Academic literature on the topic 'Regolamento (CE) n.1215'

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Journal articles on the topic "Regolamento (CE) n.1215"

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Marongiu Buonaiuti, Fabrizio. "La disciplina della giurisdizione nel Regolamento (UE) n. 2016/679 concernente il trattamento dei dati personali e il suo coordinamento con la disciplina contenuta nel regolamento “Bruxelles i-bis” = Jurisdiction under Regulation (EU) no. 2016/679 concerning the processing of personal data and its coordination with the “Brussels i-bis” regulation." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 9, no. 2 (October 5, 2017): 448. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2017.3881.

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Abstract:
Riassunto: Lo scritto esamina le regole di giurisdizione contenute nel regolamento (UE) n.2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, le quali si presentano come strumentali all’obiettivo di garantire una tutela giurisdizionale effettiva dei diritti riconosciuti dal regolamento a favore degli individui titolari dei dati nei confronti dei soggetti responsabili del trattamento dei dati stessi. Tali regole, pur apprezzabili nel loro intento di fornire una disciplina specifica della giurisdizione relativamente alle controversie prese in considerazione, pongono nondimeno alcuni problemi di coordinamento con la disciplina della giurisdizione nelle controversie civil e commerciali come attualmente contenuta nel regolamento (UE) n. 1215/2012 o “Bruxelles I-bis”, i quali non sono adeguatamente affrontati nelle disposizioni del nuovo regolamento.Parole chiave: Giurisdizione; Regolamento (UE) n. 2016/679; Trattamento dei dati personali; Tutela giurisdizionale effettiva; Regolamento (UE) n. 1215/2012 (“Bruxelles I-bis”).Abstract: The present paper addresses the rules on jurisdiction contained in Regulation (EU) No. 2016/679 concerning the protection of natural persons with regard to the processing of personal data. These rules appear instrumental to the pursuit of the fundamental goal of guaranteeing an effective judicial protection of the rights granted to individuals as concerns the processing of their personal data against those subjects who are responsible for the said processing. These rules, welcome as they are in their purpose of providing special fora expressly tailored in respect of the eculiarities of the litigation concerned, fall short of addressing adequately the problems of coordination which they raise in respect of the rules on jurisdiction in civil and commercial matters as currently set out under Regulation (EU) No. 1215/2012 (s.c. “Brussels Ia” Regulation).Keywords: Jurisdiction; Regulation (EU) No. 2016/679; Processing of Personal Data; Right to an Effective Judicial Remedy; Regulation (EU) No. 1215/2012 (“Brussels Ia”).
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Marino, Silvia. "Gruppi di società e giurisdizione nell’ambito del private enforcement del Diritto della Concorrenza dell’Unione Europea." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 14, no. 2 (October 5, 2022): 1137–50. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2022.7236.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza le implicazioni internazionalprivatistiche del principio dell’unità economica nell’ambito del diritto della concorrenza dell’Unione europea. Prendendo spunto dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea nel caso Sumal, viene analizzata la rilevanza del principio nel private enforcement. Quindi si verificano gli effetti dell’applicazione del regolamento n. 1215/2012 e del regolamento n. 864/2007 agli illeciti antitrust con implicazioni transfrontaliere per sottolinearne, in conclusione, il favor che il principio dell’unità economica implicitamente realizza nei confronti dei danneggiati, in particolare dei consumatori o degli utilizzatori finali.
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Aquironi, Ilaria. "L’addebito della separazione nel diritto internazionale privato dell’Unione Europea= Judicial decisions as to the causes of separation under EU private international law." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 9, no. 2 (October 5, 2017): 76. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2017.3865.

