Academic literature on the topic 'Relazioni nazionali e internazionali'

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Journal articles on the topic "Relazioni nazionali e internazionali"

1

Porta, Donatella della, and Hanspeter Kriesi. "MOVIMENTI SOCIALI E GLOBALIZZAZIONE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, no. 3 (December 1998): 451–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026241.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso dell'ultimo decennio, gli studiosi dei movimenti sociali negli Stati Uniti ed in Europa hanno prestato sempre più attenzione al contesto politico nel quale essi si mobilitano. In questo processo, la ricerca non solo ha fatto sempre più riferimento alla scienza politica per completare le sue concezioni originali (principalmente fornite dalla sociologia, dalla storia e dalla economia), ma è divenuta anche più comparata, focalizzandosi sull'impatto dei contesti politici nazionali, regionali e locali sulla mobilitazione e sulle sue conseguenze in vari paesi. Con la comparazione cross-nazionale, l'attenzione si è diretta agli effetti del cambiamento nel contesto internazionale sui sistemi sociali e sulla politica a livello nazionale. In altre parole, la ricerca sui movimenti sociali è divenuta lentamente consapevole che la divisione tra la politica comparata e le relazioni internazionali è sempre più anacronistica. Anche nello studio dei movimenti sociali, la sfida «è combinare i risultati di ambedue le prospettive senza perdere di vista i loro singoli contributi» (Garrett e Lange 1995, 654). É quello che cercheremo di fare nel corso di questo articolo, concentrandoci sull'impatto delle crescenti interazioni tra contesti politici nazionali ed internazionali e movimenti sociali in un mondo sempre più globale.
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2

Keohane, Robert O. "LO STUDIO DEI REGIMI INTERNAZIONALI E LA TRADIZIONE CLASSICA NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no. 3 (December 1987): 349–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016956.

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Abstract:
IntroduzioneGli studiosi moderni di politica internazionale hanno cercato di individuare le cause della guerra e le condizioni della pace: essi si sono chiesti in che modo gli interessi di Stati sovrani in competizione reciproca e non soggetti ad alcun potere comune possano essere conciliati gli uni con gli altri. I più importanti tentativi di comprensione delle problematiche della pace e della guerra, da parte di studiosi occidentali, sono partiti da tre premesse comuni, che definiscono ciò che Holsti chiama «la tradizione classica» nello studio delle relazioni internazionali: 1) l'oggetto di analisi più appropriato è costituito, appunto, dalle cause della guerra e dalle condizioni della pace/sicurezza/ordine; 2) le principali unità d'analisi sono i comportamenti diplomatici e militari degli unici attori essenziali, gli Stati nazionali; 3) gli Stati operano in un sistema caratterizzato dall'anarchia, ovvero dalla mancanza di una autorità centrale.
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Morganti, Adolfo. "I Piccoli e i Grossi. La dimensione internazionale della Repubblica di San Marino." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 15–35. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003003.

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Abstract:
Le recenti difficoltŕ nelle relazioni bilaterali fra la Repubblica di San Marino e l'Italia, giunte ad innescare alcuni prodromi di un diffuso conflitto sociale, obbligano e riprendere in mano ildelle relazioni internazionali della Repubblica di San Marino nell'attuale contesto di crisi dello Stato nazionale e diffusa globalizzazione politico-finanziaria. Partendo dall'analisi di alcuni dati storici l'articolo inquadra l'ampiezza delle relazioni internazionali della RSM sia rimandando a quelle propriamente istituzionali che datano dal 1862 fino all'opera delle reti parallele, nello specifico dell'. Assistendo quindi ad una diffusione in Europa del modello del Piccolo Stato, si affronta il tema delle prospettive che i Piccoli Stati Europei in generale, e la Repubblica di San Marino in particolare, possono aprirsi sia nella relazione con le grandi aggregazioni sovranazionali - prima fra le quali l'Unione Europea - sia con il vicino Stato Italiano.
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Aiello, Gaetano, and Simone Guercini. "Relazioni tra brand e punto vendita per lo sviluppo di nuovi mercati per le imprese italiane della moda." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 2 (June 2010): 15–49. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-002002.

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Abstract:
Questo articolo ha per scopo verificare la consistenza e le caratteristiche del processo di sviluppo internazionale delle marche italiane del sistema moda attraverso operazioni compiute su punti vendita nei mercati esteri ed in particolare in quelli emergenti. Sono presi in esame i principali fattori di specificitÀ delle imprese italiane della moda e l'evoluzione della situazione competitiva attraverso l'analisi di dati aggregati e l'andamento dei prezzi dei prodotti e della posizione competitiva delle imprese nazionali. I risultati di ricerca presentati mettono in evidenza il mutamento della posizione competitiva del sistema moda italiano e la risposta delle imprese attraverso un potenziamento del ruolo del canale diretto a sostegno della marca e per una gestione diretta della sua presenza sui mercati internazionali. Viene offerta evidenza di come i paesi emergenti risultino oggetto di attenzione come mercato di sbocco e non solo come luogo di produzione. La diffusione delle politiche di investimento nei punti vendita diretti interessa un ampio numero di marche e risulta essere una modalitÀ di crescita internazionale che integra le forme piů tradizionali di esportazione.
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5

Lorenzo Zichi, Gian. "Tra diplomazia e cultura. La dimensione culturale della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 381–97. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002019.

