Academic literature on the topic 'Regno di Dio'

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Journal articles on the topic "Regno di Dio"

1

Ptak, Robert. "Kościół w służbie Królestwa Bożego : trynitarny i eklezjologiczny wymiar zbawienia człowieka." Prawo Kanoniczne 50, no. 1-2 (June 15, 2007): 213–29. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2007.50.1-2.10.

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Abstract:
Lidea del regno di Dio sta al centro della missione di Gesu Cristo e rispecchia l’universalità del piano salvifico di cui la vera e unica sorgente si trova nella Santissima Trinità. La Chiesa continua a diffondere la buona notizia del „regno” e vede in esso lo scopo e la pienezza della missione ricevuta dal suo Fondatore. Il regno di Dio proclamato dalla Chiesa porta all’uomo la salvezza che assume il carattere trinitario e si esprime nei diversi piani della sua vita e del suo ministero della Chiesa, é anche questo il vero ruolo della Chiesa oggi. Per rilevare il carattere trinitario ed ecclesiale della salvezza dell’uom o attraverso la missione della Chiesa si analizzano, con l’aiuto dei documenti del magisterio della seconda meta del XX secolo, i seguenti argomenti: 1. Radici trinitarie della Chiesa. 2. Missione trinitaria della Chiesa. 3. La relazione tra Gesu Cristo, il regno e la Chiesa. 4. La Chiesa come il sacramento univesale di salvezza. 5. Alcuni aspetti della missione della Chiesa di oggi nel contesto del regno di Dio.
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dal Covolo, Enrico. "«Regno di Dio» nel Dialogo di Giustino con Trifone Giudeo." Augustinianum 28, no. 1 (1988): 111–23. http://dx.doi.org/10.5840/agstm1988281/26.

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3

Witczyk, Henryk. "„Godzina” Jezusa – Ofiara zbawczej męki, śmierci i zmartwychwstania." Verbum Vitae 8 (December 14, 2005): 117–36. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1395.

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Abstract:
Gesu durante la sua vita terrena si rivela come colui che va incontro all'uomo. Ai malati porta la salute, ai peccatori il perdono, agli indemoniati la liberta, ai morti ridona la vita. In Lui si avvicina il Regno di Dio. lncomincia il tempo della salvezza escatologica. Crea attorno a se una comunita d'amore composta dalie persone che vengono da Lui o attirate dalia sua bonta. Le parole di Gesu e le sue opere rivelano la sua pro-esistenza salvifica. La salvezza anticipata nellia terrestre pro-esistenza di Gesu - raggiunge la sua pienezza nella sua Pasqua. In questo momento l'opera delia salvezza raggiunge ił suo apice: Gesu offre agli uomini se stesso. La croce di Cristo - vissuta come sacrificio pasquale - espia i peccati e permette ad ogni uomo di entrare nella nuova alleanza con Dio. La croce di Cristo e stata anticipata nell'evento dell'Ultima Cena. Fra questi due eventi esiste inscindibile connessione. L'avvenimento dell'Ultima Cena consiste nel fatto che Gesu distribuisce il suo Corpo e il suo Sangue, ossia la sua esistenza terrena, dando se stesso. La morte violenta di Gesu, vissuta nell'obbedienza filiale e nell'amore, viene trasformata in un sacrificio volontario, in quest'atto d'amore che e la redenzione del mondo. In modo esplicito l'amore infinito di Cristo - testimoniato sulla Croce - viene rivelato nelle parole dell'Ultima Cena. L'Eucaristia e presenza del Sacrificio di Cristo che consiste nel sommo atto di donazione, dell'amore "sino alla fine". Gesu, nelle parole dell'istituzione dell'Eucaristia che provengono dalla terminologia sacrificale dell'Antico Testamento trasformata in linguaggio personale, esprime la verita salvifica che egli e il Sacrificio reale e definitivo. Dio non ha bisogno di tori e vitelli. Dio aspetta quell'amore infinito, che e l'unica vera conciliazione fra cielo e terra. Questo stesso amore donato nell'Eucaristia agli uomini espia i loro peccati, crea la nuova alleanza e porta loro nel regno di Dio.
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Vagnoni, Mirko. "Roberto d’Angiò nella gloria della Morte." Eikon / Imago 10 (February 8, 2021): 241–58. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.74149.