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Abstract:
Riassunto: Lo scritto affronta le questioni che circondano la pronuncia dell’addebito della separazione nel diritto internazionale privato dell’Unione europea, segnatamente alla luce dell’autonomo concetto di “causa” del divorzio e della separazione personale accolto nel regolamento (CE) n. 2201/2003 e nel regolamento (UE) n. 1259/2010. Su questa base, lo studio indica per quali ragioni, malgrado la dichiarata intenzione del legislatore europeo di non volersi occupare delle cause della crisi, si debba ritenere che la pronuncia relativa all’addebito soggiaccia alla disciplina internazionalprivatistica racchiusa nei regolamenti in questione.Parole chiave: Addebito della separazione, cause del divorzio e della separazione, Regolamento (CE) n. 2201/2003; Regolamento (UE) n. 1259/2010.Abstract: The essay tackles the distinctive features of the autonomous concept of “grounds”for divorce and legal separation contained in Regulation (EC) n. 2201/2003 and Regulation (EU) n. 1259/2010. Relying on this basis, the analysis indicates the reasons why, although the asserted intention of the European legislator not to deal with the grounds for the matrimonial crisis, judicial decisions as to the causes of separation should be submitted to the rules set forth by the abovementioned regulations.Keywords: causes of divorce and legal separation, Regulation (EC) n. 2201/2003, Regulation (EU) n. 1259/2010.
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Ricciardi, Giovanna. "Le corti tedesche ed il Regolamento (CE) n. 4/2009. Sulle obbligazioni alimentari." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 13, no. 1 (March 8, 2021): 608. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2021.5973.

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Albisinni, Ferdinando. "Il diritto agrario europeo dopo Lisbona fra intervento e regolazione: i codici europei dell'agricoltura." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002003.

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Abstract:
Il lavoro indaga sugli esiti dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, quanto alla disciplina dell'agricoltura europea. L'esame di una serie di riforme, anteriori e successive al Trattato di Lisbona, induce a concludere che la ri-nazionalizzazione e ri-localizzazione di alcune scelte di governo dell'economia agricola si è accompagnata ad una rinnovata articolazione del rapporto fra economia e diritto nella politica agricola comune. Il diritto in senso proprio, il diritto regolatorio, in contrapposizione con il diritto incentivante, caratterizza in misura crescente la legislazione di fonte europea in materia agricola. Le riforme della Pac di fine ed inizio secolo si sono così tradotte nella posizione di codici europei dell'agricoltura, dal codice dei regimi di sostegno al reddito [con il reg. (CE) n. 1782/2003, e poi con il reg. (CE) n. 73/2009], al codice dello sviluppo rurale [con il reg. (CE) n. 1257/2009, e poi con il reg. (CE) n. 1698/2005], al codice del mercato e della commercializzazione dei prodotti agricoli [reg. (CE) n. 1234/2007, c.d. regolamento unico Ocm]. Queste discipline di fonte europea dialogano con le discipline di fonte nazionale e compongono, che non è unper i 27 Paesi che oggi compongono l'Unione Europea, ma piuttosto un, nel quale bisogni e soggetti, nazionali, regionali e locali, occupano un posto di rilievo accanto a quello proprio delle scelte disciplinari espresse centralmente.
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Frascarelli, Laura. "Aiuti di Stato in esenzione: principali novitŕ del Regolamento generale della Commissione (CE) n. 800/2008." QT Quaderni di Tecnostruttura, no. 34 (December 2009): 28–40. http://dx.doi.org/10.3280/qt2009-034007.

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Benini, Caterina. "La localizzacione dell’illecito concorrenziale nel regime di Bruxelles: riflessioni alla luce della Sentenza FLYLAL II della Corte di Giustizia dell’Unione Europea = The localization of antitrust torts underthe Brussels regime: reflections in the light of the Judgment FLYLAL II of the Court of Justice of the European Union." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 11, no. 1 (March 11, 2019): 693. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2019.4641.

