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Journal articles on the topic 'Regno d'Italia'

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Pederzani, Ivana. "1861-1866. Varese, cittadina del Regno d'Italia." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (October 2019): 63–76. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-001005.

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Meriggi, Marco. "Il destino dell'ex-regno d'Italia. Aspettative, illusioni, esiti." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (March 2017): 33–43. http://dx.doi.org/10.3280/asso2017-001004.

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3

Bianchi, Paola. "Divise a Palazzo." Librosdelacorte.es, no. 25 (December 29, 2022): 207–24. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2022.14.25.008.

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Abstract:
La definizione dell'immagine militare della corte dei Savoia si realizzò compiutamente a seguito di alcune riforme avviate alla fine del regno del re Carlo Alberto, trovando applicazione nel corso dei decenni successivi. Tali riforme investirono non solo nominalmente la corte torinese, successivamente corte del Regno d'Italia, ma agirono sul profilo dei suoi organigrammi. Si trattò di un fenomeno, dunque, con effetti sociali e culturali, verificabile attraverso lo studio prosopografico dei soggeti coinvolti. La nuova "Casa militare" accolse, in tal senso, non solo la contrattazione, ma una più stretta commistione, di quanto non fosse stato nei secoli precedenti, fra dimensione curiale e governo dello Stato. Così, almeno, sino all'inizio del XX secolo, quando un regio decreto, che non aveva avuto precedenti, decise che la scelta delle figure chiamate a ricoprire le tre principali cariche di corte (ministro della Real Casa, prefetto di Palazzo e primo aiutante di campo) fosse sottoposta al controllo del governo.
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Bobbi, Silvia. "Le carte di Princeton del vicerč Eugenio: una fonte documentaria quasi dimenticata per la storia militare del Regno d'Italia (1805-1814)." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 769–95. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134007.

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Abstract:
Il presente articolo intende rappresentare un contributo alla conoscenza della fonte documentaria conservata presso la Manuscripts Division del Department of Rare Books and Special Collections della Firestone Library dell'UniversitÀ di Princeton, nel New Jersey, nota come Beauharnais Collection. Essa raccoglie le carte di governo e private, che il principe Eugčne Beauharnais (1781-1824), viceré d'Italia e comandante in capo dell'esercito italico, portň con sé in esilio in Baviera alla caduta del Regno, nel 1814. Essa concerne soprattutto la storia militare del napoleonico Regno d'Italia, ed č stata sin qui assai poco consultata e utilizzata, in generale e dagli specialisti della materia, in particolare europei. Se ne evidenziano in dettaglio, con una serie di esempi direttamente frutto della sua consultazione, le peculiaritÀ e potenzialitÀ. Consente di valutare quali materie di governo avessero la prioritÀ dal punto di vista del vertice dell'esecutivo, assumendo la sua stessa lente focale di analisi della realtÀ; puň contribuire alla ricostruzione o rilettura di importanti questioni storiografiche, soprattutto se messa confronto con la documentazione conservata a Milano ed in Europa, di cui rappresenta un'indispensabile integrazione.
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Battista, Ermanno. "La Camera del Regno come laboratorio regolamentare (1848-1900)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2022): 41–67. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-001003.

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Abstract:
L'articolo analizza i regolamenti parlamentari della Camera elettiva dal 1848 al 1900. L'analisi dei regolamenti permette, infatti, di osservare l'evoluzione del sistema istituzionale del Regno d'Italia dalle sue origini alla crisi di fine secolo. Fu proprio con l'inizio dell'età giolittiana che il tradizionale rapporto di forza esistente tra la corona e il Parlamento venne capovolto a favore di quest'ultimo, con il processo di "democratizzazione regolata".
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Berrugi, Nicolò. "Custodire, sorvegliare, unire: il sistema difensivo del regno ostrogoto d'Italia." Agoghè, no. 14 (2022): 417–27. http://dx.doi.org/10.12871/978883339612527.

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Crialesi, Silvia. "Roma capitale del regno d'Italia: l'inserimento dei ministeri negli organismi conventuali." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 271–95. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132010.