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Abstract:
Il presente contributo intende analizzare il significato iconografico della famosa pala d’altare di Simone Martini ‘San Ludovico di Tolosa incorona re Roberto d’Angiò’ (1317-1319), attualmente conservata al Museo di Capodimonte di Napoli. La storiografia ha generalmente interpretato la sua scena principale come la raffigurazione della rinuncia di Ludovico al titolo regio e la conseguente incoronazione di Roberto a re di Napoli. In particolare, il manufatto è stato considerato come il frutto di una vera e propria strategia di comunicazione politica messa in scena dal re di Napoli al fine di legittimare la sua contestata successione al trono. Al contrario, partendo da una lettura che inquadri la pala all’interno del suo contesto di utilizzo e di fruizione e che ponga l’accento sulla sua specifica funzione, il presente testo propone di interpretare il messaggio di questa opera d’arte in relazione al ruolo di intercessore presso Dio a favore dell’anima dei membri della casata d’Angiò attribuito a San Ludovico. In tal senso, essa rappresenterebbe, in una chiave prettamente religiosa, Roberto d’Angiò morto mentre sta ricevendo la corona della vita eterna nel Regno dei Cieli.
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5

Szewczul, Bożena. "Ewangeliczna rada czystości jako znak przyszłego świata i źródło obfitej płodności w niepodzielnym sercu (kan. 599 KPK/1983)." Prawo Kanoniczne 51, no. 1-2 (June 5, 2008): 163–82. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.1-2.09.

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Abstract:
La castità e fondamentalmente donazione totale e con cuore indiviso al Padre nella sequela di Cristo. Frutto della castità come indivisione del cuore e una più ricca fecondità che fa partecipare alla meravigliosa fecondità dell’amore di Cristo e della Chiesa. L’amore diretto, al differenza al’amore matrimoniale ed esclusivo per Dio diviene fecondo soprattutto di una fecondità spirituale non attiva. La castità e un insigne dono della grazia. Solo l’amore di Dio chiama in forma decisiva alla castità religiosa. Egli che diffonde nei cuori degli uomini la carità mediante lo Spirito Santo, concede ad alcuni nella Chiesa, come segno ed insieme stimolo della carità, il dono della castità, affinché si diano più facilmente con cuore indiviso a Lui solo e al servizio del suo Regno.
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Szewczul, Bożena. "Nowe wyzwania wobec życia konsekrowanego ukazane w instrukcji "Rozpocząć na nowo od Chrystusa"." Prawo Kanoniczne 48, no. 1-2 (June 5, 2005): 101–20. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.1-2.07.

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Abstract:
La vita dedicata a Dio e al suo regno incontra oggi difficoltà e ostacoli, che costituiscono altrettante sfide alla vita consacrata. L’istruzzione „Ripartire da Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel terzo millennio” elenca le sfide più significative nell’attuale momento storico: ritrovare il senso e la qualità della vita consacrata, una seria formazione permanente all’interno di una radicale riconsiderazione del problema della formazione, l’animazione vocazionale, il compito dei superiori e delle superiore, rispondere sempre meglio all’esigenza di inculturazione, le sfide di cultura globalizzata, il problema della riorganizzazione delle opere, inosservanza dei diritti umani fondamentali, mentalità consumistica. Nel testo dell’Istruzione possiamo trovare una triplice chiave di affrontare le sfide della modernità: lo sguardo di fede che sa accogliere la grazia nella debolezza; la capacità di scoprire in ogni difficoltà l’ocasione per un nuovo inizio; le indicazioni di linee concrete di discernimento nelle scelte che si impongono.
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Klettke, Cornelia. "Feuer und Flamme." Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no. 1 (September 23, 2020): 1–21. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0002.

