata delle tensioni economiche e sociali generata grazie all'attivarsi di un circolo virtuoso tra l'assetto istituzionale (fondato sulla partecipazione democratica dei soci), la struttura organizzativa (contenuta, snella, dinamica) e gli strumenti operativi (che favoriscono la diffusione delle informazioni). La partecipazione allargata e democratica dei soci alle decisioni dell'impresa rappresenta la vera spinta propulsiva verso un sistema ad imprenditorialità diffusa e di condivisione delle politiche aziendali. Non sembra casuale il fatto che dove v'è la presenza di questi elementi si riscontrino risultati positivi in termini sia economicopatrimoniali sia di efficacia sociale e di consenso esterno.
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Romano, Federica. "Sostenibilità del lavoro e nuovi modelli organizzativi: una prospettiva giuslavoristica e di relazioni industriali." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/105303.

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Abstract:
La tesi di dottorato affronta il tema della sostenibilità del lavoro, intesa come lo sviluppo di condizioni personali e lavorative che, a fronte del crescente invecchiamento della forza lavoro, favoriscano la permanenza nel mercato del lavoro fino ad età avanzate, attraverso il miglioramento della qualità del lavoro lungo tutto l’arco della vita professionale e l’adattamento dell’organizzazione del lavoro ai bisogni e alle competenze del lavoratore. Il lavoro di tesi è caratterizzato da un approccio multi ed interdisciplinare ed ha avuto inizio dalla lettura e dall’analisi di testi internazionali che affrontano il tema in chiave prevalentemente sociologica e manageriale. Tale approccio si è rivelato essenziale ai fini della comprensione del tema ed ha rappresentato la base di partenza per lo sviluppo di una prospettiva giuridica e di relazioni industriali. La literature review è suddivisa in tre capitoli: -il primo approfondisce la nascita del cd. pensiero sostenibile e la letteratura sul tema; -il secondo capitolo analizza la letteratura in tema di nuovi modelli di organizzazione del lavoro e di flessibilità organizzativa ; -il terzo capitolo approfondisce, invece, la letteratura in tema di tutela della professionalità dei lavoratori lungo tutto l’arco della vita lavorativa. Il lavoro di tesi è, invece, suddiviso nei seguenti capitoli: - il primo capitolo analizza il quadro definitorio e lo scenario europeo in tema di sostenibilità del lavoro , al fine di individuare le buone pratiche esistenti nei diversi Paesi e di comprendere il livello di interazione tra legge, contrattazione collettiva e pratiche aziendali; - il secondo capitolo affronta il tema dei nuovi modelli di organizzazione del lavoro a seguito del superamento del modello di impresa fordista a struttura gerarchica e verticalizzata e come questi abbiano influito sulla flessibilizzazione del rapporto di lavoro, sulla tutela dei lavoratori e sui sistemi di valutazione della prestazione; - il terzo capitolo è focalizzato sulla sostenibilità del lavoro in una specifica realtà aziendale: Randstad Italia.
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Scaletti, Anna <1995&gt. "Cultura e mondo imprenditoriale: relazioni possibili per uno sviluppo della creatività e del benessere organizzativo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17984.

