Journal articles on the topic 'Relazioni educative'

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Mario, Daniela. "I processi di rispecchiamento nelle relazioni educative e terapeutiche." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (June 2015): 243–74. http://dx.doi.org/10.3280/pu2015-002005.

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Lecce, Amelia, Ilaria Viola, and Giovanna Celia. "L'inclusione al nido tra passato e presente: il ruolo della coeducazione." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 108–17. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12918.

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Abstract:
Il servizio di asilo nido ha una storia complessa: da ente morale nato per rispondere alle esigenze di una piccola parte della popolazione, è diventato promotore consapevole di pratiche partecipative inclusive. L'excursus storico e legislativo ha permesso il pieno riconoscimento del servizio come pratica virtuosa, al fine di innescare circuiti inclusivi, che contrastino la povertà e la marginalità sociale. Il nido, quindi, si configura come uno spazio privilegiato per costruire le prime relazioni affettive ed educative, mediante l'organizzazione di contesti educativi flessibili e inclusivi, con l'obiettivo di favorire la partecipazione tanto compromessa durante il periodo caratterizzato dalla diffusione del Covid-19. Nell'articolo si farà luce su come il nido e la relazione tra le figure che costellano la vita del bambino si siano evoluti nel tempo e quale ruolo abbia avuto la coeducazione durante la pandemia.
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3

Giusberti, Tiziana. "Prendersi cura della famiglia adottiva per prevenire i fallimenti." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002009.

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Abstract:
E importante adattare i servizi che si occupano di adozione per sostenere nel tempo le famiglie che accolgono bambini difficili, al fine di prevenire i fallimenti adottivi e di contenere le sofferenze psicologiche e relazionali intrafamiliari. Il sostegno e rivolto sia alla singola famiglia sia ai gruppi di famiglie: i gruppi sono articolati per eta omogenee dei figli, vedono da una parte i genitori che si interrogano sulle proprie responsabilita e dall'altra i bambini e i ragazzi che a loro volta rielaborano la loro storia adottiva attraverso proposte specifiche. L'attivita psicologica di accompagnamento e sostegno leggero in tempi lunghi rappresenta un antidoto alla solitudine e aiuta i genitori a operare scelte educative e relazionali rispettose dei bisogni dei figli e in grado di tutelare le relazioni familiari.
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Pacchi, Carolina. "Paesaggi educativi e dinamiche di segregazione scolastica. Un'interpretazione delle relazioni tra scuola e territorio." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 132 (February 2022): 74–85. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-132-s1005.

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Abstract:
L'articolo propone di esplorare le potenzialità euristiche del concetto di paesaggio educativo. A partire da una lettura intrecciata di queste variabili, e da alcune evi-denze empiriche sulle città di Milano, Barcellona e Oslo , l'articolo riflette critica-mente su come questo concetto possa essere utile per affrontare le crescenti dise-guaglianze educative e i fenomeni di segregazione di studenti svantaggiati.
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Brunetti, Immacolata. "The students’ voice." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 408–21. http://dx.doi.org/10.36253/form-12665.

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Abstract:
This is a multi-level study in the field of intercultural education and refers to a project called “The voice of students”. The cases are action research projects developed with a group of primary school students. They participated in dialogical processes and shared leadership with their teachers. They co-designed projects, debated and became aware of critical issues related to cultural diversity in their educational communities. The aim of the research is to analyze participatory processes and associated changes in relation to intercultural education and relational structures that have emerged from students’ thoughts. From the data analysis it emerged that students’ personal changes, such as self-awareness and attention to others and relationships, group changes such as cohesion, as well as changes developed to other actors: teachers, other students they have created relationships of collaboration, solidarity, and mutual recognition. There were visible changes during the busiest time of the projects, but sometimes the effects continued and deepened thereafter. This underlines the importance of participatory projects of children engaged in intercultural processes and change. La voce degli studenti. Il presente contributo presenta uno studio a più livelli nel campo dell’educazione interculturale e fa riferimento a un progetto denominato “La voce degli studenti”. I casi sono progetti di ricerca-azione sviluppati con un gruppo di studenti della scuola primaria. Hanno partecipato a processi dialogici e hanno condiviso la leadership con i loro insegnanti. Hanno co-progettato progetti, dibattuto e preso coscienza di questioni critiche legate alla diversità culturale nelle loro comunità educative. Lo scopo della ricerca è analizzare i processi partecipativi e i cambiamenti associati in relazione all’educazione interculturale e alle strutture relazionali emerse dai pensieri degli studenti. Dall’analisi dei dati è merso che i cambiamenti personali degli studenti, come la consapevolezza di sé e l’attenzione agli altri e alle relazioni, i cambiamenti di gruppo come la coesione, così come i cambiamenti estesi ad altri attori: insegnanti, altri studenti, hanno creato relazioni di collaborazione, solidarietà e riconoscimento reciproco. Ci sono stati cambiamenti visibili durante il periodo più attivo in cui si sono svolti i progetti, ma a volte gli effetti sono continuati e si sono approfonditi in seguito. Ciò sottolinea l’importanza dei progetti partecipativi dei bambini impegnati nei processi interculturali e nel cambiamento.
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Camisasca, Elena, Venusia Covelli, and Sarah Miragoli. "Dallo stress economico al malessere psicologico dei minori durante la pandemia da Covid-19: quale ruolo per il conflitto co-genitoriale e le pratiche educative autoritarie?" MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2021): 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-001002.

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Abstract:
A seguito della pandemia da Covid-19, in letteratura sono comparsi numerosi contributi che hanno esplorato l'impatto delle misure restrittive sia sul reddito sia sulla qualità delle relazioni familiari, anche nei termini di co-genitorialità e pratiche educative, considerati separatamente. Obiettivo di questo studio è di esplorare l'associazione tra stress economico e malessere psicologico dei minori, ipotizzando che il livello di conflitto co-genitoriale e le pratiche educative autoritarie materne possano fungere congiuntamente da mediatori. Hanno partecipato allo studio 277 madri ed i loro figli (44% maschi), aventi un'età compresa tra 3 e 10 anni, e provenienti da nuclei familiari di livello socio-economico medio-alto. Il 37.5% delle partecipanti ha asserito che la pandemia e le relative restrizioni hanno avuto un significativo impatto negativo sul reddito familiare. I risultati delle analisi evidenziano la presenza di un'associazione significativa tra stress economico e malessere dei minori, spiegata da livelli elevati sia di conflitto co-genitoriale sia di condotte educative autoritarie.
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Silva, Clara, and Alessandra Gigli. "Il “virus rivelatore”. Nuovi scenari, emergenze e prospettive di ricerca sulle relazioni educative e familiari." Rivista Italiana di Educazione Familiare 18, no. 1 (June 19, 2021): 5–17. http://dx.doi.org/10.36253/rief-11322.