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Abstract:
RiassuntoIl contributo prende in esame la poetizzazione dell’elemento ›fuoco‹ nell’aldilà dantesco. Nell’Inferno, l’universo metaforico associato al fuoco fa da contrappunto all’interiorizzazione e alla trascendenza che stanno alla base della concezione del fuoco nel Paradiso, dove esso, in senso astratto, viene trasformato in luce e rappresenta anche l’illuminazione spirituale. Dante mette in scena san Tommaso, presentando nelle varie figure il corpus spirituale, che tuttavia nell’Inferno era stato pervertito e caricato di una connotazione quasi parodistica, se confrontato alla solennità sacrale della luce spirituale nel Paradiso. Nella sua qualità di luce, l’elemento ›fuoco‹ diventa la componente più importante delle sfere del Paradiso. L’idea della permanenza di un regno di Dio è simbolicamente veicolata da un uso virtuosistico della gamma metaforica associata alla luce: la visualizzazione del principio supremo del Divino, come esso si costituisce nella dottrina cristiana, è affidata alla forza suggestiva della travolgente poesia.
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Witczyk, Henryk. "Eucharystia - sakrament zbawienia dla wielu." Verbum Vitae 1 (June 15, 2002): 123–54. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1315.

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Abstract:
Gesù durante la sua vita terrena si rivela come colui che va incontro all’uomo. Ai malati porta la salute, ai peccatori il perdono, agli indemoniati la libertà, ai morti ridona la vita. In Lui si avvicina il Regno di Dio, incomincia il tempo della salvezza escatologica. Crea attorno a se una comunità d’amore composta dalle persone che vengono da Lui o attirate dalla sua bont . Le parole di Gesù e le sue opere rivelano la sua pro-esistenza salvifica. La salvezza –anticipata nella terrestre pro-esistenza di Gesù – raggiunge la sua pienezza nella sua Pasqua. In questo momento l'’opera della salvezza raggiunge il suo apice: Gesù offre agli uomini se stesso. La croce di Cristo – vissuta come sacrificio pasquale – espia i peccati e permette ad ogni uomo di entrare nella nuova alleanza con Dio. La croce di Cristo è stata anticipata nell’evento dell'’Ultima Cena. Fra questi due eventi esiste inscindibile connessione. L’avvenimento dell'’Ultima Cena consiste nel fatto che Gesù distribuisce il suo Corpo e il suo Sangue, ossia la sua esistenza, dando se stesso. La morte violenta di Gesù, vissuta nell’'obbedienza filiale e nell’amore, viene trasformata in un sacrificio volontario, in quest’atto d’amore che è la redenzione del mondo. In modo esplicito l'amore infinito di Cristo – testimoniato sulla Croce – viene rivelato nelle parole dell'’Ultima Cena. L'’Eucaristia è presenza del Sacrificio di Cristo che consiste nel sommo atto di donazione, dell’'amore „sino alla fine”. Gesù, nelle parole dell'’istituzione dell’'Eucaristia esprime la verit salvifica che egli è il Sacrificio reale e definitivo. Dio aspetta quell’amore infinito, che è l’unica vera conciliazionefra cielo e terra.
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Dąbek, Tomasz Maria. "Przywołany – Posłany – Obecny. Bogactwo misji Ducha Parakleta obecnego wśród uczniów Jezusa na podstawie J 14-16." Ruch Biblijny i Liturgiczny 60, no. 1 (March 31, 2007): 17. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.321.