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Abstract:
La rilevanza della cultura nelle relazioni internazionali durante la Guerra Fredda fu riconosciuta, ma politicamente ben presto accantonata, dai 35 paesi che il 1° agosto del 1975 firmarono l'Atto Finale di Helsinki, documento istitutivo della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) e acme multilaterale della Détente. Il presente saggio - basato principalmente su fonti documentarie degli archivi CSCE, Nato e dei National Archives del Regno Unito - intende far luce su una delle dimensioni meno studiate del "cesto umanitari" della Conferenza per comprendere se gli aspetti culturali furono elementi facilitatori oppure ostativi nelle discussioni tra i paesi membri, dei quali si ripercorrerà la condotta. Una particolare sottolineatura sarà dedicata al ruolo avuto dalle «cultural personalities» dei due blocchi che, al seguito dei diplomatici, presero parte agli specifici appuntamenti destinati alla cooperazione culturale. Un'analisi dunque volta al passato, ma utile anche per interpretare attuali dinamiche della diplomazia culturale e riflettere su quale può essere oggi, dinnanzi al risorgere degli egoismi nazionali, il ruolo della cultura nelle relazioni internazionali.
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Cesa, Marco. "SICUREZZA E RELAZIONI INTERNAZIONALI: IL PARADIGMA REALISTA RIVISITATO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 223–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013265.

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Abstract:
IntroduzioneAnche se quello di sicurezza è un termine impiegato molto frequentemente negli studi di relazioni internazionali, in particolar modo negli ultimi decenni, la sua elaborazione concettuale è lungi dall'aver raggiunto un livello soddisfacente. Eppure, alcuni dei molti studi dedicati specificamente a tematiche contemporanee, come il controllo degli armamenti e la politica di difesa degli stati occidentali, e in primo luogo degli Stati Uniti, hanno fornito definizioni piò o meno esplicite e articolate. Così, ad esempio, Donald Brennan (1961, 8) sostiene che la sicurezza è composta, in proporzioni variabili, tanto dalla protezione della sopravvivenza nazionale, intesa questa nei suoi significati fisici, politici e degli standard di vita, quanto dal perseguimento dei fini di politica estera. Secondo Morton Berkowitz e P.G. Bock (1968, 40), invece, la sicurezza sarebbe una piò generica «capacità di una nazione di proteggere i suoi valori interni da minacce esterne».
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Cesa, Marco. "SICUREZZA E RELAZIONI INTERNAZIONALI: IL PARADIGMA REALISTA RIVISITATO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 223–54. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002181x.

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Abstract:
IntroduzioneAnche se quello di sicurezza è un termine impiegato molto frequentemente negli studi di relazioni internazionali, in particolar modo negli ultimi decenni, la sua elaborazione concettuale è lungi dall'aver raggiunto un livello soddisfacente. Eppure, alcuni dei molti studi dedicati specificamente a tematiche contemporanee, come il controllo degli armamenti e la politica di difesa degli stati occidentali, e in primo luogo degli Stati Uniti, hanno fornito definizioni piò o meno esplicite e articolate. Così, ad esempio, Donald Brennan (1961, 8) sostiene che la sicurezza è composta, in proporzioni variabili, tanto dalla protezione della sopravvivenza nazionale, intesa questa nei suoi significati fisici, politici e degli standard di vita, quanto dal perseguimento dei fini di politica estera. Secondo Morton Berkowitz e P.G. Bock (1968, 40), invece, la sicurezza sarebbe una piò generica «capacità di una nazione di proteggere i suoi valori interni da minacce esterne».
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De Nisco, Alessandro, Statia Elliot, Nicolas Papadopoulos, Giada Mainolfi, Vittoria Marino, and Maria Rosaria Napolitano. "Turismo internazionale ed effetto "made in". L'influenza dell'immagine paese sulla soddisfazione turistica e le intenzioni post-visita." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (October 2012): 131–51. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003007.

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Abstract:
Questo studio propone un modello di ricerca finalizzato ad indagare la relazione esistente tra le diverse componenti dell'immagine Paese - valutate a livello generale (general country image) e con riferimento agli attributi turistici (tourism destination image) e alle produzioni nazionali (product-country image) - la soddisfazione turistica e le intenzioni post-visita in termini di fedeltÀ attesa e propensione all'acquisto delle produzioni nazionali. Il framework analitico č stato testato su un campione di turisti internazionali intercettati al termine della propria visita in Italia. Sulla base dei risultati, vengono discusse le principali implicazioni di ricerca e fornite indicazioni utili per la gestione dell'immagine Paese da parte degli enti pubblici che si occupano di promozione turistica e delle imprese del made in.
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Chiodi, Giovanni. "Oltre la sovranità nazionale: Filippo Vassalli in missione a Londra (1945)." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 22, 2022): 401–31. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19451.

