Journal articles on the topic 'Regolazione del mercato del credito'

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Bazzo, Eleonora. "La riforma del credito al consumo." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 197–220. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002003.

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Abstract:
In questi ultimi anni tutti i maggiori paesi industrializzati, non solamente nell'ambito dell'Unione Europea, hanno approvato riforme nel settore del credito al consumo. L'esigenza di favorire la concorrenza tra le imprese e l'allargamento dei mercati ha imposto il coordinamento comunitario o federale delle differenti legislazioni e l'elaborazione di sistemi normativi certi, adeguati ed uniformi, che impediscano comportamenti scorretti e limitino i costi transattivi a carico delle parti, attraverso la standardizzazione delle principali regole di condotta e delle pratiche commerciali. L'Unione Europea, perciň, ha voluto fornire regole non solamente per armonizzare la pluralitŕ delle fonti normative, comunitarie e nazionali, che governavano il settore, ma anche per ottenere la piena realizzazione del mercato interno e per favorire l'intensificazione delle negoziazioni transfrontaliere. In tale ambito, la disciplina italiana, riformata per dare attuazione alla relativa direttiva, si č posta come obiettivi il conseguimento della trasparenza e dell'efficienza del mercato creditizio, favorendo anche il rafforzamento delle istanze di protezione dei consumatori. L'obiettivo di questo articolo č quello di fornire una visione d'insieme della materia, analizzando sia l'importanza che questo settore ha assunto nell'ambito dell'economia europea e nazionale, sia il sistema normativo costituito dalla direttiva 2008/48/CE e dalle relative fonti nazionali di attuazione.
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2

Scuro, Rachele. "Pratiche dello scambio nella Terraferma veneta rinascimentale: il ruolo dei beni denaro-equivalenti nel mercato del credito urbano e agrario." CHEIRON, no. 1 (April 2021): 142–66. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001007.

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Abstract:
L'articolo confronta l'impiego dei beni denaro equivalenti nel mercato del credito urbano e agrario della Terraferma Veneta rinascimentale, attraverso i casi della città di Vicenza e del centro minore di Bassano. Per entrambi sia il mercato del credito regolamentato che ufficioso si basavano su oggetti e materie prime. Da un lato i prestatori ebrei fon-davano i loro guadagni su una vantaggiosa stima dei pegni e l'essere ripagati in merci. Dall'altro, la parte cristiana cui era vietata la pratica usuraria, utilizzava forme di credito mascherato basate sul possesso della terra e la rendita. Entrambi provano come i profitti scaturissero da un sapiente uso del baratto, che si dimostra un mezzo efficiente in un contesto in cui l'indebitamento era strutturale, diffuso e aiutava la creazione di "denaro virtuale" e investimenti.
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3

Rolla, Nicoletta. "Credito al consumo e giustizia a Torino nella prima metÀ del settecento." SOCIETÀ E STORIA, no. 136 (July 2012): 299–329. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136003.

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Abstract:
A partire dalla documentazione settecentesca di due tribunali civili di Torino, l'articolo tenta di ricostruire i circuiti del piccolo credito cittadino: accanto ai monti di pietÀ e ai banchi degli ebrei, erano le botteghe cittadine ad alimentare il mercato del credito attraverso il prestito di piccole somme di denaro e le dilazione dei pagamenti concessi per lo piů sulla parola. La frequenza di accordi basati sulla fiducia e sull'appartenenza ad un circuito di relazioni, pone il problema delle differenti possibilitÀ di accesso al credito per cittadini e forestieri. Sui meccanismi di inclusione ed esclusione dal mercato del credito incideva anche l'azione delle istituzioni, in particolare dei tribunali cittadini, chiamati a certificare e consolidare gli accordi commerciali piů fragili. A partire da questa constatazione e ricostruendo alcuni casi particolari, l'articolo tenta infine di individuare quei momenti cruciali in cui si rendeva necessario il ricorso al tribunale e la formalizzazione di accordi che fino a quel momento erano rimasti orali.
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Bianco, Adele. "La riforma del mercato del lavoro e il concetto di disoccupazione." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (November 2010): 123–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003012.