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Abstract:
Nella traduzione è difficile dare un buon equivalente della parola originale. Lo Spirito Consolatore secondo Gv 14–16 è continuatore della missione di Gesù, l’incarnato Figlio di Dio. Lui, un altro Consolatore – accanto al Cristo che è pure il nostro avvocato presso il Padre (1 Gv 2, 1) – lo Spirito di verità insegnerà ai discepoli, farà loro ricordare tutto, che Gesù ha detto (Gv 14, 26), renderà testimonianza a Gesù, guiderà i discepoli verso tutta la verità (Gv 16, 12), farà conoscere l’avvenire (Gv 16, 13), glorificherà Gesù (Gv 16, 14), convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio (Gv 16, 8).Sarebbe bene ritornare al primo significato del titolo greco „Paraclito” – „chia¬mato in aiuto”, „avvocato”, „intercessore”, „insegnante”, „aiutante”. Lo Spirito è chiamato da noi e da Cristo, è dato dal Padre (Gv 14, 16) e mandato dal Padre (Gv 14, 26) e dal Figlio (Gv 15, 26; 16, 7), come Cristo è stato mandato dal Padre (Gv 16, 5).Ma anzitutto importante è la sua presenza fra noi, come Cristo ha detto ai discepoli: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28, 20); “Non vi lascerò orfani, tornerò a voi” (Gv 14, 18); “io pregherò il Padre mio ed egli vi darà un altro Consolatore perché resti con voi per sempre” (Gv 14, 16).Essere è la prima qualità di Dio nell’Antico Testamento. Gesù Cristo ha detto ai suoi nemici: „IO SONO” (Gv 8, 24. 28. 58) ed ha anche detto, che lo Spirito sarà sempre presente conloro (Gv 14, 16). Dall’infinito essere, dalla pienezza di vita risulta la presenza di Dio, di Cristo e dello Spirito Paraclito con i discepoli e con tutti i redenti dall’incarnato Figlio di Dio.Nelle traduzioni polacche della Bibbia il “Paraclito” era finora tradotto come „Consolatore”, nell’ultima edizione della Biblia Tysiąclecia, uscita nel 2000, appare il nome greco „Paraclito”. Si deve spiegare alla gente, che cosa significhi questo titolo – lo Spirito chiamato, mandato e presente per continuare la missione del Figlio ed aiutare a vivere con Dio, a bene capire l’insegnamento di Cristo, a rendere testimonianza e camminare verso il Regno di Dio.
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Wypych, Stanisław. "Samarytanie w ujęciu historycznym, geograficznym i religijnym." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 3 (September 30, 2005): 165. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.593.

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Abstract:
Il termine „Samaritani” deriva dal verbo ebraico šāmar “vigilare”, „custodire”. Gli Assiri, dopo aver conquistato la capitale Samaria (722) deportarono circa 40 mila Israeliti in Mesopotamia i quali conservarono la tradizione dei profeti del Regno del Nord: Elia, Eliseo, Amos ed Osea. Nella regione di Samaria rimasero circa 100 mila Israeliti, ma vi arrivarono molti altri popoli dalla Siria, Assiria, Persia, Media e dal mondo ellenistico. Così si formò una comunità assai composita che adottò un rito speciale.Dopo il periodo di deportazione (di esilio), quando i rimpatriati Giudei si dedicarono al rinnovamento del culto e alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme, i Samaritani espressero il desiderio di parteciparvi. Ma il loro desiderio fu respinto dai rimpatriati. Allora i Samaritani, per ragioni politiche, si opposero alla ricostruzione delle mura di Gerusalemme e costruirono un proprio tempio sul monte Garizim (328) che fu distrutto da Giovanni Ircano (128), procurando una profonda spaccatura tra Giudei e Samaritani.Spesso si parla di „scisma dei Samaritani”. In realtà si tratta piuttosto di due correnti religiose, basate sul Pentateuco. I Samaritani sono monoteisti, considerano Mosè come un profeta, indirizzano le preghiere a Dio tramite i patriarchi e Mosè, accettano il Pentateuco, considerano il monte Garizim come un luogo santo, hanno il proprio calendario liturgico e riti religiosi.Gesù non predicò la buona novella ai Samaritani (non si trovano tracce nella fonte Q e in Marco). I due evangelisti testimoniano che Gesù non era contro i Samaritani (vedi la parabola del buon Samaritano – Luca 10,30-35 ed il colloquio con la Samaritana – Giov. 4,4-42). I discepoli di Gesù ben presto, con un notevole successo, cominciarono a predicare il messaggio del loro Maestro ai Samaritani (cf. Atti 8,1-6).
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Dissertations / Theses on the topic "Regno di Dio"