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Abstract:
Nel novembre-dicembre 1945, il civilista Filippo Vassalli intraprese una missione a Londra, a capo di una delegazione di giuristi invitati dal British Council ad osservare il funzionamento delle istituzioni inglesi, attraverso un “legal sightseeing” fatto di “talks” e “meetings” con illustri esponenti della politica e della cultura giuridica britannica. Alcuni documenti dell’archivio Vassalli consentono ora di approfondire i risvolti di questo viaggio, di cui il giurista stilò un resoconto in alcuni suoi scritti. La ricerca, in particolare, intende dimostrare che Vassalli, durante la missione, maturò l’idea del superamento del mito della sovranità nazionale in ambito internazionale, visione successivamente estesa nel campo del diritto civile. Vassalli supportò l’orientamento favorevole alla creazione di un’organizzazione superiore ai singoli Stati, che assicurasse la pace nel mondo e offrisse una tutela sovranazionale dei diritti dell’uomo. La missione ebbe anche conseguenze sull’ordinamento della giustizia, della polizia e della vita economica italiana, alla vigilia della Costituente, di cui pure Vassalli non fu chiamato a prendere parte. Come capo della missione, infatti, egli portò in Italia a De Gasperi, titolare del dicastero degli Esteri, un messaggio del Ministro degli Esteri Bevin, personalità eminente della politica anglosassone, che aveva già influenzato Vassalli sul terreno del futuro assetto delle relazioni internazionali in tempo di pace. La missione a Londra, di conseguenza, rappresenta una vicenda centrale per comprendere il pensiero di Vassalli nel decennio repubblicano.
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10

Pasticci, Franca, and Antonio Selvi. "L'esperienza Di Un Sito Web Per La Dieta Nelle Malattie Renali." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (November 2, 2014): 29–32. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.856.

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Abstract:
Introduzione. La sensibilizzazione alle cause della malattia renale cronica e la diffusione delle conoscenze nutrizionali possono contrastare l’andamento cronico e progressivo della stessa. L’utilizzo del web è sempre più frequente come possibile mezzo di reperimento di risposte alle limitazioni imposte dalla malattia. Metodi. Sono stati esaminati altri siti web dedicati alla MRC e, sulla base delle esperienze nazionali e internazionali, è stato creato un sito web dedicato alla nutrizione in nefrologia. Risultati. A un anno di distanza dall’apertura del sito, le visite giornaliere medie sono circa 20, con picchi fino a 60-140 persone in relazione con gli inserimenti di nuove pagine. I visitatori sono per la maggior parte persone con MRC in fase conservativa oppure che hanno fatto il trapianto. Conclusioni. Nel trattamento delle nefropatie, la figura del dietista è centrale. A tutt’oggi, pochi sono i dietisti disponibili nei centri di nefrologia; il sito, oltre a fornire informazioni nutrizionali, potrebbe aumentare la sensibilità dell’opinione pubblica e delle istituzioni verso questo professionista.
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Dissertations / Theses on the topic "Relazioni nazionali e internazionali"

1

Cossu, Gian Paolo <1989&gt. "Le minoranze nazionali russe e il loro peso all'interno della politica estera della Federazione Russa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10399.

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Abstract:
Con la mia tesi di laurea cerco di analizzare e capire se le minoranze nazionali in Russia possano avere una qualche influenza sulla politica estera della Federazione. Dato che uno dei suoi maggiori gruppi, se non quello principale, sono i cittadini russi di fede musulmana, ho voluto indagare se questo gruppo abbia o meno un certo potere di lobby nella politica estera della Russia, specialmente in questo momento storico che vede la Federazione Russa impegnata fortemente nel conflitto siriano, nei rapporti con gli stati vicini che fecero parte dell’URSS, nei rapporti con l’Iran, ora libero dalle sanzioni occidentali, etc. La mia tesi è divisa in una piccola introduzione, quattro capitoli e una conclusione. Nel primo capitolo parlo del ruolo e dello status legale delle minoranze in Russia. Nel secondo capitolo parlo dell’Islam in Russia, iniziando con un excursus storico e proseguendo con uno sguardo alla situazione odierna, specialmente nelle repubbliche del Tatarstan e del Daghestan. Nel terzo capitolo parlo della politica estera russa dai primi anni duemila fino ai fatti recenti, analizzando in pratica, l’operato dell’amministrazione Putin e dell’amministrazione Medvedev. Nel quarto capitolo analizzo, partendo dai dati dei capitoli precedenti, se e come le minoranze nazionali di fede islamica riescono a influenzare la politica estera del Cremlino, o se quest’ultimo non si curi di queste spinte.
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Bora, Tommaso <1992&gt. "L’evoluzione politico-strategica cinese a livello nazionale ed internazionale in relazione ai problemi ambientali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11956.