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Abstract:
In questo lavoro di ricerca vengono individuate e definite alcune possibili collaborazioni tra il mondo imprenditoriale e il mondo culturale. Le imprese sono sempre più predisposte a contaminazioni che vadano al di la dei meri interessi economici ma anzi amplino e modifichino la prospettiva dell’azienda e dei dipendenti. Nella prima parte del lavoro viene tracciata una panoramica sul connubio cultura, salute e benessere psicofisico. Nella seconda parte viene indagato il rapporto tra cultura, creatività, innovazione e competitività aziendale. La cultura e l’arte creano e trasmettono la creatività che vengono utilizzate dall’impresa per riflettere su concetti profondi e articolati per generare innovazione da veicolare su nuovi prodotti e processi. Nella terza parte si mettono in luce le strategie che l’impresa persegue quando decide di inserire iniziative artistiche e culturali all’interno di piani di welfare aziendale. Sopratutto nel panorama imprenditoriale italiano, costituito per la maggior parte da piccole e medie imprese, un incontro culturale accessibile e vantaggioso può avvenire attraverso iniziative sviluppate in piani di welfare aziendale, che permettono di raggiungere capillarmente il territorio e rispondere alle necessità di imprese e dipendenti che appartengono a contesti sociali e condizioni economiche disomogenee. Successivamente l’analisi si sofferma sull’individuazione di casi studio caratterizzati da un connubio tra arte, cultura, creatività, innovazione, benessere e mondo imprenditoriale.
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Morselli, Luca. "Analisi e implementazione di un sistema di Data Visualization in relazione al modello organizzativo aziendale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Le aziende oggi sono sopraffatte dall'enorme quantitativo di dati con cui hanno a che fare: una corretta archiviazione di questi è presupposto fondamentale per consentire un'accurata rappresentazione dei dati per poter poi essere analizzati da parte dei diversi attori aziendali. Per fare ciò si ricorre all'utilizzo di sistemi di Business Intelligence in grado di fornire un supporto fondamentale lungo tutto il processo decisionale a diversi livelli. L'elaborato ha dunque come scopo principale la presentazione delle tecniche di Data Visualization a supporto di tale processo in funzione del ruolo organizzativo dell'utente di riferimento. Nell'elaborato sono presentate una serie di proposte di Data Visualization per ogni ruolo e diverse possibili applicazioni. Particolare attenzione viene posta alle potenzialità che le dashboard possono presentare nell'analisi delle diverse aree aziendali e l'impatto che queste hanno sul processo decisionale a livello economico, strategico e operativo.
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Masotti, Silvia. "La gestione della relazione con i clienti: aspetti organizzativi e sistemi informativi a supporto. Il progetto Customer Interaction Management in Datalogic S.p.A." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La sempre maggiore complessità dei mercati, l’abbondanza di informazioni disponibili e la crescente globalizzazione hanno reso la gestione della conoscenza un fattore critico di successo per le aziende e, per questo motivo, negli ultimi decenni il Knowledge Management si è rivelato un argomento di sempre maggiore interesse. Il Knowledge Management si pone come disciplina di sviluppo e gestione delle risorse relative alle conoscenze tangibili e intangibili che caratterizzano l’azienda, con l’obiettivo di raccogliere e rendere disponibile a chi ne abbia bisogno il patrimonio informativo e conoscitivo dell’impresa. Per fare ciò ci si può avvalere di un sistema centralizzato: una Knowledge Base. Il presente elaborato è il risultato di un’esperienza di tirocinio svolta presso l’azienda Datalogic S.p.A. e rivolta all’implementazione di una Knowledge Base e di un sistema di Document Management, con l’obiettivo di concentrare in un’unica piattaforma tutta la conoscenza rivolta al customer service e conseguentemente aumentare il livello di servizio fornito alla clientela tramite l’uso di queste nuove consolidate risorse. L’elaborato si articola in due sezioni principali. La prima si propone di dare un contesto teorico agli argomenti successivamente trattati: verranno analizzate le tematiche del Knowledge Management, del Project Management e del Customer Relationship Management, in quanto contesto in cui è stato implementato il sistema. La seconda parte presenta invece un’applicazione dei principi precedentemente descritti, attraverso l’analisi del caso aziendale di implementazione della Knowledge Base intesa come strumento di gestione della conoscenza per il miglioramento del servizio al cliente. Verrà quindi inizialmente introdotta l’azienda in cui il progetto è stato svolto, descrivendone lo scenario di riferimento, osservandone la struttura economica, l’organizzazione e la cultura per entrare poi nel merito del progetto e della sua esecuzione.
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Books on the topic "Relazioni organizzative"

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Cabigiosu, Anna, and Anna Moretti. Osservatorio Nazionale sulle reti d’impresa 2020. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-484-4.

