Journal articles on the topic 'Relazione fra arti'

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Simonis, Annette. "Dantes Divina Commedia und Vita Nuova in Graphic Novels des 21. Jahrhunderts." Deutsches Dante-Jahrbuch 94, no. 1 (September 23, 2019): 57–88. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2019-0004.

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Abstract:
Riassunto Tra le adattazioni popolari delle opere dantesche nel XX e XXI secolo sono soprattutto i fumetti e le Graphic Novels a riscuotere il maggior successo. Il presente contributo si concentra su tre esempi scelti della ricezione produttiva della Vita Nuova e della Commedia nel fumetto, tutti pubblicati dopo il 2000. Si mostrerà come le adattazioni recenti non coltivino soltanto il riferimento intertestuale all’opera dantesca, ma si rifacciano anche a una tradizione plurisecolare di ricezione transmediale della Commedia nelle arti figurative, ricavando da questa ricca fonte impulsi fondamentali per la loro propria adattazione artistica. Un aspetto fondamentale per la presente analisi è infine la relazione intermediale, tipica dei fumetti, fra testo e immagine, che possono interagire in quanto componenti complementari o anche illuminarsi vicendevolmente in maniera ironica.
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Meli, Vivienne, and Silvia Romano. "Desertificazione psichica e trasformazione: psicoterapia, arte e immagini con un gruppo di donne rifugiate e vittime di tratta." STUDI JUNGHIANI, no. 50 (January 2020): 54–74. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2019oa8370.

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Abstract:
Il nostro articolo è un ampliamento della relazione che abbiamo tenuto del convegno "Art and Psyche: Conference IV. The illuminated imagination" organizzato dallo IAAP (International Association for Analytical Psychology), e svoltosi a Santa Barbara (California) lo scorso aprile. Vorremmo dare un contributo nell'ambito della riflessione sulla potenza evocativa e terapeutica delle immagini e con questo fine abbiamo provato a far dialogare pratica clinica e riflessione teorica, partendo dai contributi sull'argomento di C.G. Jung, D. Kalsched, V. Kast ed altri. Nell'esposizione si alterneranno momenti descrittivi, riguardanti un'esperienza di gruppo di psicoterapia espressiva (arteterapia) con donne rifugiate e vittime di tratta, e momenti di riflessione sulle possibilità che l'arte offre quale lingua comune, che permette di instaurare relazioni immediate, divenendo così strumento di integrazione. I materiali, il processo creativo e l'accoglienza ristabiliscono gradualmente un senso di controllo sugli eventi, andato perso col trauma: lavorare sulle proprie immagini offre delle possibilità riparative, a fronte degli effetti disintegrativi propri dell'esperienza traumatica. In questo modo si supera l'impasse di fronte al quale talvolta ci si trova quando si propone una terapia esclusivamente verbale a persone provenienti da altre culture e portatrici di gravi sofferenze
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Skinner, Patricia. "Room for tension: urban life in Apulia in the eleventh and twelfth centuries." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 159–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004268.

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Abstract:
POSSIBILI TENSIONI: VITA URBANA IN PUGLIA NELL'UNDICESIMO E DODICESIMO SECOLOL'espansione economica della Puglia nel secolo undicesimo e succesivi produsse un corrispondente incremento nel numero di documenti che registrano transazioni urbane. Questo studio indaga l'evidenza fornita da tali documenti, concentrandosi in particolare su Bari e sui suoi residenti. Particolarmente utili per lo studio dei gruppi sociali urbani e delle relazioni familiari sono i documenti che registrano dispute e divisoni. È in genere considerato impossible rintracciare dinastie nei documenti pugliesi, tuttavia la famiglia e la sua proprietà rappresentano l'unità dominante dell'organizzazione, occupando spesso diverse case in congiunzione. Divisioni di proprietà erano generate dalla presenza di figli adulti o dalla morte del padre, con il conseguente stralcio della proprietà. Il ruolo delle donne sembra limitato a quello di equipaggiare e gestire la nuova casa e i loro testamenti spesso rivelano lasciti a domestici e schiavi. Tuttavia uno studio focalizzato verso la ricostruzione dell'organizzazione e assegnazione della proprietà delle donne e delle sequenze di nomi, un soggetto atipico nei documenti, può far luce su nuove relazioni tra e all'interno delle famiglie. Il caso della famiglia barese degli Alfaraniti viene utilizzato per mostrare come un cambiamento di prospettiva possa produrre una soluzione al problema della ricostruzione delle relazione familiari.
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Barnish, S. J. B. "Transformation and Survival in the Western Senatorial Aristocracy, c. A.D. 400–700." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 120–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009582.