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Abstract:
La vicenda dell'uso dei complessi conventuali romani, quali sedi di ministeri ed uffici governativi per la nuova capitale del Regno d'Italia, si inserisce nel piů vasto quadro del riuso degli immobili appartenenti agli enti religiosi soppressi dopo l'unificazione ed č un esempio della complessa situazione determinatasi a Roma dopo il 20 settembre 1870. I problemi che si affrontano in questa fase, inoltre, costituiscono un passaggio significativo nel lungo e travagliato processo di costituzione dell'ordinamento di tutela dei beni artistici del nuovo stato unitario, sia a livello centrale sia periferico.
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8

Bordone, Renato. "Mitologia dell'etÀ comunale e ipoteca sabauda nella storiografia piemontese del settecento." SOCIETÀ E STORIA, no. 133 (October 2011): 437–48. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133002.

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Abstract:
Nel corso dell'ottocento, in tutte le cittÀ e i centri minori del Piemonte furono prodotte ricerche di storia municipale, che risentirono dapprima dell'influenza esercitata dal "modello" del comune cittadino (applicato anche a quei centri urbani o semi-urbani che non ebbero nel XII e XIII secolo un'effettiva autonomia municipale). Nella seconda metÀ del secolo, con la costituzione del Regno d'Italia e l'affermazione del "mito" dinastico sabaudo, prevalsero invece i riferimenti alla dinastia che sin dal tardo medioevo aveva parzialmente unificato la regione subalpina.
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Rolandi, Francesca. "Un trionfo mai richiesto? Partecipazione politica femminile e rappresentazioni di genere nella stampa locale di Fiume e Susak dopo la Grande guerra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 73–98. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293003.

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Abstract:
La Grande guerra sconvolse non solo l'assetto geopolitico di una parte del continente europeo, ma anche le precedenti frontiere di genere e gli equilibri familiari. Le confinanti città di Fiume e di Susak si trovarono a vivere, dopo la fine del conflitto, una lunga transizione caratterizzata da instabilità amministrativa, insicurezza economica e tensioni politiche e nazionali, per poi essere inglobate, rispettivamente, nel Regno d'Italia e nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Focalizzandosi sulle fonti disponibili in lingua italiana e croata, l'articolo analizzerà il caso studio di un'area di frontiera per indagare la presenza femminile nella sfera pubblica, mettendo in luce sia la partecipazione politica legata alle diverse forme di suffragio in atto, che il tessuto dell'associazionismo, all'interno di organizzazioni politiche e filantropiche. Inoltre, per tracciare le reazioni al protagonismo femminile, verranno analizzate le rappresentazioni di genere presenti sugli organi di stampa locali, legati in massima parte alle maggiori fazioni politiche in lotta, e quasi esclusivamente dominati da voci maschili.
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Bianchi, Alessandro. "L'Italia e la questione romana: proposte di accordo rispetto alle delimitazioni territoriali con la Santa Sede nel 1870-71." FUTURIBILI, no. 3 (September 2012): 27–39. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003003.

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Abstract:
L'Autore descrive e analizza la formazione dello Stato della Santa Sede, e della delimitazione territoriale di esso, a partire dall'occupazione italiana di Roma del 20 settembre 1870. Vengono quindi affrontate le fasi diplomatiche per le quali la previsione del riconoscimento al Papa della Cittŕ leonina viene via via a modificarsi fino alla formulazione della proposta italiana, approvata dal Parlamento italiano il 13 maggio 1871, che va sotto il nome di "Legge delle Guarantigie". L'Autore evidenzia i vantaggi che vengono al Regno d'Italia nel votare tale legge, e i vantaggi che vengono anche alla Santa Sede, anche se essa la rifiuta per adesso e fino al 1929.
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Francesca, Magli, Enrico Guarini, and Alberto Nobolo. "Il processo di unificazione del Regno d'Italia e l'armonizzazione dei preesistenti sistemi contabili." CONTABILITÀ E CULTURA AZIENDALE, no. 1 (October 2013): 63–90. http://dx.doi.org/10.3280/cca2013-001004.