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Spaggiari, Simona. "L'ambiente educante." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 166–76. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037015.

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Abstract:
L'ambiente della Scuola comunale dell'infanzia Diana di Reggio Emilia è la forma visibile di come oggi il sistema pubblico possa progettare e sostenere esperienze educative di qualità, connettendo saperi e investendo su un'immagine di bambino capace, se messo nelle condizioni di poterlo fare, di costruire la propria conoscenza attraverso una fitta rete di relazioni che sono avventura e prove di libertà quotidiane. Lo stupore e il desiderio rendono possibile lo sforzo necessario per conoscere. Ogni processo di ricerca dei bambini è reso visibile e condivisibile nell'ambiente della scuola attraverso i linguaggi espressivi e vivrà come evento relazionale, dove nessuno insegna "la verità", ma tutti progettano ipotesi del possibile
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9

Rossini, Valeria, and Francesco Pizzolorusso. "Qualità dell'inclusione e didattica cooperativa. Una R-A in una scuola secondaria di secondo grado pugliese." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 192–221. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9419.

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Abstract:
Il presente contributo descrive un percorso di ricerca-azione realizzato in una scuola secondaria di secondo grado pugliese. La ricerca intende avviare una riflessione circa la qualità dell'inclusione scolastica, con il fine di apportare un miglioramento della professionalità docente e delle pratiche educative e didattiche. Lo studio descrive il processo di progettazione, realizzazione e valutazione di strategie inclusive, dall'osservazione del funzionamento degli studenti con bisogni educativi speciali secondo il modello ICF, alla sperimentazione di metodologie cooperative in classe. I risultati raggiunti mostrano l'importanza di una progettualità attenta sia al piano delle relazioni e sia a quello degli apprendimenti, in grado di integrarsi in una visione sistemica della qualità della scuola. La ricerca conferma inoltre come la partecipazione attiva di docenti e studenti nella promozione di una migliore convivenza scolastica risulti essere uno strumento fondamentale per rendere la classe (e la scuola) uno spazio aperto e accogliente, all'interno del quale l'inclusione sia intesa non solo come coinvolgimento di tutti, ma anche come valorizzazione di ciascuno.
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Garista, Patrizia, and Cristina Coccimiglio. "Digital resilient narratives. Pedagogic gender frailties crossing time and space in emergency." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 422–30. http://dx.doi.org/10.36253/form-12608.

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Abstract:
In times of crisis, vulnerable groups face more challenges and experience a greater sense of exclusion, due to being separated from positive relationships, caregivers, supporters. A challenge that many women face is having multiple identities as mothers, workers, wives, caregivers. However, fragility can become the wheel of positive change if well supported by technologies and appropriate educational strategies. We know how narratives can serve to hold all these identities together, creating a digital space, where everyone can recognize similar stories or share their own. This article proposes a theoretical reflection on gender frailties during the time of the pandemic, and reflects on spaces and time which generate digital resilient narratives. Narrazioni digitali resilienti. Le fragilità educative al femminile attraversano spazi e tempi dell’emergenza. In tempo di crisi, i gruppi vulnerabili devono affrontare più sfide e vivere di più la dimensione dell'esclusione, lontani da relazioni positive, caregivers, sostenitori. Tra loro, le donne si trovano a dover agire con le loro molteplici identità di madri, lavoratrici, mogli, caregivers. Tuttavia, la fragilità può essere riscattata se supportata da tecnologie e strategie educative e formative adeguate. Soprattutto sappiamo come le narrazioni condivise anche digitalmente creino uno spazio dove ognuno può riconoscere storie simili o condividerne una propria. Questo articolo propone una riflessione teoretica sulle fragilità attraverso uno sguardo di genere durante il periodo della pandemia, riflettendo su spazi e tempi che generano narrazioni resilienti digitali.
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Cerro, Giovanni. "Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912)." Asclepio 74, no. 2 (December 2, 2022): p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

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Abstract:
[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
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Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Abstract:
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Rullo, Marika, Loretta Fabbri, Claudio Melacarne, and Alessandra Romano. "Teorie del complotto, radicalizzazione e ricerca del significato." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2022): 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14613.

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Abstract:
La pandemia di Covid-19 ha rappresentato e continua a rappresentare un momento di crisi per molte società nel mondo. In tempi di difficoltà come questo, le teorie del complotto si diffondono molto rapidamente in quanto forniscono spiegazioni semplici a eventi complessi dando l'illusione di avere il controllo di una realtà sconosciuta e spesso spaventosa. Negli ultimi tempi si è registrato un aumento della diffusione, soprattutto online, di teorie del complotto legate sia alla pandemia di Covid-19 che ad altri eventi sociali. Tuttavia, la diffusione delle teorie del complotto può avere conseguenze sociali molto gravi come favorire il fiorire di forme di radicalizzazione. Nella presente ricerca cross-sectional condotta in Italia (N = 197) abbiamo utilizzato la Significance Quest Theory (SQT; Kruglanski et al., 2017) per descrivere come la radicalizzazione sia collegata alla ricerca di significato che può portare le persone ad adottare una mentalità complottista che a sua volta può supportare cognizioni e comportamenti radicalizzati. I risultati di questo studio rivelano che le relazioni tra ricerca di significato e tendenza alla radicalizzazione e forme di pregiudizio nei confronti degli immigrati, sono in parte spiegate dal pensiero complottista. Le implicazioni teorico-pratiche di questa ricerca prendono in considerazione gli sviluppi di SQT applicato alla comprensione del pensiero complottista e alla prefigurazione di azioni educative da progettare in una prospettiva trasformativa.
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Frangi, Lorenzo. "Best practices and human resource management in the subsidiaries of multinational corporations: a comparison between Italy and Brazil." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002004.