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Abstract:
Argomento del contributo č ricostruire come sia cambiata la concezione della disoccupazione. A seguito delle riforme del mercato del lavoro introdotte in Italia nel corso all'incirca degli ultimi quindici anni, si č scelto di legare lo stato di disoccupazione al reddito percepito. Innanzi tutto si osserverŕ che la disoccupazione si č fatta piů intricata da definire e da gestire. Relativamente all'attuale modalitŕ di accertamento e di mantenimento dello stato di disoccupazione, il lavoratore puň piů facilmente perdere una serie di benefici derivanti dal risultare disoccupato. La regolazione e gestione dello stato di disoccupazione non č riuscita a far calare il numero dei "veri" disoccupati e contraddice lo spirito delle politiche attive del lavoro, tendendo ad escludere quanti hanno una occupazione malsicura e conseguentemente legittimando il lavoro precario. Proveremo infine a interpretare, sotto il profilo sociale, culturale e valoriale, le ragioni del legame posto tra stato di disoccupazione e reddito percepito.
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Arcidiacono, Davide, Maurizio Avola, and Tiziana Briulotta. "La riforma incompiuta dei servizi per l'impiego in un comprensorio siciliano." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 247–60. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122018.

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Abstract:
L'articolo sintetizza i risultati di una ricerca-intervento volta a sfruttare le sinergie tra la riforma dei servizi per l'impiego e la nascita di un Osservatorio sul mercato del lavoro in un comprensorio siciliano per sperimentare un nuovo modello di interazione tra innovazioni istituzionali e governo locale del mercato del lavoro. I risultati ottenuti dimostrano la complessitŕ e l'ambivalenza della relazione tra innovazione normativa e mutamento sociale, soprattutto laddove il processo riformatore è lento e frammentato e si scontra con un complesso sistema di vincoli istituzionali, da quelli di contesto, a quelli organizzativi e ai modelli di azione e interazione tra attori individuali e collettivi. Inoltre, evidenziano le potenzialitŕ della regolazione concertata locale come stimolo al cambiamento e all'implementazione di buone prassi, ma anche la sua fragilitŕ: il mutamento degli equilibri del partenariato, infatti, possono comprometterne l'azione e condurre a esiti fallimentari.
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Pia, Ezio Claudio. "«Certum testimonium»: atti notarili e relazioni mercantili-finanziarie (Asti e Piemonte meridionale secoli XIII-XIV)." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 645–59. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16903.

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Abstract:
La documentazione astigiana dei secoli XIII e XIV restituisce la sperimentazione, da parte del notariato, di modi e forme di definizione dei rapporti economici, segno – come scrive Paolo Cammarosano – del «peso dei notai nel complesso della vita politica e sociale». La scrittura notarile inquadra le criticità delle relazioni mercantili- finanziarie, costruendo meccanismi di compensazione e di regolazione, e intervenendo nel complesso incontro tra credito e politica in ambito fiscale. Una conferma della peculiare competenza «in intelligendo, disquirendo et componendo» che il giurista duecentesco Martino da Fano attribuisce al notariato.
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Maio, Valerio. "Diritto del lavoro e potenziamento umano. I dilemmi del lavoratore aumentato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 513–42. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167003.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema del potenziamento umano nel diritto del lavoro. Dopo avere distinto il potenziamento terapeutico da quello meramente performativo ed il potenziamento fisico da quello cognitivo, l'Autore cerca di individuare i limiti al potenziamento nella normativa vigen-te, limiti che individua nella nocività, nella irreversibilità e nella incommerciabilità. In particola-re, l'Autore sostiene che, a causa della debolezza del prestatore di lavoro nel mercato del lavo-ro, rimettere soltanto all'autodeterminazione del singolo la scelta in merito all'adozione di fatto-ri potenzianti si traduce, nei fatti, in una spinta generalizzata all'incremento ed alla diffusione di potenzianti tecnologici e farmacologici. Allo stesso tempo, distingue anche tra potenziamento richiesto dal datore di lavoro e potenziamento occulto, deciso autonomamente dal lavoratore per acquisire un vantaggio rispetto agli altri lavoratori. Al riguardo, l'Autore rileva come il po-tenziamento occulto sia in grado di incidere negativamente sul rapporto di lavoro pubblico e privato in ogni sua fase, dall'assunzione al licenziamento. Il saggio si conclude con alcune ri-flessioni circa la necessità di una regolazione legale del potenziamento in ambito lavorativo che, senza vietare ogni forma e tipologia, selezioni i fattori e le tecniche potenzianti lecite in maniera inderogabile per lavoratori ed aziende.
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Berbenni, Enrico. "Banche miste e ciclo immobiliare. L'esperienza di Comit e Credit (1918-1934)." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 741–68. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134006.