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Abstract:
In questa tesi si cercherà, basandosi su fonti attendibili, di analizzare le differenti politiche interne e tattiche di negoziazione utilizzate a livello internazionale dalla Cina in questo contesto ambientalistico, chiedendosi inoltre quali saranno le ripercussioni e i progetti per il futuro, soprattutto in seguito alla prevista, ma comunque sconvolgente, scelta di Trump e degli Usa di uscire dall’accordo sul clima di Parigi. Sarà di fondamentale importanza approfondire due lati della questione, capire a livello nazionale come l’emergenza dei nuovi problemi ambientali possa influenzare le politiche e gli obiettivi dei leader Cinesi, e come lo stato stia cercando di utilizzare l’internazionalizzazione delle politiche ambientali per portare avanti i propri obiettivi nazionali. La tesi sarà costituita da un’introduzione che darà una visione generale sulla questione, seguita da una prima parte che analizzerà la situazione Cinese interna, passata e attuale, relativa all’ambiente. Sarà importante, in questa sezione, focalizzare l’attenzione sugli obiettivi legati al clima e all’energia, sulle nuove norme legislative aggiunte nel corso degli anni, in quali campi dell’industria verde il paese ha investito maggiormente e quali saranno le conseguenze di tutto questo. Nella sezione successiva sarà invece analizzata approfonditamente la situazione dal punto di vista internazionale. Saranno approfonditi i diversi dialoghi e trattati relativi all’ambiente, con un focus particolare sul Protocollo di Kyoto dell’11 Settembre 1997 e sulla XXI Conferenza delle Parti dell'UNFCCC sui cambiamenti climatici, che ha portato 196 paesi alla sottoscrizione dell’accordo di Parigi. Di questa seconda parte, una sezione importante verrà incentrata sulle tattiche e strategie utilizzate dai negoziatori cinesi nelle discussioni di questi trattati, sottolineando il graduale cambiamento di disponibilità e apertura da parte dei rappresentanti cinesi. Infine una conclusione riassumerà quanto detto nei capitoli precedenti e approfondirà in parte cosa potrebbe succedere nei prossimi anni, sia a livello nazionale che internazionale. L’obiettivo primario di questa tesi sarà quello di dimostrare e analizzare il graduale cambio di posizione dei negoziatori cinesi all’interno delle conferenze internazionali sul clima e dello stretto legame tra questo cambiamento con la crescita economia e industriale del paese e il conseguente degrado ambientale che lo affligge sempre maggiormente.
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3

Bortolotti, Lucia <1994&gt. "Nation branding in Kazakhstan: analisi della relazione tra le strategie di branding governative e la formazione dell’identità nazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14935.

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Abstract:
Questa tesi esamina il concetto di Nation branding attraverso un’analisi delle strategie applicate dal governo del Kazakhstan per lo sviluppo della propria immagine nazionale, a partire dal 1991 ad oggi. Dopo un approfondimento dei macro-concetti di country e nation brand, con riferimento alle teorie di Simon Anholt , e della relazione di essi con il processo di formazione dell’identità nazionale di un paese, viene preso in considerazione il caso del Kazakhstan e il suo percorso di sviluppo del brand. L’obiettivo di questa ricerca è quello di rilevare la percezione del brand da parte della popolazione locale attraverso un’indagine empirica svolta nel paese. La strategia di ricerca prevede due modalità: (1) studio indiretto, basato sulla bibliografia scientifica disponibile e (2) ricerca diretta, mediante report condotti in loco. I dati vengono raccolti principalmente da siti e riviste specializzati, pubblicazioni accademiche, case studies e analisi dirette sopracitate. Alcuni studi sul branding ritengono che esso sia uno strumento utile al fine di sviluppare un’immagine forte del paese sul piano economico e politico internazionale, sebbene spesso sia possibile rilevare un gap consistente tra il brand identity (ossia la proiezione fatta da un paese verso l’esterno) e il brand image (ossia ciò che viene percepito dal resto del mondo). Mentre l’attività di branding sta diventando un elemento fondamentale nelle strategie governative kazakhe, con l’obiettivo di rafforzare la propria posizione nella regione eurasiatica e in generale nel mondo, risulta di grande interesse analizzare come vengono percepite queste attività a livello locale e la loro influenza sulla formazione dell’identità nazionale kazakha.
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4

Morandini, Silvia <1991&gt. "Cause e conseguenze della Partizione dell'India - Esodo e creazione dell’identità di due nazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12990.

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Abstract:
La tesi è focalizzata sul processo di partizione avvenuto nel subcontinente indiano a seguito dell’indipendenza ottenuta dall'Impero Britannico nel 1947. La Partizione dell’India fu uno dei più gravi e consistenti casi di migrazione forzata al mondo e segnò la fine, formale, del colonialismo britannico nell'area. Tra le conseguenze principali, si registrarono migrazioni di massa in entrambi gli stati, violenze inaudite, omicidi, stupri e persecuzioni su base religiosa e comunitaria. La Partizione condusse inoltre ad altre conseguenze di tipo geopolitico, quali guerre e il costante stato di allerta tra le due nazioni, nonché la successiva nascita dello stato del Bangladesh. Gli eventi del 1947 furono il risultato di varie componenti, in particolare la difficile convivenza tra le comunità socio-religiose residenti nell'area settentrionale del subcontinente, nonché l’applicazione di politiche di divide et impera perpetuate dai colonialisti, che esacerbarono le tensioni ed il divario sociale. L’elaborato mira ad analizzare le cause, le motivazioni, gli eventi, le memorie e infine le conseguenze che portarono a un tale catastrofico evento. Gli interessi di entrambe le comunità, in primis della componente pachistana, nella Partizione e costituzione della nuova nazione; nonché l’intenzione britannica nel mantenimento di un rapporto privilegiato e un’influenza attiva nei confronti di entrambi i neonati stati in chiave commerciale e geopolitica.
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Mizrahi, Avi <1988&gt. "Governing the “Crises”: Socioeconomic Exploration of Cultural Processes in Interwar Italy and Turkey via Experiences of Opera Nazionale Dopolavoro and Halkevleri." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8347/1/mizrahi_avi_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Interwar European historiography teaches us significant lessons on states' reactive responses to economical and social instabilities. In such an atmosphere of “insecurity” one sees more states adopting socioeconomic policies for the construction of a so-called “society in harmony.” Thus such institutional policies build the path for tranquilization and participation as well as survival and reaction. This thesis questions the processes that lead to the foundation of Opera Nazionale Dopolavoro (OND) in Italy and Halkevleri (People Houses) in Turkey in comparison. It departs with the socioeconomic analysis of capital distribution crisis and capital accumulation crisis in inter-war Italian and Turkish contexts with developing totalitarian and solidaristic corporatist models respectively. In this base, it tests the hypothesis; if employment of these institutional policies by relative inter-war governments reflected a reactionary response to crises of an “infrastructurally perceived threat” leading to social disintegration. The research methodology is developed on three levels, regards to (1) theoretical, (2) discursive and (3) policy formation matters. It firstly approaches the infrastructural and superstructural circumstances in each national context. Then it maps the perception patterns of intellectuals and law-makers leading to specific policy making practices. Following an excavation of primary and secondary sources, it observes that the hypothesis is partly rejected. The thesis defends that foundation of OND confirms the statement of being a reactionary policy against an “infrastructurally perceived threat” embodied as “organized labor”; however formation of Halkevleri negates the statement of being a reactionary policy against an “infrastructurally perceived threat.” It is observed that formation of Halkevleri reflects a reactionary policy against a “superstructurally perceived threat” imagined to be “counter-revolution.”
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Mitri, Angela <1991&gt. "Ricostruire l'economia e l'orgoglio nazionale: Il Giappone e il rapporto con gli Stati Uniti nel ventennio 1960-1980." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12160.