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Criscuolo, Vittorio. "Pietro Custodi in morte di Napoleone." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 457–92. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173002.

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Abstract:
Il saggio si sofferma innanzitutto sui contrasti che contrapposero Pietro Custodi, dopo la caduta del Regno d'Italia, alla Reggenza provvisoria e poi alle autorità del Regno lombardo-veneto. La censura milanese gli negò più volte il permesso di pubblicare una raccolta di biografie. In effetti dietro la sua attività di studioso e di bibliofilo vi era un preciso programma politico: attraverso la sua opera di rivalutazione della tradizione storica e culturale italiana egli intendeva porre le radici della coscienza nazionale. Il conflitto con le autorità austriache culminò nel 1818 nella sua detenzione arbitraria alla Senavrina, un ospizio per i pazzi. La sua opposizione al clima culturale e politico della Restaurazione spiega l'evoluzione della sua posizione rispetto a Napoleone; in gioventù, quando era un ardente giacobino, egli lo aveva duramente criticato ma quando ebbe la notizia della sua morte compose un'ode in sua memoria per esaltarne la grandezza. Nella poesia egli rinnova per altro le accuse a Napoleone di avere tradito le speranze riposte in lui dai popoli. Nell'appendice sono riprodotti tre componimenti poetici di Custodi e diversi documenti conservati nelle sue carte alla Bibliothèque nationale de France.
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Treccani, Gian Paolo. "Geografie risorgimentali. Allestimenti celebrativi e trasformazioni urbane a Brescia, 1861-1895." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 165–201. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132006.

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Abstract:
All'indomani dell'annessione di Brescia al regno d'Italia (1859) si attuarono una serie di iniziative volte a commemorare da un lato i cosiddetti padri della patria, protagonisti della stagione risorgimentale, e dall'altro gli episodi che, nel 1849, videro la cittŕ insorgere contro il dominio austriaco dando luogo alla rivolta nota come Dieci giornate. Tutto ciň determinň un sostanziale processo di trasformazione della cittŕ antica, e in parte contribuě a definire il volto di quella moderna. Avvenne con la formazione d'importanti ambiti celebrativi costituti da statue dedicate agli eroi del Risorgimento (Garibaldi in primo luogo), con la sistemazione urbanistica realizzata attorno a queste sculture, la posa di lapidi, il restauro dei "monumenti nazionali" e, infine, con una nuova toponomastica che cancellando antichi nomi di strade e piazze ebbe l'ambizione di rifondare simbolicamente la cittŕ. Tale processo vide in Giuseppe Zanardelli, deputato liberale, ministro dei Lavori pubblici, della Giustizia e piů tardi Primo ministro del regno, un protagonista assoluto capace di concretizzare in queste operazioni l'ideale politico di unitŕ della nazione ma soprattutto di concepire questo progetto in un piů ampio programma di modernizzazione e progresso della societŕ bresciana.
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Poggi, Stefano. "Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Abstract:
Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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Musso, Stefano Francesco. "Genova: echi e tracce del Risorgimento e dell'Unitŕ d'Italia." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 83–109. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132004.