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Abstract:
Riassunto: Nella sentenza flyLAL II la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha affermato che un calo delle vendite provocato da un illecito concorrenziale costituisce il “danno” rilevante agli effetti della individuazione del giudice competente ai sensi dell’art. 5 n. 3 del regolamento (CE) n. 44/2001 (“Bruxelles I”) e ha ritenuto che tale danno vada localizzato nel paese in cui si trova il mercato inte­ressato dagli effetti dell’illecito. Lo scritto, prendendo spunto da questa sentenza, esamina criticamente la disciplina internazionalprivatistica europea degli illeciti concorrenziali, soffermandosi sulle ricadute negative della stessa in termini di private antitrust enforcement. Dinnanzi a questo stato delle cose, la soluzione della Corte appare perseguire l’obiettivo di garantire coerenza tra la disposizione oggetto di pronuncia e l’art. 6, par. 3, lett. a), del regolamento (CE) n. 864/2007 (“Roma II”) sulla legge applicabile alle obbligazioni extracontrattuali derivanti da atti limitativi della concorrenza. Essa inoltre agevola il private enforcement del diritto della concorrenza, contribuendo al contempo alla funzione regolatoria del diritto internazionale privato nel contesto regionale dell’Unione Europea.Parole chiave: illeciti concorrenziali, foro speciale degli illeciti, localizzazione del danno, criterio del mercato, private antitrust enforcementAbstract: In the flyLAL II judgment, the Court of Justice of the European Union ruled that the loss of sales incurred as a result of antitrust tort can be regarded as “damage” for the purposes of iden­tifying the competent jurisdictional authority pursuant to Art. 5 n. 3 of the Regulation (EC) n. 44/2001 (“Brussels I”) and ruled that such damage is localized in the country whose market was affected by the anticompetitive conduct. Taking that judgment as point of departure, this article critically analyses the EU private international law regime of antitrust torts, focusing on its negative impact on private antitrust enforcement. Given this state of affairs, the solution adopted by the Court seems to pursue the goal of consistency between the provision under scrutiny and Art. 6, par. 3, lit. a), of the Regulation (CE) n. 864/2007 (“Rome II”) on the law applicable to non-contractual obligations arising from acts restricting free competition. It also promotes the private enforcement of antitrust rules, thereby enhancing the re­gulatory function of private international law in the internal market.Keywords: antitrust torts, special jurisdiction in matters relating to tort, localization of the loss, market criterion, private antitrust enforcement.
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Posteraro, Nicola. "Curarsi in Europa è possibile? Come e se il decreto sull’assistenza transfrontaliera n. 38/2014 condizioni e ostacoli l’esercizio del diritto alla salute / Is it possible to care themselves in Europe? How and if the decree on cross-border healthcare no. 38/2014 affects and hinders the right to health." Medicina e Morale 66, no. 2 (May 5, 2017): 209–29. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.488.

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Abstract:
Questo lavoro analizza il decreto legislativo del 4 marzo 2014, n. 38 sulle cure transfrontaliere. Le norme del decreto sembrano garantire il diritto alla salute, perché stabiliscono che non esiste l’obbligo di ottenere una autorizzazione da parte dell’amministrazione, prima di poter espatriare al fine di ottenere le cure all’estero. Esse, però, al contempo, svantaggiano i meno abbienti, perché approntano un sistema di assistenza indiretta e precisano che gli amministrati possono ottenere il rimborso delle spese sostenute solo nei limiti dei costi che la prestazione avrebbe avuto se fosse stata eseguita nel territorio di provenienza. Inoltre, quando introducono la eccezionale necessità di una previa autorizzazione, attribuiscono alla p.A. un potere fortemente discrezionale. Infine, non chiariscono alcuni aspetti relativi ai procedimenti amministrativi da attivare per ottenere il rimborso e non regolano in modo adeguato i rapporti con il regolamento CE n. 883/2004. Esiste davvero un diritto alle cure oltre lo Stato? ---------- This work analyzes the Italian Legislative Decree of 4 March 2014, n. 38, about the cross-border healthcare. The provisions seem to guarantee the right to health, because they state that the patients have not to obtain an authorization from the administration, before being able to get treatment abroad. At the same time, they disadvantage the poor, because they establish a system of indirect assistance and they specify that individuals may obtain only the reimbursement of the costs that the service would have incurred if it had been performed in the territory of origin. In addition, when introducing the exceptional need for prior authorization, they confer to the public Administration a highly discretionary power. Finally, they aren’t clear when they regulate the aspects of the administrative procedures. Is there really a right to health care over the state?
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"Osservatorio europeo: Documenti ; Segnalazioni." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (April 2010): 301–12. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001019.

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Abstract:
1. Regolamento (CE) n. 444/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28.5.2009, che modifica il Regolamento (CE) n. 2252/2004 del ConsiglioNorme sulle caratteristiche di sicurezza e sugli elementi biometrici dei passaporti e dei documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri 2. Regolamento (CE) n. 1244/2009 del Consiglio, del 30.11.2009, che modifica il Regolamento (CE) n. 539/2001Elenco dei Paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei Paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo.Segnalazioni
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"Osservatorio europeo: Documenti ; Segnalazioni." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (July 2010): 239–52. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-002018.