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Abstract:
Obiettivo di questo articolo č di studiare le modalitÀ attraverso cui le due principali banche miste italiane, la Banca commerciale italiana e il Credito italiano, presero parte all'espansione del mercato edilizio ed immobiliare durante gli anni venti del Novecento e come invece reagirono alla successiva crisi, mettendo in luce le differenze esistenti tra i due istituti nel modo di operare sul mercato. Queste banche avevano giÀ operato nel settore ma fu negli anni venti che il loro intervento si strutturň in misura piů evidente, dapprima cogliendo le opportunitÀ offerte da una congiuntura nazionale favorevole agli impieghi immobiliari, in seguito venendo indotte dal mutato quadro economico a riorganizzare la propria rete di partecipazioni azionarie in societÀ del comparto. Il sostegno finanziario fornito a queste ultime negli anni di crisi sembra suggerire un comportamento anticiclico da parte delle due banche, prima che l'intervento dell'Iri mutasse profondamente le loro possibilitÀ d'intervento anche nel settore edilizio ed immobiliare.
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Reyneri, Emilio. "Come trovare un lavoro. Una storia italiana." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 157 (August 2020): 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157002.

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Abstract:
Dopo aver sinteticamente illustrato come è cambiata la regolazione normativa delle assunzioni in Italia dall'inizio del secolo scorso, l'articolo presenta come sono cambiati i modi di trovare lavoro negli ultimi 50 anni grazie a un'indagine longitudinale retrospettiva Istat. Con scarse relazioni con i mutamenti normativi, i principali cambiamenti sono stati: una lenta riduzione dei lavori trovati grazie a parenti, amici e conoscenti e per contro un aumento del ricorso ad annunci su giornali e internet, ad agenzie del lavoro private e al supporto di strutture formative (scuole e stage), mentre sono rimasti costanti i rapporti con datori di lavoro e hanno avuto un andamento curvilineo i concorsi pubblici e il ricorso a uffici pubblici. Tuttavia, questi mutamenti sono stati dovuti a un effetto di composizione, poiché per gli stessi livelli di istruzione e per gli stessi settori la distribuzione dei modi con cui è stato trovato il lavoro non è cambiata granché. L'ultimo paragrafo confronta alcuni esiti dei tre tipi di regolazione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro: mercato, reti e organizzazioni.
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Castillo, Juan José, and Calle Pablo Lňpez. "La qualitŕ del lavoro e dell'occupazione in Spagna: una valutazione critica sul "miracolo economico spagnolo" degli ultimi trent'anni." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 127 (September 2012): 177–94. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127011.

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Abstract:
La Spagna, come altri Paesi della denominata semiperiferia europea, ha basato i propri alti indici di crescita economica degli ultimi trent'anni su un modello di sviluppo di via bassa, centrato sull'intensificazione del lavoro e sulla riduzione dei costi lavorativi. La prima parte del testo analizza le trasformazioni nell'ambito della regolazione del mercato del lavoro e nell'ambito dell'organizzazione del lavoro che hanno dato luogo a questo modello. In secondo luogo, si analizzano gli effetti sulla qualitŕ del lavoro di questo modello produttivo, a partire da indicatori come la precarizzazione dell'impiego, l'intensificazione del lavoro e la dequalificazione media delle occupazioni. Arrivando infine alla conclusione che il denominato miracolo economico spagnolo si č sorretto su un sovrasfruttamento di risorse tecniche e umane del sistema, in particolare sul prosciugamento di una generazione, che ha limitato le possibilitŕ attuali di sviluppo a medio e lungo termine.
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Pericu, Andrea. "Gli attori nel mercato italiano del private equity. Cenni sulla regolazione dei modelli organizzativi." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (May 2009): 587–600. http://dx.doi.org/10.3280/ed2008-003008.