Full text
Abstract:
La tesi affronta l’evoluzione del rapporto fra Giappone e Stati Uniti nel ventennio 1960-1980. Il Primo capitolo affronta la relazione economica fra i due paesi. Partendo dall’ascesa economica giapponese descrive poi come il maggior peso economico del Giappone metta in crisi la cooperazione economica con gli Stati Uniti e come di conseguenza i due paesi affrontarono le principali dispute e crisi economiche dell’epoca. Il secondo capitolo affronta l’evoluzione del rapporto di sicurezza. Descrive come il Giappone partendo da una posizione svantaggiata, avendo firmato nel 1951 un Trattato di Sicurezza che lo poneva in una posizione di inferiorità rispetto agli Stati Uniti, riuscirà a negoziare e firmare nel 1960 il Trattato di Mutua Cooperazione e Sicurezza, un trattato che lo poneva in una posizione più eguale rispetto agli Stati Uniti. Affronta poi come il crescente antimilitarismo fra la popolazione giapponese porterà alla crisi del 1960 e di come il rapporto di sicurezza fra i due paesi evolverà dopo la firma del Trattato di Mutua Cooperazione e Sicurezza. Il capitolo si conclude poi con la discussione della questione Okinawa e di come il Giappone riesca a negoziare con gli Stati Uniti la reversione dell’isola. Il Terzo e ultimo capitolo affronta il ruolo del Giappone e degli Stati Uniti in Asia Orientale, di come la guerra del Vietnam modificherà la visione che il Giappone aveva degli Stati Uniti e di come si evolveranno le relazioni con i due principali paesi comunisti: l’Unione Sovietica e la Cina. Concludendo infine come nonostante le crisi e la crescente multipolarità della scena internazionale, il Giappone continuerà a mantenere un rapporto bipolare privilegiato con gli Stati Uniti.
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7

INNOCENTI, GIACOMO. "FRA PRIORITA' NAZIONALI E CONTINENTAL COMMITMENT. LA STRATEGIA BRITANNICA NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE E L'INTERVENTO SUL FRONTE ITALIANO 1917 - 1919." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19573.

Full text
Abstract:
In questo lavoro è stata studiata l’evoluzione della strategia di sicurezza imperiale della Gran Bretagna. Il periodo preso in esame è compreso tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Alla luce di questa evoluzione e del contesto internazionale che l’ha generata, è studiata la strategia seguita da Londra durante il primo conflitto mondiale, analizzando il caso dell’intervento della British Army in Italia dopo la battaglia di Caporetto. La tesi mostra come l’immobilità del fronte occidentale spinse il Governo britannico a cercare nuovi fronti al fine di garantire i suoi obiettivi strategici. In questo contesto è inserito l’ingresso dell’Italia nel conflitto. Lo studio evidenzia come la Gran Bretagna intendesse il fronte italiano quale strumento per sottrarre risorse alla Germania. Dopo Caporetto gli inglesi, giunti in Italia per supportare l’esercito italiano, cercarono di utilizzarlo con il fine di escludere l’Austria-Ungheria dal conflitto e isolare la Germania. La tesi dimostra come, dal punto di vista inglese, il fronte italiano fosse un esempio di expeditionary strategy, ma che divenne una componente veramente integrata della difesa imperiale britannica solo nel momento in cui l’Italia isolò la Germania e si preparò a invaderla da sud, dopo la battaglia di Vittorio Veneto.
The aim of this work is to study the evolution of the British Imperial security strategy. The work investigates the period between the end of the 18th Century and the beginning of the 19th. In the light of the evolution and the international contest that created it, it is studied the strategy applied by London during the First World War and will be analysed the case of the British Army’s expedition in Italy after the battle of Caporetto. The thesis shows that the immobility of the western front led the British Government to seek new fronts in order to gain its strategic objectives. The study shows how Great Britain interpreted the Italian front such as a tool to take resources away from Germany. After Caporetto the British came to Italy to support the Italian Army, they tried to use it to exclude Austria-Hungary from the conflict and to close off Germany. The thesis proves that, by the British point of view, the Italian front was an example of expeditionary strategy, but it became an integrated part of the Imperial British strategy only when Italy isolated Germany and organised its invasion from the South, after the battle of Vittorio Veneto.
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INNOCENTI, GIACOMO. "FRA PRIORITA' NAZIONALI E CONTINENTAL COMMITMENT. LA STRATEGIA BRITANNICA NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE E L'INTERVENTO SUL FRONTE ITALIANO 1917 - 1919." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19573.