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Abstract:
1. Regolamento (UE) n. 265/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25.3.2010, che modifica la Convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen e il Regolamento (CE) n. 562/2006 - Circolazione dei titolari di visto per soggiorni di lunga durata2. Decisione (UE) n. 252/2010 del Consiglio, del 26.4.2010, che integra il codice frontiere Schengen - Sorveglianza delle frontiere marittime esterneSegnalazioni
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Dissertations / Theses on the topic "Regolamento (CE) n.1215"

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Buttazzi, Barbara <1973&gt. "Aspetti processuali del Regolamento n. 1/2003/Ce." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/770/1/Tesi_Buttazzi_Barbara.pdf.

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Abstract:
The recent reform in European antitrust enforcement is embodied in Regolation n. 1/2003/ Ce and related Communications. Since 2004 when it came into force, some crytical assessments can already be made. The work starts from some technical analysis of the reform, under a procedural perspective, to assess the proceedings’ real impact on parties’ rights and to criticize its limits. Decentralisation has brought about more complicacies, since community procedural systems are not harmonized, neither in their administrative rules, nor in their civil proceedings, which are all involved in the European antitrust network. Therefore, antitrust proceedings end un as being more jurisdictional in their effects than in their guarentees, which is a flaw to be mended by legislators. National laws shoud be harmonized, community law should be clarified and the system should turn more honestly towards a rationalized jurisdiction-cented mechanism. Otherwise, parties defense rights and the overall efficiency are put into doubt. Italy is a good exemple of how many colmlicacies can outburst from national procedures and national decentralised application. An uncertain pattern of judicial control, together with unclear relationships among the institutions to cooperate in the antitrust network can produce more problems than they aim to solve. As to the private enforcement, Regulation n.1 does not even attempt to give precise regulation to this underdeveloped sector. A continual comparison with U.S. system has brought the Commission to become aware both of the risks and of the advanteges of an increased civil antitrust litigation in fronto of national judges. In order to substain a larger development of this parallel and, presently, difficult way of judicial compensation, it is presently ongoing a consultation among states to find suitable incentives to make private enforcement more appealing and effective. The solution to this lack of private litigation is not to be sought in Regulation n. 1 which calls into action national legislators and proceedures to implement further improvements. As a conclusion, Regulation n. 1 is the outpost of an ambitious community design to create an efficient control mechanism over antitrust violations. It focuses on Commission proceedings, powers and sanctions in order to establish deterrence, then it highlights civil litigation perspectives and it involves directly states into antitrust application. It seems that more could be done to technically shape administrative proceedings in a more jurisdictionally oriented form, then to clarify respective roles and coordination mecanisms in order to prevent difficulties easy to forsee. Some of jurisprudential suggestions have been accepted, but much more is left to be done in the future to improve european antitrust enforcement system.
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Buttazzi, Barbara <1973&gt. "Aspetti processuali del Regolamento n. 1/2003/Ce." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/770/.