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Scarcia, Giulia. "Il mercato del credito a Friburgo fra Tre e Quattrocento attraverso l'attività dei Lombardi." Publications du Centre Européen d'Etudes Bourguignonnes 39 (January 1999): 187–212. http://dx.doi.org/10.1484/j.pceeb.2.302317.

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Scarano, Lorenzo. "Poteri, interessi e tecniche nella regolazione del mercato: preliminari sulla giustizia nel contratto di lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 137 (February 2013): 107–52. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137004.

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Abstract:
Il diritto dei contratti č oggi interessato da una radicale metamorfosi. Le piů recenti prospettive regolative attribuiscono rilevanza giuridica alle situazioni di potere che coinvolgono i soggetti nel mercato e nel rapporto, spesso al fine di intervenire sull'equilibrio dell'affare e tutelare la parte debole della relazione. A tal proposito si parla di giustizia contrattuale. Il saggio si propone di analizzare con metodo comparato queste tendenze, confrontandole con il modello di riferimento - il diritto del lavoro - nella prospettiva di cogliere profili affini e tratti differenziali. Oltre alle contaminazioni fra i modelli, l'indagine pare rivelare persistenti distanze, sia sul versante delle tecniche di tutela che sotto l'aspetto delle finalitŕ normative.
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Majone, Giandomenico. "LA CRESCITA DEI POTERI REGOLATIVI NELLA COMUNITÀ EUROPEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 3 (December 1995): 409–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023790.

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Abstract:
IntroduzioneLa rilevanza conferita dal Trattato di Maastricht al principio di sussidiarietà se da un lato rivela una diffusa preoccupazione circa la tendenza alla crescita dei poteri di regolazione di Bruxelles, solleva anche diversi interrogativi interessanti sotto il profilo teorico. In primo luogo, è possibile una sovra-regolazione al livello europeo, nonostante che i governi nazionali siano fortemente rappresentati ad ogni livello del processo decisionale? In secondo luogo, se è vero che gli stati membri si sforzano di preservare il più ampio margine possibile di sovranità e di autonomia nel policy-making, come dimostrano le forti resistenze agli interventi comunitari in aree quali la politica macroeconomica e la tassazione indiretta, perché allora essi hanno accettato molte misure regolative non previste dai trattati originari e non strettamente necessarie per il funzionamento del mercato comune? Infine, per quello che riguarda la qualità più che la quantità delle regole comunitarie, quanto è davvero possibile l'innovazione in un sistema dove i poteri formali di iniziativa della Commissione, così come le sue funzioni esecutive, sembrano essere così severamente controllati?
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Rubans’ka, Yuliya, and Gianfranco Franz. "Geografia del potere e grandi progetti urbani in una cittŕ dell'ucraina." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 123–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104008.

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Abstract:
L'evoluzione delle politiche di sviluppo urbano nel contesto europeo degli ultimi decenni č stata caratterizzata da modifiche strutturali nelle relazioni di potere: dal governo della cittŕ, incentrato sulla pianificazione urbanistica e il piano regolatore si č passati a forme piů o meno articolate e solo in parte pluraliste di governance urbana, grazie alle quali importanti gruppi immobiliari, immobiliaristi improvvisati e free-riders, importanti gruppi industriali alleati con le grandi centrali del credito e della finanza, hanno trovato maggiori consensi politico-culturali e minori difficoltŕ procedurali nel dirigere, imporre e realizzare grandi progetti di trasformazione urbana. La progressiva crescita del mercato immobiliare, sostenuto e drogato dal mercato finanziario, ha facilitato la proposizione e la realizzazione di GPU, almeno fino al 2007/2008, anno del crack finanziario occidentale, dal quale sono rimasti parzialmente immuni Paesi emergenti le cui economie non erano state ancora tanto profondamente modificate dal sistema finanziario di Stati Uniti ed Europa occidentale. Con differenze di scala e di magnitudo una folta schiera di cittŕ europee e nordamericane si sono impegnate nella realizzazione di GPU, seguite in questo processo dalle principali cittŕ di Paesi emergenti o di potenze in via di consolidamento (Pechino, Shangai, San Paolo, Cittŕ del Messico ecc.). Anche cittŕ piccole e medie si sono impegnate nella sfida di innovare e trasformare i propri tessuti, la propria economia e il proprio rango urbano, investendo in progetti affidati molto spesso alle cosiddette "archistar" internazionali o a societŕ di progettazione parti- colarmente avanzate sui temi della costruzione ecologica e del risparmio energetico. Il presente saggio propone un caso studio particolarmente interessante, caratterizzato da dinamiche precipue e non riscontrabili in molti altri contesti: le recenti trasformazioni urbane nella cittŕ di Dnipropetrovsk (Nipropetrovsk), capoluogo dell'omonima regione, una delle cittŕ principali dell'Ucraina dal punto di vista economico, politico e culturale.
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Albisinni, Ferdinando. "Il diritto agrario europeo dopo Lisbona fra intervento e regolazione: i codici europei dell'agricoltura." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002003.