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BATALIOTO, MARCELO. "LA CRISTOLOGIA DEL REGNO DI DIO: CONTRIBUTI AL DIALOGO INTERRELIGIOSO." PONTIFÍCIA UNIVERSIDADE CATÓLICA DO RIO DE JANEIRO, 2015. http://www.maxwell.vrac.puc-rio.br/Busca_etds.php?strSecao=resultado&nrSeq=25328@1.

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Abstract:
PONTIFÍCIA UNIVERSIDADE CATÓLICA DO RIO DE JANEIRO
COORDENAÇÃO DE APERFEIÇOAMENTO DO PESSOAL DE ENSINO SUPERIOR
PROGRAMA DE SUPORTE À PÓS-GRADUAÇÃO DE INSTS. DE ENSINO
Il pluralismo religioso, fenomeno che caratterizza la nostra epoca, richiede alla teologia un approfondimento teoretico, affinché il dialogo interreligioso diventi sempre più incisivo. Il paradigma esclusivista entrò in evidente declino, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. Da allora, sono molteplici le riflessioni che richiedono l attenzione dei teologi. Spicca su tutte, per il suo influsso nell attuale panorama teologico, il paradigma pluralista, il cui obiettivo è attribuire un valore e un autonomia salvifici alle diverse tradizioni religiose. Un aspetto piuttosto significativo, all interno di alcune correnti del summenzionato paradigma, è il relativismo. Questa teoria sostiene che tutte le religioni sono utili e tutte sono in possesso di una loro verità. Caratteristica precipua di questa corrente è la ricerca di un elemento comune , di un consenso generale , di una Realtà ultima , di un qualcosa che possa essere condiviso da tutte le religioni. Quest atteggiamento chiama direttamente in causa il Cristianesimo nel momento in cui propone di relativizzare la singolare unicità di Gesù Cristo e l importanza della Chiesa. Il percorso analitico che questa ricerca propone è quello di assumere la singolarità di Cristo e tutto ciò che appartiene all essenza stessa del Cristianesimo, partendo dalla categoria del Regno di Dio. Esplicitato come grandezza teologica, escatologica e storica, il Regno di Dio promette di regalare un itinerario fruttuoso per l auto-comprensione del Cristianesimo in funzione del dialogo interreligioso. Vi sono elementi molto espliciti che, osservati a partire dalla cristologia del Regno, permettono di esprimere una teologia autenticamente cristiana in prospettiva del dialogo interreligioso.
O pluralismo religioso, fenômeno marcante da época atual, pede à teologia estudos que tornem o diálogo inter-religioso mais operante. O paradigma exclusivista apresentou franco declínio, sobretudo, a partir do Vaticano II. Desde então diversas reflexões vem sendo postuladas. Destaca-se, pela sua constante incidência no atual cenário teológico, o paradigma pluralista, cuja intenção é atribuir valor e autonomia salvíficos às diversas tradições religiosas. Um aspecto bastante presente em algumas vertentes do referido paradigma é o relativismo. Afirma-se, sem mais, que todas as religiões são úteis e possuidoras da sua verdade. Busca-se, nessa vertente, um dado comum , o consenso geral , a Realidade última , aquilo que pode ser partilhado por todas as religiões. Tal postura atinge o cristianismo quando sugere relativizar a singularidade de Jesus Cristo e a importância da Igreja. O caminho proposto por esta pesquisa consiste em assumir a singularidade de Jesus Cristo, e tudo aquilo que é essencial ao cristianismo, a partir da categoria Reino de Deus. Manifestado como grandeza teológica, escatológica e histórica, o Reino de Deus oferece um caminho promissor para o auto-entendimento do cristianismo em função do diálogo interreligioso. Há elementos bem explícitos, observados a partir da cristologia do Reino, que possibilitam a elaboração de uma teologia adjetivada como teologia cristã em vista do diálogo inter-religioso.
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AZZAN, SIMONA. "'ATOMI DELLE SCRITTURE': IL RUOLO DELL'INTEPRETAZIONE BIBLICA NEL LEVIATHAN DI THOMAS HOBBES." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/675148.