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Abstract:
The recent reform in European antitrust enforcement is embodied in Regolation n. 1/2003/ Ce and related Communications. Since 2004 when it came into force, some crytical assessments can already be made. The work starts from some technical analysis of the reform, under a procedural perspective, to assess the proceedings’ real impact on parties’ rights and to criticize its limits. Decentralisation has brought about more complicacies, since community procedural systems are not harmonized, neither in their administrative rules, nor in their civil proceedings, which are all involved in the European antitrust network. Therefore, antitrust proceedings end un as being more jurisdictional in their effects than in their guarentees, which is a flaw to be mended by legislators. National laws shoud be harmonized, community law should be clarified and the system should turn more honestly towards a rationalized jurisdiction-cented mechanism. Otherwise, parties defense rights and the overall efficiency are put into doubt. Italy is a good exemple of how many colmlicacies can outburst from national procedures and national decentralised application. An uncertain pattern of judicial control, together with unclear relationships among the institutions to cooperate in the antitrust network can produce more problems than they aim to solve. As to the private enforcement, Regulation n.1 does not even attempt to give precise regulation to this underdeveloped sector. A continual comparison with U.S. system has brought the Commission to become aware both of the risks and of the advanteges of an increased civil antitrust litigation in fronto of national judges. In order to substain a larger development of this parallel and, presently, difficult way of judicial compensation, it is presently ongoing a consultation among states to find suitable incentives to make private enforcement more appealing and effective. The solution to this lack of private litigation is not to be sought in Regulation n. 1 which calls into action national legislators and proceedures to implement further improvements. As a conclusion, Regulation n. 1 is the outpost of an ambitious community design to create an efficient control mechanism over antitrust violations. It focuses on Commission proceedings, powers and sanctions in order to establish deterrence, then it highlights civil litigation perspectives and it involves directly states into antitrust application. It seems that more could be done to technically shape administrative proceedings in a more jurisdictionally oriented form, then to clarify respective roles and coordination mecanisms in order to prevent difficulties easy to forsee. Some of jurisprudential suggestions have been accepted, but much more is left to be done in the future to improve european antitrust enforcement system.
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Pasini, Caterina <1982&gt. "Insolvenza transfrontaliera e giurisdizione: l'esperienza del regolamento (CE) n. 1346 del 2000." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5004/1/Pasini_Caterina_Tesi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato è strutturato in quattro parti: la prima è dedicata all’inquadramento del background normativo. L’autrice affronta, con un approccio ricostruttivo, i precedenti alla redazione del regolamento e le difficoltà incontrate a causa delle resistenze degli Stati membri. Si sofferma altresì sulle norme UNCITRAL, anch’esse oggetto nel recente periodo, di numerose implementazioni. La seconda parte fotografa il ruolo della Corte di Giustizia nell’interpretazione del regolamento n. 1346/2000 ed individua i concetti fondamentali del regolamento: l’universalità attenuata, il campo di applicazione soggettivo del regolamento, la legge applicabile, il principio dell’automatico riconoscimento delle decisioni e la correlata tematica dell’ordine pubblico, nonché la figura del curatore. Si approfondisce l’attività degli Stati membri nel dotarsi di norme di coordinamento ( esemplare il caso della Spagna e della Germania) sottolineando il silenzio del legislatore italiano che, nonostante le numerose riforme in materia, a tutt’oggi non ha ideato un sistema in grado di coordinare la normativa nazionale con la struttura del regolamento europeo. Nella terza parte l'autrice approfondisce la giurisdizione nel regolamento n. 1346/2000. Si individuano le parole chiave: Comi e dipendenza, i cui significati sono sfumati seguendo le posizioni della Corte di Giustizia, (Leading Case Eurofood sino a Interedil) e si mette in discussione, nel panorama attuale, la tenuta di tali criteri giurisdizionali. Sempre intorno al concetto di Comi, si analizzano: la giurisdizione verso gruppi di imprese disciplina assente nel regolamento, i rapporti tra procedura principale e secondaria , la giurisdizione in materia di azioni connesse e/o correlate (Gourdain vs Nadler/Seagon vs Deko Marty). Il capitolo conclusivo offre una panoramica delle proposte finalizzate ad un’implementazione della struttura del regolamento sull’insolvenza. Numerose, infatti, sono le proposte a livello dottrinale e da parte degli organi comunitari in vista della scadenza del Report della Commissione Europea sulla applicazione del regolamento 1346 del 2000 (art. 46).
The paper is divided in four sections: the first part is focused on the E.U. regulatory frame work of cross-border insolvency. The author has approached the background that led to the E.C. regulation and the difficulties in achieving said drafting. The author also analysed the UNCITRAL rules, which have been recently strongly implemented. Second section deals with the role of the Court of Justice in the interpretation of Regulation no. 1346/2000 and identifies the main elements of the European Regulation (universality and territoriality, the subjective scope of the regulation, the applicable law, the principle of automatic recognition of decisions, the issue of public order and the role of the curator). The legislation of Member States that adopted standards in coordination with new global discipline have been studied: (see the case of Spain and Germany) It is pointed out the silence of the Italian legislator that, despite several recent reforms, still has not improved the National legislation with a system of rules complying with the European regulation. Third section relates to jurisdiction in the EC Regulation. The first part identifies the keywords provided by the E.U. Regulation: Comi and establishment, whose meanings are shaded according to the positions of Court of Justice (see Interedil and Eurofood). Following the analysis of case law, the author argues about the force, in the current scenario, of the jurisdictional criterion represented by the Comi and the issue of jurisdiction in respect of groups of companies, which have not been foreseen by the Regulation. Moreover, the author analyses the matter of jurisdiction of “related proceedings” (Leading case Gourdain vs. Nadler and Seagon vs. Deko Marty). Fourth section closes the paper with an overview of new proposals aimed at improving the structure of the Insolvency Regulation.
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Pasini, Caterina <1982&gt. "Insolvenza transfrontaliera e giurisdizione: l'esperienza del regolamento (CE) n. 1346 del 2000." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5004/.