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Abstract:
Lo studio analizza la relazione tra le caratteristiche di alcune fondamentali pratiche di gestione delle risorse umane e il contesto istituzionale italiano e brasiliano in cui si inseriscono le filiali di tre grandi multinazionali. La ricerca affronta in primo luogo il dibattito in merito alla convergenza versus divergenza delle pratiche di gestione delle risorse umane a livello globale e, parallelamente, la relazione tra le linee guide gestionali stabilite dalle "case madri" delle multinazionali e la loro effettiva applicazione a livello delle filiali. Viene sottolineato come la possibilitŕ di ampia convergenza verso un unico modello gestionale abbia trovato sempre meno riscontro, e come anche nelle filiali delle multinazionali l'applicazione delle linee guida fornite dalle case madri trovino dei rilevanti limiti nel contesto istituzionale locale, in primo luogo nazionale. In seguito, lo studio compara le evidenze empiriche rilevate nelle pratiche di reclutamento, formazione e politiche salariali tra le filiali italiane e brasiliane di tre grandi multinazionali. I principali risultati ottenuti mostrano che queste pratiche di gestione di gestione delle risorse umane, anche a fronte di indicazioni comuni diffuse dalle "case madri", si strutturano secondo logiche opposte: una marcata dualitŕ nelle filiali brasiliane, con una netta differenza tra i pochi profili strategici e i molti lavoratori poco qualificati, mentre, comparativamente, tale dicotomia č meno evidente una all'interno delle filiali italiane. La spiegazione di tali differenti logiche viene ricercata guardando all'esterno delle imprese, con un focus specifico sul sistema educativo e sulle relazioni industriali. Il sistema educativo brasiliano č infatti strutturato secondo percorsi molto distinti, fin dai primi anni scolastici, tra classi popolari ed elite, che introducono marcate differenze di risorse di capitale umano nel mercato del lavoro. A ciň si sommano dinamiche di relazioni industriali di origine corporativa, in cui il sindacato č inefficace attore sociale nell'incidere sul crescente dualismo che ha luogo all'interno delle filiali. In Italia, invece, un sistema educativo ampiamente pubblico diviene accessibile opportunitŕ di crescita sociale. L'ambito delle relazioni industriali, inoltre, č caratterizzato dalla prevalenza di ampie dinamiche contrattate, e il sindacato, sia a livello nazionale che nelle singole filiali, agisce come rilevante forza equitativa. Lo studio proposto č un importante contributo alla comprensione delle pratiche di gestione delle risorse umane nelle multinazionali, soprattutto attraverso un approfondimento del caso brasiliano, paese poco studiato in questo ambito e di grande interesse attuale per il suo divenire economico. .
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fraticelli, E. "Questionnaire on Therapeutic Education in Diabetology. Interest and attitudes in the Italian diabetes community." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 130. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.8.

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Abstract:
Il GISED ha promosso una survey online (Google moduli) nell’estate 2021 allo scopo di fotografare lo stato dell’arte sull’Educazione Terapeutica (ET) nella comunità diabetologica, focalizzare i temi di interesse e approfondimento per la progettazione di corsi di formazione sull’ET e raccogliere indicazioni per migliorare le pagine web del GISED delle Società Scientifiche diabetologiche. Abbiamo rivolto 16 quesiti su diverse aree tematiche. I partecipanti sono stati 94, nel 92,6% medici, soprattutto donne e per circa la metà tra i 56 e i 65 anni. La maggior parte riconosce la promozione dell’empowerment del paziente come l’essenza della missione dell’ET. C’è una forte volontà a partecipare a corsi educativi. Minore è l’interesse a partecipare a campi scuola. Più della metà dei partecipanti ha mantenuto un’attività educativa anche durante il periodo di pandemia da Sars Cov-2 adottando diverse e nuove forme comunicative. La comunicazione rappresenta l’area da aggiornare e migliorare maggiormente tra le competenze educative mentre motivazione/engagement ed empowerment, quelle da approfondire. I giovani considerano più importanti l’accompagnamento del paziente nel percorso di cura e sono meno interessati alla promozione dell’Empowerment. Al di sotto dei 55 anni prevale l’interesse per la pratica. La competenza comunicativa è più richiesta sopra i 55 anni e predomina sopra i 65 anni. I minori di 45 anni vorrebbero approfondire temi di pratica e pianificazione dell’attività educativa. Nelle fasce di età maggiori c’è più coinvolgimento verso la motivazione, l’empowerment e la relazione/ascolto. Le donne prediligono temi relazionali e partecipativi, mente gli uomini sono interessati maggiormente a funzioni pragmatiche. Modesta prevalenza di interesse per gli uomini a migliorare la comunicazione. Pur con i limiti derivanti dal basso numero dei partecipanti, i risultati del questionario aprono a un’interessante lettura di genere e per età, e suggeriscono nuovi spunti di ricerca utili alla progettazione di azioni formative in ambito educativo. PAROLE CHIAVE: educazione terapeutica; diabetologia; attitudini; età; genere.
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Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Silva, Clara Maria, and Ana Maria Orlandina Tancredi Carvalho. "Bambine e bambini con background migratorio nei servizi educativi in Italia." Zero-a-Seis 23, no. 43 (March 12, 2021): 543–60. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e73636.

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Abstract:
L’articolo verte sul tema dell’educazione interculturale in relazione alla presenza delle bambine e dei bambini con background migratorio nei servizi educativi per l’infanzia in Italia. Una presenza che ha posto gli educatori e i coordinatori pedagogici di fronte all’esigenza di ripensare le pratiche educative e di partecipazione dei genitori al fine di riconoscere e valorizzare le specificità di cui è portatrice la nuova utenza. Alla luce di ricerche condotte negli ultimi anni in Italia e in Europa sono illustrati i principali nodi teorici alla base dell’educazione interculturale e presentate alcune esperienze educative realizzate in Toscana, volte a promuovere la relazione tra le diversità attraverso la lettura degli albi illustrati.
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La Barbera, Daniele. "Dis-social network: gli schermi digitali e gli adolescenti che odiano." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 81–91. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002008.

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Abstract:
Le tecnologie della comunicazione hanno assunto oggi un ruolo centrale in molte attività umane e rappresentano il principale fattore di cambiamento sociale, culturale, degli stili di vita, ma anche del funzionamento della nostra mente. Questi aspetti acquisiscono grande rilievo nel comprendere gli effetti di tali dispositivi sulle traiettorie di sviluppo e sul comportamento infantile, specialmente in relazione ai loro possibili usi disfunzionali e patologici e alle ricadute negative su alcune condotte inappropriate direttamente legate all'utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dei Social media. Vengono quindi approfondite quali caratteristiche di questi mezzi possono favorire modalità relazionali aggressive e abnormi nell'infanzia e nell'adolescenza, come quelle messe in atto dai cyberbulli e dagli haters, in particolare si sottolinea come la "distanza relazionale2 che caratterizza i contatti negli spazi virtuali, oltre che dare un senso di protezione, possa contribuire, privando l'incontro di elementi essenziali come quelli legati alla discriminazione del non-verbale e all'interazione degli sguardi, a un calo determinante delle componenti empatiche della comunicazione e al rinforzo degli aspetti egoreferenziali e narcisistici. Viene infine sottolineata l'esigenza di una precisa e accorta valutazione degli aspetti educativi connessi all'uso dei dispositivi digitali nell'infanzia e nell'adolescenza, che dovrebbero essere considerati con molta attenzione da famiglie, scuole, agenzie educative e istituzioni.
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Girotti, Luca. "Da "filologi dell'amministrazione" a "ispiratori del cambiamento": il contributo dell'indagine pedagogica alle politiche educative." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 410–18. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9502.