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Abstract:
TRASFORMAZIONE E SOPRAVVIVENZA DELLA ARISTOCRAZIA SENATORIA OCCIDENTALE FRA V E VII SECOLOL'articolo studia le basi, i punti di debolezza e le capacità di sopravvivenza della classe senatoria italiana, e la pone a confronto con la sua omologa in Gallia. Si presta in primo luogo attenzione ai sistemi attraverso i quali avveniva il reclutamento dei senatori, ed alle relazioni complessive fra il Senato e la classe dei “nobiles” nel tardo Occidente Romano. Vengono quindi utilizzate delle statistiche per vedere come la categoria dei civili detentori del rango di “illustris”, fra 433 e 536 d.C., fosse in grado di autorinnovarsi — ed il Senato con essa—, o quanto invece avesse bisogno di reclutamenti esterni. Nell'articolo si esaminano altresi i rapporti di locale clientela fra senatori e aspiranti tali; i rapporti di parentela tra le famiglie senatorie dell'Italia Settentrionale e della Gallia; il ruolo antagonista della Chiesa nelle due aree; la posizione economica dei senatori, in progressivo deterioramento, e gli impegni politici e sociali derivanti dalla loro ricchezza. La situazione economica delle classi dominanti può essere esaminata in relazione a taluni sviluppi nelle modalità di trasferimento della proprietà, attraverso matrimoni ed eredità, nonché con mutamenti nella situazione demografica generale. In questo articolo vengono anche presi in esame gli effetti del Cristianesimo sui valori e sulla morale sessuale delia classe senatoria. Viene infine posto in rilievo che, a dispetto di una crescente debolezza e di un netto declino nel corso del VI secolo, l'aristocrazia italica, al pari di quella galloromana, mostrò una sorprendente capacita di sopravvivenza e di influsso nella società, sino alle soglie dell'era carolingia.
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Baiocco, Ruben. "Attualità di Welwyn Garden City e della città giardino." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 42–52. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095005.

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Abstract:
Il contributo propone una rilettura delle teorie di Howard. L'attenzione è posta sulla relazione fra pianificazione regionale o sub-regionale e progetto economico della città giardino, considerati presupposti imprescindibili del modello (anche spaziale). Ciò, mettendo in luce alcune affinità con il più recente dibattito sulla dimensione territoriale del progetto di comunità sostenibili. Successivamente, a partire dal racconto della designazione di Welwyn Garden City come città satellite londinese, il contributo mira a indagare la relazione fra pianificazione e disegno urbano in un progetto green-oriented ante litteram, in cui l'uso delle alberature assume un significato che supera la funzione eco-sistemica.
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Izzet, Vedia E. "The Etruscan sanctuary at Cerveteri, Sant'Antonio: preliminary report of excavations 1995–8." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 321–35. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003962.

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Abstract:
IL SANTUARIO ETRUSCO DI CERVETERI, SANT'ANTONIO: UNA RELAZIONE PRELIMINARE DEGLI SCAVI 1995–8Quale parte di un progetto di collaborazione fra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e la Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale, un piccolo gruppo britannico è stato coinvolto nello scavo di parte del sito di santuario a Sant'Antonio, Cerveteri (1995–8). Lo scopo principale di questo lavoro era l'analisi paleobotanica. Questa relazione fornisce informazioni preliminari sulla struttura stratigrafica e presenta l'analisi dei resti vegetali da un'area del sito.
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Rambaldi (book author), Susanna Peyronel, and Johnny L. Bertolio (review author). "Una gentildonna irrequieta: Giulia Gonzaga fra reti familiari e relazioni eterodosse." Renaissance and Reformation 37, no. 1 (May 17, 2014): 167–69. http://dx.doi.org/10.33137/rr.v37i1.21297.

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Rezzonico, Raffaele, Ivano De Simone, Wauder Garramboneº, Viola Ghidelli, Monica Luraschi, Annalisa Radice, and Germana Mosconi. "Riflettere nella tempesta: la relazione tra arte, benessere e innovazione in un'esperienza di teatro sociale nell'ambito della salute mentale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 89–103. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002007.