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Abstract:
Il saggio tenta di mettere in luce i legami profondi e meno evidenti che sembrano intercorrere tra la storia generale del Risorgimento italiano (che fece di Genova, grazie anche a protagonisti quali Nino Bixio, Goffredo Mameli e Giuseppe Mazzini, una delle "patrie ideali") e alcune delle molte tracce fisiche che essa ha lasciato nel tessuto costruito della cittŕ. L'Autore propone la rilettura di alcuni episodi di trasformazione e formazione della cittŕ negli anni delle vicende risorgimentali con riferimento al momento in cui queste conobbero una prima conclusione in coincidenza con la proclamazione del regno d'Italia: il caso di via Garibaldi, ad esempio, che fu aperta demolendo chirurgicamente parte dei circostanti quartieri medievali, per collegare al nuovo centro della cittŕ, organizzato intorno a piazza De Ferrari, la cinquecentesca via Aurea, sede dell'antica classe oligarchica, attraverso piazza Fontane Marose. Oppure con la costituzione di ambiti celebrativi, come nel caso emblematico del nuovo snodo urbano di piazza Corvetto con le statue raffiguranti Giuseppe Mazzini e Vittorio Emanuele II. La rilettura di alcuni episodi noti e ormai oggetto di numerose analisi, anche recenti, si estende poi agli anni e decenni successivi a quella data (almeno fino ai primi anni del Novecento) che ebbe certo un forte impatto simbolico ma non altrettanto evidenti e immediate ricadute sulla vita e sulla struttura della cittŕ. Tutto ciň determinň anche diffuse e dolorose demolizioni, mutilazioni o spostamenti di antichi monumenti.
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Riberi, Mario. "Giovanni de Foresta, deputato alla camera subalpina e Ministro della giustizia (1850-1859)." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 199–255. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16889.

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Abstract:
Il giurista nizzardo Giovanni de Foresta è un personaggio poco noto e pochissimo studiato, nonostante il suo notevole apporto dato alla causa dell'unità d'Italia. Sostenitore di Cavour, sedette alla Camera subalpina per due legislature, la IV e la V, e rivestì due importanti incarichi di governo: fu ministro di Grazia e Giustizia sia nel primo governo D’Azeglio sia nel secondo governo Cavour, nel periodo di entrata in vigore delle leggi Siccardi. Oggetto di questo articolo sono i progetti elaborati da De Foresta durante questi due incarichi ministeriali. Innanzitutto il progetto che si tradusse nella legge del 26 febbraio 1852 sull’introduzione di misure restrittive della libertà di stampa: il dibattito parlamentare che ne seguì portò alla frattura della destra e alla stagione del "connubio" Cavour-Rattazzi. Successivamente viene illustrata l’opera svolta da De Foresta negli anni 1855-59 per il rinnovamento della codificazione del Regno di Sardegna attraverso l’apertura di un cantiere sia per l’elaborazione del codice di procedura civile sia per la revisione dei codici penali, che nel 1860 sostituirono quelli albertini. È infine presentato il contributo dato nel 1858 da De Foresta all'alleanza con la Francia, ritenuta indispensabile da Cavour per realizzare l'unità d'Italia, quando il Guardasigilli, per venire incontro alle richieste del governo francese, fece approvare dal Parlamento subalpino la legge sulle sanzioni da infliggere ai cospiratori contro i capi di stato stranieri.
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Venturi, Antonello. "Risorgimento e regno d'italia nella storiografia russa tra fine ottocento e primo novecento: n.i. kareev e e.v. tarle." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (March 2013): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003004.

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Abstract:
Tarle sono tra i piů noti specialisti di storia europea nella Russia di fine Ottocento e di inizio Novecento. I loro testi di alta divulgazione di questi anni, che riflettono direttamente quel che si insegnava nelle universitŕ dell'impero, ben illustrano la loro idea della piů recente storia italiana. Forte č qui l'influenza del radicalismo politico russo degli anni Sessanta dell'Ottocento: chi veramente cambia l'ordine europeo č Napoleone III, Mazzini incarna il peso eccessivo della religione nella vita politica italiana, Cavour č anzitutto un nemico della rivoluzione popolare. Anche Garibaldi per Kareev č sostanzialmente l'uomo capace di unire l'elemento monarchico a quello popolare, piů che un rappresentante di quest'ultimo, anche se Tarle riprende invece il grande mito russo dell'eroe popolare. I primi anni del regno d'Italia riuniscono invece i due autori nella sconsolata visione di un paese povero, dalle forme sociali arretrate, afflitto dall'ignoranza e vittima di continue politiche anti-popolari.
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Maffi, Luciano, and Martino Lorenzo Fagnani. "Milano "in omnibus". Esposizioni e turismo urbano nella seconda metà dell'Ottocento." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (September 2020): 94–113. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002005.