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Abstract:
Da molto tempo la pedagogia si interroga rispetto alla sua relazione con la politica, se non altro a motivo della percezione diffusa di non essere considerata come riferimento autorevole nella formulazione delle politiche educative; in particolare, negli ultimi anni, da più parti si è insistito sulla necessità per l'indagine pedagogica di riflettere sul contributo che la ricerca educativa può offrire alle politiche pubbliche in materia di istruzione, formazione e orientamento, a fronte delle rapide trasformazioni che attraversano la società postmoderna e della profonda crisi che sembra attanagliare le agenzie educative e i sistemi formativi. Le argomentazioni svolte pongono in luce il fatto che l'opportunità di chiarire in quali "termini" e a quali "condizioni" la ricerca educativa può essere una risorsa per le politiche pubbliche, la necessità di approfondire, sotto il profilo metodologico, i criteri in ragione dei quali attribuire/giudicare tale funzione e i relativi metodi/strumenti ad essi adeguati e l'esigenza di affrontare interrogativi etici connessi con la relazione fra pedagogia e politica sono questioni di natura complessa fra loro intrinsecamente interconnesse
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Iliana Morelli, Marcella Colacino, and Agathe Gillet. "L' apprendimento come partecipazione a contesti significativi: l’esperienza del Reggio Emilia Approach alla luce dei contributi di Maria Montessori e John Dewey." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 81–92. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.155.

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Abstract:
Ripercorrendo gli spunti educativi offerti da Montessori e Dewey, il presente contributo intende proporre una lettura ragionata del ruolo del contesto come fattore educante nella pedagogia reggiana. Secondo un approccio socio-costruttivista, non solo l’ambiente scolastico, ma ogni tipologia di contesto sociale e culturale può essere importante ai fini educativi, se vi si rintracciano ed evidenziano relazioni significative, in un’ottica generativa di nuovi significati e relazioni.
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Torlone, Francesca. "Lo specialista del trattamento per l'apprendimento trasformativo nei contesti penitenziari: la costruzione di identità del funzionario giuridico-pedagogico." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 103–27. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112008.

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Abstract:
Le trasformazioni occorse nel tempo nella cultura del sistema penale e peni-tenziario hanno inciso sulla identità professionale dei professionisti della funziona-lità giuridico-pedagogica. Il passaggio ad una cultura "rieducante" del sistema-carcere nel secondo dopo-guerra ha messo in luce una nuova identità, un nuovo ruolo cui non sempre si accompagnano nuove consapevolezze e pratiche educative. Il contributo intende ricostruire l'identità di ruolo del funzionario giuridico-pedagogico all'interno delle professioni educative e formative. A tal fine sono utilizzati elementi di rappresentazioni degli attori organizzativi e prospettive identita-rie legate al modo in cui ogni istituto costruisce il senso della professionalità giuridi-copedagogica con i dispositivi in uso e alimenta la cultura del lavoro educativo in carcere. Il contributo si conclude con alcune riflessioni sulla configurazione del funzionario giuridico-pedagogico come "specialista del trattamento" in relazione alla sua capacità di gestire ogni elemento del proprio lavoro in chiave educativa e di co-struire in autonomia il senso del suo ruolo professionale.
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Gariboldi, Antonio, and Antonella Pugnaghi. "Relazione educativa, valutazione e lavoro di equipe." Revista Linhas 19, no. 40 (May 14, 2018): 116–37. http://dx.doi.org/10.5965/1984723819402018116.

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Romano, Titti, and Roberto Serpieri. "La leadership educativa nel sistema scolastico italiano: tra istituzioni e competenze." Swiss Journal of Educational Research 28, S (December 1, 2006): 77–102. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.28.s.4758.

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Abstract:
L’obiettivo di questo articolo è fornire una lettura della leadership educativa attra- verso una prospettiva che permetta di vedere la leadership come una «competenza emergente» (duratura, autonoma ed indipendente), esito della complessa relazione tra individuo e contesto (Archer). Il leader educativo non è nient’altro che un soggetto competente capace di monitorare riflessivamente (conversazioni interne) sé stesso (desideri, passioni, progetti) e i vincoli e le risorse istituzionali. La chiave di lettura proposta sarà applicata per l’analisi di uno studio di caso: da un lato, un contesto istituzionale (il sistema scolastico italiano) travolto da un processo di riforma che sol- lecita i leader all’assunzione di nuove competenze (dirigenza scolastica), dall’altro, un leader educativo con una lunga carriera professionale alle spalle. Le competenze di leadership emergeranno da questa complessa relazione tra elementi che si condi- zionano senza né fondersi (ontologia della prassi) né determinarsi (riduzionismo), in quanto irriducibili (secondo il realismo critico archeriano).
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Ascione, Antonio. "The body between movement and virtual reality: the Just Dance game and the improvement of the ability to coordinate balance." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 113–22. http://dx.doi.org/10.36253/form-13630.

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Abstract:
Educational games have had a significant impact on the organization of the sense of many social practices: they motivate and maintain attention in various contexts, the information they convey is made accessible to a large number of users, the forms of literacy they allow are multiple. The educational challenge of the digital era of educational games is that of engaging and promote effective learning, even in early and early childhood contexts. This contribution, based on the findings of an experimental educational protocol of motor education in kindergarten and through the observation of digital parenting practices, explore the relationships between the use of Just Dance Game and the improvement of children’s coordinating skills. The improvement of balance competence is demonstrated. Il corpo tra movimento e realtà virtuale: il gioco Just Dance e il miglioramento delle abilità coordinative dell’equilibrio. I giochi educativi hanno avuto notevole impatto nell’organizzazione del senso di numerose pratiche sociali: essi motivano e mantengono l’attenzione in vari contesti, le informazioni da essi veicolate sono rese accessibili a un numero ampio di fruitori, le forme di alfabetizzazione che essi consentono sono plurime. La sfida educativa dell’era digitale dei giochi educativi è quella di un apprendimento coinvolgente ed efficace, anche in contesti di prima e seconda infanzia. Il presente contributo, a partire dalle risultanze di un protocollo educativo sperimentale di educazione motoria nella scuola dell’infanzia e attraverso l’osservazione delle pratiche di digital parenting, esplora le relazioni tra l’uso del gioco Just Dance e il miglioramento delle capacità coordinative dei bambini. Viene dimostrato il miglioramento della competenza dell’equilibrio.
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Anna Russo. "Relazione educativa e comunicazione nella comunità di apprendimento." Rivista Italiana di Educazione Familiare 18, no. 1 (June 19, 2021): 337–57. http://dx.doi.org/10.36253/rief-9496.