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Abstract:
L'articolo presenta una ricerca che esplora il nesso tra arte, benessere e innovazione a partire da un'esperienza di teatro sociale nell'ambito della salute mentale, prendendo a riferimento il progetto Apprendisti Teatrali/INGIOCO, sviluppatosi dalla collaborazione tra il Centro Diurno di Riabilitazione Psichiatrica/Centro Psicosociale di Garbagnate Milanese - ASST Rhodense e l'Associazione culturale Mirmica. La ricerca mira a far emergere e articolare i fattori che nella storia decennale del progetto, e in particolare modo nella fase pandemica, hanno favorito oppure ostacolato la realizzazione di una agentività distribuita e di dinamiche co-evolutive che hanno a loro volta supportato processi di innovazione e adattamento personale, istituzionale e comunitario. Le possibilità di cambiamento e resilienza offerte dall'arte performativa in ambito psicosociale sembrano potersi attuare con più forza entro un progetto condiviso che si orienti al benessere territoriale e sappia mantenere viva la capacità di riformulare, a tutti i livelli, le prassi riguardanti i flussi di conoscenza, la presa di decisione e l'attribuzione di significati.
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Iacobone, Damiano, and Ruben Baiocco. "Green and Sustainable Communities of Yester-day." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 17–18. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095002.

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Abstract:
In occasione del centenario dalla fondazione di Welwyn Garden City (1920-2020), questo servizio è dedicato alla citta` giardino, da considerare forse la più radicale e rilevante eredita` del ‘town planning and design' britannico e della tradizione utopistica. I saggi che costituiscono la sezione partono tutti da una riconsiderazione dei principi iniziali di Ebenezer Howard, mettendone in luce aspetti differenti, per analizzare la diffusione coeva del modello in ambito europeo e statunitense, o aspetti non scontati come la relazione tra pianificazione urbana e questione alimentare. L'obiettivo e` una valutazione sul lascito delle citta` giardino, come una vicenda, fra teoria e prassi, della pianificazione e del disegno della citta` all'origine di molte questioni della citta` contemporanea.
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Cancila, Rossella. "La corte vicereale di Sicilia tra pubblico e privato: dinamiche cortigiane, ruoli, poteri." Librosdelacorte.es, no. 23 (December 23, 2021): 164–97. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2021.13.23.007.

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Abstract:
Il saggio delinea alcuni caratteri della corte del viceré in Sicilia in età asburgica: la sua famiglia, la cerchia dei confidenti, composizione e articolazione dei ruoli istituzionali, costi, forme del coinvolgimento. Ne emerge un contesto articolato, uno scenario in cui si confrontavano poteri di diversa intensità e in competizione sul territorio, si determinavano scontri giurisdizionali, dispute patrimoniali e accordi matrimoniali, liti e vendette private: elementi che evidenziano la complessità del rapporto fra nobiltà periferica e potere centrale, relazioni interpersonali e reti di livello internazionale, pratiche negoziali diffuse, che confermano la rappresentazione di un regno niente affatto passivo alla volontà di Madrid.
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Pailler, Jean-Marie. "Caton et les Bacchanales: Séduction et Ténacité d'un Mirage Historique." Papers of the British School at Rome 54 (November 1986): 29–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008837.

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Abstract:
CATONE E I BACANALIÈ opinione abbastanza diffusa che Catone, due anni prima di essere eletto censore, fu il principale ispiratore della repressione dei Bacanali. Qui vengono discussi gli argomenti a favore di tale tesi: l'ulteriore immagine della ‘reazione catoniana’, la supposta relazione fra un discorso di C. de coniuratione e l'affare dei Bacanali, l'azione di L. Valerio Flacco, amico e sostegno di C., testimoniata dal s.c. de Bacchanalibus. In realtà, il testo epigrafico dimostra che sono state tutte le correnti politiche del Senato ad unirsi contro il ‘pericolo bacchico’, sotto la guida del console Postumio, il cui ruolo è attestato dal racconto liviano. Tutt'al più è possibile che C. si sia ulteriormente avvalorato dello spirito di questa repressione per qualificare la sua azione ed i suoi progetti. A questa propaganda va attribuita l'illusione che ha ingannato moderni storici.
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Pollard, Nigel. "Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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Abstract:
ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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Frassoldati, Francesca, and Matteo Robiglio. "Regolare la città per la sua trasformazione. Spunti da un dialogo con la Città di Torino." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 20–23. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098003.