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Abstract:
La seconda metà dell'Ottocento è segnata da un incredibile exploit di tecnologia, scienza e rinnovamento industriale in tutto il mondo occidentale. Vetrina del progresso sono le grandi esposizioni, spettacolari kermesse internazionali come quella di Londra nel 1851 o quella di Parigi del 1889. Anche il Regno d'Italia, appena nato nel 1861, si cimenta nell'organizzazione di eventi simili. Si tratta di esposizioni su scala più ridotta, che intendono soprattutto contribuire alla formazione dell'identità nazionale. In più, la grande affluenza di visitatori nelle città ospitanti aiuta a delineare il ramo del turismo urbano. In questo, l'Italia può affiancare il proprio patrimonio storico-artistico alle espressioni di progresso. Il nostro articolo considera questi due aspetti a Milano negli anni Settanta. In particolar modo, analizziamo la percezione che la società milanese da una parte e i visitatori esterni dall'altra hanno dell'Esposizione industriale italiana (1871), dell'Esposizione storica d'arte indu-
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Bobbi, Silvia. "La progettazione del naviglio di Pavia (1805-1808): il difficile avvio della politica d 'intervento Territoriale nel Regno d'Italia." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 561–97. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137003.

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Abstract:
Il saggio si avvale della documentazione concernente i lavori pubblici conservata presso l'Archivio di Stato di Milano, allo scopo di ripercorrere la progettazione del Naviglio di Pavia (1805-1808) durante il Regno d'Italia - opera di alto valore strategico- militare, per il trasporto dei cannoni prodotti nell'Arsenale di Pavia - e mettere in luce i motivi che condussero alla rimozione di Giovanni Paradisi dalla carica di Direttore del Dipartimento di Acque e Strade nel 1809. Emerge come le resistenze opposte dagli ingegneri del corpo al progetto ed al primo progettista, il matematico Vincenzo Brunacci, avessero origine nelle tradizionali collusioni intessute tra costoro e gli appaltatori d'opere pubbliche, a cui quest'ultimo stava tentando di porre un argine per mezzo di un nuovo «Piano d'amministrazione» del naviglio. L'opposizione degli ingegne- ri si celň dietro questioni di carattere tecnico - come l'opera di Bruschetti si preoccupň di confermare - come quelle giÀ emerse nel parere dell'ispettore generale del corpo francese dei Ponts et Chaussées, Gaspard Claire François Marie Riche de Prony, contrario al progetto per rivalitÀ accademiche e scientifiche in precedenza maturate contro Brunacci. Si sostanziň invece, come solo le carte amministrative testimoniano tra le fonti, in un vero e proprio "tranello burocratico" teso a Brunacci sul piano della correttezza procedurale, che ne determinň le dimissioni.
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Bourguinat, Nicolas. "De Napoléon aux Restaurations : les pouvoirs face aux crises frumentaires dans le Midi français et le Nord de l’Italie (1811-1817)." Circulations et transferts : France, Italie, Méditerranée…, no. 1 (October 18, 2022): 55–71. http://dx.doi.org/10.57086/sources.463.

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Abstract:
De Napoléon aux Restaurations. Les pouvoirs face aux crises frumentaires dans le Midi français et le Nord de l’Italie (1811-1817) – Malgré la libéralisation des circuits d’approvisionnement en céréales et en pain inaugurée dans le dernier tiers du XVIIIe siècle, le système napoléonien a appréhendé les crises frumentaires en « retrouvant » la voie dirigiste, et en s’appropriant les fonctions nourricières et protectrices de l’ancienne monarchie. Les effets concrets du « Maximum de 1812 » dans le Midi de la France, dans l’Italie départementalisée du Grand Empire et dans le Regno d'Italia avaient pourtant été jugés très mitigés. Ils avaient suscité jusque dans la haute administration certaines résistances. Les États ayant succédé à la domination napoléonienne, c’est-à-dire la monarchie des Savoie, le royaume lombard-vénitien des Habsbourg, ou encore le grand-duché de Toscane et les États pontificaux, ont eu rapidement à faire face à la grave crise économique de 1816-1817. Non sans tenter de se réapproprier leurs anciennes prérogatives de protection et non sans quelques gestes de munificence dûment publicisés : néanmoins, ils ont fait acte d’adhésion au credo du libre commerce et se sont efforcés d’y être fidèles, pour promouvoir une relation modernisée entre État et société.
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Oteri, Annunziata Maria. "Messina l'italianissima. Il volto della cittŕ post-risorgimentale (1847-1880)." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 323–65. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132012.