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Abstract:
The ongoing social change places the issue of training at the centre of development, which is a decisive factor in global competition. The debate concerning school-work, which is at the basis of the teachers’ professional development process in the third millennium, must include the construction of an adequate relational system together with the students as well as a strong ability in communication. The value of relationships in the educational field does not only concern the student-teacher relationship, but also the one with colleagues, parents and the entire school community, therefore defined as the “educating community”. In this kind of community, the relationships between the school and the family, the school, the “world of work”, and other educational agencies therefore create a network of individuals, who share the responsibility for the growth of young people, with a view to inclusion and compliance with the rights of equality and dignity. They also aim at reducing the causes of poverty and the social gap to prevent abandonment and early school leaving, and to ensure the right to education and educational success to every student.
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Castiglioni, Micaela. "Cercasi nonni? Per quale relazione di cura ed educativa?" MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (September 2012): 186–94. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-003024.

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Puddu, Luisa, and Rosalba Raffagnino. "Le competenze emotive e relazionali nelle dinamiche educative." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (September 2012): 36–42. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-003005.

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Giallongo, Angela. "Tipologie di bambini maschi mostri nell’immaginario medievale." El Futuro del Pasado 4 (May 30, 2013): 103–15. http://dx.doi.org/10.14201/fdp.24748.

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Abstract:
Il contributo rileva l’importanza educativa dei bambini mostruosi in alcuni esempi significativi della letteratura medievale francese ed italiana. L’individuazione di quattro bambini maschi problematici è interpretata alla luce delle relazioni emotive con gli adulti.
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Basanta-Vázquez, Carmen. "Musaio, M. (2020). Dalla distanza alla relazione: pedagogia e relazione d’aiuto nell’emergenza. Milano, Udine, Mimesis Edizioni, 198 pp." Estudios sobre Educación 42 (February 23, 2022): 277–79. http://dx.doi.org/10.15581/004.42.42673.

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Guerreschi, M. "Il bambino ipovedente nella scuola materna. Aspetti educativi e didattici." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (October 2009): 67–73. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-001006.

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Abstract:
- L'ipovisione č una condizione molto piů diffusa della cecitŕ, ma č ancora ampiamente misconosciuta, sia in ambito clinico-riabilitativo, sia in quello educativo. Nell'articolo vengono precisate le relazioni tra intervento riabilitativo ed educativo e poi quelle che riguardano educazione e didattica. Vengono individuate le principali risposte richieste alla scuola dell'infanzia in funzione delle esigenze specifiche dei bambini con ipovisione.Parole chiave: ipovisione, educazione scolastica, didattica
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Lannutti, Vittorio. "BeFriend: un'occasione per scoprire il valore della relazione e del contatto con l'altro." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 91–100. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001009.

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Abstract:
L'esperienza pratica proposta riporta i principali risultati del progetto BeFriend, svolto in due scuole medie di secondo grado della provincia di Ascoli Piceno negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019. BeFriend ha affrontato il problema della povertà educativa da un punto di vista relazionale e socio-affettivo utilizzando lo strumento del peer mentoring, inteso come modello psicopedagogico e best practice che pone al centro la relazione di sostegno che si instaura tra un giovane, che vive situazioni problematiche durante il suo percorso di cre-scita, il mentee, e un giovane, il mentor, che ha lo scopo di aiutare il mentee a individuare le proprie potenzialità valorizzandole in modo sano e funzionale. Il progetto è stato diviso in due step. Nel primo 120 studenti frequentanti il triennio delle due scuole sono stati formati al mentoring, attraverso gli strumenti del Gestalt counseling e della sociologia delle migrazioni. Nel secondo step i 120 studenti formati, divenuti mentor hanno lavorato con 120 studenti del biennio, i mentee (scelti in base a difficoltà emotive e a rischio di drop-out), sotto la supervisione e con la sollecitazione di educatori e formatori all'interno di attività laboratoriali volte sia ad affrontare e a discutere in gruppo e a coppie le fragilità e le difficoltà relazionali vissute dai mentee, sia per acquisire gli strumenti per un uso consapevole, critico e creativo dei media, sia per affrontare le questioni inerenti i pregiudizi, e le principali motivazioni delle migrazioni. L'obiettivo del progetto è stato raggiunto, come dimostrato sia dagli spot sulla lotta e la pre-venzione al bullismo/cyberbullismo e al razzismo, realizzati durante uno dei laboratori sia dalle risposte fornite nei questionari sottoposti agli studenti alla conclusione del progetto, i cui aspetti più rilevanti sono stati: il superamento della fase infantile dell'egocentrismo, un aumento della fiducia negli altri e dell'autostima, una maggiore tendenza all'ascolto e all'empatia e la disponibilità a mettersi in gioco e a rischiare nella relazione con l'altro sco-nosciuto.
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Michela Schenetti and Cristina Li Pera. "Riscoprire il gioco all’aperto per innovare i servizi educativi e le competenze professionali degli adulti." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 120–32. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.187.

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Abstract:
Promuovere pratiche di educazione all’aperto richiede all’adulto un’attenta analisi dei bisogni evolutivi dell’infanzia, una tensione costante a ricercare coerenza tra teorie pedagogiche e pratiche educative e disponibilità a mettere in gioco le proprie abitudini professionali per restituire al bambino centralità nei processi di apprendimento. Il valore del gioco in ambiente, le sue peculiarità e il ruolo che svolge in relazione alla promozione di conoscenze e competenze può essere il punto di partenza. Il contributo esplora il tema del gioco all’aperto in contesti naturali e della sua funzione all’interno di percorsi di formazione. Partendo dall’analisi della letteratura scientifica si indagheranno le potenzialità che il tema può avere nell’innovazione dei servizi educativi e nel sostegno delle competenze professionali degli adulti.
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Castelli, Ilaria. "Introduzione. La relazione educativa: alcune riflessioni dalla prospettiva psicologica e pedagogica." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (March 2019): 63–67. http://dx.doi.org/10.3280/rip2019-001004.