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Abstract:
In Italia, è da tempo una consuetudine trans-disciplinare criticare la burocrazia che regola le operazioni sulla città. Eppure la norma di oggi è il prodotto - codificato e temporaneamente fissato - di una lenta costruzione sociale e tecnico-amministrativa. L'articolo si interroga su come sia possibile incorporare e generalizzare, da parte della pubblica amministrazione, le esperienze regolative maturate nei conflitti e nelle contraddizioni di società e mercati in trasformazione strutturale. Tre sezioni fanno luce sulla rilevanza della stratificazione delle stagioni storiche dei codici urbani, delle relazioni fra gli elementi della città nella predisposizione di nuovi quadri di riferimento, e delle ragioni per riconsiderare, nella città del riuso, le condizioni operative dei codici stessi.
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Wallace-Hadrill, Andrew. "The social spread of Roman luxury: sampling Pompeii and Herculaneum." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 145–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011636.

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Abstract:
LA DIFFUSIONE SOCIALE DEL LUSSO NEL MONDO ROMANO: IL CAMPIONE DI POMPEI ED ERCOLANOIn quest'articolo si cerca di verificare in rapporto all'evidenza archeologica l'assunto, incontrato in Cicerone e in altre fonti, che il lusso proprio di unaélitesi diffuse per imitazione nella societá romana. II metodo adottato è quello di esaminare un campione di più di 200 abitazioni a Pompei ed Ercolano mettendo in relazione la loro estensione, l'uso, gli elementi architettonici e decorativi. L'analisi del campione ha suggerito questi primi risultati:1) La diversità nella struttura dell'abitato e l'ampio spettro di dimensioni fra edifici è una caratteristica dominante a Pompei ed Ercolano. Ciò potrebbe riflettere una diversità sociale fra gli abitanti.2) Non esiste alcuna chiara distinzione fra case residenziali e non residenziali. L'impiego di aree a scopo commerciale o per l'orticoltura è largamente diffuso nelle abitazioni che hanno funzioni di ricezione sociale.3) Atri e peristili sono ampiamente diffusi e indicano la presenza di aree di ricezione.4) Si riscontra una progressiva diffusione dell'apparato decorativo in case di tutte le dimensioni, con una concentrazione di elementi di maggior pregio in quelle più ampie.5) Esiste un forte legame fra elementi decorativi e presenza di atri e peristili a confermare il nesso fra decorazione e attività sociale.6) Si può riscontrare un'evidente diffusione di elementi del decoro in tutte le abitazioni, in particolare in quelle più piccole, senz'atrio, fra la fine della repubblica (I e II stile) e l'inizio dell'età imperiale (III e IV stile).7) L'analisi degli elementi di IV stile suggerisce una progressiva “banalizzazione” del lusso associato alla sua diffusione sociale.Sebbene questo campione può evidenziare solamente risultati provvisori, da verificare con più ampie e sofisticate basi di dati e con l'inclusione dell'evidenza materiale, l'analisi indica la potenzialità del materiale campano, capace di fornire una base per l'interpretazione sociale del fenomeno della trasformazione culturale che, partendo dall'Italia romana, si estende a tutto l'impero.
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Pitotto, Elisabetta. "Potere imperiale romano e strumenti eulogistici greci." Ars & Humanitas 16, no. 1 (December 22, 2022): 29–45. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.29-45.

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Abstract:
Il presente articolo assume due celebri passi di Virgilio (Eneide, VI 860–886) e di Orazio (Odi, IV 2) come casi di studio per indagare la relazione fra il potere imperiale romano allo stato nascente e gli strumenti eulogistici di tradizione greca. In mancanza di modelli ellenistici specificamente riconoscibili, l’“epicedio per Marcello” sembra riproporre motivi topici della lirica celebrativa arcaica: la bellezza come simbolo esteriore di valentia; la lode come elogio non strettamente ad personam, ma da rivolgere all’intera casata del destinatario; la poesia come insostituibile strumento di gloria immortale. Lo stesso vale per l’ode ad Augusto vincitore sui Sigambri, tutta giocata sul rapporto con il modello pindarico, e condotta secondo un accorto uso della recusatio e della praeteritio che ricorda la struttura dell’“encomio a Policrate” ibiceo. Nel momento stesso in cui viene a formarsi l’impero romano, e di conseguenza si manifesta la necessità di offrirne una rappresentazione letteraria che possa diventare paradigmatica, due fra i massimi poeti augustei si volgerebbero dunque agli autori della lirica greca arcaica, noti e praticati nella Roma del tempo, di cui riprendono temi e arsenale retorico: pare emergere, insomma, una tendenza di riappropriazione retorico-letteraria, meritevole di indagini sistematiche su un campione testuale più ampio.
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Coppetti, Barbara. "La dialettica tra residenza e spazio aperto nella cittŕ contemporanea: processi generativi e costitutivi." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059013.