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Abstract:
Per il numero di vittime e i danni materiali subiti durante i moti rivoluzionari del 1848, Messina dopo l'Unitŕ d'Italia, si č meritata l'appellativo di "Italianissima" e il riconoscimento di "benemerita del Risorgimento nazionale". A una cosě appassionata partecipazione alla causa italiana non sono seguiti, perň, una volta entrata la cittŕ a far parte del nuovo regno, segni evidenti di tale adesione. A differenza che in molte altre cittŕ, anche emotivamente meno coinvolte, gli iniziali ambiziosi programmi di celebrazione, nel vivo dell'impianto urbano, di fatti e eroi del Risorgimento si esauriscono nel giro di pochi anni e sono assorbiti da un indolente processo di crescita urbana che, come altrove, nasce da esigenze di ampliamento e risanamento. Č altrettanto indicativo, che a Messina, né prima né dopo il terremoto del 1908, si siano celebrati nelle trame urbane, gli eroi del Risorgimento.Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Cavour, Mazzini sono infatti ricordati soltanto nella toponomastica o in qualche busto di modeste dimensioni eretto in un angolo disperso di un giardino comunale o del cimitero. Il saggio analizza le ragioni di tali insolvenze in particolare i condizionamenti di una classe politica ancora agganciata ai vecchi sistemi e la scarsa incisivitŕ delle forze progressiste all'opposizione.
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Scala, Barbara. "Irredentismo e processi di trasformazione urbana. Il caso di Riva del Garda (1853-1905)." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 367–97. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132013.

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Abstract:
L'annessione del Trentino all'Italia avvenne soltanto nel 1918. Questa lunga attesa di oltre cinquant'anni accrebbe in quella popolazione, per tradizione italiana ma politicamente ancora sotto il governo austriaco, un forte sentimento "italiano", che defině un clima politico e culturale molto vivace. Si sviluppň, soprattutto a Riva del Garda, un movimento politico e intellettuale, l'irredentismo, col quale una élite culturale rivendicava l'appartenenza della regione all'Italia. Da un lato si diffondevano le idee di patria, nazione, libertŕ, dall'altro, come reazione al conservatorismo austriaco, si diffondeva un'attenzione al progresso, all'innovazione tecnologica, all'inventiva. Lo spirito libero di Riva, luogo d'incontro tra due aree geografiche, (l'impero austriaco e il regno d'Italia), evitň alla cittŕ di divenire una terra periferica dell'immenso impero asburgico, grazie alla nascente «industria del forestiere» che la elesse capitale del turismo mitteleuropeo. Riva si adattň, cosě, alle esigenze di un turismo sempre piů decisivo per le sorti economiche, senza perň venir meno alla sua anima italiana. Il saggio delinea il significativo rinnovamento, politico, economico e urbanistico che, dagli anni cinquanta dell'800, un vivace mileu locale condusse per la promozione della klimathoterapie locale (cioč di una terapia sanitaria favorita da particolari condizioni climatiche del luogo), segnando il tessuto edilizio con singoli interventi o con operazioni di piů ampio respiro volte.
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Omes, Marco Emanuele. "Rappresentanti dell'autorità e agenti del consenso: il ruolo di prefetti, clero e militari durante le feste civiche nel Regno d'Italia napoleonico." SOCIETÀ E STORIA, no. 156 (May 2017): 235–68. http://dx.doi.org/10.3280/ss2017-156001.