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Abstract:
Il lavoro indaga sugli esiti dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, quanto alla disciplina dell'agricoltura europea. L'esame di una serie di riforme, anteriori e successive al Trattato di Lisbona, induce a concludere che la ri-nazionalizzazione e ri-localizzazione di alcune scelte di governo dell'economia agricola si è accompagnata ad una rinnovata articolazione del rapporto fra economia e diritto nella politica agricola comune. Il diritto in senso proprio, il diritto regolatorio, in contrapposizione con il diritto incentivante, caratterizza in misura crescente la legislazione di fonte europea in materia agricola. Le riforme della Pac di fine ed inizio secolo si sono così tradotte nella posizione di codici europei dell'agricoltura, dal codice dei regimi di sostegno al reddito [con il reg. (CE) n. 1782/2003, e poi con il reg. (CE) n. 73/2009], al codice dello sviluppo rurale [con il reg. (CE) n. 1257/2009, e poi con il reg. (CE) n. 1698/2005], al codice del mercato e della commercializzazione dei prodotti agricoli [reg. (CE) n. 1234/2007, c.d. regolamento unico Ocm]. Queste discipline di fonte europea dialogano con le discipline di fonte nazionale e compongono, che non è unper i 27 Paesi che oggi compongono l'Unione Europea, ma piuttosto un, nel quale bisogni e soggetti, nazionali, regionali e locali, occupano un posto di rilievo accanto a quello proprio delle scelte disciplinari espresse centralmente.
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Padovano, Fabio. "The Budget Deficit in the Soviet Economic System: Origins and Perspectives*." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 1 (April 1, 1991): 41–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345199.

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Abstract:
Abstract Il deficit del bilancio dello Stato nelle economie a pianificazione centralizzata (in questo articolo, si prende in particolare considerazione quella dell’URSS) appare legato soprattutto alia crisi del settore produttivo. Questo settore costituisce, al tempo stesso, la principale fonte di entrate fiscali ed il destinatario del maggior volume di spese pubbliche; è quindi evidente che un calo della redditività delle imprese comporta per il bilancio un assottigliamento delle poste attive e un maggior esborso per spese a sussidio dell’economia. È proprio questo meccanismo che si suppone stia alia base del disavanzo, e i dati statistici sembrano confermare questa tesi.L’articolo, inoltre, esamina brevemente le cause principali della crisi del settore produttivo, individuate in una struttura dei diritti di proprietà che favorisce pratiche gestionali non efficienti ed in una politica di «credito facile» che consente di mantenere in vita le imprese non produttive.La constatazione della facilità con cui le aziende ricevono prestiti dalle banche fa inoltre supporre che il deficit pubblico sia stato finanziato in massima parte tramite emissione di moneta. L’andamento divergente del gettito fiscale rispetto al deficit ed il fatto che i titoli del debito pubblico non sono uno strumento finanziario diffuso nelle economie a pianificazione centralizzata sembrano dimostrare questa supposizione.La conclusione è che la monetizzazione del disavanzo - e la presenza stessa del disavanzo - pongono seri vincoli al processo di trasformazione delle economie a pianificazione centralizzata in economie di mercato.
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Fauceglia, Domenico. "Nullità e conformazione dei contratti di impresa ad opera delle autorità indipendenti = Nullity and conformation of business contracts by authorities." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 10, no. 2 (October 5, 2018): 306. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2018.4379.