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Abstract:
La dissoluzione dell'isolato tradizionale inteso come unitŕ costitutiva del tessuto edilizio, determina una nuova organizzazione urbana che modifica radicalmente la dialettica fra residenza e spazio pubblico nella cittŕ. L'edificio diventa un volume reiterabile all'interno del quartiere e lo spazio libero si svuota dei suoi caratteri specifici. Da una logica in base alla quale ad ogni spazio viene assegnato un particolare carattere riconosciuto dalla pratica, si passa ad un principio insediativo le cui parole chiave sono ritmo, sequenza, intervalli, ripetibilitŕ. Il progetto architettonico e urbano intende rimarcare il senso celato degli odierni paesaggi della mediocritŕ e ricercare nuovi modi abitativi, usi e aggiornate tipologie che diano forma a relazioni aperte capaci di tracciare i processi trasformativi alla quota del suolo pubblico.
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Chiodelli, Francesco. "L'urbanistica come tecnica: una riflessione a partire da Henri Lefebvre." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 164–71. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056025.

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Abstract:
Il paper propone alcuni spunti di riflessione sugli ambiti di competenza dell'urbanistica e sulla natura del suo sapere, a partire da alcune suggestioni contenute nell'opera di Henri Lefebvre. Nella prima parte del testo si analizzano in particolare le riflessioni del filosofo francese in merito allo spazio e all'urbanistica, sottolineando come un'indicazione che da queste si puň cogliere č quella della necessitŕ di depoliticizzare il sapere dell'urbanistica (per ripoliticizzare lo spazio). Nella seconda parte del testo si sottolinea la distanza che esiste tra questa proposta e gli assunti tipici invece delle diverse letture che hanno sostenuto e sostengono la necessitŕ di una qualche politicizzazione del planner (advocacy, pluralist, radical, communicative, collaborative planning). A partire da tale confronto si tracciano i contorni di una proposta che riconosca con chiarezza gli ambiti di competenza specifici della disciplina, argomentando come questi possano essere ricondotti ad un sistema di regole tecniche relative alla relazione fra regolazione spaziale e regolazione sociale.
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Brown, A. G., and C. Ellis. "People, climate and alluviation: theory, research design and new sedimentological and stratigraphic data from Etruria." Papers of the British School at Rome 63 (November 1995): 45–73. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010199.

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Abstract:
POPOLI, CLIMA ED ALLUVIONI: TEORIA, PROGETTO DI RICERCA E NUOVI DATI SEDIMENTOLOGICI E STRATIGRAFICI DALL'ETRURIAQuesto lavoro presenta il progetto di ricerca, i dati stratigrafici e la datazione preliminare (ceramica e paleomagnetica) di un nuovo studio sull'alluvione regionale in Etruria. Le mutevoli relazioni tra popolazione, uso della terra ed erosione nel Mediterraneo vengono discusse allo scopo di mettere in discussione alcune tradizionali ipotesi eco-demografiche. I risultati preliminari indicano un cambiamento da fiumi lateralmente mobili che erodevano e depositavano sabbia e ghiaia durante il periodo Romano, ad una rapida alluvione formata da silt sabbioso tra il tardo medioevo ed il periodo rinascimentale. Il silt sabbioso superficiale tende ad ispessirsi andando da nord a sud e si pensa che ciò sia più probabilmente dovuto all'intensificazione dello sfruttamento del suolo piuttosto che a variazioni climatiche fra diverse aree dell'Etruria.
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Bird, Joanna, Amanda Claridge, Oliver Gilkes, and David Neal. "Porta Pia: excavations and survey in an area of suburban Rome." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 51–113. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009946.