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Abstract:
In questo lavoro è stata studiata l’evoluzione della strategia di sicurezza imperiale della Gran Bretagna. Il periodo preso in esame è compreso tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Alla luce di questa evoluzione e del contesto internazionale che l’ha generata, è studiata la strategia seguita da Londra durante il primo conflitto mondiale, analizzando il caso dell’intervento della British Army in Italia dopo la battaglia di Caporetto. La tesi mostra come l’immobilità del fronte occidentale spinse il Governo britannico a cercare nuovi fronti al fine di garantire i suoi obiettivi strategici. In questo contesto è inserito l’ingresso dell’Italia nel conflitto. Lo studio evidenzia come la Gran Bretagna intendesse il fronte italiano quale strumento per sottrarre risorse alla Germania. Dopo Caporetto gli inglesi, giunti in Italia per supportare l’esercito italiano, cercarono di utilizzarlo con il fine di escludere l’Austria-Ungheria dal conflitto e isolare la Germania. La tesi dimostra come, dal punto di vista inglese, il fronte italiano fosse un esempio di expeditionary strategy, ma che divenne una componente veramente integrata della difesa imperiale britannica solo nel momento in cui l’Italia isolò la Germania e si preparò a invaderla da sud, dopo la battaglia di Vittorio Veneto.
The aim of this work is to study the evolution of the British Imperial security strategy. The work investigates the period between the end of the 18th Century and the beginning of the 19th. In the light of the evolution and the international contest that created it, it is studied the strategy applied by London during the First World War and will be analysed the case of the British Army’s expedition in Italy after the battle of Caporetto. The thesis shows that the immobility of the western front led the British Government to seek new fronts in order to gain its strategic objectives. The study shows how Great Britain interpreted the Italian front such as a tool to take resources away from Germany. After Caporetto the British came to Italy to support the Italian Army, they tried to use it to exclude Austria-Hungary from the conflict and to close off Germany. The thesis proves that, by the British point of view, the Italian front was an example of expeditionary strategy, but it became an integrated part of the Imperial British strategy only when Italy isolated Germany and organised its invasion from the South, after the battle of Vittorio Veneto.
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Džinić, Edina. "Bosnia ed Erzegovina sulla strada di uno stato moderno: Relazione tra disintegrazione nazionale ed integrazione internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10080.