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Abstract:
In Leviathan Hobbes confronts with the Bible devoting no less than half part of his work to religious and theological matter. In the parts three and four of Leviathan we can find eighteen voluminous chapters devoted to the discussion of various elements of the Christian faith such as prophecy, revelation, miracles and salvation. In doing so Hobbes deals with a lot of passages from the Old and New Testament. In my thesis I consider the reasons, the method, and the role of Hobbes’s account on the Bible to show how the biblical interpretation and the political theory of Hobbes are strictly related. In the first part, I consider how the historical and intellectual reasons that lead Hobbes into a so closer study of the Bible are innumerable and varied. I considered how the dilemma of choosing between papal and clerical abuse to the monopoly over right interpretation, and between protestant Sola Scripura arising from the individual right to read the bible for oneself, appears a theoretical problem in Leviathan. Hobbes faces this problem confronts with the Bible to show how the Scripture affirms that the Sovereign should control both civil and ecclesiastical power and how one unified and scientific method of reading the Bible could potentially eliminate all religious conflict. In this way Hobbes can reply, as much as political libido dominandi of catholic Church to the religious enthusiasm of puritans. In the second part of the thesis I considered how, in his account of the Bible Hobbes adopts an hermeneutic principles that provide for the use of mere natural reason and strictly excluded Enthusiasm or supernatural inspiration. In the chapter XXXIII of Leviathan Hobbes explains that men should expect an agreement between the truth of reason and God’s word and so Christians should not renounce to their senses or experiences nor does their natural reason because they are useful to understand better the word of God. Hobbes cannot deny that, in Scripture, there be many things above reason, but he parenterally affirms that there is nothing contrary to it. Hobbes develops in his biblical exegesis a strong critic against scholasticism. Hobbes’s rejection to schoolman is based in fact on his conclusion that their way of philosophizing has contributed to the abuse of the scripture by constructing an abstract and confusing language which is contrary to natural reason and adepts can manipulate the citizens. In the third part I considered how this is true especially for his account on the Hebrew Bible, the first five book of the Bible, known also as Torah, or “the law”. While tracing back the history of Jews, in his discussion on the Prophetic kingdom of God, Hobbes ascertains that civil and ecclesiastical powers have always been an exclusive privilege exercised by a one and single person, holder of the supreme authority to interpret the law and the word of God. According to Hobbes is the Mosaic covenant, described in the book of exodus, is the historical example of unified authority: political and religious. As Moses controlled both the civil and the ecclesiastical power so the sovereign is allowed to establish regulations for the conduct of civil life, and he has the power to judge the word of God and impose obligation in God’s name, since is God that gives the authority to interpret divine commands to the people invested with sovereignty. In this sense the political exegesis of the Hebrew Bible is something crucial in Hobbes’s argumentations.
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Books on the topic "Regno di Dio"

1

Regno di Dio. Assisi (Perugia): Cittadella, 2012.

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2

Roncari, Angelo. Il regno di Dio è qui: Ora! Molfetta (BA): Edizioni La meridiana, 2013.

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3

Gino, Conte, ed. Il regno di Dio: Interpretazioni nel corso dei secoli. Torino: Claudiana, 1993.

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4

Teologia biblica del Nuovo Testamento: Tra memoria escatologica di Gesù e promessa del futuro regno di Dio. Leumann (Torino): Elledici, 2006.

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5

Il regno di Dio in terra: Le fondazioni monastiche egiziane tra V e VII secolo. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2011.