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Abstract:
L’elaborato è strutturato in quattro parti: la prima è dedicata all’inquadramento del background normativo. L’autrice affronta, con un approccio ricostruttivo, i precedenti alla redazione del regolamento e le difficoltà incontrate a causa delle resistenze degli Stati membri. Si sofferma altresì sulle norme UNCITRAL, anch’esse oggetto nel recente periodo, di numerose implementazioni. La seconda parte fotografa il ruolo della Corte di Giustizia nell’interpretazione del regolamento n. 1346/2000 ed individua i concetti fondamentali del regolamento: l’universalità attenuata, il campo di applicazione soggettivo del regolamento, la legge applicabile, il principio dell’automatico riconoscimento delle decisioni e la correlata tematica dell’ordine pubblico, nonché la figura del curatore. Si approfondisce l’attività degli Stati membri nel dotarsi di norme di coordinamento ( esemplare il caso della Spagna e della Germania) sottolineando il silenzio del legislatore italiano che, nonostante le numerose riforme in materia, a tutt’oggi non ha ideato un sistema in grado di coordinare la normativa nazionale con la struttura del regolamento europeo. Nella terza parte l'autrice approfondisce la giurisdizione nel regolamento n. 1346/2000. Si individuano le parole chiave: Comi e dipendenza, i cui significati sono sfumati seguendo le posizioni della Corte di Giustizia, (Leading Case Eurofood sino a Interedil) e si mette in discussione, nel panorama attuale, la tenuta di tali criteri giurisdizionali. Sempre intorno al concetto di Comi, si analizzano: la giurisdizione verso gruppi di imprese disciplina assente nel regolamento, i rapporti tra procedura principale e secondaria , la giurisdizione in materia di azioni connesse e/o correlate (Gourdain vs Nadler/Seagon vs Deko Marty). Il capitolo conclusivo offre una panoramica delle proposte finalizzate ad un’implementazione della struttura del regolamento sull’insolvenza. Numerose, infatti, sono le proposte a livello dottrinale e da parte degli organi comunitari in vista della scadenza del Report della Commissione Europea sulla applicazione del regolamento 1346 del 2000 (art. 46).
The paper is divided in four sections: the first part is focused on the E.U. regulatory frame work of cross-border insolvency. The author has approached the background that led to the E.C. regulation and the difficulties in achieving said drafting. The author also analysed the UNCITRAL rules, which have been recently strongly implemented. Second section deals with the role of the Court of Justice in the interpretation of Regulation no. 1346/2000 and identifies the main elements of the European Regulation (universality and territoriality, the subjective scope of the regulation, the applicable law, the principle of automatic recognition of decisions, the issue of public order and the role of the curator). The legislation of Member States that adopted standards in coordination with new global discipline have been studied: (see the case of Spain and Germany) It is pointed out the silence of the Italian legislator that, despite several recent reforms, still has not improved the National legislation with a system of rules complying with the European regulation. Third section relates to jurisdiction in the EC Regulation. The first part identifies the keywords provided by the E.U. Regulation: Comi and establishment, whose meanings are shaded according to the positions of Court of Justice (see Interedil and Eurofood). Following the analysis of case law, the author argues about the force, in the current scenario, of the jurisdictional criterion represented by the Comi and the issue of jurisdiction in respect of groups of companies, which have not been foreseen by the Regulation. Moreover, the author analyses the matter of jurisdiction of “related proceedings” (Leading case Gourdain vs. Nadler and Seagon vs. Deko Marty). Fourth section closes the paper with an overview of new proposals aimed at improving the structure of the Insolvency Regulation.
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Molin, Gloria <1981&gt. "La tutela del design industriale alla luce del Regolamento n.6/2002/CE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7517.