Full text
Abstract:
2012/2013
First and second chapter deals with classical problems in terms of state, nation, people, minority, society. BiH was dealing with frequent change of state polity and therefore fallowing influence to the social and cultural change of its people. At the end the individual and collective identity modifications created distinct value disagreements. BiH society is confronting dichotomy in its ethnic affiliations regarding the concept of “multiculturalism” among the Bosniaks’ majority and other two constitutive people Serbs and Croats in terms of three B, believing/belonging/becoming. One will say that ethnicity is a changeable socially constructed concept like e.g. the class, race, etc. another will accentuate the natural constant of ethnic solidarity and the third will emphasize the long-term effects of institutional and cultural environment of ethnic relations. The theoretical framework in the context of ethnographic data is necessary to reach a social and cultural maturity. BiH was experiencing the process of territorial and constitutional transformation after the dissolution of common state of Yugoslavia. Constitutional order of 1995 created complex decision making system and complex state structure blocking the state functions and creating the frequent political, economic and social crises. As a part of international peace agreement the forcible Constitution created unequal standing for three constitutive peoples, the “Others” and citizens of BiH. In its end line it froze the war territorial division. The term “constitutive” people were taken from the last Yugoslav constitution where the state sovereignty was diffused between different holders: the peoples and republics and at the end conditioned by consensus. The reinforced EU presence is a crossforce in supporting the domestic stakeholders and BiH citizens in the EU integration process as well in sooner closure of the OHR and transfer of competencies to the state of BiH and to the other domestic stakeholders. The initiation of “late” approval of crucial laws of BiH e.g. the Law on citizenship, the Law on residence and the Law on Personal identification number happened under the pressure of civil society with “baby revolution”. In the last chapter the accent is on good practice examples of Crossborder Cooperation Program Croatia/BiH 2007-2013 aiming the better quality of life of people in the border region of Una-Sana Canton. An opportunity is entrance of Croatia to EU considering that now 2/3 of the internationally recognized BiH’s border is external border of EU now. The European Aid funds are welcomed in this area, although the consumption of funds could be better. Here is to point out a field work in a multicultural environment of the municipality of Bosanski Petrovac where peace agreement of 1995 established an internal administrative boundary line making two municipalities Bosanki Petrovac and Petrovac.
I capitoli primo e secondo trattano di problemi classici in termini di stato, nazione, popolo, minoranza e società. La BiH si confronta con un frequente cambio di sistema politico dello stato e questo influenza il cambiamento sociale e culturale del popolo. Alla fine del processo le differenze individuali e collettive di identità creano diversi aspetti di valore. La BiH sta affrontando una dicotomia nella sue identità etniche sul concetto di "multiculturalismo" tra la maggioranza dei Bosniacchi e gli altri due popoli costitutivi Serbi e Croati in termini di tre B, credere/appartenere/diventare (believing/belonging/becoming). Alcuni dicono che l'etnicità è un mutevole concetto sociale, altri accentuano la costante di solidarietà etnica e i terzi mettono in risalto gli effetti a lungo termine del contesto istituzionale e culturale delle relazioni etniche. Il quadro teorico nel contesto dei dati etnografici è necessario per raggiungere una maturità sociale e culturale. La BiH sta vivendo il processo di trasformazione territoriale e costituzionale dopo la dissoluzione dello stato comune della Jugoslavia. L’ordine costituzionale ha creato un complesso sistema decisionale ed una struttura statale complessa, bloccando le funzioni dello stato e provocando le frequenti crisi politiche, economiche e sociali. La Costituzione della BiH, che fa parte dell’accordo internazionale di pace del 1995, ha creato una disugualianza tra i tre popoli costitutivi, gli "Altri" ed i cittadini della BiH. Il termine del popolo "costitutivo" è stato preso dall'ultima costituzione jugoslava dove la sovranità statale viene trasmessa tra i popoli e le repubbliche condizionato dal consenso instituzionale. La presenza rafforzata dell'UE ha una ambiguità nel sostenere i titolari del potere nazionale ed i cittadini della BiH nel processo di integrazione europea. Attualmente non esiste una volontà politica per la chiusura finale dell'OHR e per il trasferimento delle competenze all’amministrazione statale ed alle altre parti interne. La procedura di approvazione "in ritardo" delle leggi fondamentali della BiH, ad esempio la legge sulla cittadinanza, la legge sulla residenza e sul numero di identificazione personale, è avvenuta sotto la pressione della società civile con la "baby rivoluzione". Nell'ultimo capitolo l'accento è sugli esempi di buona pratica di cooperazione transfrontaliera e di programma Croazia/Bosnia-Erzegovina (CBC Cr/BiH) per una migliore qualità della vita delle persone nella regione di confine, Cantone Una-Sana. Un'opportunità di sviluppo economico è l'ingresso della Croazia nell'UE, considerando che oggi i 2/3 della frontiera della BiH riconosciuta a livello internazionale è frontiera esterna dell'UE. I fondi degli aiuti europei sono presenti in questa regione, anche se la loro l’utilizzazione potrebbe essere migliore. Si evidenzia anche una ricerca in ambiente multiculturale nel territorio di Bosanski Petrovac dove l’accordo di pace del 1995 ha creato una linea di confine interna creando due comuni, quello di Bosanski Petrovac e quello di Petrovac.
XXV Ciclo
1977
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10

Bagarolo, Luca <1993&gt. "IL FISCO E GLI ARTISTI: PROFILI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13219.

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Abstract:
La tesi tratta degli aspetti fiscali degli artisti nazionali ed internazionali ed è strutturata in tre capitoli. Nel primo capitolo vengono esposti gli aspetti principali del diritto d'autore contenuti nella normativa interna e nella normativa comunitaria. Inoltre viene accennato alle funzioni della SIAE alla luce del recepimento della nuova direttiva. Il secondo capitolo si occupa delle prestazioni artistiche rese dall'artista nazionale, distinte tra quelle che possono avere ad oggetto un'azione di fare o un'utilizzazione economica del risultato della prestazione stessa, al fine di individuare la categoria reddituale di appartenenza dei compensi percepiti e le regole di determinazione del reddito. La prima categoria di prestazioni richiede l'esercizio di un'attività tipicamente personale dell'artista. La seconda categoria suddivide i redditi percepiti dall'artista in compensi derivanti dallo sfruttamento di un'opera dell'ingegno protetta e compensi derivanti dallo sfruttamento dei diritti connessi al diritto d'autore, come i diritti spettanti agli artisti interpreti ed esecutori per la cessione o lo sfruttamento delle registrazioni delle loro esibizioni artistiche. Nella parte conclusiva del capitolo vengono approfonditi il diritto d'immagine e i fattori che determinano la residenza al fine di evitare i trasferimenti fittizi. Il terzo capitolo si occupa dell'artista internazionale. In particolare, viene affrontato il tema della tassazione dei redditi derivanti da attività artistiche rese da soggetti non residenti secondo la normativa interna e secondo le norme convenzionali. L'art. 17 del Modello OCSE disciplina nello specifico i redditi percepiti da professionisti dello spettacolo e musicisti, derivanti dall'attività personale prestata da detti soggetti nell'ambito di un rapporto di lavoro dipendente o indipendente. Nel Commentario al Modello OCSE viene individuato l'elemento soggettivo ed oggettivo di applicazione della norma, anche se le Convenzioni concluse dall'Italia possono prevedere dei criteri di tassazione derogatori rispetto a quelli previsti nel modello base della Convenzione. Viene approfondita anche la disposizione anti-elusiva contenuta nel comma 2 dell'art. 17 Modello OCSE riguardante i redditi percepiti da soggetti diversi dagli artisti. Nella parte finale del capitolo viene approfondito il tema delle royalties da diritto d'autore.
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Books on the topic "Relazioni nazionali e internazionali"

1

Buonomo, Vincenzo. I diritti umani nelle relazioni internazionali: La normativa e la prassi delle Nazioni Unite. Roma: Pontificia università lateranense, 1997.