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Abstract:
PORTA PIA: SCAVO E RILEVAMENTO DI UN'AREA DELLA ROMA SUBURBANA. PARTE ISi tratta della prima parte di una relazione sul lavoro archeologico portato avanti dalla British School at Rome nell'area dell'Ambasciata Britannica a Porta Pia negli anni '60 e nel 1991/2.Durante l'estate del 1969 una piccola trincea fu aperta immediatamente dietro le mura aureliane della città, che in quest'area erano state ricostruite nel 1564. Furono riconosciute tre principali fasi dell'occupazione romana, la prima forse consistente di un terrazzamento a giardino probabilmente dell'inizio del secondo secolo d.C. L'area fu in seguito occupata da un angolo di un edificio industriale, possibilmente una fullonica. La terza fase era rappresentata dalla costruzione delle mura della città, nel 271-5 d.C. Un livello di scarico associato con la costruzione delle mura conteneva detriti derivanti da alcune tombe contigue e materiale ceramico risalente circa al 275 d.C.Il lavoro condotto in altre zone dell'area dell'Ambasciata ha portato allo studio di un mosaico monocromo con una scena marina, databile al periodo approssimativamente compreso fra il 140 e il 270 d.C., nonchè un dettagliato rilevamento della miniera di pozzolana del XVI e XVII secolo.
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Woolf, Greg. "Food, poverty and patronage: the significance of the epigraphy of the Roman alimentary schemes in early imperial Italy." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 197–228. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620001165x.

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CIBO, POVERTÀ E PROTEZIONE SOCIALEIn quest'articolo si vuole analizzare il carattere dell'azione imperiale attraverso un riesame degli alimenta in Italia. Si ipotizza che queste distribuzioni alimentari non venivano organizzate per risollevare dalle difficoltà economiche particolari regioni o particolari gruppi sociali dell'Italia romana. La distribuzione di alimenti, epigraficamente attestata, è in relazione alla distribuzione generale delle iscrizioni all'interno dell'Italia: le iscrizioni stesse non suggeriscono che i fruitori fossero una parte impoverita della popolazione, ma piuttosto fossero persone relativamente privilegiate, certo come italici, cittadini e residenti in centri urbani e forse anche come abitanti in una determinata città dell'Italia. Il significato di questi schemi è poi definito dalla loro collocazione all'interno di contesti ideologici suggeriti dalla concezione romana sulla distribuzione del cibo e del potere, sulla protezione e sul ruolo dell'imperatore. Testimonianze iconografiche, numismatiche e letterarie sugli alimenta, assieme a confronti con simili istituzioni, consentono di comprendere questa forma di approvvigionamento alimentare all'interno di familiari modelli di discorso romani; esse indicano i modi all'interno dei quali questi schemi possono essere stati concepiti e valutati. Si ipotizza che l'affermazione e l'elaborazione degli alimenta va vista come un elemento di quegli scambi simbolici fra gli imperatori e l'Italia, in un periodo in cui i primi sempre in minor numero avevano origini italiche o non vi erano residenti.
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Crosta, Pierluigi. "Riuso temporaneo, come pratica che ‘apprende' la cittadinanza?" TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 82–83. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056011.

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Abstract:
Le cittŕ sono da sempre interessate da continui fenomeni di riuso ‘funzionale' e da processi di riuso che si presentano in modo assai diverso, pensiamo ai fenomeni di terziarizzazione e quelli di ghettizzazione (fra questi, la gentrification). Cosa ci suggeriscono, invece, i casi di riuso temporaneo? Che possono diventare occasioni, per gli abitanti della cittŕ, di ‘farsi attori' politici. Questa prospettiva ripropone al centro dell'attenzione le pratiche di riuso come costrutti interattivi (tra soggetti di diverso tipo, e tra materie o settori di problemi). Come costrutti, e non sistemi, d'interazione, per sottolineare il carattere di prodotto ‘in corso d'opera' e non predeterminato, che invece rinvia, in genere, alla predefinizione di quali soggetti sono da considerare attori, con quali ruoli e in vista di quali fini. Viceversa, ragionare in termini di costrutti č una strategia per considerare effettivamente aperta, indeterminata l'interazione, durante la quale (e non antecedentemente) si vengono defi nendo gli attori, le materie e gli interessi in gioco, e le relazioni e le regole d'interazione, tra gli uni e gli altri.
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Giannotta, Gaetano. "Il rococò a Valencia e la sua applicazione nell’adorno architettonico." SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 14 (December 26, 2019): 108. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.0.16360.