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Abstract:
Il lavoro prende spunto dall’importanza che i prodotti delle industrie creative in generale, e della moda in particolare, hanno rivestito e continuano a rivestire per l’Unione Europea da un punto di vista non solo economico ma anche sociologico e culturale. Consapevoli dell’importanza che la forma dei prodotti riveste come strumento di marketing per interfacciarsi con i consumatori, le Istituzioni Europee si sono adoperate per favorire e sostenere interventi atti a tutelare anche legalmente gli sforzi fatti dalle aziende europee per sviluppare prodotti che siano nuovi dal punto di vista della forma e dell’aspetto. Tale lavoro si è concretizzato nell’elaborazione del Regolamento n. 6/2002/CE, e nell’ideazione di due diversi istituti: quello del disegno o modello registrato e quello del disegno o modello non registrato. Il testo normativo è stato redatto tenendo in considerazione svariati aspetti caratterizzanti le industrie definite più propriamente creative, quali quelle dell’industrial design e della moda, che hanno sempre faticato a conquistarsi una tutela adeguata dal punto di vista della proprietà intellettuale; problema a cui appunto l’Unione Europea ha cercato di ovviare. Quest'ultima infatti consapevole dello scarso grado di armonizzazione delle leggi in materia, a livello dei singoli Stati, e delle problematiche del settore, con lo scopo ultimo di sostenere lo sviluppo economico e il commercio transfontaliero, ha ritenuto necessario dar vita ad un processo di armonizzazione e ravvicinamento delle leggi in questione, arrivando appunto all’elaborazione del Regolamento n. 6/2002/CE per la tutela dei disegni e modelli comunitari. L’introduzione del suddetto testo offre lo spunto per riflettere sulle motivazioni che hanno portato alla sua adozione, sulle innovazioni che ha determinato introducendo concetti nuovi,(pensiamo ad esempio ai termini: “impressione generale diversa”, “carattere individuale”, e“utilizzatore informato”); e sugli effetti che ne sono derivati . L’analisi di casi giuridici reali, riguardanti soprattutto il mondo del fashion, consentiranno di cogliere i vantaggi concreti che gli istituti previsti dal Regolamento n. 6/2002/CE sono in grado di fornire alle imprese creative, ma anche i limiti e i vincoli che derivano dall’utilizzo dell’istituto del disegno o modello registrato e non.
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6

Evola, Sabrina. "La giurisdizione e l'esercizio delle azioni civili nei rapporti personali e patrimoniali tra coniugi in ambito europeo." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1197.

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Abstract:
Il presente lavoro è incentrato sull esame dei regolamenti europei, adottati nel settore della cooperazione giudiziaria civile, che incidono sul diritto di famiglia, limitatamente ai rapporti personali e patrimoniali tra coppie internazionali. Detta analisi, peraltro, sarà condotta con riferimento al profilo della giurisdizione, intesa sia in senso statico, relativa dunque ai criteri di giurisdizione tramite i quali individuare il giudice dotato della potestas iudicandi, sia in senso dinamico, sotto il profilo delle norme che incidono sulla competenza del giudice individuato in base ai predetti criteri, in un momento successivo alla proposizione della domanda. Detti Strumenti sono da individuarsi, per quanto attiene alle conseguenze a carattere personale derivanti dalla crisi del vincolo coniugale, nel regolamento CE n. 2001/2003. Rispetto ai rapporti a contenuto patrimoniale, invece, é stato adottato il regolamento CE n. 4/2009, ma è attualmente pendente una proposta di regolamento in materia di regimi patrimoniali tra coniugi.
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DEPETRIS, ELENA. "La responsabilità delle agenzie di rating tra diritto europeo e soluzioni di diritto interno." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/50987.

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Abstract:
Il lavoro analizza il tema della responsabilità civile delle agenzie di rating del credito per i danni cagionati dalla diffusione di valutazioni non corrette. Dopo aver ripercorso l’evoluzione storica delle agenzie di rating, dalla loro nascita sino ai giorni nostri, ci si sofferma sulla nozione di rating del credito e sulla descrizione del procedimento attraverso il quale lo stesso viene assegnato. Si passa, quindi, ad analizzare quelli che sono i problemi principali sollevati dall’attività di classamento del merito creditizio e si esamina il passaggio dall’autoregolamentazione all’intervento normativo, con particolare attenzione all’ordinamento statunitense ed all’ordinamento europeo. Si affronta, infine, il tema della responsabilità civile delle agenzie di rating del credito. Dopo essersi soffermati sulla natura giuridica del rating del credito, vengono indagati i possibili profili di responsabilità delle agenzie di rating sia nei confronti degli investitori sia nei confronti degli emittenti, con riferimento tanto alla disciplina europea (art. 35 bis del Regolamento CE n. 1060/2009, introdotto dal Regolamento UE n. 462/2013) quanto alla disciplina di diritto interno.
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Stefano, Francesco <1995&gt. "Ricerca dell'uniformità, cambiamenti del mercato ed equilibrio tra le parti nella tutela del passeggero aereo: dalla Convenzione di Varsavia alla proposta di revisione del Regolamento CE n. 261/2004." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20582.