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2

Mazzei, Franco. Relazioni internazionali. Milano: EGEA, 2012.

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3

Passioni politiche in tempo di guerra fredda: La Repubblica di San Marino e l'Italia repubblicana tra storia nazionale e relazioni internazionali, 1945-1957. Repubblica di San Marino: Centro sammarinese di studi storici, 2010.

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4

Storia delle relazioni internazionali. Roma: GLF editori Laterza, 2015.

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5

Sebastiano, Maffettone, and Pellegrino Gianfranco, eds. Etica delle relazioni internazionali. Lungro di Cosenza (Cosenza): Marco, 2004.

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6

Simon-Belli, Carlo. Teorie delle relazioni internazionali. 3rd ed. Perugia: Guerra, 2003.

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7

Simon-Belli, Carlo. Teorie delle relazioni internazionali. Perugia: Guerra, 2002.

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8

L'idea dell'Europa nelle relazioni internazionali. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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9

Casadio, Franco A. Il sistema delle relazioni internazionali. Roma: Società italiana per l'organizzazione internazionale S.I.O.I, 1991.

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10

Il Mediterraneo nelle relazioni internazionali. Milano: V&P, 2009.

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Book chapters on the topic "Relazioni nazionali e internazionali"

1

Cesa, Marco, and Sonia Lucarelli. "Introduzione. Umberto Gori e le Relazioni Internazionali in Italia." In Studi e saggi, 7–15. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-595-0.01.

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Abstract:
Umberto Gori has held the first chair of International Relations in Italy and has been the first scholar to address a series of central topics in the analysis of foreign policy and international politics. Those who browse, even if only rapidly, his rich bibliography cannot but be struck by the great variety of the topics examined: from the first works of a predominantly legal nature, we move on to studies centered on methodological and epistemological issues, relations between states, analysis of foreign policy in general and Italian foreign policy in particular, Peace Research, strategic affairs, intelligence, and finally the impact of the information and digital revolution on international politics and contemporary strategy. What holds together so many different issues is, firstly, a constant attention to methodology and, secondly, a clear preference for a predominantly operational approach, in the belief that knowledge must always be functional to decision and action. These basic attitudes are reflected not only in his strongly characterized research agenda, but also in the twofold nature of his teaching commitment: on the one hand, Gori taught outside the university classrooms, at military and governmental institutions, for decades; on the other hand, he introduced issues traditionally reserved to diplomacy and security institutions into the Italian academic context. Such a propensity to build bridges between different worlds - academic, military, technological, diplomatic, financial - and a research vocation that has never failed make Umberto Gori a figure indissolubly linked to the birth and development of International Relations in Italy.
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2

Pommier, Daniel. "Identità nazionale e relazioni internazionali in Azerbaigian." In Eurasiatica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-279-6/011.

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Abstract:
The constructivist theory of International relations, which belongs to the wider field of the sociology or historical sociology of the international relations, correlates the features of national identity to the international projection of the State. National identity is the embodiment of a range of symbols, cultural processes, ideology and politics. This essay examines the Republic of Azerbaijan in his external projection trough the correlation of identity elements in public space. The analysis will try to deconstruct the category of crossroads that is frequently related to the identity of the Caucasian State.
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3

"Le relazioni internazionali." In Storia della Dermatologia e della Venereologia in Italia, 371–79. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5717-3_19.

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4

"I Prorettori delle Relazioni internazionali." In I rapporti internazionali nei 150 anni di storia di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-265-9/017.

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5

"Ρ. STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI TRA GLI STATI MODERNI." In 1994, 285–316. K. G. Saur, 1999. http://dx.doi.org/10.1515/9783110959352.285.

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6

Balboni, Paolo E. "14 • Politica linguistica: rallentare Darwin nell’Europa plurilingue." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/014.

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Abstract:
Dalla fine degli anni Settanta a oggi ho studiato l’intreccio tra i diritti della persona a vivere più lingue e in più lingue e i diritti e doveri stabiliti dalle politiche linguistiche nazionali e internazionali. Così come per l’educazione linguistica ho affiancato ricerca teorica e creazione di materiali operativi, anche nel settore del plurilinguismo ho lavorato molto sul campo, con progetti scolastici e con interventi in ambito istituzionale, dal Consiglio d’Europa al Parlamento italiano, alle Regioni, ai Comuni, in parte descritti nella bibliografia. In questo settore ho contribuito in maniera originale in due ambiti: l’intercomprensione tra lingue affini, vista ottimisticamente come una risorsa per il futuro, e l’elaborazione di una prospettiva realistica, quindi pessimistica, sul futuro del plurilinguismo.
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7

Gamba, Elisa. "La gestione delle relazioni internazionali in un ateneo: il caso Ca’ Foscari 2009-2012." In I rapporti internazionali nei 150 anni di storia di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-265-9/012.

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Abstract:
This paper offers an analysis of the management of international relations at Ca’ Foscari University of Venice in the years 2009-12, from a privileged point of view: the author has been working in the International Office since 2010 and she has been the Head of Ca’ Foscari Welcome Unit-International Office since 2015. The analysis is taken from her final MA dissertation Managing International Relations at University, a.y. 2011-12 in Comparative International Relations.
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