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Abstract:
Riassunto: Sin dall’avvento nel sistema istituzionale italiano delle c.d. Autorità indipendenti, al-le quali è attribuito il potere di regolare settori sensibili del mercato (domain sensibles), si è posta l’attenzione sulla particolare interferenza tra regolazione del mercato e di-sciplina dei contratti. In parti­colare, le Autorità indipendenti godono di un potere re-golamentare abbastanza variegato: la legge attri­buisce alle Authorities i poteri di defi-nire i procedimenti di formazione e conclusione, nonché la forma e il contenuto mi-nimo dei contratti. In relazione a questi ultimi poteri, si cercherà, con tale contributo, di esaminare le ipotesi di nullità negoziale derivanti dalla difformità dei contratti ri-spetto ai regolamenti delle Autorità Indipendenti, nonché le ipotesi di eteroregola-mentazione dei contratti ad opera dei rego­lamenti delle Autorità Indipendenti.Parole chiavi: contratto, mercato, autorità indipendenti, nullità dei contratti, integrazione contrat-tuale, contratti d’impresa, contratti bancari, contratti finanziari.Abstract: Since the inclusion in the Italian institutional system of the c.d. Independent authori-ties, which are given the power to regulate sensitive sectors of the market (domain sensibles), attention has been focused on the particular interference between market regulation and contract discipline. In particular, the Authorities have quite a varied regulatory power: the law gives the Authorities the power to define the starting and conclusion procedures, as well as the form and minimum content of the con­tracts. In relation to these last powers, we will try, with this contribution, to examine the hy-pothesis of negotiation nullity deriving from the non-conformity of the contracts with the regulations of the Inde­pendent Authorities, as well as the hypothesis of external regulation of the contracts by the regulations of Independent Authorities.Keywords: contract, market, independent authorities, nullity of contracts, contractual inte-gration, business contract, banking contracts, financial contracts.
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Conti, Giuseppe, and Maria Carmela Schisani. "I banchieri italiani e la haute banque nel Risorgimento e dopo l'UnitÀ." SOCIETÀ E STORIA, no. 131 (May 2011): 133–70. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-001005.

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Abstract:
Nell'Europa di metÀ ottocento i mercanti banchieri furono gli artefici principali della rivoluzione finanziaria, ossia della formazione della banca ‘moderna' e dei mercati finanziari collegati allo sviluppo di societÀ anonime. In Italia ebbero difficoltÀ ad affermare forme di specializzazione, coordinamento, conquista di spazi e di ruoli. La loro azione risentě di un ambiente politico e economico parcellizzato e chiuso in ambiti locali. La concorrenza dei banchieri dellacontribuě al cambiamento ma anche a indebolire potenzialitÀ e dinamiche autonome. Il frazionamento politico, in particolare, ebbe conseguenze rilevanti sulla formazione di un mercato nazionale di titoli pubblici e ritardň la crescita dell'emissione stessa di titoli privati (di ferrovie e banche). Negli stati preunitari molte furono le iniziative, poche quelle che andarono a buon fine. Il debito pubblico e lo sviluppo di alcune istituzioni bancarie seguě percorsi differenziati tra prima e dopo il 1848 per Regno delle Due Sicilie e Stato pontificio, da una parte, e gli altri stati, dall'altra. Per primi l'esposizione debitoria fu particolarmente rilevante dopo la Restaurazione per ragioni diverse dal crescente indebitamento che dopo il 1848 interessň i secondi, Regno di Sardegna, in particolare, dove servě a finanziare guerre e ferrovie. Con l'UnitÀ il peso delle divisioni continuň a disgregare gli interessi e le istanze sociali e territoriali, contribuendo all'insuccesso del programma di centralizzazione del credito (banca d'emissione unica, un grande istituto di credito fondiario e agricolo) secondo un disegno coerente e ambizioso. Prevalsero invece soluzioni di ripiego che finirono per limitare le possibilitÀ di crescita della banca privata in Italia, senza ridurre ancora l'influenza della finanza estera.
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Lorandi, Giacomo. "Immobili e traiettorie sociali. La famiglia Pernate nella Novara spagnola." STORIA URBANA, no. 168 (November 2021): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168002.