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Abstract:
L’anno 2020 ha visto svilupparsi una crisi senza precedenti a causa della pandemia. A fronte di questa situazione, l’edizione 2020 dell’Osservatorio vuole proporre una riflessione su come le reti d’imprese possano rappresentare uno strumento di resilienza delle imprese, guardando alle relazioni inter-organizzative come strumento di flessibilità, cambiamento e adattamento. L’edizione 2020 dell’Osservatorio sviluppa un approfondimento sulla relazione tra il funzionamento della rete e la performance delle imprese in rete ed è arricchito da alcuni approfondimenti settoriali. I risultati presentati aiuteranno i manager a massimizzare le opportunità offerte dalla rete ed i policy maker ad orientare in modo ancora più efficace l’utilizzo dei contratti di rete come strumento di resilienza.
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Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori., ed. Relazioni industriali nell'impresa degli anni '80: Analisi di alcuni casi aziendali sull'interazione tra cambiamento economico, tecnologico, organizzativo e sistemi di relazioni industriali. Roma: Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, 1985.

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Baistrocchi, Elena, and Marco Zaccaroni, eds. 73° Congresso dell'Unione Zoologica Italiana. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-347-2.

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Abstract:
Il volume raccoglie i contributi al 73° Congresso dell’Unione Zoologica Italiana, svoltosi a Firenze nel settembre 2012 con il contributo organizzativo del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica “Leo Pardi”. Il Congresso, che ha visto un’ampia partecipazione di zoologi, anatomo comparati, biologi della riproduzione, etologi ed ecologi, si è aperto con la lettura plenaria di Marlene Zuk, dell’Università del Minnesota “Mate choice and thinkering with evolution” e si è articolato in quattro simposi: I “Dalle strategie sessuali al comportamento sociale (in onore di Tullia Zetto)”; II “Uso dello spazio, orientamento e migrazioni (in onore di Guido Tosi)”; III “Distruttori endocrini”; IV “Specie alloctone”. I Simposi sono stati arricchiti dalle relazioni invitate di Paolo Luschi, Gian Carlo Panzica e Piero Genovesi.
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Casalini, Brunella, and Silvia D'Addario, eds. Il tempo per pensare. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-845-7.

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Abstract:
Il volume raccoglie gli atti del seminario organizzato dal Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Firenze, incentrato su una discussione collettiva riguardo le condizioni di lavoro, di studio e di ricerca nell’università contemporanea. Prendendo spunto dalle riflessioni di due docenti canadesi, M. Berg e B.K. Seeber, sui sentimenti di frustrazione e inadeguatezza dovuti ai ritmi e agli obiettivi talvolta imposti nel contesto universitario, si focalizza l’attenzione sulle esperienze e gli stati d’animo di tutte le persone coinvolte nella comunità accademica in rapporto agli ostacoli dovuti alla scarsità di tempo e di risorse economiche e a carichi di lavoro crescenti. Si propone inoltre una riflessione su come creare relazioni e reti, inaugurare esperimenti di condivisione di esperienze di ricerca, didattica e buone prassi per contrastare quelle derive a livello individuale e collettivo che possono tradursi in malessere organizzativo, danneggiando di fatto il perseguimento dei valori al centro dell’università pubblica.
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Ghi, Alessandra. La gestione della sicurezza nei nuovi contesti tecnologici ed organizzativi aziendali: Aspetti relazionali, legislativi e gestionali. [Padova]: CEDAM Casa editrice dott. Antonio Milani, 2013.

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Colasanto, M. Innovazione e regolazione nell'impressa: I mutamenti tecnologici e organizzativi e il loro impatto sulla qualità del lavoro e sulle relazioni industriali. Milano: Franco Angeli, 1987.

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Colasanto, Michele. Innovazione e regolazione nell'impresa: I mutamenti tecnologici e organizzativi e il loro impatto sulla qualità del lavoro e sulle relazioni industriali. Milano, Italy: F. Angeli, 1987.

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Felici, Lucia, ed. Alterità. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-598-8.