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Abstract:
Riassunto: Il Rococò si manifestò nella città di Valencia durante il trentennio centrale del Settecento e si espresse in tutte le forme dell’arte. Raggiunse l’apice della sua ricchezza nella decorazione degli interni, primi tra tutti quelli del palazzo de Dos Aguas e della vicina chiesa di San Andrés. Il suo successo cessò con l’avvento dell’Accademismo, che con l’istituzione della Reale Accademia di Belle Arti di San Carlos nel 1768, pretese il controllo delle arti sotto il segno del neoclassicismo. Si è sempre relegato il Rococò nelle ultime pagine dell’evoluzione del Barocco valenzano e manca uno studio indipendente del Rococò valenciano, delle sue fonti stilistiche, dei modelli che impiega, delle sue relazioni con gli stili precedenti, delle cause che determinano il suo trentennale successo. Questo articolo pretende iniziare a far luce su questi aspetti, confidando che approfondimenti futuri possano valorizzare le produzioni di uno dei periodi più ricchi della storia dell’arte valenciana. Parole chiave: rococò, Valencia, XVIII secolo, accademismo. Abstract: Rococo emerged in the city of Valencia in the central three decades of 18th century and it has been expressing itself in all forms of art. It reached the peak of its richness in interior decoration, first of all those of the palace de Dos Aguas and the nearby church of San Andrés. Its success ended because of arrival of Academism, with the establishment in 1768 of the Royal Academy of Fine Arts of San Carlos, which claims to control the arts under the sign of neoclassicism. The Rococo has been always relegated to the last pages of the evolution of the Valencian Baroque. Nowadays, an independent study of the Valencian Rococo and its stylistic sources, of the models it employs, of its relations with previous styles, of the reasons of its thirty-year success, is still missing. This article pretends to shed light on these aspects, trusting that further studies can enhance the products of one of the richest periods in the history of Valencian art.Keywords: rococo, Valencia, XVIII century, academicism.
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Tekavčić, Pavao. "Algunas notas sobre las dos convenciones dedicadas a las relaciones entre Italia y España: 1) Actos del Congreso "Relazioni di viaggi fra Italia e Spagna", Macerata, Università degli Studi, 15-17 diciembre, 1992; Suplemento a "Quaderni di Filologia e Ling." Verba Hispanica 8, no. 1 (December 31, 1999): 165–66. http://dx.doi.org/10.4312/vh.8.1.165-166.

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Abstract:
El importante periódico maceratense publica en dos números-suplemento los Actos de los dos Congresos ya citados arriba, organizados en el Ateneo maceratense y ambos sobre el tema de las relaciones establecidas entre los dos grandes países neolatinos. En primer Iugar diremos que en los números regulares del mismo periódico predominan temas italianos e hispanistas mientras los otros idiomas (francés, occitano, catalán, portugués) se encuentran en una clara minoría, o completamente ausentes (como el caso del rumano). En cuanto a los temas tratados, destacan los literarios, filológicos y los relacionados con el arte, siendo los lingüísticos bastante raros. A continuación presentaremos brevemente los dos suplementos, esperando que susciten el interés de los lectores de "Verba Hispanica". Hemos intentado concentrarnos sobre las contribuciones lingüísticas y/o filológicas, citando de los otros tan sólo los autores y los titulos (con algún breve comentario cuando hemos estimado conveniente).
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Castellucci, Paola, and Elisabetta Gomelino. "Chatbot." DigItalia 16, no. 2 (December 2021): 9–24. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00034.

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Chatbot è un sistema di conversazione, testuale o vocale, basato su Intelligenza Artificiale (Natural Language Processing e Machine Learning). È in grado di comprendere, analizzare e generare linguaggio umano. Sebbene il termine ChatterBot sia stato coniato da Michael Mauldin nel 1994, possono essere individuati dei diretti antesignani – ad esempio i sistemi ELIZA e PARRY, realizzati negli Stati Uniti già tra gli anni ’60 e ’70 – nati dallo sforzo congiunto da parte di scienziati di vari ambiti disciplinari, e in particolare di ingegneri e informatici, per far dialogare uomo e macchina. Negli ultimi anni, grazie al miglioramento della performatività di tecnologie e linguaggi, è stato possibile diversificare la destinazione d’uso dei chatbot. In particolare l’articolo considera la presenza di chatbot in ambiente MAB. L’analisi si concentra sui sistemi realizzati dalle Case Museo di Milano e dal MAXXI di Roma e su progetti in corso (ICCU, Europeana ecc.), proponendo anche una comparazione con esperienze straniere (ad esempio Field Museum di Chicago). I casi di studio sono stati selezionati al fine di offrire una panoramica dell’utilizzo di chatbot all’interno di percorsi museali e in relazione alla strategia stessa di ciascun museo. Vengono considerati diversi approcci (gamification, guida virtuale, aumento dell’esperienza di visita) per evidenziare le opportunità in campo educativo e comunicativo, nonché i limiti e gli scenari futuri. Esattamente a cento anni dal conio della parola robot, i chatbot (ossia robot che chiacchierano, che conversano con gli umani, e per giunta di arte) offrono l’occasione per rinnovare il quesito circa il confine tra umano e non umano, tra “l’uso umano degli esseri umani” e “la simbiosi uomo-computer”.
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Lloyd, John, Neil Christie, and Gary Lock. "From the mountain to the plain: landscape evolution in the Abruzzo. An interim report on the Sangro Valley Project (1994–5)." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 1–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010576.