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Abstract:
I più recenti studi sul mercato immobiliare e sulle pratiche abitative nelle città di antico regime hanno messo in luce il carattere polisemico della casa, il cui scambio risponde a logiche frastagliate, che abbracciano la dimensione sociale, politica e simbolica, oltre che economica stricto sensu. La casa, oltre a rispondere a un'esigenza primaria, è un bene capace di generare status e diritti. Questo articolo intende soprattutto segnalare piste interpretative delle fonti finora poco consuete. Si vuole in particolare osservare alcuni specifici aspetti dello scambio immobiliare, con l'obiettivo di mostrare come avviene l'allocazione dei capitali economici, sociali e relazionali all'interno di un gioco asimmetrico, nonché largamente per meato dal credito e dalle dinamiche sociali. Dal testo emerge l'importanza della scelta della tipologia abitativa e la connotazione sociale che questa conferiva al suo proprietario o locatario. Il caso della famiglia novarese dei Pernate è emblematico, poiché sono chiari e ben rintracciabili i passaggi che, dal contado, la portarono ai vertici del l'amministrazione di Novara
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Morisi, Massimo. "LE AUTORITÀ INDIPENDENTI IN ITALIA COME TEMA DI RICERCA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 225–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024825.

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Abstract:
IntroduzioneLe funzioni di cui si occupano le autorità indipendenti nel nostro paese, formano un elenco abbastanza impressionante. A tali istituzioni viene infatti affidata una complessa gamma di funzioni decisionali in una molteplicità di settori di regolazione economica e sociale di cruciale importanza. Moneta e credito, concorrenza e assicurazioni, borsa, valori mobiliari e fondi pensione, comunicazioni di massa e informatica pubblica, appalti di lavori pubblici e tariffe di energia elettrica e gas, scioperi nei servizi pubblici e contrattazione sindacale nelle pubbliche amministrazioni, monitoraggio e innovazione neirambiente e nel funzionamento del sistema sanitario sono solo i più evidenti items di un profondo spostamento di poteri dall'apparato politico e amministrativo di governo verso una rete articolata, e in continua diramazione, di nuove e separate arene di rappresentazione, intermediazione o aggiudicazione, secondo i casi, di interessi. Chi domani volesse impegnarsi in ricerche empiriche sulle politiche pubbliche in questi settori decisivi per il sistema economico e sociale di questo paese, dovrebbe primariamente sottoporre ad analisi l'azione delle authorities e le reti di relazioni con gli interessi organizzati e diffusi in cui esse sono chiamate ad operare. Il campo visivo della rilevazione andrebbe profondamente riorientato. Solo ex post andrebbe ponderato il ruolo delle istituzioni classiche della forma di governo, come i partiti, gli organi dell'Esecutivo e il Parlamento. L'analisi empirica, a fronte di casi e circostanze determinate, potrebbe anche sancirne la (de) qualificazione alla sola stregua di attori e arene integrative.
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Portella, Anderson Gonçalves. "L'impatto della regolazione economica sul mercato delle telecomunicazioni brasiliano: il telefono cellulare segmento." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, July 3, 2018, 80–107. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/economia-aziendale/mercato-delle-telecomunicazioni.

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Abstract:
Questo articolo si propone di dimostrare i risultati dell'intervento dello stato nel periodo post-privatizzazione con l'implementazione del modello normativo delle telecomunicazioni, in particolare nel segmento del telefono cellulare. Il lavoro discute i fondamenti teoria inizialmente, evidenziando le scuole europee e americane, il modello di base utilizzato nel caso del Brasile. Sotto questa prospettiva, il testo di studio, analizza e valuta il modello di regolamento distribuito nel mercato delle telecomunicazioni e la vostra evoluzione, discutendo l'adeguatezza del modello e la conseguente efficienza nel raggiungimento degli obiettivi desiderati. Le considerazioni di questo lavoro permettono di concludere che il modello normativo impiantato in Brasile è sembrato essere efficace nella misura in cui consentito diversi aumenti di produttività e potenziato lo sviluppo economico. Presentato, tuttavia, guasti causati dalle caratteristiche intrinseche del mercato brasiliano, consentendo la cattura di agente stato normativo ANATEL e sottoponendo le decisioni tecniche di alcun interesse politici.
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Magri, Silvia, and Raffaella Pico. "Il Mercato Del Credito Alle Famiglie Dopo Cinque Anni Di Crisi: Evidenze DalllIndagine Sui Loro Bilanci (The Household Credit Market after Five Years of Crisis: Evidence from the Survey on Income and Wealth)." SSRN Electronic Journal, 2014. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2584474.

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