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Monti, Annamaria. "Pomante (Luigiaurelio) (éd.). L’Università di Macerata nell’Italia unita (1861-1966). Un secolo di storia dell’ateneo maceratese attraverso le relazioni inaugurali dei rettori e altre fonti archivistiche e a stamp." Histoire de l'éducation, no. 142 (December 31, 2014): 254–55. http://dx.doi.org/10.4000/histoire-education.3012.

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La Direzione della Rivista. "EDITORIALE RELAZIONI ONLIFE. OLTRE IL CYBERBULLISMO, LA MEDIA EDUCATION PER IL BENESSERE SOCIALE." Media Education 10, no. 2 (December 15, 2019): I—VIII. http://dx.doi.org/10.36253/me-8851.

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Abstract:
Questo numero raccoglie sei articoli scientifici nella prima sezione e tre buone pratiche nella seconda parte, affrontando quasi tutti il tema del bullismo, cyberbullismo ed altri comportamenti devianti della Rete.
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Carlomagno, Nadia. "Le potenzialità didattiche delle arti sceniche." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 346–59. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9941.

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Abstract:
La diffusione delle arti sceniche presuppone modalità e linguaggi propri dei suoi testi, delle sue tecniche e delle sue pratiche, apparentemente impermeabili ad una investigazione esclusivamente logico-formale, laddove gli elementi della rappresentazione teatrale costituiscono un'esperienza non lineare che si incarna in un complesso oggetto di studi sull'azione e sulla relazione, le cui analogie si riverberano in altre attività umane, compresa l'attività didattica. Le caratteristiche di questo lavoro si indirizzano ad uno specifico spazio della ricerca educativa, in una relazione ricorsiva che ha avvicinato e allontanato da molto tempo le arti e la scienza. La relazione tra teatro e didattica è rintracciabile nel valore assunto dall'esperire, ovvero nei fattori emergenti all'interno della dimensione autobiografica del docente e del discente, come avviene per l'attore e lo spettatore, aprendo l'opportunità di riconsiderare il significato di formazione delle competenze didattiche in un quadro divergente, capace di alimentarsi della ricerca e dell'arte scenica, di sistematizzare questi due ambiti dell'azione umana in una forma aperta e permeabile a culture potenzialmente complementari.
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Aruta, Luigi, Ferdinando Ivano Ambra, Alessandro Pontremoli, and Maria Luisa Iavarone. "La danza come esperienza educativa sul genere. Analisi critica della performance - Collective Trip: una questione di gender." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 337–54. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9482.

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Abstract:
Questo lavoro nasce da un dialogo di natura transdisciplinare circa le potenzialità educative della performance di danza in relazione con i gender studies. Il seguente contributo muove da un caso di studio specifico: lo spettacolo Collective Trip: una questione di gender della compagnia salernitana Borderline Danza. Nel solco tracciato dagli studi socio-pedagogici sul genere, coadiuvati dalle teorie embodied e arricchiti dagli studi storiografici di danza, viene presentata la strategia di composizione della performance, elaborata dallo psichiatra, danza-terapeuta e coreografo Claudio Malangone, con la presenza del pubblico all'interno dell'area performativa. L'esperienza ha previsto la somministrazione di due questionari, uno "in entrata" e l'altro "in uscita", circa le opinioni pre e post spettacolo sulle quali questo saggio discute criticamente; i limiti sono individuati soprattutto nello strumento adoperato, seppur nella suggestione dell'impianto di ricerca che evidenzia le potenzialità della performance di danza come esperienza educativa sul genere.
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Zampieri, Sandra, Luca Botturi, and Spartaco Calvo. "Giovani e tecnologie: tra nativi digitali e competenze effettive." Swiss Journal of Educational Research 40, no. 2 (October 24, 2018): 307–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.40.2.5063.

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Abstract:
Il confronto generazionale nell’ambito delle tecnologie digitali è stato fortemente segnato dal concetto di «nativo digitale», che contrappone le nuove generazioni ai più anziani «immigrati digitali». Diversi studi confutano queste tesi, o quantomeno le mettono in discussione, anche se il dibattito è ancora aperto. L’indagine ICILS offre dati solidi per approfondire il rapporto tra giovani e tecnologie, in particolare contestualizzandolo in un contesto geografico e sociale puntuale nel quale le istituzioni scolastiche non hanno finora assunto un ruolo importante e definito. Questo studio cerca di rispondere alle seguenti domande: Quali caratteristiche del sistema educativo favoriscono lo sviluppo di competenze digitali? Esiste una relazione tra età di inizio dell’uso delle tecnologie, frequenza d’uso e tipologia d’uso e le competenze digitali nei diversi ambiti? In conclusione si cerca di aprire la riflessione al ruolo della scuola e delle politiche educative nell’uso dei dispositivi digitali e di internet da parte degli allievi.
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Pirrone, Concetta, Sabrina Castellano, Concetta Giuseppa Amata, and Christopher Tienken. "Il gioco con le costruzioni e lo sviluppo cognitivo: una review narrativa." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–19. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12859.

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Abstract:
Il gioco rappresenta per il bambino un'attività fondamentale per la sua crescita; in particolare, quello con le costruzioni, sembra avere un ruolo rilevante per lo sviluppo cognitivo del bambino. Al fine di comprenderne la reale efficacia, numerosi studi sono stati condotti indagandone i vari aspetti in relazione a differenti abilità cognitive. Una prima area di studi riguarda la relazione tra gioco con le costruzioni e abilità visuo-spaziali, una seconda ne esamina la relazione con la matematica, una terza area mette in relazione il gioco con le costruzioni, le abilità visuo-spaziali, l'intelligenza numerica - nelle sue diverse componenti - e le immagini mentali. Tali studi lasciano presupporre che il gioco con le costruzioni rappresenti un importante strumento ludico ed educativo con elevate capacità per il potenziamento dello sviluppo cognitivo complessivo e di specifiche abilità, quali quelle matematiche. Questa rassegna narrativa propone dunque una revisione sistematica delle evidenze empiriche presenti in letteratura per tentare di comprenderne la reale efficacia. In un periodo storico in cui i device informatici stanno gradualmente sostituendo il gioco manuale che da sempre ha accompagnato lo sviluppo umano, conoscere lo stato dell'arte su questo importante ambito di ricerca potrebbe rappresentare uno spunto di riflessione al fine di rivedere la programmazione scolastica basata sul possibile ritorno a specifiche attività ludiche manuali finalizzate al potenziamento cognitivo e di specifiche abilità scolastiche.
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Laura Mattera and Patrizia Granata. "Stare in benessere per un contesto di alleanza. Partiamo dallo “zerosei” per promuovere la salute futura." IUL Research 2, no. 4 (December 22, 2021): 110–19. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.148.