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Abstract:
I contributi qui raccolti sono il frutto dei seminari organizzati dal Laboratorio di Storia moderna nel corso della sua decennale attività (2003-2013) nell’ambito del Dipartimento di Studi storici e geografici (ora SAGAS) dell’Università degli studi di Firenze. Il ciclo annuale dei seminari, dal titolo Temi e problemi di Storia moderna, mira a favorire il confronto e la riflessione critica nella comunità scientifica su argomenti di grande rilevanza storica grazie alla partecipazione di colleghi e giovani studiosi italiani e stranieri. Centrale nell’età moderna come nella contemporaneità, il tema dell’alterità è stato oggetto di diversi incontri. I saggi ricostruiscono momenti e aspetti significativi delle relazioni con l’‘altro’ nell’Europa moderna: modelli politici e paradigmi culturali, città di rifugio e istituti di conversione, atteggiamenti di integrazione e/o di esclusione verso ebrei, musulmani, musulmani, eretici, stranieri sono qui stati analizzati secondo lo ‘spirito pluralistico’ del Laboratorio.
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Urso, Elena, ed. Le ragioni degli altri. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-324-3.

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Abstract:
Il volume raccoglie diversi contributi, molti dei quali presentati in occasione di un ciclo biennale di incontri comparatistici, svoltisi presso l’Università degli Studi di Firenze ed organizzati dalla curatrice, con l’intento di proporre una visione critica ed interdisciplinare del tema della mediazione familiare. Dapprima, si affronta il tema della ‘giustizia mite’, grazie a una serie di saggi dedicati alla prospettiva filosofica, psicologica e formativa, nonché ai profili giuridici della materia. Si analizzano, inoltre, le esperienze dei principali ordinamenti di common law e di civil law, di cui si fornisce un esteso approfondimento, compiuto da vari esperti stranieri. Si prende in esame, quindi, un insieme di questioni attualmente oggetto di un acceso diabattito, in quanto correlate alla compresenza di modelli tradizionali ed innovativi, nell’ambito delle relazioni familiari. Infine, si dà spazio ad una riflessione incentrata sulle garanzie da apprestare a tutela dei soggetti coinvolti nel conflitto, non solo all’interno della famiglia, ma anche nel più ampio contesto educativo e sociale.
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Donini, Annamaria. Il lavoro attraverso le piattaforme digitali. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg296.

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Abstract:
Le attività di lavoro prestate attraverso piattaforme digitali hanno rapidamente guadagnato spazio nell’economia odierna. Eppure sfugge, non di rado, la struttura giuridica della relazione tra prestatori e intermediario digitale, tanto da rendere oltremodo incerta la disciplina applicabile al lavoro. Questo studio riconosce, innanzitutto, la pluralità dei modelli esistenti, provando a distinguere le ipotesi in cui la piattaforma fornisce servizi digitali di intermediazione per prestazioni che assumono caratteri di effettiva autonomia, senza disconoscere le molte circostanze in cui le specificità del modello tecnico-economico, in virtù delle condizioni generali di contratto e delle regole concretamente applicate, consentono di ricomporre le prestazioni e di imputarle alle piattaforme digitali. Così, alla luce dell’elaborazione giurisprudenziale in tema di qualificazione dei rapporti di lavoro, diviene possibile ravvisare, anche negli assetti organizzativi digitali, i tratti della subordinazione o della collaborazione eterorganizzata. La varietà dei modelli giuridici utilizzati e le concrete esigenze di tutela suggeriscono di ricorrere anche a un diverso approccio, che antepone l’effettività degli interventi protettivi rispetto alla tradizionale questione qualificatoria. Non viene infine tralasciata la verifica di adeguatezza e praticabilità della tutela sindacale e degli spazi applicativi per gli accordi collettivi, pur complicata dall’assenza di uno statuto giuridico predeterminato.
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Book chapters on the topic "Relazioni organizzative"

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Moretti, Anna. "9 Le relazioni inter-organizzative come fattore di competitività." In Ricerche per l’innovazione nell’industria automotive. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-269-7/010.

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