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Abstract:
Il lavoro di tesi ha l’obiettivo di illustrare l’evoluzione normativa relativa alla tutela del passeggero aereo, a partire dalla Convenzione di Varsavia del 1929 fino ai giorni nostri, soffermandosi sui i tre aspetti principali che caratterizzano tale percorso: ricerca di uniformità, cambiamenti nel mercato ed equilibrio di tutele tra le parti in gioco. Partendo da uno spaccato di storia giuridica internazionale in materia di trasporto aereo, l’elaborato si concentra sul diritto europeo, e in particolare sul Regolamento CE n. 261/2004, con un focus specifico sul contesto di applicazione di quest’ultimo e il percorso relativo alla proposta di revisione dello stesso. Il primo capitolo ha lo scopo di contestualizzare l’argomento di tesi: dopo un cappello introduttivo che va a delineare le specificità del trasporto aereo e la sua natura internazionale, si analizzano rapidamente i fondamenti contrattualistici relativi al settore, per poi descrivere la storia normativa riguardante la tutela del passeggero aereo, a partire dalla Convenzione di Varsavia del 1929 fino alla Convenzione di Montreal del 1999, passando per i primi provvedimenti in materia adottati a livello europeo. Nel secondo capitolo ci si addentra all’interno della disciplina europea vigente in materia, analizzando in modo puntuale le varie fattispecie previste dal Regolamento CE n. 261/2004 e approfondendo alcune questioni giurisprudenziali derivanti dall’applicazione dello stesso, con il supporto costante del “diritto vivente”. Infine, nel terzo ed ultimo capitolo, a seguito di un’illustrazione dei risvolti pratici dell’applicazione di tale regolamento, si approfondisce il contesto applicativo di quest’ultimo, evidenziando le criticità venute alla luce negli anni successivi all’entrata in vigore e all’attenzione degli organismi comunitari, che hanno portato la Commissione Europea a elaborare una proposta di revisione, dopo anni di analisi e consultazioni; si prosegue, in ultimo, con l’illustrazione puntuale di tale proposta, mettendo in luce le principali novità previste dalla stessa, in ottica di confronto con il testo vigente, e descrivendo i diversi passaggi dell’iter normativo che essa sta tuttora attraversando. Attraverso il lavoro di ricerca si vuole dimostrare come, se è vero che ricerca dell'uniformità, cambiamenti del mercato ed equilibrio tra le parti in gioco sono tuttora elementi da cui l'evoluzione della disciplina in materia di trasporto aereo non può prescindere, ad oggi la grande sfida del legislatore europeo riguarda la garanzia dell'efficacia applicativa della normativa.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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Books on the topic "Regolamento (CE) n.1215"

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Romano, Alberto A. Il procedimento europeo di ingiunzione di pagamento: Regolamento (CE) n. 1896/2006, del 12 dicembre 2006. Milano: Giuffrè, 2009.

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Romano, Alberto A. Il procedimento europeo di ingiunzione di pagamento: Regolamento (CE) n. 1896/2006, del 12 dicembre 2006. Milano: Giuffrè, 2009.

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Adelina, Adinolfi, ed. L' applicazione del diritto comunitario della concorrenza: Commentario al regolamento (CE) n. 1/2003 del Consiglio del 16 dicembre 2002. Milano: Giuffrè, 2007.

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Mansi, Francesco Paolo. Il giudice italiano e le controversie europee: Dalla Convenzione di Bruxelles del 1968 alla Convenzione di Lugano del 1988 ed al Regolamento (CE) n. 44/2001 : competenza giurisdizionale, riconoscimento ed esecuzioni delle decisioni. Milano: Giuffrè, 2004.

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