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Abstract:
Il presente contributo vuole essere una riflessione sull’importanza della promozione del benessere nei contesti educativi e nei servizi per l’infanzia. Punto focale è il contesto inteso come ambiente abitato non solo da bambini ma anche da educatori, insegnanti, operatori, genitori, nonni, figure significative che portano con sé insegnamenti, saperi, valori, e soprattutto emozioni. Promuovere una prospettiva globale favorendo un’alleanza tra le diverse figure significative che accompagnano il bambino nel suo percorso di sviluppo e tra i professionisti dello “zerosei” permette di co-costruire non solo nuovi saperi, ma anche nuovi contesti educativi. Visioni e competenze di professionalità differenti contribuiscono ad analizzare e interpretare situazioni, relazioni e attività.
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Averna, Carmelo. "L’uso del dispositivo mobile per l’apprendimento dell’italiano come LS in contesto informale: uno studio quantitativo." Cuadernos de Filología Italiana 29 (June 24, 2022): 87–105. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.80167.

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Abstract:
In questo contributo, partendo dal punto di vista dell’apprendente, si effettuerà un’analisi finalizzata a sondare l’uso, l’interesse e l’utilità del dispositivo mobile per un approfondimento linguistico dell’italiano come lingua straniera (LS) in contesti informali di apprendimento. I destinatari dell’indagine sono apprendenti di italiano LS di profilo e livello linguistico diversi. Complessivamente sono stati raccolti i dati di 602 studenti appartenenti a 68 centri educativi presenti in 43 Paesi nel mondo. Con questo studio, di carattere esplorativo, si sono voluti indagare, in particolar modo, quattro aspetti: 1) l’uso delle app per l’apprendimento linguistico tra gli studenti di italiano LS; 2) il livello di gradimento dell’esperienza delle app come risorsa linguistica della LS; 3) la relazione fra l’uso delle app e la competenza linguistica; 4) la relazione fra l’uso delle app e l’età degli apprendenti. Considerati questi obiettivi, la metodologia seguita per questo studio è principalmente di tipo quantitativo. I dati raccolti offrono alcuni spunti interessanti per riflettere sui dati demografici e sul livello di interesse e gradimento degli utenti-apprendenti di italiano LS in relazione al loro uso con il dispositivo mobile come strumento didattico.
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Pierotti, Federico. "Film didattico e pedagogia del cinema in Italia nel secondo dopoguerra." Quaderni d'italianistica 34, no. 2 (March 25, 2014): 65–84. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i2.21035.

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Abstract:
Il saggio presenta i principali temi che caratterizzano il dibattito sulla pedagogia del cinema in Italia tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta. La prima parte ripercorre le diverse posizioni in relazione alla dimensione emotiva delle immagini cinematografiche, considerata da taluni come un ostacolo all’attività didattica, da altri come una base da sfruttare per una nuova forma di azione educativa. La seconda parte è dedicata al problema della comprensione delle strutture narrative e linguistiche del film in relazione al grado di sviluppo intellettivo dei giovani spettatori. Il dibattito nazionale evidenzia un terreno fortemente ricettivo nei confronti delle teorie metodologiche che negli stessi anni vanno maturando nell’ambito della filmologia. In questo senso, esso offre un’occasione di aggiornamento e di modernizzazione delle pratiche discorsive sul mezzo cinematografico.
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Gozzelino, Giulia, and Federica Matera. "Pedagogical lines and critical consciousness for quality education at the time of the Covid-19 pandemic." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 191–99. http://dx.doi.org/10.36253/form-10178.

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Abstract:
In a global context of children’s material and cultural deprivation, the Covid-19 pandemic contributed to redefine the human condition’s vulnerability, favoring the emergence of new forms of poverty and invisibility. Starting from the analysis of the consequences caused by the spread of the pandemic on children’s environment and fundamental development factors, the contribution focuses on the emerging educational challenges, to offer a pedagogical reflection on the possibilities of quality education at the time of emergency. The interviews – carried out as part of the Research Project Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori – make possible to restore visibility and voice to the discomfort of mothers and children between zero and six years old, acting as a starting point for the development of some work’s lines for a reappropriation of relationality, awareness and corporeality, with a look at the children’s rights and at the society’s ethical and civil responsibility in their global protection. Linee pedagogiche e sentieri di coscientizzazione per un’educazione di qualità al tempo della pandemia Covid-19. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla diffusione della pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca “Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori” hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale.
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Weyland, Beate. "EDEN LAB – Laboratorio di ambienti educativi con la natura." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 26–35. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.337.

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Abstract:
Il contributo descrive il percorso che ha portato alla nascita del laboratorio interdisciplinare EDEN – Educational Environments with Nature – LAB e presenta alcune azioni intraprese tra il 2020 e il 2022. Il laboratorio si occupa di documentare, accogliere e stimolare attività didattiche, ricerche e implementazioni riferite alla creazione di paesaggi educativi che sostengono il benessere e la qualità della relazione didattica, anche attraverso l’introduzione delle piante negli spazi interni. La qualità della proposta si riconosce in un approccio interdisciplinare, che coniuga pedagogia e didattica ad architettura e design e ad altre discipline come botanica, sociologia, filosofia, per comprendere come trasformare gli spazi scolastici nell’ottica dell’abitare.
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Benetton, Mirca. "LA FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ CORPOREA FEMMINILE NELLE PRATICHE SPORTIVO-MOTORIE OGGI: PER UNA PARITÀ DI GENERE." Revista Tempos e Espaços em Educação 12, no. 28 (January 1, 2019): 77–94. http://dx.doi.org/10.20952/revtee.v12i28.10158.

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Abstract:
Il contributo intende analizzare l’influenza dell’attività motoria e sportiva, quale modello culturale, sulla costruzione dell’identità corporea della persona, in particolare della donna. Tale problematizzazione va letta in relazione all’agire pedagogico che intende indagare e chiarire a quali condizioni lo sport femminile possa definirsi educativo-formativo, in ordine ad un processo di emancipazione e di espressione libera e originale della donna d’oggi.
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Bearzi, Francesco, and Andrea Tarantino. "Processi co-valutativi ed equità agentiva nella didattica trasformativa pandemica e post-pan." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12506.