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Abstract:
DALLA MONTAGNA ALLA PIANURA: EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO IN ABRUZZO. UN RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO DELLA VALLE DEL SANGRO 1994–95Questo rapporto discute le metodologie ed i principali ritrovamenti delle prime due stagioni del progetto della Valle del Sangro, tuttora in corso. Il progetto, organizzato dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e dalle Università di Leicester e di Oxford, ha lo scopo di esaminare i dati archeologici, architettonici, etnografici ed ambientali per l'alta e la media/bassa valle, con particolare riferimento alla comprensione del ruolo svolto dalla piccola città e dal villaggio in una varietà di paesaggi in un periodo che va dall'arcaico all'alto medioevo (ca 600 a.C. – 900 d.C.).Gli scavi di siti arcaici e successivi in Val Fondillo — nell'alta valle — e dell' oppidum ellenistico e romano di Monte Pallano nella media valle sono di grande importanza per la conoscenza dell'epoca sannita e di quella romana, mentre nomi di luoghi (quale Fara) e resti di castelli (quale la Rocca Intramonti) forniscono un'iniziale guida allo studio degli schemi insediativi alto medievali e medievali. La ricognizione ha cominciato a fornire un quadro dettagliato dell'occupazione dell'area gravitante su questi siti, con l'analisi CAD e GIS come elemento centrale di questo studio. Una notevole importanza è stata anche data ad uno studio etnografico volto alla comprensione del ruolo della transumanza (un elemento tradizionale dell'economia regionale) e la sua relazione con gli antichi sistemi insediativi e di uso del territorio.
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Cagnolati, Antonella. "Le frontiere del corpo. Il velo e l’identità femminile nella società multiculturale." El Futuro del Pasado 3 (June 1, 2012): 223–35. http://dx.doi.org/10.14201/fdp.24721.

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Abstract:
La categoria di genere ed il concetto di multiculturalismo possono convivere? Se lo chiedeva già a metà degli anni Novanta Susan Moller Okin, dando origine ad un dibattito che oggi appare di scottante attualità in conseguenza delle polemiche sul velo. In Francia la discussione procede con toni aspri che rivelano la difficoltà di far coincidere teorie libertarie con modelli comportamentali che suscitano ostilità, rancore, diffidenza. Nella realtà la diatriba sul velo nasconde altri significati che rivelano la volontà di marcare con confini precisi l’identità, sia da un parte che dall’altra del confine socio-antropologico. La relazione vuole indagare dietro le prese di posizione per comprendere quali siano i nodi del contendere e per quale motivo le distinzioni e la xenofobia passino ancora una volta sul corpo delle donne, intesi come una trincea per la difesa di valori in opposizione. ¿La categoría de género y el concepto de multiculturalismo pueden vivir uno al lado del otro? se preguntaba a mediados de los años noventa Susan Moller Okin, dando lugar a un debate de gran actualidad como resultado de la controversia sobre el velo. En Francia la discusión se desarrolla con tonos ásperos que revelan la dificultad que existe para conciliar las teorías libertarias con los patrones de conducta que despiertan la hostilidad, el resentimiento, la desconfianza. De hecho, la controversia sobre el velo, esconde otros significados que revelan la voluntad de marcar la identidad con límites claros de un lado y del otro de la frontera socio-antropológica. El artículo tiene como objetivo investigar acerca de las posiciones adoptadas en Europa sobre el velo con el fin de comprender cuáles son los nudos de la controversia y por qué las diferencias y la xenofobia pasan una vez más por el cuerpo de la mujer, entendido como una trinchera para la defensa de valores en oposición.
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