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Mogavero, Domenico. "Il muro tra Vaticano e Italia per rafforzare la pace sociale e politica." FUTURIBILI, no. 3 (September 2012): 40–81. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003004.

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Abstract:
Il tema viene affrontato alla luce degli avvenimenti storici che hanno caratterizzato le vicende della Chiesa in Italia dal 20 settembre 1870, occupazione di Roma da parte dell'esercito italiano, fino ai nostri giorni. L'esposizione si fonda sull'analisi di documenti ufficiali. La storia del muro tra Vaticano e Italia č proposta in tre fasi. La prima, definita di conflittualitŕ insanabile, descrive la situazione venutasi a creare con la breccia di Porta Pia, che determinň l'opposizione assoluta del Papa al nuovo assetto della cittŕ di Roma e dell'Italia. Iniziň da questo evento la cosiddetta "questione romana", incentrata sul mancato reciproco riconoscimento delle due istituzioni (la Santa Sede e il Regno d'Italia). Inoltre, il Papa rifiutň la tutela unilaterale proposta dal governo italiano formulata con la cosiddetta Legge delle Guarentigie. La seconda fase, caratterizzata da reciproco riconoscimento e collaborazione, inizia l'11 febbraio 1929, data in cui furono sottoscritti i Patti lateranensi con i quali fu sancita la riconciliazione tra l'Italia e il Papato. Dopo una trattativa lunga e complessa, si pervenne alla soluzione della questione romana, formalizzata nel "Trattato" e nella "Convenzione finanziaria", documenti che sancirono la nascita dello Stato della Cittŕ del Vaticano e ne riconobbero l'indipendenza e la sovranitŕ, garanzie per l'esercizio libero del ministero del Papa, capo della Chiesa universale. A ciň si aggiunse la sottoscrizione del "Concordato", con il quale furono regolamentate le materie di competenza mista tra Stato e Chiesa. La terza fase č quella della revisione concordataria, motivata dagli eventi seguiti al Secondo conflitto mondiale (caduta del regime fascista e instaurazione di uno stato democratico repubblicano, fondato su una nuova Costituzione) e segnata anche dagli eventi che caratterizzarono la vita ecclesiale (celebrazione del Concilio ecumenico Vaticano e promulgazione di un nuovo Codex iuris canonici). In questa fase, il 18 febbraio 1984 fu sottoscritto l'"Accordo di revisione del Concordato lateranense", con il quale la normativa pattizia fu adeguata alle mutate condizioni sociali, culturali e religiose del Paese della Chiesa.
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Pazos, A. "Mons. Alberto POLVERARI, Vita di Pio IX. Vol. II: Dall´esilio di Gaeta al Regno d'Italia, Libreria Editrice Vaticana («Studi Piani», 5), Città del Vaticano 1987, 272 pp., 17 x 24." Scripta Theologica 20, no. 1 (February 28, 2018): 356. http://dx.doi.org/10.15581/006.20.19348.

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Menant, François. "Renato Bordone, La società cittadina del regno d'Italia. Formazione e sviluppo délie caratteristiche urbane nei secoli XIe XIIe, Turin, Deputazione subalpina di storia patria, Biblioteca storica subalpina, CCII, 1987, 233 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 45, no. 2 (April 1990): 359–61. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900063824.

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"DOCUMENTI." Nuncius 4, no. 2 (1989): 264–302. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00950.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title La cultura scientifica a Roma negli anni seguenti il 1870, quando la citt pass dallo Stato Pontificio al Regno d'Italia e quindi cercava una sua identit, un elemento poco noto ma si rivela uno strumento interpretativo estremamente utile per comprendere le scelte di programmazione economica e di politica culturale di quegli anni che sono all'origine dell'odierna situazione della museologia scientifica romana. La creazione del Museo Astronomico e Copernicano risale a questo periodo, essendo stata proposta nel 1873, durante le celebrazioni del quarto centenario della nascita di Nicola Copernico, ampliando l'idea iniziale di un Museo che accogliesse documenti e cimeli riguardanti la permanenza del grande astronomo polacco in Italia.
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