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6

Benedetto, Marco Di. "Ut Mysterium Paschale vivendo exprimatur": Celebrazione e impegno per il Regno di Dio : percorsi di ermeneutica conciliare e liturgica. Roma: Pontificio Ateneo S. Anselmo, 2016.

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7

Aloysio, Francesco De. Thomas Hobbes: La nostalgia per la "città antica" e la teoria del "regno peculiare di Dio". Roma: A. Pellicani, 1999.

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8

Aloysio, Francesco De. Thomas Hobbes: La nostalgia per la città antica e la teoria del regno peculiare di Dio. Roma: A. Pellicani, 1999.

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9

Prodi, Matteo. Regno di Dio e mondo nel De civitate Dei: Una parola attuale per il cambiamento d'epoca. Trapani: Il pozzo di Giacobbe, 2021.

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10

Napione, Ettore. Il Museo del Risorgimento: Verona dagli Asburgo al regno d'Italia. Milano: Silvana, 2011.

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Book chapters on the topic "Regno di Dio"

1

Gavin, John. "La «fede nuda» e il «Regno» di Dio. La ragione, la fede e la divinizzazione dell’uomo secondo Massimo il Confessore." In The Medieval Paradigm, 209–19. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.nutrix-eb.1.101239.

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2

Scotto, Giuseppe. "Il comportamento di voto degli italiani nel Regno Unito al tempo della Brexit." In Autopsia di un diritto politico, 55–73. Accademia University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.2663.

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3

Nanetti, Andrea. "15 • A mo’ di conclusione Excursus sul patrimonio archivistico e bibliotecario del Regno Veneto della Morea (1684-1718) come fonte per lo studio del Peloponneso medievale." In Studi di storia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-544-5/015.

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4

Guglielmi, S. "Le sepolture della Grotta di Polla:." In Nel regno del fango: speleoarcheologia della Grotta di Polla (Salerno, Italia), 38–50. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zckz7h.9.

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5

Sellitto, A., F. Breglia, and G. Fiorentino. "Analisi archeobotaniche della Grotta di Polla." In Nel regno del fango: speleoarcheologia della Grotta di Polla (Salerno, Italia), 51–68. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zckz7h.10.

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6

Minelli, A. "Il rituale funerario della Grotta di Polla." In Nel regno del fango: speleoarcheologia della Grotta di Polla (Salerno, Italia), 69–77. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zckz7h.11.

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7

Franchini, Sandro. "Sulla storia dell’Istituto Veneto." In Venezia 1868: l’anno di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-294-9/009.

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Abstract:
The National Institute of Science, Letters and Arts founded by Napoleon in 1810, ‘regenerated’ in 1838 by the Emperor of Austria Ferdinand I, who renamed it Imperial Regio Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, was created to represent the top of a complex system of studies and knowledge management. Promoter of scientific and technological innovations, it boasts Italian and foreign corresponding members, guaranteeing a national and international dimension that was then sanctioned also by the new Italian Kingdom: the Reale Istituto Veneto, in fact, was placed, by rank and official recognition, among the national Academies of the pre-unitary States called to form the various higher councils of Public Education. The Institute also provides the State and local administrations with advice on specific cultural or technical issues, relating to higher education programmes or land management, on topics ranging from meteorology to public health, to hydrological, but also on linguistic issues, and organizes periodic exhibitions of artefacts and machinery to encourage innovation in agricultural and industrial production.
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Larocca, F. "Storia delle ricerche speleoarcheologiche nella Grotta di Polla." In Nel regno del fango: speleoarcheologia della Grotta di Polla (Salerno, Italia), 16–23. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zckz7h.6.

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9

Minelli, A. "Le ricognizioni archeologiche e le campagne di scavo 2016-18." In Nel regno del fango: speleoarcheologia della Grotta di Polla (Salerno, Italia), 24–30. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zckz7h.7.

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10

Spadacenta, B. "L’archeologia in grotta del Vallo di Diano tra preistoria e protostoria." In Nel regno del fango: speleoarcheologia della Grotta di Polla (Salerno, Italia), 1–15. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zckz7h.5.

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