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Abstract:
Le istanze di una didattica trasformativa incentrata sulle competenze trasversali di sostenibilità impongono una profonda riconsiderazione dei processi valutativi, auspicata dagli organismi internazionali di ricerca, anche alla luce delle dinamiche squisitamente democratiche e sotto il segno della corresponsabilità educativa che rappresentano le più efficaci e feconde risposte all'emergenza pandemica. Il costrutto di "equità agentiva", proposto nel contesto di ricerche transdisciplinari a impronta neuroscientifica, disegna un saliente connotato delle pratiche co-costruite dalle microcomunità di ricerca germinanti in seno ai sistemi educativi. I processi autenticamente co-valutativi costituiscono un essenziale tassello di una relazione di insegnamento-apprendimento votata alla ridefinizione del senso di sé, degli altri e dell'ecosistema in cui si è immersi. Apprezzando metodologicamente le opportunità situazionali e informali, tali processi acquisiscono generativa consistenza in una dimensione strutturalmente transizionale, caratterizzata dall'ascolto attivo e dalla proattiva apertura alla trasformazione 
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Mattioli, Cristiana, and Bruna Vendemmia. "Scuola e mobilità per trattare le fragilità territoriali." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 132 (February 2022): 53–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-132-s1004.

Full text
Abstract:
Numerose ricerche evidenziano come l'accessibilità all'educazione sia uno dei di-ritti fondamentali di cittadinanza da garantire a livello nazionale per poter ridurre le disparità sociali. Il contributo si focalizza sulla relazione tra mobilità, istruzione e povertà educativa. L'analisi della bibliografia permette di mettere a fuoco le prin-cipali problematiche e suggerire alcune possibili strategie e politiche per ridurre le disuguaglianze territoriali nell'accesso all'educazione in Italia.
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Porzio, Laura, and Luca Giliberti. "Giovani, gruppi e pratiche culturali. Relazioni e conflitti nello spazio pubblico della periferia di Barcellona." MONDI MIGRANTI, no. 2 (October 2009): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002008.

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Abstract:
Nel presente articolo si propone una riflessione teorica ed etnografica sulla ‘violenza giovanile' e sulla rappresentazione sociale che se ne dŕ nello spazio pubblico della periferia di Barcellona. La riflessione nasce da uno studio sull'uso degli spazi pubblici e sulle pratiche culturali di giovani, in particolare latinoamericani, a L'Hospitalet de Llobregat, cittŕ periferica ed industriale dell'Area Metropolitana della capitale catalana. Nel testo si prende in considerazione in modo specifico il caso delle organizzazioni giovanili della strada di origine latinoamericana, denominate dai mezzi di comunicazione e dall'opinione pubblica ‘bande latine'. La nostra proposta si basa sulla de-criminalizzazione delle ‘bande' e di altri collettivi stigmatizzati per provare a lavorare con questi gruppi rispetto a valori positivi dal punto di vista educativo. Sosteniamo che siano i valori (frutto dell'habitus, nel senso dato da Bourdieu) che si situano dietro le pratiche violente e gli conferiscono validitŕ. Analizzare le pratiche violente in profonditŕ significa elaborare discorsi sui valori soggiacenti e creare un dibattito all'interno dei gruppi giovanili, che č ciň che un buon intervento sociale dovrebbe stimolare.
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Schlesener, Anita Helena. "Educação e Filosofia: uma leitura a partir de Freud e Benjamin." EDUCAÇÃO E FILOSOFIA 33, no. 69 (January 7, 2021): 1467–99. http://dx.doi.org/10.14393/revedfil.v33n69a2019-50448.

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Resumo: O presente artigo tem o objetivo de tecer algumas considerações sobre as concepções de mundo que formam nosso imaginário a partir de uma leitura de Freud e de Benjamin. Este aporte teórico permite entender a dimensão ideológica de ideias e preconceitos que sedimentam o senso comum e que consolidam relações de dependência. A educação, entendida como processo de formação que acontece na vida, se alimenta da filosofia mesmo inconscientemente e as relações sociais e políticas orientam a formação da subjetividade individual. Benjamin explicita estas relações ao analisar as imagens oníricas cotejando os conceitos de sonho e despertar com o objetivo de mostrar a importância de conhecer o passado e elaborar uma história materialista da cultura, como tarefa básica para pensar o futuro.Palavras chaves: Educação. Filosofia. Imagens oníricas. Ideologia. Education and philosophy: a reading from Freud and Benjamin Abstract: This article aims to weave some considerations about the conceptions of the world that form our imaginary from a reading of Freud and Benjamin. This theoretical contribution allows us to understand the ideological dimension of ideas and prejudices that sediment common sense and consolidate relationships of dependence. Education, understood as a process of formation that happens in life, feeds on philosophy even unconsciously, and social and political relations guide the formation of individual subjectivity. Benjamin explains these relationships by analyzing the dream-images by comparing the concepts of dream and awakening with the purpose of showing the importance of knowing the past to elaborate a materialistic history of culture as a basic task to think about the future.Key words: Education. Philosophy. Dream images. Ideology. Educazione e filosofia: una lettura di Freud e Benjamin Riassunto: Questo articolo ha l’obiettivo di fare alcune riflessioni sulle concezioni del mondo che formano il nostro immaginario da una lettura di Freud e Benjamin. Questa base teorica ci consente di comprendere la dimensione ideologica delle idee e dei pregiudizi che basano il senso comune e rinsaldano le relazioni di dipendenza. L'istruzione, intesa come un processo di formazione che accade nella vita, si nutre anche inconsciamente della filosofia e le relazioni sociali e politiche guidano la formazione della soggettività individuale. Benjamin spiega queste relazioni analizzando le immagini dei sogni riunendo i concetti di sogno e risveglio al fine di dimostrare l'importanza di conoscere il passato ed elaborare una storia materialista della cultura, come compito fondamentale per pensare al futuro.Parole chiave: Educazione. Filosofia. Immagini dei sogni. Ideologia. Data de registro: 09/09/2019 Data de aceite: 16/06/2020
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Petit, Michel. "Agro-Food Trade and Policy issues in the Mediterranean region." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (August 2009): 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/qu2009-003002.

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Abstract:
- The limited economic stakes involved in the current agricultural trade discussions and negotiations in the Mediterranean region hardly justify the political sensitivities they generate. As a result, agricultural trade conflicts lead to misconceptions, frustrations and taboos, which stand in the way of fuller agricultural collaboration between North and South in the region. This hampers common efforts in such domains as rural development, agricultural research and higher education as well as the efforts of the private sector, which could address important issues and yield high pay offs.EconLit Classification: F590, Q170Keywords: International Relations, Agriculture in International TradeParole chiave: Relazioni internazionali, Commercio internazionale agricolo
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